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Aiko e Rin

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    I parenti di Rin mi avevano portato in una stanzetta isolata, dove avrei potuto riposare. Era piccola ma in qualche modo accogliente. Mi appoggiai su uno dei cuscini che erano stati messi a mia disposizione e ringraziai le persone che arrivarono subito a servirmi una bevanda rinfrescante. Il silenzio era piacevole e all'ombra non si sentiva nemmeno il calore soffocante tipico del deserto. Quel clan doveva essere pieno di risorse, ma del resto vivere in un ambiente così ostile ti costringeva ad aguzzare l'ingegno. Dopo la seconda sorsata mi accorsi che avevo ripreso lucidità a sufficienza e che dunque era venuto il momento di affrontare una cosa che stavo rimandando da un po'. Era il momento giusto, mi sembrava di essere pronta. Non lo ero.
    Tirai fuori dalla tasca la lettera, aprendola con estrema cura, come se avessi paura che potesse sgretolarsi come sabbia tra le mie dita. Era scritta con una bella calligrafia, meticolosa, perfettamente adatta alla personalità di Kiryan. La riconobbi senza difficoltà, era proprio la sua.
    Cara Aiko,
    ti scrivo questa lettera perché ti ritengo una delle poche persone che sono state davvero importanti nella mia vita e, visto che non sono riuscito a farlo di persona, volevo ringraziarti per quello che hai fatto per me.

    Sentii un sussulto al cuore e non seppi far altro che fissare quella frase iniziale con la bocca spalancata. L'aveva scritta per davvero. Repressi le lacrime, almeno per ora, e mi forzai a regolarizzare il respiro. Poi andai avanti.
    Forse questo sarà come un fulmine a ciel sereno, d’altronde abbiamo avuto per lo più una conoscenza epistolare e non ci siamo neanche visti più di un paio di volte di persona. Probabilmente a malapena rientro fra i conoscenti, per te, e questo rende un po’ imbarazzante tutto questo, ma se questa lettera ti è arrivata vuol dire che in un modo o nell’altro non sono sopravvissuto e perciò non ho alcun motivo per essere reticente.
    Sentii un senso di vuoto farsi largo crudelmente dentro me e mi abbandonai al pianto già ora. Per me lui era un caro amico e mi mancava. Ci eravamo visti poche volte, ma ero contenta quando ci scrivevamo e lo consideravo una brava persona. Sentii il dolore prendere possesso di me, sapendo che non lo avrei mai più visto, che quando era morto io ero lontana.
    Il fatto è che mi hai letteralmente salvato la vita durante quel nostro primo incontro alle terme e tutt’ora le tue parole mi tirano su di morale e cancellano un po’ della vergogna che provo per le cicatrici sul mio corpo. Mi hai donato il rotolo di comunicazione e grazie a quello sono riuscito a restare in contatto con Rin anche mentre siamo lontani e al momento credo sia l’unica cosa che mi impedisce di impazzire. Insomma, ti ringrazio sinceramente e con tutto il cuore di aver fatto questo per me. Di aver visto un perfetto sconosciuto e averlo trascinato a forza fuori da uno dei momenti peggiori della sua vita, di aver pianto per lui, di aver detto cose meravigliose che aveva bisogno di sentire.
    Di aver suonato per Nay e di averla fatta ridere.

    Dovetti smettere per un attimo di leggere, perché i miei occhi erano ormai inondati. Sentii uno strano senso di calore nel leggere quelle parole di gratitudine, ma quello accentuò ancora più il dolore della perdita. Era "il senso spietato di un non ritorno" che citavo nella mia canzone, lo sentivo, era lì. E mi macerava dentro. Rimasi ferma a singhiozzare per un minutino, prima di farmi forza e riprendere a leggere.
    Ora, questo probabilmente suonerà molto egoista da parte mia, ma ho una richiesta da farti. Se Rin fosse infelice ti prego di fare per lui quello che hai fatto per me, stagli vicino se puoi, non lasciare che sprofondi nella tristezza; se invece starà bene allora prendi queste mie parole come la preoccupazione di uno sciocco. In ogni caso spero che mi perdonerai per averti scaricato addosso una richiesta del genere, vorrei soltanto essere certo che non resti da solo e che sia felice e se non posso essere io a stargli accanto allora non posso fare altro che chiederlo a qualcuno di cui mi fidi e quindi, alla fine, soltanto a te e a Natsuki.
    Perdonami.
    Grazie per aver reso la mia vita un po’ migliore.

    Kiryan Sabakuyoru.

    Piansi ancora e ancora, senza trovare pace. Sentivo il peso di quelle parole e sentivo la paura di non essere all'altezza della sua richiesta. Lui era stato sempre così dolce e gentile con me, aveva accettato le mie parole e si era lasciato aiutare, ricambiando più volte. Era una persona splendida e mi sentivo onorata ad averlo conosciuto, ad essere stato importante per lui. Mi sentivo felice per le sue parole, mi sentivo triste perché sapevo che erano le sue ultime, mi sentivo una stupida per il modo in cui mi sentivo. E convogliai tutte queste emozioni in un pianto disperato, senza tregua. Non saprei dire quanto durò, ma sembrò eterno. Finché qualcuno non bussò alla porta. Cercai di ricompormi, ma non riuscii a interrompere i singhiozzi del tutto.
    A-awanthi...
     
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    Rin entrò non appena le parole biascicate di Aiko raggiunsero le sue orecchie. Non avevano raggiunto il clan da molto tempo, c'era stato a malapena il tempo di trovare una stanza privata per la musicista, in un punto abbastanza marginale delle rovine. Rin immaginava che, tra la bomba di Kiryan e i problemi con sua figlia, avrebbe voluto un po' di tranquillità e silenzio. Doveva essere davvero una splendida persona, perché tutti i Sabakuyoru l'avevano adorata sin dal primo momento, grandi e piccini.
    Tuttavia, gli stava puntando un coltello alla gola.
    Parliamo.
    Esordì, chiudendosi la porta alle spalle. Avrebbe potuto cominciare con un blando "come stai?", ma era una domanda così inutile da risultare quasi un insulto all'intelligenza di entrambi. Oltretutto, non aveva nessuna voglia di rispondere ad un inevitabile "e tu?", dovendo scegliere tra il mentire stancamente e l'abbandonarsi al dolore. Non voleva parlare di nulla di tutto ciò che avrebbero affrontato: le ferite erano fresche e bruciavano di sale. A stento riusciva a farsi sballottare qui e là tra missioni, allenamenti e Nayra. Tutto per riuscire a comprendere quale fosse quello scopo offuscato che intravedeva all'orizzonte, ma di cui non riusciva a comprendere la natura. Poteva essere pure un miraggio, per quanto ne sapeva: un'illusione della sua mente per non ammettere che ora, senza Kiryan, un senso non c'era più.
    Si sedette su uno sgabello, con la schiena dritta e le mani poggiate sulle ginocchia, sostenendo le lacrime di Aiko con uno sguardo fermo ma spento, nostalgico, stremato. Un po' la invidiava, nel profondo.
    Lui, di pianto, non sembrava averne più.

    Ci tengo a precisare che questa role è un intermezzo "dietro le quinte" di questo post nella Quest "A Line In The Sand".
     
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    Parliamo.
    Rin non disse altro, si sedette su uno sgabello e mi guardò. Uno sguardo serio, spento. Lo avevo incontrato solo una volta, prima di allora, ma sembrava una persona totalmente diversa. Non era più il ragazzo solare ed estroverso che avevo conosciuto e di cui Kiryan mi aveva parlato. E riuscivo a immaginare il perché.
    S-sì. Scusami tanto.
    Cercai di calmarmi, mi asciugai le lacrime con le mani e regolarizzai piano il respiro. Avevo paura, tanta paura. Kiryan mi aveva chiesto di aiutare il ragazzo che amava, ma non mi sentivo in grado di riuscirci. Non sapevo da dove iniziare, non sapevo cosa era giusto. Probabilmente mi vedeva solo come un'estranea, una scocciatura. Avevo il terrore che fosse così.
    Tu... tu vuoi parlare?
     
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    Rin sospirò, immaginando di aver reagito peggio di quanto credesse. Effettivamente, da quel poco che sapeva di Aiko, doveva essere una persona molto empatica. Dopo aver letto quella lettera poi, se fosse stata toccante anche solo la metà della propria, non metteva in dubbio che la donna stesse vivendo un momento di estrema fragilità. Senza considerare la sua personale questione familiare. Si sbrigò a scusarsi, senza perdere troppo quel modo di porsi cupo.
    Ti chiedo scusa, non intendevo infierire. È solo... difficile. Pesante.
    Si avvicinò un poco con lo sgabello, per mostrare un venirsi incontro simbolico e letterale. Immaginava che lei avrebbe voluto sfogarsi, condividere parte di quel macigno che Rin sapeva bene quanto fosse soffocante. Di massi, forse, ne aveva persino più lei di lui. Era pronto a farsi carico della sua parte. Se Aiko era amica di Kiryan e Nayra, allora era anche amica sua. E gli amici si vedono anche e soprattutto nel momento del bisogno.
    A volte è così dura che vorresti solo dimenticare. Fingere che non sia successo, addormentarti e quando ti risvegli ritrovarti anni addietro, prima ancora di averlo conosciuto, per evitare tutta questa sofferenza. Ti chiedi come sarebbero andate le cose se non vi foste mai incontrati. Prima che i pensieri prendano il sopravvento, provi a dormire. Quando dormi, però, tornano con gli incubi: non c'è un luogo in cui potersi nascondere davvero. Alcuni giorni va meglio, altri peggio. Potrei parlarne dopo, forse. Per il momento, preferisco ascoltare.
    Si sporse in avanti, facendo perno sulle ginocchia con le braccia tese.
    Scusa se non ho tenuto qui anche Nayra. Per lei ricordare è... più pericoloso e doloroso che per me. Non voglio che soffra, non posso permettermelo. Tu però, hai qualcosa che vorresti sapere? C'è qualcosa che ti interesserebbe chiedermi? Cercherò di soddisfare ogni tua domanda, lo prometto.
     
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    Ti chiedo scusa, non intendevo infierire. È solo... difficile. Pesante.
    Mi sentii terribilmente in colpa ad avergli mostrato la mia debolezza, ad aver dato sfogo ad un lutto che lui di certo viveva in modo terribilmente più forte di me. Non riuscivo nemmeno a immaginare quanto potesse stare male.
    A volte è così dura che vorresti solo dimenticare. Fingere che non sia successo, addormentarti e quando ti risvegli ritrovarti anni addietro, prima ancora di averlo conosciuto, per evitare tutta questa sofferenza. Ti chiedi come sarebbero andate le cose se non vi foste mai incontrati. Prima che i pensieri prendano il sopravvento, provi a dormire. Quando dormi, però, tornano con gli incubi: non c'è un luogo in cui potersi nascondere davvero. Alcuni giorni va meglio, altri peggio. Potrei parlarne dopo, forse. Per il momento, preferisco ascoltare.
    Mi trovai un attimo a tentennare, non sapevo cosa dirgli. Di cosa potevo parlare che potesse dargli sollievo? Ero nel mezzo di una crisi familiare, non ero la persona adatta, non lo sarei stata nemmeno in condizioni ideali, probabilmente.
    Scusa se non ho tenuto qui anche Nayra. Per lei ricordare è... più pericoloso e doloroso che per me. Non voglio che soffra, non posso permettermelo. Tu però, hai qualcosa che vorresti sapere? C'è qualcosa che ti interesserebbe chiedermi? Cercherò di soddisfare ogni tua domanda, lo prometto.
    Stava combattendo, combatteva duramente e riuscivo a capirlo. Mi dispiaceva per lui e dovetti ricacciare a forza le lacrime prima che partissero.
    Sono io a doverti chiedere scusa per lo spettacolo brutto, non avevo il diritto di fare una scena del genere. So che ti suoneranno come parole vuote, ma mi dispiace davvero tanto per tutto quello che vi è successo.
    Mentre parlavo tenni lo sguardo basso e iniziai a riporre la lettera nella sua busta. Poi aprii la Rotoleria Dimensionale e da essa estrassi il Rotolo Biblioteca.
    La conserverò qui, come un ricordo prezioso, perché preziosa è la sua amicizia.
    Forse la frase mi uscì un po' troppo retorica, ma non potevo farci niente, lo pensavo davvero. Con un po' di fatica mi rimisi in piedi, mi sembrava giusto esserlo in quel momento.
    E considero anche te una persona preziosa. Lo so che ci conosciamo poco, però... io ricordo il bigliettino che mi avete fatto avere, dopo quel concerto, anni fa. Se sono diventata professionista è anche merito tuo e non lo dimentico. E poco fa... poco fa tu mi hai salvato la vita. Io te ne sarò per sempre grata.
    Feci un inchino appena accennato e provai a fare un timido sorriso. Probabilmente uscì terribilmente goffo e imbarazzato. Dei, quanto dovevo sembrare stupida in quel momento. Avrei voluto dire mille cose, avrei voluto fare mille cose, ma per il momento mi fermai a quello.
    Io vorrei poterti aiutare, dico davvero. Farò quello che posso, tu non farti problemi a chiedermi. Io... non ci sono molte cose che posso fare, lo ammetto, però... ci tenevo molto a lui e ci tengo molto a te. Quello che stai facendo per me è magnifico, non lo dimenticherò mai.
     
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    Sono io a doverti chiedere scusa per lo spettacolo brutto, non avevo il diritto di fare una scena del genere. So che ti suoneranno come parole vuote, ma mi dispiace davvero tanto per tutto quello che vi è successo.
    Rin sospirò amaramente. Non con cattiveria: era semplicemente dispiaciuto che Aiko si fosse sentita in dovere di scusarsi per aver mostrato il suo dolore di fronte a lui.
    Non hai diritti né doveri, qui. Fai quello che senti: il tuo malessere non vale meno del mio, soprattutto con tutto il resto che stai passando.
    Si sbrigò a giustificare, rimanendo poi in attesa del discorso a venire. Quanto ci voleva ancora prima del cazzotto nello stomaco? Aiko proseguì confessando che avrebbe custodito in un luogo speciale la lettera e giostrandosi con un rotolo. Rin annuì in segno di comprensione e ringraziamento.
    E considero anche te una persona preziosa. Lo so che ci conosciamo poco, però... io ricordo il bigliettino che mi avete fatto avere, dopo quel concerto, anni fa. Se sono diventata professionista è anche merito tuo e non lo dimentico. E poco fa... poco fa tu mi hai salvato la vita. Io te ne sarò per sempre grata.
    Non ho fatto nulla che non meritassi: il concerto è stato bellissimo e so che hai fatto carriera da allora. Non mi sarebbe dispiaciuto vederne un altro... sarebbe piaciuto a tutti.
    Si sbrigò a dirle, approfittando del suo inchino. Non rispose al sorriso, non ne aveva le forze considerato anche quel che gli era tornato in mente; il pensiero di poter condividere un altro momento così speciale con Kiryan l'aveva di nuovo incupito, un poco più di prima.
    Io vorrei poterti aiutare, dico davvero. Farò quello che posso, tu non farti problemi a chiedermi. Io... non ci sono molte cose che posso fare, lo ammetto, però... ci tenevo molto a lui e ci tengo molto a te. Quello che stai facendo per me è magnifico, non lo dimenticherò mai.
    Rin si sforzò di sporgersi in avanti e di cercare un contatto, toccando la punta delle dita di Aiko con le sue in una connessione leggera, delicata. Sentiva di doverle molto, più di quanto lui stesso potesse sapere, e al contempo pensava che fosse davvero una persona abnegante e sensibile.
    Ti ringrazio, Aiko. Le tue parole mi riempiono il cuore e mi fanno sentire un po' meno solo.
    Le confessò, sinceramente, guardandola dritto negli occhi. Occhi rossi così simili ai suoi, eppure molto distanti dalla realtà dei Sabakuyoru. Cercò anche di abbozzare un sorriso, in maniera piuttosto impacciata, ma non uscì nulla più di un indecifrabile tremore alle labbra.
    Nay mi ha parlato di te, sai? In maniera un po' confusa, in effetti, e non credo abbia colto bene alcune sottigliezze... tipo il fatto che tu sia una donna. Mi ha stupito la sua reazione alla tua rivelazione di essere madre. Comunque, quel poco che ricorda di te sembra essere piacevole, il che vuol dire che dovevi essere molto cara a Kiryan e a lei. Non potrei mai abbandonare una loro amica in un momento simile. Tutto questo per dire che non c'è bisogno di ringraziamenti.
    Tornò a sedersi composto e, per l'ennesima volta, sospirò.
    Vorrei solo poter tornare indietro. Anzi, poterlo riportare indietro. Mi sembra che manchi un pezzo, ovunque io mi volti ed è... alienante, oltre che doloroso. I monaci mi hanno insegnato che, quando moriamo, la nostra essenza si riunisce all'Hil che è in tutte le cose. Mi sforzo di pensare che lui sia sempre presente, con noi, ma non è facile. Ed egoisticamente non mi basta. Purtroppo, però, non si possono resuscitare i morti. Quindi no... non c'è nulla che tu o nessuno possa fare. In questo momento devo solo imparare a gestire tutto questo schifo. Non ci sto riuscendo molto bene, ma giuro che leggerò qualche libro o qualcosa del genere.
    Si prese una piccola pausa, guardando un indefinito punto lontano fuori dalla piccola finestra.
    Mi farebbe molto piacere se voleste partecipare ai suoi funerali. Il Villaggio non mi ha ancora garantito che potrà farci avere il corpo, ma qui al clan vorremmo comunque fare un qualche tipo di celebrazione in suo onore. Potrebbe essere soltanto una cosa simbolica, ma sono contento che lui sarebbe contento che voi foste qui. Se vi va, ovviamente.
    Incrociò le braccia prima di terminare, assumendo un'espressione turbata e abbassando lo sguardo.
    Dovrei... vorrei invitare anche Natsuki. C'è una lettera anche per lei, ma Kumo è lontana e noi di Ame non siamo proprio benvisti lassù. Soprattutto dopo quel che è successo a Takumi. Raggiungere lei sarà più complicato.
     
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    Rin si dimostrò ancora un gentiluomo, dicendo di capire il mio dolore e di rispettarlo. Non molti nella medesima situazione avrebbero mostrato così tanta cortesia verso una persona che tutto sommato conoscevano appena. Disse parole molto dolci anche a riguardo della mia musica, anche se si incupì alla fine, probabilmente di fronte alla prospettiva di non poter più vedere nessun concerto insieme alla persona che amava così tanto.
    Ti ringrazio, Aiko. Le tue parole mi riempiono il cuore e mi fanno sentire un po' meno solo.
    Rin mi toccò appena, mentre diceva quelle parole che mi commossero terribilmente. Cercai di nasconderlo almeno un minimo, mi sentivo in colpa ad essere quella emotiva in una situazione del genere, però purtroppo quella era una parte del mio carattere che difficilmente sarebbe cambiata.
    Nay mi ha parlato di te, sai? In maniera un po' confusa, in effetti, e non credo abbia colto bene alcune sottigliezze... tipo il fatto che tu sia una donna. Mi ha stupito la sua reazione alla tua rivelazione di essere madre. Comunque, quel poco che ricorda di te sembra essere piacevole, il che vuol dire che dovevi essere molto cara a Kiryan e a lei. Non potrei mai abbandonare una loro amica in un momento simile. Tutto questo per dire che non c'è bisogno di ringraziamenti.
    Sorrisi quando parlo della piccola fatina, ma nella parte successiva mi ritrovai in difficoltà. Avrei voluto ringraziarlo ancora, questa volta per le belle parole, ma mi aveva detto che non era necessario, quindi rimasi un attimo senza sapere cosa dire. Per fortuna continuò lui, dopo essersi seduto.
    Vorrei solo poter tornare indietro. Anzi, poterlo riportare indietro. Mi sembra che manchi un pezzo, ovunque io mi volti ed è... alienante, oltre che doloroso. I monaci mi hanno insegnato che, quando moriamo, la nostra essenza si riunisce all'Hil che è in tutte le cose. Mi sforzo di pensare che lui sia sempre presente, con noi, ma non è facile. Ed egoisticamente non mi basta. Purtroppo, però, non si possono resuscitare i morti. Quindi no... non c'è nulla che tu o nessuno possa fare. In questo momento devo solo imparare a gestire tutto questo schifo. Non ci sto riuscendo molto bene, ma giuro che leggerò qualche libro o qualcosa del genere.
    Mi mordicchiai il labbro, un gesto che non facevo quasi mai. Avevo qualcosa che potevo dire, ma non sapevo se era giusto farlo. Rimasi zitta, per ora, ma il dubbio mi pervase.
    Mi farebbe molto piacere se voleste partecipare ai suoi funerali. Il Villaggio non mi ha ancora garantito che potrà farci avere il corpo, ma qui al clan vorremmo comunque fare un qualche tipo di celebrazione in suo onore. Potrebbe essere soltanto una cosa simbolica, ma sono contento che lui sarebbe contento che voi foste qui. Se vi va, ovviamente.
    Fui estremamente stupita di quella rivelazione, non mi aspettavo non avessero celebrato ancora le esequie del ragazzo. Chinai la testa, mentre con gli occhi lucidi dicevo che ne sarei stata assolutamente onorata. Lo ero davvero, mi ero sentita molto in colpa a non esserci stata nel momento dell'ultimo saluto al mio amico, non pensavo sarebbe stato possibile.
    Dovrei... vorrei invitare anche Natsuki. C'è una lettera anche per lei, ma Kumo è lontana e noi di Ame non siamo proprio benvisti lassù. Soprattutto dopo quel che è successo a Takumi. Raggiungere lei sarà più complicato.
    Posso provare a fare qualcosa io. Non ho mai capito molto delle cose di voi ninja, ma lei è una mia cara amica e ci sentiamo ogni tanto per lettera, anche se non possiamo incontrarci che raramente. Potrei provare a organizzare un incontro tra di voi, secondo me è possibile. Vi potreste vedere in un paese neutrale e parlare. La conosco, sarebbe onorata di partecipare anche lei.
    Attesi una sua risposta. Non avrei insistito eccessivamente, ma ero convinta potesse essere una buona idea. Nel mentre arrivai alla conclusione che non volevo parlare. Avevo paura che avrebbe presole mie parole come quelle di una bambina impertinente, petulante e pedante. Magari non me l'avrebbe detto, ma ero convinta non gli avrebbero fatto bene. Avevo paura che fosse così. Cercai dunque di sviare il discorso. Magari parlare d'altro gli avrebbe fatto bene, sperai. Provai a fare un sorriso, ma probabilmente mi uscì un po' troppo forzato e impacciato. Così come le parole, fin troppo goffe persino per i miei standard. Riconoscermi come guerriera mi aveva aiutata a essere un po' più fredda sul campo di battaglia, ma in momenti come quello non mi sentivo in grado di reggere la pressione.
    Tra l'altro, posso chiederti... come vi siete conosciuti? Conosco Natsuki da un po' e sapevo che lei conosceva voi, ma non ho mai chiesto come vi siete conosciuti.
     
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    Posso provare a fare qualcosa io. Non ho mai capito molto delle cose di voi ninja, ma lei è una mia cara amica e ci sentiamo ogni tanto per lettera, anche se non possiamo incontrarci che raramente. Potrei provare a organizzare un incontro tra di voi, secondo me è possibile. Vi potreste vedere in un paese neutrale e parlare. La conosco, sarebbe onorata di partecipare anche lei.
    Rin si raddrizzò in un istante sullo sgabello, senza ravvivarsi troppo ma mostrando un po' di stupore.
    Conosci Natsuki Kuga?
    Aveva chiesto distrattamente, seppur molto interessato alla questione. Lui l'aveva incontrata solo un paio volte, ma sapeva che Kiryan aveva con lei un rapporto più stretto, nonché una grande considerazione della spadaccina. Anche a Nay il nome suonava piacevolmente familiare e non era difficile immaginare perché fosse così positiva nei confronti di una donna. Al pari di Aiko, anche Natsuki aveva alcune caratteristiche potenzialmente androgine. Ad ogni modo, Rin non sapeva che lei e la musicista avessero avuto a che fare in passato e, soprattutto, che fossero in relazione così intima. Dopo questo primo momento di stupore, il giovane Sabakuyoru tornò a mostrarsi meno rigido, accennando anche un nuovo sorriso, pur difficile da notare. Non aveva passato un bel periodo, negli ultimi tempi, per cui anche quell'insignificante buona notizia che avrebbe facilitato i desideri di Kiryan riusciva a spezzare la sua profonda melancolia.
    Grazie, Aiko, grazie davvero. È più di quanto avrei mai potuto chiederti... sarà davvero di grande aiuto per rispettare le volontà di Kir. Te ne sarò infinitamente grato. Dille pure che possiamo incontrarci dove più le è comodo. Personalmente eviterei il Fumo, e credo pure lei, ma qualsiasi altro posto per me andrà bene. Ah, a proposito di lettere.
    Rin alzò una mano in cenno di attesa e si mise a frugare tra le tasche del soprabito. Ci volle un momento per ritrovarlo, maledetto il suo disordine. Se l'era tenuto da parte prima, quando aveva lasciato ad Aiko il suo momento di ritiro, immaginando di riconsegnarglielo in circostanze meno tristi, ma... tutto sommato, non poteva aspettare un momento più adatto.
    Volevo ridarti questo.
    Disse quindi, allungandole un Rotolo Comunicante.
    È stato davvero utile a me e Kiryan per non perderci pur essendo lontani. Più utile di quanto tu creda. Ci ha aiutato a ritrovarci, in molti sensi. Ora che lui non è più qui, però... vorrei restituirtelo. D'altro canto, non c'è più nessuno con cui debba avere questo tipo di legame. Mal che vada, comunque, potremmo usarlo noi due per parlare ogni tanto.
    Strinse le mani attorno al rotolo mentre ammetteva che l'oggetto aveva perso la sua precedente funzione e, se Aiko avesse accettato il reso, Rin avrebbe esitato un momento prima di lasciare la presa. Era pur sempre un ricordo molto intimo e potente legato a Kiryan e, come per il ragazzo stesso, era difficile lasciarlo andare. Poteva, comunque, essere un ridicolo passo avanti.
    Conosco Natsuki dagli esordi delle nostre carriere da shinobi. Prima ancora della Guerra dei Due Dragoni, abbiamo partecipato a una missione insieme, nel Villaggio della Nuvola. L'ho incontrata di nuovo in seguito, ed ero con Kiryan. Abbiamo combattuto contro di lei e Rutja, un ragazzo bello strano con una pettinatura afro e un sacco di braccia. Letteralmente. Ricordo che era simpatico, ma mi è giunta voce che sia deceduto... e ci sarebbe anche una terza occasione in cui ci siamo incrociati, più o meno. Lei e Kir sono venuti a salvarmi quando sono stato rapito. Per quello credo sia meglio evitare il Fumo.
    Piccola pausa in cui cercò qualcosa per smorzare la tensione. Si rese conto di aver sganciato un'informazione spiacevole e, per quanto quel dolore fosse per lui relativamente superato, Aiko era così sensibile che avrebbe potuto risentire maggiormente del suo peso.
    Tu, invece? Come vi siete incontrate?
     
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    Il ragazzo si dimostrò stupito dal fatto che conoscessi Natsuki, evidentemente ne avevo parlato solo con Kiryan.
    Grazie, Aiko, grazie davvero. È più di quanto avrei mai potuto chiederti... sarà davvero di grande aiuto per rispettare le volontà di Kir. Te ne sarò infinitamente grato. Dille pure che possiamo incontrarci dove più le è comodo. Personalmente eviterei il Fumo, e credo pure lei, ma qualsiasi altro posto per me andrà bene. Ah, a proposito di lettere.
    Annuii, appuntandomi mentalmente di scrivere alla mia amica di Kumo per i dettagli. Nel mentre Rin tirò fuori da una tasca due piccoli rotoli, che dopo poco riconobbi essere quelli che avevo regalato a lui e Kiryan.
    Volevo ridarti questo.
    È stato davvero utile a me e Kiryan per non perderci pur essendo lontani. Più utile di quanto tu creda. Ci ha aiutato a ritrovarci, in molti sensi. Ora che lui non è più qui, però... vorrei restituirtelo. D'altro canto, non c'è più nessuno con cui debba avere questo tipo di legame. Mal che vada, comunque, potremmo usarlo noi due per parlare ogni tanto.

    Me ne porse uno e sentii di avere la risposta pronta, questa volta.
    Sono davvero contenta vi abbia aiutato, era la mia speranza quando ve li ho regalati. Se vuoi darmelo mi farebbe comunque felice tenerne uno e usarlo per parlare con te.
    Cercai di fargli un sorriso tenue ma caldo, volevo fargli capire che non lo avrei forzato in niente ma che mi avrebbe fatto piacere poter parlare regolarmente con lui. Sarebbe potuto essere l'inizio di una amicizia buona e salutare per entrambi, pensai. Inoltre mi avrebbe aiutato a realizzare il desiderio di Kiryan, essere vicino a Rin e accompagnarlo nei momenti dolorosi come potevo.
    Il ragazzo di Ame tentennò quando fu il momento della passaggio dell'oggetto, ma gli lasciai tutto il tempo di cui avrebbe avuto bisogno. Doveva esserci legato particolarmente, del resto era con esso che aveva potuto comunicare con il suo amato per tanto tempo.
    Conosco Natsuki dagli esordi delle nostre carriere da shinobi. Prima ancora della Guerra dei Due Dragoni, abbiamo partecipato a una missione insieme, nel Villaggio della Nuvola. L'ho incontrata di nuovo in seguito, ed ero con Kiryan. Abbiamo combattuto contro di lei e Rutja, un ragazzo bello strano con una pettinatura afro e un sacco di braccia. Letteralmente. Ricordo che era simpatico, ma mi è giunta voce che sia deceduto... e ci sarebbe anche una terza occasione in cui ci siamo incrociati, più o meno. Lei e Kir sono venuti a salvarmi quando sono stato rapito. Per quello credo sia meglio evitare il Fumo.
    Il ragazzo rispose così al mio tentativo di cambiare argomento, lasciandomi decisamente interdetta. C'erano tanti dati, tutti insieme, ma ovviamente fu soprattutto l'ultimo a colpirmi. Sussurrai un leggero "mi dispiace", mentre lui cercava di andare oltre, chiedendo a me come avessi conosciuto la ragazza.
    Decisamente per caso, eravamo nel Paese del Tè. Stavo cercando un posto e ho chiesto indicazioni a lei, mentre era su un prato. Visto che era stata molto gentile ho condiviso un po' del cibo che mi ero portata e abbiamo fatto una chiacchierata, poi ci siamo allenate un pochino. C'era anche una ragazza di Suna con noi, Kichi, non so se la conosci. Sembra una vita fa, è passato davvero tanto tempo. Comunque dopo quella volta siamo rimaste in contatto e nonostante abitiamo lontane riusciamo a vederci ogni tanto. Le devo molto, quando ho dovuto andare via di casa per affrontare un nemico che mi dava la caccia e che aveva minacciato tutte le persone a me care, è lei che ha ospitato Draig, mia moglie.
    Sorrisi un po' amaramente, ripensando a quell'episodio. La battaglia contro Rokuro era stata terribile, ma forse era stata una delle esperienze che più mi aveva formata, aiutandomi a diventare quella che ero. Ripensai anche a come pure durante il primo incontro con Kiryan fossimo finiti a parlare di Natsuki e fui parecchio tentata di tirare fuori l'argomento, poi decisi che non era il caso.
    Devo molto a varie persone, ho una certa tendenza a cacciarmi nei guai, immagino. Ma sono sempre pronta ad aiutare amici in difficoltà, per quello che posso. Certo, non sono forte come voi ninja, però a volte aiuta più una chiacchierata di una tecnica S. - cercai di sorridere, indicando poi il rotolo che mi aveva appena riconsegnato - Per qualsiasi cosa non farti problemi a chiedermi una mano, Rin. Mi farebbe molto piacere aiutarti.
     
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    Rin negò di conoscere questa Kichi mentre Aiko proseguiva nel suo racconto. Nonostante tutti i suoi viaggi e il tempo trascorso nel Paese del Vento, non poteva dire di aver avuto rapporti reali con molti Suniani. Walter, Vin, Hide... l'elenco terminava in fretta. Non aveva nemmeno mai incontrato Marai, prima del funerale. La storia di come avesse conosciuto Natsuki era dolce e serena come ci si sarebbe potuti aspettare da una come Aiko e alle orecchie di Rin suonò come un racconto da notte di mezza estate. Rovinata dalla punta di amarezza con cui la musicista parlò delle disavventure riguardo l'uomo che l'aveva pedinata.
    Non penso di poter essere considerato sicuro o forte come Natsuki, ma mi farebbe molto piacere se considerassi anche me come base su cui fare affidamento in situazioni tanto critiche. Farei del mio meglio per potervi soccorrere, lo prometto.
    A mano a mano che parlava con lei, Rin non poteva fare a meno di affezionarsi ad Aiko, ai suoi modi di fare, alla sua vita e alla sua famiglia. Non c'entrava più Kiryan, in quella storia, o meglio non era la motivazione preminente dei suoi sentimenti. Seppur non avessero mai stretto un legame intimo fino a quel momento, in Rin cominciava a sbocciare seriamente il fiore di una splendida amicizia. Qualcosa che, in futuro, avrebbe voluto coltivare e far crescere sana e forte. Dovevano solo stare un po' meglio, entrambi.
    Devo molto a varie persone, ho una certa tendenza a cacciarmi nei guai, immagino. Ma sono sempre pronta ad aiutare amici in difficoltà, per quello che posso. Certo, non sono forte come voi ninja, però a volte aiuta più una chiacchierata di una tecnica S. Per qualsiasi cosa non farti problemi a chiedermi una mano, Rin. Mi farebbe molto piacere aiutarti.
    Se non puoi dar fuoco alle cose, infiamma gli animi con le parole. O qualcosa del genere, no? Scusa, non sono bravo né con la poesia né con la prosa.
    Ammise un po' imbarazzato dopo la sua pessima performance, abbassando lo sguardo e accennando l'ennesimo sorriso. Con una mano si sarebbe massaggiato goffamente la nuca, prima di rialzare il capo e tornare serio.
    Ti ringrazio, Aiko, di cuore. So di poter contare su di te, ora e in futuro, e mi auguro che tu faccia lo stesso. In tutta onestà, spero di poter diventare grandi amici.
     
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9 replies since 28/8/2019, 14:14   155 views
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