Rebort doll

Allenamento proibita

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    Demone incendiario

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    Si era svegliato per la prima volta in maniera confusa, ma quando aveva ripreso davvero i sensi si trovava in ospedale. Era letteralmente a pezzi, ma vedere sia Akio che l'altro jonin salvi gli diede una buona dose di ottimismo. Una volta dimesso fu convocato nel palazzo del kage e lì vide Len e Kylar. Fu un bel momento, anche se solo per una missione sentiva di essere diventato davvero un loro compagno. Fu in quel momento che un superiore, uno special jonin, comunicò a Bort che era stato promosso. Lui rimase a bocca aperta per vari secondi, senza sapere cosa dire. Una volta superato lo shock, il ragazzone si esibì in un ampio inchino e si disse profondamente grato e onorato. Lo special jonin disse che erano stati i compagni di squadra a proporre la promozione e a riconoscere il suo lavoro di caposquadra in maniera positiva. Bort dovette sforzarsi per mantenere la compostezza e non cedere alla commozione.
    Si fece anche ragguagliare sulla situazione di tutti quanti. I ragazzini erano in una clinica di disintossicazione, anche se non se la passavano per niente bene. La loro compagna era morta, ma purtroppo non c'era molto da fare. Ottenne anche qualche vaga informazione su quel nemico finale. Faceva parte di una setta di cannibali o qualcosa del genere. Bort si ripromise, nel caso ne avesse avuto l'occasione, di chiedere di poter indagare su costoro. Erano un pericolo troppo grande per poter essere lasciati a piede libero. Chiese anche del compagno caduto, di Kai. Chiese se fosse possibile partecipare al suo funerale. Ormai era riuscito a convincersi di non aver fatto la scelta sbagliata, ma restava il fatto comunque che la sua decisione aveva portato alla morte di un suo commilitone. Voleva fare quello che poteva per conservare la sua memoria. La richiesta fu accettata e durante la celebrazione si tenne decisamente in secondo piano, ma sentiva la necessità assoluta di essere presente.
    Fu proprio in quella occasione che il ragazzone scoprì l'esistenza della tecnica. Gliene parlò un collega, un chuunin che aveva ormai una quarantina di anni. Era stato il maestro di Kai, a quanto pareva, mentre aveva fatto un paio di missioni insieme a Bort. Un uomo semplice, uno dei primi ad avere abbracciato la causa di Niseii durante il periodo precedente alla guerra civile, ma che nonostante questo non aveva mai nascosto una certa ammirazione reverenziale nei confronti di Orochiyu, per quanto sempre espressa come quando si parla di un nemico.
    Ho visto poche persone al mondo usare il Doton come lei, era una maestra. Pensa, aveva una tecnica che le permetteva di fare la muta come un serpente e togliersi di dosso tutte le ferite. Se c'è una cosa di cui sono grato nella mia vita posso dire che è non averla incontrata sul campo di battaglia, durante la guerra.
    Si stava parlando di impronte elementari e l'uomo aveva tirato fuori dal nulla quel discorso. Bort rizzò le orecchie e chiese maggiori informazioni. Cancellare le ferite sembrava qualcosa di magnifico, quasi di troppo bello per essere vero. Purtroppo il collega non sapeva molto di più, quindi il ragazzone non insistette, ma si segnò mentalmente la cosa.
    Ci ripensò più volte nei giorni successivi e chiese informazioni alle persone di cui si fidava, ma nessuno seppe dirgli nulla. Pareva uno di quei segreti che la Serpe si era portata nella tomba, temette, fino a che Jan, quel suo amico che tanto gli aveva insegnato sulle armi leggere, gli diede un consiglio spassionato. Se davvero era un segreto di stato poteva essere che fosse conservato tra i rotoli delle tecniche proibite del villaggio. Bort avrebbe potuto chiederne l'accesso, anche se veniva consesso solo in via eccezionale. Però ora era jonin, in teoria un grado adatto ad una richiesta del genere, no? Aveva paura a mostrarsi così spudorato e non era sicuro che la sua intraprendenza potesse essere vista in maniera positiva. Ci rimase a pensare diversi giorni, cercando di soppesare i pro e i contro della vicenda. Alla fine decise di provarci lo stesso. Si recò di prima mattina al palazzo del kage e compilò le scartoffie per incontrare Niseii in persona. Nel campo relativo alla motivazione della richiesta Bort si impegnò a essere quanto più trasparente e umile possibile. "Discussione sulla possibilità o meno di ottenere il rotolo per apprendere una tecnica proibita Doton utilizzata da Orochiyu per curare le ferite subite come un serpente". Bort non se la cavava per niente con il linguaggio formale, quindi non ci provò nemmeno e fece uscire le frasi come gli venivano. Rimase dunque in attesa di capire se la sua domanda fosse presa in considerazione.

     
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    Il Kokage controllava un foglio dopo l'altro con velocità, apponendo firme o commenti dove necessario. La pila, molto piccola, si estinse rapidamente ma un sospiro gli sfuggì comunque al pensiero delle altre decisamente più corpose che lo aspettavano nell'altro ufficio. Quel giorno aveva deciso di dedicarlo ai vari incontri che gli avevano richiesto e si era giusto fatto portare qualche documento da controllare nei tempi morti. Dato che era quasi l'ora del successivo controllò la richiesta, cercando di acquisire quante più informazioni possibili sul suo prossimo interlocutore.
    Mmmh, Bort Kisaragi...

    ~~~


    La risposta alla tua richiesta ci mette i giusti giorni lavorativi a tornare ed ha esito positivo. Quando ti presenti nell'edificio indicato dalla lettera una assistente ti prende subito in custodia, accogliendoti calorosamente e indirizzandoti all'ufficio giusto. Quando entri puoi notare che la stanza -diversamente dalla maggior parte degli edifici pubblici- presenta una parete totalmente finestrata che illumina perfettamente un ufficio dall'aria molto accogliente. Il Kokage, impegnato a scrutare documenti, si accorge subito della vostra entrata e ti fa accomodare su uno dei divanetti, mettendosi poi di fronte e chiedendo alla segreteria di portare qualche rinfresco. Una volta ottenuto inizia a parlare con un sorriso sul volto e un tono alla mano:
    Ecco qua il nostro famoso neo-Jonin, Bort Kisaragi in persona! Lo ammetto, avevo già sentito parlare di te dall'ultima guerra e non vedevo l'ora di incontrare un ninja così promettente, tuttavia le scartoffie... -indica il pacco di fogli sul tavolo, alto almeno quanto una mano- Sai come sono, immagino. Spesso non ho nemmeno tempo per una pausa pranzo decente!
    Può sembrare strano che un uomo importante come lui si riveli essere una persona così affabile, ma la sua simpatia nei tuoi confronti sembra decisamente sincera. Anche quando passa a parlare dell'oggetto della tua richiesta mantiene un tono gioviale, nonostante potesse essere un argomento scottante per la sua persona in particolare.
    "Discussione sulla possibilità o meno di ottenere il rotolo per apprendere una tecnica proibita Doton utilizzata da Orochiyu per curare le ferite subite come un serpente". Beh, decisamente diretto! E devo rivelarti una cosa: apprezzo molto chi non mena il can per l'aia!
    Fa una pausa, però più ad effetto che per lasciarti modo di parlare dato che ricomincia subito il discorso.
    Un ninja di valore come te, promosso Jonin in tempi eccezionali e già con una medaglia sul suo petto non ha nemmeno da dubitare sull'ottenere il permesso per studiare una Tecnica Proibita. Sono sicuro che sarai in grado di apprenderla senza troppi problemi e senza timore di ripercussioni, non voglio certo limitare la voglia di migliorare ad un leale ninja del Suono!
    Fatto il suo discorso si presta senza problemi ad ulteriori chiacchiere o ringraziamenti, ma se occupi troppo del suo tempo ti fa gentilmente notare che purtroppo è molto impegnato e ti congeda. In ogni caso prima di uscire chiama l'assistente di prima, che viene istruita su quale posto deve accompagnarti adesso. La strada è un po' lunghetta visto che entrate nell'insieme di tunnel e caverne che formano gran parte degli archivi e degli "edifici" di governo e superate vari posti di guardia, via via sempre più guarniti. Giunti ad una spessa porta controllata da un tuo collega col giubbotto da Jonin la donna spiega la situazione e ti lascia in consegna ad un vecchio impiegato, che apre la porta e ti guida all'interno di una buia grotta. Gli scaffali qui presenti sono pieni di rotoli, alcuni molto consumati, ma l'anziano ti porta immediatamente in una sezione più profonda dove sono fatti di legno e legati ai ripiani stessi con solide catene metalliche. Qui con voce greve ti spiega che sono informazioni che non possono uscire da questa stanza e ti prende il giusto volume, dove trovi le informazioni che cerchi. Hai tutto il tempo che vuoi [finché non finisce l'orario lavorativo del poveraccio, ovviamente] per studiarlo e potrai tornarci in seguito se ne avrai bisogno, anche se eventuali allenamenti pratici sul posto sono per chiare ragioni vietati. Finché resti lì l'uomo ti farà compagnia, dandoti la sua lanterna per permetterti di leggere senza finirti gli occhi.

    ~~~


    Niseii Ryuushin, nel suo luminoso ufficio, ha un'espressione certamente non amichevole. Il suo volto sembra il ritratto della freddezza mentre comunica con tono sbrigativo con l'Anbu inginocchiato di fronte alla sua scrivania.
    Probabilmente mi preoccupo per niente, questo Kisaragi mi è sembrato un tipo tranquillo. Tuttavia qualcosa mi puzza e preferisco essere sicuro, quindi tienilo d'occhio per adesso. E mi raccomando: solo tenerlo d'occhio.
    L'Anbu annuisce, prima di sparire in un lampo. In realtà il Kokage continuava a pensare di aver preso precauzioni fin troppo estreme per una sciocchezza come quella, ma tale era l'impatto che quel nome aveva lasciato su di lui. Orochiyu. Non poteva lasciar correre qualunque collegamento con quella Serpe, anche infimo come quello, pur essendo quasi certo che l'avesse usato solo come indicazione. Ciononostante non poteva stare tranquillo, un'emozione fin troppo vicina alla paura si era agitata in profondità dentro di lui.
     
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    L'incontro con il kage fu ben diverso da come Bort se lo era immaginato. Sapeva che si trattava di un persona alla mano, lo aveva anche incontrato in qualche occasione ufficiale, ma non aveva mai avuto possibilità di parlargli direttamente. Si sentiva a disagio, su quel divanetto, avendo di fronte a sé l'uomo più importante del suo Paese.
    Ecco qua il nostro famoso neo-Jonin, Bort Kisaragi in persona! Lo ammetto, avevo già sentito parlare di te dall'ultima guerra e non vedevo l'ora di incontrare un ninja così promettente, tuttavia le scartoffie...
    Sai come sono, immagino. Spesso non ho nemmeno tempo per una pausa pranzo decente!

    Bort sorrise, non sapendo bene come reagire. Si era già prodigato in inchini e aveva già detto che era un onore per lui appena entrato nella stanza, aveva paura di fare qualcosa di sbagliato quindi non fece null'altro, aspettando che fosse il suo superiore a dettare il ritmo della conversazione.
    "Discussione sulla possibilità o meno di ottenere il rotolo per apprendere una tecnica proibita Doton utilizzata da Orochiyu per curare le ferite subite come un serpente". Beh, decisamente diretto! E devo rivelarti una cosa: apprezzo molto chi non mena il can per l'aia!
    Un ninja di valore come te, promosso Jonin in tempi eccezionali e già con una medaglia sul suo petto non ha nemmeno da dubitare sull'ottenere il permesso per studiare una Tecnica Proibita. Sono sicuro che sarai in grado di apprenderla senza troppi problemi e senza timore di ripercussioni, non voglio certo limitare la voglia di migliorare ad un leale ninja del Suono!

    Non si aspettava che la cosa andasse così bene, temeva di dover convincere il suo superiore con chissà quale prova dell'utilità di tale scelta, invece fu accettato subito tutto. Si alzò in piedi con uno scatto e si posizionò subito per fare un profondo inchino.
    La ringrazio della fiducia. Non la deluderò, farò di tutto per apprendere questa tecnica e usarla per il bene del villaggio.
    Le frasi gli uscirono un po' banalotte, ma aveva poca importanza. Non aggiunse molto altro, si trovava a disagio in quella situazione e la cordialità del kage per assurdo non aiutava. Dopo qualche secondo di silenzio costui chiamò dentro l'assistente che aveva accompagnato Bort dentro. Le venne detto dove andare e di seguito lei fece strada. Bort salutò il capovillaggio con un profondo inchino e l'ennesimo ringraziamento, poi seguì la donna. Il giro tra i cunicoli in cui si trovavano gli edifici governativi fu un po' lungo e fastidioso, ma alla fine arrivarono in quello che aveva tutta l'aria di essere un archivio. Bort venne affidato ad un uomo abbastanza anziano, che lo guidò all'interno di una grotta piena di scaffali. Fu molto gentile e diede tutte le indicazioni di cui il ragazzone poteva aver bisogno. Quando gli venne dato in mano il grosso rotolo gli disse chiaro e tondo che esso non sarebbe dovuto uscire dalla stanza, che le informazioni erano vitali per l'intero villaggio. Bort annuì convinto e diede inizio alla lettura. Era un testo lungo e complicato, ma anche molto accurato. Bort dovette rileggerlo innumerevoli volte prima di poter dire di avere un'idea anche solo basilare di tutto quanto. Immagazzinò tutte le informazioni nella Nuvola, quella tecnica che aveva inventato per aiutare la sua memoria, non sempre perfetta. Si ripromise di tornare, di tanto in tanto, a rileggere il testo, visto che sapeva bene di non aver capito tutto. Quando uscì alla luce del sole era tardo pomeriggio, quindi decise di andare a riposarsi, ma dal giorno successivo si dedicò agli allenamenti veri e propri.
    Da quanto diceva il rotolo la tecnica, chiamata Sostituzione Serpentina, era una evoluzione della Kawarimi che riprendeva molti aspetti di due delle tecniche fondamentali del Doton. Per prima cosa quindi Bort decise di allenarsi in esse, per affinare il suo controllo di tali jutsu. Non volendo riempire di buchi e canali tutta Oto si recò nel contado, in luoghi selvaggi dove non avrebbe dato fastidio agli agricoltori. Laggiù, in mezzo al nulla, fece su e giù con lo Spostamento Sotterraneo, per allungare le distanze che riusciva a percorrere, ma soprattutto per prendere la massima confidenza con quella tecnica che usava tutto sommato troppo di rado. Ancora più vero era per la Fusione Terranea, con cui per fortuna gli fu possibile tornare a esercitarsi tra le mura del villaggio, visto che non rischiava di rovinare troppo la zona. Non gli capitava di usare tale tecnica da almeno un anno e dovette quasi allenarsi da zero, tanto era scadente il controllo su essa. Si fece anche aiutare dalla sua amica Astrid, visto che lei possedeva un'abilità oculare da cui avrebbe dovuto potersi schermare. Ci mise un pomeriggio intero a tornare a riuscirci per davvero, visto che con la disabitudine era riuscito a far sfiorire quella specifica capacità. Si allenò ancora un paio di giornate, prima di potersi dichiarare soddisfatto. Era ora di fare una prova con la tecnica vera e propria. In quei giorni di intenso allenamento aveva ripassato più volte ciò che aveva letto dal rotolo, recuperandolo dalla Nuvola. Si era ripetuto così tante volte le parole che ora le conosceva quasi a memoria, anche se sentiva di non aver capito a fondo tutto. Non era mai stato un uomo da teoria, del resto, per lui la pratica era tutto. Di solito poi con essa era molto rapido, ma questa volta sentiva che c'era qualcosa di profondamente diverso. Qualcosa di complicato, che gli avrebbe impedito di fare le cose alla velocità della luce come al solito. Quella non era una tecnica come le altre e ne ebbe la conferma proprio quella prima volta. Si era fatto un taglietto, per non esagerare con le ferite nel caso non avesse funzionato, e in effetti fu una buona idea. Rispetto alle volte in cui si era ritrovato a creare una tecnica da zero c'era un grosso vantaggio, sapeva già quali sigilli fare, ma in ogni caso fu utile solo fino ad un certo punto. Dopo averli spezzati infatti si era ritrovato nella posizione che aveva in mente, ma il movimento era stato più simile a quello dello Spostamento Sotterraneo che a quello della Sostituzione, come invece avrebbe dovuto essere. Ci mise troppo tempo e il suo dito aveva ancora la piccola lacerazione, che si era dunque sporcata di terra.
    Questa storia non sarà per niente semplice.



    Nuvola
    Livello C
    Tipo: Ninjutsu non elementare
    Tecnica nata dal tentativo di Bort Kisaragi di imitare la memoria strabiliante della sua amica Homuzu Sheroku. L'utilizzatore crea uno spazio non fisico di immagazzinamento dati, una sorta di memoria esterna al proprio cervello. In questa memoria possono essere posti ricordi e informazioni, sia astratti che sensoriali (la vista di una mappa, un odore particolare, ecc). Per farlo l'utilizzatore deve attivare la Nuvola e decidere quali dati passarci. I dati passati in questo modo non vengono persi, ma possono essere ricordati o dimenticati in maniera normale. Per consultare le informazioni immagazzinate è sufficiente attivare la tecnica. Sia aggiungere dati alla Nuvola che recuperarne alcuni richiede un turno (dieci secondi) di immobilità che si devono impiegare esclusivamente nell'operazione.
    [Sigilli: 1]
    Consumo: 10 a turno

    Arte della Terra: Sostituzione Serpentina (Doton: Kawarimi no Hebi)
    Tipo: Ninjutsu Doton
    Tecnica inventata dal Sannin leggendario Orochimaru in persona, che assomiglia alla Tecnica della Sostituzione, ma permette all'utilizzatore di difendersi anche da attacchi già subiti.
    L'utilizzatore sostituisce il proprio corpo con della pelle di serpente per poi riemergere da sotto il terreno. Grazie a questa incredibile tecnica tutti i danni ricevuti precedentemente vengono completamente annullati, anche se le ferite riscontrate sono mortali.
    [Sigilli: 4]
    [L'utilizzatore deve riemergere entro mezzo turno/cinque secondi dal momento in cui viene usata la tecnica]
    [L'utilizzatore deve riemergere entro 20 metri dal punto in cui si è sostituito alla pelle di serpente]
    [Dopo la riemersione l'utilizzatore sarà temporaneamente destabilizzato dalla rigenerazione di questa tecnica, impedendogli di attuare qualsiasi azione offensiva per il seguente mezzo turno/5 secondi]
    [Richiede Spostamento Sotterraneo e Fusione Terranea in scheda]
    [Può essere usata una sola volta al giorno. Questo limite non è cumulabile a quello della Sostituzione normale, quindi o viene usata quella tecnica o questa]
    Consumo: 250

    -min 4 post
    -min 10 di voto

    Post 1/4, in cui Bort impara la tecnica dal punto di vista teorico, togli la ruggine dalle due tecniche richieste in scheda come prerequisito e fa le prime prove sulla proibita vera e propria.





    Edited by GIIJlio - 29/4/2020, 18:19
     
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    Una delle cose più evidenti che mancava nel suo primo tentativo di esecuzione era la pelle di serpente. Il rotolo era piuttosto chiaro, quell'elemento non era di contorno, non era estetico, era parte centrale della tecnica. Bort brancolava nel buio a proposito, quindi decise di provare a leggere qualche libro a riguardo di tali creature. Provò a leggerne vari, ma lo annoiarono, non era tipo da saggi scientifici. Venne in suo soccorso la televisione di stato, che mandò in onda proprio in quei giorni un documentario naturalistico che parlava di rettili. Una parte consistente era dedicata proprio ai serpenti e alla loro muta. La facevano regolarmente, per aggiustare le proprie dimensioni con la crescita, non c'entrava nulla con il difendersi dalle minacce. Bort si chiese come mai Orochimaru avesse usato quella forma, al di là della evidente ossessione che il sannin leggendario doveva avere per quegli animali. Dopo un po' gli venne in mente quella che poteva essere una soluzione. I serpenti si liberavano della pelle secca per poter rinascere come nuovi, forse era quello lo spirito con cui era stata pensata quella tecnica. Che bisognasse creare un proprio se stesso sotto la tecnica e poi lasciare che uscisse solo in maniera più rapida e violenta di quanto facessero i serpenti? Sembrava aver senso, quindi lui decise che la mattinata seguente ci avrebbe provato.
    Per fare le sue prove si recò in un campo di allenamento poco distante Oto, visto che altrimenti con il consumo alto della tecnica avrebbe messo in allarme tutti i percettori di zona. Si mise all'opera subito dopo essersi fatto un taglietto alla mano. Il primo tentativo andò semplicemente a vuoto, come il giorno precedente lui si spostò di pochi metri in maniera molto più simile alle classiche tecniche Doton rispetto al dovuto. Il ragazzone capì dunque che doveva aumentare la concentrazione su quell'aspetto e vi si focalizzò molto. Si prese qualche minuto prima di riprovare e il risultato fu sorprendente. Quando si girò dopo essere emerso dal terreno non vide la pelle di un serpente, ma quella di un Bort di terriccio. Il ragazzone si fissò la mano, che gli doleva più del previsto. Invece di essersi curata, la ferita era peggiorata, il taglio si era fatto più profondo, anche se non in maniera eccessiva. Tamponò la perdita di sangue con la mano destra, mentre la sinistra faceva i sigilli con una mano sola per poter fare un nuovo tentativo. Risultato identico, il che volle dire che lo squarcio ormai era diventato di dimensioni considerevoli. Per fortuna in quel campo di allenamento, proprio in quel momento, si trovava una vecchia conoscenza del ragazzone: Len, il chuunin medico nella cui squadra aveva partecipato alla missione che lo aveva portato alla promozione a Jonin. Era lì anche lui per addestrarsi, avevano chiacchierato diversi minuti non appena il ragazzone era arrivato laggiù. Per questo andò da lui quando la sua ferita iniziò a grondare sangue oltre quanto era sano ritenere accettabile. Il giovane rimise in sesto il suo superiore, che lo ringraziò di cuore. Len però si dimostrò molto curioso e chiese con insistenza come Bort avesse fatto a ferirsi da solo, in un campo di allenamento senza grossi ostacoli e pericoli. Un taglio così grande, poi.
    Storia lunga. Diciamo che mi sto allenando su una tecnica proibita che dovrebbe guarire le ferite, ma qualcosa deve essere andata storta visto che invece me l'ha peggiorata.
    Questo assaggio non soddisfò il ragazzo, che chiese ancora lumi sulla tecnica, mettendo Bort un po' in difficoltà. Rivelò che si trattava di un jutsu inventato da Orochimaru in persona e che richiedeva maestria nell'elemento Doton. Questo fece calare l'interesse di Len, il ragazzone non sapeva per quale delle due informazioni. Forse per entrambe. In ogni caso il chuunin diede distrattamente un consiglio molto utile, prima che entrambi tornassero ognuno al suo lavoro. Forse era questione di quantità di chakra, disse. All'inizio a Bort sembrò un'assurdità, non aveva mai avuto problemi del genere, né quando inventava nuove tecniche né quando ne imparava alcune già esistenti. Lui faceva i sigilli giusti, impastava l'energia e la quantità veniva magicamente impostata in maniera corretta. Era sempre andata bene così, del resto era uno dei classici vantaggi misteriosi che quei suoi occhi gli concedevano. Però quella tecnica non era come le altre, Bort lo aveva già capito. Che ci fosse necessità dunque di modificare la quantità di energia che lui investiva? Il ragazzone fece una pausa, sedendosi su una panchina. Attivò la Nuvola e ripassò tutto quello che c'era scritto nel rotolo per l'ennesima volta. Ritrovò in questa maniera una frase a cui in un primo momento aveva dato ben poco peso, visti i suoi precedenti. Veniva infatti specificato che questa tecnica aveva come consumo cinquanta volte quanto si pagava per la Sostituzione semplice. Bort non ci aveva fatto caso, ma probabilmente aveva speso molta meno energia del dovuto. Del resto in caso contrario sarebbe stato molto più stanco, pensò. Si prese altri dieci minuti di pausa, poi si rimise in piedi e fece un altro tentativo. Gli veniva innaturale concentrare così tanto chakra, ma forzò la mano e lo impastò tutto insieme. Era circa il doppio rispetto a quanto aveva fatto in precedenza. Il risultato fu decisamente un passo in avanti, anche se la meta finale era ancora lontana. La muta che restò sul terreno era ancora fin troppo umana, anche se il Bort di terra era ricoperto di squame simili a quelle di un serpente. Inoltre il graffio che si era fatto appena prima di compiere i sigilli era svanito per davvero. Sembrava un primo successo. In preda ad una certa euforia il ragazzone decise di provare un'ultima volta, visto che le sue riserve non gli davano spazio per altre ripetizioni. Questa volta si fece una ferita di media intensità, alzando l'asticella della difficoltà. Purtroppo non ottenne il risultato sperato, visto che il taglio era rimasto al suo posto. La stanchezza lo invase al punto che, una volta curato da Len, decise di rientrare a casa. Non doveva avere fretta, visto che lavorava con delle ferite. Doveva essere tenace ma responsabile, quella era una battaglia che non poteva perdere.

    Post 2/4, in cui Bort aggiusta il consumo, si allena sul creare la pelle di serpente e sulla cura delle ferite subite, anche se non riesce in pieno in quest'ultima parte (solo le Lievi).




    Edited by GIIJlio - 25/5/2020, 15:05
     
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    Ci fu una grossa battuta di arresto negli allenamenti di Bort, visto che c'era qualcosa che richiedeva la sua massima attenzione. Una novità grossa, una di quelle che lui attendeva con molta trepidazione: la sua prima squadra! I tempi burocratici non erano stati immediati e questo aveva permesso al villaggio di fare qualcosa che nessuno si sarebbe aspettato all'inizio. I soli superstiti dei ragazzi che Bort aveva incontrato come nemici durante la missione che gli era valsa la promozione erano purtroppo dipendenti da sostanze allucinogene, tutti per motivi che andavano oltre la loro volontà. Avevano seguito un percorso di disintossicazione di vari mesi e avevano dichiarato la loro volontà di diventare genin. Era arrivata al ragazzone dunque la proposta di prenderli sotto la sua ala e lui aveva accettato senza pensarci neanche due volte. Li aveva incontrati un paio di volte in quei mesi e gli erano sembrati dei tipi a posto, che stavano cercando di rimettere in piedi la propria vita dopo un caduta molto pesante. Gli dispiaceva che altri poveri disgraziati avessero dovuto morire in quella battaglia, ma se loro tre potevano salvarsi e diventare membri produttivi del villaggio poteva dirsi più che soddisfatto. Inoltre sentiva di doverlo al suo compagno caduto, per fare in modo che quel posto maledetto non fosse solo foriero di ricordi di dolore, ma anche di un messaggio di speranza per il futuro.
    Ci vollero un paio di altri mesi perché il trio fosse pronto, tempo durante il quale ogni tanto Bort faceva visita nella comunità di recupero per qualche breve allenamento sulle tre tecniche base. Li aiutò molto a fare il passo decisivo per uscire dal tunnel e quando furono pronti li aiutò anche a passare agilmente l'esame genin. Da quel giorno per più di un mese il ragazzone li impegnò allenamenti continui e intensivi.
    Per prima cosa Bort li aiutò a capire quale elemento possedessero e insegnò a ciascuno di loro qualche ninjutsu elementare, a partire da quelli di livello D. Itsuki, che riusciva a fare delle strane creazioni di inchiostro e a darle vita con la sua innata, era il meno abile tra i tre, per ora. Fin da subito mostrò propensione più difensiva e al combattimento a distanza, motivo per cui il ragazzone gli insegnò la Barriera di Vento, una tecnica che lui stesso aveva imparato ad amare intensamente, visto che gli aveva salvato la vita proprio durante la missione in cui loro quattro si erano incontrati. Non fu semplice l'apprendimento, l'assenza di sigilli fu un ostacolo non semplice da superare. Bort dovette spiegare più volte come fare e mostrare la tecnica, ma quando finalmente arrivarono i primi successi ci fu un altro passaggio importante, che richiese molto tempo. Infatti all'inizio lo scudo Fuuton era troppo debole, il confronto con le tecniche offensive del maestro era impietoso, e solo dopo innumerevoli prove raggiunse il livello adeguato.
    Markus invece mostrò sin da subito che il suo carattere focoso ben si collegava all'uso del katon, visto che apprese con poche difficoltà il Cerchio Infuocato. Aveva insistito per apprendere tale tecnica, visto che il suo punto forte era il combattimento a mani nude, di cui aveva già basi non indifferenti, acquisite probabilmente sulla strada. Per questo fu molto più contento quando il suo maestro gli insegnò vari taijutsu, per cui era di sicuro portato. Imparò a schivare usando con cura il chakra, imparò a caricare il nemico con energia indicibile, poi pretese di poter imparare la mossa segnante di Bort, il Pedro Punch. Era ancora acerbo, come combattente, ma assorbì come una spugna tutti gli insegnamenti del gigante biondo. Nonostante la differenza tra le loro abilità fosse abissale ce la mise tutta per riuscire nell'impresa di mettere in difficoltà il suo maestro, che sfidava ogni volta che poteva.
    L'ultimo dei tre era Vix, ragazzo un po' sognante ma determinato come pochi altri. Lui aveva studiato le basi di medicina nel corso della riabilitazione e grazie all'aiuto di un maestro stava imparando a usare anche le abilità dei ninja medici. Aveva il Doton e imparò in poco tempo la tecnica base dell'elemento, lo Spostamento Sotterraneo. Si impegnò di seguito ad apprendere come usare i cloni creati grazie a quell'impronta, sia quelli basilari, sia quelli superiori, la Talea. Essendo un ragazzo intelligente si stupiva ogni volta di quanto fossero stupide quelle nuove versioni di se stesso, ma era una parte consistente della tecnica, del resto. Bort lo impegnò in piccoli combattimenti per insegnargli a gestire correttamente le copie non superiori e per farlo sforzare nella massimizzazione delle abilità di tutti i suoi bunshin. L'ultimo jutsu che il biondino riuscì a imparare fu l'Esquivar, cosa che richiese a Bort particolare impegno, visto che questo allievo non era per niente portato per i taijutsu. Alla fine tutti e tre sembravano aver raggiunto il massimo livello consentito dalle loro abilità attuali e quindi il ragazzone si disse soddisfatto.
    Ora che siete così pronti, però, per me è arrivato il momento di insegnarvi un'ultima tecnica. A tutti e tre. Una delle più utili. L'evocazione.
    Bort richiamò Fejerverk e chiese al gufo di far vedere ai suoi allievi di cosa fosse capace. Lui borbottò, facendo finta di essere indispettito, ma in realtà non vedeva l'ora di mettersi in mostra. Sbattendo le ali con potenza creò due fiammelle, che avanzarono verso il nulla con grande velocità, soprattutto per gli occhi poco allenati del trio, che si mostrò molto ammirato. Erano conquistati. Bort si scusò del disturbo e ringraziò il gufo, che nascose il suo gongolare molto bene, anche se il ragazzone aveva ormai imparato a conoscerlo.
    Bene, siete pronti a conoscere il custode del rotolo?
    Dopo aver ricevuto una risposta positiva Bort chiamò Sud'ya. Lo aveva incontrato poche volte e gli lasciava sempre una sensazione di timore. Costui guardò per qualche istante i tre ragazzi, poi si voltò verso il jonin per chiedergli come mai volesse proporli per un contratto.
    Sono la mia squadra. Sono forti e determinati, li ho messi sotto personalmente per oltre un mese e hanno resistito, anzi si sono distinti per impegno e dedizione. Penso sarebbero un'ottima aggiunta.
    L'animale non disse nulla, fissò per qualche secondo Bort e poi passò in rassegna uno per uno i tre genin. Itsuki sembrò particolarmente a disagio, timido com'era, ma non diede di matto. Markus nascose il timore dietro una facciata di sicurezza, anche se era facile capire cosa stesse provando davvero. Vix fu quello che resse meglio l'inquisizione, anche se pure lui parve un po' teso. Alla fine Sud'ya non disse nulla, ma trasformò il suo bastone nel rotolo del contratto e chiese ai tre di firmare con il sangue.
    Il resto lo lascio a te.
    Disse solo questo a Bort, prima di tornare nel suo mondo. Non aveva tempo da perdere del resto, si convinse il jonin. Spiegò ai suoi allievi tutto quello che era necessario sapere sulle evocazioni in generale e sui gufi nello specifico, poi passò al lavoro sulla tecnica vera e propria. Entro la fine della giornata tutti e tre sapevano evocare cuccioli di pennuti come Malyj.
    Ottimo lavoro, squadra! Stasera si festeggia. Vi porto a mangiare sushi, offro io!

    Pausa allenamento solitario, in cui i tre della squadra di Bort imparano le tecniche che hanno in scheda e poi l'evocazione dei gufi, che gli aggiungerò dopo la valutazione.

    Sud'ya

    Custode del rotolo sin da tempi immemori, si tratta di uno dei gufi più anziani, testimone di molti degli eventi della storia di queste evocazioni. Non ama parlare e lo fa il meno possibile, ma non per questo viene meno ai suoi doveri. Sempre serio e composto, il suo sguardo è in grado di intimorire anche lo spirito più indomito.



    Consumo: 10

    TECNICHE:
    Materializzazione
    Sud'ya, in quanto Custode, è in grado di trasformare il suo bastone nel Rotolo su cui verranno apposte le firme degli evocatori per il Contratto. Una volta espletate le formalità questo oggetto riprende subito la sua forma originaria grazie alla sua tecnica.





    Edited by GIIJlio - 25/5/2020, 15:22
     
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    Il tempo volò via in fretta, essere jonin richiedeva molti impegni e responsabilità in più di prima. Tra una cosa e l'altra passarono mesi prima che Bort potesse rimettersi al lavoro sulla Sostituzione Serpentina. Era un jutsu difficile su cui allenarsi, dispendioso e che aveva requisiti particolari, non poteva farlo in periodi pieni o con la testa altrove, per questo rimandò fino alla prima vacanza che gli fu possibile prendersi. Ringo, la sua compagna, non fu per niente contenta di vederlo sparire ancora una volta di casa per quasi tutto il tempo, ma i problemi tra di loro ormai sembravano irrimediabili, per quanto stessero cercando di tenere insieme quella relazione in tutti i modi. Fu per questo che il lunedì, il primo giorno, lui partì all'alba di casa, in modo da evitarsi situazioni stressanti. Tempo mezz'ora ed era già al campo di allenamento. Fece un po' di stretching e si rilesse una volta i dati in suo possesso con la Nuvola. Poi partì a razzo con l'esecuzione della tecnica.
    Quella prima giornata fu molto difficile, Bort dovette lottare con tutte le sue forze per recuperare il terreno perduto in quei mesi di mancanza di esercizio. Furono ore di noia e fatica, fatte di esecuzioni curate e poi di lunghe attese per il recupero del chakra, ma se non altro furono utili. A tardo pomeriggio tornò a casa e offrì alla sua donna una cena in un ristorante molto alla moda, riuscendo a non far detonare la crisi. I problemi non erano risolti, erano solo spazzato sotto ad un metaforico tappeto e questo lo sapevano bene entrambi.
    La seconda giornata andò leggermente meglio, ma il ragazzone non riusciva a fare effettivi miglioramenti sulla cura delle ferite, quindi decise di rimandare ad un momento successivo quella parte. C'era un altro problema che andava risolto prima, decise. Non riusciva a sostituirsi effettivamente e la tecnica assomigliava troppo allo Spostamento Sotterraneo. La cosa era sbagliata, c'era poco da girarci attorno, il rotolo era quanto mai chiaro. Il problema era che in tale testo non si trovava alcun indizio su come superare questo inconveniente. Non sapendo cos'altro fare allora Bort iniziò a utilizzare a ripetizione la tecnica, cercando volta per volta di guadagnare anche solo qualcosina, che fosse il movimento un po' più veloce o l'uscita dal terreno maggiormente fluida. Niente, ogni tentativo veniva riprodotto identico a quello precedente e per ognuno di essi c'era da attendere ore per avere di nuovo abbastanza chakra. Se non altro fu un'occasione per parlare con vari colleghi - la fauna che popolava i campi di allenamento appena fuori da Oto era composta solo da costoro - ma comunque la situazione stressò molto il ragazzone, non abituato a quel tipo di disagi. Di solito i suoi occhi facevano la loro magia e in un men che non si dica le tecniche venivano padroneggiate. Non che non fosse avvezzo alla fatica e alla lentezza, era cresciuto come agricoltore e molte delle abilità che possedeva le aveva acquisite tramite addestramenti prolungati e difficili, però... però con i jutsu era sempre stato diverso, quando c'era il chakra di mezzo a lui le cose riuscivano e basta. Come mai questa volta era così diversa? Si sentiva terribilmente frustrato e più questo sentimento cresceva peggiori erano i risultati pratici. Invece di avanzare a Bort sembrava di arretrare. E la situazione domestica non aiutava, anzi. I litigi veri e propri non erano molti, Ringo era una donna molto pacata e gentile, così come lui era paziente e tranquillo. Però in casa si respirava aria tesa, freddezza e entrambi sembravano limitare le interazioni per paura di essere feriti. Una situazione di per sé non esplosiva, ma che aggiungeva molta legna a quel rogo che montava internamente al ragazzone. E che infine fuoriuscì tutto in un colpo.
    Era il quinto giorno di lavoro, il penultimo di vacanza che aveva a disposizione, e non aveva fatto un singolo passo in avanti, nemmeno il più infimo. Dopo l'ennesimo fallimento Bort si sentì quasi mancare, ebbe la forza di raggiungere uno degli alberi al lato del campo e ci si buttò a peso morto dietro, per nascondersi. Scoppiò a piangere con tutta l'energia che aveva in corpo, come non gli capitava di fare da anni. Lui, sempre così calmo e compassato, capace di prendere la vita con filosofia e non farsi abbattere dalle difficoltà, ora si trovava distrutto, senza capacità di vedere il futuro. Rimase lì a sfogarsi per una ventina di minuti, che passò pensando e lasciando che la sua mente vagasse. Toccò il fondo, fu uno dei momenti più duri degli ultimi anni per lui, ma pian piano riuscì a reagire. In maniera un po' scomposta, ma lo fece. Si convinse e costrinse a combattere, a lottare per quello che desiderava, qualsiasi cosa volesse dire. Non in maniera "ignorante", come era solito fare. Usando il cervello. Sapeva farlo, quindi doveva farlo.
    Per prima cosa aspettò che Ringo uscisse da lavoro e poi provò a parlare apertamente con lei. Avrebbero cercato di risolvere i problemi con maturità, si ripromisero. Ignorarli, soffrendone e basta, non avrebbe portato da nessuna parte. La seconda questione da affrontare era quella della Sostituzione Serpentina, che a sorpresa sembrava quasi preoccupare di più Bort. Ripetere testardamente la tecnica senza cognizione non avrebbe portato da nessuna parte, doveva capire perché stava sbagliando. Non poteva farlo da solo, aveva bisogno di aiuto. Ebbe dunque un'intuizione: non potendo contare su feedback di altre persone che avevano avuto difficoltà con quella tecnica poteva chiedere a chi aveva faticato per riuscire a padroneggiare la Sostituzione, visto che in teoria i due jutsu erano così simili. Lui l'aveva appresa praticamente al volo, quindi non poteva contare sui suoi ricordi, però non per tutti era stato così semplice. Iniziò dunque un sondaggio generale in giro, con più calma, nel corso del mese successivo. Per molti era stato un problema impastare l'energia, essendo alle prime armi, altri avevano avuto difficoltà ad "agganciare" l'oggetto con cui sostituirsi, mentre un piccolo gruppetto si era allenato sin da subito nel modo in cui la tecnica veniva poi utilizzata per davvero, ovvero come schivata all'ultimo secondo, cosa che aveva dato loro diversi problemi realizzativi. Queste erano le risposte più frequenti, quindi Bort le analizzò una per una.
    La prima non si adattava per niente al suo caso, visto che lui ormai aveva una buona padronanza della sua energia, pur non essendo un esperto non commetteva più sbavature o errori in quel campo. Allo stesso modo non poteva essere un problema più specifico con il Doton, si era allenato tanto e ormai avrebbe potuto usare la Fusione Terranea a occhi chiusi.
    La seconda risposta invece lasciò il ragazzone abbastanza basito, visto che semmai il jutsu su cui si stava allenando presentava il problema opposto. Non c'era un oggetto con cui sostituirsi, su cui ancorarsi. Quello voleva dire più libertà, ma poteva essere anche una difficoltà in più. Bort provò dunque a fare il procedimento inverso, ad "aggrapparsi" ad una porzione di terreno come se si stesse usando la Kawarimi semplice. Nel giro di poche sessioni - più corte e sporadiche visto che il periodo di vacanza era finito - ci furono diversi miglioramenti, sia nella rapidità di movimento che nella precisione della riemersione. Nulla di trascendentale, ma la cosa chiaramente diede una grande botta al morale del ragazzone. Proprio quello di cui aveva bisogno.
    L'ultima questione fu invece quella decisiva. Riuscire a immergersi nello scenario in cui quel jutsu sarebbe dovuta essere usata diede la svolta che lui stava aspettando. Si era andato a incaponire sull'aspetto tecnico dell'allenamento, ma con l'Arte Magica quello non era l'unico fattore da tenere in considerazione. L'immaginazione, il contesto e tutta una serie di particolari che rendevano quel campo ben diverso dalla fredda matematica. Un ninjutsu non era un'equazione algebrica, era fottuta magia, seguiva regole tutte sue, a volte anche irregolari. Bort ci sguazzava amabilmente in quel mare, sin dal momento in cui ci si era tuffato, ma era qualcosa di naturale, implicito, su cui non aveva mai dovuto lavorare troppo. Era così e basta. Proprio in quanto automatico, si era trovato ad agire in maniera così diversa e innaturale quando aveva dovuto impegnarsi a seguire indicazioni precise da un rotolo scritto chissà quanto tempo prima. Le aveva prese come l'unica via verso quella conoscenza, ignorando la strada che l'aveva sempre aiutato, fino ad allora: l'istinto, il sentimento. Doveva ritornarci, imbracciare di nuovo la sua vera natura.
    Fu così che a partire dal periodo successivo ogni volta che si allenava cercò di creare una situazione più adatta alla reale comprensione del senso profondo della Sostituzione Serpentina. Qualche volta dava vita a degli scenari mentali per trovare una situazione in cui il jutsu potesse essere l'unica salvezza, ma più spesso si faceva aiutare da altri. Aveva molti amici a cui chiedere, oltre che i membri della sua squadra. Lo aiutarono volentieri, attaccandolo a più riprese per dargli la possibilità di provare a utilizzare la tecnica proibita all'ultimo istante. In alcuni casi replicò questo schema da solo, con i cloni. Certo, ora che la tecnica era praticamente completa e che Bort la usava in modo concreto e non solo in allenamenti secchi, iniziò a venir fuori quello che era un limite che il ragazzone conosceva sin dall'inizio. Non poteva essere usata più di una volta al giorno, proprio come la Sostituzione, quindi questo allungò i tempi, ma non era più un problema. Ragionando in questa maniera, a mente più libera, riuscì a individuare anche tanti altri tipi di utilizzo possibili per quel ninjutsu. Quella non era solo una difesa assoluta, era qualcosa di più, era un jolly. L'unico limite era la fantasia.
    Alla fine serviva solo pensare fuori dagli schemi. Trovare una soluzione e lasciare che fosse l'istinto a mettere le cose a posto. A volte è il modo migliore di agire.
    Quella sera di maggio Bort era a cena con la sua compagna. Aveva avuto una giornata piena, dopo aver svolto alcuni esami genin era riuscito ad allenarsi un po' con la sua squadra. Era tornato a casa esausto, così come lo era Ringo, anche lei ci aveva dato dentro con il lavoro. Mentre mangiavano un pasto frugale si erano messi a parlare del più e del meno, ma una volta tirata fuori la questione della tecnica a Bort venne naturale fare un commento del genere, filosofico e speranzoso. Lei per un attimo fu sorpresa, poi si lasciò andare ad un sorriso amaro, che quasi spezzò il cuore del ragazzone. Ce la stavano mettendo tutta, ma forse non sarebbe bastato.
    Sono contenta che tu stia meglio, che stia finalmente riuscendo a uscire da questa cosa. Lo sai, io sono ottimista di natura, ma non tutti i problemi hanno soluzioni. Mi fa piacere tu sia riuscito a trovare la chiave per questa tecnica.



    Post 3/4, Bort si trova a fronteggiare uno stallo imprevisto e deve trovare un modo diverso di sbloccarsi. Si allena in particolare nel rendere la tecnica simile alla Sostituzione, più rapida e precisa.




    Edited by GIIJlio - 25/5/2020, 16:52
     
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    Bort e Ringo riuscirono a trovare un maggiore equilibrio nel periodo successivo. Non erano più una coppia pienamente funzionale, ma almeno non erano in crisi perenne e riuscivano a viversela in maniera abbastanza tranquilla. Questo permise uno stato d'animo migliore al ragazzone, che continuò con i suoi allenamenti piano piano. Mancava solo un punto all'appello, ormai, purtroppo uno di quelli più importanti e difficili: la cura delle ferite. Bort era riuscito a farcela per quelle di entità minima, ma tutte le altre rimanevano tali. C'era un qualche problema alla base e andava risolto prima di proseguire.
    Come sempre in questi casi la cosa migliore fu chiedere consiglio a tutti i suoi conoscenti. Quasi nessuno fu in grado di aiutarlo, ma sua sorella Ai offrì una chiave di lettura interessante. Lei era una scrittrice di racconti per bambini e si interessava ben poco di questioni da ninja, però viveva a Oto ormai da un bel po' e si ritrovò a fare una considerazione piuttosto semplice.
    Hai detto che era una tecnica che usava anche Orochiyu, giusto? Da quello che sapevo lei era anche un ninja medico o qualcosa del genere, non è che c'entra qualcosa?
    Bort si ritrovò a riflettere su questa opzione, ma non sembrava aver senso, il rotolo non segnava come necessaria alcuna capacità nell'Arte Medica o come si chiamava lei. Vista la precisione con cui era compilata non sembrava possibile che se ne fossero semplicemente dimenticati.
    Ma no, non dicevo come requisito. Pensavo più... non so, una sorta di spunto? Tipo anche inconsapevole.
    Era una teoria molto interessante, del resto spesso nelle tecniche rimaneva impressa la traccia del loro creatore, anche solo in maniera nascosta e poco vistosa. Visto che Bort non aveva tante altre idee, provò a realizzarla, anche se questo comportava affrontare un nemico contro cui non era per niente abituato a lottare: lo studio.
    Fu in quella occasione che scoprì la biblioteca più grande di Oto, nel nord della città, ricostruita dopo la guerra civile. Non era un tipo che amava particolarmente leggere, quindi la missione che si era messo in testa fu parecchio gravosa per lui. Prese libri di anatomia avanzata e si rese conto di non essere per niente pronto, quindi passò a quelli per bambini, prima. Alcune cose le conosceva già, altre invece furono una sorpresa per lui, il fatto stesso di sapere così poco del corpo umano lo fu. Scherzava spesso sul fatto di essere "ignorante", inteso nel senso di preferire la forza bruta in battaglia e le maniere spicce rispetto a finezze varie, non pensava di essere davvero così poco istruito in generale. Si rimproverò e si disse che prima o poi si sarebbe fatto una cultura.
    L'apprendimento di nozioni utili alla Sostituzione Serpentina fu lento e arduo, soprattutto perché Bort non sapeva cosa realmente gli servisse. La medicina era una branca della scienza così ampia e per uno come lui, che si sentiva un pesce fuor d'acqua con libri di testo in mano, era davvero difficile capire a cosa potessero essersi ispirati Orochimaru e sua figlia per quel jutsu. Passò quasi un mese a visitare la biblioteca quotidianamente, sedendosi con quel suo corpo sproporzionato nei banchetti dei visitatori e provocando le risate mal trattenute di alcuni altri avventori. Girò un po' a vuoto e non sempre il tempo passato lì fu utile, però alla fine trovò il campo giusto. Tecniche magiche come le Mani Curative non facevano altro che stimolare a dismisura la rigenerazione cellulare già presente nel corpo di tutte le persone. Poteva essere che anche la Sostituzione Serpentina facesse qualcosa del genere? Purtroppo gli scritti non entravano troppo nel dettaglio, non almeno in un modo che il ragazzone potesse comprendere davvero, quindi restava un'unica opzione, ovvero chiedere aiuto a qualcuno con quelle capacità. Si rivolse a Len, che sapeva essere molto capace con le Mani Curative, visto che gli aveva salvato la vita in missione. Delle spiegazioni che ottenne capì ben poco, ma chiese di poter apprendere col suo corpo. Si ferì da solo e si fece rimettere in sesto un paio di volte, guadagnandosi occhiate di disapprovazione dal medico, ma anche le risposte che cercava. Si concentrò sulla sensazione che provava mentre veniva curato, su quello che vedeva avvenire sul suo corpo, su come fare a replicarlo. Era qualcosa che non avrebbe saputo spiegare a parole, ma sentiva di aver capito. I fatti gli diedero ragione.
    Dal giorno successivo iniziò a esercitarsi in maniera quieta, sfruttando qualsiasi momento disponibile. Spesso la sera si tirava un pugno da qualche parte, attento a farsi male solo in maniera media e senza esagerazioni, poi eseguiva la tecnica. A volte gli capitò di usarla a conclusione di una missione, in cui magari era stato colpito in maniera non eccessiva. A volte si faceva ferire apposta mentre si allenava con la sua squadra pur di poter usare la Sostituzione Serpentina. Giorno dopo giorno migliorava, dunque, con un passetto alla volta. La cura diveniva più completa, più rapida. L'obiettivo era che fosse istantanea, quindi c'era spazio di manovra, che venne colmato con calma. La fretta che aveva caratterizzato il periodo precedente ormai era solo un cattivo ricordo, in questa maniera il ragazzone riuscì a viversela meglio.
    Quando la guarigione delle ferite moderate con la tecnica divenne istantanea, Bort iniziò pian piano a occuparsi di danni di entità maggiore. Prima si fece curare una volta da Len, per sentire la differenza rispetto a prima, poi iniziò con la sua opera quotidiana di miglioramento. Un lavoro lento, ma che occupò decisamente meno tempo di quanto ne aveva speso con le ferite moderate. A quel punto dovette superare il limite e andare sempre più vicino al baratro delle lesioni che avrebbero potuto portare alla morte. Len si rifiutò di curarlo senza motivo, ma insistette per assistere agli allenamenti, per essere sicuro che la auto-guarigione funzionasse. Questo volle dire rallentare ancora i ritmi, ma ormai la luce in fondo al tunnel era così vicina che non importava più. Ormai la cura funzionava sempre e quando aumentò l'intensità dei danni da riparare ci fu bisogno solo di un po' di lavoro in più per rendere il tutto istantaneo e non macchinoso. Nel giro di una settimana concluse con quelle che Len chiamava ferite "Pesanti" e arrivò dunque il momento di affrontare la parte più pericolosa di quel lavoro. A maggior ragione in questo caso il medico non tollerò che Bort facesse tentativi senza la sua presenza, anzi richiese che tutto fosse svolto in maniera da rendere un eventuale trasporto in ospedale rapido e efficace. Era piuttosto in ansia per questa storia e Bort cercò di tranquillizzarlo, anche se pure lui non era calmissimo a riguardo. Prese un respiro profondo e poi si infilzò in piena pancia con il Supervibrato argentato. Il rotolo parlava chiaro, la Sostituzione Serpentina poteva curare ferite anche fatali, ma non quelle che uccidevano sul colpo, quindi il ragazzone dovette stare attento anche in quel passaggio. Un grugnito fu il massimo che si concesse per esprimere il dolore, ma ne emise uno ancora più forte quando estrasse la spada dalla sua sede, dando il via alla fuoriuscita violenta di sangue. Non aveva tempo da perdere, la lucidità era ben poca in quel frangente. Non riuscì nemmeno a processare le lacrime che vide sul volto di Len, l'unica cosa che interessava al suo cervello era attivare la tecnica prevista e farlo nel modo corretto. Si concentrò al massimo mentre, un po' a fatica, faceva i sigilli necessari. Ricomparve ad una dozzina di metri di distanza, decisamente scombussolato, anche se ciò era parte integrante di quel ninjutsu Doton. Aveva un po' di fiatone, ma respirava bene. I vestiti erano sporchi di sangue, ma quando sollevò la maglia la ferita era perfettamente rimarginata, restava solo una cicatrice. Ne aveva accumulate un po' in quel periodo, a Ringo tutto sommato non dispiacevano, le davano l'idea di virilità. Nei giorni successivi provò ancora una volta soltanto a eseguire questo esperimento, Len non concesse di più, ma alla fine il ragazzone poté dire di aver completato tale addestramento e di essere uscito indenne da una delle prove più difficili della sua carriera.
    SONO VIVO!! AHAHAHAH!

    Post 4/4: Bort riesce a fare in modo che la tecnica curi le ferite da Moderate in su e in questo modo completa la tecnica.




    Edited by GIIJlio - 25/5/2020, 17:01
     
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    Voto Allenamento solitario: 8

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