|
|
|
Era sempre bello poter tornare lì, a Suna. Il deserto era la mia seconda casa, ma anche la città in sé era diventato un posto ben conosciuto. Per quanto fosse un villaggio militarizzato, quindi non un ambiente del tutto amichevole per una come me, ero ormai nota alle autorità e mi sentivo abbastanza al sicuro. L'unico altro posto dove potevo sentirmi così era Kumo, in quanto in entrambi i luoghi avevo contatti che mi permettevano di fidarmi e di essere considerata affidabile. Certo, dovevo comunque tenere attivo il Sigillo del Tè, in modo che i sensitivi non fossero allarmati dalla mia presenza, ma ormai era un provvedimento che applicavo in automatico quando mi recavo in luoghi del genere, non mi pesava più. Non riducevo al minimo le mie capacità, in ogni caso, mi bastava ridurle al punto da non essere paragonabile ad un ninja di primo piano, in modo da evitare scocciature e lungaggini.
Passeggiavamo lungo la strada principale, senza troppa fretta visto che eravamo in anticipo. Al mio fianco c'era Draig, stava spingendo il passeggino al cui interno si trovava il piccolo Kiryan. Indossava dei pantaloni neri, eleganti, ed una maglia di media pesantezza che le lasciava libera una delle due spalle, una delle mie preferite. Io invece portavo una gonna alle ginocchia e una camiciola, comprate l'ultima volta che ero venuta a Suna e quindi più vicina alla moda di questo posto. Nonostante fosse inverno e tardo pomeriggio la posizione geografica rendeva piacevole il clima. Tenevo in una mano il guinzaglio del nostro ultimo arrivato, il cagnolino Ichibi, il quale trotterellava un po' stupito da quella grande quantità di gente sconosciuta. Con l'altra invece stavo tenendo in braccio la nostra cucciola più grande, Ryuko, che osservava i dintorni con occhi spalancati. Era eccitatissima da giorni, ma in quel momento era soverchiata da tutte quelle novità, non era abituata a posti affollati come quello. Ogni tanto faceva qualche domanda, ma rispetto al solito molto di meno, come se quell'eccesso di stimoli solleticasse la sua curiosità in maniera differente.
Camminammo per un bel po', cercando di non perderci, poi arrivammo infine al luogo che ci era stato indicato. Non vedevo l'ora di incontrare di nuovo Yuya, anche se ci sentivamo sempre per lettera era un bel po' che non ci vedevamo. Mi era parso di capire che nell'ultimo periodo stesse abbastanza bene, ma mi faceva piacere l'idea di verificarlo con i miei occhi. E poi non vedevo l'ora di farle conoscere il piccolo Kiryan e di farle vedere com'era cresciuta Ryuko. A lei avevo anche raccontato di Yuya, chiamandola zia e dicendole che aveva aiutato tanto le sue mamme in più occasioni. La bimba era sembrata ben curiosa di quella figura sconosciuta e sembrava fremere all'idea di incontrarla, finalmente.
Una volta arrivati alla porta avrei suonato il campanello, felice di essere lì insieme a tutta la mia famiglia.
|
|
.
.
