Melting point

Mini-evento: All you need is Love

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Demone incendiario

    Group
    Takumi
    Posts
    18,287
    Powanza
    +422
    Location
    Torino

    Status
    Il suo petto era possente. Roccioso ma allo stesso tempo accogliente. La ragazza adorava appoggiarsi lì, sentire il rumore del suo lieve respiro, vedere come questo increspava la sua pancia ritmicamente. Lo stava osservando, rapita. Si era appena svegliata, un raggio di sole impertinente era penetrato dalle tende e le aveva interrotto il sonno, mentre quello del suo compagno continuava ancora. Aveva un braccio appoggiato sullo stomaco di lui e nessuna voglia di spostarlo da lì. Le piaceva il contatto con quella pelle così fredda. Un tempo l'avrebbe trovato fastidioso, ma ora era in qualche modo diventato parte di se stessa. Era il freddo dell'uomo che amava. La mano di lui era invece appoggiata alla schiena della ragazza, per stringerla, per farla sua. Lei adorava quando lo faceva.
    Era stanca, ma non riusciva a riaddormentarsi. Non voleva nemmeno alzarsi, stava troppo bene lì. La sua mente iniziò a vagare, a ripercorrere la strada che li aveva portati a quel presente così strano e lontano dalle premesse. Il suo volto si illuminò con un sorriso, mentre osservava il contorno dei lineamenti del suo uomo, l'unica cosa che era in grado di vedere al buio. La vita sapeva essere ben sorprendente e assurda, si disse ridacchiando da sola.
    Tutto era nato quattro anni prima, ad un matrimonio, quello del suo amico ninja Saruwatari con la collega Mai. Lui era tra gli invitati, era la prima volta che si vedevano. Lei era rimasta colpita dalla sua bellezza, ma anche dalla sua espressione. Era teso, a disagio, si capiva che non voleva essere presente, che c'era qualcosa che lo disturbava. Solo diverso tempo dopo lei aveva scoperto che era stato suo nipote quasi a costringerlo a venire, ma lui non aveva mai voluto spiegare il motivo per cui non voleva essere lì. In ogni caso la ragazza aveva distolto quasi subito l'attenzione da quell'uomo dai capelli bianchi, per concentrarsi sulla cerimonia, anche perché a lei era stato richiesto di suonare la marcia nuziale.
    Tutto era andato alla perfezione e, per uno scherzo del destino, loro due erano finiti vicini di posto durante il banchetto. Lui era terribilmente taciturno e lei altrettanto imbarazzata, non si erano quasi scambiati parola durante il pasto, ma quando erano iniziati i balli entrambi erano rimasti seduti e l'interazione era diventata quasi inevitabile. Lei aveva provato con qualche convenevole, lui aveva risposto a monosillabi, ma pian piano i due si erano trovati ed erano riusciti a conversare in maniera quasi decente. Lui era serio e composto. Misterioso. Lei ne era molto attratta, ma era riuscita a nascondere la cosa dietro ad una giovialità che lui non poteva detestare, in quanto non invadente. Si era abituato in poco tempo a lei e forse era stato per qualche bicchiere di troppo oppure perché in qualche maniera la sua tenue solarità era stata in grado di spezzare la tensione che lui viveva, in ogni caso nel giro di poche ore erano finiti a letto insieme. Era stato un impeto di pura passione, forse non avrebbe dovuto significare niente, ma per lei non era stato così.
    Quando lui si era svegliato si era trovato in un stato di profondo imbarazzo e aveva chiesto più volte scusa, convinto di aver macchiato l'onore della ragazza, ma lei si era dimostrata irremovibile. Lo aveva voluto ed era contenta fosse successo. Sarebbe stata una macchia solo se lui avesse considerato la cosa che avevano fatto come un delitto invece che come un piccolo momento di pace e gioia. Lui era rimasto colpito da questa affermazione e non aveva saputo cos'altro dire. Si era rifugiato nel silenzio, ma questo non pesava a lei, che da musicista era abituata a dare ad esso un valore importante, positivo.
    Quando lui era uscito dalla porta della camera di albergo lei aveva pensato che non l'avrebbe rivisto mai più, ma il caso era stato gentile con lei. L'anno successivo lei era stata avvicinata da un discografico proprio del Paese della Neve e aveva iniziato a fare base laggiù sempre più spesso. Il suo peregrinare era diminuito pian piano di intensità, anche perché a Yuki ogni tanto riusciva a incontrare di nuovo quell'uomo che non aveva di certo dimenticato. Alla fine era riuscita a trovare il coraggio e a chiedergli di uscire insieme. Lui era disagio, forse per disabitudine o forse perché non riusciva a fare ordine nei suoi sentimenti, ma non aveva saputo rifiutare. Al primo appuntamento ne era seguito un secondo, poi un terzo. I due si trovavano bene insieme, nonostante la reticenza a parlare di lui e i modi un po' goffi di lei. C'era però qualcosa che lo bloccava, che in qualche maniera gli impediva di lasciarsi andare del tutto. Lei sentiva il peso di questa distanza e di conseguenza aveva voluto provare a correre un rischio, mentre stava venendo accompagnata a casa.
    C'è una cosa che volevo dirti da un po'. I miei antenati ci hanno tramandato una tecnica. Mi permette di scoprire il vero nome di una persona, quello dato alla nascita. Sono riuscita a vedere il tuo. C'è una storia dietro, vero?
    Lui era sbiancato, pur essendo già pallido di suo. Il suo silenzio aveva una pesantezza ben diversa dal solito e la sua espressione era diventata quasi sofferente. Lei stava morendo di paura, ma non aveva voluto dire niente, all'inizio, poi dopo un po' i suoi sensi di colpa si erano fatti troppo forti.
    Non devi raccontarmela se non vuoi, non volevo obbligarti. Cercavo di dirti che se vuoi parlare io ci sono sempre, non ti giudicherò. Io vorrei esserci, per te. Se mi vorrai.
    Ancora una volta lui era rimasto stupito dalla sua freschezza e dalla sua sincerità. Si era bloccato per qualche istante, poi aveva detto che avrebbe dovuto pensarci a mente fredda.
    Si erano rincontrati qualche giorno dopo e lui aveva rivelato la sua intenzione di non dire nulla, di seppellire quella storia nel passato. Aveva anche fatto capire, però, che aveva assolutamente desiderio di continuare a vedere lei. Quello fu il momento in cui qualcosa si incrinò finalmente nella sua barriera di ghiaccio.
    Da quel giorno in poi il loro rapporto non fu più lo stesso e in poco tempo diventarono una coppia a tutti gli effetti. Non certo una di quelle normali, anzi. Lui non mutò i suoi modi di fare, la sua espressività, non ne ebbe bisogno. Lei lo accettava così com'era, con la sua apparenza burbera e i suoi lunghi silenzi. Non aveva bisogno di espressioni o di parole per far capire i suoi sentimenti, gli bastavano le azioni. Lei al contrario non aveva paura di essere affettuosa in maniera un po' vistosa e rimase estroversa come sempre, ma seppe restare al suo fianco dimostrandosi dignitosa e fiera quando era necessario.
    Una relazione strana ma solida, che raggiunse il suo picco proprio quella sera, quando lui portò a casa una torta a sorpresa. Non disse nulla, lasciò che fosse lei ad aprirla. Un piccolo trono di cioccolato ospitava un anello e poco sotto una scritta fatta con lo stesso ingrediente. "Vuoi sposarmi?" Anche per una domanda così importante aveva scelto di non usare le sue parole. Lei scoppiò in lacrime e urlò il suo sì, mentre lo abbracciava. Festeggiarono ancora un po', poi la passione li trascinò a letto, dove erano ancora quando lei tornò dal suo viaggio nella memoria.
    Una lacrima di gioia scese dal suo viso e toccò il petto di lui, ancora addormentato. Si toccò il ventre, piano piano. Sentiva che quella notte avevano fatto qualcosa di magico, qualcosa che avrebbe cambiato per sempre le loro vite. Ne aveva paura, dopo aver perso sua sorella per quel motivo non era riuscita più nemmeno a pensarci troppo, ma ora era diverso. Ora c'era lui, che la faceva sentire protetta, che la faceva sentire speciale, che la faceva sentire come se tutto sarebbe andato per sempre nella maniera giusta. Lei chiuse gli occhi e tornò ad accoccolarsi nella posizione precedente, beandosi di quel futuro che ora sembrava così roseo e così vicino.

    Mi risvegliai all'improvviso, estremamente agitata. Era stato un sogno tranquillo, quasi soave, ma una volta uscito da esso avevo realizzato quanto fosse stato sbagliato. Mi girai di scatto, spaventata. Draig era vicina a me come sempre. Tirai un sospiro di sollievo. Lei era sotto le coperte, ma era sveglia. Mi fissò con i suoi occhi ambrati, al che non seppi trattenermi e qualche lacrima dispettosa si fece strada sul mio viso. Mi gettai a capofitto nel suo petto, dove sapevo che avrei trovato conforto.
    Su, su, cucciolona, non ti preoccupare... è stato solo un brutto sogno, vero? Ora va tutto bene.
    Il suo calore, il suo odore, sentirla lì tra le mie braccia fu la sola cosa di cui avevo bisogno. Le spiegai che non si era trattato di un incubo, non in senso stretto almeno. Avevo fatto un sogno simile a quello che aveva fatto lei qualche giorno prima, mi bastò dire così e lei capì. Continuò a stringermi e accarezzarmi come se niente fosse. Dal suo tono di voce riuscii a immaginare il sorriso materno che doveva illuminarle il viso.
    Ci siamo scambiate i ruoli, quindi. Non ti preoccupare, tesoro, non è successo niente, me lo avevi detto tu, no?
    Annuii. Solo qualche nottata prima era accaduto esattamente il contrario, lei si era svegliata ed era scoppiata a piangere. Ci aveva messo un po' a volermi rivelare cosa era successo. Era davvero spaventata, si sentiva in colpa. Mi aveva poi spiegato di aver sognato di stare insieme ad un altro uomo ed aveva davvero paura che la cosa potesse creare una ferita tra di noi. L'avevo consolata e le avevo fatto capire che non era niente, esattamente come lei stava facendo con me.
    Quando mi fui calmata lei mi chiese di raccontarle del sogno, come del resto aveva fatto lei la volta prima. Le spiegai che avevo sognato di Kenshi, di quello spadaccino gentile e taciturno che aveva combattuto insieme a me nel Paese del Tè e con il quale avevo superato l'esame per l'ingresso nell'Esercito della Vita. Lei non l'aveva mai incontrato, ma le avevo parlato di lui, quindi lo conosceva. Non ricordavo quasi niente del sogno vero e proprio, per quanto mi fosse sembrato così vivido sul momento. Non era stata la prima volta che mi capitava, mentre lo era stata per Draig, motivo per cui lei si era spaventata così tanto, forse. Per fortuna ero riuscita a tranquillizzarla quella sera, così come adesso stava facendo lei con me. Mi feci coccolare ancora un po' e il sonno pian piano si fece strada prepotente. Eravamo pronte per addormentarci entrambe, abbracciate e appiccicate.
    Quella realtà non era tanto male, però non eri tu. E io voglio solo te, Draig. Sempre e solo te.
     
    Top
    .
  2.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Re dei demoni

    Group
    Il Sommo
    Posts
    1,762
    Powanza
    +668
    Location
    Da uno dei peggiori gironi dell'inferno!

    Status
    Che sia il fuoco della passione o il tepore di un affetto sincero a scaldarlo, questo Rubino rosso è sempre caldo al tatto. Potrebbe essere un dono di un ammiratore segreto o della persona amata, un oggetto comparso dal nulla o ottenuto da una persona speciale o generato dal sentimento più forte che l'animo umano è in grado di provare. Poco importa, ciò che importa è ciò che ne farai: puoi tenerlo vicino al tuo cuore, o cederlo a qualcuno di interessato per 142 ryo.

    c3d5eebdea593d20b79d5b4041d2e5e7
     
    Top
    .
1 replies since 16/2/2020, 21:42   77 views
  Share  
.
UP