How I met your clan

Netsushis @ Kikuchis

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    Dopo la visita a Yuya la nostra gita a Suna aveva un'altra tappa in programma, il giorno successivo. Questa volta ci eravamo accordati per la mattinata e per fortuna Kichi aveva detto che in quei giorni avremmo trovato a casa sua anche Zen, cosa che mi aveva fatto un immenso piacere. Non lo vedevo davvero da una vita, saranno stati almeno tre anni se non di più. Il tempo volava ed ero riuscita a tenermi in contatto epistolare sovente sia con lui che con sua sorella adottiva, però non era la stessa cosa. Ero curiosissima di vedere come interagivano, non riuscivo a immaginarli come fratelli, erano tanto diversi a loro modo.
    Il piccolo Kiryan decise di darci la sveglia con le prime luci dell'alba, quindi la giornata iniziò molto presto. La colazione placò l'ira del bimbo e la passeggiata seguente fu piacevole per tutti quanti. La natura era stata poco gentile con Suna, ma questo aveva obbligato gli abitanti a creare un posto davvero magnifico. Dopo aver passeggiato un po', in modo da non essere troppo in anticipo, ci recammo alla magione dei Kikuchi. Quest'oggi era Draig a tenere in braccio la nostra piccola draghetta, in quel momento sonnecchiante, mentre io spingevo il passeggino, che però per ora era vuoto. Il suo padrone era abbrancato come un koala alla mia spalla e osservava con occhi vispi il terreno, dove il nostro cucciolo Ichibi stava trotterellando fieramente. Ormai avevamo preso pienamente confidenza con lui e quindi accettava di venire con noi in giro con molto piacere, nonostante all'inizio non sopportasse più di tanto il guinzaglio.
    Per quanto fosse febbraio il clima era piuttosto caldo, infatti sia io che mia moglie indossavamo delle semplici magliette, anche se avevamo zainetti con cambi, riservati per lo più ai vestiti della nostra prole. Draig portava anche un grande cappello di paglia, per evitare qualsiasi rischio di insolazione, timore che io non avevo, molto più a mio agio al caldo piuttosto che al freddo.
    Una volta arrivati nei pressi della magione dei Kikuchi ci accorgemmo subito di essere nel posto giusto. Un lungo cancello circondava l'enorme edificio in legno e pietra, controllato da alcune guardie. Era presente una sorta di cortile interno, con un po' di viavai diffuso. Mentre ci avvicinavamo alla porta mi sembrò di sentire un pianoforte, anche se era un po' lontano quindi non riuscii a capire bene cosa stessero suonando o ascoltando. Ad un certo punto la melodia si interruppe con un breve urto cacofonico e udii delle grida adirate, di quella che sembrava proprio essere Kichi.
    E pensare che all'inizio me l'avevi presentata come tutta timidina...
    In effetti nell'ultimo periodo era parecchio cambiata, lo avevo spiegato a Draig. Era come fiorita, probabilmente aveva trovato il suo giusto modo di vita. Ero contenta per lei, l'avevo sempre considerata una brava ragazza e ora mi sembrava sulla giusta via per essere un'ottima ninja, almeno per quello che avevo modo di capire io.
    Ignorando dunque il trambusto ci avvicinammo, per bussare al portone, impaziente di incontrare di nuovo i miei amici e vederli finalmente nel loro habitat naturale.



    Edited by GIIJlio - 13/2/2021, 23:53
     
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    Parlato Kichi // Sussurrato Kichi || Pensato Kichi \\ Urlato Kichi
    Pensato Tia || Parlato Makoto || Parlato Umeko
    Recentemente avevo avuto uno scambio epistolare con Aiko. Non che fossero casi eccezionali o rari, ma ultimamente gli unici pezzi di carta che mi passavano tra le mani erano i resoconti finanziari del clan e la mole di tali scartoffie era tale da istigarmi il pianto e non potevo neanche asciugarmici le lacrime sopra, visto quanto importanti fossero quei fogli. Ma non quel giorno! Quel giorno me l'ero preso tutto per me e, coincidenze, aspettavo anche ospiti, quindi avevo tutto il diritto di slegarmi dalla scrivania e rilassarmi e, finalmente, potevo rimettere mano al pianoforte. Certo, dovetti tranquillizzare Chiyu, Zio, Zia e una buona metà del Clan, Tia inclusa, dichiarando esplicitamente che no, non avrei tentato di dissanguarmi mentre suonavo come le ultime volte che mi ci ero seduta davanti. Ci volle un po', ma finalmente potevo suonare. Una sinfonia in Do Maggiore e potevo riprendere mano ai tasti che tanto amavo e temevo. Altra nota positiva: il piccolo Meiji si era interessato al pianoforte e spesso e volentieri Shumei suonava per lui e Mana qualcosa per aiutarlo a dormire, il che era una scena davvero dolce da vedere...
    Almeno così mi dicevano, visto che non potevo assistere, sommersa di lavoro com'ero. Insomma, dopo tanto tempo ero io a suonare e mi ci stavo onestamente divertendo, fin quando i miei occhi intravidero un oggetto sferico cadere sul pianoforte. La sfera andò a schiantarsi sui tasti, con forza sufficiente a premerli e rovinare l'intera composizione con un vomito di note premute nel momento sbagliato. La mia percezione parlava chiaro ed io ero già pronta ad uccidere. "Ah... Quindi è così che morirò." Fu tutto ciò che Makoto riuscì a dire, prima che il mio piede si schiantasse con forza contro il suo viso, in un'esplosione udibile per tutta la magione, spedendolo contro il portone in ciliegio che accusò lo schianto del ragazzo. "È la terza volta questo mese!" Urlai, mentre aggredii Umeko, che era rimasta paralizzata dalla rapidità con cui il suo compagno di malefatta era praticamente stato ucciso - era ancora vivo, lo sapevo benissimo. "Vi ho detto di smetterla di giocare vicino al mio pianoforte!" Ammonii, ricevendo solo un "Mi dispiace!" urlato a sua volta mentre schiantavo l'Uchiha contro la parete che dava all'esterno. L'unica cosa che mi fermò dal violentare psicologicamente i due rompiscatole fu una serie di tonfi alla porta accompagnati dal mio realizzare il fatto che ci fossero 5 tracce di chakra fuori la porta, di cui una era palesemente Aiko, seppur fosse meno evidente rispetto al solito - d'altronde solo in quel momento l'avevo notata. Lanciai via la ragazza dai capelli grigiastri e mi avvicinai al portone, prendendo lo svenuto Makoto per il collo del suo smanicato, in modo che potessi aprire. Ovviamente al di fuori ci trovai Aiko e la sua combriccola. "Benvenuti alla Residenza Kikuchi! Prego entrate, mi sono presa la libertà di far già preparare del tè da poter sorseggiare insieme." Avrei detto facendo un piccolo inchino, con ancora il corpo di Makoto in traino. Se qualcuno di loro me l'avesse fatto notare avrei dileguato il tutto con un semplice "Ignoratelo, per favore." prima di lanciarlo via da Umeko.
    Percezione
    Il sensitivo sarà capace di stimare perfettamente la quantità di chakra posseduta da un altro ninja. Inoltre impara a percepire la fonte di anomalie nel chakra di una persona (demone, attivazione di tecniche particolari come la modalità eremitica o il segno maledetto...).
    Nel caso in cui l'emanazione di chakra di una tecnica sia inferiore alle 50 unità il raggio di percezione è dimezzato. Nel caso in cui la quantità di chakra di una persona sia pari o inferiore a 100 unità il raggio di percezione è dimezzato.

    Raggio (chakra sprigionato): 150 metri
    Raggio (individui): 125 metri


    Dropkick (Kakoukiko)
    Tipo: Taijutsu
    In apparenza sembra un semplice calcio diretto verso il nemico, ma richiede un buono sforzo fisico e una discreta concentrazione di chakra. La sua particolarità sta nel fatto che è forte e che è in grado di generare una piccola esplosione al momento di colpire, udibile anche a innumerevoli metri di distanza, che si rivela utile non tanto per infliggere maggiori danni al nemico quando per attirare l'attenzione di esterni.
    [+10 alla forza]
    Consumo: 20
    dropkick
     
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    -E' veramente brava...- Un flusso dolce e ininterrotto di note si riversava per i corridoi della magione, solo parzialmente intaccato nella sua purezza dagli altri suoni della residenza Kikuchi. E chi immaginava che Kichi fosse tanto abile? Lui no di certo, ed era molto piacevolmente sorpreso di scoprirlo.
    -Già. E' un evento più unico che raro, sentirla suonare.- Vicino a lui, Sachi staccò gli occhi dallo spesso volume a cui aveva dedicato la giornata per godersi qualche secondo di quella singolare esibizione: l'Honda aveva delle faccende da sbrigare, quel giorno, e anche se lui sarebbe teoricamente stato libero da ogni obbligo il suo amico aveva insistito perché gli desse una mano quando, poco prima, lo aveva incrociato mentre parlava con Makoto e Umeko. -Come mai non lo fa più spesso? Chiese. Sachi lo guardò per un istante come se fosse indeciso su quanto dire, ma non aprì bocca, il che incuriosì il kiriano: forse non lo sapeva? Dopo tutto, anche se lui passava più tempo con il Clan, era un membro addirittura da meno tempo di lui, che pure aveva ancora qualche stranezza a cui abituarsi-- e questo ignorando i fantasmi omicidi; forse, invece, era già concentrato sulla prossima faccenda da svolgere, il che avrebbe potuto anche accettare se non fosse che faceva tesoro di ogni istante libero per reimmergersi in quel libro che si teneva sottobraccio e che Zen, ad una prima occhiata molto sbrigativa, aveva immediatamente bollato al di là
    sia delle proprie capacità che, con ogni probabilità, degli interessi.
    Oltre alla sorpresa inaspettata del talento musicale della sua sorella adottiva, quel giorno ne aveva un'altra in serbo per tutti loro: aveva infatti saputo che di lì a poco sarebbero arrivati Aiko e famiglia, il che era, se possibile, ancora più sorprendente. Era passata un'eternità dall'ultima volta che si erano visti, e a giudicare da quello che aveva avuto modo di interpretare dalle sue lettere lei aveva addirittura messo su famiglia e avuto dei figli! Aiko madre di famiglia era un'idea che lo straniva, ma sospettava che anche lei avrebbe potuto dire lo stesso della situazione attuale del Kiriano, se messa a confronto al sé stesso di anni prima: così tanto era cambiato, anche e soprattutti grazie alla persona nell'atrio...
    Il che gli portò alla mente che, al momento, nell'atrio di persone ce n'erano almeno tre. -Senti, ma perché hai insistito che venissi con te? Avremmo anche avuto il tempo di giocare con gli altri, di questo passo.-
    Il ragazzo dai capelli azzurri gli rivolse un sorriso a metà tra il paterno e la presa in giro, che lo indispettì nonostante la calma di lui. Che stesse iniziando ad avere una cattiva influenza su quella personalità mite? -Beh, vedi, è che...
    Non starai ancora evitando Umeko, spero! Lo interruppe, facendo tesoro di una sua esitazione per punzecchiarlo con un ghigno. Insomma, okay, so cosa ha fatto a Natale, ma non c'è mica bisogno di--Zen... nella sua cadenza c'era qualcosa di molto serio, un ammonimento. Quello che succede alla festa...-"rimane alla festa," lo so. Ma allora perchè?-
    Sachi si rilassò. -Beh, conoscendo quanto è competitivo Makoto e considerando il luogo e il tempo, volevo salvarti la vita.-
    -Salvarmi? E da che?-
    Si accorse che la musica aveva continuato imperterrita solo quando questa si interruppe in una cacofonia di suoni. -Oh.- Tutti i tasselli si connessero nella sua mente, ad uno ad uno, mentre nell'atrio si scatenava l'Inferno. -Grazie. Graziegraziegraziegrazie.- Si esibì in diversi inchini esagerati mentre Sachi rideva-- il che, considerato che Umeko urlava come se la stessero mangiando e non sentiva più la voce di Makoto, suonava leggermente inquietante.
    Per un attimo ci fu il silenzio. Poi a Zen parve di udire qualche altro tonfo sul legno. -Oh, la porta!-
    -Diamine, ci sta andando giù pesante.-
    -No, non in quel senso... spero.- E infatti quelli che aveva a malapena udito non erano i suoni di un pestaggio, ma un bussare alla porta, come ebbe conferma dopo aver attivato il Neton per un istante e sentendo Kichi conversare. Diresse un riluttante Sachi verso l'atrio, incapace di contenere una certa baldanza nel passo e un gran sorriso che si allargava sulle labbra... e cozzava alla grande con la prima cosa che vide, ossia Makoto semicosciente nelle mani di Kichi. Il maestro d'arme aprì appena gli occhi, che ancora non riuscivano a mettere bene a fuoco, e fece per bisbigliare qualcosa, ma Zen gli parlò sopra prima che Kichi potesse udirlo in quella che considerò a tutti gli effetti una dimostrazione di clemenza, date le circostanze; -Aiko, ciao! Che bello vederti!- Era sinceramente contento, e non sapeva se avrebbe dovuto fare menzione dello stato pietoso in cui si trovava l'atrio o meno. Poco male, si disse: se avessero fatto domande, sarebbe stato ben felice di rispondere in maniera più esaustiva (già s'immaginava l'armaiola rispondere qualcosa del tipo "ignoratelo" con il suo tono inquietante).
    Come previsto, Aiko era accompagnata da un folto gruppo: la prima cosa che notò fu il bimbo dagli occhi lucenti aggrappato alla spalla di lei come qualche tipo di animale domestico, poi la donna dai capelli rossi al fianco di lei, verso la quale fece un altro paio di passi: Sachi, riconoscendo l'importanza del momento di ritrovo, si tenne un po' in disparte aspettando il suo turno di presentarsi. -Tu devi essere Draig! Aiko mi ha raccontato molto. Zen Imana-Kikuchi, molto piacere!-
     
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    Il commento di Draig diventò ancora più pregnante una volta entrati, visto quello che fu lo spettacolo che ci accolse. L'ingresso era un po' caotico, ma soprattutto c'erano due ragazzi che avevano l'aria di essere svenuti, una fanciulla dai capelli argentati distesa in un corridoio poco distante e un giovanotto bruno che era tenuto per i vestiti dalla padrona di casa. Rimasi paralizzata da questa scena, tanto che notai appena le parole di Kichi.
    Benvenuti alla Residenza Kikuchi! Prego entrate, mi sono presa la libertà di far già preparare del tè da poter sorseggiare insieme.
    Non seppi bene cosa dire, anzi di istinto strinsi di più a me il piccolo Kiryan, lasciando ad altri le interazioni. Il primo a prendere la parola fu Ichibi, ma si chetò dopo aver abbaiato un paio di volte a vuoto, rimanendo a osservare la situazione e a scodinzolare. A quel punto fu Draig a interrompere il silenzio.
    Permesso. Vi ringrazio per l'invito. Ci farebbe molto piacere un po' di tè, sì. Immagino che se volessimo prenderlo in un soggiorno o qualcosa del genere avremmo bisogno di un luogo dove legare il nostro cucciolo nuovo arrivato. Purtroppo non è ancora del tutto addomesticato e non vorrei che creasse troppo caos in casa. Suppongo che abbiate un cortile o qualcosa del genere, dico bene? Oh, avremmo bisogno anche di un posto qualsiasi dove poter poggiare il passeggino, tra l'altro.
    Con la sua solita naturalezza mia moglie cercò di rendere la situazione più agevole per me, lei era molto più brava ad adattarsi agli imprevisti. Annuii soltanto, ma in quel momento mi accorsi che il ragazzino tenuto da Kichi era in qualche maniera attivo. Sembrava voler dire qualcosa, ma fu allora che Zen entrò a gamba tesa, salutandomi con affetto. Vederlo mi rasserenò non poco e riuscii finalmente a rispondere anche a parole, per quanto lo feci in maniera molto imbarazzata, a disagio.
    Ciao. Sono davvero contenta di rivedervi, era una vita. Scusate... lui sta bene?
    Dissi così, indicando il giovane. Kichi rispose di ignorarlo, dopodiché lo lanciò via come fosse un sacco di patate. Zen aggiunse che quel Makoto aveva la pellaccia dura, ma lo fece con un sorriso tranquillo, che mi permise di non soffermarmi troppo sulla questione. Del resto loro erano ninja o, nel caso delle vittime, dei probabili futuri ninja, quindi non potevo usare le mie categorie mentali per loro. Forse era normale comportarsi così, il loro corpo funzionava in maniera diversa da quello dei civili indifesi, circa. Di certo sarebbe stato sbagliato imporre il mio punto di vista, non ero nessuno per dire agli altri come dovessero vivere la loro vita senza sapere tutto il contesto. Cercai dunque di forzarmi a smettere di preoccuparmi, ma per fortuna arrivò qualcuno in mio soccorso.
    Tu devi essere Draig! Aiko mi ha raccontato molto. Zen Imana-Kikuchi, molto piacere!
    Fu solo per un attimo, ma vidi il volto della mia donna illuminarsi con un sorriso malizioso, uno dei suoi migliori. Capii al volo che stava per fare qualcosa di malvagio, ma non ebbi la prontezza di impedirlo.
    Il piacere è tutto mio. Aiko mi ha parlato anche di te, sai? Mi ha detto che sei un ragazzo molto gentile e simpatico e che una volta vi siete allenati insieme e ti ha stracciato tantissimo.
    Sgranai gli occhi, nonostante avessi intuito che stesse per dire qualcosa di sconveniente non mi aspettavo di certo quello.
    Draig! Sai che non è vero. E poi era un allenamento di tanto tempo fa, non stava facendo sul serio, visto che io sono una civile.
    Pfff, dice sempre così, ma non so se crederci mica.
    Mentre diceva queste parole, rivolta a Kichi e Zen, aveva la faccia tutta goduta. Il mio volto invece era diventato rosso come un pomodoro, a causa dell'imbarazzo. Guardai entrambi, quasi a chiedere scusa, ma aspettai che fossero loro a commentare questa uscita di mia moglie. In seguito, quando la situazione si fosse chiarita lei si sarebbe rivolta agli altri presenti, dimostrando di avere maniere molto più educate di me, ancora una volta.
    Comunque mi sa che non abbiamo fatto le presentazioni. Io sono Draig e questo bel rubino di imbarazzo è mia moglie Aiko. La piccola bavettosa che tengo in braccio si chiama Ryuko, mentre quel bellissimo sgorbietto è Kiryan. Invece questo disastro di cagnetto caruccio si chiama Ichibi, visto che ha una coda sola. È un piacere fare la conoscenza di tutti voi.
    Mi accodo, sono molto contenta di essere qui e chiedo scusa per il trambusto.



    Edited by GIIJlio - 9/3/2021, 08:04
     
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    Parlato Kichi // Sussurrato Kichi || Pensato Kichi \\ Urlato Kichi
    Pensato Tia || Parlato Zen || Parlato Aiko || Parlato Draig
    Ci fu uno strano silenzio da parte degli ospiti, a seguito del mio benvenuto. Fortunatamente fu la moglie di Aiko a risolvere - mi sembrava di ricordare che si chiamasse Draig - chiedendo dove potessero legare il loro cagnolino e dove potessero lasciare il passeggino. Fortunatamente, con Meiji nato quest'Agosto, eravamo già preparati in quel campo, quindi non ebbi neppure un attimo di dubbio nel rispondere. "Ah, non preoccupatevi, appena entriamo nella sala magna chiederò a un paio di cameriere di prendersi cura del cucciolo e di riporre il passeggino." Fu in quel momento che percepii dell'attività tra le mie mani ma, prima che potessi terminare Makoto, Zen entrò di filata nella discussione, distraendomi. "Aiko, ciao! Che bello vederti!" Vedere Zen permise ad Aiko di rilassarsi. "Ciao. Sono davvero contenta di rivedervi, era una vita. Scusate... lui sta bene?" Chiese subito dopo. Ovviamente dissi loro di ignorarlo, ma aggiunsi solo una nota in merito. "Sapevano cosa rischiavano quando hanno deciso di giocare vicino al mio pianoforte." Zen procedette a presentarsi alla coniuge della musicista che ne approfittò per mettergli i piedi i testa - se così potevo dire. "Il piacere è tutto mio. Aiko mi ha parlato anche di te, sai? Mi ha detto che sei un ragazzo molto gentile e simpatico e che una volta vi siete allenati insieme e ti ha stracciato tantissimo." - "Eheh..." Fu la mia impassibile reazione nei confronti del kiriano. Aiko ebbe da ridire, asserendo il suo essere una "civile". Feci una risatina ad occhi chiusi. "Mettiamola così: i ninja in questa casa si contano sulle mani, me e lui inclusi, eppure il qui presente Zen le prende ancora da quel... ammasso di muscoli ed idiozia che ho gettato poco fa." Mi girai verso mio fratello adottivo. "E non negarlo, lo sappiamo entrambi." Conclusi la critica, con una nota di sfottò, prima di ascoltare le presentazioni da parte di Draig, sfruttando il tempo e i nomi offerti dalla stessa per aiutarmi a cercare tra i miei ricordi annebbiati ciò che riguardasse lei e la piccola Ryuko, trovando solo il mio passare una notte a casa loro, non ricordavo per quale motivo, solo che avevo offerto loro tanto... troppo tè come dono. Unii le mani e mi feci avanti per non farli restare sull'uscio. "Allora, che ne dite di spostarci nella Sala Magna?" Chiesi alla famigliola, per poi fare strada verso il corridoio opposto a quello dove avevo lanciato il duo del disagio. "Ah! Umh... Non fate caso alle persone armate; può sembrare strano, ma una delle regole del Clan ci obbliga di portare sempre con noi un'arma." Spiegai in merito alla Regola del Crisantemo, indicando Chūtsuki, la katana al mio fianco. Raggiunta la Sala - salutando per la strada Yui - aprii la porta che dava alla grande stanza rettangolare, decorata con quadri, vasi e bonsai dove spesso e volentieri cenavamo o festeggiavamo tutti assieme. Non ci avevo mai fatto troppo caso, vivendoci, ma ero abbastanza sicura che ci fosse qualche quadro davvero famoso e costoso in quella stanza, da che mi hanno detto mia nonna apprezzava davvero l'arte ed era solita comprare opere di vari autori. Una volta dentro la stanza, ad attenderci c'era già un gruppo di cameriere e feci cenno a tre di loro di prendere in custodia il cagnolino, riporre il passeggino e preparare dei seggiolini per i due piccoli Netsushi. "Allora, intanto che ci portano qualche dolce e il tè, come state? Vi sta piacendo Suna?" Chiesi, onestamente curiosa.
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    Il sensitivo sarà capace di stimare perfettamente la quantità di chakra posseduta da un altro ninja. Inoltre impara a percepire la fonte di anomalie nel chakra di una persona (demone, attivazione di tecniche particolari come la modalità eremitica o il segno maledetto...).
    Nel caso in cui l'emanazione di chakra di una tecnica sia inferiore alle 50 unità il raggio di percezione è dimezzato. Nel caso in cui la quantità di chakra di una persona sia pari o inferiore a 100 unità il raggio di percezione è dimezzato.

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    Aiko e la sua famiglia parvero ovviamente sorpresi, e persino un po' intimoriti, che era comprensibile come prima reazione a quella scena. Cercò di rassicurare la Netsushi riguardo Makoto, che aveva senza dubbio subito abusi peggiori di quello con meno problemi; vide gli altri poco convinti, per cui fece del suo meglio per mostrarsi rassicurante e calmo, allargando il suo sorriso. -Starà benone, non preoccupatevi.- Nel dirlo riuscì a lanciare un'occhiata al suo maestro e vide che Sachi si stava discretamente assicurando che fosse tutto a posto. Ebbe l'impressione che, nel suo stato di semicoscienza, il Minami-Kikuchi stesse sillabando qualcosa, e non appena ci fece caso distolse lo sguardo con un brivido freddo che gli attraversava la schiena; se ne sarebbe pentito amaramente più tardi, lo sapeva.
    Draig lo salutò con un sorriso malevolo che lo incuriosì molto, per poi prenderlo immediatamente alla sprovvista: Il piacere è tutto mio. Aiko mi ha parlato anche di te, sai? Mi ha detto che sei un ragazzo molto gentile e simpatico e che una volta vi siete allenati insieme e ti ha stracciato tantissimo. Aiko si affrettò a tentare di rimediare a modo suo, ossia negando animatamente che quello scontro fosse da considerarsi tale... il che era ovviamente falso, anche se non dubitava che lei ci credesse per davvero.
    Ci mise un istante a riprendersi dallo shock e mettere insieme una risposta adeguatamente sarcastica, ma replicò senza demoralizzarsi... -Beh, A-- La risata di Kichi lo bloccò sui suoi passi: pensandoci, lei non era al corrente dell'esito del primo scontro tra lui e Aiko... d'improvviso la cosa si fece più imbarazzante di quanto avesse preventivato. -Mettiamola così: i ninja in questa casa si contano sulle mani, me e lui inclusi, eppure il qui presente Zen le prende ancora da quel... ammasso di muscoli ed idiozia che ho gettato poco fa.- Si mosse per replicare che okay, forse era vero, ma i suoi allenamenti con Makoto erano spesso limitati alle sole capacità fisiche e armi leggere ed era ovvio che lui tra tutti avesse il vantaggio in quel campo, che comunque era il suo maestro e tante altre belle cose, ma Kichi fu previdente e lo zittì immediatamente. -E non negarlo, lo sappiamo entrambi.-
    Sospirò. -Non lo nego. La prossima volta però mi presento da solo- Non lo disse con rabbia, era chiaramente uno scherzo di poco conto per risollevare la sua posizione.
    Draig fece gli onori di casa presentando il resto della famiglia e Zen ebbe finalmente modo di collegare i nomi che aveva letto nelle lettere di Aiko a delle vere facce: i due pargoli avevano dei tratti in comune con entrambi i genitori-- il che era... strano. Non che fosse un esperto in materia, ma era abbastanza sicuro che due donne... va beh, aveva visto anche lui la sua dose di cose strane, e si era ripromesso tempo addietro di non farsi domande a riguardo di cui non era certo di poter capire, o voler sentire, la risposta.
    Ad ogni modo, Kichi prese iniziativa e condusse tutti alla Sala Magna; Zen si assicurò di rimanere a loro disposizione per rispondere a qualsiasi domanda e passò la mano sull'elsa delle sue due kodachi con una punta di orgoglio alla menzione delle Regole del Crisantemo a cui il Clan doveva attenersi. Ormai lui non ci faceva quasi più caso, ma sapeva l'effetto che la Residenza Kikuchi poteva avere su qualcuno che la vedesse per la prima volta: già solo il fatto di avere delle cameriere era stato un vero shock culturale per lui, abituato com'era a fare la sua parte in tutte le faccende di casa; prima di poter accettare che qualcun altro sbrigasse le cose per lui aveva dovuto necessariamente imparare almeno nomi e facce di tutto lo staff, che talvolta ancora aiutava per quanto possibile. C'era anche qualche quadro importante nel corridoio, a quanto pareva, ma non essendo esperto né appassionato non avrebbe saputo neanche indicare quali, per cui non si curò di provarci. Arrivato alla Sala Magna cominciò a nutrire un'ottima aspettativa riguardo té e dolcetti che sarebbero arrivati a breve e nel frattempo si intrattenne con la conversazione: aveva un sacco da raccontare e tantissime cose da approfondire. In ordine di priorità... -E' passato un sacco di tempo! Non oso neanche chiedervi di raccontarmi tutto, ma beh, direi che c'è un sacco di che parlare. Comincio io o...?- Mentre diceva questo avrebbe rivolto un sorriso da gatto anche ai due bambini, sempre ammesso che lo stessero guardando, e al cagnolone che, padrona permettendo, avrebbe provato ad accarezzare.
     
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    Kichi sembrava pienamente a suo agio nel ruolo di padrona di casa, aveva un piglio decisamente diverso da quello che ricordavo. Sapevo che era cambiata, ma non mi ero accorta di quanto. Né avevo capito quanto fosse ricca la sua famiglia, anche quella fu una sorpresa notevole. Di passeggino e cane si sarebbero occupate delle cameriere e mi venne normale sentirmi un po' in colpa nel dare disturbo a quelle lavoratrici che magari avrebbero avuto ben di meglio da fare. L'arrivo di Zen e la scenetta con Draig quietarono un po' i miei sensi di colpa, anche se la frecciata di mia moglie sembrò cogliere in un punto debole il kiriano. Kichi lo prese ancora in giro bonariamente, lasciando trapelare alcuni dati a me sconosciuti. In quella dimora non molti erano ninja realmente in servizio, anche se tra di essi c'erano dei combattenti abili, a quanto pareva. Non mi era molto chiaro cosa volesse dire tutto ciò, in realtà, ma ero molto incuriosita. Non dissi nulla, però, non ero lì per quel motivo.
    Allora, che ne dite di spostarci nella Sala Magna?
    Ah! Umh... Non fate caso alle persone armate; può sembrare strano, ma una delle regole del Clan ci obbliga di portare sempre con noi un'arma.

    Annuii semplicemente e poi scambiai una fugace occhiata di intesa con Draig. Avevo ridotto di molto le mie capacità combattive, ma mi fidavo della padrona di casa. Quelle erano armi usate per proteggere, non per fare del male, ne ero sicura.
    In poco tempo arrivammo in una sala enorme, decorata in maniera più che lussuosa. C'erano opere d'arte di varia foggia e natura, tali da lasciarmi senza fiato.
    Ho proprio sbagliato tutto, dovevo puntare a una qualche ereditiera.
    Risposi con una brevissima linguaccia e poi con un sorriso, se si permetteva uscite così voleva dire che Draig era a suo agio e questo non poteva che farmi piacere.
    Mi accorsi della presenza delle cameriere solo quando Kichi si rivolse a loro. Chiese che si occupassero di Ichibi e che portassero due seggiolini, al che risposi che ne bastava uno, visto che Kiryan era ancora un po' troppo piccolo per stare su in quella maniera. Ci saremmo alternate per tenerlo, non era un problema. Subito dopo quella precisazione ringraziai le donne, sperando che non fosse troppo fuori luogo farlo.
    Allora, intanto che ci portano qualche dolce e il tè, come state? Vi sta piacendo Suna?
    Mentre Kichi parlava passai il guinzaglio di Ichibi a una delle cameriere, ma il cucciolo sembrava ben più interessato a Zen, infatti si gettò verso di lui per farsi accarezzare e giocare un po'. Era fin troppo socievole, cosa che però lo rendeva carinissimo.
    L'ultima volta che ero passata di qui era per le visite mediche, dopo l'operazione al braccio, sono contenta di poter ripassare qui in una situazione più calma. Mi è sempre piaciuta Suna, ha un fascino particolare.
    Draig aggiunse che era molto diversa da come se la sarebbe aspettata, più viva e attiva. Si immaginava un luogo rigido e duro, invece era una grande città dalle varie sfaccettature.
    E' passato un sacco di tempo! Non oso neanche chiedervi di raccontarmi tutto, ma beh, direi che c'è un sacco di che parlare. Comincio io o...?
    Sorrisi, ben curiosa di sapere come andassero le cose a loro.
    Ne sono successe di ogni tipo, sì. Dire che non siamo più le stesse persone di anni fa è riduttivo, suppongo sia lo stesso anche per voi.
    In quel momento arrivò il seggiolone, quindi mia moglie si dedicò a sistemare la piccola Ryuko sul suo nuovo trono. Sembrava perfettamente a suo agio in quella situazione, intenta a esplorare i dintorni con i suoi occhioni curiosi. Aveva anche lanciato un sorrisone a Zen, in risposta allo sguardo di lui. Stava prendendo ancora confidenza con quel nuovo posto, ma non sembrava per nulla intimorita da tutte quelle novità. Iniziavo a pensare che non ci fosse niente al mondo in grado di fermarla.
    E penso che la novità più grande sia bella evidente. Queste due tempeste ci occupano per bene la vita, ma valgono tutti gli sforzi e anche di più. Voi invece? Cosa mi raccontate?
     
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    Zen rispose con uno scherzo. "Non lo nego. La prossima volta però mi presento da solo." Soffiai col naso in un sorrisetto. Io in primis sapevo quanto si fosse impegnato: pensando a come lo avessi trattato come uno zerbino all'inizio mi faceva riflettere su quanta strada avesse fatto. "Intendi zero? Continui a trattarlo da zerbino." Rispose Tia ridacchiando. "Beh, sì... ma adesso è uno zerbino con stile." Mentre ci avvicendavamo per il corridoio, intravidi il seguito che osservava i propri dintorni, con lo sguardo rapito da qualche opera d'arte disposta qua e là. "Ho proprio sbagliato tutto, dovevo puntare a una qualche ereditiera." Sentii commentare Driag. Feci un risatina divertita. "Se v'interessa un quadro o una statua posso spedirvene un paio. Onestamente ci fareste un favore: danno fin troppo fastidio e richiedono troppo tempo per pulire, specie quando sono in troppi." Fu il mio responso. Non che non apprezzassi l'arte come mia nonna, ma sentivo troppo spesso lo staff lamentarsi mentre erano in pausa riguardo quanta sabbia entrasse in casa e doveva essere tolta dalle statue, dai vasi e dai quadri, con troppe accortenze. Una volta nella Sala e aver chiesto il supporto delle cameriere, ascoltai la precisazione di Aiko - contraccambiata da un inchino d'assenso da parte della cameriera al comando - susseguita dalla sua risposta, mentre il cucciolo si avvicinava giocoso verso Zen, con la cameriere che non sapeva come reagire. Feci un cenno per dirle di lasciar scorrere: poteva occuparsene dopo che si fosse stancato di Zen. "L'ultima volta che ero passata di qui era per le visite mediche, dopo l'operazione al braccio, sono contenta di poter ripassare qui in una situazione più calma. Mi è sempre piaciuta Suna, ha un fascino particolare." Il mio viso si fece impensierito sentendo dell'operazione al braccio. "Immagino sia andato tutto bene, il che non può che farmi piacere." Draig aggiunse il suo punto di vista in merito al villaggio. "Ah, ma è rigida come città: resta pur sempre un villaggio ninja. Ma quel che è più rigido è la natura del deserto: passi da quarantotto gradi a meno venti da giorno a sera, con tutta la sabbia che ti si attacca addosso e via dicendo. Penso sappiate di che parlo, no?" Come dire... cose da ragazze. "È uno dei motivi per cui adoro fare bagni. A tal proposito, se volete posso farvene preparare uno, abbiamo vasche calde, tiepide e fredde e difficilmente ne troverete di simili a Suna." Quando a doverle usare erano schiere di maschi e femmine sudati, stanchi e caotici come poche cose servivano bagni spaziosi e quelle vasche erano la perla nel nostro sotterraneo. "E penso che la novità più grande sia bella evidente. Queste due tempeste ci occupano per bene la vita, ma valgono tutti gli sforzi e anche di più. Voi invece? Cosa mi raccontate?" Disse Aiko. Arrossii, mentre osservavo la piccola Ryuko. "Ti giuro, è tra le cose più belle che ho mai visto." Commentai. Avere dei figli, metter su famiglia... erano tutti sogni meravigliosi che - non lo negavo - continuavo a sperare di veder realizzati con Yukari e... "Beh, oltre il fatto che Zen è diventato mio fratello adottivo, non molto... Forse il fatto che mi sono fidanzata?" Commentai. Non volevo tenerla all'oscuro dei fatti avvenuti con Tia, ma non mi sembrava il caso di rovinare l'atmosfera. Avrei anche dovuto scusarmi in merito allo sterminio di parte del suo clan avvenuto per merito di Tia, ripensandoci... Ma per quello ci sarebbe stato un momento migliore.
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    Il sensitivo sarà capace di stimare perfettamente la quantità di chakra posseduta da un altro ninja. Inoltre impara a percepire la fonte di anomalie nel chakra di una persona (demone, attivazione di tecniche particolari come la modalità eremitica o il segno maledetto...).
    Nel caso in cui l'emanazione di chakra di una tecnica sia inferiore alle 50 unità il raggio di percezione è dimezzato. Nel caso in cui la quantità di chakra di una persona sia pari o inferiore a 100 unità il raggio di percezione è dimezzato.

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    Draig commentò l'ostentazione di ricchezza del Clan che era il corridoio verso la Sala Magna, come si era un po' aspettato, e Kichi dal canto suo rispose con la noncuranza spaventosa di un riccone che ancora gli faceva venire i brividi: abituato com'era ad una vita modesta a Kiri, anche solo il fatto di avere delle cameriere lo metteva a disagio; se poi si soffermava a pensare a quanti soldi avesse a sua disposizione, o anche solo ad immaginare il valore delle opere d'arte che avevano appena superato (che lui, a dirla tutta, stimava inversamente proporzionale a quanto ci capisse del soggetto raffigurato) si sentiva sopraffatto, quasi terrorizzato.
    Al momento di sedersi a tavola, il cagnolone--Ichibi? Si diresse verso di lui sfuggendo alla cameriera che si era mossa per prendersene cura; inizialmente ebbe qualche dubbio riguardo la sua indole, che venne fugato immediatamente: e da lì in poi, giù di coccole e frasi dolci. Gli piacevano i cani--più dei gatti, in verità, anche se amava di più quelli dal pelo lungo; ragion per cui, da quel momento in poi, intervallò degli sguardi all'animale alla sua partecipazione alla conversazione.
    Ne sono successe di ogni tipo, sì. Dire che non siamo più le stesse persone di anni fa è riduttivo, suppongo sia lo stesso anche per voi.
    Annuì, sorridendo a quella affermazione: cosa era cambiato dall'ultima volta che si erano visti? Dire "tutto" sarebbe sembrato riduttivo. Era cambiato fisicamente, era cambiato come persona; aveva cambiato ogni cosa di sé, dal look alla famiglia, e ne aveva viste di tutti i colori: certo, aveva scoperto che molti di quei colori erano rossi, ma di recente anche la sua tavolozza si era fatta bella ampia.
    Incrociò gli occhioni di Ryuko, che gli stava sorridendo nella maniera sincera e divertente dei bambini: ricambiò il sorriso con uno altrettanto grande e fece ciao con la mano, tentando di generare una reazione nella piccola.
    "Ti giuro, è tra le cose più belle che ho mai visto." Spostò l'attenzione su Kichi, un sopracciglio alzato: sapeva che alla sua sorella adottiva piacevano i bimbi, lo aveva scoperto di recente e quel suo interesse ancora lo incuriosiva e lo divertiva. Dal canto suo li considerava carini, ma non si sentiva minimamente pronto né aveva un desiderio forte in quel senso. E parlando di desideri, sembrava che invece Kichi l'avesse! Con grande sorpresa si trovò a chiedersi se l'avrebbe mai visto realizzato, e insieme a chi: con Yukari? Aiko era la prova vivente che era possibile... in qualche modo.
    Che non era certo di voler conoscere.
    Perché gli importava?
    "Beh, oltre il fatto che Zen è diventato mio fratello adottivo, non molto... Forse il fatto che mi sono fidanzata?
    Appunto.
    -E' un buon riassunto, sì. Il Clan è stato una svolta inaspettata, ma posso dire che mi ha decisamente cambiato la vita.- Si intromise, sincero, per poi sorridere in direzione di Kichi con un tocco di malizia: -In meglio o in peggio, quella è una discussione per un altro giorno~ Sicuramente i muscoli mi farebbero meno male!- Ridacchiò, ripensando a quanto bene gli avevano fatto i Kikuchi nell'ultimo periodo: valeva sicuramente la pena, tutto considerato.
     
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    Avevo il sospetto che l'offerta di regalarci qualche opera d'arte non fosse una battuta, ma Draig la trattò come tale, con una risatina musicale. Meglio così, mi dissi, sarebbe stato imbarazzante dover affrontare la cosa in maniera un po' più seria. Sederci nel salotto fu davvero piacevole e così iniziammo a parlare con calma e tranquillità.
    Immagino sia andato tutto bene, il che non può che farmi piacere.
    Annuii, per tranquillizzare i due. Per un po' avevo temuto di dover smettere di suonare, ma si era trattata solo di una sospensione temporanea. Grazie a Yuya e agli altri dottori ero tornata come nuova, pronta a diffondere la mia musica verso chiunque avesse avuto voglia di ascoltarmi.
    Ah, ma è rigida come città: resta pur sempre un villaggio ninja. Ma quel che è più rigido è la natura del deserto: passi da quarantotto gradi a meno venti da giorno a sera, con tutta la sabbia che ti si attacca addosso e via dicendo. Penso sappiate di che parlo, no?
    È uno dei motivi per cui adoro fare bagni. A tal proposito, se volete posso farvene preparare uno, abbiamo vasche calde, tiepide e fredde e difficilmente ne troverete di simili a Suna.

    L'offerta mi colse alla sprovvista, come ospite Kichi era davvero molto premurosa.
    Non vedo perché no. Magari più in là, però. Ti ringrazio molto, Kichi. Comunque per quanto riguarda il clima ormai io mi sono abbastanza abituata, anche perché sto insieme ad una figlia del deserto.
    Mia moglie fece una risatina, poi mi spinse a mostrare la mia abilità, con il probabile obiettivo di mettermi in imbarazzo e vantarsi di me. Guardai un attimo Kichi, come per chiedere permesso, poi se lei non avesse avuto nulla in contrario avrei estratto un po' di sabbia dal mio Rotolo del Deserto. Avrei concentrato del chakra e mosso il materiale con leggiadria, prima di poggiarlo in una montagnetta sulla mia spalla libera per poi riporlo di nuovo nel suo contenitore. Il Sigillo del Tè avrebbe limitato la velocità dei movimenti e la mia precisione con il chakra, ma visto quello che avevo intenzione di fare non sarebbe stato un problema.
    L'anno scorso ho scoperto di avere antenati che vivono qui nel Paese del Vento. Oltre a questa abilità innata ho scoperto di trovarmi profondamente a mio agio nel deserto, come se fosse una seconda casa. E lo stesso vale per questa piccola disgraziata, infatti ogni tanto ci trasciniamo gli altri nel Paese.
    Mentre parlavo pacioccai un po' il nasino di Ryuko, che reagì con delle espressioni buffe e un piccolo monologo privo di alcun significato apparente. Si stava sbloccando, presto avrebbe iniziato a parlare davvero e sospettavo che non l'avrebbe più finita.
    Ti giuro, è tra le cose più belle che ho mai visto.
    Gongolai vistosamente e anche la bimba sembrò accorgersi che si stava parlando di lei, visto che rivolse a Kichi un sorrisone dei suoi e riprese a dare sfoggio della sua lallazione. Ci metteva un po' a fidarsi degli estranei, ma una volta stabilito un contatto si dimostrava piuttosto estroversa. Kiryan invece era ancora lontano da quella fase, non interagiva quasi mai con chiunque non facesse parte della famiglia.
    Beh, oltre il fatto che Zen è diventato mio fratello adottivo, non molto... Forse il fatto che mi sono fidanzata?
    Drizzai le orecchie, sentendo quella succosa novità. Solitamente non ero troppo pettegola, ma con i miei amici mi piaceva gettarmi a capofitto in quel tipo di discussioni. Cercai di trattenere l'eccitazione e chiesi soltanto chi avesse avuto quella fortuna. Mi chiesi se fosse un collega o qualcuno di quell'ambiente, dubitavo di conoscerlo.
    E' un buon riassunto, sì. Il Clan è stato una svolta inaspettata, ma posso dire che mi ha decisamente cambiato la vita.
    In meglio o in peggio, quella è una discussione per un altro giorno~ Sicuramente i muscoli mi farebbero meno male!

    Sia io che Draig ridemmo a quella battuta finale. Io aggiunsi quella che mi sembrava quasi un'ovvietà, ovvero che il fatto che facessero male i muscoli era segno che gli allenamenti stavano producendo risultati. Sarei stata curiosa di vedere i suoi miglioramenti, ma quella non era decisamente la giusta occasione per farlo.
    E poi questo mi sembra un ambiente molto vivace e piacevole, no? Ti trovi bene qui?

     
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    Non vedo perché no. Magari più in là, però. Ti ringrazio molto, Kichi. Comunque per quanto riguarda il clima ormai io mi sono abbastanza abituata, anche perché sto insieme ad una figlia del deserto.
    Quel titolo lo incuriosì particolarmente: dapprima pensò fosse un nomignolo per i loro bambini--magari si trovavano particolarmente bene nel clima caldo e torrido di Suna? Non capiva come fosse possibile, ma non era del tutto fuori dal mondo-- ma lo sguardo di Draig era fisso su Aiko. Sentir parlare di una "abilità" creò in lui un'aspettativa non indifferente, tanto che per un po' dimenticò tanto il cagnolone quanto i bambini, e infatti fu ben sorpreso vedendo Aiko controllare la sabbia: una seconda Innata! Aveva difficoltà ad immaginarsi Aiko che combatteva nel deserto come fosse il suo elemento, utilizzandola per attaccare e difendersi come aveva visto fare una volta tanto tempo addietro a quel tizio che aveva sfidato lui, Baku e altra gente... pensandoci, era stato allora che Aiko aveva scoperto per caso la storia dietro il suo cognome, giusto? E quel tipo si chiamava... Rin? Non credeva di averlo più rivisto, e si chiese se i due avessero qualche legame di parentela alla lontana.
    -Uuh! Figo!-
    Fu poi il turno di Aiko di essere incuriosita: Zen non si lasciò sfuggire la reazione immediata alla notizia che Kichi avesse una fidanzata e lasciò che Kichi ne parlasse liberamente, per poi concentrarsi sulla domanda successiva, stavolta rivolta a lui--che gli strappò un ghigno soddisfatto. -E' molto più... vivace di quello che sembra, ma ci si abitua! Rise, pensando al fatto che il loro primo contatto con i Kikuchi avesse incluso almeno una persona priva di conoscenza--e al fatto che quella era, effettivamente, diventata la sua routine. Parlare con Aiko lo riportava ad un pasato in cui non avrebbe considerato niente di tutto ciò normale, e questo era esilarante. Sì, direi che mi trovo più che bene, come puoi vedere: ci sono sempre un sacco di cose da fare e da imparare, quindi certamente non mi annoio mai! -
    Evitò di menzionare il fatto che, apparentemente, adesso era ricco: nonostante praticamente vivesse in quella magione gli piaceva pensare di non aver mutato il suo stile di vita più di tanto, e certamente non voleva attirare l'attenzione sui soldi, ma era vero che anche quello era un grosso cambiamento che non si sarebbe mai aspettato solo pochi mesi prima, quando non aveva idea che Kichi fosse così carica di soldi... in effetti, non era certo di aver ancora capito cosa ciò comportasse per la sua condizione.
    -Immagino che neanche voi abbiate di che lamentarvi in quel senso, no? Sorrise ai due bambini, percependo il tocco del cane da qualche parte accanto alla sua gamba: sembra una famiglia bella movimentata!-
     
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    Mio fratello prese la parola, completando il pensiero che avevo espresso. "E' un buon riassunto, sì. Il Clan è stato una svolta inaspettata, ma posso dire che mi ha decisamente cambiato la vita." Forse la sua ultima uscita era superflua, ma sentivo il bisogno di farglielo pesare, più per soddisfare quel lato Mino di me che per un vero rimprovero. "Beh, allora vuol dire che non ti stai allenando abbastanza, altrimenti ti saresti già abituato a questi ritmi." Dissi, ad occhi chiusi. Tornando a un po' prima, la mia offerta di ristoro a seguito di un bagno venne accolta, il che mi fece molto piacere e unendo le mani con un sonoro "clap" diedi notifica di tenersi pronti a preparare un bel bagno ai camerieri che restavano nella stanza. "Quando riterrete il momento adatto basta che me lo fate sapere con qualche minuto di anticipo: nel deserto non è la cosa più veloce che ci sia prepararne uno, specie con le nostre vasche." Dissi al duo, mentre finalmente venivano portati i vassoi con i dolci, almeno cinque di essi, l'acqua calda, le foglie di tè e le varie fragranze con cui fare l'infusione.
    Feci cenno di prendere senza problemi tutto quello che volessero, mentre reagivo al nomignolo che Draig aveva dato a sua moglie con una risatina. Aiko mi chiese il permesso per dare dimostrazione di qualcosa.
    La cosa fece irrigidire di riflesso i camerieri dietro di loro, ma io ero tranquillissima e acconsentii quasi immediatamente. Un fischio d'interesse uscì dalle mie labbra quando vidi della sabbia volteggiare sotto il controllo della violinista. I camerieri non nascosero un velo di preoccupazione, non nei miei confronti, ma all'idea di dover probabilmente pulire dopo. Pelandroni. "L'anno scorso ho scoperto di avere antenati che vivono qui nel Paese del Vento. Oltre a questa abilità innata ho scoperto di trovarmi profondamente a mio agio nel deserto, come se fosse una seconda casa. E lo stesso vale per questa piccola disgraziata, infatti ogni tanto ci trasciniamo gli altri nel Paese." Spiegò lei. L'idea che fosse in parte del Vento mi suscitava una certa empatia, ad essere sinceri. Il tutto era inoltre condito i vocalizzi della piccola Ryuko. La castana chiese chi fosse la mia anima gemella, ma non dissi nulla, lasciando in risposta solo un sorrisetto malizioso, da volpe, lasciando che il discorso continuasse da sé mentre mi prodigavo a versare il tè, dopo aver chiesto ad ognuno di loro che fragranza preferissero tra tutte quelle che erano a disposizione - mi ero assicurata che sul tavolo fossero state disposte tutte quelle che c'erano a disposizione. Dopo aver offerto a ognuno di loro il proprio bicchiere di tè - e aver raffreddato un minimo l'acqua prima di versarlo per la piccola Ryuko - avrei atteso che il discorso si quietasse da sé prima che prendessi parola. "Comunque, chi vi dice che non ce l'abbia accanto?" Avrei detto con tono malizioso e stringendo le braccia per mettere in risalto il petto; tutto per mettere in imbarazzo e disagio il mio fratellino adottivo. Dopo un silenzio forse un po' troppo prolungato, ripresi parola e chiarii il malinteso da me volutamente creato. "In realtà è la mia migliore amica, Yukari. Più tardi ve la presento, ora è probabilmente nella forgia di suo padre." Spiegai, tranquillamente, per poi voltarmi verso Zen per godermi con un sorrisetto eventuali cambi d'espressione.
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    Nel caso in cui l'emanazione di chakra di una tecnica sia inferiore alle 50 unità il raggio di percezione è dimezzato. Nel caso in cui la quantità di chakra di una persona sia pari o inferiore a 100 unità il raggio di percezione è dimezzato.

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    Era buffo vedere Kichi punzecchiare di continuo il povero Zen, sembrava proprio il comportamento di una sorella maggiore impertinente. Forse l'arrivo del kiriano nel clan era parte del motivo per cui si era fatta così energica e sicura di sé. Certi lati del carattere delle persone uscivano fuori più facilmente quando si trovavano a dover assumere ruoli nuovi e particolari.
    Zen si dimostrò molto impressionato dalla mia piccola dimostrazione, mentre la padrona di casa osservò con interesse mentre versava il tè. Nessuno dei due commentò in modo particolare, mentre Draig aveva un sorriso gongolante che non aveva bisogno di tramutarsi in parole. Il suo supporto era stato fondamentale in tutti quegli ultimi anni, senza di lei non sarei riuscita ad arrivare ad essere quella che ero.
    A quel punto mi ricordai di una cosa che avevo deciso di dire di persona a tutti i miei amici ninja. Abbassai il tono e iniziai a parlare in modo un po' più circospetto.
    Ecco... quello che sto per dirvi sarebbe una sorta di segreto, quindi non ditelo in giro, per favore. Mentre stavo imparando a padroneggiare questa nuova abilità innata ho scoperto un'antica leggenda e sono riuscita a inventare una tecnica derivata da essa che mi permette di sigillare i Demoni Codati, in maniera simile a come fanno le Forze Portanti, da quello che ho capito.
    Feci una brevissima pausa, per lanciare una fugace occhiata a mia moglie. Il suo sorriso era svanito, ma l'espressione che dominava sul volto non era né di paura né di rimprovero. Era seria e basta. Ne avevamo parlato molto e avevamo raggiunto quell'equilibrio. Sapere che lei mi sosteneva era importante per me.
    Voi mi conoscete. Non voglio schierarmi dalla parte di nessuna nazione, non voglio rubare il lavoro a voi ninja o cose così. Però se capitasse che dei Demoni Codati attacchino centri abitati e mettano a rischio la vita di civili... beh, voglio solo che voi sappiate di questa cosa, perché io potrei essere disposta a intervenire. Ve lo dico perché io mi fido di voi.
    Per fortuna dopo questo intermezzo un po' cupo la conversazione poté tornare a essere leggera e tranquilla. L'argomento era la vita amorosa di Kichi, motivo per cui drizzai le antenne cercando di non sembrare troppo smaniosa di sapere. Non mi piaceva sembrare pettegola, ma lo spirito di comare da paesino era comunque parte di me, quando si trattava di persone a cui tenevo molto.
    Comunque, chi vi dice che non ce l'abbia accanto?
    Sbarrai per un istante gli occhi. Possibile che lei e Zen? In effetti il modo in cui lei lo punzecchiava assomigliava ogni tanto a quello con cui Draig amava prendermi in giro. Oltretutto mi pareva avessero più o meno la stessa età, erano giovani e carini, sarebbero potuti stare bene insieme. Il modo in cui aveva detto la frase però lasciava presagire che non fosse così e in effetti ce ne diede conferma un attimo dopo.
    In realtà è la mia migliore amica, Yukari. Più tardi ve la presento, ora è probabilmente nella forgia di suo padre.
    Lo stupore rimase, non avevo idea che anche a lei piacessero le donne. Anzi, dal modo in cui aveva parlato prima forse era proprio bisessuale come noi. Il fatto che tre donne bi si fossero ritrovate nella stessa stanza a conversare mi sembrava una coincidenza assai buffa, anche se forse non era giusto considerarla così. Chissà in qualche altre occasioni era successo e io non me n'ero accorta.
    I miei occhi caddero in quel momento su Draig e vidi il suo volto illuminato da un sorriso malizioso dei suoi. Questo voleva dire due cose, principalmente. In primo luogo non condivideva la mia sorpresa, doveva aver già intuito l'orientamento della nostra amica. Era una maga a scovare fanciulle con interessi saffici, come una predatrice veterana. Forse era effetto del suo passato da libertina, immaginavo. In seconda battuta quell'espressione lasciava presagire che lei avesse ormai incoccato una delle sue migliori frecciatine e fosse sul punto di sparare.
    Per riuscire a tenere testa a una come te deve essere una tipa bella tosta. Sarei molto curiosa di conoscerla.
    Non potevo che concordare con quel pensiero, anche se non me la sarei sentita di esprimerlo in maniera così ammiccante e diretta. Quella era la differenza tra noi due, ma del resto se non fossimo state così non avremmo funzionato altrettanto bene.
    Sì, anche a me farebbe molto piacere incontrarla, se tornasse qui.
    L'argomento successivo fu parlare della vita nuova che Zen stava riscontrando nel clan. Mi sembrava tutto sommato soddisfatto e la cosa non poteva che farmi contenta.
    Sì, direi che mi trovo più che bene, come puoi vedere: ci sono sempre un sacco di cose da fare e da imparare, quindi certamente non mi annoio mai!
    Immagino che neanche voi abbiate di che lamentarvi in quel senso, no?
    sembra una famiglia bella movimentata!

    Sorrisi, annuendo. Lasciai che fosse Draig a esprimere il concetto, visto che sembrava pronta a farlo nel migliore dei modi.
    Io sono una ballerina scrittrice, lei una musicista guerriera, cosa mai sarebbe potuta andare storta?
    Mi ritrovai a ridacchiare di gusto di fronte a quel riassunto così accurato. Avremmo dovuto essere una famiglia male assortita, invece sempre più mi accorgevo di quanto funzionassimo a dovere. Nessuna sfida sembrava troppo difficile per noi due.
    Già me la immagino questa stellina che ci porta in casa sabbia presa chissà dove, mentre gioca. Il piccolo Kir invece ha gli occhi rossi da Netsushi, potrebbe benissimo sviluppare presto la Vampa. In tal caso dovremmo stare bene attente a che non ci bruci tutti i mobili.
    In quel momento era Draig che teneva il più piccolo della truppa e reagì alla mia battuta sollevandolo fino a che i loro volti non furono uno dinnanzi all'altro. Era molto brava a fare la finta offesa, aveva un'espressione davvero adorabile.
    Oh! Non oseresti, vero?!
    Visto che lui non negò lei passò alle minacce, dicendo che se lo sarebbe mangiato in un sol boccone se ci avesse provato. Mimò anche il gesto, provocando delle piccole risa sguaiate del cucciolo. Il gioco divertì anche Ryuko, spettatrice privilegiata e sorridente. Durò poco, ma visto che sembrava essere stato gradito da tutti, il più piccino di quella compagnia teatrale improvvisata si guadagnò come premio una bella dose di coccole, sempre gradite da lui.
    Sapete, mi ha sempre incuriosito questo aspetto. Come si comportano le famiglie ninja con i bambini? Iniziano presto a spiegare le cose? Fanno dei veri e propri addestramenti? I miei mi hanno insegnato alcune cose solo quando ero più grandicella, tipo una decina di anni, ma solo le basi che mi sarebbero potute tornare utili nella vita di tutti i giorni. Se però questi cucciolotti iniziassero a mostrare talento precoce mi chiedo se potrebbe servire partire prima con qualcosa di più leggero. Non so, voi cosa dite?
     
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    Ecco... quello che sto per dirvi sarebbe una sorta di segreto, quindi non ditelo in giro, per favore. Mentre stavo imparando a padroneggiare questa nuova abilità innata ho scoperto un'antica leggenda e sono riuscita a inventare una tecnica derivata da essa che mi permette di sigillare i Demoni Codati, in maniera simile a come fanno le Forze Portanti, da quello che ho capito. Aiko sganciò, apparentemente senza provocazione, una bomba che Zen trovò pazzesca, tanto che diverse domande si affollarono subito nella sua testa. Aveva ancora fresco il ricordo di Walter e del modo in cui li aveva assolutamente distrutti--o meglio, del modo in cui li avrebbe potuti assolutamente distruggere se non fosse stato per quei mostri che si trovavano al tavolo con lui intenti ad attendere il té, e la sensazione che aveva provato percependo (e vedendo) il chakra del Sannin lo aveva scosso, anche se in modo diverso da come aveva disturbato Kichi: non sapeva quanto di quello che aveva visto fosse opera di Walter e quanto del Demone, ma era certo che i due insieme fossero qualcosa di completamente al di sopra del loro livello, più in alto di quanto avrebbe mai potuto arrivare allenandosi. Era ovvio che se c'erano persone con quei cosi sigillati dentro ci dovevano anche essere tecniche per sigillare i suddetti, ma il pensiero che qualcuno potesse esercitare controllo su delle cose grosse quanto gli era stato raccontato lo fossero i Demoni Codati lo riempiva di meraviglia e disappunto insieme, come avere la vista del tramonto oscurata da un enorme e bellissimo palazzo.
    Ma ovviamente Aiko era Aiko, e appena in possesso di qualcosa del genere avrebbe subito messo la cosa a servizio degli altri. In fondo Zen non credeva che una simile eventualità si sarebbe mai presentata, ma l'altruismo e la determinazione della musicista erano contagiosi ora come anni prima: -Certo, disse serio, annuendo. Poi si sciolse in un ghigno e, sempre osservando la Netsushi, aggiunse in tono più leggero: dopo tutto temo proprio che intervenire in una situazione del genere sarebbe il mio lavoro, e quale miglior compagnia di quella che mi ha già salvato la pelle da uno di quelli per farlo?~

    Fortunatamente, la discussione cambiò rapidamente argomento; sfortunatamente per lui, Kichi iniziò quel nuovo paragrafo col piede sbagliato. -Comunque, chi vi dice che non ce l'abbia accanto?-
    Quell'uscita inaspettata ruppe la sua indifferenza (se così si poteva chiamare) riguardo le faccende amorose tirandolo in mezzo direttamente: si trattenne finché Kichi stessa non ebbe rivelato alle loro interlocutrici la verità, poi la fulminò con il suo sguardo peggiore. -e poi mi chiedo come mai girino certe voci...- sibilò a voce bassa e denti stretti attraverso un sorriso assassino. Non si sarebbe mai aspettato che Kichi stessa facesse parte di quella cospirazione, era un colpo davvero basso.
    La reazione delle due fu più o meno quello che credeva che la sua infida sorella adottiva si aspettasse, stupore a tutto spiano, accentuato dalla rivelazione fatta usando lui come esca: Draig sembrava meno sorpresa, come se in qualche modo già sapesse della cosa, ma non era possibile; gli venne in mente una frase mormorata in chissà quale opera di fantasia che aveva consumato in passato "il simile conosce il simile", ma quale che fosse di certo parlava di qualcosa come ninja, oggetti magici e cervi giganti, certamente non delle preferenze di un trio di donne.
    Sorrise alla frecciatina di Draig riguardo Yukari, lasciando però che fosse Kichi stessa a prendersi la briga di descrivere la sua amata mentre lui dava qualche grattatina distratta al cagnolone; osservò poi un vero e proprio siparietto della famiglia Netsushi, e Draig riuscì ancora una volta a farlo sorridere di gusto: l'accoppiata tra lei e Aiko era decisamente vincente, e l'aggiunta di due bebè rendeva il tutto un tripudio di espressioni esagerate e scambi adorabili. L'allegria nell'aria era contagiosa e Zen si ritrovò a riflettere sulle conseguenze di una coppia di infanti che padroneggiano Sabbia e Vampa prima del tempo, e cioè sul caos assoluto. Fece eco alle esagerate preoccupazioni dei genitori, inserendosi con un sorriso:-Beh, ho come l'impressione che comunque non dovreste affezionarvi troppo alla mobilia in quel caso!- ripensò a quanti danni aveva causato alla proprietà del Vecchio quando era ancora inesperto nell'uso del chakra, e come al solito una morsa di nostalgia e sensi di colpa gli strinse lo stomaco: presto sarebbe stato a casa, comunque, e allora avrebbe potuto allentarla passando del tempo con lui.

    Sapete, mi ha sempre incuriosito questo aspetto. Come si comportano le famiglie ninja con i bambini? Iniziano presto a spiegare le cose? Fanno dei veri e propri addestramenti? I miei mi hanno insegnato alcune cose solo quando ero più grandicella, tipo una decina di anni, ma solo le basi che mi sarebbero potute tornare utili nella vita di tutti i giorni. Se però questi cucciolotti iniziassero a mostrare talento precoce mi chiedo se potrebbe servire partire prima con qualcosa di più leggero. Non so, voi cosa dite?
    Per un lungo istante Zen rimase in silenzio, interdetto dalla domanda improvvisa e incerto su cosa rispondere per non mettere nessuno degli altri in imbarazzo: okay, Aiko sapeva della sua condizione familiare, e anche Kichi era al corrente del fatto che lui vivesse con il Vecchio, con cui non aveva nessun legame di sangue, ma... osservò la sua sorella adottiva con la coda dell'occhio, aspettandosi che fosse lei la prima a parlare, ma trovò solo altre ragioni per rompere da sé il silenzio. Dopotutto, se quel poco che sapeva della vita degli antenati di Kichi era attendibile, sicuramente le due mamme non avrebbero voluto mettere in pratica i loro metodi d'insegnamento più di quanto a lei non andasse di raccontarli; avrebbe parlato per primo, giusto per rompere la tensione.
    -Beh, forse sì, ma... non è che io sia la persona più adatta per parlarne, sai... parlò in tono conciliante, con un sorriso un po' imbarazzato ma non meno sentito: non voleva rovinare il momento, né che la musicista pensasse di averlo rovinato. Inevitabilmente, però, si trovò a pensare ancora al Clan Kirishima, quello a cui apparteneva la stirpe che lo aveva generato e che, in realtà, non aveva sentito come una "sua famiglia" in moltissimo tempo, grazie in massima parte al suo ingresso in un altro, più vasto e immancabilmente presente gruppo, la sua vera famiglia al Clan Kikuchi, che aveva in un certo senso preso il controllo della sua vita quotidiana come una tempesta: come allenavano i pargoli i Kirishima? A che età venivano iniziati i bambini? C'era un rito di passaggio per entrare ufficialmente, o semplicemente si era Kirishima per diritto di nascita? E se un esterno avesse voluto far parte del Clan?
    Scacciò tutti quei pensieri di colpo, rasserenandosi: non c'era motivo di ossessionarsi su di un Clan morto e sepolto da chissà quanto. E poteva comunque contribuire alla conversazione con qualcosa di utile. Però ti posso raccontare del Vecchio: ero abbastanza grande quando ha iniziato ad insegnarmi cose, forse anche qualcosa più di te, e in effetti se non vado errato ha cominciato ad insegnarmi perché gliel'ho chiesto io. Ma è anche vero che ho avuto amici più giovani che conoscevano già le basi a quell'età, e poi io ho scoperto la mia Innata relativamente molto tardi, quindi... boh? Se dimostrano un'attitudine l'Accademia è sicuramente un buon posto per fargli imparare qualche nozione in sicurezza, ma non vedo perché non introdurre i bambini alle cose di base anche prima, verso i quattro-cinque anni. Insomma, finché sono abbastanza grandi da non farsi del male direi che va bene?- Era piuttosto incerto al riguardo, ma parlare della sua esperienza personale e di quelle di altri che aveva conosciuto era decisamente molto meglio che crogiolarsi nell'imbarazzo di essere ignoranti in materia, e tutto ciò che aveva messo insieme in quella spiegazione gli tornava, più o meno.
    Sicuramente Kichi avrebbe saputo aggiungere qualcosa di più specifico, no? D'altronde i Kikuchi erano un Clan fatto e finito, e non uno piccolo.
     
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    Parlato Kichi // Sussurrato Kichi || Pensato Kichi \\ Urlato Kichi
    Parlato Zen || Parlato Aiko || Parlato Draig || Parlato Yukari
    Le mie labbra aderirono alla tazza del mio tè quando Aiko decise di mostrare qualche carta, mettendoci al corrente della sua capacità di assoggettare un Demone Codato. Sapevo perfettamente come ciò fosse possibile, almeno al livello teorico, ma l'idea la violinista fosse riuscita a creare una tecnica apposita da sola mi rendeva quanto meno dubbiosa e la mia domanda nacque spontaneamente: "Sei sicura che funzioni? Ricordi Gyokuro, non è facile pensare a qualcosa che possa trattenere quel potere: finché non lo si mette in pratica è solo teoria." I famosi sigilli erano testati e stati utilizzati fin troppe volte, quindi erano sicuri, circa. Quanto meno la loro efficacia era stata comprovata. "Beh, non mi fa troppo impazzire lo scenario di dover combattere un Demone Codato direttamente a Suna e, se davvero è una minaccia come credo, imprigionarlo è solo spostare il problema sotto un tappeto." Non conoscevo i dettagli, ma Yasuharu sapeva come quei sigilli potessero corrompersi e rilasciare il demone che racchiudono; Kami, da che avevo capito, a Kiri era successo la stessa cosa con Jack Kaguya. Sospirai, lasciando morire la discussione. Scatenò una leggera risatina da parte mia, la reazione del mio fratellino. Strinsi le braccia sotto al petto e m'inclinai in sua direzione per stuzzicarlo ulteriormente. "Le voci son voci, ma hai idea di che significa sentirle anche da Yukari?" Risposi a mia volta. Una volta era effettivamente successo, ma la cosa era scemata in una risata sotto le lenzuola, prima di alzarci per fare colazione. "Per riuscire a tenere testa a una come te deve essere una tipa bella tosta. Sarei molto curiosa di conoscerla." Commentò Draig. Feci una risatina un po' forzata e ad occhi chiusi. "Più che tosta è una pietra... cioè... Il novanta percento delle volte è inespressiva, chi non la conosce dice che è apatica, ma è solo pigra al punto che non si sforza nemmeno di mostrarsi felice, triste o simili." Spiegai. Come dire, "Gli opposti si attraggono" era fin troppo accurato, specie considerando il mio cambiamento dopo il coma. Feci schioccare le dita. "Aggiungo inoltre che non è raro vederla camminare in giro nuda, fregandosene di essere vista solo perché, cito, le pesa vestirsi. Ecco, quel tipo di pigra." Conclusi con quella nota a piè di pagina.
    Mi divertii ad osservare le iterazioni tra Draig e il più piccolo del quartetto, che osservai incantata e con la testa appoggiata al tavolo, con le mie braccia a fare da cuscino. Ci misi un po' a ricordare il mio té e a riprendere a bere. La domanda di Aiko mi prese alla sprovvista: avevo, sì, i metodi degli Anami in testa, ma non li avrei in nessun caso consigliati a lei; lei che ci teneva ai suoi figli. Mino non si era mai curata di Seison, Hideyuki non aveva intenzione di allenare Mino alle arti ninja, a Yasuharu non interessava altro che le sue ricerche... Uta non aveva tempo per occuparsi dell'addestramento di suo figlio e a partire da Yukiari non era nemmeno un clan ninja. Ascoltai quel che Zen aveva da dire e, nel frattempo, mi presi il tempo di finire il mio tè. Sospirai e osservai il soffitto. "Ah~..." Quel verso rassegnato uscì involontariamente dalle mie labbra, mentre i miei occhi osservavano un cielo che non c'era. Restai così per qualche secondo, saggiando con cura ciò che avrei dovuto dire. Forse passò un intero minuto, ma terminato quell'intervallo abbassai il capo e risposi. "Beh, di certo non so come risponderti: anche se è vero che un minimo di conoscenza del Bujutsu viene impartito a tutti, i Kikuchi sono un clan di mercenari, non di ninja. Alcuni di noi si dedicano ad altro, piuttosto che alla marzialità, come i membri del Tè." Spiegai, ondulando il capo ogni due parole pronunciate, come se stessi canzonando il presunto "essere composto da civili" che demarcava il nostro Clan. "Dal canto mio..." Feci una risatina. "Io non dovevo neanche essere una kunoichi: da piccola volevo diventare una Sacerdotessa e ho passato tutta l'infanzia a studiare per diventarlo." Iniziai a vocalizzare una melodia, un canto rituale che ero solito canticchiare quando pulivo il mio altarino. "Onestamente odio il mio lavoro, ho deciso di iniziare ad allenarmi nelle arti ninja solo per proteggere mio fratello gemello, Ringil." Un'altra risatina, questa volta amara. "Dea, non sono neanche del tutto Suniana, mio padre era Kumiano e sono nata nell'Artiglio, al confine con la Zanna" Ripensandoci, questa era la prima volta che raccontavo a Zen della mia infanzia.
    "Beh, mia madre sarà pur stata una Chuunin e mio padre un Mukenin, ma non posso neanche chiedere a loro: sono morti durante la guerra civile a Oto, mentre cercavano di tirare fuori mio fratello dal Clan di mio padre. Uccisi da mio cugino, che ha poi ucciso mio fratello." Restai un secondo a fissare il vuoto mentre ripercepii il dolore di essere impalata da un Fuuma Shuriken gigante, mentre vedi tuo figlio fuggire via in preda al panico. Mi presi a schiaffi le guance, cercando di riprendermi. "Beh, come avete capito la mia famiglia è un casino: da un lato non ci sono ninja, dall'altro ci sono assassini pazzi e spietati. Direi che non ho idea di come si cresca un bambino per renderlo un ninja." Commentai, con un sorrisetto. Mi resi conto che avevo reso pesante l'atmosfera col mio racconto e serviva qualcosa che scacciasse via quel racconto d'odio e, per fortuna, il mio senso percettivo scovò quel qualcosa avvicinarsi alla porta.
    "Ohi, Kichi, c'è Makoto in infermeria con un trauma cranico: crede di essere diventato un cetriolo. È la cosa più divertente che ho visto 'sto mese." Disse entrando e accennando un sorrisetto.
    Soffiai col naso e feci un sorriso alla vista della mia migliore amica e amante. "Umh... Ciaossu. Disturbo?" Disse lei, senza inflessione.
    La indicai. "Aiko, Draig, a voi Yukari Ikari Kikuchi." Spiegai, mentre lei salutava con un saluto militare appena accennato con due dita e si dirigeva verso di me per sfruttare le mie gambe come seduta, coprendomi dalla vista col suo, esile, corpo. "Sai, vero, che adesso sono più bassa di te e che ci sono altri posti che non mi ostacolano la vista dei nostri ospiti, vero?" Sussurrai alla celestina seduta comodamente. "Sopporta, mi pesa muovermi."
    Percezione
    Il sensitivo sarà capace di stimare perfettamente la quantità di chakra posseduta da un altro ninja. Inoltre impara a percepire la fonte di anomalie nel chakra di una persona (demone, attivazione di tecniche particolari come la modalità eremitica o il segno maledetto...).
    Nel caso in cui l'emanazione di chakra di una tecnica sia inferiore alle 50 unità il raggio di percezione è dimezzato. Nel caso in cui la quantità di chakra di una persona sia pari o inferiore a 100 unità il raggio di percezione è dimezzato.

    Raggio (chakra sprigionato): 150 metri
    Raggio (individui): 125 metri


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