Bring me to life

Allenamento per la tecnica proibita "Clone del Figlio"

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    Demone incendiario

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    34.1 PROLIFERAZIONE


    PROFESSORE
    Dal giorno della mia morte l'oscurità mi era compagna, da quando non possedevo più un corpo da poter chiamare solo mio ero costretto a sfruttare ogni possibile chance di libertà di pensiero e di azione. Così vivevo all'interno di Rutja, l'uomo che avevo creato e che mi aveva ucciso per farmi rinascere. La sua scelta di utilizzare la tecnica del Matrimonio, da lui stesso ribattezzata “dell'Horna” in riferimento alla mitologia del suo paese natio, aveva scombinato non poco i miei piani. Avrei preferito essere dotato di un'esistenza mia, avere la possibilità di muovermi a mio piacimento, di progettare e studiare il modo migliore per raggiungere i miei obiettivi. Certo, risiedere nascosto in un altro corpo mi avrebbe fatto guadagnare tempo, quello necessario a far dimenticare di me ai miei nemici e di azzerare i sospetti su di me, però contemporaneamente me ne avrebbe fatto perdere molto, visto che i giorni passavano e raramente riuscivo a lavorare alle mie macchinazioni e ai miei studi. Solo la notte era mia alleata, quando il possessore del corpo dormiva e io rimanevo a vegliare, riflettendo sul futuro. Ogni tanto gli facevo attivare il Clone dello Sposo per permettermi di lavorare col favore delle tenebre, ma la mia libertà di azione era estremamente limitata. Non potevo certo dirmi soddisfatto, dovevo trovare un'alternativa. Però, per quanto mi sforzassi di ragionare sulla questione, per quanto cercassi una soluzione, non riuscivo a uscire da quel tunnel. Finché per una missione non ci ritrovammo a passare per il Paese della Pioggia, nel luogo dove Maki aveva seppellito i miei appunti prima di morire. Era abbastanza lontano da Ame, villaggio di cui ora eravamo ufficialmente nemici, quindi bastò un po' di furtività e buon senso per arrivare in quel luogo senza che questo causasse problemi. La mia prima subordinata individuò il luogo a colpo sicuro, indicandoci la strada sotto forma di clone, mentre Rutja si occupò di scavare con mezzi di fortuna. Una volta recuperati i rotoli, che la donna aveva sistemato all'interno di un contenitore resistente e a prova d'acqua, feci richiudere la buca, dopodiché varcammo il confine per ritornare di nuovo nel nostro Paese. Qui prendemmo una stanza in una locanda, dove potei consultare con calma i testi. Mi serviva uno spunto, anche solo lieve, e non ci misi molto a trovarlo. Piccola era la sezione dedicata alle tecniche derivate dal Matrimonio, fatto che rappresentava bene quanto poco contassi su quella intuizione così incompleta, e gran parte di esse le avevo già fatte imparare a Rutja, re-inventandole man mano. In particolare l'occhio mi cadde sul Clone dello Sposo, che nella versione originale concedeva molti meno legami tra l'anima ospite e la realizzazione fisica del bunshin. Con uno studio accurato nella prima versione ero riuscito a impedire l'acquisizione di informazioni non necessarie dal DNA dello “sposo”, separando l'utile dall'inutile, come ad esempio la deformazione dei lineamenti della copia che tanto divertiva Rutja. E se avessi cercato al contrario di quanto fatto in precedenza di massimizzare gli apporti che il patrimonio genetico conferiva ai cloni? E se avessi provato a farlo in una maniera che prendesse spunto dalla tecnica dei Kage Bunshin? In vita avevo imparato quell'antico e utilissimo jutsu, lo utilizzavo spesso per accelerare i tempi delle mie ricerche. Combinare la Moltiplicazione Superiore e il Matrimonio sembrava un lavoro difficile, soprattutto se volevo renderlo il più efficace possibile. Sapevo che da qualche parte tra le mie ricerche avrei trovato qualcos'altro di utile, quindi spulciai febbrilmente tutta la sezione relativa a quel gruppo di tecniche, finché non trovai una branca di ricerca chiusa a suo tempo come “vicolo cieco”. L'avevo chiamata Memoria Ancestrale e il suo obiettivo era ottenere attraverso le informazioni genetiche degli ospiti l'accesso alle abilità innate che essi avevano in vita. Purtroppo questi dati entravano in conflitto con quelli del corpo principale, creando difficoltà insuperabili, sia nel caso di Doujutsu che in quello di innate legate agli elementi. Ci ero stato dietro qualche mese, ma non ero riuscito a eliminare queste incongruenze e quindi avevo deciso di abbandonare quell'opzione. Non era riportato negli appunti, ma ero sicuro di aver vagliato al tempo anche l'opzione di unire quella tecnica alla creazione di cloni, ma probabilmente lo avevo ritenuto troppo difficile per i pochi vantaggi che poteva offrire. Però ora le cose erano diverse, ora mi trovavo in difficoltà e una unione del genere avrebbe potuto aiutarmi a superarle nel migliore dei modi.

    Ancora mi stupisco di quanti fallimenti ha riscontrato un genio come lei durante la sua vita...

    P: I fallimenti sono i migliori maestri per uno scienziato, Rutja-dono. Sono essi più di qualsiasi altra cosa a spingerci verso il continuo miglioramento e a darci gli strumenti per raggiungere la saggezza e la gloria...

    Ricopiai velocemente tutto ciò che sarebbe potuto tornarmi utile, poi la mattina seguente feci sotterrare nuovamente i rotoli, questa volta sotto il suolo del paese governato dai superiori di Rutja. Quaggiù avremmo avuto meno difficoltà a recuperarli, nel caso del bisogno.
    Le notti successive lavorai febbrilmente, quasi sempre sotto forma di clone. Seduto alla scrivania feci andare un sacco di fogli scarabocchiando appunti su appunti. Il primo passaggio fu ricordarmi tutto quanto c'era da sapere sui Kage Bunshin. Non serviva che Rutja conoscesse quella tecnica, ci avrei messo mesi a fargliela imparare, lento di comprendonio com'era, bastava che io mi ricordassi la teoria soggiacente a quella tecnica per separare alcuni elementi utili dal resto non necessario. Chi aveva inventato una tecnica del genere doveva essere un vero e proprio genio, combinava una discreta semplicità con una utilità enorme, però il nome di questo individuo non era noto a nessuno. Era per questo che il mondo andava cambiato da zero, perché chi portava conoscenza e progresso era destinato all'oblio mentre la fama era appannaggio esclusivo di condottieri e soldati. Li avrei sconfitti nel loro campo, la forza, e sarei assurto alla gloria che mi spettava di diritto, presto o tardi. Questa tecnica era solo l'ennesimo scalino di quell'immenso cammino.
    Dopo aver recuperato gli elementi che mi servivano, tra cui la divisione del chakra, il mantenimento della forma senza confini spaziali, la capacità di essere riassorbiti e altri dettagli minori, potei passare al punto successivo. Creare i presupposti per il recupero delle informazioni genetiche delle anime ospitate. Una parte del lavoro era già fatto, ma questa era un'arma a doppio taglio, perché voleva dire che era più difficile fare quei passi in avanti che mi aspettavo potessero essere fatti. Sebbene fossi riuscito a isolare dati sulla composizione fisica del corpo precedente degli ospiti, questi erano molto limitati. Ma sapevo che era solo questione di tempo prima di trovare il giusto escamotage e a furia di reiterare i tentativi ebbi l'atteso successo. La tecnica del Matrimonio trasformava le anime in impulsi neurali, le compattava e le permetteva di essere ospitate all'interno del cervello dell'utilizzatore della tecnica, ma il processo di acquisizione di tutto questo comportava il passaggio di DNA. Di tutto il DNA. La mossa più semplice era riconvertire l'intera anima in dati per qualche istante e poi “decodificare” il codice genetico contenuto. Un passaggio non immediato e che probabilmente avrebbe richiesto diversi tentativi ad una persona non proprio brillante come Rutja. Per questo gli imposi di iniziare a tentare quell'esperimento a ripetizione appena ne ebbi l'occasione. Il processo era molto simile a quello tramite cui spegneva l'anima attiva del Matrimonio, archiviandola, solo che in questo caso bisognava mantenere vivo il chakra e utilizzarlo come “calco” delle informazioni genetiche. Ci vollero diverse ore di tentativi per fare in modo che il mio subordinato riuscisse in questa operazione molto basilare, ma alla fine potemmo passare al livello successivo. Prima di poter applicare ai cloni le informazioni desunte in quella maniera era necessario che il ragazzo diventasse potenzialmente capace di creare dei bunshin simili a quelli creati dalla Moltiplicazione Superiore del Corpo. Per sua fortuna mi ero preoccupato in precedenza di calcolare quali elementi doveva imparare ad utilizzare e quindi glieli insegnai uno ad uno. Esercizi di circolazione del chakra e martellamento continuo della teoria sottostante a questi particolari furono sufficienti a completare il passaggio, anche se mi occuparono diversi giorni. Per fortuna la tenacia era – e lo era diventata maggiormente dopo avermi conosciuto – una delle qualità peculiari di Rutja e sopportò senza troppe lamentele la mia pressante campagna educativa. Una volta acquisito anche quest'ultimo presupposto, fu sufficiente unire i due grossi frutti dell'allenamento per ottenere il risultato finale. Non fu semplice, il ragazzo sapeva complicarsi la vita anche nelle imprese meno ardue, quindi servirono diversi tentativi per arrivare da qualche parte. Per quasi due giorni non vidi che cloni deformi, in cui le informazioni genetiche delle anime del Matrimonio entravano in contrasto con quelle di Rutja stesso, creando degli strani e buffi abomini. Fu solo con la ripetizione continua che riuscimmo a raggiungere infine il primo parziale successo. Davanti ai nostri occhi comparve Maki, così come era prima della sua prematura dipartita. Le sue forme sinuose e femminili rimasero presenti solo un istante però, perché il clone non seppe mantenere la propria forma e scomparve nel nulla. Ancora una volta Rutja sprecò tanto chakra e prima di fare il tentativo successivo dovette fare una grande pausa. Quando fu il momento di tornare in azione, ci furono altri tre fallimenti tremendi, che portarono l'energia del ragazzo al minimo, senza aumentare neanche di un secondo la capacità di sopravvivenza del clone. Rimandammo ancora una volta al giorno successivo, che non fu sufficiente, così come quello ancora dopo. Il tempo rimanente dalle missioni era troppo poco per riuscire in un'impresa così difficile, così avemmo bisogno di una piccola vacanza per avere a disposizione la giusta concentrazione. Ne servì tantissima per poter raggiungere il primo punto fisso, ovvero un clone la cui esistenza durasse più di un istante, almeno il tempo per il suo inquilino di accorgersi di ciò che stava succedendo. Maki fu estremamente commossa nel ritrovare un corpo quasi identico a quello che aveva in vita, si tastò il seno con le lacrime agli occhi, visceralmente contenta del suo essere tornata donna dopo tanto tempo. Pochi istanti, seppur molto intensi, poi di nuovo scomparve nel nulla. Rutja provò a chiamare altre anime, ma i successi si rivelarono sempre effimeri. All'ennesimo fallimento capii che doveva esserci qualche problema strutturale che non avevo colto in un primo momento, quindi chiesi al ragazzo utilizzare il Turno Over e in seguito di creare un clone con me dentro, in modo da poter osservare dall'interno il processo e capire cosa stesse andando storto. Quando lo feci la prima volta non riuscii a comprendere niente ed ebbi bisogno di un secondo tentativo. Questa volta compresi il problema principale, ovvero che l'anima non era ben armonizzata con il nuovo corpo. Lo sentivo come mio, ma lo sentivo lontano. Provai a suggerire di aumentare il “pedaggio”, ovvero quella quantità di chakra che era necessario impastare per riuscire a formalizzare il passaggio di dati genetici al nuovo corpo. Si trattava del più grande punto debole del jutsu, che bloccava gran parte delle possibilità fornite da quello da cui avevo preso spunto, però era un prezzo che non potevamo esimerci dal pagare. Purtroppo cercando di ottimizzare le prestazioni mi ero tenuto troppo basso, ma non fu difficile aggiustare il tiro. Un ventesimo del chakra totale era il minimo che garantisse la certezza del successo, non potei far altro che accettare questo compromesso molto peggiore di quanto sperassi. Feci ripetere a questo punto il procedimento, ben consapevole di non aver risolto ancora tutti gli inconvenienti. Il risultato fu migliore del previsto, lo sentii senza dubbio alcuno. Scomparii di nuovo dopo pochi istanti, ma questa volta era chiaro che il corpo era più solido che mai, il problema rimasto era solo quello della sincronizzazione con l'anima ospite. Non una cosa da poco, ma una questione che si sarebbe potuta risolvere con il tempo. Quando Rutja mi richiamò a sé con il Turn Over gli spiegai la cosa. Ci sarebbe stato molto da fare e non era detto che saremmo riusciti a farlo subito con tutti i miei compagni di sistemazione, ma il successo era innegabile.

    P: La strada è ancora parecchio lunga, ma il primo passo è compiuto! E ho già in mente un modo di superare questa prova, lei è pronto Rutja-dono?



    OT

    Musuko no Bunshin (Clone del Figlio)
    Tipo: Ninjutsu
    Livello: Proibito
    Evoluzione del Clone dello Sposo, che ricrea in maniera ancora più simile i corpi posseduti in vita dalle anime racchiuse tramite il Matrimonio dell'Horna. Infatti sarà riprodotto alla perfezione l'aspetto fisico e verranno acquisite abilità più vicine a quelle precedentemente possedute. Questi cloni potranno utilizzare, al posto di quella del corpo originale (che non possiedono per niente) e con limitazioni molto pesanti sotto descritte, le abilità innate (devono essere segnate in scheda) che possedevano in vita e in alcuni casi specifici (ovvero solo quando sarà reso obbligatorio dalle abilità innate) anche gli elementi. Le statistiche saranno pari a quelle dell'utilizzatore, con un bonus di 20 al Punto forte ed un malus di 20 al Punti debole che possedeva l'anima contenuta nella copia (segnati entrambi in scheda).
    [Tipologia di cloni: Superiori]
    [La copia possiede le stesse armi dell'utilizzatore, identiche alle originali]
    [Possono essere creati tanti cloni quante sono le anime raccolte col Matrimonio dell'Horna, esclusa però quella attiva.]
    [I cloni conoscono tutte le jutsu dell'utilizzatore, ma non possono utilizzare quelle di un elemento se non lo possiedono]
    [Le abilità innate dei cloni sono sempre solo al 1° livello e il consumo dell'innata e delle tecniche derivate sono il triplo rispetto alla norma]
    [Nel caso un'anima possieda due o più abilità innate, solo la prima segnata (on-gdr la prima appresa) potrà essere utilizzata dal clone]
    [Se un'abilità innata richiede un elemento primario, il clone lo possederà come elemento primario e l'elemento primario del corpo originale diventerà l'elemento secondario del clone. Se l'abilità innata richiede due elementi obbligatori, quelli diventeranno gli elementi del clone]
    [Tutte le innate devono ricevere l'approvazione di uno staffer, che può decidere di porre dei limiti (anche totale) all'utilizzo dell'innata tramite questa tecnica, che dovranno essere riportate in scheda]
    [Tecniche degli elementi posseduti solo dai cloni possono essere inserite in scheda e acquistate spendendo normalmente i p.a., però deve essere segnato che sono utilizzabili solo da questi cloni]
    [Nel caso la copia venisse fatta scomparire volontariamente, il chakra rimastogli ritornerà al ninja. Per far scomparire la copia di propria volontà è necessario che essa rimanga immobile per mezzo turno. Inoltre non deve essere in una situazione agitata, per esempio in mezzo ad un combattimento.]
    [La copia scompare in seguito a danni critici. Se viene abbattuta in questa maniera, il suo chakra rimanente non viene restituito al corpo originale (ma il chakra massimo sì)]
    [L'utilizzatore può decidere di far sparire un suo clone senza preavviso, in tal caso il chakra non viene restituito al corpo originale]
    [Se uno di questi cloni termina il chakra a propria disposizione, scomparirà immediatamente]
    [I sensitivi sentiranno l'impronta di chakra dei cloni come leggermente diverso da quella dell'utilizzatore, un misto di quella del corpo originale e di quella che l'anima possedeva in vita]
    [Sigilli: 3]
    Consumo: il 5% del chakra totale per ogni copia (pagato dal corpo originale) e inoltre il chakra rimanente e massimo sono divisi esattamente tra i vari cloni (prima di effettuare il calcolo di cui sopra).

    -post minimi: 1 + 1 per ogni anima
    - voto minimo: 3 (post iniziale) + 2 (per ogni anima)
    [In scheda deve essere segnato esplicitamente quali anime hanno già ottenuto l'approvazione per l'utilizzo di questa tecnica]


    Con questo post in pratica otterrei la tecnica, però senza ancora nessuna anima utilizzabile. On-GDR ho reso la limitazione con la spiegazione che se l'anima non è armonizzata dura solo mezzo secondo poi scompare facendomi perdere tutto il suo chakra, però in ogni caso non userò mai anime non armonizzate se non negli allenamenti per armonizzarle :asd: .
    La questione degli appunti di Madaraki è presa da questa ruolata, mentre la Memoria Ancestrale era un'idea di tecnica personale che avevo proposto effettivamente qui, ma non era stata mai approvata :asd: .
    Tecniche utilizzate:
    Horna no Nyuuseki (Il Matrimonio dell'Horna)
    Livello A
    Tipo: Ninjutsu
    Tecnica che permette il dialogo con i defunti, inventata dal professor Madaraki. Per poter attivare la tecnica è necessario disporre di una discreta quantità di sangue del defunto (almeno 200 ml), impregnato del chakra di costui. Dopo essersi iniettato in vena il sangue, l'utilizzatore dovrà iniziare una lunga cerimonia pratica, che dura all'incirca un'ora se il corpo del defunto non si trova nei paraggi, la metà se il corpo è a meno di cento metri di distanza. Al termine del processo si potrà dunque ospitare l'anima del defunto all'interno del proprio corpo, in maniera permanente, fino alla morte dell'utilizzatore. In questo modo, su comando dell'utilizzatore, egli sarà in grado di conversare con il defunto, il quale avrà le stesse capacità intellettive, le stesse conoscenze e lo stesso carattere che ebbe in vita. Di norma le anime ospiti sono dormienti e inermi, solo grazie all'utilizzatore possono temporaneamente tornare alla vita. In questo modo l'anima potrà parlare con l'utilizzatore e ricevere i medesimi impulsi sensoriali di costui. Inoltre egli sentirà ogni pensiero dell'utilizzatore e dialogherà con essi.
    Non è possibile evocare più di una anima alla volta. Il numero di anime che l'utilizzatore può ospitare è crescente, pari al suo livello. Non si potranno raggiungere però le anime di coloro che sono defunti da oltre un anno. Inoltre i defunti che hanno la propria anima ospite nel corpo dell'utilizzatore della tecnica, non saranno in grado di essere richiamati in vita con nessun altra tecnica di resurrezione, fino a quando l'utilizzatore di questa tecnica è in vita. Il costo della tecnica è diviso in due parti, uno per l'acquisizione dell'anima e uno per risvegliarla volta per volta.
    [Sigilli per il rituale: 10]
    [Sigilli per il richiamo: 5]
    Costo del rituale: 100
    Costo di richiamo: 20

    Turn Over
    Livello C
    Tipo: Ninjutsu
    Tecnica collaterale al Matrimonio dell'Horna, che permette di scambiare più velocemente l'anima attiva all'interno del proprio corpo con una delle altre che in quel momento è disattivata. Questo provoca però un lieve mal di testa passeggero e un calo di prestazioni fisiche pari ad un malus di 2 punti a tutte le statistiche per due turni.
    [Questa tecnica non può essere usata se la Preghiera del Carcerato è attiva]
    [Sigilli: 3]
    Consumo: 5

    Aruji no Bunshin (Clone dello sposo)
    Livello B
    Tipo: Ninjutsu
    Tecnica che crea dei bunshin fisici legati al Matrimonio dell'Horna. La copia creatasi avrà una vera anima all'interno, proprio una di quelle ospitate nel corpo dell'utilizzatore. L'anima può essere scelta tra tutte quelle ospitate, ma non deve essere attiva nel momento della creazione del bunshin. L'anima ospitata nella copia sarà quindi in collegamento telepatico con l'eventuale anima attiva con il matrimonio dell'Horna (non con l'utilizzatore della tecnica).
    Il corpo creato in questa maniera sarà identico a quello dell'utilizzatore, tranne per i lineamenti del volto e il colore dei capelli, più simili a quelli del corpo che aveva l'anima in vita. Allo stesso modo la copia possiederà la voce che l'anima aveva in vita, anche nel caso sia del sesso opposto a quello dell'utilizzatore. Le statistiche della copia corrispondono al 60% di quelle dell'originale, tranne che in un unico parametro, per il quale vi sarà un bonus di 20 punti (aggiunto dopo il calcolo della percentuale). Questo parametro è quello che l'anima aveva sviluppato maggiormente in vita e che deve essere indicato in maniera chiara nella scheda dell'utilizzatore. L'utilizzatore potrà, aumentando il costo della tecnica, concedere una dose di chakra alla sua copia, compresa tra 10 e 80 unità. Questo bunshin sparirà in una piccola nuvoletta di fumo nel momento in cui subisce ferite moderate, mentre sarà in grado di resistere alle lievi. Se questo accade, l'anima in esso contenuta tornerà semplicemente nel corpo dell'utilizzatore.
    [Tipologia di cloni: Superiori]
    [La copia possiede le stesse armi dell'utilizzatore, la cui resistenza è pari al 60% della resistenza delle armi originali]
    [I cloni possono essere creati a una distanza massima di 10 metri e non possono superare i 25 metri di distanza dall'utilizzatore, pena la loro distruzione]
    [I cloni conoscono tutte le jutsu dell'utilizzatore]
    [Possono essere creati tanti cloni quante sono le anime raccolte col Matrimonio dell'Horna, esclusa però quella attiva.]
    [Le copie non possono essere riassorbite per recuperare chakra]
    [Sigilli:3]
    Costo: 30 (più eventualmente da 10 a 80 unità di chakra da dare alla copia)

     
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    Demone incendiario

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    PROFESSORE

    Il suono dei passi risuona in mezzo al silenzio dei corridoi. Stiamo marciando verso il mio laboratorio, dove i superiori vedranno i risultati delle ricerche che sto compiendo da così tanto tempo. Lì c'è tutta la mia vita, anche sono solo un pischello di una ventina d'anni so che lì è racchiuso tutto il mio futuro. Una volta arrivati gli uomini osservano, poi si rivolgono a me con fare preoccupato. Non hanno niente a che fare con le ricerche di Orochimaru, mi dicono, quasi convinti che stia cercando di fregarli. Non posso rispondergli con la verità, non la capirebbero. Non possono capire la vertigine di trovarsi sulle spalle di un gigante incompreso, né l'orgoglio di provare a superarlo. Non mi interessa la materia, poco mi importa dell'immortalità, quello che voglio davvero è confrontarmi con un genio scientifico assoluto e provarlo a battere sul suo campo. Spiego, mentendo, che il lavoro di Orochimaru è ottimo, ma che è un vicolo cieco. Solo il mio è il vero futuro della ricerca, solo io posso condurre l'uomo con i soldi a raggiungere ciò che voleva, l'eterna giovinezza. Lo sguardo fiero, il sorriso inossidabile, ero una roccia ai tempi, anche se ancora non temprata a dovere dalle durezze della vita. Con un cenno con il capo mi viene dato il permesso di continuare, con ancora più risorse e convinzione. Ricordo quel momento, lo ricorderò per sempre. Quello è stato l'ultimo momento in cui ebbi una scelta, l'ultima chance di uscita da quello che sarà in seguito un ciclo perenne di distruzione e rinascita. Per questo motivo quell'istante fu uno di quelli che vidi nel Ballo della Morte. Oltre novanta anni di vita riassunti in pochi secondi e tra questi ricordi c'era quello, che molti avrebbero giudicato inutile, ma che io sapevo essere quello più importante di tutta la mia esistenza. Se gli uomini di Maiguri, il ricco committente, mi avessero negato i fondi per la ricerca, la mia vita avrebbe preso una piega tutta diversa. Avrei abbandonato quella branca di studi, che era una divoratrice di quattrini, e magari sarei dovuto ripiegare sul sogno di mio padre, ovvero una carriera da ninja quasi normale, anonimo. Ma così non fu e potei proseguire sul mio percorso anomalo, iniziato prematuramente. Dopo essere diventato genin non avevo mostrato alcun talento come shinobi, nonostante fossi il meticcio di due dei più grandi clan di Konoha, mentre ero impareggiabile negli studi. Ero divenuto un buon medico in età preadolescenziale e in maniera rocambolesca ero entrato in contatto con il signor Maiguri. Ero venuto a sapere che egli aveva recuperato i dati delle ricerche del grande Orochimaru, quando costui era stato costretto alla fuga dalla Foglia ed ero riuscito ad avere il permesso di guardarli. Rimasi stupito di quanto fossero geniali, anche se purtroppo incompleti. Spiegai cosa ancora mancava a quei progetti, anche con eccesso di confidenza, ma l'uomo mi credette e mi chiese di portare a compimento ciò che l'ex sannin non era riuscito a completare. Io accettai, ma invece di eseguire il compito assegnatomi, ripartii da zero su una strada mia, probabilmente per contrastare quel senso di inferiorità che provavo nei confronti di Orochimaru. Quando il committente accettò i miei risultati non potei tornare più indietro e portai avanti la ricerca per quindici lunghi anni, finché non fui coinvolto nella caduta del mio protettore. Questi era un uomo potente nella Konoha di quel periodo, ma quando altri uomini potenti riuscirono a scalzarlo dal suo ruolo fui travolto anch'io. I miei esperimenti erano moralmente inaccettabili per la coscienza comune del Villaggio e fu distrutto tutto davanti ai miei occhi. Fu allora che questi si tinsero di rosso all'improvviso. È risaputo che lo sharingan si attiva per la prima volta in momenti di forte stress emotivo e quello lo era stato senza dubbio per me. Non avevo mai desiderato niente nella vita, mai amato niente, se non l'idea di superare le vette più alte raggiunte dalla sapienza umana ed ergermi sopra tutti gli altri. Quando mi strapparono i sogni e il futuro dalle mani riuscii ad accedere al potere nascosto nel mio sangue. Mio padre, un uomo ambizioso di un ramo cadetto del clan Nara, quando lo seppe riuscì a liberarmi dalla prigione in cui mi avevano richiuso e fuggì insieme a me. Aveva intenzione di tradire e di andare a Kiri, ma riuscii a sfuggirgli e non lo vidi mai più. Da quel momento in poi iniziai la mia clandestinità, una vita dura e piena di privazioni. Mi trasferii prima nel neonato Paese del Suono, dove vendetti un mio progetto incompleto ad uno dei subordinati di Orochimaru. Si trattava del primo prototipo incompleto di quello che poi diventò il corpo di Rutja. In seguito migrai a Ovest e per lungo tempo feci la spola tra Paese della Pioggia e degli Uccelli, continuando di nascosto le mie perenni ricerche. Andai avanti per anni, decenni, finché mi resi conto che i metodi per prolungare sempre più la mia esistenza stavano perdendo di efficacia. Avevo oltre ottant'anni e anche se ne dimostravo solo una quarantina capii che il tempo a mia disposizione si stava riducendo. Dopo aver lasciato il frutto di oltre mezzo secolo di ricerche in un magazzino di Ame, insieme ai miei dati genetici, scelsi il Paese ninja dal governo più debole e mi stabilii lì, prendendo accordi con i vertici più alti del Villaggio. Ottenni fondi, una piccola clinica e un'alleata, che avrebbe dovuto spiarmi ma che riuscii a portare dalla mia parte. Dopo alcuni fallimenti riuscii a ottenere la cavia giusta e a creare il super-soldato che avevo sempre sognato, che mi avrebbe permesso di incunearmi nel sistema dei villaggi. Purtroppo Rutja era molto meno super di quanto sperassi, anzi si rivelò persino sotto la media per certi aspetti, ma la sua lealtà assoluta mi salvò quando il passato venne a bussare alla mia porta. Ritrovatomi in una situazione di vita a metà, potei continuare i miei piani, avendo a disposizione di nuovo il prezioso tempo. Non avevo più fretta, non dovevo più correre alcun rischio, la cosa che più odiavo al mondo. Potevo ancora raggiungere il mio obbiettivo, ovvero superare Orochimaru. Lui era ormai morto da qualche anno, da perdente e senza avere mai avuto occasione di conoscermi e di riconoscermi come suo rivale. Ora che anche le sue figlie erano state sconfitte di lui non rimaneva che uno sbiadito ricordo. Lui, uno degli scienziati più geniali di tutti i tempi, ma anche l'uomo che aveva abbandonato il sapere per dedicarsi alla ricerca della forza e del potere personale, proprio come quei bellimbusti che si proponeva di abbattere. Lui aveva rinnegato se stesso, cosa che io non avrei mai accettato di fare, lui aveva perso e io invece potevo ancora vincere. La gloria e il giusto riconoscimento della mia grandezza erano ancora lontani, ma non per questo meno raggiungibili.
    I miei sogni megalomani non furono smorzati dai conati di vomito che accompagnarono la fine del genjutsu. Ero in ginocchio per terra, con lo sguardo perso nel vuoto e con il fiatone. Il riassunto del mio passato che l'illusione mi aveva fornito era stato uno spunto sufficiente per rivivere la cavalcata che mi aveva portato dalla periferia del Villaggio della Foglia fino a lì, quasi un secolo dopo, a coltivare gli stessi sogni che avevo in gioventù. Anche se quel corpo provvisorio era in seria difficoltà, la mente correva veloce, agile, come non mi accadeva da tempo ormai. Ebbi ancora un rigurgito, poi non riuscii più a mantenere il controllo e scomparii. Era frustrante, ma sapevo di essere sulla strada giusta. Il più potente connettore tra mente e corpo è la memoria e quel genjutsu che avevo creato apposta stimolava questa facoltà in maniera massiccia. Non sarebbe stato sufficiente, ma avrebbe creato le giuste fondamenta del futuro successo. Quando Rutja mi richiamò di nuovo feci questi ragionamenti, in seguito ai quali gli ordinai di riproporre ancora una volta il Ballo della Morte. Nuovamente al termine mi sentii uno straccio e sparii quasi subito, però ero sicuro che la connessione neurale si era fatta ancora più forte. Il terzo tentativo, l'ultimo possibile prima di un riposo forzato, dimostrò che avevo ragione. Ero in grado di mantenere la mia forma provvisoria senza difficoltà. Potei finalmente guardarmi allo specchio. Ero sempre io, quel quarantenne brizzolato non particolarmente avvenente, che aveva fatto di tutto per mantenere una sorta di gioventù, non per vanità quanto per convenienza. Ero riuscito nell'impresa che molti avrebbero ritenuto impossibile, tornare in vita per l'ennesima volta. Però la battaglia non era ancora vinta del tutto, dovevo riacquistare quante più possibili tra le abilità che avevo prima di morire. Il primo pensiero fu lo Sharingan e tentai subito di attivarlo. Gli occhi si colorarono di rosso, ma per il motivo sbagliato. Sangue calò copioso al posto di lacrime e colorò il mio viso. Faceva un male tremendo, ma sapevo che si trattava di qualcosa qualcosa che non rappresentava né un pericolo per il futuro, né un ostacolo sufficiente per il presente, quindi perseverai testardamente. Ritentai un'altra volta, aumentando il dosaggio di chakra ben oltre il necessario, e riuscii ad attivare quella che un tempo era la mia abilità innata. Mi guardai allo specchio e vidi che era uscita una sola tomoe. In vita ero arrivato solo fino a due, non avevo mai sbloccato la terza, così come non ero mai riuscito a padroneggiare fino in fondo le abilità dei Nara, nonostante la longevità mi avesse permesso di diventare molto forte, a livello di un ANBU almeno. Provai anche a riprodurre l'innata del mio clan paterno, ma non vi riuscii e non reiterai il tentativo. Sarebbe stato troppo difficile, avrei sovraccaricato di informazioni la struttura del clone, lo avevo percepito in maniera inequivocabile. Meglio concentrarsi su altri aspetti, pensai, chi troppo vuole nulla stringe. E il secondo risveglio dello Sharingan mi concesse un altro vantaggio non da poco. Mentre provavo a concentrare il chakra elementare mi accorsi di non riuscire ad eseguire alcuna tecnica Fuuton, nemmeno quella più basilare. Incuriosito da questa cosa, feci un ipotesi corretta solo in parte, ovvero che la tecnica concedesse anche il cambio di elementi con quelli posseduti in vita, che nel mio caso erano Fuoco e Fulmine. Mi concentrai quindi nel cercare di riprodurre la fiammella, il jutsu più infimo del Katon. Dopo una decina di tentativi riuscii a padroneggiare di nuovo quella abilità e mi chiesi se questo fosse il segno che la mia idea fosse corretta. L'esperienza successiva mi indicò che non era propriamente così e che il mio era un caso particolare, forse legato all'interconnessione misteriosa che vigeva tra l'elemento Fuoco e il Doujutsu del clan Uchiha. Ma quella era una nozione che avrei guadagnato solo più avanti, quando anche altre anime avrebbero appreso a mantenere la propria forma di clone e farla fruttare al meglio.

    P: Io vado a fare una passeggiata in tranquillità, lei rimanga qui a riposare, Rutja-dono.

    Appena prima di uscire dalla porta eseguii la Trasformazione, cambiando il mio aspetto in quello del corpo originale di cui ora ero clone. Probabilmente erano molto pochi coloro che si ricordavano di me, ma era meglio non correre alcun rischio, tanto più che alcuni avrebbero potuto trovare sospetta la presenza di un individuo sconosciuto all'interno delle mura del villaggio, soprattutto in una congiuntura di diffidenza internazionale elevata. Visto che probabilmente avevo pure l'impronta di chakra del mio allievo era più sicuro prendere il suo aspetto, avevo pensato. Una volta convinta la guardia a farmi uscire da Taki, presi a camminare per un boschetto lì vicino in tutta tranquillità. Adoravo passeggiare, mi aiutava a riflettere e a concentrarmi come nient'altro al mondo. Una volta arrivato in una piccola radura, decisi che era venuto il momento di testare sul campo la mia abilità innata passata. Volevo capire i limiti del suo utilizzo, mi avrebbe aiutato a dare indicazioni ai miei alleati per fare ciò che ero riuscito a fare io. Concentrai il sangue e il chakra negli occhi, colorandoli di rosso intenso, dopo di che cercai di osservare con calma i dintorni. La visione attraverso lo Sharingan era qualcosa di nostalgico, che non provavo da davvero tanto tempo. Riuscendo a dare un colore al chakra, fui in grado di individuare un piccolo scoiattolo, nascosto dietro alla corteccia di un piccolo albero. Era un segnale davvero piccolo, data la taglia minuta dell'animale, però era un'indicazione chiara di come i poteri del celeberrimo Doujutsu fossero tornati a mia disposizione in toto o quasi. Purtroppo lo erano in maniera più debole rispetto al passato, visto che la visione riusciva a superare solo ostacoli poco spessi, parecchio meno di mezzo metro. Inoltre la capacità di trovare fonti di chakra era limitata a soli cinque metri da me, non proprio una gran distanza. Restava da provare la capacità di previsione, una delle abilità più utili dello Sharingan. Non essendoci nemici in zona, puntai a uno dei frutti che pendevano dai rami di un albero lì vicino. Gli lanciai un kunai, rompendo il suo gambo e facendolo cadere a terra. Il moto era ai miei occhi estremamente lento, segno che i riflessi erano tornati a essere quelli eccelsi di un tempo, ed era caratterizzato da una visione doppia. Una proiezione del frutto in caduta anticipava di qualche attimo il corpo reale, come era giusto che fosse. Purtroppo non ebbi modo di provare subito altri elementi, quali l'abilità di contrastare i genjutsu o di passarli tramite contatto visivo, dovetti aspettare il giorno seguente per verificare ciò con l'ausilio di Rutja. Quello che invece non ebbi alcun modo di verificare fu la possibilità di copiare i jutsu a cui assistevo, ma non mi preoccupai troppo. Quasi sicuramente sarei riuscito a riprodurre anche quello e persino nel caso in cui così non fosse stato, non sarebbe stato un grosso problema. Gli aspetti importanti erano altri e quelli non mancavano. Soddisfatto, ripresi a camminare per un altro paio d'ore, finché non calarono le tenebre e decisi che era ora di tornare dentro Rutja. Rimasi fermo per qualche istante, facendomi riassorbire dal corpo originale.
    Mi risvegliai il mattino seguente sempre dentro ad un altro clone, segno che ero riuscito a passare al ragazzo i ricordi della mia intenzione, il che era un'ottima notizia. La tecnica sembrava funzionante al cento percento, fatto che mi fu confermato ancora una volta dalle ritrovate capacità di lavoro sulle illusioni tramite lo Sharingan. Ma nel momento in cui verificai questo andai incontro ad un'importante novità a cui non avevo fatto caso.

    Signore... la sua impronta di chakra non è... non è esattamente la mia, non è identica alla mia come gli altri cloni. È... diversa... non saprei come spiegare.

    Concentrandomi in maniera estrema su quel fatto mi resi conto che aveva ragione, quindi mi misi a riflettere sulle implicazioni che questo fatto poteva avere.

    P: Dovrò elaborare questo dato da solo. Lei faccia le sue cose, Rutja-dono, quando avrò finito ci occuperemo di Maki-dono.

    Dopo una lunga disamina di tutti i possibili casi ed eventualità, arrivai alla conclusione che quell'imprevisto non era da catalogare per forza come errore da correggere, bensì che si poteva trarre una qualche piccola utilità da ciò. Era evidente che i risultati superavano le mie aspettative e questo non poteva che rendermi soddisfatto. Ora bisognava solo ripetere l'iter a cui mi ero sottoposto per tutti coloro che abitavano dentro Rutja. O meglio, per coloro tra essi dei quali ci potevamo fidare e che intendevano aiutarci. La libertà assoluta che questa tecnica concedeva alle anime all'interno dei cloni non era cosa da sottovalutare, dovevamo stare molto attenti a concederla.



    OT
    Come procedimento base in questi allenamenti cerco di mettere una parte in cui le anime si allenano effettivamente per abituarsi ai loro vecchi corpi (e in particolare alle innate), più una parte libera per dare più spessore al personaggio. In particolare in questo caso, visto che non avevo mai rivelato il passato del Professore se non in un dialogo veloce pieno di contraddizioni (che fingerò siano state volontarie :asd: ), ho cercato di dare un senso generale al tutto. E visto che mi ero accorto che la storia del Professore era un po' troppo simile in alcuni punti a quella di Orochimaru, ho voluto dargli un legame più esplicito xD.

    Metto le tecniche che uso e l'anima che richiamo è qua sotto in spoiler.
    Musuko no Bunshin (Clone del Figlio)

    Tipo: Ninjutsu
    Livello: Proibito
    Evoluzione del Clone dello Sposo, che ricrea in maniera ancora più simile i corpi posseduti in vita dalle anime racchiuse tramite il Matrimonio dell'Horna. Infatti sarà riprodotto alla perfezione l'aspetto fisico e verranno acquisite abilità più vicine a quelle precedentemente possedute. Questi cloni potranno utilizzare, al posto di quella del corpo originale (che non possiedono per niente) e con limitazioni molto pesanti sotto descritte, le abilità innate (devono essere segnate in scheda) che possedevano in vita e in alcuni casi specifici (ovvero solo quando sarà reso obbligatorio dalle abilità innate) anche gli elementi. Le statistiche saranno pari a quelle dell'utilizzatore, con un bonus di 20 al Punto forte ed un malus di 20 al Punti debole che possedeva l'anima contenuta nella copia (segnati entrambi in scheda).
    [Tipologia di cloni: Superiori]
    [La copia possiede le stesse armi dell'utilizzatore, identiche alle originali]
    [Possono essere creati tanti cloni quante sono le anime raccolte col Matrimonio dell'Horna, esclusa però quella attiva.]
    [I cloni conoscono tutte le jutsu dell'utilizzatore, ma non possono utilizzare quelle di un elemento se non lo possiedono]
    [Le abilità innate dei cloni sono sempre solo al 1° livello e il consumo dell'innata e delle tecniche derivate sono il triplo rispetto alla norma]
    [Nel caso un'anima possieda due o più abilità innate, solo la prima segnata (on-gdr la prima appresa) potrà essere utilizzata dal clone]
    [Se un'abilità innata richiede un elemento primario, il clone lo possederà come elemento primario e l'elemento primario del corpo originale diventerà l'elemento secondario del clone. Se l'abilità innata richiede due elementi obbligatori, quelli diventeranno gli elementi del clone]
    [Tutte le innate devono ricevere l'approvazione di uno staffer, che può decidere di porre dei limiti (anche totale) all'utilizzo dell'innata tramite questa tecnica, che dovranno essere riportate in scheda]
    [Tecniche degli elementi posseduti solo dai cloni possono essere inserite in scheda e acquistate spendendo normalmente i p.a., però deve essere segnato che sono utilizzabili solo da questi cloni]
    [Nel caso la copia venisse fatta scomparire volontariamente, il chakra rimastogli ritornerà al ninja. Per far scomparire la copia di propria volontà è necessario che essa rimanga immobile per mezzo turno. Inoltre non deve essere in una situazione agitata, per esempio in mezzo ad un combattimento.]
    [La copia scompare in seguito a danni critici. Se viene abbattuta in questa maniera, il suo chakra rimanente non viene restituito al corpo originale (ma il chakra massimo sì)]
    [L'utilizzatore può decidere di far sparire un suo clone senza preavviso, in tal caso il chakra non viene restituito al corpo originale]
    [Se uno di questi cloni termina il chakra a propria disposizione, scomparirà immediatamente]
    [I sensitivi sentiranno l'impronta di chakra dei cloni come leggermente diverso da quella dell'utilizzatore, un misto di quella del corpo originale e di quella che l'anima possedeva in vita]
    [Sigilli: 3]
    Consumo: il 5% del chakra totale per ogni copia (pagato dal corpo originale) e inoltre il chakra rimanente e massimo sono divisi esattamente tra i vari cloni (prima di effettuare il calcolo di cui sopra).

    -post minimi: 1 + 1 per ogni anima
    - voto minimo: 3 (post iniziale) + 2 (per ogni anima)
    [In scheda deve essere segnato esplicitamente quali anime hanno già ottenuto l'approvazione per l'utilizzo di questa tecnica]

    Shini no Mae (Ballo della Morte) (tecnica personale)
    Tipo: Genjutsu
    Livello C
    Si dice che gli uomini, nel momento in cui stanno per morire, rivedano tutta la propria vita scorrere davanti ai propri occhi, come una sorta di film. Si tratta per lo più di una finzione narrativa, ma prendendo spunto da essa il Professor Madaraki ha creato un'illusione di basso livello, pensata per i principianti in questa arte. Se la vittima guarda le mani dell'utilizzatore che eseguono il sigillo, questa verrà strappata dal suo presente e vedrà un riassunto veloce della propria intera esistenza, creata dal cervello dello stesso (quindi in funzione dei propri ricordi). L'utilizzatore invece dovrà rimanere fermo sul posto per tutta la durata del genjutsu (mezzo turno, ovvero circa 5 secondi). Al termine di questa visione la vittima potrà provare un forte senso di paura e se tra i due ninja c'è una differenza di forza molto grande la pressione è in grado di far perdere i sensi alla vittima.
    [L'illusione ha effetto se la vittima si trova entro 10 metri dall'utilizzatore, altrimenti vedrà il sigillo senza essere raggiunto dall'illusione]
    [Sigilli: 1]
    Stimolo: visivo
    Mondo di attuazione: illusorio
    Bersaglio: singolo
    Immobilità: necessaria
    Consumo: 40


    Professor Madaraki
    Il suo vero nome è Madara Nara. Sadico, geniale e senza alcuno scrupolo. La sua missione è conquistarsi fama eterna tramite la paura, facendo abbattere una catastrofe mai vista prima sull'intera umanità. Disposto a tutto per questo, non teme nulla e non è intenzionato a cedere in nessun modo. La sua unica passione sono le passeggiate silenziose. Conosce alla perfezione il corpo di Rutja, essendone il creatore. Avendo quasi cento anni di età è molto esperto in numerosi campi, uno su tutti la lettura dei caratteri umani. Un suo pallino è la previdenza, la capacità di essere su un piano di pensiero superiore e di non lasciarsi sorprendere dagli eventi, ma di avere sempre un'alternativa. Prova una specie di lieve affetto paterno verso Maki e Rutja, ma ritiene questi sentimenti meno importanti del raggiungimento del suo obiettivo. Figlio di un Nara e di una Uchiha, possedeva le innate di entrambi i clan.

    Dati di quando era in vita

    Aspetto

    Voce

    Davide Quatraro

    Punto di forza

    Riflessi

    Punto debole

    Forza

    Abilità Innata

    Sharingan e Controllo dell'Ombra

    Altezza

    175 cm

    Peso

    62 kg

    Theme personale

    Chapelier Fou ft. Matt Elliott – Moth, Flame




    Questo è come aggiungerei il campo in scheda:
    Professor Madaraki
    Clone del Figlio
    Parametri Fisici

    Forza

    35-20=15

    Resistenza

    60

    Velocità

    48

    Agilità

    50

    Precisione

    47

    Riflessi

    55+20=75

    Chakra

    Variabile (metà dell'originale)




    Sharingan
    ELEMENTO: Fuoco

    Descrizione
    Lo Sharingan non appare automaticamente alla nascita, ma tende invece a manifestarsi solo quando il portatore è soggetto a forti stress emotivi. Dopo la sua prima apparizione, il portatore può attivarlo o disattivarlo a suo piacimento convogliando una piccola dose di chakra negli occhi. Una volta attivo consuma chakra, per tale motivo chi se ne fa trapiantare uno (non potendo disattivarlo) è costretto a tenerlo coperto in modo da bloccare il consumo di chakra.

    Abilità comune a tutti i livelli: I riflessi del ninja sono migliorati, capacità di contrastare e trasmettere i Genjutsu, capacità di copiare alcune tecniche, capacità di vedere fonti di chakra attribuendogli un colore


    1° livello - Minimo Livello 2
    - Capacità di vedere fonti di chakra a 5 metri di distanza e attraverso oggetti spessi 35cm.
    - Capacità di trasmettere i Genjutsu di livello C tramite contatto visivo.
    - Il ninja è in grado di prevedere un paio di secondi prima la traiettoria dei corpi in moto, sempre che i suoi Riflessi gli permettano di avere una visione chiara (quindi bisogna seguire lo schema che si trova in Fondamentali).
    Riflessi: +10
    - A patto che il livello dell'Uchiha (più eventuale specializzazione in genjutsu) sia almeno un livello superiore a quello del suo avversario (più eventuale specializzazione in genjutsu), egli potrà contrastare le illusioni di livello C spendendo una quantità di chakra pari a metà del costo della tecnica
    - si possono copiare tecniche di livello C a patto di avere e spendere 5 p.a. al momento in cui si vede la tecnica
    Consumo: 5 per turno (necessario anche per le tecniche derivate)
    Sharingan1

    Tecniche Derivate

    Triplice Attacco del Mulino Sharingan (Sofuushasen no Tachi - Windmill Triple Blade)
    Tipo: Doujutsu/Taijutsu
    Attraverso questo complicato Taijutsu, un possessore di Sharingan è in grado di mettere in seria difficoltà il proprio avversario, e di porre i presupposti per molte combinazioni di tecniche.
    La tecnica richiede almeno 10 metri di filo di nylon per ogni shuriken che viene lanciato, più altri 10 metri per il filo "guida". Il nylon deve essere legato precedentemente alle armi; il ninja lancia tanti shuriken fin quanti ne può possedere per grado. Affinchè il jutsu prosegua, è necessario che l'avversario tenti di schivare anche uno solo degli attacchi, qualunque altra difesa (eccetto il restare immobili) o subire i colpi di tutti gli shuriken, blocca la combinazione. In caso di schivata avversaria, infatti, l'Uchiha potrà sfruttare le sue capacità di preveggenza per guidare gli shuriken ancora in volo in modo da legare l'avversario e immobilizzarlo, l'unico modo di sfuggire all'immobilizzazione è bloccare gli shuriken o recidere i fili, tentativi ulteriori di schivata o il restare fermi porterà al venire legati.
    Una volta ottenuto di legare l'avversario, l'Uchiha potrà lanciare un Uchiha Shuriken verso di lui, approfittando del suo impedimento.
    In base al numero di shuriken che lo hanno immobilizzato, per l'avversario sarà più complesso liberarsi, sempre che ne abbia l'opportunità, inoltre contro un singolo tentativo di fuga l'uchiha potrà usare, la tecnica del Drago di Fuoco (se la possiede) anche senza comporre i sigilli necessari, ma pagandone comunque il costo.
    Livello: C
    Consumo: 25


    Altro
    Elemento Primario: Katon
    Elemento Secondario: Raiton



    Clone dello sposo
    Parametri Fisici

    Forza

    21

    Resistenza

    36

    Velocità

    29

    Agilità

    30

    Precisione

    28

    Riflessi

    33+20=53

    Chakra

    Variabile (0/80)





    Inoltre, ottenendo un clone con il Katon, otterrei pure questa tecnica:
    Fiammella (Katon)
    Livello D
    Crea una piccola fiamma nel palmo della mano. Illumina fino a mezzo metro di distanza, può essere usata per bruciare del materiale infiammabile asciutto (legnetti secchi, carta...). Se messa a contatto con la pelle si spegne senza provocare danni.
    Consumo: 3 a turno

    Nota: questa tecnica è utilizzabile solo dai Cloni del Figlio dotati dell'impronta di chakra Katon.

     
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    MAKI
    Tutti abbiamo rimpianti, alcuni di più, altri di meno. Tutti abbiamo fatto scelte che con il senno di poi si sarebbero rivelate sbagliate, tutti ripensando al passato cambieremmo qualcosa. E la morte non fa che amplificare questo fatto, portandoci a credere che le cose sarebbero potute andare differentemente.
    Rutja utilizzò su di me, sul mio nuovo corpo, il genjutsu inventato dal Professore, che diede vita al mio passato, sbattendomelo in faccia. L'esame genin, quello ANBU, l'addio ad Airi, il primo incontro con Madaraki, il mio matrimonio e infine la mia morte in uno squallido sotterraneo del Paese della Pioggia. Eventi che avevo fatto di tutto per dimenticare, per lasciarmi alle spalle, ma che avevano lasciato tracce importanti dentro di me, spesso sotto forma di ferite inguaribili. Mi ritrovai in ginocchio, con difficoltà respiratorie, ma non volli cedere. Tirai un pugno tremendo al suolo, per sfogare la mia rabbia, poi cambiai obiettivo e colpii con tutta la foga che avevo il mostriciattolo che avevo davanti a me. Urlai il mio disappunto e rimasi poi a fissare in silenzio il suolo per qualche attimo.

    M: Ancora una volta! Non morirò, cazzo!

    Nuovamente l'illusione mi mostrò il mio percorso e le mie scelte, un'intera esistenza riassunta come il cervello irrazionalmente la vedeva. Come prima mi trovai quasi schiacciata dalla pressione fisica e dovetti urlare per rimare concentrata, attiva. Mi alzai piano, ma una delle gambe cedette, facendomi cadere e poi perdere la forma di clone. Fui richiamata di nuovo qualche secondo dopo, ma capii che questa volta c'era qualcosa di molto diverso. Sentivo il corpo molto meno instabile, più cazzuto, più mio. Partii all'improvviso e attaccai Rutja. L'organismo rispondeva in maniera quasi perfetta, era scattante e cattivo come un tempo. Colsi di sorpresa il ragno e dipinsi con uno schiaffo le mie dita sulla sua guancia. La mia potenza non era la stessa di un tempo, in fondo quel corpo era pur sempre quello di un clone, rispecchiava soprattutto le abilità del corpo originale, però questo non mi avrebbe fermato di certo. Incalzai il ragazzo, spingendolo ed evitando le sue goffe reazioni. Lo buttai a terra, poi gli urlai in faccia che ero viva, battendomi il petto con vigore. Poi gli diedi la mano e lo feci rialzare, infine eseguii un sigillo ed utilizzai la Trasformazione.

    M: Andiamo, cazzo! Sono appena tornata in vita, non resterò tra quattro fottute pareti!

    Quando il ragazzo mi chiese il perché della tecnica che avevo attivato lo insultai e gli spiegai che non era esattamente saggio che un morto camminasse tra i vivi con il suo aspetto passato. Almeno non in quella che un tempo era stata casa sua. Mi sorpresi che non fosse arrivato da solo ad una conclusione così ovvia, ogni volta Rutja dimostrava di saper scavare anche dopo avere toccato il fondo della stupidità.
    Una volta fuori di casa potei respirare l'aria di Taki di nuovo con il mio corpo di donna. Era davvero un posto di merda, però era la mia patria e un po' le volevo bene. Ci recammo in uno dei tanti campi di allenamento, dove potei dare un po' sfogo alla mia voglia di azione, prendendomela con il ragnetto. Riprendere confidenza con un corpo nuovo non era semplice, mi faceva quasi strano avere di nuovo solo due braccia, oltre al non avere un'appendice sgonfia in mezzo alle gambe. Riuscivo a mantenere i movimenti fluidi, a essere ficcante come un tempo e la cosa mi divertiva ed eccitava. Ero di nuovo viva per davvero, non importa quanto fosse provvisoria la situazione, mi sentivo al settimo cielo. Rimasi a giocare con il mio nuovo contenitore per almeno un paio di ore, poi le ammaccature di Rutja iniziarono ad essere un po' troppe e anch'io stavo cominciando a sentirmi stanca. Nel percorso verso casa il ragazzo mi riportò una questione del Professore, che mi chiese dei miei elementi. In vita oltre al Raiton possedevo il Suiton, anche se non avevo mai amato eccessivamente utilizzare i ninjutsu elementari. Però il corpo del clone non funzionava come quello mio passato, possedevo il Vento esattamente come Rutja. Madaraki non mi chiese più niente, rimase in silenzio e capii che stava processando i dati a sua disposizione. Era sempre così, quando aveva nuovi elementi da studiare tutto il resto passava in secondo piano. Purtroppo non potei vederlo estraniarsi dal presente come faceva quando aveva un suo corpo fisico, era sempre divertente quando succedeva. Del resto lui era praticamente l'unico uomo che stimavo e riconoscevo, uno dei pochi che non pensava con i propri genitali ma puntava a qualcosa di più grande.
    Mentre il ragazzo cenava, io rimasi in silenzio a pensare. Al mio passato, al mio futuro, a quella nuova situazione in cui mi trovavo. Avevo un'occasione irripetibile ed ero determinata a non lasciarmela sfuggire, però prima dovevo svolgere i miei compiti. Rutja venne a parlarmi e mi chiese della mia abilità innata, di raccontargli come l'avevo sbloccata. Era chiaramente Madaraki il vero autore delle domande, motivo per cui vi risposi senza esitazione. Non era una storia particolarmente esaltante, tutti i membri del clan Uehara si allenavano da quando erano in fasce, perché legati ancora ai tempi di quando erano gli unici a poter proteggere il Takikage, ormai molti decenni addietro. Io ero riuscita a padroneggiare gli Aghi Raiton ad appena sette anni, una delle più giovani ma non quella in assoluto più giovane. Quando raggiunsi quel successo mi fu applicato il Sigillo del Cane a Otto Zampe, ma esso divenne attivo solo diversi anni dopo, quando fui abbastanza forte. Di sicuro questo era stato molto importante, perché fu solo grazie a quello che Rutja - e quindi a suo modo il Professore e anch'io - fu in grado di sopravvivere ai fatti di Ame. Poco dopo lo sblocco dell'innata mi era stato fatto l'esame genin ed ero diventata una cagna dell'esercito. Madaraki mi chiese a questo punto se fossi in grado di rispolverare le abilità di un tempo, una richiesta che mi sorprese un po'.

    M: Effettivamente al campo ho notato che ero in grado di pagare di meno le Raiton, proprio come quando ero viva. Certo, appena appena... insomma ai livelli di quando ero una novellina. Posso provarci!

    Mi sforzai di richiamare alla memoria il metodo usato per creare gli Aghi Raiton, del resto anche in vita non li usavo da tanto tempo. Quando finalmente riuscii a recuperare in cassetti perduti i ricordi di quell'abilità basilare, mi misi all'opera per riprodurla praticamente. In pochi tentativi riuscii a raggiungere un risultato soddisfacente. Mi ricordai anche dell'abilità di ricoprire i denti del chakra denso per ottenere un morso potenziato e chiesi a Rutja di creare un clone per provarlo. Il risultato fu ottimo, per quel poco che poteva fare una tecnica così debole.

    M: Ma è normale che faccia così fottutamente fatica a concentrare il chakra per queste tecniche? Insomma, ne avrò usato almeno il triplo se non di più...

    Attraverso le parole del ragno il Professore mi rispose. Disse che anche lui aveva riscontrato questa difficoltà e che avrebbe tentato di risolvere il problema presto, ma che a suo avviso poteva essere qualcosa priva di soluzione. La sincronizzazione tra materiale genetico passato e un corpo provvisorio legato ad un altro organismo vivente non era cosa da poco, richiedeva costi superiori anche per ottenere le cose che un tempo erano normali. Con questa consapevolezza mi dedicai a tentare di ritrovare la tecnica successiva della mia abilità innata passata, quella delle Frecce Raiton. Non era tanto diversa nella realizzazione rispetto alla precedente, ma richiedeva una manipolazione del chakra di grado superiore. Ci provai un paio di volte, ma i fallimenti furono talmente netti da farmi pensare che forse non sarei mai riuscita a superare quel limite, visione che espresse anche Madaraki quando gli riferii il mio ragionamento. Non era un grosso problema, anzi conoscere i limiti di quella tecnica ci avrebbe concesso maggiori possibilità di saperla sfruttare al meglio.

    M: Signore.. io devo chiedere un favore. Voglio uscire, ho bisogno di fare una cosa...

    Rutja mi guardò stupito per qualche istante, poi vidi la sua espressione cambiare nettamente, segno che aveva attivato la Preghiera del Carcerato. Gli occhi del Professori erano seri e non lasciavano trasparire alcun dubbio.

    P: Io ti conosco, Maki. Mi fido di te, so che non farai niente di rischioso. Vai pure.

    Le frasi del mio superiore mi riempirono di orgoglio, furono il riconoscimento delle mie capacità. A volte potevo sembrare avventata, Rutja non smetteva mai di ripetermelo, però io avevo sempre tutto sotto controllo. Sempre. Sapevo cosa potevo e non potevo fare, era così che avevo sempre vissuto.
    Uscii dall'appartamento, coprendomi il viso, e mi diressi nel centro della città. Il tramonto era appena passato, ma le strade erano ancora piene di gente che tornava alle proprie case dopo una giornata di lavoro. Tra la folla c'era anche lei, Airi. Stava accompagnando a casa i propri figli ed era bellissima come sempre, la maternità non aveva intaccato neanche una goccia del suo fiero splendore. Mi avvicinai con nonchalance e quando fui dietro di lei le sussurrai all'orecchio di trovarsi da sola dieci minuti dopo, in un vicolo lì vicino. Lei mi lanciò un'occhiata terrorizzata mentre si allontanava, probabilmente pensava ad una minaccia. Meglio così, mi dissi, altrimenti c'era il rischio che non volesse venire. Mi preparai e rimasi ad aspettarla nel luogo prescelto, con il cuore a mille.

    A: Chi sei? Cosa vuoi da noi?!

    La voce irosa e determinata della non più giovanissima donna annunciò il suo arrivo. Rimasi qualche istante a osservarla. Lei, l'unica donna che avevo mai amato davvero. Così determinata e inaffondabile, ma allo stesso tempo capace di una dolcezza smisurata. Avevo avuto altre compagne sia prima che dopo di lei, ma con nessun'altra avevo provato sentimenti così intensi. Mi tolsi con calma il cappello e la sciarpa che avevo usato per celare la mia identità, rivelandomi per chi ero davvero.

    A: Ma... Maki? Tu... tu eri morta....

    I suoi occhi si riempirono di lacrime e il suo volto si deformò in una smorfia di dolore e paura. Come quella volta che mi aveva detto che i suoi genitori le avevano impedito di vedere ancora quella amica su cui giravano voci insistenti di “devianza”, o come quella volta che mi rivelò di come fosse stata costretta a sposarsi per zittire chi stava cercando di coinvolgere anche lei in quelle voci. Ma soprattutto come quando rifiutai di fuggire insieme a lei, per vivere da sole noi due. Non riuscii a fare questo grande passo, neanche per lei, la mia vita era in quel posto, a fare quel lavoro, rinunciarci sarebbe stato negare tutta me stessa. Non ero riuscita a farlo, nemmeno per Airi. Rimpiansi a lungo quella scelta, finché non incontrai Madaraki, che mi diede un nuovo modo e un nuovo motivo per vivere. Anche se non potei mai dimenticarmi di lei e di ciò a cui avevo rinunciato.

    M: “Niente può fermarti”... me lo dicevi sempre, ricordi? A quanto pare anche la morte non è abbastanza per fermarmi...

    Sorrisi ammiccante e lei colse la mia citazione, avendo finalmente la certezza che ero davvero io. Mi si gettò addosso e mi strinse a sé piangendo. Io feci lo stesso, colma di felicità, poi le diedi un bacio appassionato.

    M: Ho bisogno di un giorno con te. Fosse anche l'ultimo insieme...

    Airi rimase qualche istante a pensarci, poi con la voce tremante mi disse che poteva organizzarsi per il giorno seguente. Al solito posto, disse, in quello che per lungo tempo era stato il nostro piccolo covo segreto.

    M: Farò in modo di esserci...

    Ci salutammo, un po' imbarazzate. Io tornai a casa e chiesi al ragno di indire una riunione di condominio solo per me e il Professore. Io e lui soltanto, era l'unico di cui mi potevo fidare. Gli spiegai tutto e lui mi concesse una giornata di totale libertà.

    P: Non posso prometterti che non sarà l'ultima. Anzi, è probabile che lo sarà. Sono tempi difficili per noi, lo sono sempre stati in fondo. Le scelte che abbiamo fatto... quelli come noi non possono tornare indietro su di esse e tu lo sai. Io mi fido di te, Maki.

    Non avrei saputo trovare parole migliori per descrivere la situazione e quello che sentivo. Il Professore, con quei pochi dati che aveva ricevuto dai ricordi del mio clone, aveva capito tutto alla perfezione. Lo ringraziai con tutto il cuore, era proprio per quello che lui era il mio capo e io lo avrei ripagato al meglio delle mie abilità. Era quello il mio destino, il frutto delle decisioni che avevo preso lungo la mia intera vita. Non volevo e non potevo rinnegarle, per nessun motivo.
    Il mattino successivo ripresi la forma di clone. Rutja doveva svolgere una missione di livello D, non avrebbe sofferto di certo del chakra dimezzato. Io mi diressi fuori dal villaggio, in una zona rurale poco distante. Airi aveva preso una stanza in una piccola locanda e aveva lasciato la finestra aperta, da cui entrai anch'io. Era così che facevamo tanti anni addietro, per evitare di venire scoperte.
    Fu un tuffo nel passato, ci amammo e parlammo senza preoccupazioni o paure. Mi raccontò dei suoi figli, le uniche gioie di una vita dura, ma io non potei dirle niente su di me. Lei ci era abituata, ai tempi le tenevo tanti segreti per poter comunque ottemperare ai miei doveri da ANBU e lei lo aveva accettato.

    A: Lo sai cosa dicevano del tuo matrimonio? Che eri finalmente guarita e che ti eri convertita... se non fossi stata sconvolta dalla tua morte avrei trovato queste ridicolaggini anche divertenti. I tuoi non erano gente da costringerti a sposarti, l'hai fatto per facciata?

    Risposi di sì e le raccontai dell'impotenza di mio marito, che non poteva e non voleva consumare con me. Grazie al cielo, aggiunsi, scatenando le risate di entrambe. Era bello come la complicità di un tempo fosse tornata in un attimo. Passammo tutta la giornata insieme, poi tutte e due capimmo che saremmo dovute tornare ognuna alla propria vita.

    A: Ci sarà un'altra volta?

    M: Non lo so, non dipende solo da me. È... complicato. Io ti amerò per sempre, ricordatelo. Addio.

    La donna ripeté le stesse identiche parole, poi ci scambiammo un ultimo bacio e io me ne andai. Uscii dalla finestra e atterrai nel cortile posteriore. Non mi voltai indietro, ero sicura che Airi fosse alla finestra, a guardarmi in lacrime. Rimasi immobile, in maniera da poter scomparire. Immaginai lo stupore di Rutja nel ritrovarsi tutto quel chakra all'improvviso, immaginai la sua sorpresa nello scoprire come noialtre “facevamo le nostre cose”. Ero sicura che non avrebbe capito, che avrebbe fatto domande del cazzo. Non poteva capire, nessuno poteva capire il mio insaziabile desiderio di azione e di distruzione, che dominava su qualsiasi altra cosa in me. Un istinto superiore, che mi spingeva a gettare sempre il cuore oltre l'ostacolo, pur di avere la soddisfazione della sete di avventura e di altrui dolore. Solo il Professore lo aveva compreso, solo con lui potevo esprimerlo appieno. Era con lui che dovevo stare, rimanere con Airi avrebbe distrutto entrambe, in un modo o nell'altro. Non possiamo cambiare chi siamo, non possiamo cambiare i nostri bisogni e le nostre ossessioni, ma non è giusto affogare le persone che amiamo sotto il peso di essi. Non se le amiamo davvero. Il rimpianto non sarebbe mai passato, questo lo sapevo, ma il mondo è sempre stato crudele e nessuno può avere tutto, di certo non le persone malate e contorte come me. Lo avevo accettato da tempo ed ero sempre pronta a pagare il prezzo delle mie scelte.



    OT
    Metto le tecniche che uso e l'anima che richiamo è qua sotto in spoiler.
    Musuko no Bunshin (Clone del Figlio)
    Tipo: Ninjutsu
    Livello: Proibito
    Evoluzione del Clone dello Sposo, che ricrea in maniera ancora più simile i corpi posseduti in vita dalle anime racchiuse tramite il Matrimonio dell'Horna. Infatti sarà riprodotto alla perfezione l'aspetto fisico e verranno acquisite abilità più vicine a quelle precedentemente possedute. Questi cloni potranno utilizzare, al posto di quella del corpo originale (che non possiedono per niente) e con limitazioni molto pesanti sotto descritte, le abilità innate (devono essere segnate in scheda) che possedevano in vita e in alcuni casi specifici (ovvero solo quando sarà reso obbligatorio dalle abilità innate) anche gli elementi. Le statistiche saranno pari a quelle dell'utilizzatore, con un bonus di 20 al Punto forte ed un malus di 20 al Punti debole che possedeva l'anima contenuta nella copia (segnati entrambi in scheda).
    [Tipologia di cloni: Superiori]
    [La copia possiede le stesse armi dell'utilizzatore, identiche alle originali]
    [Possono essere creati tanti cloni quante sono le anime raccolte col Matrimonio dell'Horna, esclusa però quella attiva.]
    [I cloni conoscono tutte le jutsu dell'utilizzatore, ma non possono utilizzare quelle di un elemento se non lo possiedono]
    [Le abilità innate dei cloni sono sempre solo al 1° livello e il consumo dell'innata e delle tecniche derivate sono il triplo rispetto alla norma]
    [Nel caso un'anima possieda due o più abilità innate, solo la prima segnata (on-gdr la prima appresa) potrà essere utilizzata dal clone]
    [Se un'abilità innata richiede un elemento primario, il clone lo possederà come elemento primario e l'elemento primario del corpo originale diventerà l'elemento secondario del clone. Se l'abilità innata richiede due elementi obbligatori, quelli diventeranno gli elementi del clone]
    [Tutte le innate devono ricevere l'approvazione di uno staffer, che può decidere di porre dei limiti (anche totale) all'utilizzo dell'innata tramite questa tecnica, che dovranno essere riportate in scheda]
    [Tecniche degli elementi posseduti solo dai cloni possono essere inserite in scheda e acquistate spendendo normalmente i p.a., però deve essere segnato che sono utilizzabili solo da questi cloni]
    [Nel caso la copia venisse fatta scomparire volontariamente, il chakra rimastogli ritornerà al ninja. Per far scomparire la copia di propria volontà è necessario che essa rimanga immobile per mezzo turno. Inoltre non deve essere in una situazione agitata, per esempio in mezzo ad un combattimento.]
    [La copia scompare in seguito a danni critici. Se viene abbattuta in questa maniera, il suo chakra rimanente non viene restituito al corpo originale (ma il chakra massimo sì)]
    [L'utilizzatore può decidere di far sparire un suo clone senza preavviso, in tal caso il chakra non viene restituito al corpo originale]
    [Se uno di questi cloni termina il chakra a propria disposizione, scomparirà immediatamente]
    [I sensitivi sentiranno l'impronta di chakra dei cloni come leggermente diverso da quella dell'utilizzatore, un misto di quella del corpo originale e di quella che l'anima possedeva in vita]
    [Sigilli: 3]
    Consumo: il 5% del chakra totale per ogni copia (pagato dal corpo originale) e inoltre il chakra rimanente e massimo sono divisi esattamente tra i vari cloni (prima di effettuare il calcolo di cui sopra).

    -post minimi: 1 + 1 per ogni anima
    - voto minimo: 3 (post iniziale) + 2 (per ogni anima)
    [In scheda deve essere segnato esplicitamente quali anime hanno già ottenuto l'approvazione per l'utilizzo di questa tecnica]

    Shini no Mae (Ballo della Morte) (tecnica personale)
    Tipo: Genjutsu
    Livello C
    Si dice che gli uomini, nel momento in cui stanno per morire, rivedano tutta la propria vita scorrere davanti ai propri occhi, come una sorta di film. Si tratta per lo più di una finzione narrativa, ma prendendo spunto da essa il Professor Madaraki ha creato un'illusione di basso livello, pensata per i principianti in questa arte. Se la vittima guarda le mani dell'utilizzatore che eseguono il sigillo, questa verrà strappata dal suo presente e vedrà un riassunto veloce della propria intera esistenza, creata dal cervello dello stesso (quindi in funzione dei propri ricordi). L'utilizzatore invece dovrà rimanere fermo sul posto per tutta la durata del genjutsu (mezzo turno, ovvero circa 5 secondi). Al termine di questa visione la vittima potrà provare un forte senso di paura e se tra i due ninja c'è una differenza di forza molto grande la pressione è in grado di far perdere i sensi alla vittima.
    [L'illusione ha effetto se la vittima si trova entro 10 metri dall'utilizzatore, altrimenti vedrà il sigillo senza essere raggiunto dall'illusione]
    [Sigilli: 1]
    Stimolo: visivo
    Mondo di attuazione: illusorio
    Bersaglio: singolo
    Immobilità: necessaria
    Consumo: 40


    Maki Uehara
    Violenta, rozza e mascolina, i suoi hobby preferiti sono torturare e uccidere. Ha capacità recitative notevoli ed è solita nascondere il suo carattere nei momenti di necessità, per esempio con i superiori. È dotata inoltre di un'ottima memoria e di capacità di apprendimento notevoli. Le sue passioni, oltre alla lotta, sono l'alcool e le belle donne. Nutre nei confronti del professore enorme riconoscenza, mentre considera Rutja un povero fesso, ma anche un alleato necessario.

    Dati di quando era in vita

    Aspetto

    Voce

    Emilia Clarke

    Punto di forza

    Velocità

    Punto debole

    Resistenza

    Abilità Innata

    Manipolazione delle Lance del Fulmine

    Altezza

    176 cm

    Peso

    66 kg

    Theme personale

    Ezkimo – Salainen agentti 998 remix (instrumental)




    Maki Uehara
    Clone del Figlio
    Parametri Fisici

    Forza

    35

    Resistenza

    60-20=40

    Velocità

    48+20=68

    Agilità

    50

    Precisione

    47

    Riflessi

    55

    Chakra

    Variabile (metà dell'originale)




    Manipolazione delle Lance del Fulmine

    In tempi lontani, quando Taki era ancora un piccolo villaggio quasi del tutto privo di potenziale bellico, il clan Uehara era una delle famiglie più note e potenti e tra i suoi membri erano reclutate tutte le guardie personali del kage. Con l'apertura a clan e abilità innate stranieri, la famiglia ha perso tutto il proprio potere, le cui uniche vestigia sono il prestigio che essa ha tra le persone meno giovani del villaggio. La tecnica segreta del clan permette di manipolare a piacere armi di chakra Raiton dalla densità superiore rispetto alla norma di questo elemento e dal colore tendente al verde.


    1° Livello – Minimo livello 2
    -Il ninja ha una notevole affinità all'elemento Raiton, le cui tecniche (escluse quelle derivate da questa innata) otterranno una riduzione del consumo di una unità di chakra, mentre le tecniche di altri elementi avranno un consumo maggiorato di due unità.

    TECNICHE DERIVATE

    Aghi del tuono
    Tipo: Hijutsu
    Il ninja crea dei sottili cilindri di chakra solido, di un paio di millimetri di diametro e di 5 centimetri di lunghezza. Non essendo appuntiti, questi non possono provocare danni da taglio, ma a contatto con la pelle umana provocano piccole ustioni (con forza 15). L'utilizzatore può direzionare telepaticamente questi aghi, purché essi non siano più lontani di 20 metri da sé.
    [Sigilli: 1]
    [È possibile controllare al massimo 5 aghi per ogni livello di innata sbloccato]
    Consumo: 10 per ago a turno

    Fulmindenti
    Tipo: Ninjutsu/Hijutsu
    Livello: C
    Il ninja ricopre del tutto la propria arcata dentaria con chakra Raiton ad alta densità. Quando morde qualcosa ai danni normali vanno aggiunti ulteriori ferite da folgorazione, sempre basate sulla Forza. Fintanto che la tecnica è attiva, il ninja ha un bonus di 5 punti alla Resistenza dei propri denti.
    [Sigilli: 0]
    Consumo: 25 a turno


    Clone dello sposo
    Parametri Fisici

    Forza

    21

    Resistenza

    36

    Velocità

    29+20=49

    Agilità

    30

    Precisione

    28

    Riflessi

    33

    Chakra

    Variabile (0/80)




     
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    34.4 IL SENSO DELLA VITA, PASSATA E FUTURA


    YAMATO
    P: Ragazzo, proprio non riesco a capirti... condividiamo questo corpo da ormai molto tempo, ma non mi è chiaro cosa tu voglia. Di solito lo capisco al volo, ma con te proprio no. Perché aiuti Rutja? Sei uno dei membri più produttivi di questo gruppo, ma non capisco i tuoi motivi. Non condividi i suoi ideali e lui non condivide i tuoi, sempre che ne sia rimasta traccia dentro di te. Non chiedi vantaggi personali e non ti esponi se non per dare consigli validi. Prova a spiegarci.

    Era la prima volta che venivo affrontato di petto su quell'argomento, che pure doveva essere centrale in una relazione del genere. Se non l'avevano mai fatto forse era perché non volevano sapere la risposta, ritenendola rischiosa. In ogni caso io ci avevo riflettuto a lungo, davvero a lungo, del resto il tempo libero non mancava in una forma di vita come quella, in cui le necessità primarie erano adempiute da altri. Alla fine ero riuscito ad arrivare ad una risposta e ora per la prima volta la esponevo ad alta voce.

    Y: Perché questa è la mia natura. Io sono così, dopo tanto tempo l'ho capito. Io sono intelligente, so di esserlo, ma necessito di qualcuno che mi guidi, che mi permetta di non sprecare le mie qualità. I miei ideali, quello in cui credo, quello che voglio... tutto questo passa in secondo piano. Senza una guida non sono niente, senza un leader mi sento perso. Lo sono stato per poco e ricordo con orrore quel periodo. Odiavo Boris, eppure l'ho seguito per così tanto tempo, finendo quasi per apprezzarlo. Voi... io non vi odio. Non condivido i vostri ideali, ma li trovo meno disgustosi di quelli di Boris. Io vi seguirò e vi servirò, perché è l'unica cosa che so e che posso fare...

    Madaraki ascoltò tutto il mio monologo con attenzione e rimase in silenzio anche per qualche attimo dopo che era finito, poi sorrise.

    P: Capisco. Come pensavo ci possiamo fidare di te. Possiamo tornare a casa, lì riceverai il tuo premio.

    Quest'ultima frase mi fece capire quale fosse il significato di tutto ciò, la questione girava attorno alla tecnica del Clone del Figlio. Avevo sentito molti pensieri di Rutja a riguardo, quindi avevo compreso quanto la libertà che essa concedesse rendesse necessario prendere delle precauzioni. Non pensavo però che si sarebbe arrivato a tanto, ma evidentemente Madaraki aveva calcolato ogni cosa con precisione assoluta. Aveva guidato Rutja in una spiaggia deserta del Paese della Cascata, in modo da ridurre il rischio di presenze non gradite, si era fatto evocare come Clone dello Sposo, combinando le abilità di questa tecnica con quella del Prigioniero del Carcerato. In questo modo poteva comunicare telepaticamente con il corpo originale del ragazzo, sfruttando la possibilità di costui di sentire i miei pensieri in tempo reale, per verificare che non mentissi e non nascondessi nulla. Così poté svolgere l'interrogatorio perfetto di cui aveva bisogno e fu in grado di obbligarmi ad una risposta definitiva su di me. Ero sinceramente impressionato dall'abilità dell'uomo di non lasciare nulla al caso e di avere ogni cosa sotto il proprio controllo, non era per niente male avere un capo del genere.
    Una volta chiarito questo punto e dopo essere tornati a casa, iniziarono i preparativi per armonizzare la mia anima con il corpo dei cloni. Subito dopo essere stato evocato fui bersagliato con un'illusione che mi fece rivivere un riassunto di tutto ciò che avevo vissuto in pochi istanti. L'incontro con il mio mentore, la sua morte, il giorno in cui ritrovai Boris e quello in cui morimmo. Ripercorrendola mi accorsi che non era stata granché, la mia vita. Un perenne correre dietro all'altrui volontà, però solo in questa maniera ero in grado di andare avanti. E anche in quella nuova forma era sempre così.
    Caddi a terra, stremato, ma mi rialzai subito dopo. Non volevo cedere, avrebbe voluto dire rimandare di troppo tempo l'ottenimento dei risultati sperati. Così mi feci forza e richiesi di subire ancora una volta il Ballo della Morte, per solidificare ancor più il legame tra anima e corpo. Questa volta si ridussero fatica e dolore e riuscii a mantenere la forma di clone. Fu necessaria una terza ripetizione per essere sicuri di aver raggiunto la stabilità necessaria. A questo punto Rutja mi chiese il permesso di attaccarmi, poi lo fece. Io non mi mossi di un centimetro e il pugno che mi diede caricato a piena potenza non mi fece nemmeno un graffio, anzi fu lui a farsi male. Il mio corpo era di nuovo quello roccioso di un tempo, fui sorpreso dalla fierezza con cui constatai questo fatto. Le botte dei ragazzini più grandi mi avevano temprato a sufficienza durante la mia infanzia e se ero diventato così robusto lo dovevo anche a loro, avevo sempre pensato. In quella nuova forma molto dipendeva dalle abilità del giovane Rutja, ma la possanza di quel corpo era comunque fuori dal comune, grazie all'influsso dei miei dati genetici. Certo, a rimetterci era stata la velocità, che sentivo essere calata sensibilmente, ma anche questa era una peculiarità del mio corpo precedente. Era impressionante constatare i punti di contatto tra la passata esistenza e quella presente, da questo punto di vista il lavoro di Madaraki non meritava altro che lodi enormi.

    Y: Immagino che adesso vorrai che provi ad utilizzare l'innata, giusto?

    Era ancora mattina e dalla piccola finestra del nostro appartamento entrava un bel po' di luce, assolutamente necessaria per testare le capacità del mio clan. Provai a concentrare il chakra in quantità massiccia, per contrastare le difficoltà che mi erano state preannunciate da Madaraki nel colloquio preparatorio. Dopo un singolo tentativo fallimentare, riuscii a far muovere a mio piacimento l'ombra che si trovava ai miei piedi, grazie ad una piccola serie di sigilli. Purtroppo la libertà di movimento era limitata a pochi metri di distanza da me, molti meno di quanti ne riuscissi a gestire in passato. Anche questo mi era stato anticipato, quindi non feci fatica ad accettarlo, del resto sembrava già miracoloso poter riavere indietro l'abilità che tanto avevo faticato ad ottenere. Da giovane mi ero spaccato la schiena da solo, perché non vi era nessuno a guidarmi. Avevo impiegato quasi due anni a imparare quello che i membri del clan imparano in qualche settimana, ma alla fine il Bastardo Nara aveva ottenuto le sue abilità ed era diventato uno shinobi di Ame, nonostante nessuno ci avesse creduto e mi avesse sostenuto. Ripensandoci ora, a distanza di così tanto tempo, non rimpiangevo per niente quel successo. Sarà stato pure il primo passo verso una vita non propriamente piacevole, ma di certo l'alternativa che mi avrebbe aspettato non sarebbe stata tanto migliore. Con ogni probabilità in tal caso sarei morto già da tempo, in maniera definitiva magari. Certo, innocente, ma pur sempre morto, forse pure solo come un cane. A confronto aiutare da fantasma uno scienziato pazzo a raggiungere i suoi scopi malvagi non era così male.

    Y: Resta fermo dove sei per qualche istante.

    Dopo essermi assicurato l'immobilismo di Rutja, lo catturai con la mia ombra. Gli feci riprodurre alcuni miei movimenti, giusto per verificare la tenuta della tecnica. Purtroppo la stabilità del Controllo dell'Ombra era minimo e dopo una decina di secondi l'inibizione si ruppe, lasciando di nuovo libero il ragazzo-ragno. Oltre alla debolezza del jutsu, un problema serio era il costo elevato in chakra a cui mi costringeva, ben poca utilità avrei potuto trarre da quell'innata. Rutja mi fece lavorare ancora per un po' su di essa, sulla velocità, sul controllo e sulla capacità di fare movimenti complessi con l'ombra. Una volta terminata la sessione, potemmo fare un paio di ore di pausa. Al termine di esse, mi trasformai in un suo clone normale e insieme uscimmo di casa, per andare ad allenarci in un campetto poco distante. Quello era l'ultimo giorno tra quelli che il ninja di Taki aveva preso di vacanza dal suo lavoro, quindi dovevamo sfruttarlo a dovere. Non facemmo nulla di particolare, solo un po' di esercizi fisici di riscaldamento e poi un piccolo incontro amichevole. Con la lentezza che caratterizzava quel corpo provvisorio ero particolarmente esposto all'uso di armi da taglio, mentre nel combattimento a mani nude riuscivo ad essere molto più efficace. Un altro problema che dovetti riscontrare fu la discreta lentezza dei ninjutsu, cosa che riduceva di molto l'utilità di tali abilità. Insomma, come punto debole era effettivamente notevole, ma potevo altresì contare su una resistenza fuori dal comune, quindi in eventuali scontri mi toccava semplicemente tentare di deviare l'andamento del match verso ciò che mi tornava utile.
    Una volta terminata la battaglia simulata, il ragazzo mi si avvinò, serio in volto.

    Il Professore dice ti concede del tempo libero in questa forma. Fai ciò che preferisci, basta che torni entro la notte.

    Dopo aver detto ciò, si allontanò verso casa, immaginai per riposare. Ciò che mi offrivano era un po' di libertà, ma avrebbero potuto controllare i miei ricordi, quindi era un modo di mettermi alla prova. Io lo sapevo e il Professore era di sicuro conscio di questo. Era il modo migliore per farmi prendere consapevolezza di cosa potevo e non potevo fare in questa forma, probabilmente.
    Io rimasi interdetto, non sapevo cosa farmene del tempo libero. Mi misi a camminare senza meta per un po', cercando di capire cosa mi sarebbe piaciuto fare, ma non trovavo nulla. Non avevo interessi, hobby o quant'altro. Non mi dispiaceva leggere e quando Rutja lo faceva mi univo volentieri, ma se avessi dovuto scegliere un libro e iniziare a farlo io, probabilmente non avrei trovato la voglia. Tanto più che avevo poco tempo a disposizione, non potevo permettermi chissà quale libertà di azione. Per questo mi andai a sedere con calma su una panchina al limitare del parco, dalla parte opposta rispetto a quella dove era andato il corpo che mi aveva generato. Rimasi a riflettere su me stesso, su cosa avrei fatto in futuro, soprattutto se davvero il Professore fosse riuscito a farci rinascere tutti.

    B: Hey, tu cei Ruggia, vero?

    All'improvviso irruppe sulla scena una bambina sconosciuta, sembrava non avere più di quattro anni e pronunciava le parole ancora in maniera molto infantile. Aveva un sorriso gioioso sulle labbra, ancora non capivo come Rutja potesse avere così successo sulle giovanissime, visto il suo aspetto. Al di là di Aya, che era un caso “speciale”, il ragazzo era riuscito in qualche maniera ad entrare in contatto normale con la bambina dai capelli rossi, quella che era cresciuta in maniera inspiegabile e che stando alle notizie più recenti era addirittura diventata Mizukage, e con l'altra ragazzina Uchiha chiamata Kiria, colei che aveva guidato la sua squadra durante la Guerra. Per non parlare degli altri esempi meno eclatanti. Doveva esserci qualcosa nella sua figura che lo rendeva simpatico alle giovanissime, mentre di norma la maggior parte dei maschi e delle donne di età più avanzata avevano reazioni opposte, tra la paura e il disgusto solitamente. In ogni caso questa sua strana predisposizione mi metteva nei guai, perché io ero sempre stato una frana con i bambini. Ingenui, curiosi, diretti. Mi mettevano sempre in difficoltà e successe anche in questo caso. Mentre io rimasi in silenzio, la piccola mi raccontò, a parole sue, di come avesse visto il mostro-ragno fare esercizi in quel parco e di come molti la divertissero, specialmente quando usava le bocce da combattimento per fare giocoleria. Io non sapevo cosa rispondere, ma per fortuna arrivò in mio soccorso la madre della piccola, che la richiamò a sé. Fino ad allora non ero riuscito a far sparire il clone che mi conteneva, troppa era la pressione che mi metteva addosso la presenza della bimba, ma proprio nel momento in cui si allontanò riuscii a trovare la calma necessaria. Forse le due sarebbero state sorprese o addirittura infastidite dalla mia sparizione, però non avrei retto più di così. Nascondermi, come sempre, era la cosa che più desideravo fare e la sistemazione dentro Rutja era molto comoda per questo. Tutto sommato potevo dirmi soddisfatto della situazione, la cosa che più mi preoccupava era quel possibile e ignoto futuro, una volta libero da quelle catene e spedito tra le fauci del mondo esterno. Dovevo trovare modo di prepararmi, dovevo trovare un senso a quella possibile nuova esistenza prima che fosse troppo tardi.



    OT
    Mi sono ricordato solo stasera di questo allenamento che avevo scritto un sacco di tempo fa -.- Nel frattempo ho fatto level up, ma visto che questa ruolata ormai l'ho ambientata che ero a livello 12 non aveva senso considerarmi di un livello sopra xD.

    Metto le tecniche che uso e l'anima che richiamo è qua sotto in spoiler.
    Musuko no Bunshin (Clone del Figlio)
    Tipo: Ninjutsu
    Livello: Proibito
    Evoluzione del Clone dello Sposo, che ricrea in maniera ancora più simile i corpi posseduti in vita dalle anime racchiuse tramite il Matrimonio dell'Horna. Infatti sarà riprodotto alla perfezione l'aspetto fisico e verranno acquisite abilità più vicine a quelle precedentemente possedute. Questi cloni potranno utilizzare, al posto di quella del corpo originale (che non possiedono per niente) e con limitazioni molto pesanti sotto descritte, le abilità innate (devono essere segnate in scheda) che possedevano in vita e in alcuni casi specifici (ovvero solo quando sarà reso obbligatorio dalle abilità innate) anche gli elementi. Le statistiche saranno pari a quelle dell'utilizzatore, con un bonus di 20 al Punto forte ed un malus di 20 al Punti debole che possedeva l'anima contenuta nella copia (segnati entrambi in scheda).
    [Tipologia di cloni: Superiori]
    [La copia possiede le stesse armi dell'utilizzatore, identiche alle originali]
    [Possono essere creati tanti cloni quante sono le anime raccolte col Matrimonio dell'Horna, esclusa però quella attiva.]
    [I cloni conoscono tutte le jutsu dell'utilizzatore, ma non possono utilizzare quelle di un elemento se non lo possiedono]
    [Le abilità innate dei cloni sono sempre solo al 1° livello e il consumo dell'innata e delle tecniche derivate sono il triplo rispetto alla norma]
    [Nel caso un'anima possieda due o più abilità innate, solo la prima segnata (on-gdr la prima appresa) potrà essere utilizzata dal clone]
    [Se un'abilità innata richiede un elemento primario, il clone lo possederà come elemento primario e l'elemento primario del corpo originale diventerà l'elemento secondario del clone. Se l'abilità innata richiede due elementi obbligatori, quelli diventeranno gli elementi del clone]
    [Tutte le innate devono ricevere l'approvazione di uno staffer, che può decidere di porre dei limiti (anche totale) all'utilizzo dell'innata tramite questa tecnica, che dovranno essere riportate in scheda]
    [Tecniche degli elementi posseduti solo dai cloni possono essere inserite in scheda e acquistate spendendo normalmente i p.a., però deve essere segnato che sono utilizzabili solo da questi cloni]
    [Nel caso la copia venisse fatta scomparire volontariamente, il chakra rimastogli ritornerà al ninja. Per far scomparire la copia di propria volontà è necessario che essa rimanga immobile per mezzo turno. Inoltre non deve essere in una situazione agitata, per esempio in mezzo ad un combattimento.]
    [La copia scompare in seguito a danni critici. Se viene abbattuta in questa maniera, il suo chakra rimanente non viene restituito al corpo originale (ma il chakra massimo sì)]
    [L'utilizzatore può decidere di far sparire un suo clone senza preavviso, in tal caso il chakra non viene restituito al corpo originale]
    [Se uno di questi cloni termina il chakra a propria disposizione, scomparirà immediatamente]
    [I sensitivi sentiranno l'impronta di chakra dei cloni come leggermente diverso da quella dell'utilizzatore, un misto di quella del corpo originale e di quella che l'anima possedeva in vita]
    [Sigilli: 3]
    Consumo: il 5% del chakra totale per ogni copia (pagato dal corpo originale) e inoltre il chakra rimanente e massimo sono divisi esattamente tra i vari cloni (prima di effettuare il calcolo di cui sopra).

    -post minimi: 1 + 1 per ogni anima
    - voto minimo: 3 (post iniziale) + 2 (per ogni anima)
    [In scheda deve essere segnato esplicitamente quali anime hanno già ottenuto l'approvazione per l'utilizzo di questa tecnica]

    Shini no Mae (Ballo della Morte)
    Tipo: Genjutsu
    Livello C
    Si dice che gli uomini, nel momento in cui stanno per morire, rivedano tutta la propria vita scorrere davanti ai propri occhi, come una sorta di film. Si tratta per lo più di una finzione narrativa, ma prendendo spunto da essa il Professor Madaraki ha creato un'illusione di basso livello, pensata per i principianti in questa arte. Se la vittima guarda le mani dell'utilizzatore che eseguono il sigillo, questa verrà strappata dal suo presente e vedrà un riassunto veloce della propria intera esistenza, creata dal cervello dello stesso (quindi in funzione dei propri ricordi). L'utilizzatore invece dovrà rimanere fermo sul posto per tutta la durata del genjutsu (mezzo turno, ovvero circa 5 secondi). Al termine di questa visione la vittima potrà provare un forte senso di paura e se tra i due ninja c'è una differenza di forza molto grande la pressione è in grado di far perdere i sensi alla vittima.
    [L'illusione ha effetto se la vittima si trova entro 10 metri dall'utilizzatore, altrimenti vedrà il sigillo senza essere raggiunto dall'illusione]
    [Sigilli: 1]
    Stimolo: visivo
    Mondo di attuazione: illusorio
    Bersaglio: singolo
    Immobilità: necessaria
    Consumo: 40


    Yamato Nara
    Dall'animo semplice e cordiale, amava fingere di essere un idiota, visto che ne aveva l'aspetto. Disilluso sulla giustizia terrena e sulla bontà del sistema dei villaggi, è convinto che ogni azione sia lecita per il proprio benessere. Non ama gli eccessi e cerca soprattutto la possibilità di stare in pace. Un tempo giovane promessa di Ame, fu l'allievo prediletto del padre di Rutja. Dalla mente agile e vivace, è molto abile nell'ideare tattiche di combattimento e nel valutare le varie situazioni a cui va incontro, riuscendo sempre a trovare soluzioni logiche.

    Dati di quando era in vita

    Aspetto

    Voce

    Dan Castellaneta

    Punto di forza

    Resistenza

    Punto debole

    Velocità

    Abilità Innata

    Controllo dell'Ombra

    Altezza

    189 cm

    Peso

    85 kg

    Theme personale

    Hitoshi Sakimoto – Seeking Power (Final Fantasy XII OST)




    Yamato Nara
    Clone del Figlio
    Parametri Fisici

    Forza

    35

    Resistenza

    60+20=80

    Velocità

    48-20=28

    Agilità

    50

    Precisione

    47

    Riflessi

    55

    Chakra

    Variabile (metà dell'originale)





    Controllo dell'Ombra

    1° Livello - Minimo Livello 2

    - L'ombra può allungarsi e stringersi frontalmente e in linea retta rispetto all'esecutore, senza possibilità di curvarsi.
    - L'ombra può allungarsi e restringersi fino a un limite massimo di 10 metri di lunghezza dell'ombra stessa.
    - Per manipolare l'ombra occorre comporre 3 sigilli e mantenere l'ultimo, se le mani si separano l'ombra torna normale

    Consumo: 5 per Turno

    Tecniche Derivate

    CITAZIONE
    Tecnica del controllo dell'ombra (Kagemane no Jutsu - Shadow Copy Technique)
    Tipo: Hijutsu/Ninjutsu
    Conosciuta in passato come Tecnica dell'allacciamento delle ombre, questa tecnica lega la propria ombra a quella dell'avversario, obbligandolo a copiare i propri movimenti. Dopo aver manipolato la propria ombra facendo in modo che entri in contatto con quella del bersaglio, il ninja dispone di un determinato lasso di tempo per controllare i suoi movimenti.
    [Sigilli: 3]
    [Al 1° Livello si può controllare massimo 1 persona, per massimo 1 turno]
    [Al 2° Livello si possono controllare massimo 3 persone, per massimo 3 turni]
    [Al 3° Livello si possono controllare massimo 5 persone, per massimo 5 turni]
    [Al 4° Livello si possono controllare massimo 7 persone, per massimo 7 turni]
    [Nota: in caso si intrappolino più persone, il numero massimo di turni per cui si possono controllare è pari al numero di turni del proprio livello diviso il numero di persone controllate (arrotondato per difetto)]
    [Per liberarsi, se la vittima è di livello inferiore al ninja deve pagare un costo in chakra triplo al costo della tecnica]
    [Per liberarsi, se la vittima è di livello pari al ninja deve pagare un costo in chakra doppio al costo della tecnica]
    [Per liberarsi, se la vittima è di livello superiore al ninja deve pagare un costo in chakra pari al costo della tecnica]

    Consumo: 30 (a turno, a persona)



    Clone dello sposo
    Parametri Fisici

    Forza

    21

    Resistenza

    36+20=56

    Velocità

    29

    Agilità

    30

    Precisione

    28

    Riflessi

    33

    Chakra

    Variabile (0/80)




     
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    AYA
    P: Sei disposta a truffare per lui? Sei disposta ad uccidere? Persino innocenti? Questo ti sto chiedendo.

    Le risposte evasive che avevo dato non bastavano a Madaraki, che mise tutte le carte scoperte e cercò di incalzarmi il più possibile. Eravamo soli in quel momento, io e lui, sotto forma di proiezioni mentali. Una Riunione di Condominio singola, in cui l'uomo a capo di tutto si voleva sincerare di quanto fossi in grado di aiutarli. Sotto forma di Clone dello Sposo avevo sempre fatto del mio meglio, ma in qualche rara occasione avevo tentennato troppo, fatto che non era sfuggito all'attenzione dell'uomo che tirava le redini dell'intera squadra.

    A: Io... non posso più tornare indietro. Ho già commesso troppi peccati, non posso fare finta che non sia così. Io farò quello che mi chiedete. Qualsiasi cosa.

    L'uomo mi scrutò a lungo, cercando di non farsi sfuggire nessuna mia espressione. Visto che la tecnica in quel momento attiva riproduceva i corpi avuti in vita, seppur solo come proiezione olografico-illusoria, mi ritrovavo esposta in tutta la mia debolezza. Una pessima mentitrice e un ottimo segugio, non c'era alcuna speranza di nascondergli alcunché. E proprio per questo mi trovavo nella situazione che mi coglieva sempre nei momenti di stress, ovvero sull'orlo delle lacrime. Però ero sincera, sapevo di esserlo.

    P: Non mi hai ancora convinto. Domani... domani ti concederò una giornata intera per riflettere. Non seguiremo la turnazione normale, chiederò a Rutja di evocare te. Non ti chiedo altro che di pensare attentamente a quello che intendi fare. Abbandonare del tutto la propria umanità non è una scelta facile per chi ha sempre vissuto una vita normale. Per farlo devi esserne sicura, dopo non ci sarà davvero possibilità di tornare indietro, finiresti schiacciata dal rimorso. Va bene?

    La premura con cui l'uomo mi spiegò tutto quanto mi lasciò senza parole. Era un profondo conoscitore delle persone e della loro psiche, forse proprio il suo essere in qualche maniera “inumano” lo portava a capire meglio il funzionamento degli altri. Se lui mi aveva vista incerta probabilmente aveva ragione lui, nonostante io la pensassi diversamente. Mi fidavo di più di lui che di me stessa, alla fin fine.
    La mattina dopo arrivò in fretta e Rutja mi evocò appena sveglio. Aveva una missione da fare, una di quelle semplici, motivo per cui potevo concentrarmi su quello che il Professore mi aveva chiesto la serata precedente, mi disse il ragazzo. Io accettai il consiglio e cercai di riflettere il più possibile, pensando a tutti gli scenari esistenti. Se non fossi riuscita a fare questo passo o se Madaraki avesse deciso che non ero pronta a farlo, allora avrei perso la possibilità di essere piazzata all'interno di un Clone del Figlio, avrei perso un'occasione di essere utile all'uomo che amavo e probabilmente avrei perso molte possibilità di stare insieme a lui anche solo per poco tempo. La posta in palio era tanta, ma il prezzo da pagare forse ancora più grande.
    Il mio filosofeggiare alla ricerca di una risposta definitiva non procedeva per niente. I pensieri erano sempre gli stessi, i dubbi e le domande rimanevano, la motivazione non si affievoliva. Credevo di essere giunta ad un punto morto, finché non mi arrivò un assist enorme da parte di Rutja. Nel corso della missione qualcosa era andato storto e lui si era dovuto trovare ad affrontare un ladruncolo di bassa lega che aveva deciso di farsi avanti proprio in quel momento. Il mio amato ebbe la meglio in pochi istanti, ma subito dopo dovette decidere in un secondo cosa fare del nemico. Soppesò con una velocità disarmante i pro e i contro delle due opzioni maggiori: ucciderlo o catturarlo. La seconda presentava difficoltà logistiche, visto che nella colluttazione l'uomo era rimasto ferito. Lasciarlo in vita avrebbe voluto dire sprecare tempo e forse chakra. D'altra parte l'omicidio era sempre rischioso, dato che il confine tra la violenza giustificata dall'autorità e quella considerata eccessiva era sempre troppo sottile. Rutja valutò se avrebbero potuto chiedergli conto di quella morte e decise che non era così. Valutò se ci fossero altre possibili conseguenze spiacevoli a quell'azione e si convinse di nuovo di no. Tutto questo in pochissimi istanti. Era diventato bravo in questo, Madaraki doveva aver insistito molto sulla capacità di decidere in fretta in situazioni del genere. Però quello mi colpì più profondamente fu un altro aspetto, più pregnante nel dirimere il mio personale dilemma. Infatti notai che nei pensieri di Rutja non c'era stato neanche un accenno alla questione morale, non si chiese per niente se l'azione che avrebbe compiuto sarebbe stata corretta o nefanda secondo un qualsiasi senso di giustizia. Non gli era passato per la testa nemmeno per un istante, non aveva dato alcun peso a nient'altro che non fosse la visione del nostro gruppo. Lui non amava la violenza, non era come quella pazza di Maki, questo lo avevo accertato da tempo ascoltando continuamente i suoi pensieri. Però ormai non aveva più neanche la benché minima remora a fare qualsiasi cosa fosse necessario o anche solo un minimo utile. Non aveva più alcuna concezione di giusto e sbagliato, da quel punto di vista lui era riuscito a gettare via la sua umanità, come aveva sempre detto di voler fare. Io non sarei mai riuscita a essere così, non potevo non interrogarmi sulla moralità delle mie azioni. Non potevo essere “inumana” come lui, però potevo essere davvero umana. Potevo capire la differenza tra il bene e il male e scegliere il secondo coscientemente in caso di necessità. Sentivo di poterlo fare, di poter agire in vista di qualcosa di superiore, di poter accettare di fare qualsiasi cosa per amore. Cosa ci sarebbe stato di più umano di questo?
    Dopo l'imprevisto di cui sopra, la missione terminò in fretta e nel primo pomeriggio potemmo già tornare a casa. Io chiesi a Rutja di mettermi in contatto con il Professore il prima possibile e lui lo fece. Comunicai quindi al padrone del mio amato la decisione che avevo raggiunto, spiegandone il ragionamento soggiacente con tutta la determinazione che ero in grado di mettere in campo.

    P: Capisco...

    L'uomo rimase qualche secondo immobile, a pensare. Io non indietreggiai di un passo, la questione era ormai troppo importante per poter cedere.

    P: Ho deciso. Ti concederò una chance. Ormai siamo diventati celeri nella sincronizzazione dei corpi, potrai provare a raggiungere il giusto risultato nelle poche ore che rimangono di oggi e in tutti i momenti liberi di Rutja. Entro questa settimana dovresti riuscire a completare il processo. Una volta che ce la farai, ti sottoporrò ad una prova. Allora mi dimostrerai se la mia fiducia è ben riposta e capiremo quanto potrai aiutarci in quella tua nuova forma. Ti è tutto chiaro? Comunica a Rutja la mia decisione, digli di fare cambio con me.

    Spiegai al ragazzo tutto quanto e lui mi spense, salvo evocarmi di nuovo poco dopo, ovviamente sotto forma di clone. Era una sensazione strana ritrovare dopo più di un anno il mio corpo, ormai ero perfettamente abituata a quello di Rutja e tutto mi sembrava quasi fuori posto. Il numero di braccia, l'altezza e il sesso, era tutto diverso. Inoltre sentivo un leggero dolore in tutte le membra, come se qualcosa fosse fuori posto. Facevo fatica a respirare per bene, ma cercai di nasconderlo al mio compagno.

    A: Iniziamo?

    Il ragazzo sembrava preoccupato, però dopo qualche istante decise di partire con la prima procedura. Fece qualche sigillo e poi mi colpì con l'illusione che mostrava un riassunto della vita della vittima. In pochi istanti rividi i momenti chiave della mia esistenza, che erano quasi tutti incentrati su Rutja e sulla mia monomaniacale passione per lui. Non avevo rimpianti, sapevo che non sarebbe potuta andare diversamente.
    Terminata la visione, caddi sulle ginocchia, per riprendere fiato. Mi sentivo soffocare sempre di più e ad un certo punto non fui più in grado di rimanere attiva. Sparii nel nulla, ma poco dopo fui evocata di nuovo. Questa volta era diminuita molto la sensazione di debolezza e le difficoltà di respiro, era come se sentissi il corpo più mio. La routine fu ripetuta ancora, ma in questo caso riuscii a reggere il genjutsu senza eccessivi problemi. Avevo un po' di fiatone, ma sapevo di non stare correndo alcun rischio di fare la fine di prima. Però l'ultima immagine del riassunto mi aveva lasciato una certa nostalgia, la scena del mio bacio con Rutja nel momento in cui il mio cuore stava per fare i suoi ultimi battiti. Era stata l'apoteosi della mia vita e rivederla una seconda volta mi lasciava colma del desiderio di averne subito una terza.

    A: Ancora... ancora una volta...

    Il ragazzo palesò la sua scarsa contentezza di fronte alla mia richiesta, non sembrava aver capito le mie motivazioni. Ero sicura che Madaraki lo avesse fatto, ma non mi importava, tutto quello che volevo era assistere all'ennesimo replay del momento più bello della mia intera esistenza. Una volta ottenuto questo, fui abbastanza pronta per affrontare gli esercizi di sincronizzazione dell'anima. Per prima cosa mi fece testare la mia Forza fisica, per vedere se davvero era migliorata quanto dovuto. Dopo qualche attimo di esitazione, riuscii a sollevare senza alcun fastidio il letto di Rutja, che pesava quasi cento chili. Per riuscire a fare lo stesso, il ragazzo doveva impegnarsi a fondo e concentrarsi estremamente solo in quello. La facilità con cui mi esibii nell'azione fu un chiaro segno di quanto in quel preciso parametro superavo di gran lunga le abilità del corpo originale. Facemmo altre brevi prove, per verificare che riuscissi a mantenere alta sia la forza esplosiva che quella intensiva, in modo da verificare che non ci fossero crepe nella mia abilità migliore.
    Il punto successivo dell'allenamento fu verificare gli elementi che avevo a mia disposizione. Come previsto da Madaraki, non riuscii a eseguire nessuna tecnica di Fulmine o di Vento, il clone in cui mi trovavo non aveva quelle impronte, bensì quelle che avevo avuto durante la mia vita precedente. Verificai di poter utilizzare il Fuoco in poco tempo, era come se dentro al mio corpo fosse già stata memorizzata la capacità di utilizzare la Fiammella. Diverso fu il caso del Suiton, visto che dovetti reimparare da zero ad utilizzare la tecnica più basilare di tale arte, ovvero quella del Rivolo. Mi misi a fare prove sul lavandino del bagno, per non inzaccherare tutta la casa, e andai avanti quasi mezz'ora prima di essere riuscita a padroneggiare a dovere la creazione di piccole quantità d'acqua. A quel punto però avevo già sperperato gran parte del mio chakra e vista l'ora tarda non avrebbe avuto senso continuare oltre. Madaraki propose di terminare lì l'allenamento, ma mi chiese anche di rimanere sotto forma di clone ancora per alcune ore, in modo da migliorare la stabilità di quel corpo provvisorio. Accettai molto molto volentieri, l'idea di passare del tempo insieme a Rutja senza doverci per forza allenare era davvero allettante. Ovviamente non successe niente di che, ma per me rimase comunque un momento prezioso, da ricordare.
    Il passo successivo era l'innata, ma data la particolare natura del Futton non potevo esercitarmi tra le mura dell'appartamento, avrei rischiato di rovinare gli oggetti presenti, soprattutto quelli in tessuto. Non mi sarei perdonata se avessi distrutto le lenzuola di Rutja. Dovevo esercitarmi all'aria aperta e, per evitare domande e sospetti, fuori dalle mura del villaggio. Per questo motivo dovetti attendere un paio di giorni prima di essere richiamata. Il ragazzo mi creò mentre si trovava a diversi chilometri da Taki, anche se ancora dentro la nostra nazione. Mi diede il compito di allenarmi il più possibile e così io feci, dopo che lui si era allontanato. Riuscii con fatica a ricordarmi come si mischiavano i due chakra di Acqua e Fuoco e riuscii a ricordarmi il giusto impasto necessario alla creazione del mio gas. Rutja mi aveva comprato dei piccoli pezzi di cuoio, che utilizzai per verificare che l'acidità del vapore fosse sufficiente. Dopo un primo tentativo a vuoto, riuscii nell'impresa e al quarto tentativo avevo già riguadagnato il controllo assoluto del processo. Fui fiera di me. Il passo successivo fu padroneggiare di nuovo le Sfere di Vapore, cosa che feci in scioltezza dopo sole due prove. Fu tutto sommato piuttosto semplice, soprattutto a confronto con la mia prima volta, quando dovetti faticare sette camicie per riuscire a controllare l'innata. Forse era stato proprio il lungo lavoro che avevo dovuto svolgere in quell'occasione a rendere più agevole quel secondo processo, pensai. In ogni caso, visto che avevo completato i compiti come una brava bambina, mi misi ferma e aspettai di scomparire. In questo modo il mio chakra e i miei ricordi sarebbero volati da Rutja, che forse mi avrebbe richiamato subito. Così fu, il ragazzo organizzò subito una Riunione di Condominio, a cui partecipavano anche il suo padrone e la sua ex moglie.

    P: Bene... è ora di stabilire i termini della tua prova. Ciò che ti chiedo è qualcosa di semplice e difficile allo stesso tempo. Ciò che ti chiedo è di uccidere una persona, un innocente, totalmente a caso e senza una motivazione. Ti dirigerai in un luogo molto distante da Taki, fuori dalla nazione. Sceglierai un piccolo villaggio appartato, ne troverai di sicuro più di uno. Una volta lì ucciderai a sangue freddo la prima donna sotto i vent'anni che troverai. La prima, non la seconda o la terza, non avrai possibilità di scegliere. La prima che incontri, tu la uccidi. Davanti a tutti i testimoni che ci saranno, in qualsiasi modo tu deciderai necessario. Non mi importa niente di come, quando e perché. Ciò che mi interessa è che tu riesca a seguire alla lettera le mie indicazioni. Ti è chiaro il concetto?

    Rimasi basita, non mi aspettavo qualcosa di così crudele e arbitrario. Una sconosciuta, una persona di cui non sapevo assolutamente niente, magari piena di sogni e belle speranze. Però ormai avevo deciso, ero convinta che niente mi avrebbe fatto tentennare. Annuii, cercando di nascondere il terrore che provavo.

    M: Una volta fatto questo passo non ci sarà ritorno. Diventerai una di noi. Un mostro. C'è chi lo è fin dalla nascita, come me e il capo, c'è chi lo diventa con il tempo, come Rutja. Ma una volta che lo sei diventata, niente al mondo potrà farti tornare umana. Questa è la scelta che hai davanti a te e questo è l'ultimo momento che hai per restare come sei. Sei davvero sicura di quello che fai?

    Annuii ancora una volta, senza aggiungere altro. Non trovavo le parole giuste per esprimere come mi sentivo, ma tutto il discorso della donna mi aveva reso ancora più certa della mia decisione. Era l'unica cosa che potevo fare.

    P: Presto o tardi ti richiameremo, cerca di essere pronta, dovrai dimostrarti degna della nostra fiducia.

    Quello fu l'ultimo atto della Riunione, che poi fu disattivata, riconsegnandomi al solito nulla.
    Mi risvegliai in un clone, due giorni dopo. Ci trovavamo nel Paese della Pioggia, all'interno di un piccolo boschetto. Rutja iniziò subito a parlare, per darmi indicazioni, ma la sua voce era più acuta del normale. Era evidente che era Madaraki al comando in quel momento, era facile capirlo per una come me. Mi ordinò di allontanarmi di molto, di raggiungere il Paese del Fumo o quello degli Orsi. Solo dopo aver fatto ciò avrei potuto iniziare a cercare il mio obiettivo. Mi chiese di utilizzare sin da subito la tecnica della Trasformazione e di fuggire appena dopo l'atto, stando ben attenta a non far capire agli eventuali testimoni la mia vera natura di clone, per annullare qualsiasi rischio. Infine mi diede ventiquattro ore di tempo e mi augurò buona fortuna, poi si avviò verso casa.
    Io, prima di rientrare nella via principale, eseguii l'Henge. Cambiai il mio aspetto con quello di un ragazzino, però non uno qualsiasi. Scelsi l'immagine che più era rimasta impressa nel mio cuore, quella di Rutja la prima volta che lo avevo visto. Lui, un adolescente sporco e scapestrato, senza alcuna pretesa se non quella di finire in prigione. Io all'epoca era una bambina come tante altre, non pensavo che un incontro del genere mi avrebbe cambiato la vita. Ora che stavo per compiere quel fondamentale passo volevo dare un giusto tributo al momento in cui tutto quanto era iniziato. Mi sembrava significativo e io ero troppo romantica per non pensare a qualcosa di quel tipo.
    In poco tempo raggiunsi il confine con il Paese degli Uccelli, che superai senza difficoltà. Non affrettai troppo il passo, sapevo che una volta uscita da questa nazione avrei dovuto compiere la mia missione, quindi fu un modo di tergiversare in maniera minima. Però nonostante questo raggiunsi in fretta il Paese degli Orsi e da lì in poi capii che il mio destino era scritto. Continuai a camminare per il sentiero principale, sperando di non incontrare nessuna possibile vittima. Se il primo gruppo in cui mi imbattei era composto solo da uomini, il secondo purtroppo comprendeva una giovane madre e sua figlia adolescente. Non riuscii a capire bene che età avesse quest'ultima, ma di sicuro non più di vent'anni. Era lei la sfortunata, bionda e magra, sembrava una brava ragazza. Un sorriso complice le ravvivava il viso, rivolto alla povera genitrice. Non sapeva cosa le sarebbe successo di lì a poco, sembrava del tutto inerme e innocente. E io dovevo ucciderla. Per quale motivo? Per amore. Alla domanda che mi venne normale pormi risposi con sicurezza estrema. Portai in fretta la mano alla spada e poi scattai verso di lei. Immaginai che non fosse in grado di seguirmi, né di capire quello che stava succedendo. Lo sperai con tutto il cuore, le avrebbe reso meno dolorosa la dipartita. Per fortuna fu così. La katana andò a infilarsi nella cavità orale della giovine, trapassandole il cervello e uccidendola sul colpo. Travolsi il suo corpo e lo spinsi in avanti di qualche metro. Si svolse tutto in qualche millesimo di secondo, impedendo una qualsiasi reazione a chiunque. Mi ritrovai addosso al suo cadavere fresco, con grossi schizzi di sangue addosso a me. Rimasi un istante ipnotizzati dai suoi occhi vitrei, poi sentii un urlo poco distante da me, che mi rimise in moto. Trattenni la nausea e mia alzai in piedi. Estrassi la spada dal suo cranio, provocando un rumore vomitevole che per poco non spezzò tutto il mio impeto. Mi feci forza e iniziai a correre con tutte le mie energie verso un boschetto poco distante. Mentre mi allontanavo vidi la madre avvicinarsi con volto disperato a ciò che restava di sua figlia. Le lacrime presero il sopravvento e appena fui abbastanza lontana da non essere più a rischio mi lasciai cadere a terra. Piansi per una decina di secondi, poi mi resi conto che sarebbe stato rischioso rimanere laggiù e che dovevo tornare da Rutja. Non c'era nessuno in giro, era il momento adatto a sparire, però ero troppo agitata per farlo normalmente. Avevo appena ucciso una persona e lo avevo fatto in maniera crudele e insensata. Ormai la scelta estrema era stata compiuta, proprio come mi aveva detto esplicitamente Maki. Quando chiudi una porta si apre un portone, recita un proverbio popolare, ma nel mio caso non si trattava d'altro che di quello dell'Inferno. Portai un kunai alla mia gola e recisi in maniera brusca la carotide. Era uno spreco di chakra, ma era l'unico modo che avevo. I miei ricordi sarebbero volati dal mio amato, a raccontargli la storia di ciò che era accaduto. Madaraki, quel maledetto, lui probabilmente avrebbe compreso tutto quanto, mentre Rutja quasi di sicuro no. Ma non importava, non mi interessava essere capita. Tutto quello che volevo era amore, anche in una forma sporca e imperfetta. Per raggiungere questo obbiettivo ero disposta a qualsiasi cosa. Qualsiasi.



    OT
    Musuko no Bunshin (Clone del Figlio)
    Tipo: Ninjutsu
    Livello: Proibito
    Evoluzione del Clone dello Sposo, che ricrea in maniera ancora più simile i corpi posseduti in vita dalle anime racchiuse tramite il Matrimonio dell'Horna. Infatti sarà riprodotto alla perfezione l'aspetto fisico e verranno acquisite abilità più vicine a quelle precedentemente possedute. Questi cloni potranno utilizzare, al posto di quella del corpo originale (che non possiedono per niente) e con limitazioni molto pesanti sotto descritte, le abilità innate (devono essere segnate in scheda) che possedevano in vita e in alcuni casi specifici (ovvero solo quando sarà reso obbligatorio dalle abilità innate) anche gli elementi. Le statistiche saranno pari a quelle dell'utilizzatore, con un bonus di 20 al Punto forte ed un malus di 20 al Punti debole che possedeva l'anima contenuta nella copia (segnati entrambi in scheda).
    [Tipologia di cloni: Superiori]
    [La copia possiede le stesse armi dell'utilizzatore, identiche alle originali]
    [Possono essere creati tanti cloni quante sono le anime raccolte col Matrimonio dell'Horna, esclusa però quella attiva.]
    [I cloni conoscono tutte le jutsu dell'utilizzatore, ma non possono utilizzare quelle di un elemento se non lo possiedono]
    [Le abilità innate dei cloni sono sempre solo al 1° livello e il consumo dell'innata e delle tecniche derivate sono il triplo rispetto alla norma]
    [Nel caso un'anima possieda due o più abilità innate, solo la prima segnata (on-gdr la prima appresa) potrà essere utilizzata dal clone]
    [Se un'abilità innata richiede un elemento primario, il clone lo possederà come elemento primario e l'elemento primario del corpo originale diventerà l'elemento secondario del clone. Se l'abilità innata richiede due elementi obbligatori, quelli diventeranno gli elementi del clone]
    [Tutte le innate devono ricevere l'approvazione di uno staffer, che può decidere di porre dei limiti (anche totale) all'utilizzo dell'innata tramite questa tecnica, che dovranno essere riportate in scheda]
    [Tecniche degli elementi posseduti solo dai cloni possono essere inserite in scheda e acquistate spendendo normalmente i p.a., però deve essere segnato che sono utilizzabili solo da questi cloni]
    [Nel caso la copia venisse fatta scomparire volontariamente, il chakra rimastogli ritornerà al ninja. Per far scomparire la copia di propria volontà è necessario che essa rimanga immobile per mezzo turno. Inoltre non deve essere in una situazione agitata, per esempio in mezzo ad un combattimento.]
    [La copia scompare in seguito a danni critici. Se viene abbattuta in questa maniera, il suo chakra rimanente non viene restituito al corpo originale (ma il chakra massimo sì)]
    [L'utilizzatore può decidere di far sparire un suo clone senza preavviso, in tal caso il chakra non viene restituito al corpo originale]
    [Se uno di questi cloni termina il chakra a propria disposizione, scomparirà immediatamente]
    [I sensitivi sentiranno l'impronta di chakra dei cloni come leggermente diverso da quella dell'utilizzatore, un misto di quella del corpo originale e di quella che l'anima possedeva in vita]
    [Sigilli: 3]
    Consumo: il 5% del chakra totale per ogni copia (pagato dal corpo originale) e inoltre il chakra rimanente e massimo sono divisi esattamente tra i vari cloni (prima di effettuare il calcolo di cui sopra).

    -post minimi: 1 + 1 per ogni anima
    - voto minimo: 3 (post iniziale) + 2 (per ogni anima)
    [In scheda deve essere segnato esplicitamente quali anime hanno già ottenuto l'approvazione per l'utilizzo di questa tecnica]

    Shini no Mae (Ballo della Morte)
    Tipo: Genjutsu
    Livello C
    Si dice che gli uomini, nel momento in cui stanno per morire, rivedano tutta la propria vita scorrere davanti ai propri occhi, come una sorta di film. Si tratta per lo più di una finzione narrativa, ma prendendo spunto da essa il Professor Madaraki ha creato un'illusione di basso livello, pensata per i principianti in questa arte. Se la vittima guarda le mani dell'utilizzatore che eseguono il sigillo, questa verrà strappata dal suo presente e vedrà un riassunto veloce della propria intera esistenza, creata dal cervello dello stesso (quindi in funzione dei propri ricordi). L'utilizzatore invece dovrà rimanere fermo sul posto per tutta la durata del genjutsu (mezzo turno, ovvero circa 5 secondi). Al termine di questa visione la vittima potrà provare un forte senso di paura e se tra i due ninja c'è una differenza di forza molto grande la pressione è in grado di far perdere i sensi alla vittima.
    [L'illusione ha effetto se la vittima si trova entro 10 metri dall'utilizzatore, altrimenti vedrà il sigillo senza essere raggiunto dall'illusione]
    [Sigilli: 1]
    Stimolo: visivo
    Mondo di attuazione: illusorio
    Bersaglio: singolo
    Immobilità: necessaria
    Consumo: 40

    Riunione di condominio
    Tipo: Ninjutsu
    Livello C
    Tecnica collaterale al Matrimonio dell'Horna, che permette a tutte le anime raccolte nel corpo dell'utilizzatore di parlare tra di loro contemporaneamente. Durante l'esecuzione di questa tecnica, l'utilizzatore deve rimanere perfettamente immobile. Questo colloquio può durare anche molto a lungo, ma ciò rischia di prosciugare il chakra dell'utilizzatore. Durante il colloquio le varie anime si sentiranno come se fossero di nuovo all'interno dei loro vecchi corpi e si percepiranno così tra di loro. È possibile infine un utilizzo parziale della tecnica, facendo partecipare una parte delle anime, da cui volendo può essere escluso persino l'utilizzatore della tecnica.
    [Sigilli:4]
    Costo: 10 a turno


    Aya Yoshikawa

    Ragazzina esuberante e gentile, anche se tendente alla malinconia. È ossessionata da Rutja, verso cui prova un amore smodato che spesso la priva della dovuta razionalità. Tende ogni tanto a fare doppi sensi, totalmente involontari. Nonostante la taglia minuta, in vita possedeva una Forza sorprendente.

    Dati di quando era in vita

    Aspetto

    Voce

    Megumi Takamoto

    Punto di forza

    Forza

    Punto debole

    Resistenza

    Abilità Innata

    Futton

    Altezza

    162 cm

    Peso

    54 kg

    Theme personale

    Micheal Danna/Devotchka - We're gonna make it (Little Miss Sunshine OST)




    Yamato Nara
    Clone del Figlio
    Parametri Fisici

    Forza

    35+20=55

    Resistenza

    60-20=40

    Velocità

    48

    Agilità

    50

    Precisione

    47

    Riflessi

    55

    Chakra

    Variabile (metà dell'originale)





    Futton - Arte del Vapore
    Katon&Suiton
    Questa innata è stata sviluppata per la prima volta a Kiri, divenendo famosa grazie ad una Mizukage che ne faceva uso. L'utilizzatore è in grado di creare, unendo il chakra di natura Katon con quello di natura Suiton, un vapore acido dalle proprietà altamente corrosive. Questa sostanza gassosa è di difficile utilizzo in spazi aperti, mentre può essere letale in ambienti chiusi. Il vapore acido è in grado di corrodere con facilità la lava, anche quella creata attraverso lo Yoton, ma è facilmente congelabile tramite le tecniche del Chakra Gelido. Essendo la composizione del Vapore diversa da individuo a individuo, l'utilizzatore di questa abilità innata è perfettamente immune agli effetti del proprio gas nocivo, però non lo è nei confronti di quello di altri utilizzatori del Futton.

    1° Livello - Minimo Livello 2

    -L'utilizzatore è in grado di creare una nebbia acida dell'ampiezza di mezzo metro cubo al massimo ogni turno. Finché essa rimane a distanza massima di 10 metri dall'utilizzatore manterrà le sue proprietà, al di fuori di questo raggio ritornerà ad essere semplice vapore acqueo. Vista la sua scarsa concentrazione, basta un lieve vento per spostare la nebbia acida. L'utilizzatore non è ancora in grado di manipolare il vapore e quindi una volta creato non può modificarne la posizione.
    -A questo livello l'utilizzatore non è ancora in grado di controllare l'acidità del proprio vapore, che quindi è ancora di livello incompleto. Il vapore è in grado di corrodere oggetti di Resistenza pari o inferiore a quella del Cuoio in due turni. A contatto con la pelle umana, il vapore crea semplicemente delle irritazioni, mentre l'ingestione di grandi quantità di questo gas possono provocare senso di stanchezza e conati di vomito.
    Consumo: 5 per Turno

    Tecniche Derivate

    CITAZIONE
    Sfere di vapore
    Tipo: Hijutsu/Ninjutsu
    Tecnica di base, che permette di lanciare sull'avversario delle piccole sfere di Vapore condensato. Queste, una volta colpito un oggetto solido, ritornano al loro stato gassoso e rimanendo nei dintorni del punto di impatto. Se colpito in pieno, una persona riscontrerà ferite da ustione di livello Lieve/Moderato.
    [Il numero massimo di sfere creabili in una volta è 4]
    [La tecnica non richiede sigilli]
    Livello: C
    Consumo: 15 a sfera



    Clone dello sposo
    Parametri Fisici

    Forza

    21+20=41

    Resistenza

    36

    Velocità

    29

    Agilità

    30

    Precisione

    28

    Riflessi

    33

    Chakra

    Variabile (0/80)





    Oltre al clone otterrei anche:

    Rivolo (Suiton)
    Crea un piccolo rivolo d'acqua potabile che scende dalla mano.
    [È possibile creare al massimo 50 centilitri di acqua a turno]
    Consumo: 1 a centilitro

    Nota: questa tecnica è utilizzabile solo dai Cloni del Figlio dotati dell'impronta di chakra Suiton.
     
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