Illusoria nobiltà

Era solo un ragazzino, avrà avuto a malapena diciott'anni. Il suo respiro, fino a poco prima lento e profondo, ora era del tutto sparito, distrutto, così come la sua vita. Togliergliela era stato semplice come rubare le caramelle ad un bambino. Dormiva profondamente, era mattina presto. Emma si era infiltrata nella sua stanza della locanda in cui entrambi avevano preso alloggio per la notte. Il giovane non doveva essere molto ricco, dall'abbigliamento lo si intuiva bene. Forse era in vacanza, forse era alla ricerca di un po' di pace. Trovò quella eterna, purtroppo per lui.
Emma si era avvicinata, aveva controllato più volte che non ci fossero altre persone presenti nella stanza, poi aveva iniziato a strozzarlo con energia. La vittima non si svegliò nemmeno, passò in poco tempo da un sonno rilassante ad uno senza fine. Solo allora ci fu il Risveglio, ma fu quello innaturale, dettato dalle tecniche della takiana. Le funzioni corporali ripresero, ma non era più davvero quel ragazzino che un tempo era stato. Alzò il colletto della sua giacca, in modo da coprire i segni delle mani sulla sua pelle e insieme iniziarono a cercare soldi nella stanza. Purtroppo c'era ben poco, giusto il necessario a pagare la notte in ostello per entrambi. Non ci fu bisogno di parlare, essendo molto simile ad un clone superiore il nuovo arrivato aveva già le informazioni che gli necessitavano. Emma ritornò nella sua stanza così come era venuta, passando per la finestra, mentre lo zombie rimase a letto per una mezz'oretta. Entrambi partirono poco dopo che il sole fu sorto, scaglionati, in modo da non sembrare insieme. Presero strade diverse. Nessuno doveva vederli, del resto, altrimenti il piano rischiava di saltare.
Emma arrivò per prima a destinazione. L'Arena di Gyokuro era bella e affollata come se la ricordava, il paese dei balocchi per perditempo, bestioni violenti e ludopatici senza speranza. Non si era divertita poi così tanto, durante la sua prima sortita, però essa le aveva permesso di capire quale potesse essere una cattiva azione adeguata da mettere in atto. Voleva pilotare un incontro, scommettere contro se stessa e raggranellare qualche soldo. Poca roba, chiaramente, ma era un inizio. Bisognava pur partire da qualche parte, no? Sarebbe stato utile per testare un po' l'Arte del Risveglio in luoghi affollati, vedere quanto poteva essere utilizzata in situazioni particolari. Se poi le cose fossero andate male non ci sarebbe comunque stato niente a collegare l'incidente a lei. Era convinta di aver preso le giuste precauzioni. Nessuno l'aveva vista uccidere il povero disgraziato senza nome, nessuno li aveva visti muoversi insieme, non c'era alcun legame tra i due. Se avessero scoperto che era uno zombie lo avrebbero eliminato e la cosa sarebbe finita lì, ne era sicura.
La giovane di Taki si diresse subito al banco informazioni e prenotò uno scontro. Nessuna modalità particolare, non aveva voglia di spendere soldi in quello, già ne stava investendo un po' nel suo tentativo di truffa. La paga da genin non permetteva troppi lussi. Emma richiese un campo che a suo avviso si adattava perfettamente a quello che aveva in mente. Un ponte sospeso su una rete di salvezza, il primo che veniva buttato giù era dichiarato sconfitto. Avrebbe dovuto soltanto stare attenta a non perdere troppo in fretta, a non sembrare sospetta, oltre che a non sconfiggere l'avversario per sbaglio. Il nome di quest'ultimo le fu comunicato poco dopo: Katsuo Uzumaki. La giovane si stupì a leggere quel cognome. Un lontano parente! Non aveva mai ereditato l'innata di famiglia, ma era comunque discendente di membri del clan. Era la prima volta che incontrava un altro Uzumaki dal vivo, era piuttosto curiosa di vedere come fossero.
Nel mentre il Risvegliato arrivò all'Arena. Cercò di non attirare l'attenzione, di camminare rasente ai muri e non incrociare lo sguardo di nessuno, l'ultima cosa che voleva era incontrare qualche conoscente del ragazzino che un tempo era stato. Passo tranquillo e aspetto pensieroso, questa fu l'apparenza che scelse, per evitare guai. Quando fu davanti al banco delle scommesse, si mise a scrutare le quote, fin quando non uscirono quelle che aspettava, quelle che coinvolgevano la sua creatrice. La sua sconfitta sarebbe stata pagata il doppio... poteva andare peggio, tutto sommato. Il ragazzino non morto puntò su quel tal Katsuo i soldi che gli erano stati dati dalla sua creatrice. Si prese il ticket che gli venne dato e se lo mise in tasca. Poi si andò a sistemare sugli spalti, attendendo che venisse il suo momento. Non fu difficile fingere normalità, del resto quel Risvegliato era stato richiamato in vita proprio per quello, sapeva bene quello che doveva fare.
Mentre tutto questo accadeva, Emma aspettò in tranquillità che fosse il suo turno. Quando entrò in campo cercò sugli spalti il suo zombie, ma chiaramente fu impossibile riuscire a trovarlo. Poco male, se non aveva ricevuto i suoi ricordi doveva voler dire che era ancora attivo, da qualche parte, probabilmente nascosto tra la folla. Avanzò sul ponte traballante e si sentì un po' a disagio. Per fortuna la rete era visibile e riuscì a calmarla subito. A breve l'avversario sarebbe entrato in campo e sarebbe iniziata la sceneggiata.

Mentre vedeva il suo prossimo avversario muoversi con sicurezza sul ponte, Emma si pentì di tutto. Era grosso, emanava un'aura di potenza. Capelli corti, di un bel rosso vivo, occhi seri. Osservando il suo volto la ragazza si disse che non era per niente male, ma si distolse quasi subito da quel pensiero. Non aveva voluto comprare la regola "No morte" e la cosa un pochino la preoccupava, ora. Era comunque proibito tentare di uccidere, quindi non avrebbe dovuto avere problemi, però l'idea di prendersi in faccia un pugno tirato a piena potenza da un braccio bello pompato come quello del suo nuovo amico Uzumaki... beh, in realtà in fondo in fondo la cosa la ispirava un po'. Il dolore era divertente per lei, in qualche maniera. L'importante era sopravvivere e riuscire a portare avanti i suoi progetti, i suoi studi, per il resto ammaccarsi un po' non sarebbe stato un grosso guaio.
Buongiorno!
Il mio nome è Katsuo Uzumaki! Piacere di fare la sua conoscenza! Le prometto di impegnarmi al massimo durante lo scontro, e spero che lei ritenga opportuno fare lo stesso!
Il ragazzo la salutò con un gesto estremamente formale e anche le sue parole sembravano in qualche maniera incerte. Sì, era decisamente carino, ma soprattutto sembrava una persona con cui sarebbe stato divertente giocare. Per prima cosa lo fece usando un tono amichevole e tranquillo, del tutto informale. Chissà, magari questo lo avrebbe innervosito già prima di iniziare.
Emma! Il piacere è mio. Farò quello che posso per non deluderti.
Tutto sommato lei non era così abituata a parlare con estranei, quindi si limitò al minimo indispensabile, però volle comunque provare a iniziare una piccola provocazione. Magari lui non ci avrebbe dato nemmeno peso, ma se fosse successo il contrario avrebbe potuto essere stimolante.
Una volta terminati i convenevoli fu il momento di iniziare. Quando fu dato il via all'incontro Katsuo si mise in posizione di guarda, rimanendo in attesa. Emma non si fece pregare due volte, aveva già in mente un'idea per testare il suo nemico. Prese un kunai dalla sacca e lo lanciò piano in aria, in maniera che cadesse da poca altezza con moto perpendicolare rispetto al ponte. Poi unì le mani per un sigillo soltanto e dopo aver attivato la tecnica si occupò di riprendere al volo la sua arma. Un piccolo bagliore olografico avrebbe illuminato la takiana, stimolo per una piccola illusione fastidiosa. Se il rosso ne fosse stato colpito, avrebbe visto Emma priva di vestiti, seppure per un istante soltanto. La speranza della giovane era di distrarlo a sufficienza, in maniera da facilitare il suo attacco. Magari il sangue si sarebbe spostato dal cervello verso altri lidi, si disse maliziosamente. In ogni caso, dopo aver ripreso il kunai, lo avrebbe scagliato verso la gamba destra del suo nemico, all'altezza della coscia. Voleva fargli abbastanza male, ma non voleva certo mettere a rischio la sua sconfitta. Oltretutto poteva essere un buon modo di testare i riflessi avversari, del resto si trovavano a sei metri di distanza tra di loro, quindi non sarebbe stato impossibile parare o schivare adeguatamente. Non era molto abituata a scontri di quel tipo, ma era convinta che qualche scambio di studio potesse essere adeguato.

Mai più si sarebbe aspettata un successo così enorme, il volto di Emma si illuminò con un sorrisone compiaciuto. Il suo avversario si girò, del tutto preda dell'imbarazzo. Divertente, molto divertente.
Signorina, suvvia, non mi pare il caso!
Indifeso com'era, Katsuo non riuscì a opporsi in nessun modo al kunai, che gli ferì in maniera profonda la gamba. Sangue fuoriuscì copioso, cosa che probabilmente impedì ad esso di concentrarsi in altri luoghi, che Emma avrebbe trovato più interessanti. Il dolore fece uscire il kiriano dall'illusione e a quel punto lui le lanciò un'occhiata terribile, di pura rabbia. Emma era al settimo cielo, non avrebbe mai pensato di divertirsi così tanto. Sorrise compiaciuta quando con una smorfia il ragazzone si estrasse di dosso il kunai, per lanciarlo indietro. Per fortuna lei stava riuscendo a mantenere la concentrazione abbastanza alta, quindi non ebbe problemi a schivare con un balzello laterale. Più arduo fu difendersi dall'attacco successivo, preceduto da due sigilli rapidi. Una fiammata si diresse molto rapida verso Emma, ma lei aveva già unito le mani e le bastò un attimo per preparare la sua contromossa. Si ricoprì di acqua, che spense senza problemi il fuoco dell'avversario, il quale aveva a quel punto estratto una grossa spada, rimanendo in attesa. Voleva giocarsela sulla difensiva, ma la takiana aveva un'altra idea in mente. Più che nel fisico ora aveva intenzione di ferirlo nell'orgoglio.
Reazione interessante. Questa illusione fa vedere i desideri più reconditi di ogni persona, sai? Visto qualcosa di interessante? - il sorriso di Emma si fece ancora più malizioso, mentre estraeva due shuriken dalla sacca - Perché non vieni a prenderla? Non aspetto altro...
Sia che il ragazzo fosse partito subito, sia che fosse rimasto in attesa, la genin avrebbe cercato di colpirlo con le sue armi, puntando con una al petto e con l'altra alla gamba ferita. Le speranze di andare a bersaglio erano misere, ma gli obiettivi erano altri. Spronarlo a muoversi o rendere il suo attacco più difficile, ma soprattutto liberarsi le mani da quell'ingombro inutile. Contava molto sulla sua difesa Suiton, ma non si sapeva mai cosa avrebbe potuto fare la differenza. Non era ancora il momento di perdere, doveva stare molto attenta.

Katsuo evitò abilmente le armi, ma il suo sguardo stizzito comunicò ad Emma che l'obiettivo primario era raggiunto. Quelle insinuazioni dovevano averlo ferito più ancora del kunai entrato di prepotenza nella sua carne poco prima.
Combatte in modo molto disonorevole, signorina.
Le sue calunnie non mi scalfiranno.
Alla takiana venne naturale sollevare un sopracciglio, stupita da quella affermazione. Quanto poteva essere vecchio stampo, quel ragazzo? A suo modo le piaceva, era caruccio, ma non ebbe modo di approfondire il pensiero, perché lui decise finalmente di prendere in mano il ritmo dello scontro. Partì verso di lei, con passo claudicante, ma tenendo in mano quella spada che non prometteva nulla di buono. Quando arrivò nei pressi della ragazza, lei aveva concentrato già abbastanza chakra da impegnarsi in una schivata migliorata dal suo taijutsu preferito. Quello che però lei non aveva calcolato era che lui potesse aver previsto tale eventualità e calibrato i movimenti in maniera da portare un secondo attacco, concatenato al primo. Emma dovette arrendersi e prendere in pieno il calcio che lui le rifilò. L'armatura resse alla perfezione e lei non fu nemmeno scalpita dal piedone del ragazzo. Con un balzo all'indietro decise di portarlo fuori dal raggio d'azione di lui, ma nel farlo provò anche un minimo contrattacco. Aveva già portato la mano al volto, quindi le bastò baciare il suo dito e poi usando il gesto come tramite lanciò un'offensiva di impronta Futton. Il colpo partì quando i due erano a poco più di un metro di distanza e subito dopo Emma ne guadagnò altri, fino ad essere in una posizione di sicurezza, a sette metri da lui. In questo modo avrebbe provato a parlare di nuovo. A spargere altro veleno addosso al povero Katsuo, anche se questa volta con un altro obiettivo. Le interessava scalfire la sua ideologia, a cui sembrava rocciosamente aggrappato. Era poco probabile riuscirci, ma fare un tentativo sembrava divertente.
C'è davvero disonore nell'usare le armi che Madre Natura mi ha dato? Io non ho i tuoi muscoloni possenti o un fisico scattante. Ho solo due grandi strumenti. - fece una piccola pausa, sfoggiando un sorriso malizioso, quasi a cercare di insinuare un tipo di risposta per poi rivelare quella vera - Il mio corpo, a suo modo sensuale, e soprattutto il mio cervello, che mi permette di sopravvivere da persona normale in questo mondo di mostri. Non mi vergogno di certo di combattere sfruttando questi stratagemmi. La vergogna dovrebbe essere di chi nasconde la sua umanità e cerca di negare le sue debolezze. Io le sfrutto senza pietà, perché sono una ninja.

Posso... arrivare a rispettarlo.
Ma non è stata Madre Natura, né nessun Kami, né il mio sangue di Uzumaki a darmi i miei muscoli. Sono frutto di fatica e allenamento costante. Tu hai una difesa che non so come scalfire e che ammiro, e un attacco che non ho saputo contrastare. È davvero questo l'unico modo che hai per farti valere?
Emma sorrise. Era testardo da morire. Le piaceva sempre di più.
Intanto la ferita maggiore non l'hai subita da questi, ma dai miei inganni. Dovrò allenarmi di più, la prossima volta non potrai rialzarti da essi.
La ragazza accompagnò la frase con un risolino, cercando di essere seducente, di trasformare quella minaccia in una promessa in qualche maniera invitante. Indipendentemente dalla sua reazione però lo scontro volse verso la sua naturale conclusione. Il ragazzone si avventò su Emma, brandendo ancora una volta la sua spada. Lei si preparò mentalmente ad affrontare un colpo ravvicinato, voleva evitare anche possibili combinazioni di attacchi dopo il primo, quindi fu sorpresa quando lui si fermò e lasciò partire un'ondata tagliente, che si andò ad abbattere rapidamente contro la ragazza, spezzando la sua armatura e ferendola. Quando lei riuscì a guardare di nuovo il suo avversario lui aveva lasciato cadere l'arma e stava facendo dei sigilli per una qualche tecnica. Lei sperava che fosse qualcosa in grado di gettarla fuori dall'arena. Non aveva intenzione di difendersi, ma probabilmente non ci sarebbe riuscita nemmeno volendolo. Purtroppo il nemico non pareva aver fretta di chiudere lo scontro, il che forse era un segno di rispetto nei confronti di Emma. Di certo però la metteva in posizione difficile, anche se lei cercò di celare la cosa con un sorriso malizioso e una battuta di dubbio gusto.
Che scortese, sono tutta bagnata ora.
Difatti la tecnica nemica l'aveva incollata al terreno, una sensazione piuttosto strana. Non riusciva a muoversi e non sapeva come fare. All'improvviso un'idea le sfiorò la mente: se avesse distrutto il ponte lei sarebbe rimasta appiccicata ad esso, mentre il suo avversario sarebbe caduto verso la sconfitta. Una teoria in realtà non sicura, visto che non aveva modo di calcolare quanto fosse profonda la rete e a quanta distanza dall'inizio del ponte lei fosse. Oltretutto il nemico avrebbe potuto cercare di fuggire e aggrapparsi al ponte in una posizione più favorevole. Tutto sommato come tattica non era così ottimale.
Al diavolo, lo faccio. Tanto se va male perdo solo qualche ryo, mentre se va bene può sembrare un normale errore di calcolo in una situazione molto svantaggiosa. Ma soprattutto sembra divertente.
Ormai convinta dalla sua stessa cattiva idea, la ragazza portò una mano alla bocca e stampò un altro Acid Kiss, ma questa volta non puntò al nemico, bensì al ponte, nel punto a metà strada tra loro due. Sperava dunque che il nemico non bloccasse questo suo attacco e che in qualche maniera si salvasse, così che lei potesse perdere e godersi i ryo che il suo zombie aveva scommesso. Se tutto fosse andato come previsto lei si sarebbe ritrovata insieme al ponte nella rete protettiva, nel giro di pochi secondi, a osservare dal basso il suo nemico trionfante. O almeno così sperava.

Chiedo perdono, provvedo subito a risolvere il problema.
Per un attimo Emma sperò che Katsuo avesse ceduto e che stesse per cadere nella sua provocazione, ma purtroppo il ragazzone non doveva aver colto l'allusione. L'attacco di Vapore non bastò a distruggere sul colpo il ponte, anche se forse aspettando un po' di tempo sarebbe successo. Per fortuna il ragazzo di Kiri non diede ad Emma il dispiacere di dover attendere a vuoto. Il problema fu che la Katon che tirò arrivò a colpire anche la giovane, per quanto in maniera non troppo pesante. Le corde, ormai del tutto distrutte, non seppero più reggere e il ponte si spezzò irrimediabilmente. Cadde giù e penzolò. Per Emma fu piuttosto emozionante, come una sorta di montagna russa. Si ritrovò però in pochi secondi ad essere appesa quasi a testa in giù, appiccicata al ponte da quella tecnica nemica. Le faceva male un po' tutto il corpo e in alcuni punti i suoi vestiti erano abbastanza bruciacchiati, anche se non rivelavano troppo del suo corpo. Dovette urlare, nella speranza di farsi sentire dagli addetti dell'Arena o dal suo avversario, che per fortuna si trovava al salvo.
Mi arrendo, mi arrendo. Adesso qualcuno mi può aiutare a scendere da questa roba?