Distracted Bortfriend

Mini-evento: All you need is Love

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    Demone incendiario

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    Takumi
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    Era tutto partito per lavoro, era capitato che io e lui facessimo squadra ripetutamente. Il Gruppo del Nord era in piena espansione e dovevamo cercare di cavalcare questo periodo positivo per trasformare i nostri Paesi da potenze secondarie a qualcosa di più. Lui si chiamava Kenshi, una delle persone più affidabili che avessi mai incontrato. Serio, non lo sentivi mai dire una parola di troppo, né mostrare le proprie emozioni. Non sarei mai potuto essere come lui, ma era naturale per me ammirarlo. Il modo in cui affrontava le missioni, in cui non si faceva abbattere da alcunché... volevo prendere spunto da lui, usarlo come mio modello. Eravamo così diversi. Io amavo scherzare e giocare, era più forte di me. In missione sapevo mantenere la mia serietà al massimo, ma una volta staccato mi piaceva comportarmi da coglione, di tanto in tanto. Non da pagliaccio, avevo ancora la mia dignità, ma non ero nemmeno un pezzo di ghiaccio come pareva essere lui.
    Dopo la terza missione lo invitai fuori. Non era nulla di che, solo un caffè tra colleghi fuori servizio. Lui rifiutò, quasi sdegnato all'idea. La cosa mi turbò un po', ma cercai di non farmene un cruccio in maniera eccessiva. Rinnovai l'offerta un'altra volta, con il medesimo risultato. Poi, al termine di un'altra missione, finita senza che dovessimo spendere una sola goccia di chakra, feci una proposta che giunse inattesa per lui: una sfida. A sorpresa lui accettò. Era il giorno di San Valentino.
    Avrebbe dovuto essere uno scontro amichevole, ma nessuno dei due si trattenne. Fu brutale, fu combattuto, fu esaltante. Vinse lui proprio per un pelo. Vederlo troneggiare su di me, con il fiatone, mentre io non avevo più le forze per muovere un muscolo... cambiò qualcosa in me. Fu in quel momento che mi innamorai.
    Non avevo mai provato nulla del genere. Avevo avuto le mie storielle in passato, ma non ero mai riuscito a trovare quella giusta, la ragazza che riuscisse a sciogliermi il cuore. E ora l'avevo davanti agli occhi. Era diverso da come me lo sarei aspettato. Prima di tutto era maschio.
    Nei giorni che passai in ospedale cercai di fare ordine nei miei sentimenti, ma non riuscii a venire a capo di nulla. Era un qualcosa che veniva tutto sommato da lontano, ma che aveva avuto un picco così forte... non potevo negarlo a me stesso. Quindi non ci provai.
    Dalla volta dopo era cambiato tutto. Kenshi mi rispettava di più, lo vedevo chiaramente. Prima ero soltanto un collega, ora ero un compagno. Si fidava di me. Una fiducia cieca, più potente di qualsiasi parola. Questo non rendeva facile conciliare quello che provavo con quello che sentivo fosse giusto per il rapporto che avevamo, sempre più solido. Finché non arrivò un momento di rottura.
    Pian piano, nella vita dell'uomo che amavo si fece strada una pretendente. Era una mia amica da tempo, si chiamava Aiko. Entrò come una tempesta e spazzò via tutto. Potei osservare da lontano l'evolversi della situazione e fu terribile. Non ebbi alcuna speranza, neppure per un istante. Ero impotente, non fui in grado di fare nulla mentre l'amore della mia vita mi veniva sottratto dalle mani.
    Mi gettai a capofitto nel lavoro, cercando promozione dopo promozione di trovare qualcosa che mi tenesse lontano da Yuki, che lenisse il mio dolore. Divenni Guardia del Kage, un grado che mi teneva legato a Oto indissolubilmente. Riuscii anche a trovare un ragazzo, Izumi. Eravamo rivali da una vita, poi era scoccata una scintilla tra noi. Del resto la tensione sessuale era vivida da tempo. Un carattere forte, il suo, mi trovavo bene con uno come lui. Però non era Kenshi.
    Non ero riuscito a dimenticare lo spadaccino glaciale che tanto aveva voluto dire per me. Repressi questi sentimenti, li nascosi, li mandai via. Izumi era un ottimo compagno, forte e amorevole. Meritava qualcuno che si desse totalmente a lui, non un bestione con la testa altrove. Eppure... eppure non riuscivo a decidermi.
    Andammo avanti così, con una relazione tutto sommato normale, all'apparenza, ma che nascondeva la mia lacerazione morale. Izumi forse la notò, forse capì. Era un ragazzo così orgoglioso, ma sentivo che in qualche modo doveva aver compreso. Immaginavo volesse giocarsi il tutto per tutto. Mi fece la proposta di nozze, all'improvviso, proprio in un periodo in cui ero più distratto e distante. Rimasi immobile, senza sapere cosa dire o pensare. I suoi occhioni rossi brillavano di determinazione, come avrei potuto dirgli di no? Lui si fece bastare la mia risposta titubante e da lì iniziò il mio calvario. I dubbi riemersero, uno per uno, terribili. Era giusto rifugiarmi in un matrimonio del genere? Ero così egoista ad accettare i sentimenti di Izumi sapendo che non li avrei mai ricambiati fino in fondo? Cosa gli avrebbe fatto più male? Cosa avrebbe fatto più male a me?
    Non avevo nessuno con cui parlarne, non potevo dirlo a lui, non potevo far altro che tenermelo dentro e continuare a pensarci. Per giorni e giorni. Forse per il resto della mia vita, qualsiasi scelta avessi fatto.


    Bort si risvegliò all'improvviso, tutto sudato. Nel letto, accanto a lui, c'era Ringo, la sua fidanzata. Lei dormiva, quindi il ragazzone poté riflettere su quello che aveva sognato. Era stata un'esperienza angosciante. Era stato male, anche se era un sogno era sembrato decisamente reale, anche se quella non era una novità. Come non era una novità uno dei protagonisti di quei viaggi onirici. In un modo o nell'altro questi finivano sempre con lui e Izumi che facevano coppia fissa. L'insistenza con cui era successo gli aveva fatto mettere in dubbio anche le sue certezze più forti, ma a seguito di semplici indagini aveva verificato due cose semplici: non era innamorato del suo rivale ed era sempre eterosessuale. Quelli che aveva ricevuto non erano suggerimenti del suo subconscio, sembravano più prese per il culo che la parte più nascosta di sé gli faceva di tanto in tanto. O quello o c'era qualcuno che si divertiva a trasformare i sogni della gente in cose strane, concluse Bort divertito, mentre si rimetteva giù. Sperava di poter riposare tranquillamente, questa volta. Non aveva per niente voglia di altri drammi strani, così come non aveva voglia di cercare una soluzione al dilemma etico vissuto dal suo alter ego onirico. Non aveva bisogno di risposte, aveva bisogno di dormire.


     
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    Re dei demoni

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    Il Sommo
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    Da uno dei peggiori gironi dell'inferno!

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    Che sia il fuoco della passione o il tepore di un affetto sincero a scaldarlo, questo Rubino rosso è sempre caldo al tatto. Potrebbe essere un dono di un ammiratore segreto o della persona amata, un oggetto comparso dal nulla o ottenuto da una persona speciale o generato dal sentimento più forte che l'animo umano è in grado di provare. Poco importa, ciò che importa è ciò che ne farai: puoi tenerlo vicino al tuo cuore, o cederlo a qualcuno di interessato per 142 ryo.

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