Vatn ór fjǫr

Karril e Bort

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Hic iacet Arthurus, Rex quondam Rex futurus.

    Group
    Konoha
    Posts
    7,199
    Powanza
    +63
    Location
    Castellammare di Stabia

    Status
    L'arrivo nel Paese del Thé è stato alquanto movimentato, ma finalmente le cose si stavano appianando e mi stavo godendo il paesaggio e la scoperta, almeno inizialmente. Le persone qui erano diverse da quelle del Mare, e seppure fossero abituato agli stranieri mi sembravano un tantino meno accoglienti rispetto agli abitanti dell'Isola.
    Anche la vegetazione era diversa, più lussureggante ed era pieno di colline e campi di coltivazione, oltre di persone che lavoravano parecchio duro. Camminavo in silenzio su una strada sterrata, le mani dietro la nuca per reggere la testa e rilassare i muscoli del collo: ero in viaggio dal mattino e ormai era quasi sera, e sarei dovuta arrivare in un villaggio da almeno un paio d'ore.
    Forse avevo calcolato male il percorso. Forse.
    Il problema veramente grave non era il fatto che ormai si stava facendo buio quanto i crampi che sentivo allo stomaco. Il rumore roboante della mia pancia avrebbe potuto svegliare tranquillamente un branco di bufali, tentai di attutire il suono con le mani ma senza molto successo.
    Avrei dovuto dare ascolto ai consigli di Mimir e prepararmi più spuntini per il viaggio, già lo vedevo con quell'aria da saputello pronto a dirmi "te l'avevo detto". Grazie al cazzo, era facile fare delle previsioni bevendo dalla fonte del Sapere! Avrebbe potuto semplicemente dirmi "Senti Karril, fatteli due panini in più che tanto domani ti perdi e arriverai al villaggio a notte inoltrata" e invece no, deve sempre fare il misterioso e l'enigmatico del cavolo.
    Imprecazioni a parte, accelerai un pochetto il passo per tentare di avvistare il borgo il prima possibile, ero abbastanza sicura che se avessi scorto le prime casupole il mio stomaco si sarebbe acquietato in attesa della cena imminente.
    E infatti appena vidi il tetto della prima casa all'orizzonte tornò la quiete, e in quel momento esatto aumentai il passo. Raggiunto il villaggio non potei fare a meno di notare che era già bello che vuoto, le strade erano deserte e l'unica parte della cittadina dove provenivano dei rumori ed era illuminata era la taverna.
    Che guarda caso era anche la mia destinazione, la fortuna nella sfortuna!
    Stavo già pensando a cosa mangiare, avevo praticamente l'acquolina in bocca, quando con la coda dell'occhio scorsi una piccola figura in un vicoletto buio. Mi fermai per controllare e non mi ci volle molto per vedere un bambino seduto a terra con le ginocchia al petto, era sporco e aveva diversi graffi sulle braccia.
    «Hey, bimbo.» mi avvicinai e mi abbassai al suo livello, inclinai la testa per tentare di vedere la sua ma si era asserragliato così bene che mi fu praticamente impossibile, e ottenni solo un piccolo lamento come risposta.
    «Hey, sei ancora vivo?» era ovvio che lo era, ma mi sembrava un modo per non farmi apparire spaventosa, nel mentre incominciai a spingerlo lievamente con un dito sperando in qualche reazione. Insistetti per un po' fin quando il bimbetto non alzò la testa mostrando i capelli arruffati e degli occhi pieni di due lacrimoni enormi.
    «Io sono Karril. Non avere paura, non ti farò nulla.» gli sorrisi e allargai le braccia per mostrargli che ero innocua, nel mentre cercavo un po' di capire se fosse ferito seriamente da qualche parte ma non mi sembrava.
    Era solo un po' denutrito.
    E in quel momento di silenzio e tensione che il mio stomaco brontolò di nuovo, come a ricordarmi che dovevo pagarlo per essere stato quieto fino a quel momento. Beh, dopo un primo momento di sorpresa, presi la cosa a ridere «Ho famissima, che ne dici se andiamo a mangiare in quella locanda? Così ti cresceranno anche i muscoli, lo sai?»
     
    Top
    .
  2.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Demone incendiario

    Group
    Takumi
    Posts
    18,287
    Powanza
    +422
    Location
    Torino

    Status


    Quando sarebbe tornato avrebbe compilato i moduli, ormai si era deciso. Quella vacanza aveva spazzato via qualsiasi dubbio rimasto, era ora di fare questo grande passo. Non poterne parlare con nessuno aveva reso la decisione più ostica del previsto, ma alla fine Bort si era convinto a fare l'esame di ingresso nel gruppo degli Anbu il prima possibile. E ora sorseggiava una tisana calda in una locanda del Paese del Tè, con un sorriso sulle labbra ma troppi pensieri in testa. Un mix di paura ed eccitazione era il sentimento dominante da giorni, ma sembrava farsi sempre più forte. Si era allontanato da casa proprio per schiarirsi la mente e la cosa aveva funzionato, per quanto solo in parte. Ora sentiva di aver bisogno di una distrazione, anche se il locale semi-vuoto non aiutava a trovare spunti. Fino a che dei nuovi arrivati non entrarono dalla porta. Uno era un bambino dall'aspetto abbastanza malandato, la sua accompagnatrice era una giovane donna dall'aria esotica. I suoi lineamenti e il modo di porsi erano diversi da quello delle altre persone, pensò Bort, senza riuscire a distinguere come e perché li ritenesse tali. Era un'impressione che non riuscì a razionalizzare, ma che passò quasi subito in secondo piano rispetto allo stato del giovanissimo. C'era sicuramente qualcosa che non andava e la cosa interessò molto il ragazzone, per quanto in cuor suo si sentisse in colpa a esser contento che qualcuno stesse male. Si alzò con calma e si avvicinò con passo lento ai due, cercando di abbozzare un sorriso.
    Tutto bene? C'è qualche problema? Posso aiutarvi?

     
    Top
    .
  3.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Hic iacet Arthurus, Rex quondam Rex futurus.

    Group
    Konoha
    Posts
    7,199
    Powanza
    +63
    Location
    Castellammare di Stabia

    Status
    Il bimbo si fece convincere senza troppi problemi anche se iniziava a preoccuparmi un minimo: non reagiva, sembrava perso nei suoi pensieri o meglio, nel vuoto.
    Chissà cosa diavolo era successo al piccoletto.
    Lo aiutai ad alzarsi in piedi ma non sembrava intenzionato a muoversi da lì, aveva ancora lo sguardo piantato verso la strada. Mi chinai per tentare di guardarlo di nuovo in volto nella speranza che un contatto visivo lo potesse scuotere un minimo.
    «A proposito, io mi chiamo Karril! Tu invece?» gli chiesi elargendo un gran sorriso per tirarlo su, ma il bimbo non reagì in alcun modo. Aspettai un po' per la sua risposta, anche se calò un silenzio abbastanza imbarazzante che mi spinse a riprendere a parlare, e oltretutto noin potevo mica costringerlo a dirmi come si chiamava: magari non voleva e non era il caso di mettergli ulteriore pressione «Se non vuoi dirmelo non fa niente.» allungai una mano fra i suoi capelli arruffati e sporchi, provai ad accarezzarlo.
    Anche questo non sortì nessun effetto, sospirai lievissimamente perché stavo iniziando ad avere ben poche idee per aiutare il bambino. C'avrei pensato davanti ad una bella stufa calda, comunque: stare qui fuori non avrebbe aiutato nessuno se non a prendere freddo e gli avevo promesso di dargli da mangiare. Forse con lo stomaco pieno gli si sarebbe sciolta la lingua?
    Mi misi dietro di lui e appoggiai delicatamente le mani sulle sue spalle, lo spinsi pian piano in modo che camminasse davanti a me per entrare nella locanda. Cosa gli era successo? Magari si era perso o era stato abbandonato? Visto quanto è pelle e ossa sembrava essere solo da un po', per questo aveva tutti quei graffi e quelle abrasioni? Vivere da solo per le strare è comunque pericoloso, avrà lottato con qualche cane randagio o qualche stronzo rapinatore.
    Spalancai la porta della taverna allungandomi sopra il bambino, poi lo spinsi dentro come avevo fatto fino a quel momento. Il calore del posto svegliò immediamente il mio corpo e ero sicura che anche al ragazzino suscitò qualche effetto visto che rabbrividì per qualche istante.
    Escursione termica, amico: è una cosa molto importante da imparare se devi sopravvivere all'esterno.
    Comunque la taverna non era particolarmente affollata, c'erano parecchi tavoli vuoti e stavo giusto decidendo a quale tavolo sedermi quando improvvisamente si alzò un uomo. Cioè un omone. Cioè per meglio dire: una specie di mezzo gigante.
    Istintivamente mi portai davanti al bambino mentre osservavo quell'armadio a diverse ante avvicinarsi a noi: aveva ottimi muscoli, uno sguardo glaciale e dei capelli biondissimi. Quando mi fu vicino dovetti alzare lo sguardo come se stessi effettivamente osservando il soffitto.
    «Tutto bene? C'è qualche problema? Posso aiutarvi?» era un mezzo gigante buono? Probabilmente, ma prima di tirare un sospiro di sollievo e fidarmi di quell'individuo volevo accertarmi di una cosa che avevo visto di sfuggita sui capelli del giovane jotun, mi alzai persino sulle punte per vedere meglio.
    Toh, un coprifronte! Quando realizzai cosa fosse, smisi di stringere gli occhi e sorrisi, mi stavo pure per presentare ma c'erano cose più urgenti di cui parlare. Mi spostai per mostrargli il bambino, gli poggiai una mano sulla spalla «Ho trovato questo bambino in un vicolo qua vicino sedere a terra e non ha detto una parola da quando l'ho incontrato. Mi sembra che abbia fame, volevo comprargli qualcossina.» mi resi conto dopo che avevo sbagliato a coniugare il verbo «Seduto. Seduto.» detto questo, cercai con lo sguardo l'oste «Mi scusi, potrebbe prepararci due pasti caldi?»
    L'omone dientro il bancone mi gettò uno sguardo, ma poi ritornò semplicemente a pensare alle sue faccende ignorandomi come se fossi chissà quale rompicoglioni.
    «Hey!» proprio non volevano rendermi le cose semplici, eh?
     
    Top
    .
  4.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Demone incendiario

    Group
    Takumi
    Posts
    18,287
    Powanza
    +422
    Location
    Torino

    Status


    Per fortuna la giovane donna non si spaventò, anzi apparve per lo più curiosa. Strinse gli occhi e si alzò sulle punte per scrutare Bort, poi fece un'espressione soddisfatta e iniziò a parlare.
    Ho trovato questo bambino in un vicolo qua vicino sedere a terra e non ha detto una parola da quando l'ho incontrato. Mi sembra che abbia fame, volevo comprargli qualcossina.
    Dopo aver finito la frase aspettò qualche secondo e poi corresse uno degli errori grammaticali che aveva commesso. Il fatto che fosse straniera era ormai evidente, Bort purtroppo non era bravo a capire da dove venissero le persone, ma quello che anche lui riuscì a capire era che doveva essere arrivata da non molto, viste le difficoltà linguistiche. Sembrava molto comunicativa, però, quindi lui sospettava che fosse in grado di superare quei problemi in un modo o nell'altro.
    Mi scusi, potrebbe prepararci due pasti caldi?
    La frase fu rivolta all'uomo che si trovava dietro il bancone, ma questi non sembrò dare particolare retta alla ragazza, anzi continuò a pulire dei bicchieri come se niente fosse. Bort poteva capire che egli potesse essere distratto dall'aspetto disastrato dei due nuovi arrivati e che pensasse potessero non avere abbastanza soldi, però rifiutare dei clienti senza nemmeno chiedere gli sembrava pura stupidità. Batté la mano aperta sul bancone, non con particolare violenza, non voleva spaventare nessuno dei presenti, solo richiamare l'attenzione.
    Loro sono con me, metti pure sul mio conto.
    Sorrise tranquillo all'uomo e attese un suo segno di assenso. Non voleva guai, chiaro, ma non voleva nemmeno che due poveri disgraziati rimanessero digiuni per chissà quale motivo. Una volta avuta la conferma del padrone, avrebbe fatto un cenno ai suoi due nuovi commensali, indicando loro il tavolo dove prima lui aveva preso posto e dove si sarebbero potuti accomodare tutti e tre.
    Comunque io sono Bort, molto piacere. Voi siete?

     
    Top
    .
  5.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Hic iacet Arthurus, Rex quondam Rex futurus.

    Group
    Konoha
    Posts
    7,199
    Powanza
    +63
    Location
    Castellammare di Stabia

    Status
    Stavo già innervosendomi quando l'omone che ci aveva accolti sbattè la mano sul bancone e disse di mettere tutto sul suo conto, e in quel momento il locandiere non aveva niente da obiettare. Che stronzo, lo guardai di sbieco drighignando leggermente i denti: mi aveva preso per una barbona? L'impulso di lanciargli le monete dritte sul naso era assai forte, e in realtà la mano raggiunse incosapevolmente la sacca dove tenevano il denaro, ma mi fermai.
    C'era lo shinobi che aveva risolto tutto abbastanza pacificamente, lo avrei ripagato finita tutta quella storia.
    «Spero che con il costo della cena ti comprerai delle medicine per curarti una diarrea fulminante. Stronzo.» la cosa bella nell'essere una straniera era poter dire un po' quello che si voleva senza essere sgamati, anche se un paio di volte avevo incontrato delle persone che mi capirono e fu molto imbarazzante.
    Era una tecnica pericolosa, bisognava usarla con attenzione.
    Mi voltai verso il bambino e gli sorrisi, poi lo spintonai dolcemente per fargli seguire lo shinobi al tavolo, e io personalmente non vedevo l'ora di sedermi visto che viaggiavo da tutto il giorno e volevo riposare le gambe, prima però feci accomodare il bimbetto.
    «Per gli Dèi, le gambe.» sbuffai leggermente mentre mi sedevo, mi massaggiai per un paio di secondi le cosce che avevano iniziato a formicare dalla fatica e potevo già sentire l'acido lattico formarsi nei muscoli.
    Oooh se avevo voglia di farmi un bel bagno.
    Lo shinobi, nel mentre, mi riportò alla realtà presentandosi come Bort! Mi piaceva come nome, era simile a quello di mio padre e... ma non era che magari avesse il sangue della mia tribù nelle vene? Era pure enorme! Non che importasse qualcosa al momento.
    «Io sono Karril figlia di Bronn, vengo dalle terre che si trovano al di là dell'oceano, a oriente. Il piacere è mio.» mentre parlavo, mi tolsi il legaccio che teneva attaccati i miei capelli a coda di cavallo, fu una sorta di liberazione sentirli cadere sulle spalle. Scossi anche la testa verso destra e sinistra per smuoverli un po' visto che erano stati essenzialmente immobili per tutto il viaggio.
    «E lui... come già ti ho detto, non mi ha detto nulla. Magari però un po' di cibo gli scioglierà la lingua, chissà! Anche perché è ancora troppo piccolo per la birra, quindi...» sorrisi divertita al bimbo, poi la mia attenzione fu catturata dalle minestre e dal pane che un commensale ci stava per servire.
    «Grazie.» gli dissi un po' fra i denti, fissai il piatto per un istante prima di rivolgermi nuovamente a Bort, il bimbetto aveva già iniziato ad ingozzarsi «Comunque ti ringrazio ma non c'è bisogno che ci paghi la cena, a differenza di quanto crede quella testa di gallina ho del denaro.» quando finii di parlare, però, il bimbo sembrò quasi strozzarsi, tanto da affannarsi a prendere un bicchiere d'acqua e berla avidamente. Inizialmente alzai solo un sopracciglio, non sapendo se quel bambino si stava strozzando perché non sapeva mangiare o perché aveva una fame del diavolo, solo dopo un po' mi venne in mente che magari trovava buffo il nome con cui avevo chiamato il locandiere.
    «Sono abbastanza sicura che domani all'alba lo sentiremo starnazzare! No, aspetta, quello lo fanno i galli.» gli sorrisi mentre appoggiavo entrambi i gomiti sul tavolo, stancamente, e il bimbetto continuò a mangiare con il sorriso almeno.
    «Comunque questo signore è uno dei potentissimi shinobi, sai? Sono sicura che ci saprà aiutare nel trovare casa tua.» parlai un pochetto più a bassa voce e gettai una occhiata a Bort, nella speranza che potesse darmi una mano a tirare fuori qualche informazione in più.
     
    Top
    .
  6.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Demone incendiario

    Group
    Takumi
    Posts
    18,287
    Powanza
    +422
    Location
    Torino

    Status


    La ragazza sembrava simpatica, anche se un bel peperino. Bort non capì cosa avesse detto all'oste, visto che usò una lingua straniera, ma non dubitava fossero improperi di varia natura. Mossa furba non farsi capire, pensò lui, sempre meglio evitare guai. Quando finalmente si sederono lei lamentò dolore alle gambe, sbuffando, cosa che attirò l'attenzione dell'otiano, anche se preferì non esprimere i suoi dubbi sul momento.
    Io sono Karril figlia di Bronn, vengo dalle terre che si trovano al di là dell'oceano, a oriente. Il piacere è mio.
    E lui... come già ti ho detto, non mi ha detto nulla. Magari però un po' di cibo gli scioglierà la lingua, chissà! Anche perché è ancora troppo piccolo per la birra, quindi...

    Bort ridacchiò alla battuta, mentre lei si liberava i capelli dal suo elastico. Fu a quel punto che arrivò un cameriere con il primo cibo, su cui il bambino si avventò come un rapace. Il jonin sorrise soddisfatto e iniziò a mangiare anche lui, anche se non poteva competere con la foga del suo commensale.
    Comunque ti ringrazio ma non c'è bisogno che ci paghi la cena, a differenza di quanto crede quella testa di gallina ho del denaro.
    Sono abbastanza sicura che domani all'alba lo sentiremo starnazzare! No, aspetta, quello lo fanno i galli.

    Bort sorrise, divertito. Quella ragazza era ben strampalata, però era molto simpatica e sembrava anche ben gentile. Del resto non era da tutti aiutare uno sconosciuto senza alcun incentivo o interesse.
    Non ti preoccupare per i soldi, mi fa piacere offrire. Ero venuto qui per stare un po' solo, ma mi era proprio venuta voglia di compagnia, quindi siete capitati al momento giusto.
    Forse la frase non era uscita al meglio, ma sperava che i due non la interpretassero male. Era curioso di scoprire di più di quei due strani tipi, ma non voleva di certo infastidirli più del dovuto.
    Comunque questo signore è uno dei potentissimi shinobi, sai? Sono sicura che ci saprà aiutare nel trovare casa tua.
    La frase stupì per un istante il ragazzone, che però ebbe la prontezza di annuire e cercare un modo di rispondere.
    Certamente. Se ti ricordi dov'è casa tua possiamo accompagnarti, se invece non te lo ricordi possiamo cercarla insieme. Non sono in servizio, quindi posso usare tutto il tempo che serve.
    Cercò di sorridergli e di sembrare sicuro di sé, anche se aveva timore che il bimbo non avesse effettivamente un posto dove tornare. Bort iniziava a sentirsi in apprensione per quel piccolo, così malridotto, quindi avrebbe aiutato volentieri i due, per quello che gli sarebbe stato possibile. Capiva benissimo cosa voleva dire essere soli al mondo e sapeva che crescere senza una famiglia era difficile, per quanto il suo tempo in orfanotrofio fosse stato per lo più piacevole. Ecco, se le cose fossero andate male avrebbe potuto suggerire una cosa del genere anche per il piccolo commensale, anche se non se la sentiva di tirare fuori l'argomento senza aver prima verificato quale fosse la situazione. In fondo non c'era nessuna fretta, era giusto dare al bambino il tempo di acclimatarsi e costruire fiducia in quei due sconosciuti che stavano cercando di aiutarlo.
     
    Top
    .
5 replies since 26/11/2020, 22:26   112 views
  Share  
.
UP