Aggiungi un posto a tavola

Emma e Tetsuo

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    Quale modo migliore di passare l'estate poteva esserci rispetto allo studiare? Per Emma la risposta era "nessuno", anche se forse non molti avrebbero condiviso tale pensiero. Esplorare tomoni polverosi così pieni di conoscenza, chiudendosi in una stanza quasi del tutto buia e possibilmente dotata di ventilatore, ancora meglio se sorseggiando qualche bibita ipercalorica e mangiando cibo di scarsa qualità. Niente poteva superare i pomeriggi passati così, motivo per cui quando l'afa iniziava a colpire forte Emma cercava sempre di farsi assegnare missioni vicino a casa, ancor meglio se di corta durata e semplici semplici. Poco le importava dei soldi o di far carriera, potersi rintanare presto era una prospettiva ben più allettante. Però purtroppo ogni tanto doveva variare e per esempio si ritrovò a dover fare da accompagnatrice ad una nave mercantile che faceva una tratta lunghissima dal Paese della Cascata fino a Gyokuro. Se non altro era da sola, visto che il pericolo di arrembaggio nemico era praticamente nullo, il che voleva dire evitarsi compagni di missione che le avrebbero potuto fare storie. Se non altro i marinai erano tipi simpatici, ce n'erano pure un paio molto carini che la ragazza aveva puntato, anche se probabilmente non ci avrebbe fatto niente visto il tipo di compito che le era richiesto.
    Dopo diversi giorni di navigazione, allietati solo da un po' di chiacchiere, sigarette e bevute serali, tutta la ciurma raggiunse il piccolo porto della capitale del Paese. I due giorni successivi allo sbarco, con la nave al sicuro, sarebbero stati di libera uscita per la ragazza di Taki, per cui salutò i suoi compagni di viaggio e si diresse al centro abitato. Magari avrebbe potuto farsi un giro in Arena, pensò distrattamente, ma sul momento non aveva voglia. Aveva un po' di fame, quindi partì alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti per pranzo. In poco tempo trovò quello di cui aveva bisogno, un piccolo chioschetto di ramen. Non ne mangiava da parecchio, quindi si convinse in pochi attimi. Prese posto e ordinò. I sedili vicino a lei erano ancora vuoti, magari si sarebbero riempiti a breve. La ragazza aveva voglia di chiacchierare con qualche sconosciuto, di trovare uno stacco rispetto ai giorni passati in mare con un gruppo di marinai, per carità bellocci ma piuttosto limitati come conversatori. Aveva lasciato il coprifronte in bella vista, quasi come esca. Chi l'avrebbe avvicinata? Una civile interessata a racconti della vita di una ninja, un anziano che l'avrebbe ringraziata per il suo lavoro o magari un ragazzotto interessato a darsi una botta di vita provando a sedurre addirittura una kunoichi? Ciascuna di queste opzioni la allettava, anche solo come passatempo per divertirsi un po' durante il pasto.


     
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    Combattere era sì divertente, ma perdere lo era molto di meno.
    La sua ultima gita all'Arena si era conclusa in maniera molto poco gradevole, un pestaggio a senso unico che l'aveva visto in ginocchio a terra ad annaspare e concedere, per l'ennesima volta, una resa; ecco, vincere ogni tanto non gli sarebbe dispiaciuto, per quanto le sconfitte potessero essere istruttive, c'era una certa piacevolezza nel mandare al tappeto il proprio avversario che il semplice "giocare per divertirsi" non poteva mai comprendere. Ed ecco perché era andato nuovamente in Arena, approfittando di una semplice missione di scorta che l'aveva portato per un gradevole ma noioso viaggio marittimo, si era fermato a Gyokuro in quelli che erano, essenzialmente, almeno tre giorni di ferie pagate e con rimborso spese, cosa fondamentale quella.
    E dunque, sebbene prendersi a legnate per tre giorni di fila era una cosa assolutamente splendida per lui, si era iscritto ad uno dei combattimenti mattutini, stavolta contro un anonimo Shinobi di Konoha che aveva molte poche remore nello spargere in giro tecniche Katon, cosa con la quale non avrebbe avuto problemi se non fossero state dirette verso di lui; non era finita in maniera grave come contro Bee, ma un paio di colpi li aveva comunque presi. Ma, e questa era la cosa davvero importante, aveva vinto. Certo aveva un grosso cerotto sulla guancia destra, e la maglietta corta lasciava vedere un paio di bende sul braccio destro, dove le fiamme avevano superato le sue difese e l'avevano lambito in maniera più superficiale che altro, ma le scottature andavano in ogni caso coperte; Tetsuo era essenzialmente raggiante, un po' stanco e acciaccato ma assolutamente al settimo cielo. Una volta applicate le medicazioni appropriate e dopo essersi lavato, era uscito dalla sezione dell'Arena con un enorme sorriso sul volto e, soprattutto, una fame da lupi.
    Ovviamente non poteva contare sulle prelibatezze che era abituato ad assaporare a casa, ma bastava essenzialmente qualsiasi cosa potesse riempirgli lo stomaco; e dunque, passeggiando per le vie della città alla ricerca di un posto che poteva trovare appropriato, vide un chiosco di ramen all'angolo della strada. Ad un primo sguardo non sembrava poi così male, non come i ristoranti che frequentava di solito ma in quell'istante non aveva il lusso della scelta.
    Buongiorno.
    Scostò leggermente le tendine del chiosco, entrando nella familiare atmosfera dal pungente odore di cucinato e spezie, guardandosi intorno alla ricerca di sedili liberi davanti al bancone. Ne individuò un paio di fianco ad una persona girata di spalle, che lui scelse di occupare senza esitazione alcuna; con grazia e garbo si affiancò alla persona, facendo attenzione a non urtarla per sbaglio, prima di prendere posto, sospirando per il sollievo di non dover stare più in piedi almeno per un po'. Alzò quasi immediatamente la sinistra per richiamare l'attenzione del proprietario, che sarebbe arrivato da lui a breve; oh beh, tanto valeva guardarsi un po' intorno.
    Girò istintivamente lo sguardo verso destra, sulla persona che occupava il posto di fianco a lui, guardandola, per un istante solo, con cortese attenzione: aveva dei capelli molto belli, di un peculiare colore misto tra rosso e nero, e di aspetto estremamente piacevole. Era una kunoichi di Taki, a giudicare da quel coprifronte, cosa molto molto strana. Era raro vedere quei tipetti al di fuori del loro villaggio, perlomeno lui non ne aveva mai neanche incontrato uno; il suo coprifronte, di Suna, gli scintillava apertamente sul braccio. Non aveva nemmeno pensato di nasconderlo, visto che si trovava in territorio tendenzialmente neutrale.
    Dal momento in cui aveva effettivamente messo la ragazza nel suo campo visivo a quello in cui le rivolse la parola non passò neanche un secondo, parlò d'istinto e, come spesso faceva, con un lieve sorriso per mettere a proprio agio l'interlocutore.
    Ti sto disturbando? Se è un problema posso cambiare posto.
    Sotto sotto sperava che non gli avesse chiesto di spostarsi, anche se sarebbe stato perfettamente in suo diritto farlo.
     
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    Non ci volle molta attesa prima che qualcuno si sedesse nel sedile accanto al suo e quando Emma si voltò per osservarlo la prima cosa che saltò ai suoi occhi era un bel coprifronte di Suna. Era legato al braccio di un ragazzo alto quanto lei ma slanciato e muscoloso. Capelli lunghi, corvini, e due occhi totalmente privi di pupille. Era cieco? Da come si comportava non lo sembrava, non aveva bastoni bianchi e non tentennava come chi non aveva a disposizione un senso così importante. Che fosse una qualche abilità segreta di cui non conosceva niente?
    Ti sto disturbando? Se è un problema posso cambiare posto.
    Il giovane aveva un bel sorriso, un'espressione serena, anche se quegli occhi rendevano strano il suo viso. Non per forza in senso negativo, si disse la takiana.
    Assolutamente no, mi fa piacere un po' di compagnia durante i pasti. Io sono Emma, tu?
    Rivolse al ragazzo un sorriso aperto, sincero, mentre gli porgeva la mano per una stretta rapida.
    Sei qui per missione o in vacanza?


     
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    Quando ebbe conferma che la Kunoichi al suo fianco non solo non gli avrebbe chiesto di spostarsi, ma sembrava essere dell'umore perfetto per conversare, Tetsuo si concesse di allargare leggermente il suo sorriso prima di stringerle la mano. La mano di Tetsuo era completamente ricoperta da piccole cicatrici, dita lunghe e affusolate percorse da ruvidi calli, ormai aveva perso ogni accenno di morbidezza, ma cercò in ogni caso di fare in modo che quel contatto non fosse spiacevole per la ragazza; prese la mano di Emma con delicata fermezza, senza metterci troppa o troppa poca forza, facendo seguire il suo gesto ad un leggero e grazioso inchino col capo.
    Tetsuo Hyuga, è un piacere.
    Una volta lasciata la sua mano approfittò del momento di pausa per sistemarsi meglio una ciocca di capelli che gli stava cadendo sul viso, passandola dietro l'orecchio con un gesto alquanto distratto, prima di togliere il coprifronte dal braccio e metterlo sulla fronte, più per necessità di tenere fermi i suoi capelli che per altro; aveva perso i suoi elastici nello spogliatoio, purtroppo, quindi prima di prenderne altri doveva trovare soluzioni alternative. Ascoltò, nel mentre, la domanda di Emma, sistemandosi l più comodamente sullo sgabello prima di risponderle, guardandola, come sua abitudine, dritta negli occhi. Dopo Karril aveva fatto il callo a sentire lo sguardo degli altri diretto sui suoi occhi prima di ogni cosa e non gli dava fastidio, finché era un tipo di attenzione rispettosa; si riservò, nell'istante che precedette la sua risposta, di ricambiarlo, guardando con discrezione i lineamenti della ragazza davanti a lui. Quei capelli erano estremamente belli anche visti da vicino, un colore misto e particolare, nero e rosso, che non aveva mai effettivamente visto in combinazione nella stessa persona. Un po' entrambe le cose, in effetti.
    Inspirò lievemente, aggiustandosi la benda che aveva sul braccio destro, trattenendo tra i denti un espressione di fastidio; non faceva eccessivamente male, lui stesso non era avvezzo a lamentarsi di ferite non immediatamente mortali, ma ustioni di qualsiasi tipo, soprattutto nel post combattimento e per le cicatrici che lasciavano, le detestava. Aveva avuto sufficiente modo per rimuginare sulla cosa quando il suo braccio sinistro, post incontro con Bee, si era essenzialmente fatto nero.
    Sono venuto qui con dei mercanti, ora bisogna aspettare che delle scartoffie arrivino a chi di dovere e nel frattempo devo restare in zona. Burocrazia. Accentuò quell'ultima parola con un ampio gesto della mano, alzando gli occhi al cielo con fare esageratamente scocciato, prima di rivolgerle di nuovo lo sguardo con un leggero sorriso rassegnato sulle labbra. Le lungaggini della burocrazia erano, a conti fatti, il nemico peggiore di ogni Ninja, ancor di più delle possibili guerre all'orizzonte; che cavolo, era un soldato di Suna, non un fattorino!
    Non che Gyokuro sia una città noiosa, anzi.
    L'Arena, per lui, costituiva una enorme attrattiva da quel punto di vista, ma si trattenne dal dirlo ad alta voce per ora. Non voleva parlare troppo, magari col rischio di annoiare Emma con il suo blaterare.
    E tu? Immagino che da Taki sia stato un lungo viaggio.
    La guardò dritta negli occhi com'era solito fare, focalizzando l'interezza della sua attenzione su Emma. Era una sua piccola politica, un modo per far sentire importanti i propri interlocutori, metterli al centro assoluto dei suoi pensieri.
     
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    Il ragazzo ricambiò la stretta di mano e si presentò come Tetsuo Hyuga, un cognome che la takiana aveva già sentito nominare ma che non riusciva a ricollegare a niente di preciso.
    Un po' entrambe le cose, in effetti.
    Sono venuto qui con dei mercanti, ora bisogna aspettare che delle scartoffie arrivino a chi di dovere e nel frattempo devo restare in zona. Burocrazia.

    Emma ridacchiò divertita a quell'ultima affermazione, conoscendo bene il problema.
    La peggior nemica degli uomini d'azione, no?
    Lui sembrava un combattente, una persona che si divertiva a farlo, o almeno questa era l'impressione che la ragazza si era fatta, ad un primo sguardo. Di conseguenza poteva immaginare il suo disappunto nel stare fermo in fila aspettando che qualche funzionario gli portasse un pezzo di carta dal valore minimo.
    Non che Gyokuro sia una città noiosa, anzi.
    E tu? Immagino che da Taki sia stato un lungo viaggio.

    Emma sorrise, in effetti si era divertita assai le poche volte che era venuta lì. Gli scontri con Katsuo e Kiria erano stati dei piccoli capolavori, che ricordava con molto piacere. Chissà come se la passavano quei due.
    Sì, non mi dispiacerebbe farmi un giro, dopo pranzo. Oltre all'Arena ammetto di non aver visto molto. E sì, è stato un viaggio bello lungo, soprattutto visto che l'ho fatto in barca, quindi ho dovuto circumnavigare tutto il continente. Per fortuna i marinai erano simpatici, ma dopo un po'...
    La giovane fece una faccia allusiva al suniano, come per indicare senza bisogno di parole quanto potesse essere pesante avere solo compagnie di quel tipo alla lunga. Erano uomini divertenti, ma intellettivamente inferiori e la cosa nel lungo periodo finiva per pesare alla ragazza.
    Ho due giorni liberi, prima del viaggio di ritorno, non so ancora bene cosa fare. Tu sei venuto spesso qui? Cosa mi consigli?


     
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    Ah, che cosa rinfrescante, avere a che fare con una persona così aperta e propensa al dialogo era davvero gradevole.
    Contrariamente a quanto poteva sembrare da un temperamento a volte fin troppo mite e chiuso a Tetsuo piaceva interagire con gli altri, davvero molto, ma doveva assicurarsi che la compagnia altrui fosse piacevole e, soprattutto, conforme a quello che lui riteneva gradevole in un'altro individuo; ed Emma, una ragazza almeno in apparenza così socievole e disponibile, gli piacque a pelle. Annuì lievemente alla sua allusione, comprendendo a pieno ciò che può pensare una persona istruita nell'essere costretta a condividere vicinanza con persone che non erano esattamente acculturate; lui, a dispetto del luogo dov'era cresciuto e dell'educazione che aveva ricevuto, non si considerava per nulla un elitista, era perfettamente capace di comportarsi sia con raffinatezza che senza, ma c'era sempre l'impressione di aver poco da dire e da spartire con chi non possedeva almeno un minimo di istruzione e garbo; forse era presunzione la sua, ma si sentiva di poter comprendere quello che intendeva lei. Non che egli stesso fosse un luminare, ma di certo si era perfettamente informato su tutto quello che riguardava la propria arte, tutti i modi migliori per utilizzare pressione in punti mirati, spezzare ossa, scombussolare organi, uccidere senz'armi; dopotutto, per praticare al meglio le arti marziali, bisogna avere una notevole di consapevolezza di quello che si faceva.
    Alla domanda di Emma si passò la destra sul mento, guardando per un istante nel vuoto con aria pensosa, prima di tornare a rivolgere l'interezza della sua attenzione su di lei. In tutta onestà dipende da cosa cerchi. Le sorrise quasi con contrizione, come a volersi scusare di averle dato una risposta che più generica non si poteva, per poi riprendere a parlare.
    A Gyokuro ci sono stato più volte, anche prima che la tirassero a lucido, e devo dire che i cambiamenti sono palesi. Prima a stento potevi stare cinque minuti fuori dal centro senza che qualcuno provasse a derubarti. Ridacchiò lievemente, quasi ricordandosi quei tempi in cui la città era, a conti fatti, un glorificato pozzo per la mafia.
    Se vuoi solo combattere o giocare d'azzardo, l'Arena è il posto che fa per te; se cerchi un altro tipo di intrattenimento, ci sono tutti i locali notturni e i bar che potresti desiderare, è una città moderna questa dopotutto. Purtroppo, questo significa anche che non c'è molto per quanto riguarda storia, cultura o istruzione, per quelle dovresti andare a Nagi e O'uzu, cosa che ti consiglio molto non appena hai tempo. Sono davvero due isole stupende.
    Si interruppe per qualche istante, giusto per lasciare ad Emma il tempo di processare tutte le informazioni che le aveva appena dato, approfittandone per sgranchirsi leggermente la schiena.
    Personalmente, io non sono un grande fan del caos e della vita notturna e sulle isole non avrei tempo di ritornarci, quindi tre giorni a prendere a pugni persone in Arena sono più che sufficienti per distrarmi dalla noia. Poi rivolse alla ragazza un'espressione furba e divertita, come se la stesse quasi sfidando a suggerire un modo in cui passare il tempo; non gli sarebbe certo dispiaciuto stare un po' di più in compagnia di Emma. Sono comunque aperto a suggerimenti di ogni tipo.
    E fu lì che finalmente arrivò il proprietario del chiosco, pronto a prendere le ordinazioni di entrambi. Era quasi ora, Tetsuo stava letteralmente morendo di fame, nonostante questo avrebbe fatto ordinare Emma prima di lui; era arrivata lei prima, era solo giusto che fosse lei ad essere servita con maggiore rapidità.
    Per me un Classico con molto piccante, per favore.
    Meglio restare sul normale in quel posto che non conosceva, sebbene ramen comune aveva il difetto di essere quasi senza sapore nella sua bocca, dunque meglio risolvere quel problema alla radice; non che gli dispiacesse mangiare cose dal sapore molto forte.
     
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    A Gyokuro ci sono stato più volte, anche prima che la tirassero a lucido, e devo dire che i cambiamenti sono palesi. Prima a stento potevi stare cinque minuti fuori dal centro senza che qualcuno provasse a derubarti.
    Emma si lasciò andare ad una espressione sorpresa, non aveva idea che fosse così, non era mai stata in quel posto fino all'anno prima, a memoria. Non era mai stata una grande viaggiatrice, a dirla tutta, anche se nell'ultimo periodo tendeva a macinare un po' più di chilometri, alla ricerca di cavie per i suoi esperimenti.
    Se vuoi solo combattere o giocare d'azzardo, l'Arena è il posto che fa per te; se cerchi un altro tipo di intrattenimento, ci sono tutti i locali notturni e i bar che potresti desiderare, è una città moderna questa dopotutto. Purtroppo, questo significa anche che non c'è molto per quanto riguarda storia, cultura o istruzione, per quelle dovresti andare a Nagi e O'uzu, cosa che ti consiglio molto non appena hai tempo. Sono davvero due isole stupende.
    La ragazza annuì, segnandosi mentalmente il nome delle due isole. Non si era mai interessata più di tanto, ma magari poteva essere una buona idea fare una gitarella laggiù, prima o poi.
    Personalmente, io non sono un grande fan del caos e della vita notturna e sulle isole non avrei tempo di ritornarci, quindi tre giorni a prendere a pugni persone in Arena sono più che sufficienti per distrarmi dalla noia.
    Sono comunque aperto a suggerimenti di ogni tipo.

    Lui sorrise e lei ricambiò, con aria quasi maliziosa. Lei aveva chiesto solo suggerimenti e lui si era quasi auto-invitato, le piacevano i ragazzi intraprendenti. Non sembrava un latin lover, anzi era stato molto tranquillo nel suo modo di fare, altra cosa di certo apprezzabile.
    Neanch'io amo troppo il rumore e la folla. Pensavo di fare una passeggiata in centro, ma volendo potremmo aggiungerci volentieri una gita in Arena, se ti va. Ti dirò, mi davi proprio l'idea di essere uno a cui piace combattere, sai?
    Sorrise, con fare amichevole, come a fare capire che non era un problema. Proprio in quel momento arrivò il proprietario a prendere le ordinazioni. Emma scelse un ramen classico, aveva solo fame, lui vi aggiunse una richiesta di maggiore presenza di piccante, evidentemente gli piaceva rendere le cose speziate.
    Comunque non sono una grande fan delle battaglie, ma le volte che ero venuta in Arena le cose erano state... stimolanti. Incontrare gente nuova mi diverte, anche se magari poi non la rivedrai mai più. E per gente che fa il nostro lavoro un po' di allenamento non fa mai male. Tu sei ninja da molto tempo? Non è che sei fortissimo, vero?


     
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    Tetsuo era svariate cose, possibilmente sfrontato e insolente erano solo alcune tra esse. No, in verità non era propriamente così, semplicemente, quando si sentiva a proprio agio, tendeva ad abbassare molte delle sue difese naturali e a lasciarsi andare a frasi, commenti, anche proposte che difficilmente si associavano ad una persona in apparenza così fredda e mite. In quel caso era giusto dire che si sentiva molto a proprio agio per una immensa combinazione di fattori, il fatto di aver combattuto e vinto, il fatto che Emma si stesse rivelando estremamente simpatica e disponibile, il fatto che, per una volta, non aveva voglia di farsi mille problemi riguardo ad un incontro che, di primo acchito, era gradevole; era una certa congiunzione di uno svariato insieme di elementi diversi, che però si stavano tutti combinando nel suo ottimo umore. Sorrise in maniera leggermente più marcata alla ragazza, perdendo l'espressione quasi furba che aveva in volto, dopo che lei aveva acconsentito a proseguire quel fortuito incontro anche fuori dal chiosco di ramen.
    Era stato un po' sfacciato a dirla tutta, essenzialmente auto-invitarsi non faceva propriamente parte del suo stile usuale ma, avendo il resto della giornata libero da impegni, tanto valeva proporsi e vedere cosa riusciva a saltarne fuori; stavolta era andata bene, non gli sarebbe dispiaciuto approfondire un po' di più la conoscenza di quella ragazza, magari anche sfidarla in una scazzottata amichevole nel prossimo futuro, ma prima di questo si sarebbe goduto il piacere di una gradevole compagnia. Non era certo un barbaro, dopotutto.
    Quello che Emma le disse, tuttavia, gli fece perdere il sorriso. Non in maniera brusca o improvvisa, semplicemente lo lasciò perplesso e pensoso per qualche attimo; in passato avrebbe annuito con vigore, ma adesso, ora che aveva scoperto molto di più sul mondo e su sé stesso, non era così sicuro della risposta da darle. Gli piaceva combattere?
    Uhm... sì, circa. Mi piace la sfida di ogni tipo, mi piace pormi obbiettivi e superarli, mi piace migliorare ad ogni ostacolo; combattere è un tipo di sfida, quindi sì, dire che mi piace combattere è accurato.
    Nei suoi occhi ci fu, giusto per un istante, uno scintillio di luce quasi ferina al pensiero di cosa, a conti fatti, gli piacesse del combattimento; gli piaceva vincere, gli piaceva quando le sue strategie riducevano in polvere quelle dell'avversario, gli piaceva la sensazione di essere più forte, di essere più intelligente, di essere migliore, di essere colui che, alla fine dei giochi, è più in alto di tutti. Non che odiasse perdere, ma le sensazioni non andavano neanche vicine a confrontarsi. Ma, così com'era arrivata, quella luce e i suoi pensieri svanirono nel nulla, sciolte in una risata bassa e cristallina alle parole di Emma, ristabilendo un lampante e allegro buonumore.
    Dipende, se mi confronti col primo civile che passa penso di essere poco meno che un semidio. Poi, quasi a voler togliere importanza a quella battuta, scosse leggermente la testa, lasciando che una lieve risatina gli vibrasse in gola al pensiero di quanto, oggettivamente, fosse inarrivabile rispetto alla media delle persone normali, recuperando un accenno di serietà. Non avrebbe rivelato tutto ad Emma, ovviamente, se c'era la possibilità di svolgere una sfida contro di lei sarebbe stato deleterio svelare tutte le sue carte, ma nemmeno avrebbe mentito.
    Stupidaggini a parte sono uno Shinobi da circa due mesi, e non credo di essere debole se si considera l'abilità media di chi lavora per uno stesso periodo. Ho ancora moooolta strada da fare, però. Concluse riservando un leggero cenno col capo ad Emma, quasi indicandola, come a dirle che era il suo turno di dargli un termine di paragone.
    E tu? Hai l'aria di una che ci sa fare.
     
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    Uhm... sì, circa. Mi piace la sfida di ogni tipo, mi piace pormi obbiettivi e superarli, mi piace migliorare ad ogni ostacolo; combattere è un tipo di sfida, quindi sì, dire che mi piace combattere è accurato.
    Emma ridacchiò genuinamente di fronte a quella risposta così completa e ragionata. Non era derisione, solo la divertiva vedere come un commento tirato fuori alla buona avesse stimolato in lui un'autoanalisi di quel tipo. Era sempre bello vedere le proprie parole avere effetto, anche quando non erano programmate e maliziose.
    Di seguito fu la volta di Tetsuo a ridacchiare, a seguito della domanda della ragazza. Si dichiarò di certo molto più forte rispetto ai civili, prima di rivelare qualche dato più chiaro.
    Stupidaggini a parte sono uno Shinobi da circa due mesi, e non credo di essere debole se si considera l'abilità media di chi lavora per uno stesso periodo. Ho ancora moooolta strada da fare, però.
    Emma rimase sorpresa, aveva capito che non doveva essere un veterano con mille anni sulle spalle, ma si aspettava che potesse essere in servizio da più tempo di quello che era realmente. Doveva essersi allenato per molto tempo prima di divenire genin, immaginò. Un fisico come il suo non si otteneva da un giorno all'altro.
    E tu? Hai l'aria di una che ci sa fare.
    Dici? Allora devo impegnarmi di più a nasconderlo.
    Ridacchiò ancora una volta, anche se il discorso era più o meno serio.
    Sono diventata ninja almeno sette anni fa, ero proprio una bimbetta. In ogni caso non mi è mai interessato troppo diventare forte, non mi sono mai allenata in maniera intensiva. Preferisco lo studio, mi trovo meglio. Giusto nell'ultimo annetto mi sono data un po' più da fare, mi piacerebbe entrare nel gruppo speciale di Taki, un giorno.
    Proprio in quel momento il proprietario portò ai due la loro ordinazione. Emma lo ringraziò e poi augurò un buon appetito al ragazzo di Suna.
    Tutto questo per dire che me la cavo ma non sono propriamente fortissima. Immagino che se combattessimo potrebbe essere uno scontro abbastanza alla pari...


     
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    Il fatto che quella conversazione fosse rimasta su toni leggeri e allegri fu una cosa che Tetsuo apprezzò moltissimo. Nonostante le apparenze era il primo a gettare le formalità alla finestra e saltare all'occasione di prendersi confidenze con i suoi interlocutori, principalmente perché di onorifici e parole formali ne aveva fin troppi a Suna, nell'ambiente dov'era cresciuto ove l'apparenza era tutto, ogni azione veniva giudicata secondo canoni che gli erano sempre stati stretti: per dirla in altri termini, a Tetsuo piaceva che le cose fossero e restassero semplici, gli piaceva avere una chiara linea da difendere, gli piaceva essere trasparente e spontaneo, gli piaceva non dover fingere di fronte a nessuno. Gli piaceva la sincerità, in altre parole.
    Quando arrivarono i loro piatti, ringraziò il proprietario e ricambiò la cortesia di Emma, prima di inforcare le bacchette e lanciarsi nel suo pranzo. Prese una prima porzione di spaghetti e la portò alla bocca, assaporandone placidamente il sapore e la quantità, a suo dire perfetta, di piccante; non era nulla rispetto a quello a cui era abituato, ma non era certo schizzinoso. Mangiò lentamente, un pochino per volta, quasi come se volesse analizzare ogni singola sfumatura nel sapore di quel semplice ramen da due soldi; in verità, gli piaceva prendersi il suo tempo per mangiare, per una svariata serie di ragioni. Ascoltò con estrema attenzione quello che gli disse Emma riguardo alle sue inclinazioni, tuttavia, rivolgendole uno sguardo attento e interessato, staccandosi per un momento dalla sua ciotola. Sette anni! Dovrei chiamarti senpai? Le sorrise furbamente, quasi a rendere ancora più chiaro che la sua non era altro che una battuta, prima di recuperare un accenno di serietà tra una porzione e l'altra, restando sempre tuttavia estremamente composto e distinto nella postura. Poi, all'allusione di Emma, lui rispose con un mezzo ghigno divertito, quasi come a volerle dire di essere d'accordo con lei, prima di riassumere un'aria tutto sommato seria e quanto più accorata possibile.
    Sarebbe sicuramente interessante confrontarmi con te, ma solo se ti va di farlo; non vorrei che ti sentissi forzata, in qualsiasi modo, a fare qualcosa che non vuoi. Sapeva che non tutti avevano i suoi stessi standard di divertimento e voleva che ad Emma fosse assolutamente chiaro che non sarebbe stato necessario combattere se lei non si fosse sentita di farlo; per conto suo, lui non aveva bisogno di menare le mani per trovare un certo quantitativo di intrattenimento, ma il fatto che gli avesse detto prima che combattere non era la sua cosa preferita in assoluto lo aveva indotto a quel piccolo atto di cortesia, l'assicurarsi che la ragazza fosse assolutamente a suo agio nell'incrociare i pugni con lui.
    Poi, una volta soppesata la reazione di Emma e ascoltata la sua risposta, addolcì la propria espressione, recuperando tutta la spensieratezza che l'aveva caratterizzato prima di quel momento, rivolgendole di nuovo la parola dopo aver preso un sorso d'acqua.
    Non si è forti solo se si riesce a spaccare rocce a mani nude, sai? Qualsiasi tipo di conoscenza, se applicata nella maniera giusta, può dare notevoli vantaggi in ogni situazione. Si interruppe giusto il tempo necessario per mettersi in bocca, con perfetto e fluido contegno, un'altra lieve porzione di spaghetti, prima di continuare con il punto focale della questione.
    Posso sapere qual è il tuo campo di studi? Se non è un problema chiedere, beninteso.

    Edited by Doma_ - 25/8/2020, 22:36
     
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    Puoi chiamarmi anche Sua Signoria o Padrona, per quel che mi riguarda. - Sorrise sorniona, non era molto avvezza a nomi e onorifici. - In ogni caso ho fatto sempre missioni molto semplici e tranquille, quindi dubito di avere chissà quale esperienza maggiore in quel campo. Alla fin fine la vita da genin è tranquilla, no? Una volta avevo provato a fare l'esame chuunin, ma non è cosa per me.
    Ridacchiò, ripensando alla scelta improvvida che l'aveva portata a chiedere il passaggio di grado. Per fortuna aveva fallito, non voleva certo essere schiacciata da responsabilità inutili. Fare da balia a bimbi in missioni stupide, essere trascinata da superiori in roba più grossa di lei... non erano cose che la ispiravano particolarmente. Fare lezioni in Accademia già era meglio, ma non è che ci tenesse poi così tanto. Meglio poter studiare e cazzeggiare in tranquillità, anche i suoi piani malvagi ne avrebbero tratto giovamento.
    Non ti preoccupare, di tanto in tanto mi fa piacere un po' di sana violenza controllata, l'Arena è l'unico posto in cui posso lasciarmi andare a pieno. Non è una delle mie passioni principali, ma ogni tanto ci sta. E poi sembri uno che sa far divertire una ragazza, dico bene?
    Emma buttò via ogni prudenza e decise di pigiare l'acceleratore, anche solo per osservare la sua reazione. Sarebbe andato nel panico o avrebbe risposto a tono? In ogni caso il discorso poco dopo si spostò sulle conoscenze e su come esse potessero essere altrettanto importanti rispetto alla mera forza bruta. La ragazza annuì, mostrando di essere concorde con quanto detto. Certo, il mondo degli shinobi poneva tanto l'accento sulla pura potenza, ma in certe situazioni l'intelletto poteva di certo far la differenza. Era questione di trovare il modo di farsi largo con essa, Emma tutto sommato non l'aveva ancora trovato del tutto. I suoi studi sull'Arte del Risveglio erano di certo un passo avanti in quel senso, ma era tutt'altro che arrivata.
    Mi occupo di medicina, per lo più. A livello teorico ho pochi pari, anche se a livello pratico non sono particolarmente abile. Non sono in grado di usare le tecniche migliori o curare in uno schiocco di dita persone con ferite estremamente gravi. Insomma, ne avrei di strada da fare per rendere davvero utili le mie capacità, però anche così non sono male. Poi in realtà preferisco studiare la teoria e scoprire cose nuove, anche di altre materie. Per dire mi ero occupata di chimica, mesi fa. Sto provando nuovi orizzonti, diciamo.
    Sorrise, genuinamente divertita da quella conversazione. Con i compatrioti si esponeva sempre poco, aveva quasi la sensazione che potessero usare quelle informazioni contro di lei, per smascherarla. Con gli stranieri si sentiva più a suo agio, forse per il semplice fatto che con ogni probabilità non li avrebbe mai più visti. Poi quel Tetsuo le piaceva in particolar modo, era educato e gentile, il tipo di persona con cui si parlava con interesse.
    E tu? Hai qualche hobby particolare oltre al lavoro?





     
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    C'era un motivo per cui se, quando con Karril la situazione si era fatto particolarmente fraintendibile, era andato nel panico: perché quella era una circostanza fuori dal suo controllo, perché si era fatto prendere la mano senza essere pronto a rispondere a tono, perché, quando sentiva di non era completamente padrone di ciò che gli succedeva intorno non riusciva a reagire come avrebbe fatto normalmente.
    In quel momento invece, quando Emma gli rivolse quello che poteva essere interpretato come un accenno di flirt, Tetsuo reagì come avrebbe di solito fatto in quelle situazioni; sorrise, in maniera vagamente maliziosa, prima di girare completamente lo sguardo verso di lei e guardarla fissa negli occhi. Le guance si erano fatte lievemente rosse, difficile dire se era per il piccante ingerito in così poco tempo o per effettivo imbarazzo della situazione, poi parlò: il suo tono era un po' più basso, volutamente impostato in maniera un po' più melliflua, rispondendole esattamente come aveva fatto Emma con lui. Certamente. E tu sembri una ragazza che sa come divertirsi.
    Detto questo, dopo aver osservato di sottecchi la reazione dell'altra, tornò a dedicarsi al suo piatto di ramen, mettendosi in bocca un'altra porzione di spaghetti con calma solo apparente. Sebbene fosse vero che non avesse esattamente esperienza in quel genere di cose, non era che il concetto di scambiare parole un po' più maliziose con una bella ragazza gli dispiacesse, anzi; c'era un qualcosa in quello, un senso di divertimento che difficilmente era spiegabile a parole, anche se dentro stava morendo d'imbarazzo per essersi concesso un'esternazione del genere, un'altra parte di lui quasi gioiva nell'essere riuscito a mantenere intatto il proprio contegno mentre lo faceva. Era un connubio che, in sé, aveva un gran fascino per il ragazzo.
    Quando poi la conversazione si spostò sul campo di studi della ragazza, Tetsuo l'ascoltò con grande interesse; la medicina era un ottimo campo in cui specializzarsi, ma richiedeva uno studio e una passione che non tutti erano in grado di riservarvi. Non sapeva molto, praticamente nulla al riguardo, ma qualcosa riguardo ai funzionamenti interni del corpo umano andava comunque appreso se bisognava rapportarsi alle arti marziali con competenza. Era la sua filosofia, dopotutto, se doveva fare qualcosa allora doveva farla così bene da essere il migliore in assoluto; nessuna via di mezzo. E quando fu il suo turno di dare la stessa risposta che Emma era stata così gentile da offrirgli, lui rispose senza alcun problema dopo aver preso un sorso d'acqua; la gola stava iniziando un po' ad ardergli, ma non era una sensazione completamente sgradevole.
    Temo che i miei hobby possano risultare noiosi se confrontati con i tuoi. Perlopiù studio anch'io, mi tengo informato su arti marziali e su tutti gli stili di combattimento su cui riesco a mettere le mani, cerco fatti e ispirazioni anche dal mondo naturale e mi alleno su come incorporarli al meglio nel mio modo di combattere. In sintesi, faccio questo.
    Poggiò le bacchette, approfittando di quell'istante di pausa per sgranchirsi un po' la schiena, prima di rivolgere nuovamente la parola alla ragazza.
    La risposta più lunga, invece, è che non è tutto così semplice come può sembrare. Ogni stile è una piccola scienza in sé, ognuna con i propri meccanismi, tecniche di respirazione, automatismi e modi di sfruttare le debolezze strutturali di un corpo umano; tirare un pugno a casaccio è una cosa che qualsiasi buzzurro in mezzo ad una strada può fare, la differenza è che un artista marziale ha perfetto controllo del proprio corpo e, di conseguenza, del corpo del proprio avversario e sa dove colpire per infliggere massimo danno possibile. E, come tutte le cose, non è facile da fare per bene, e richiede una dedizione costante.
    E poi spezzò la quasi serietà del suo tono con un altro sorriso, come a volersi assicurare che il tema generale restasse quanto più sereno possibile.
    Quindi sì, il mio hobby può essere considerato un'altra forma di lavoro. E... uhm... scusa se mi sono fatto prendere un po' dal discorso, non è un argomento del quale ho occasione di parlare spesso.
    Quell'ultima parte fu accompagnata da lui che si accarezzò la nuca con fare quasi imbarazzato, come a volersi scusare di essersi fatto prendere un pochino la mano da quello che era un discorso a lui particolarmente caro.
     
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    Certamente. E tu sembri una ragazza che sa come divertirsi.
    Emma fece una piccola risata sbarazzina. Tetsuo aveva visto il suo flirt e aveva rilanciato, in maniera abbastanza standard, ma comunque molto efficace. Ci voleva un bel coraggio a pronunciare parole così dirette ad una ragazza appena conosciuta, glielo doveva concedere. Oltretutto senza sembrare stupidi, cosa tutt'altro che semplice.
    Temo che i miei hobby possano risultare noiosi se confrontati con i tuoi. Perlopiù studio anch'io, mi tengo informato su arti marziali e su tutti gli stili di combattimento su cui riesco a mettere le mani, cerco fatti e ispirazioni anche dal mondo naturale e mi alleno su come incorporarli al meglio nel mio modo di combattere. In sintesi, faccio questo.
    Emma ascoltò, molto incuriosita dalla piega che il giovane aveva dato al discorso, molto distante da come si aspettava sarebbe proseguito dopo le prime parole. Diede una descrizione delle arti marziali a cui Emma non aveva mai fatto caso, facendole capire che dietro la forza bruta a volte c'era una conoscenza e un impegno fuori dal comune.
    Wow... interessante. Non l'avevo mai vista in questa maniera. - si ritrovò a dire, genuinamente stupita dal discorso del suo compagno di pasto - Immagino che come per tutte le cose ci siano persone che si impegnano nella comprensione e nella cura dei loro campi, che sanno davvero quello che fanno e che riescono a conoscere il mondo attraverso le loro arti, persino quelle militari. Purtroppo per esperienza ci sono anche coloro che, senza grande criterio, puntano solo a diventare più grossi e muscolosi, oppure a conoscere la tecnica più forte senza capire niente di quanto sta dietro ad essa. Anche nel campo medico, eh.
    Ascoltò la risposta del ragazzo, poi sarebbe passata volentieri ad altri argomenti, non voleva annoiarlo con le sue lamentele. Aveva quasi finito di mangiare, quando arrivò quel momento si alzò e porse al padrone dello stand i soldi per entrambi, dichiarando di voler pagare lei.
    Sempre che non sia un problema...
    Il sorriso sardonico rivolto al ragazzo voleva rendere chiaro che si trattava di un piccolo gioco, di una prova. Voleva vedere la reazione di Tetsuo, capire se era uno di quei uomini che si sentiva punto nel personale quando non si comportava secondo un concetto arretrato e stupido di cavalleria. Non che Emma non si trovasse comoda a farsi offrire cose, ogni tanto, ma per lo più lo sentiva come un limite che sarebbe stato meglio superare.
    Dopo aver pagato, solo per lei se Tetsuo avesse insistito, avrebbe aspettato che anche lui finisse, poi avrebbe proposto:
    Facciamo quattro passi?


     
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