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Mini-evento: Un ponte tra le stelle

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    Demone incendiario

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    Rivoli di sangue colavano dalla sua bocca e dalla ferita proprio in mezzo alla fronte. La spada era ancora dentro, cosa che impediva al liquido di eruttare fuori con violenza, eventualità che al momento volevo evitare con tutta me stessa. Mi ero messa un bell'yukata floreale rosso fuoco, ma non volevo che restassero troppi aloni, il sangue era sempre difficile da smacchiare. Leccai con cura il torrente vermiglio, arrivando fino alla mia lama. Purtroppo quel ragazzino era già morto da diversi secondi, i suoi occhi vacui lo rendevano chiaro, ma c'erano tante altre persone in quella piazza, era doveroso da parte mia rendere i loro ultimi minuti di vita una festa memorabile.
    Erano passati ormai alcuni secondi da quando ero stata fermata da uno sbarbatello probabilmente minorenne, che aveva tentato di abbordarmi in mezzo alla piazza. Proprio quello che aspettavo. Avevo estratto la katana dal mio rotolo e, con un gesto così rapido da non permettergli di vedere niente, avevo lanciato un fendente che non gli aveva lasciato scampo. Dritto nel cervello, senza sbavature, come ormai avevo imparato a fare così bene. Poi pochi secondi di silenzio e infine urla e terrore. La gente iniziò a correre via a partire dall'epicentro del caos, che come sempre ero io, solo che questa volta le cose si facevano in grande. Tirai un calcio alla mia prima vittima e lo spedii lontano, liberando la mia arma. Oh, quanti bei giocattoli tutti per me!
    Feci un sigillo con la mano libera e poi iniziai a sputare Vapore acido, ruotando su me stessa e descrivendo quindi una circonferenza di materiale corrosivo, che si allontanò con crudele velocità per una trentina di metri. Pochi secondi dopo corpi caddero a ripetizione, come tessere di un domino macabro. Ancora una volta ci fu una breve pausa di silenzio, poi urla da uno dei palazzi che dava sulla piazza. Richiedevano aiuto, l'intervento di qualche ninja per salvarli, quindi accolsi l'invito da brava professionista che ero. Con un balzo poderoso fui sul balcone al secondo piano e da lì mi avvicinai a colei che mi aveva chiamato. Cadde a terra piangendo, era una donna di mezz'età in pantofole. Con un fendente preciso le infilzai il cuore e trasmisi chakra corruttore, così con un sigillo la Risvegliai immediatamente, senza passaggi indiretti tra vita e non morte. Lei si alzò e si diresse in casa, pronta ad ammazzare chiunque si trovasse laggiù. Chissà che bello vederla scagliarsi contro marito, figli, magari anche nipotini... non vedevo l'ora di rivivere i suoi ricordi. Dovetti balzellare un po' e Risvegliare qualche altro vicino ficcanaso, ma alla fine riuscii a far tornare il silenzio nella zona e a lasciare un mio emissario in ognuno dei grandi palazzi affacciati sulla piazza. Avrei lasciato a loro il compito di spezzare le vite del resto degli inquilini e, se le cose fossero andate bene, di fare qualche proselito con la forza del chakra corruttore. Non che mi interessasse poi più di tanto, avevo un altro piano in mente e per fortuna l'ingranaggio che mi serviva si era mosso a dovere. Nonostante l'opera di uccisione dei testimoni vidi chiaramente un uomo fuggire da uno degli edifici e scappare via, abbandonando la piazza. Lo lasciai andare e creai un semplice clone superiore, che feci atterrare al centro del luogo del delitto, lasciandolo in attesa dell'arrivo dei soccorsi. Li avrebbe distratti un bel po', mentre io mi dileguavo per i vicoli della città. Avendo il chakra dimezzato non sembravo più un pericolo per i sensitivi, immaginai, quindi potei muovermi liberamente. Il panico creato dalle notizie rendeva poco significativa la presenza di un ninja straniero tra le vie di Taki, quindi riuscii a passeggiare tranquillamente trasformata da Otiana. Girando tra i vicoli reclutai un paio di passanti, Risvegliandoli e portandoli con me. Arrivata ad un centinaio di metri dal palazzo del kage misi in moto il mio piano, quello su cui stavo lavorando da più di dieci anni.
    Lasciai i due zombie con il compito di creare un diversivo e io entrai in modalità stealth, riassumendo il mio aspetto. Non una traccia di chakra proveniva da me, mentre facevo il giro dietro alla fortezza da assediare. Nel mentre i non morti si presero la briga di fare un assalto frontale, con tanto di tecniche dispendiose e rumorose, per allarmare qualsiasi guardia. Io volai sui tetti con leggiadria e riuscii ad arrivare su quello del palazzo senza spendere una goccia di chakra oltre quello per mantenermi invisibile. Avevo studiato la planimetria in quegli anni, avevo capito come si potesse entrare nell'ufficio del grande capo da una finestrona non troppo difficile da raggiungere a partire dalla cima dell'edificio. Ruppi il vetro e avanzai a spada sguainata. Tutto lo studio non si dimostrò futile, il kage era lì. Non era più Ezo, non lo era più da un po' di anni, ma questo aveva reso tutto quello per cui lavoravo molto più semplice. Il successore si chiamava Josuke ed era un tizio particolarmente stupido, per quanto fosse il ninja più forte del villaggio non faceva che inanellare decisioni sbagliate. Aveva fatto perdere a Taki la sua vocazione scientifica per darle un'impronta militare, ma non era riuscito in ogni caso a toglierla dal podio dei centri con l'esercito più scarso tra quelli dei Paesi ninja. Era un combattente formidabile, però aveva una grossa debolezza: anche lui moriva quando veniva ucciso.
    Lo colsi di sorpresa, lo decapitai con un movimento rapidissimo e l'unica guardia rimasta a sua protezione non fu in grado di far nulla per difenderlo. Riuscì a parare il mio colpo successivo, però, cosa che gli diede modo di fermarsi a parlare con me. Era un ragazzetto sulla ventina, estremamente talentuoso e poco avvezzo al lavoro a lui demandato, essendo in carica da pochi mesi. Una di quelle variabili scomode che purtroppo avevo dovuto considerare, nella mia pianificazione.
    Maledetta pazza! Che cazzo vuoi fare, un colpo di stato? Non ti seguirà nessuno!
    Sorrisi sorniona, non mi interessava il potere, volevo solo imprimere uno stemma di sangue indelebile nel posto dove un tempo si trovava la mia casa. Poi avrei pensato a come distruggere qualsiasi forma di istituzione politica funzionante e gettare il mondo in preda all'anarchia. Però bisognava pur partire dal piccolo, no?
    Non gli risposi, non avrebbe comunque potuto capire. Con un gioco di ninjutsu, taijutsu e colpi di spada riuscii ad avere la meglio su di lui, anche se con un po' di fatica di troppo. Dovetti ingollare un paio di tonici prima di proseguire con il passo successivo, ovvero eseguire un Risveglio Completo sul kage. L'uomo si alzò e si fece ricucire la testa sul collo. Aveva tutte le sue abilità ed era come nuovo, lo strumento perfetto per il mio obiettivo. Da lì in poi fu tutto in discesa: alcuni subordinati non capirono cos'era successo e si fecero cogliere alla sprovvista, con quelli che invece avevano capito funzionò a dovere l'orrore della consapevolezza per renderli bersagli facili. In poche ore eliminammo tutti i pezzi grossi dell'esercito, dagli ANBU ai Jonin. Alcuni li Risvegliai, altri li usai come cibo per i miei bimbi zombie, perché riprendessero chakra, altri ancora li abbandonai in mezzo al nulla, a sfregio. Nelle ore successive mi dedicai ad ammazzare ogni singolo ninja che riuscii a trovare, passando casa per casa con i miei compagni non morti, cercando di non lasciare superstiti dell'esercito della Cascata. Loro erano la mia preda principale, i civili solo una piacevole aggiunta. Distrussi anche tutti gli edifici che mi capitarono a tiro, per puro divertimento. Alla fin fine di chakra ne avevo, arrivata al mio livello di abilità non avevo bisogno di trattenermi solo all'indispensabile, soprattutto dopo aver eliminato qualsiasi pericolo.
    Ci misi una mezza giornata in tutto, ma alla fine fui pronta e potei dire che niente di Taki rimaneva in piedi, niente su cui basare nemmeno una vaga speranza di ricostruzione in un futuro prossimo. A quel punto, consapevole che in poco tempo sarebbero potuti arrivare i rinforzi da Yuki od Oto, decisi che era ora di considerare l'esperienza una vittoria e passare oltre. Abbandonai tutti i miei giocattoli tranne Josuke e insieme a lui mi allontanai verso nord, verso il mare. Purtroppo il mio yukata si era macchiato, anche se di polvere e non di sangue per fortuna. Avrei dovuto dargli una bella lavata prima di continuare. Non potevo certo presentarmi in disordine alla prossima festa.

    Emma si risvegliò all'improvviso, con la faccia mezza affondata in un cuscino. Non era a casa sua, se ne rese conto in pochi attimi. Provava un fortissimo mal di testa e una certa qual nausea, ma cercò di ignorare tutto quanto. La stanza era buia, solo un filo di luce entrava dalla finestra. Provò ad alzarsi in piedi, nonostante la fatica, e spalancò i battenti che tenevano all'oscuro tutto quanto. Per prima cosa si rese conto che lo yukata, lo stesso che aveva visto nel sogno, era tutto spiegazzato e aperto, tra l'altro non coprendo più di tanto alcune zone intime della ragazza. Notò poi alcune macchie rosso vivo sul tessuto vermiglio, ma ad una breve analisi olfattiva si rese conto che si trattava di vino e non sangue. Si guardò attorno, alla ricerca di uno specchio con cui aiutarsi a mettere a posto il vestito, ma a quel punto si accorse di un dettaglio molto più vistoso e importante. C'era un uomo sul letto della stanza, un bestione palestrato mezzo nudo. Il viso era familiare, lei ci mise qualche secondo a riconoscere Josuke, la stessa persona che aveva visto nel sogno. Facendo macinare il cervello, seppur con grande fatica, la ragazza si riuscì a ricordare cosa era successo prima di addormentarsi. O meglio, una parte di ciò.
    Era andata con delle amiche e dei colleghi alla festa del tanabata, per spezzare un po' la routine. A metà serata era stata approcciata da uno sbarbatello minorenne e la cosa aveva scatenato la gelosia di quel collega che era interessato a lei. Jotaro si era fatto avanti e un po' alla chetichella i due si erano appartati a vedere i fuochi. Quando era stato il momento di scrivere il suo desiderio sulla strisciolina di carta lei aveva fatto in modo di far sbirciare il testo al suo accompagnatore: "Voglio divertirmi con Josuke, stasera". Un messaggio chiaro e diretto, che era stato recepito dall'uomo. Lei lo considerava tutto muscoli e niente cervello, ma anche carino e simpatico, le piaceva la sua compagnia. Finito il festival, lui l'aveva portata a casa sua e insieme avevano bevuto come spugne. Lì i ricordi iniziavano a farsi labili, fino ad interrompersi del tutto dopo la sesta bottiglia. Dai resti che al risveglio Emma trovò si poteva dedurre che la serata era andata avanti ancora molto, visto che ce n'erano almeno il triplo ai lati del letto. Le lenzuola poi erano lerce di liquido alcolico, a rendere ancora più evidente che lì dentro doveva essere successo un caos enorme. Era la prima volta che lei si ubriacava da morire con qualcuno, da quel poco che ricordava doveva essere stato molto bella come esperienza. Non era nemmeno sicura avessero fatto sesso, di sicuro lo stato psico-fisico in cui si erano ridotti non avrebbe aiutato a compiere l'impresa e i postumi della sbronza non rendevano possibile capirlo a fatto compiuto. Non che fosse importante, lei le sue precauzioni le aveva prese in anticipo, per il resto non le cambiava molto. Partì alla ricerca di carta e penna, che trovò poco dopo. "Mi sono divertita un sacco. Rifacciamolo, qualche volta, senza troppo impegno." Lasciò questo bigliettino sul comò, firmandolo. Non voleva che diventasse una roba seria, ma un compagno di bevute molto saltuarie poteva essere comodo. Uscì di casa facendo attenzione a non svegliare il suo amico e si diresse con passo tranquillo alla sua abitazione. Aveva molto su cui pensare e si mise a riflettere già durante il cammino.
    Quel sogno era stato così vivido, come ne aveva fatti pochi altri nella sua vita, ciascuno dei quali estremamente significativo per lei. Erano come sogni rivelatori, viaggi onirici fin troppo intricati, ed Emma si ritrovò a pensare che questa volta il punto focale della vicenda era stato Josuke. Si era divertita un mondo a spazzare il villaggio con lui, questo lo ricordava in maniera perfetta. Certo, le facce di tutti gli altri personaggi della vicenda erano come offuscate e anche delle abilità che lei usava nel sogno non ricordava che vaghi dettagli, ma era stato comunque interessante. Volendo poteva anche trarre qualche spunto, per esempio quella strana tecnica che permetteva al suo alter ego onirico di Risvegliare una persona trafiggendola e facendola passare da vita a non morte senza intermezzi... quella sembrava decisamente figa come idea. Tutte le abilità strane da assassina sembravano utili, ma anche difficili da ottenere visto il suo stato attuale di combattente tutto sommato ancora alle prime armi. E poi c'era il piano segreto... la cosa del gettare il mondo nel caos distruggendo tutte le istituzioni politiche sembrava molto divertente, ma anche più complicata che mai, senza un appoggio da alleati esterni. Nel sogno sembrava facile, ma quella parte non era molto realistica, concluse la ragazza. Lì erano serviti dieci anni e mille sforzi, piani intricati e rischi oculati.
    Nah, troppo sbatti. Per il momento meglio fare casino a cazzo di cane, più divertente.




     
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    Re dei demoni

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    Da uno dei peggiori gironi dell'inferno!

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    La notte è passata, la festa è finita. Il ponte che collegava le stelle è svanito e con esso quel momento magico che ha portato vicine persone che non si incontravano da tempo o ha concesso realizzazione a desideri sopiti nel cuore dei propri cari. Il mattino ti trova cresciuta e con esso riscopri la speranza di un futuro migliore. Ottieni 27 exp e 50 ryo
     
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1 replies since 4/7/2020, 21:46   57 views
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