Soffomitando

Quel sogno realistico e assurdo che aveva fatto in piena estate era stato pregno di conseguenze per la vita di Emma. Non solo le aveva dato spunto per le sue tecniche di negromanzia, le aveva suggerito anche un altro strumento. Fino a quel momento non si era interessata alla carriera ninja, convinta che rimanere al fondo della gerarchia le potesse permettere di passare maggiormente inosservata. Nel sogno invece aveva preso la carica di chuunin e aveva continuato a essere pressoché ignorata da tutti, sia piani alti che popolazione civile, ma aveva avuto vantaggi effettivi, come il poter avere missioni pagate meglio, più spazio di manovra per i permessi e possibilità di acquistare equipaggiamento migliore. Insomma, molti pro e pochi contro, la cosa iniziava a essere effettivamente interessante, quindi nel giro di pochi giorni si era convinta a presentare domanda. Il burocrate che si occupava di quel tipo di pratiche le aveva detto, con voce monotona e annoiata, che le avrebbero fatto sapere qualcosa nei giorni successivi, ma in realtà erano passate un paio di settimane prima di avere notizie. Le era stata inviata una convocazione ufficiale, per il giorno seguente, in un campo di addestramento del villaggio. Non veniva specificato niente, ma Emma mise in correlazione le due cose, anche se non ne era del tutto sicura.
Si presentò in orario, il campo era in terra battuta, abbastanza ampio e con bordi rialzati. Un bel gruppetto di persone si trovava già lì e quando le raggiunse fu subito investita da un fiume di parole di quello che scoprì essere il suo esaminatore.
Benvenuta, versione emopunk di Betty Boop! Allora, veniamo subito al sodo: questo è il tuo esame Chuunin. Non ho prestato molta attenzione al perché o al per come abbiano deciso di candidarti per il ruolo ma ehi, cerchiamo di renderlo il più veloce e indolore possibile. Almeno per me. Quindi... per favore, cerca di superarlo nei primi dieci minuti così posso tornare a fare qualcosa di realmente entusiasmante come, non lo so, finire quel documentario sulle micosi delle unghie dei piedi, che ne dici?
Non aveva mai incontrato una persona così sarcastica, gli sorrise anche se non era d'accordo sul fatto che le micosi delle unghie fossero noiose. Trovava la sua fretta interessante, le piacevano le persone che andavano dritte al punto senza perdersi in cerimonie inutili.
Dunque sarà una cosa facile: rubabandiera. Due squadre, lavorerete in gruppo. Ci sono questi cinque volontari selezionati tra cui potrai scegliere per formare il tuo team. Ovviamente sarà un 3 vs 3. Se vinci, sei promossa. Se perdi, sciagura a te e alla tua discendeza. Più o meno. Tutto chiaro? Ti prego, dimmi che non hai domande.
Emma sorrise alla battuta, sinceramente divertita, ma alla fine si trovò a considerare fin troppo sbrigativo il modo di fare dell'uomo. Cercò di usare un tono cordiale, ma allo stesso tempo di non perdersi in chiacchiere inutili, ma andare dritta al punto.
Mi dispiace, signore, purtroppo ne ho. Ho bisogno di capire le regole base per essere sicura di fare la scelta con cognizione. Cosa è permesso fare? Usare tecniche offensive? Armi? Si può cercare di ferire gli avversari? Se la bandiera viene distrutta cosa succede? E poi un'altra cosa... devo scegliere la squadra andando a intuito oppure posso chiedere informazioni sulle loro capacità prima?

Wow, la gemella di Welma è in chiara fase di ribellione adolescenziale. Non mi dispiacerebbe se usassi il tuo sesto senso femminile, tecniche chiaroveggenti che prevedano l'utilizzo dei seni o qualunque diavoleria frulli nella testa di voi donne, ma se proprio lo ritieni necessario... fatevi una chiacchierata. Non farò troppe storie, basta che sia una cosa veloce. Sempre ammesso che gli altri abbiano voglia di chiacchierare e che dicano la verità. Tre di loro saranno contro di te, ricordi?
Il presidente di Sarcasmolandia - così Emma decise di soprannominarlo mentalmente - sprecò ancora tempo a fare battute, rispondendo solo in parte alle domande della ragazza. Se non altro avrebbe potuto chiedere informazioni agli altri, cosa che le dava possibilità di una scelta più razionale e meno basata sul caso.
Per quel che mi riguarda, tolte le regole base, per me puoi anche creare una pila di cadaveri con questi qui.
Un paio dei volontari lo guardò male, mentre Emma annuì senza mostrare particolare interesse, esultando invece solo mentalmente.
Quindi, le regole base: ci saranno due bandiere che verranno consegnate ai capisquadra. Dovrete portarle ai lati opposti del campo, dove saranno tracciate due piccole aree sul terreno a indicare la vostra base. L'obiettivo è semplice: la squadra che ruba la bandiera all'altra e la riporta alla propria base ha vinto. Non è consentito rimanere all'interno dell'area della propria base se non per riportare la bandiera avversaria. Un segnale vi avviserà dell'inizio e della fine della prova. Non vale tradire la propria squadra. Non vale distruggere la bandiera per non farla prendere all'altra squadra. Non credo ci sia altro. Quando sei pronta cominciamo. Tipo se ora mi dicessi "sono pronta" sarebbe la notizia migliore della giornata.
Emma sorrise, ma non rispose nulla alla frase finale. Si avvicinò invece ai volontari, con aria tranquilla.
Bene, chi vuole dirmi qualcosa sulle sue abilità, così scelgo?
La ragazza passò in rassegna tutti i cinque volontari, partendo dal primo. Si trattava di un giovanissimo, sembrava poter essere genin da davvero poco. Aveva dei capelli di colore azzurrino e uno sguardo quasi angelico, che cozzava con quello che disse.
Io sono Maiko. A me piacciono un sacco i coltelli!
Saltellava e sorrideva, come se avesse appena parlato del suo gioco preferito. Pareva un bambino festoso, il che sembrò inquietante a Emma, visto che era comunque un professionista della battaglia, specializzato in un tipo di armi molto particolari. Le piaceva, in qualche modo, ma non era sicura potesse essere la scelta migliore come compagno di squadra.
Il secondo si presentò come Ura, pareva sulla ventina e ad Emma sembrò in qualche maniera altezzoso.
Sono in grado di manipolare gli Origami e sono molto veloce, anche se fragile. Non mi piacciono i combattimenti frontali, non mi piace sporcarmi.
L'esaminanda si chiese come mai una persona del genere si fosse offerta come volontaria per una roba del genere, vista la sua propensione personale. Poco importava, non sembrava molto adatto ad essere suo compagno di squadra, pensò.
La terza in linea era una ragazzina abbastanza piccola e dalla pelle scura. Aveva delle treccine molto carine e uno sguardo determinato. Disse di chiamarsi Mei Mei, ma oltre a quel dato non rivelò assolutamente nient'altro, rimase zitta e ferma immobile. Non era male, si disse Emma, di sicuro più papabile rispetto agli altri due.
Il penultimo era un armadio di quasi due metri, bello muscoloso, sulla quarantina a occhio e croce. Aveva uno sguardo truce e sembrava nervoso per nessuna ragione al mondo. A pelle ad Emma piaceva parecchio, anche se non le piacque quello che disse.
Io non ho bisogno di essere scelto in una squadra, sono il più forte quaggiù. Io continuerò a lavorare da solo in ogni caso, sappiatelo.
Collaborare con una persona del genere sembrava impossibile e avrebbe rischiato di minare qualsiasi possibilità di successo. Per quanto lui potesse essere più forte Emma preferiva utilizzare la superiorità numerica per provare a vincere. Anzi, avrebbe dovuto tenerlo d'occhio e cercare di sfruttare questa sua idiosincrasia per ottenere qualche vantaggio, pensò.
L'ultima si presentò come Ravia, era una giovane dai capelli neri, ma a risultare di più nella sua figura era un seno enorme. Aveva un aspetto serioso, ma non appena aprì bocca uscì fuori una timidezza inaspettata.
Ecco, io sono brava con i genjutsu ed estramamente... - un moto di imbarazzo colpì la genin mentre diceva l'ultima parola - snodabile. Sono molto brava a lavorare in coppia, ma non ho mai fatto una cosa a tre. Ah, no, aspetta!
La ragazza divenne tutta rossa, rendendosi conto di aver detto qualcosa di ben oltre il fraintendibile. Sembrava uscita da un fumetto per ragazzini arrapati, pensò la giovane esaminanda. Le piaceva, sembrava una con cui si poteva giocare per bene. Su di lei probabilmente sarebbe stata superefficace quella tecnica che Emma aveva inventato da poco, il Flash, però sentiva che insieme le due avrebbero potuto lavorare proficuamente. Per questo motivo quando arrivò il momento di decidere la squadra, la ragazza partì dalla quinta volontaria che aveva sentito parlare. Una volta scelta lei restava solo un posto ed Emma puntò a qualcuno che avrebbe potuto combinarsi bene con costei. Inizialmente pensò al gigante, però l'idea di correre il rischio che da brava testa calda sabotasse la squadra non le piaceva. Il damerino anche fu escluso, senza troppe esitazioni. Il dubbio dunque rimaneva tra il bimbo inquietante e la tizia silenziosa. Le venne in mente un modo di sfruttare le abilità del primo, mentre sulla seconda non aveva dati che la aiutassero a decidere.
Scelgo Ravia e Maiko.
Emma si mostrò sicura, anche se non era certa potesse essere la squadra migliore. Se le fosse stato concesso si sarebbe allontanata un po', per parlare velocemente con i due suoi compagni senza essere sentita dagli avversari.
Facciamo una formazione a V. Io e Ravia davanti, distanziate tra noi, Maiko tu starai dietro e cercherai di lanciare i tuoi pugnali a chiunque cerchi di avvicinarsi alla bandiera. Colpite senza esitazioni, magari senza ammazzare a caso, eh, però se gli mettete fuori gioco la mobilità possiamo avere un vantaggio netto. Proponete pure se avete idee o alternative, non fatevi problemi. Ci sono domande?

Mentre Emma provava a spiegare uno dei suoi novelli compagni iniziò a giochicchiare con un pugnale, mentre l'altra mantenne un'espressione vacua. L'esaminanda fu seriamente tentata di mandare tutto quanto all'aria, quei due erano troppo frustranti. Ravia ammise senza pudore di non aver capito nulla e non c'erano molti dubbi che anche l'altro avesse ben poco in testa se non sparecchiare a caso le sue dannate armi da lancio. Qualsiasi possibilità di programmazione sembrava da considerarsi perduta, anche perché il maestro decise che il tempo era scaduto.
Ok, Giovani Marmotte! La prova avrà inizio tra 10... 9... 8... vabbè che palle, via!
Emma maledisse la mancanza di professionalità dell'uomo, mentre attorno a sé la terra tremava. All'improvviso nacquero degli alberi dal nulla, rendendo difficili i movimenti.
Seguitemi.
Emma decise di prendere il comando, vista la personalità degli altri due. Li condusse per qualche metro più in là, fino ad arrivare a circa tre metri dal bordo dell'Arena. A quel punto diede indicazioni ai compagni, cercando di non tenere un tono di voce troppo alto.
Ravia, controlla i dintorni mentre noi lavoriamo. Maiko, nascondi la bandiera. Io creo un clone, se un nemico gli si avvicina a meno di un metro tu colpiscilo e lui esploderà.
Se nessuno si fosse opposto la mezza rossa avrebbe passato il simbolo della squadra al ragazzino e poi avrebbe eseguito i sigilli per creare una Copia Maggiore di Vapore. Avrebbe infine fatto segno di coprire le loro spalle, mentre sussurrava a Ravia di seguirla.
Tieniti a cinque metri di distanza da me, di lato. Se vedi un nemico da solo catturalo in un genjutsu, io lo metto fuori gioco. Se ne vedi di più rimani in attesa, ci inventeremo qualcosa.
Per il momento le due non si sarebbero allontanate troppo da Maiko, rimanendo però nascoste nella boscaglia. Emma aveva deciso di usare una tattica attendista. Cercare di attirare i nemici in trappola ed eliminarli sembrava il modo migliore di avere strada libera per ottenere la bandiera.