Ms. Grinch

Il passaggio all'autunno era stato un periodo molto denso, per Emma. Aveva studiato tantissimo e lavorato altrettanto. Si era riuscita a svagare ampiamente, grazie soprattutto al suo ragazzo dell'epoca, ma la storia era stata molto breve e in men che non si dica lei si era liberata di quello che era diventato in fretta un peso inutile. Aveva grandi progetti in mente, con l'inizio di dicembre, e non voleva che qualcuno le mettesse i bastoni tra le ruote: Natale era alle porte e doveva trovare un modo di rovinarlo a quanta più gente possibile. Purtroppo non poteva dedicarsi a qualcosa di particolarmente eclatante, non si sentiva ancora pronta per rischiare con grosse imprese. Ci rifletté a lungo, nei primi giorni del mese, poi una sera decise che era tempo di smettere di girare attorno alla questione. Prese un foglio di carta e si mi mise a fare una lista delle possibili malefatte da compiere. La prima idea che le era venuta era quella di distruggere le aziende di giocattoli di tutto il Paese, ma chiaramente quello sarebbe stato troppo. Avrebbe potuto provare a sabotarle, ma rimaneva comunque un rischio abnorme. In poco tempo si sarebbe trovata le autorità del villaggio con il fiato sul collo. Non importava che fosse meno potente di altri, Taki aveva comunque un esercito di ninja specializzati, spingersi troppo in là sarebbe stato un suicidio.
La seconda alternativa che venne in mente alla ragazza fu quella di avvelenare i dolci tipici delle festività, magari anche solo in maniera lieve. Avrebbe potuto far aggiungere agli ingredienti una dose di alcol, in modo da ubriacare in maniera pericolosa qualche fanciullo innocente. Poco praticabile, ma meno rischioso della prima opzione, si disse la giovane. Certo, era difficile capire la giusta misura di alterazione per far passare i controlli e non sapeva nemmeno come potesse contaminare i dolci in primo luogo. Niente, anche questo non era fattibile, concluse delusa. Stava pensando troppo in grande, evidentemente. Doveva operare più sul piccolo, doveva trovare qualcosa di altrettanto malvagio ma che non prevedesse crimini tali da far partire delle indagini intense ed energiche. Emma rimase a riflettere a lungo, poi giunse alla decisione che non avrebbe concluso niente facendo così. Doveva sentire scattare la scintilla dentro di sé, osservare un'apertura, concedersi la possibilità di intervenire e far qualcosa di dirompente ma situazionale. Fu per questo che bruciò rapidamente il suo foglietto con la tecnica basilare del Katon e uscì di casa. Era venerdì sera e avrebbe avuto due giorni liberi davanti a sé. Cancellò mentalmente il programma precedente, ovvero passare in panciolle a non far niente gran parte dei pomeriggi. No, avrebbe reso decisamente più utile quel weekend. Doveva esplorare, trovare la miccia che avrebbe fatto detonare la sua malvagità.

Non fu semplice capire cosa fare, ma riordinando le sue idee Emma trovò una possibile via da seguire. Prima di tutto doveva capire il dove, poi probabilmente avrebbe intuito cosa fare. Era fondamentale trovare un posto in cui le sue malefatte passassero impunite, motivo per cui doveva uscire dal Paese della Cascata e da qualsiasi altra nazione ninja. Si diresse alla stazione di Taki, prese un treno diretto a ovest, al Paese degli Orsi. Poi, a metà tragitto, andò rapidamente nel bagno del corridoio, dove utilizzò la Trasformazione. Da quel momento in poi, con l'aspetto di una ragazza dall'aspetto ricco, quasi nobile, poteva agire con maggiore libertà. Prese un altro treno, diretto questa volta negli Uccelli. Si tenne abbastanza lontana dalla capitale, come aveva sempre fatto in queste sue rare scorribande.
Alla prima locanda che trovò per strada chiese informazioni su dove avrebbe potuto trovare qualche bella attrazione turistica nella zona. Sorprendentemente ottenne un gran numero di risponse, ma la maggior parte era inutile per i suoi fini. Una notizia attrasse però l'attenzione della funesta fanciulla. Un villaggio nel sud del Paese stava organizzando una enorme recita di Natale, che sarebbe stata messa in scena nella piazza principale la sera della vigilia. Era una cosa decisamente grossa per tutti gli abitanti della zona, ma non andava oltre i villaggi nei dintorni, non era un evento di livello nazionale. Sembrava proprio il tipo di cosa su cui poteva intervenire per bene senza ripercussioni, doveva solo trovare uno spiraglio.
Fremeva dalla voglia di raggiunsere quel posto, ma dovette fingere calma, per mantenere la sua copertura. Entro poche ore fu comunque in quel villaggio, chiamato Angusu. Era un buco di paese, qualche casa e diverse fattorie, poco più di questo. Non fu difficile però trovare qualcuno disposto a parlare ai turisti dell'orgoglio locale, ovvero la recita natalizia. La comare interpellata raccontò con piacere a quella turista dall'apparenza così raffinata e ricca che gli attori si ritrovavano tutti i pomeriggi in una delle piazze del villaggio per fare delle prove. Emma chiese se poteva assistere e le fu detto di sì. Non era pronta a quello a cui assistette, però.
Peggio dei cani, pensò la ragazza. Nemmeno dei bambini avrebbero avuto capacità di recitazione così basse, la takiana ne rimase allibita. E tutti si complimentavano tra di loro per il duro lavoro, quindi non avevano decisamente un'idea di quanto fossero scarsi. Solo uno tra costoro spiccava in positivo, il protagonista della piéce. Non che fosse bravo, per carità, ma quantomeno aveva idea di come si recitava. Caricava troppo la sua interpretazione, che finiva per essere parecchio retorica e pomposa, ma se non altro sapeva dire le proprie battute correttamente e con una buona dizione, oltre ad avere quel minimo di presenza scenica che gli permetteva di non fare una figura orrenda come tutti gli altri.
Emma aspettò con pazienza la fine delle prove, per fortuna durarono poco. Al termine cercò di avvicinarsi all'attore protagonista della recita, per parlargli da solo. Assunse l'atteggiamento più civettuolo che la ragazza fosse capace di replicare e poi partì alla carica. Non fu difficile colpirlo, per quanto cercasse di darsi un tono il giovane era chiaramente un campagnolo fatto e finito, non ebbe alcuna chance di resistere al fascino raffinato del corpo che Emma aveva scelto per quel compito. Neanche un'ora dopo il suo arrivo in città e i due erano già a letto.

Il giovane si chiamava Ryusei ed aveva poco più di vent'anni. Era un tipo a posto, considerò Emma, che si stava divertendo abbastanza con lui. Nel corso delle settimane successive tornò una volta per stare insieme al ragazzo nel weekend, poi arrivarono i giorni appena prima di Natale. Con essi si avvicinò anche la recita e dunque la messa in atto del piano di Emma. Era ora di darsi da fare, per lei.
Arrivò al villaggio un giorno prima, in gran segreto. Era stato Ryusei stesso a chiedere che lei non si facesse troppo vedere, visto che il paese era piccolo e la gente mormorava più che volentieri. Era praticamente impossibile collegare la turista da cui si era travestita a lei, pensava Emma, ma lasciare una prova in meno era persino meglio. Se i concittadini non conoscevano questa cosa non avrebbero potuto raccontarla a chi avrebbe indagato, riducendo ancora di più le possibilità di incriminarla in qualche modo.
Quando lui tornò a casa dalle prove la trovò già lì che lo aspettava, tutta nuda. Non si fece troppe domande e ci si buttò a pesce. Era molto bravo a letto, constatò lei, era quasi un peccato ucciderlo. Quasi.
Dopo che ebbero fatto sesso lui si addormentò come un sasso. A quel punto lei poté fare la sua mossa. Creò un grosso kunai con il chakra suiton e lo puntò con estrema precisione sul cuore del ragazzo. Poi calò giù l'arma, ponendo fine alla sua vita in maniera praticamente istantanea.
Una volta creato il cadavere non restava che rianimarlo. Cinque sigilli e poi la ragazza poté usare la Piuma di Fenice. Mancava circa una trentina di ore alla recita, quindi non sarebbe riuscita a fare tutto in una volta, però non era così difficile ricaricare uno zombie con quella tecnica. Era importante preparare tutto in maniera meticolosa. I due si occuparono di pulire la ferita, fasciarla a dovere, fare in modo che non fosse visibile da fuori. Non sarebbe potuto rimanere nascosto troppo a lungo, quindi bisognava eliminare gli elementi che avrebbero reso il corpo del giovane uomo sospetto. Già le interazioni con gli altri sarebbero state molto difficili, aveva considerato Emma.
La battaglia che fu combattuta di lì in poi fu quella, far vivere quello zombie in maniera che sembrasse perfettamente umano e allo stesso tempo preparare la scena per lo spettacolo più disumano possibile. La ragazza aveva fatto un buon lavoro, aveva compreso a fondo il carattere della sua vittima e dunque il suo zombie-clone era riuscito a riprodurlo in maniera decente. La creatura era riuscita anche a recuperare qualche strumento interessante. Aveva chiesto in prestito ad un contadino il suo martello e aveva rubato con maestria un'accetta per la legna ad un altro. Una volta a casa lui e la sua creatrice avevano trovato un modo di sfruttare il costume di scena per nascondere le due armi. Non era poi così complicato, il vestito da Babbo Natale era enorme e aveva spazio per portare quei giocattoli sulla scena del crimine.
Dopo aver lasciato che il tempo del Risvegliato terminasse, Emma lo riportò in vita di nuovo. Era piena notte, il momento giusto per fare la mossa decisiva per garantirsi l'impunità. Uscì dalla casa del giovane uomo, dove lei era rimasta tutto il tempo, e si allontanò con premura dal villaggio. Il suo zombie era totalmente autonomo, poteva andarsene senza che questo lo mettesse in difficoltà. Rimase nel Paese, ma molto distante, in attesa che le arrivassero i ricordi della sua creatura. Questa riuscì ad arrivare al momento della recita senza che nessuno sospettasse niente. Tutto si stava allineando in maniera perfetta.
La storia che i cittadini dovevano mettere in scena era piuttosto semplice, parlava di un villaggio di campagna in cui le festività di dicembre stavano venendo rovinate da un uomo malvagio che rubava e si comportava male con tutti i poveri cittadini. Babbo Natale, con l'aiuto di alcuni coraggiosi ragazzi del villaggio, sconfiggeva il cattivo e riusciva a "convertirlo", a farlo diventare buono. Uno spettacolo adorabile, secondo Emma, la quale chiaramente avrebbe voluto cambiare il finale. Aveva però scelto di agire in maniera diversa e lasciò che le scene iniziali procedessero come previsto. Poi, la prima volta che il personaggio di Ryusei comparve su quel palco improvvisato, tutto iniziò ad andare succosamente in malora.
Il Risvegliato aveva nascosto con cura le armi nelle grosse maniche del vestito. La scena prevedeva che lui si avvicinasse alle spalle del cattivo, per origliare i suoi piani. Per il momento non avrebbe fatto altro che guardarlo sconfortato, per poi andarsene in cerca di alleati per la battaglia, ma Emma diede una svolta radicale alla sceneggiatura. Non appena lo zombie fu a pochi passi dal suo nemico, estrasse l'ascia dal nascondiglio e la vibrò con tutta la potenza di cui era capace contro il collo del povero attore improvvisato. La testa di quest'ultimo volò giù tra il pubblico, che per qualche attimo non capì cosa stava succedendo.
Oh, oh, oh! Buon Natale, figli di puttana!
Per qualche irreale secondo il silenzio si fece totale nella piazza. Poi, alla vista del corpo senza testa che si afflosciava a terra, in un mare di sangue, l'aria iniziò a essere invasa da urla di terrore e disperazione. Un paio di uomini avanzarono contro il Babbo Natale impazzito, ma furono abbattuti rapidamente con un rapido scambio di colpi di accetta e di martello. Le abilità combattive del Risvegliato non erano eccelse, ma se la cavava abbastanza da non avere troppe difficoltà contro dei semplici contadini, spaventati e confusi dalla evoluzione rapida e orribile degli eventi. Da quel momento in poi iniziò la fuga disperata degli abitanti, con una piccola fiumana di gente che si accalcava nelle strette strade. Lo zombie partì all'inseguimento, riuscendo a colpire con le sue armi diverse persone. Ne ammazzò due, nella foga, ma cercò per lo più di non uccidere. Sarebbe stato più divertente ferire quella gente, terrorizzarla nel profondo. Spaccò ossa con il martello, mutilò con l'ascia, finché qualcuno non gli sbatté contro con abbastanza forza da ferirlo in maniera moderata. Non era chiaro se fosse stato un tentativo di difesa o un colpo fortuito, in ogni caso fu sufficiente a interrompere il flusso di chakra che teneva in vita innaturalmente Ryusei, il cui corpo cadde dunque a terra, inerme.
I ricordi del Risvegliato arrivarono nella mente di Emma all'improvviso, mentre lei sorseggiava una cioccolata calda in una locanda a decine di kilometri dalla scena del crimine. Aveva preso l'aspetto di un uomo sulla trentina, in modo da non destare sospetti. Aveva risentito in testa le grida di orrore e di dolore degli spettatori, aveva rivisto i loro volti pietrificati e sgomenti. In particolare aveva riassaporato con gioia lo sguardo impotente e distrutto di una ragazzina di dieci anni circa, dall'aspetto tanto carino. Il mostro l'aveva fatta cadere sulla schiena e poi le aveva colpito le gambe con così tanta energia che probabilmente doveva averle distrutto le rotule in maniera terribile. Era svenuta dal dolore e probabilmente non sarebbe mai riuscita a camminare come prima. E anche così non fosse stato, il trauma l'avrebbe macerata dentro per tutta la sua vita. Oh, sì, quello era stato senza dubbio il momento più significativo, più divertente. Tra poche ore sarebbe scoccato il Natale, pensò, ma lei il suo regalo migliore lo aveva appena ricevuto...