Rinascita dalle ceneri | Livello D

Partecipanti: Yoshiro
Qm: GIIJlio

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    Quando ti risvegli sono passate diverse ore. Sei ancora tutto nudo, legato e imbavagliato. Ti trovi in una piccola baracca, arredata in maniera molto povera, però non hai idea di dove tu sia di preciso. Davanti a te trovi due persone, la giovane donna che ti ha liberato dal carcere e un uomo di mezza età dai capelli rosso scuro.
    Si è svegliato.
    Quando giunge questa notizia, l'uomo poggia il libro che aveva in mano, per poterti guardare in faccia con calma. Rimane in silenzio qualche secondo, con aria pensierosa.
    Yoshiro Kurasame, ex jonin ed ex carcerato di Kumo. Condannato per aver ucciso quindici membri del Consiglio di Guerra del villaggio, senza fornire un motivo valido delle proprie azioni. A quanto risulta da quello che ho trovato nel diario del signor Kazuhiro Temna sei uno che si diverte abbastanza a torturare e uccidere, però invece Mayuri-chan mi ha detto che le cose sono un po' cambiate in questi ultimi quindici anni. Dice che durante il torneo l'unica cosa che riflettevano i tuoi occhi erano insoddisfazione e vacuità. Come se non riuscissi a provare più quello che un tempo era la tua massima gioia. Come se avessi perso il senso della tua vita, come se avessi bisogno di aiuto per ritornare sulla tua strada, dopo tutto questo tempo. Immagino tu non lo sappia, ma sia lei che io abbiamo provato in passato le stesse sensazioni, abbiamo avuto gli stessi problemi. Abbiamo cercato la risposta a lungo, finché non si è rivelata davanti ai nostri occhi. La risposta è il Vero Amore, la risposta è Etipetan! La Dea della Passione, del Fuoco e della Distruzione. Lei saprà rispondere alle tue necessità, saprà renderti di nuovo l'uomo di un tempo e forse ancora più potente. Sei disposto a provare, Yoshiro Kurasame?
    Dopo aver terminato il suo discorso, l'uomo passa un dito sul bavaglio che ti blocca la bocca, incenerendolo in un istante senza ferirti le labbra. Poi indietreggia di mezzo metro, mettendosi a fianco della donna, insieme a cui aspetta la tua risposta. Entrambi hanno un sorriso tranquillo sulle labbra e non sembrano troppo impensieriti dal fatto che tu possa rifiutare. Sono convinti di aver capito il tuo problema e che la soluzione che ti stanno proponendo sia la migliore per tutti quanti.

    Per questo turno mettici quanta più introspezione possibile e decidi come rispondere (volendo puoi anche solo chiedere informazioni in più xD). Riprendi la narrazione dal tuo ultimo post qui, ovvero da prima di essere abbattuto dalla tizia. Se mi sono dimenticato una qualsiasi cosa, se vuoi che modifichi qualche dettaglio o se semplicemente non ti torna qualcosa, chiedi pure.


     
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    Il mio attacco andò bene, troppo bene, mi mossi a velocità pazzesche e inarrivabili per il mio nemico, piantandogli la mano elettrificata in mezzo al petto. Il Chidori era sempre stato una delle mie tecniche preferite non tanto per la sua potenza quanto per il fatto di consentirmi di assaporare uno scontro come io lo volevo, ossia corpo a corpo, niente a limitare o ad oscurare la sensazione che si provava nel dare la morte, niente ad ottenebrare quella meravigliosa estasi di sangue, solo il cuore del nemico e la mia mano che lo perforava.
    Eppure nemmeno questo bastò, non provai niente quando sentì il sangue del nemico macchiarmi la faccia, niente quando rigirai la mano nella ferita per infliggergli maggior dolore possibile, niente quando la estrassi e vidi il nemico spirarmi davanti. Niente di niente, zero assoluto, ero totalmente vuoto e privo di qualsiasi emozione, quell'omicidio per me era stato un gesto naturale come respirare e, esattamente come fosse qualcosa di terribilmente automatico e noioso, non dava nessuna sensazione particolare, era diventato così... normale. Sì, avevo perso quella particolare tendenza a dare ad ogni omicidio un significato particolare, a renderlo unico e inimitabile, ed era proprio l'unicità di quei momenti che mi si stampava a fuoco nel cervello, provocandomi il piacere più grande che avessi mai potuto provare; eppure adesso era tutto finito, niente piacere, niente gioia, nulla, solo una terribile delusione in me stesso e in quello che ero diventato, la vergogna per non essere più quello di un tempo.
    Improvvisamente però un dolore secco e lancinante mi colpì al collo, fu qualcosa di talmente tanto rapido da essere praticamente istantaneo, non riuscì nemmeno a pensare di fare qualcosa che già mi ritrovai a terra privo di sensi. Il mio ultimo pensiero cosciente fu la cocente vergogna che provai nell'essere preso da una mossa che non sarebbe stata nemmeno lontanamente un problema nei miei giorni di gloria.
    Quando iniziai a riprendere coscienza, mi resi conto di essere incatenato. I movimenti mi erano totalmente bloccati e, stavolta, avevo un bavaglio a tenermi la bocca perfettamente chiusa; qualche spiffero freddo mi fece capire che ero ancora totalmente nudo e privo di qualsivoglia vestito, chissà come mai a chiunque mi aveva rapito piaceva vedere la gente senza nessun indumento addosso. Improvvisamente iniziai a mettere a fuoco dove mi trovavo e, con mio stupore, vidi la stessa ragazza che aveva organizzato il torneo e mi aveva liberato da quell'ignobile prigione, oltre ad un uomo dai capelli di un rosso particolarmente intenso che stringeva tra le mani un libro. Quando li odiavo, tutti e due, li detestavo con tutta la mia anima per star disponendo della mia vita come oro volevano, chi si credevano di essere quei vili per potermi legare? Come osavano pensare di poter toccare colui che aveva raggiunto i poteri di un dio? Quei maledetti vermi, li avrei uccisi seduta stante se non fossi stato bloccato; l'istante successivo realizzai che non ero in grado di ottenere alcunché, visto che ero di una debolezza terribile e paurosa, e di nuovo tornai a detestarmi per essere piombato in quell'abisso di inutilità. Volevano uccidermi? Che lo facessero, dopotutto ormai non ero più nemmeno un vero uomo, ormai avevo perso ogni scopo di vita, cosa voleva dire perdere anche la vita?
    Improvvisamente l'uomo iniziò ad elencare i miei crimini e alcuni dettagli della mia personalità, citando Kazuhiro Tenma. Ah, giusto, era lo psicologo del carcere di massima sicurezza, ci avevo fatto cinque sedute prima che decidesse di mollarmi al mio squallido destino da carcerato, era da anni che non lo vedevo, chissà come se la passava. Intanto l'uomo in rosso mi fece una proposta che definire allettante era riduttivo, stava promettendo di farmi rinascere? Stava promettendo di farmi tornare a provare le meravigliose sensazioni che solo l'omicidio poteva dare? Interessante, molto interessante, e questa Dea, questo fantomatico culto, aveva il potere di fare ciò? Di rendermi potente come prima e forse anche meglio? Che avevo da perdere dopotutto? Perché non accettare? Chi non lo avrebbe fatto nella mia situazione, era un'occasione troppo ghiotta per poter essere lasciata scappare e io l'avrei colta.
    Tu non hai idea di quanto io fossi potente prima, altrimenti non prometteresti di rendermi anche meglio, se non avessi passato quindici anni della mia vita a fare la muffa in quel maledetto carcere allora non ci troveremmo qui, posso garantirtelo. In ogni caso questa tua offerta mi intriga non poco... ma ora dimmi, cosa intendi con "Vero Amore"? E come la Dea potrà ridarmi il piacere di togliere la vita?
     
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    Sei molto sicuro di te, vedo. Etipetan-sama ha una risposta per tutti noi, non ti preoccupare. Riavrai il corpo di cui ti vantavi tanto, riavrai la tua forza persa così tanto tempo fa. E userai entrambi per servire Etipetan-sama, ha già una missione fatta apposta per uno come te. Ogni uomo ha la sua chiave per la felicità. La mia è la conoscenza assoluta, quella di Mayuri-chan è la violenza gratuita. Ognuno può trovare il suo posto nel mondo grazie a Etipetan-sama, ognuno può raggiungere il Vero Amore. Capirai più avanti, capirai tutto quanto, non ci sarà bisogno di parole. E fidati, ti sorprenderà scoprire quanto sono immensi i poteri di una divinità. Di una VERA divinità, non quelli di un omuncolo da quattro soldi che si atteggia a tale.
    L'uomo ti guarda per qualche attimo in silenzio, sorridendo sadicamente, sperando in una tua reazione scomposta di fronte alla sua provocazione. Poi riprende a parlare, con tono sibillino.
    Sei pronto? Se sì scegli: io o Mayuri?
    La persona da te indicata - se non rispondi se ne occupa l'uomo dai capelli rossi - si avvicina a te, con passo lento, guardandoti dritto negli occhi. Poi accosta la propria bocca alla tua e ti darà un bacio lungo e appassionato. Al termine del quale perderai irrimediabilmente i sensi.
    Iniziamo i preparativi per il rituale, Mayuri-chan. Chiama i Mini-me.

    Questo turno si va di post veloce, però ti lascio un altro compito importante. Creami nel gestionale (preferibilmente nello schedario png) una scheda con le stat di Yoshiro al massimo della sua forza, con Fuoco come unico elemento e senza aggiungere nessuna innata, spec o tecnica. Quelle le aggiungerò io in un secondo momento. Nel tuo post fermati al momento in cui svieni, riprenderò io da lì.
     
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    Il rosso non mi diede nessuna spiegazione sostanziale, se non la promessa che con l'aiuto di questa fantomatica Dea avrei avuto un nuovo scopo di vita, e per adesso mi andava più che bene. In realtà io non ero mai stato il tipo da religione, non mi ero mai rivolto a nessuna divinità per ottenere cose che in realtà erano a portata di mano, tuttavia in quel momento che scelta avevo? Potevo sicuramente rifiutarmi, ma poi cosa sarebbe accaduto? Mi avrebbero lasciato andare, allora avrei vissuto come l'ombra di me stesso, come un guscio che non aveva più nessuno scopo per andare avanti, era questo quello che volevo dalla mia esistenza? Assolutamente no, dovevo giocarmi le mie carte e ottenere il possibile da questa Dea, avrei dovuto inchinarmi a lei? Non sarebbe stato un problema; avrei dovuto uccidere per lei? Men che meno. Avrei fatto ogni cosa per ottenere ciò che mi spettava di diritto, ossia il potere assoluto e una nuova ragione per continuare a respirare, il resto non contava.
    Quando il tizio in rosso accennò al fatto che io, IO, non ero altro che un omuncolo insignificante, ebbi la tentazione di sparargli un Gian in faccia per fargli capire quanto era in torto, ma rinunciai. Dopotutto ero debole, invero ero un personaggio insignificante in quel momento, cosa avrei potuto fare se non bruciarmi l'ultima possibilità che avevo per dare un senso alla mia vita. Mi limitai a fissare il bastardo con aria di sfida, conscio della mia impossibilità a fare nulla, ripromettendomi che l'avrei eliminato prima o poi. Infine mi fu chiesto di scegliere, il bastardo dai capelli rossi o Mayuri, la donna che mi aveva rapito due volte e portato lì. Esitai un solo istante prima di rivolgere lo sguardo in direzione della Kunoichi di Oto e pronunciare il suo nome, non era stata una scelta casuale, anzi, quella donna aveva un senso di Vero Amore che era molto simile al mio vecchio concetto di divertimento; uccidi chiunque ti stia davanti e trai il maggior godimento possibile da ogni vita che togli, magari lei sarebbe stata la più indicata a mostrarmi questa nuova strada.
    Lentamente la prescelta mi si avvicinò e, dopo avermi guardato negli occhi per un interminabile istante, poggiò le labbra sulle mie. Da quanto tempo era che una donna non mi baciava? Addirittura da prima che fossi incarcerato, poco ma sicuro, non ero mai andato troppo dietro alla sessualità e ad altre distrazione, dando all'omicidio l'unico compito di intrattenermi, tuttavia quel bacio fu diverso. Era di un ardore e di una bellezza mai provate prima, indescrivibile a parole, capace di scogliere anche il cuore più freddo di fronte a tali cose. In effetti ebbi una reazione piuttosto evidente a quel suo gesto, tuttavia non feci in tempo nemmeno ad accorgermene che piombai nuovamente in un sonno irrefrenabile.
     
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    Dopo pochi attimi di buio assoluto, torna la luce nel tuo mondo. I tuoi occhi vedono un te stesso diverso, un te stesso che non sei più da davvero tanto tempo. Rivedi l'orfanotrofio dove sei cresciuto e la tua infanzia scorrere veloce, fino al trionfale ingresso nel mondo dei ninja. Rivedi tuo fratello, il genio, e rivedi i tuoi enormi sforzi per stare al suo passo. Rivedi i faticosi allenamenti a cui ti costringevi quotidianamente, senti di nuovo il sudore imperlarti la fronte a ripetizione. Rivedi le tue conquiste, grandiose come poche altre, le rivedi tutte, una per una. Rivedi anche la tua caduta, questa volta in maniera più frettolosa, e infine la tua scomparsa nell'ombra dei carceri kumiani. La visione è accelerata, ma ti senti comunque come se fosse durata diverse ore.

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    Mentre tu sei privo di sensi, i due adepti maggiori della Dea preparano il rituale di teletrasporto, che viene completato con successo. Al prezzo della vita di quattro Mini-me, il tuo corpo viene spostato di un numero enorme di miglia, senza che tu ti accorga di niente. Con te viene un'accompagnatrice speciale, mentre i due adepti rimangono nel Paese del Suono, in attesa.

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    Quando ti risvegli, dopo il lungo sogno, ti trovi in un posto del tutto diverso. Sei in un enorme campo di fiori, margherite per la precisione, che ti si para davanti agli occhi per ettari. In lontananza puoi scorgere una serie di edifici di qualche tipo, ma non sei abbastanza vicino da capire di cosa si tratta. Dietro tutto ciò puoi vedere uno strano rilievo montuoso, non troppo elevato. Alle tue spalle invece senti dei rumori, che ti annunciano la presenza di quello che ha tutta l'aria di essere il mare o addirittura l'oceano.
    All'improvviso una voce sconosciuta, sensuale e suadente, ti giunge direttamente in testa.
    Benvenuto, mio caro, ti stavo aspettando. Come ti sembra questo corpo? Ti piace? Sei pronto a ripagare i miei doni?

    And now... flashbacks. Fanne il più possibile e il più sentiti possibile, soprattutto sugli allenamenti se riesci. Descrivi con attenzione tutta la visione, poi descrivi il risveglio e il luogo in cui avviene. Infine rispondi alla Dea e fallo al meglio.
    La scheda rimane così, senza innata e con le spec che ti ho dato. Per le tecniche ti ripeto ciò che ti ho detto in pvt, ovvero che puoi prendere tutte quelle che vuoi purché siano solo katon (anche mischiate a tai o gen). Però non è necessario più di tanto aggiungerle in scheda.
     
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    Lo svenimento, o la perdita condizionata dei sensi, fu estremamente breve stavolta, o almeno io avevo avuto la percezione che si fosse trattato di un brevissimo istante di annebbiamento sensoriale, al termine della quale ritornai a vedere qualcosa nel mio mondo. Ero io, anche se all'epoca non avevo neanche cinque anni, tuttavia quel bambinetto con i capelli troppo lunghi che giocava a creare e far scoppiare una pallina d Chakra elettrico in mano ero indubbiamente io, ricordavo molto bene quel momento; più c'era un altro bambino identico a me che mi fissava ammirato, prima di tendere le mani e creare ben tre sfere elementari, tutte molto più grandi delle mie... cielo, il mio sguardo davanti a questa visione era da antologia, sembravo un bambino che aveva appena scoperto di non essere il solo a saper fare il meraviglioso giochetto di magia ma che anzi, c'era qualcuno in grado di farlo anche meglio.
    Fu forse lì che iniziai ad ammirare e, anche se inconsapevolmente, ad odiare Hakurei. Perché lui doveva avere tutto senza sforzarsi? Perché io invece dovevo spaccarmi la schiena per ottenere un minimo di risultato quando poi c'era lui che, con quel suo sguardo di innocente sorpresa, mi mostrava di saper fare sempre tutto apparentemente senza sforzarsi in nessun modo e anche meglio? Era ingiusto, tremendamente ingiusto; ah ecco, quella era la volta che stavo imparando a volare, io facevo una fatica immane a regolare i flussi d'aria in maniera corretta e riuscivo ad ottenere solo un timida levitazione, mentre Hakurei si divertiva a sfrecciare nel cielo come se fosse la cosa più fottutamente naturale del mondo. Era frustrante ma allo stesso tempo stimolante vederlo riuscire in quel modo in tutto quello che provavo a fare anche io, inconsciamente era stato Hakurei stesso a darmi lo stimolo giusto per andare avanti e diventare sempre più forte, anche quando lui, mentre io stesso ero ancora Chuunin, fu reclutato per entrare a far parte della squadra Ambu io continuai ad allenarmi con tutta la forza di cui ero capace per provare a stargli dietro e, un giorno, poter finalmente dimostrare che quello più forte tra noi due ero io.
    Rividi anche i miei allenamenti per imparare ad affinare definitivamente la mia abilità innata, io che mi dannavo l'anima nel capire come combinare i miei elementi per creare nuvole nere elettrificate, quando il pensiero di Hakurei che probabilmente stava dormendo su un letto fatto delle stesse mi fece talmente tanta rabbia da scatenare un temporale con tanto di tuoni e lampi sfrigolanti. Mi rividi a stringere mani a ripetizione, sussurrando dei grazie a mezza bocca rivolti a persone che nemmeno conoscevo, il giorno in cui, a undici anni, fui promosso al grado di Jonin, che poi sarebbe volutamente rimasto il mio ultimo avanzamento di carriera. Certo, con le mie capacità avrei potuto diventare anche un Sannin senza che nessuno avesse niente da ridire, tuttavia le responsabilità burocratiche mi avevano sempre fatto vomitare, io dovevo essere lasciato libero di fare quello che volevo nella maniera in cui volevo, mettermi il guinzaglio del grado avrebbe significato solamente limitare la mia potenza.
    Oh, ecco il momento in cui facevo fuori quella banda di vecchie mummie dei consiglieri di Kumo, che cosa carinissima. Beh sì, effettivamente avrei anche potuto risparmiarmelo, ma ero in una fase abbastanza turbolenta del mio modo di pensare e quei bacucchi avevano commesso il gravissimo errore di pretendere di potermi controllare; io non ero il cane di nessuno, io non scodinzolavo per nessuno, e fu questo il concetto che feci capire forte e chiaro a quella banda di degenerati. Feci apposta a lasciarne in vita alcuni, mi avrebbe fatto comodo se si fossero messi a raccontare quello che avevo fatto per poi risparmiarmi la fatica di spiegare tutto, tuttavia rimasi piacevolmente sorpreso quando vidi che la persona mandata a fermarmi era proprio Hakurei. Il nostro duello fu di una potenza quasi devastante, distruggemmo l'intero edificio e un grosso palazzo, più una scalinata che aveva l'aria di essere particolarmente antica, tuttavia poi Hakurei vinse... non solo mi aveva battuto, ma quel bastardo era addirittura riuscito a catturarmi vivo per portarmi davanti alla giustizia, e quella fu la fine sulla mia carriera da spietato assassino.
    Dopo quelle che sembravano ore intere di visioni del mio passato, finalmente riaprì gli occhi in un posto che aveva tutta l'aria di essere reale, circa. Perché non avevo mai visto un posto come quello, un immenso campo di fiori bianchi che sventolavano i loro petali al vento, portandomi alle narici un odore fresco e pungente. Rigirandomi riuscì a vedere che, sul paesaggio, si stagliava una grossa montagna, oppure una collinetta, e degli edifici ridotti a microscopici puntini dalla distanza. Chissà, magari avrei dovuto vedere se erano abitati. Provai a fare un passo in avanti e subito mi resi conto che qualcosa non andava... avevo percorso dieci metri in pochissimi istanti, che diamine stava succedendo? Non ero così veloce, o almeno non lo ero più dai miei giorni di gloria, quindi perché adesso mi sembrava di vedere il mondo al rallentatore? Era una sensazione strana, sconvolgente e piacevole allo stesso tempo, mi sentivo tornato come prima ma comunque diverso, c'era qualcosa in me che non mi convinceva pienamente.
    Benvenuto, mio caro, ti stavo aspettando. Come ti sembra questo corpo? Ti piace? Sei pronto a ripagare i miei doni?
    Questa voce, normalmente, mi avrebbe fatto sobbalzare, ma il suo tono era troppo caldo e sensuale per poter essere spaventoso, una voce così non poteva appartenere ad altri che ad una Dea.
    Voi siete la Dea di cui tanto mi è stato parlato? Mia signora, questo nuovo corpo è meraviglioso, ma c'è qualcosa che ancora non riesco a capire che mi sembra differente... in ogni caso sono pronto a ripagare i vostri doni al meglio delle mie possibilità.
     
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    Ahahah, sei più docile di quanto fosse lecito prevedere, deve piacerti proprio questo corpo. Sono contenta, davvero! Ma adesso passiamo agli affari. Vedi quel complesso di edifici che si trova al termine di questo campo di fiori? Raggiungilo! Lì ti metterò alla prova, faremo un piccolo giochetto. Adesso corri! Riprova l'ebrezza di essere una delle persone più forte e veloce del mondo!
    Non ci metti molto a percorrere la strada, nonostante non sia cortissima. Una volta più vicino ti rendi conto di trovarti davanti a un qualche tipo di monastero, circondato da alte mura. Il grande portone è chiuso e non ti permette di vedere all'interno, ma un attimo dopo senti dei rumori e viene aperto un piccolo spiraglio. Da esso vedi uscire una donna di mezz'età, abbastanza in carne. Quando ti vede e vede lo stato in cui ti trovi, si mette a sghignazzare clamorosamente.
    Va bene che fa caldo qui, ma girare tutto nudo in questo periodo dell'anno mi sembra eccessivo! Tornando seri... cosa vuole questo baldo giovane dal nostro umile convento? Possiamo fare qualcosa per te?

    Da qui potrebbero esserci un paio di turni veloci, a seconda di come reagisci alla situazione. Se vuoi comunicare in qualche modo con la Dea o fare cose prima di arrivare, dimmelo in pvt così ti dico cosa succede.
     
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    Docile? Io? Come osava quella Dea da quattro soldi pensare di me in tal modo? Aveva senza dubbio sbagliato soggetto, poco ma sicuro; io non ero il cane di nessuno, né di Kumo e né di nessuna divinità, l'unico motivo per cui mi ero messo a sua disposizione era che mi pareva il minimo, dopo che lei aveva cortesemente provveduto a conferirmi un corpo in grado di eguagliare i poteri che avevo nei miei giorni di gloria, inoltre dubitavo molto fortemente che non avrebbe richiesto niente in cambio di questo dono. Almeno una cosa era assolutamente fuori discussione, ossia che mi aveva elargito quel corpo in maniera totalmente gratuita, la fregatura dietro le cose più belle c'era sempre e quel caso non faceva eccezione, restava solo da vedere come e quando avrebbe deciso di farmi uno scherzetto.
    Colsi l'invito della Dea senza esitare e corsi per quel campo di fiori, corsi ad una velocità tale da provocarmi dei lievi giramenti di testa, dopotutto non ero più abituato a muovermi in maniera così assurdamente rapida, ma ne ripresi il callo dopo poco; era come imparare a lanciare i kunai per la prima volta, non si dimenticava mai indipendentemente dal tempo che passava, con quella sensazione di assoluta onnipotenza era esattamente lo stesso. Ecco come mi sentivo in quel momento, assolutamente onnipotente e padrone di tutto, potevo toccare il cielo con un dito e anche tirarlo giù sul mondo, era una sensazione di indescrivibile potenza.
    Dopo molto poco tempo finì di percorrere il tragitto che mi separava dalla struttura che si trovava in lontananza, che si rivelò essere una strana specie di tempio ma... molto anormale. Non avevo mai visto templi con mura così imponenti e ben costruite, erano tutte fatte di solida pietra, e il portone dava sensazione che non si sarebbe aperto con una semplice spintarella; no, quello non era un tempio normale, ci avrei messo la mano sul fuoco. Non feci neanche in tempo ad accarezzare l'idea di provare i miei nuovi poteri distruggendo quella fortezza che immediatamente la porta si aprì, mostrando una donna molto più vecchia di me, che mi rise contro per qualche strano motivo; solo in un secondo momento mi resi conto di essere nudo, comprendendo quindi l'ilarità della donna, istintivamente coprì le mie vergogne con una mano mentre il pensiero di assassinare a sangue freddo la signora non era poi così sgradevole. Trattenni anche quello per un solo motivo, quel luogo era evidentemente un tempio e nei templi si veneravano delle divinità, cosa sarebbe successo se, per sbaglio, avessi fatto fuori dei sacerdoti della Dea che mi aveva conferito i poteri? Non ci tenevo a scoprirlo, ma di sicuro le conseguenze non sarebbero state piacevoli.
    Ancora una volta manipolai il mio volto in maniera magistrale, mostrandomi terribilmente imbarazzato della mia condizione, prima di prendere la parola.
    Mi dispiace di essermi presentato in queste condizioni, purtroppo stavo provando una nuova tecnica e i miei vestiti sono andati in fumo... incidenti di percorso che capitano a tutti. Volevo chiedervi, se possibile, di fornirmi degli abiti che magari a voi avanzano; ah, e anche di soddisfare una mia curiosità, vorrei sapere quale divinità viene venerata in questo tempio.
     
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    Oh, oh, oh, vedo che sei tornato spavaldo sempre. Mi piacciono gli uomini sicuri di sé.
    Queste parole sono la risposta ai tuoi pensieri, alla tua reazione alla parola "docile". Non è chiaro se ti sta prendendo in giro o è più semplicemente vuole stuzzicarti un po'. Mentre corri gioioso per il campo la Dea non dice altro, a meno che non sia tu a riprendere la conversazione.
    Suvvia, non c'è bisogno di vergognarsi così, bel fustacchione! Ho vissuto abbastanza a lungo da non stupirmi certo per un po' di nudità, ahahah. Scherzi a parte, da queste parti non si vedono molti shinobi o come diamine vi chiamate voi. In realtà non si vedono neanche molti maschietti qui al monastero, motivo per cui se ti serve solo un vestito ti direi di aspettare qua fuori e te lo porteremo. Sai, alcune sorelle hanno vissuto sempre qui, uno spettacolo del genere potrebbe scandalizzarle, ahahahah. Ah, ovviamente visto che siamo solo donne, non abbiamo abiti molto "virili", ma dovremmo anche avere qualcosa di non troppo femmineo. Spero che non sia un problema per te. Vieni, ti faccio strada. Non ti farò entrare, ma avvicinarti non è un problema.
    Dopo aver detto ciò, la donna inizia a incamminarsi verso il grande portone, facendoti cenno di seguirla.
    Per rispondere alla tua curiosità... non sei di queste parti, vero? Beh, è difficile spiegare a chi non conosce tutta la storia, ma ci proverò. In pratica questo è un tempio che rende omaggio al patto tra la Dea della Vita e la Dea del Fuoco e del Vulcano, avvenuta secoli or sono. Se vuoi ti racconto bene tutto, ma non credo ti interessi molto, dato che vieni da fuori. Per fartela breve, prima di questo patto la vita su quest'isola era un inferno, con eruzioni molto molto frequenti. Beh, è solo grazie alla dea della Vita, alla difenditrice del genere umano, se ora il nostro popolo ha un posto nel mondo. Il fuoco ci è alleato ormai e la Somma Pele è benevola con noi. Per questo noi rendiamo omaggio a queste due Dee per tutta la nostra vita. Ma dubito che tutto ciò ti interessi davvero. Se hai voglia di aspettare un attimo, adesso busso e chiedo a qualcuno dentro di portarmi un vestito, ok?
     
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    Ebbi un lievissimo sussulto quando sentì che la voce Dea mi stava ancora risuonando in testa, riferendosi però a quello che avevo solamente pensato nei suoi confronti. Come poteva essere? Era entrata così tanto in profondità nella mia psiche da leggermi i pensieri? Questo sarebbe potuto essere un problema abbastanza grave, dopotutto tenevo abbastanza all'intimità dei pensieri che nascevano nella mia testa, mi avrebbe abbastanza seccato avere un'altra individua nella mia mente a spiare ogni mia riflessione. Però... ne valeva la pena? Se il prezzo per avere quel meraviglioso e onnipotente corpo era la presenza di una Dea nel mio cervello allora io l'avrei pagato volentieri, dopotutto niente valeva di più dell'essere tornato forte come quando il mondo stesso temeva la mia furia.
    La vecchia donna non aveva soddisfatto la mia curiosità in maniera diretta, ma comunque mi aveva dato un serio indizio su quanto queste persone fossero legate alla divinità a cui dovevo un favore, infatti veneravano un'altra Dea che pareva essere sua alleata. Ovviamente io non ero esperto in queste cose religiose, tuttavia adesso sapevo che forse fare fuori ogni singolo essere respirante lì dentro non sarebbe stata una mossa molto saggia per ripagare la mia Dea del favore che mi aveva fatto, dopotutto l'unica cosa che volevo era togliermi da ogni impiccio con lei per tornare a fare quello che volevo come al solito.
    Quando la donna troncò la storia di punto in bianco io finsi l'espressione più suadente e vivamente interessata che potesse uscirmi in quel momento per convincerla a proseguire con il racconto e a darmi ancora più informazioni.
    Signora, questa storia mi interessa davvero, sarei molto curioso di conoscerne i dettagli.
    Dea, se puoi sentirmi... cosa devo fare? Posso radere al suolo questo tempio o no?
     
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    Su, su, non sottrarti al mio piccolo giochetto. Vedrai, magari ne esce fuori qualcosa di divertente.
    Quest'ultima frase della dea è accompagnata da una brevissima risata, mentre nello stesso momento la donna ti sta squadrando con aria davvero sorpresa.
    No, aspetta, sul serio? Insomma... è un po' strano per un uomo nudo spuntato dal nulla essere interessato a cose di questo tipo. Voglio dire... vi ricordavo un po' diversi. Ma vabbè, non importa. Adesso mi occupo del vestito velocemente e poi rispondo alla tua domanda. Aspettami qui, ok?
    La monaca si fa aprire e scompare dietro la porta. Mentre è via ti accorgi che il tuo corpo sta diventando sempre più caldo, in maniera lenta ma inesorabile. Passano circa trenta secondi dal suo ingresso e la donna è già di nuovo fuori da te.
    Ho mandato qualcuno a cercare il vestito da darti, in poco tempo arriverà. Ora... sei proprio sicuro di voler ascoltare la mia storia? Insomma, è un po' lunga e complicata, soprattutto per chi non è di qui. Proverò a semplificarla, se qualcosa non ti è chiaro chiedi pure. La storia risale a più di duecento anni fa, quando il nostro popolo viveva ancora un'esistenza selvaggia su queste isole benedette da Madame Pele. Lei ci aveva concesso una temperatura sempre piacevole e l'uso del fuoco quando ci era necessario. Ogni tanto c'era qualche eruzione su un'isola o su un'altra, per punire il comportamento malvagio o irrispettoso di uno degli abitanti, ma si tramanda che la vita in quel periodo era felice. Questo finché non arrivarono dal mare degli stranieri, che insegnarono ai nostri antenati ad utilizzare il ferro. Per farlo serviva il fuoco, quindi i nostri antenati iniziarono a chiederlo sempre più spesso alla Dea, che invece cercò di limitarne la concessione, temendo che gli umani divenissero troppo irriverenti. Indispettito, un uomo decise di rubare il Sacro Fuoco di Madame Pele e con un gruppo di complici ci riuscì. Le scritture non tramandano il nome di quest'uomo sacrilego, che viene chiamato semplicemente Il Ladro. Gli autori di questo furto si rifugiarono proprio su quest'isola e cercarono di fondare un nuovo villaggio, lontano dall'influenza della Dea che ci aveva sempre protetto e governato. La scoperta del delitto scatenò un'ira tremenda in Madame Pele, che si dice abbia fatto sparire nel nulla l'isola in cui abitavano coloro che non erano riusciti a difendere il Sacro Fuoco. La sua furia si scatenò anche sulle isole vicine, nella ricerca dei colpevoli, finché non furono trovati. Ma prima che Madame Pele distruggesse tutto, intervenne la somma Anat, la Dea della Vita, una divinità sconosciuta all'epoca ai nostri antenati. Lei convinse Madame Pele a placare il suo livore nei confronti degli esseri umani e insieme punirono i colpevoli con la dannazione eterna. Dopo lunghe discussioni decisero che i sopravvissuti avrebbero avuto il dono del fuoco per l'eternità e avrebbero avuto maggior pace dalle eruzioni, purché reputassero a Madame Pele il giusto tributo. Questo monastero, proprio su quest'isola, nasce all'interno delle mura che il villaggio che Il Ladro aveva fondato, in modo che la nostra Dea protettrice sappia sempre che siamo a lei devoti. Questo è più o meno tutto... ti ho fatto la versione condensata, ma se ti interessano proprio i testi sacri, ne abbiamo in abbondanza dentro. Una volta vestito non dovrebbe essere neanche un grosso problema farti entrare, se vuoi. Però prima mi devi spiegare un po' meglio la situazione. Insomma, ci sono pur sempre un gran numero di donne qui dietro, che devono rimanere caste e pure per il bene del nostro popolo. Chi sei, straniero?
    Durante tutto il racconto della donna, puoi sentire in sottofondo Etipetan ridacchiare maliziosa, ma se le domandi esplicitamente risponde soltanto dicendo che le piacciono proprio gli esseri umani.
     
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    L'atteggiamento della Dea mi infastidì un po', dopotutto le mie voglie di omicidio non erano giochetti, se voleva che sterminassi quell'intero monastero avrebbe fatto meglio a chiedermelo e a farmi ripagare il mio debito quanto più velocemente possibile, io avevo voglia di essere nuovamente libero di godermi il mio nuovo e invincibile corpo e non di finire per sempre imprigionato nelle sue voglie di giochetti astrusi. Quando la donna entrò dentro per andare a trovare i vestiti io mi misi semplicemente in attesa, aspettando che tornasse e cercando di togliermi di dosso quella sensazione di caldo che mi stava assalendo. Forse non era vero e proprio caldo, più che altro afa, però avevo la nettissima sensazione che quell'afa mi stesse prosciugando dall'interno, come se il mio intero corpo stesse iniziando a bruciare alla stregua di un fuoco appena acceso.
    Ignorai quella sensazione, attribuendola più che altro al fatto di dovermi ancora adattare a questo mio nuovo corpo, e ascoltai finalmente quello che l'anziana signora aveva da raccontarmi. E fu così che lei si guadagnò il suo diritto alla vita, bisognava ricompensare in tal modo coloro che riuscivano ad intrattenermi in una maniera così eccellente, dopotutto ero arrivato lì con l'intento di uccidere ogni singolo individuo respirante in quella struttura e mi stava facendo ricredere. Non avrei ucciso almeno lei.
    La sua storiella era interessante, quasi non mi resi conto che alla fine mi aveva chiesto in maniera piuttosto perentoria di presentarmi e farle capire che non ero venuto lì per piantare grane. Niente di più facile, anche se avrei cambiato nome, dopotutto, per quanto improbabile, c'era sempre la possibilità che avesse sentito parlare dei casini che avevo compiuto e che mi riconoscesse... invece avrei optato per un nome molto più sconosciuto, che sicuramente non aveva mai sentito prima, visto che la persona che lo portava aveva fatto perdere ogni traccia.
    Il mio nome è Hakurei Kurosame, ex ninja di Kumo, stavo cercando un luogo per godermi il mio meritato riposo e sono giunto qui. Posso giurarvi, signora, che non sono venuto qui con cattive intenzioni, nessuna donna sarà oltraggiata da me, ve lo prometto sulla mia stessa vita.
    Non avevo mentito, non in questo, dopotutto ucciderle non equivaleva a oltraggiarle in altro modo... era tutta questione di guardare la situazione da un differente punto di vista..
     
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    Questa quest non sta per niente andando come avevo programmato :asd: .

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    Oh, caspita... ho già sentito da qualche parte il nome Kurosame, ma non riesco proprio a ricordarmi dove... hai detto da Kumo, ma non riesco proprio a... mmm, immagino non sia così importante, alla fin fine... il punto è quell'ex! Sai, non conosciamo molto del mondo di voi ninja, quindi ti prego di non offenderti per quello che dirò. Di solito non sono i criminali che scappano o vengono cacciati dai propri villaggi? O è una cosa più complessa? Comunque mi sembri uno a posto... e in realtà anche se in passato ti fossi macchiato di qualche colpa minore, direi che le Dee sono in grado di perdonare chi si sa pentire. Insomma, posso fidarmi di te, giusto?
    Quando sta per finire di parlare, la donna sente dei rumori provenire dalla porta e capisce che si tratta del tuo vestito, quindi si allontana senza neanche attendere la tua risposta. Torna pochi secondi dopo, con una tonaca da ancella, quella meno femminile disponibile in tutto il monastero.
    Durante tutto questo lasso di tempo la temperatura del tuo corpo continua ad aumentare, arrivando al punto da farti sentire quasi febbricitante. Di conseguenza senti una leggera confusione dei sensi e il tuo viso acquisisce un discreto rossore, che viene tosto notato dalla donna.
    Tieni, questo è il vestito migliore che siamo riuscite a trovare. E non ti vergognare mica, Hakurei. Vieni, posso farti strada. Mentre camminiamo volevo chiederti di raccontarmi un po' la tua storia, se ti va...
     
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    Per un momento quasi temetti che la mia copertura fosse appena saltata, che inaspettatamente avesse sentito parlare di me e che potesse riconoscere i miei crimini, ma fortunatamente non era niente. Dopotutto avevo fatto bene ad essere paranoico nel dare il nome di mio fratello, se avessi detto di essere Yoshiro allora forse sarebbe andato tutto a monte, eppure dovevo riconoscere che Hakurei aveva fatto un ottimo lavoro nel far restare il suo nome perfettamente nell'ombra. Poteva fidarsi di me? Eh, beh, diciamo che non ero la persona più indicata per tenere tra le mani la vita di un altro essere umano ma... sì, non avrei fatto alcuna stupidaggine prima di aver capito che razza di gioco aveva in mente la Dea, poi magari avrei anche fatto fuori ogni singolo essere vivente in quel tempio, ma sicuramente non sarebbe accaduto subito.
    La donna mi fece recapitare un saio femminile, troppo femminile, ma che comunque sarebbe servito a coprirmi, cosa di cui avevo bisogno estremo. Mi sentivo stranamente accaldato, che fosse la febbre? Sicuramente, dopotutto ero stato nudo per molto tempo, ci stava che mi fossi beccato una malattia. Indossai il vestito senza badare troppo al fatto che fosse da donna, la cosa che contava era che mi coprisse e non facesse peggiorare la mia febbre, poi seguì la donna. Ecco, quella su di me era una domanda prevedibile, era logico che volesse sapere chi era l'uomo che stava facendo entrare nel monastero, per questo mi curai di risponderle continuando a fingere in maniera magistrale e, contemporaneamente, fare attenzione ad ogni dettaglio di quel maledetto tempio mentre la seguivo.
    Non ci sono molte cose da dire in realtà. Ho fatto il Ninja per tutta la mia vita, ho servito il mio paese fino a che ho potuto e al meglio delle mie possibilità, ma... ecco, c'è stato un momento in cui ho detto basta, non ce la facevo più di svegliarmi la mattina senza sapere se sarei stato vivo per godermi l'alba del giorno dopo e, dopo che mio fratello Yoshiro fece una... ehm... problematica questione con alcune persone, ho colto la palla al balzo per smettere e iniziare a vedere con i miei occhi tutto quello che ho perso in tutta la mia carriera. Ecco, questa è in sintesi la storia della mia vita...
     
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    Capisco. Beh, sei ancora molto giovane, hai tutto il tempo di conoscere il mondo per bene, eheheh. Lascia che ti faccia da guida in questo nostro umile monastero.
    Una volta superato il portone, ti trovi all'interno di un complesso di edifici che è tutt'altro che umile per dimensioni, come già avevi potuto intuire dall'esterno. Più che ad un monastero, quel posto assomiglia quasi ad un grande villaggio fortificato, anche se gran parte degli immobili è denotata da una notevole semplicità nelle forme.
    Mentre procedete, la donna ti elenca la funzione dei luoghi principali: la mensa, i tre dormitori, una casa riservata agli ospiti esterni, uno scriptorium e una grandissima biblioteca. Ma l'edificio più alto è un altro e, anche se non ti viene rivelato, puoi capire senza problemi che si tratta del tempio principale. La struttura è in legno finemente lavorato e, nonostante le dimensione gargantuesche, emana una sensazione di solidità assoluta.
    Durante tutta la tua breve gita, puoi notare gli sguardi curiosi e divertiti di molte delle accolite. Tutte loro indossano un piccolo cappuccio che nasconde i loro capelli. I visitatori sono molto rari laggiù e per molte di loro è la prima volta che vedono un uomo giovane e aitante, mentre di sicuro nessuna di loro ha mai visto un maschio in abiti femminili.
    Mentre camminate la tua situazione peggiora, dato che senti aumentare sempre di più il calore corporeo, al punto che ti è davvero difficile rimanere concentrato e avere pensieri lucidi. Proprio mentre la donna ti sta conducendo verso la biblioteca, per lasciarti iniziare la ricerca che hai detto di voler compiere, senti una voce familiare farsi nuovamente viva.
    Allora, hai capito quello che desidero? Indizi dovresti averne abbastanza, sai...
     
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24 replies since 22/11/2015, 22:55   335 views
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