Botte di Natale

Era la prima volta da quando era tornato a Oto che metteva piedi lì e, ancora una volta, Bort fu assalito dalla nostalgia. L'edificio era come al solito ben tenuto, bambini correvano qua e là con gioia. In mezzo a quelle stanzette ci era cresciuto, il ragazzone, anche se sembrava ormai una vita fa. L'orfanotrofio della periferia otiana era un punto di riferimento per quella parte di città, piccolo ma accogliente. Non triste, come invece ci si sarebbe potuti aspettare da un posto del genere. Purtroppo non c'era nessuna delle educatrici che l'avevano tirato su, Bort si era molto dispiaciuto per questo, la prima volta che era venuto. Era riuscito in ogni caso a parlare con calma con la nuova responsabile, entrambe le volte, una persona piacevole e disponibile.
Quel giorno di inizio dicembre 219 si capiva che c'era qualcosa che turbava la donna. In un primo momento sembrò voler celare la cosa, poi all'interno del discorso uscì in pieno. L'orfanotrofio aveva un bel problema: le donazioni erano diminuite e, sebbene non avrebbero avuto problemi a rimanere aperti nel complesso, il Natale sarebbe stato festeggiato in maniera molto minore quell'anno. Niente albero, niente regali, cenone che sarebbe stato molto molto spartano. I bambini ne sarebbero rimasti terribilmente delusi. Bort ricordava di come la vita tranquilla e molto semplice laggiù avesse un solo giorno di felicità pura, un giorno in cui tutti quanti potevano sentirsi più "normali" del solito. Quel giorno era Natale. Privarli di quella gioia sembrava un delitto. Purtroppo il ragazzone non poteva permettersi di finanziare da solo un Natale in piena regola per l'orfanotrofio, aveva speso gran parte dei suoi risparmi, di recente.
Troverò una soluzione. Voglio aiutarvi!

I giorni successivi furono dedicati a cercare un qualche modo per mantenere la promessa. Il ragazzone aveva pensato di sfruttare il fatto che la sua fidanzata, Ringo, lavorasse in televisione per smuovere qualche contatto e lanciare una raccolta fondi pubblica. Sembrava però una soluzione eccessiva, gli sembrava poco sensata. Inoltre non se la sentiva di chiedere qualcosa di così strano e complicato alla giovane. Sarebbe stato meglio un piano meno complesso e in qualche maniera anche più personale. Non poteva certo elemosinare soldi a sconosciuti a casaccio senza offrire niente. Tenne per sé quella preoccupazione, non la condivise con i suoi colleghi. Ne accennò giusto a Ringo, ma in una giornata in cui lei era stanca morta, quindi poco recettiva. Si trovò dunque a doversi scervellare da solo su questo dilemma, finché la soluzione non gli piombò all'improvviso addosso.
Era un pomeriggio come un altro e stava passando dall'armeria del padre di Jan. Bort aveva bisogno di informazioni sui metodi di manutenzione migliori per il Supervibrato ricoperto di argento che si era fatto costruire laggiù. L'uomo fu come sempre molto preciso e professionale, motivo per cui il ragazzone si affidava sempre a lui. Prima di uscire decise di passare a salutare il suo amico Jan, che stava dando una mano in magazzino in vista della fine dell'anno. Insieme a lui c'era la sua ragazza, Astrid. Fu proprio lei a dargli l'illuminazione. Disse, scherzosamente, che i due si stavano allenando tantissimo e che presto avrebbero chiesto a Bort una rivincita.
Ma certo! Un torneo!
La giovane coppia guardò storto il ragazzone, non capendo cosa intendesse. Lui spiegò loro cosa lo aveva turbato in quel periodo e disse che una competizione di beneficenza avrebbe potuto essere la soluzione perfetta. Non era sicuro di come poter fare, ma era sicuro che fosse fattibile.
Dubito che si riesca a organizzare all'Arena di Gyokuro, ma in un modo o nell'altro ce la si può fare. Se ti va possiamo provare a darti una mano, per quel che siamo in grado.
Astrid confermò l'offerta e Bort si dimostrò estremamente grato alla coppia di amici. Si fermò ad aiutarli al negozio per quella mezz'ora che servì a completare quello che serviva, poi li invitò a casa sua. Qui al trio si unì anche Ringo, che seppure non fosse una ninja conosceva come funzionavano gli spettacoli di beneficenza, visto che vi aveva partecipato almeno un paio di volte. In poco tempo i quattro idearono un piano di base e iniziarono a muoversi per i preparativi veri e propri. La data stabilita era la domenica prima di Natale ed era dannatamente vicina.
Il primo punto sulla lista era una location. Non fu semplice ottenere l'autorizzazione all'uso della piccola arena che si trovava poco fuori dalle mura di Oto. Furono necessarie pile e pile di scartoffie, ma alla fine i ragazzi ottennero la possibilità di appoggiarsi ad un'infrastruttura già esistente e funzionante. Questo fu un successo enorme, l'alternativa sarebbe stata più costosa e molto complicata.
Il secondo passaggio fu trovare degli sponsor che investissero un po' di soldi. In questo caso fecero meno fatica del previsto, visto che le spese preventivate erano basse, ma anche perché sia Ringo che Jan avevano molti contatti da giocarsi.
Il terzo elemento necessario era la presenza di partecipanti, ma con la giusta pubblicità il gruppo riuscì a raccogliere all'incirca una ventina di adesioni. Per lo più si trattava di genin del villaggio, ma ci furono anche un paio di civili in cerca di emozioni forti, un ex jonin in pensione da vent'anni e tre chuunin. Bort avrebbe voluto partecipare, ma ben presto fu chiaro che c'era bisogno di lui per qualcosa di più importante. Senza un arbitro non sarebbero riusciti a fare niente, quindi il ragazzone dovette rinunciare a confrontarsi con gli altri per occuparsi lui stesso di questo compito.
L'ultimo punto, quello fondamentale, era la partecipazione del pubblico. La squadra dei quattro organizzatori si occupò di tappezzare Oto e i piccoli villaggi vicini con i manifesti, Ringo ne parlò brevemente addirittura in un talk show del pomeriggio in cui era stata invitata. Tutto sembrava allinearsi nella giusta maniera. Bort era eccitatissimo, ma allo stesso tempo anche un po' preoccupato. Ci teneva da morire, più di quanto avrebbe pensato all'inizio.

Fu Ringo a fare da madrina alla manifestazione, usando il suo brio e la sua gioia per coinvolgere il pubblico. La partecipazione era stata ottima, pienamente rispondente alle attese di Bort. La scaletta era piuttosto fitta, gli scontri si susseguirono con ritmo incalzante, soprattutto nel primo turno. I dodici match furono quasi tutti a senso unico, ma gli spettatori sembrarono comunque divertirsi. Era come una grande festa, un anticipo del Natale vero e proprio. Il ragazzone non ebbe alcuna difficoltà ad arbitrare le prime battaglie, ma già dal secondo turno le cose iniziarono ad essere più complicate. In un paio di casi il chuunin dovette attivare una tecnica di potenziamento dei propri Riflessi, per essere sicuro di non perdersi nessuna azione dei contendenti e dunque di essere capace di intervenire, se neccessario. Per fortuna solo in un caso dovette interrompere lo scontro e bloccare uno dei partecipanti. Aveva lanciato un ninjutsu troppo forte e il suo avversario rischiava di essere ferito in maniera troppo grave, visto che non aveva più modo di difendersi in quanto troppo provato. Non ci fu bisogno di prendere provvedimenti per il colpevole, però, chiaramente non era stato un eccesso voluto. Si trattava dell'ex jonin ed era stato chiarissimo che non c'era alcuna intenzione di fare male allo sfidante, solo un cattivo dosaggio della forza.
Il terzo turno fu completato senza difficoltà e a quel punto solo tre concorrenti rimanevano in gioco, per questo era stato previsto un sistema di ripescaggio di un concorrente eliminato, estratto a caso. Non cambiò molto, visto che venne sconfitto di nuovo nelle semifinali, dall'ex jonin. L'altro scontro invece vide fronteggiarsi i due amici di Bort, Jan e Astrid. Una strana battaglia, combattuta da due fidanzati che si volevano bene ma che riuscirono a fare sufficientemente sul serio. Lei più di lui, forse, visto che il giovane parve trattenersi un pochino sul finale, cosa che permise alla ragazza di avere il sopravvento. Anche in finale lei ebbe la meglio, a fatica e dopo uno scontro particolarmente agguerrito e spettacolare, che mise un minimo in difficoltà il povero arbitro, data l'intensità. In ogni caso finì bene, con il pubblico estremamente contento e l'obiettivo primario raggiunto. Avevano raccolto un bel gruzzoletto.
I due giorni successivi al torneo furono occupati dai preparativi, grazie a cui il gruppo di ragazzi e lo staff dell'orfanotrofio riuscirono a organizzare un bel cenone di Natale. C'era l'albero, c'era del cibo migliore di quello degli altri giorni, c'era un qualche piccolo regalo per ognuno dei bambini. E c'erano abbastanza soldi da rendere la vita più semplice per tutti quanti, nei mesi a seguire. Non una marea, non avrebbero risolto tutti i problemi della struttura, ma almeno il futuro sembrava più tranquillo. E soprattutto ci sarebbe stata una cena di Natale che avrebbe donato gioia a tutti i piccoli orfani. Bort ne fu contagiato. Essere lì, insieme ai suoi amici e alla sua ragazza, circondato dai sorrisi di quei mocciosi graziosi e impertinenti, gli diede la conferma che quello che stava facendo era giusto, che da ninja era davvero utile alla comunità. E quella era la cosa che lo rendeva più felice.