La storia di un Lupo e del Drago che gli insegnò a volare

Natsuki, Aiko & Family

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    “Cara Aiko,
    è un po’ che non ci vediamo, non è vero? Come stai? Grazie ad Eli ho seguito in parte le tappe del tuo tour, ma sono state tantissime! Ho saputo troppo tardi che eri passata qua vicino, altrimenti sarei venuta a trovarvi. Proprio per questo vi scrivo! Prossimamente sarò nel Paese del Tè per dare un’occhiata a quest’Arena nuova. Voglio sfruttare quel sigillo particolare che hanno per abbassare la forza, in modo da poter sfidare alla pari qualche giovane promessa. Sono convinta che potrebbe essere un modo per spronarli.
    Ho pensato che essendo così vicina al Paese del Mare sarei potuta venire a trovarvi… ma in effetti non so se in quella data sarete ancora lì (Sei un’artista conosciuta in tutto il mondo Aiko! Sono fiera di te!). Quindi sarebbe carino metterci d’accordo, se lo vorrai. Ho un po’ di novità anche io e vorrei condividerle con voi, che siete un po’ come la mia seconda famiglia.
    Attendo una tua risposta!
    Con affetto,
    Natsuki”

    Natsuki aveva posato la penna e fatto un sospiro. C’era qualcosa che avrebbe voluto raccontare ad Aiko, ma sospettava che questa volta l’avrebbe taciuto. Se ne vergognava così tanto da aver accettato quanto visto, fino ad arrivare disprezzarlo. Non voleva che la sua amica sapesse cosa aveva sognato su Orochiyu e sul mondo in cui Eli non c’era. Le avrebbe raccontato i suoi miglioramenti ed il nuovo arrivo in famiglia Kuga. Soprattutto avrebbe conosciuto la piccola Ryuko, finalmente! Non ci sarebbe stato bisogno di macchiare la purezza di quel momento con i suoi sogni problematici, non avrebbe di nuovo fatto piangere Aiko per lei. Ormai era una madre, non poteva prendersi cura anche della Sterminatrice della Serpe.
    Aveva fatto un sospiro, scompigliandosi i capelli e mettendo la lettera in una busta. Quella era la quarta lettera che scriveva, a giudicare dai cadaveri che giacevano sulla sua scrivania. Non era pienamente soddisfatta, ma se lo era fatto bastare. Voleva solo mandare un messaggio in grado di far incontrare le loro famiglie e per farle i complimenti, del resto. A quel punto si era permessa un mezzo sorriso, alzandosi per andare a spedirla.
    Non vedeva l’ora di incontrarle.

     
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    Il tour era finalmente finito e stavamo tutti tornando a casa, dopo il lungo viaggio. Io e Draig eravamo stremate, ma estremamente contente. Eravamo sul treno che ci avrebbe portati dal Paese degli Orsi a quello della Cascata, quando decisi di passare a recuperare la posta a casa. Lo facevo ogni tre o quattro giorni, sfruttando il Rotolo Portale. A parte un paio di bollette e un po' di pubblicità sgradita, trovai una lettera chiusa, firmata Natsuki Kuga. La aprii e la lessi tutta di un fiato. Sembrava di buon umore e aveva delle novità, motivo per cui fui molto contenta del fatto che mi avesse chiesto di vederci. Si sarebbe trovata all'Arena di Gyokuro pochi giorni dopo e chiedeva se fosse possibili incontrarsi in qualche modo. In effetti sarebbe stato abbastanza comodo farlo lì, ne sarei stata molto contenta, ma prima di rispondere preferii parlarne con Draig, quindi sfruttai quella sorta di teletrasporto per tornare sul treno.
    Sarebbe splendido! Così finalmente la cucciola incontra zia Natsuki! Tra una cosa e l'altra non si sono ancora viste.
    Draig era altrettanto contenta e con la bimba addormentata in braccio mi diede ancora un motivo in più per organizzarci il prima possibile. Come le avevo detto di persona avevo intenzione di coinvolgere quanto possibile la nostra amica di Kumo nella vita della nostra piccola. Proprio per questo risposi in tutta fretta, concordando insieme a mia moglie un posto da proporre come punto di incontro con la spadaccina. Draig insistette per un piccolo locale appena fuori dalla capitale, un posto che conosceva molto bene e che sapeva essere molto tranquillo. Vista sul mare e nessun trambusto? Il luogo perfetto per un incontro tra amiche che non si vedevano da parecchio tempo!
    Scrissi tutto questo in una lettera, sarebbe stato effettivamente perfetto incontrarsi laggiù, visto che era di strada per noi e che lei si trovava già lì. Le dissi che non vedevo l'ora di incontrarla, che tutte noi non vedevamo l'ora di incontrarla. Appena scesa dal treno imbucai, prima di prendere la coincidenza successiva. Speravo che la lettera arrivasse in tempo e che fosse possibile organizzarci con tranquillità.
     
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    Quando Natsuki aveva ricevuto la lettera di Aiko, era stata contenta che avesse approvato la sua idea. Si sarebbero viste il giorno e nell’orario indicato sulla lettera, in un locale che Natsuki non conosceva ma che non avrebbe avuto problemi a trovare. Gli abitanti del Paese del Tè erano sempre stati gentili con lei, non sarebbe stato difficile farsi dare delle informazioni. Aveva dunque informato Eli della novità e poi si era rimessa a letto, con la lettera vicino al cuscino. Sperava che tutta quella positività l’aiutasse a fare sogni tranquilli.

    Il viaggio era stato più lungo del solito. Natsuki non era abituata a viaggiare in compagnia, quindi le era sembrato strano dividere il proprio tempo con gli altri. A parte Eli, sua sorella, anche la fidanzatina di quest’ultima, Nozomi, aveva deciso di partecipare alla gita. Inoltre avevano portato con loro anche Haruki, il suo cagnolino guercio. Non potevano mica lasciarlo solo a casa! Era tutto estremamente nuovo sia per lei che per i tre, che non avevano quasi mai lasciato il Paese del Fulmine. Natsuki aveva osservato Eli e Nozomi quale volta, mentre erano sedute di fronte a lei durante il lungo viaggio in treno. Sembravano così innamorate e a loro agio. Ogni tanto avevano pure osato di scambiarsi qualche bacetto, con conseguente abbassamento dello sguardo di Natsuki in direzione di qualcosa di più interessante come una gomma da masticare sotto il sedile. Si chiedeva se un giorno anche lei si sarebbe ritrovata ad avere quel tipo di affinità con qualcuno, ma era più una domanda retorica. Non ne sentiva realmente il bisogno, a dire il vero. Le piaceva osservare l’amore degli altri, era anche per quello che combatteva, del resto.
    Era una novità anche l’enorme mole di bagagli che avevano portato con loro. Se a Natsuki di solito bastava uno zaino per cavarsela anche più di una settimana, sembrava che Eli e Nozomi si fossero portate gran parte delle loro abitazioni. Ognuna aveva due valigie personali, più una borsa per muoversi più liberamente. Natsuki aveva approfittato di quell’abbondanza per infilare qualche vestito o oggetto in più, in particolare qualcosa che aveva preparato appositamente per Ryuko. Nonostante si fosse in parte ripresa, ogni tanto continuava a lavorare a maglia per distendere i nervi. Ora praticava quell’hobby da un annetto, quindi finalmente aveva raggiunto un livello quasi decente. Sperava che le due madri rimanessero contente, dubitava che la bambina fosse già in grado di capire quali vestiti potessero piacerle e quali no. Beh, l’avrebbe scoperto solo vivendo, no?

    Non appena erano arrivate alla capitale si erano subito dirette verso l’albergo, non troppo lontano per ovvi motivi. Natsuki si era fissata due valigie sulla schiena e le rimanenti le reggeva con tranquillità ognuna in una mano. Ogni tanto attirava sguardi indiscreti ma non le importava, il sorriso di sua sorella mentre passeggiava con la sua ragazza ed il loro cagnolino, era la cosa più importante. Ovviamente però aveva fatto portare loro almeno lo zaino e le loro borse. Poteva anche essere forte, ma il suo corpo era pur sempre quello di una ragazza di nemmeno un metro e sessantacinque, non c’era proprio lo spazio dove metterli.
    Avevano scelto di passare una giornata in giro, perché voleva far visitare loro la città prima di dirigersi all’Arena. Non avevano fretta di andarci per fortuna, un giorno avrebbero anche potuto perderlo. Tanto Natsuki aveva informato le autorità che si sarebbe recata in quel luogo per allenarsi, quindi non avrebbe dovuto avere problemi. In ogni caso aveva lasciato il recapito del posto dove avrebbero alloggiato, quindi se avessero avuto bisogno di lei non ci sarebbero stati problemi per contattarla.
    Ci era voluto un po’ per trovare il posto, ma alla fine ce l’avevano fatta. Era effettivamente un posto tranquillo con vista mare, che di sicuro non avrebbe turbato troppo la bambina. Natsuki aveva aspirato a pieni polmoni l’odore del mare e poi si era voltata verso Eli e Nozomi. Quest’ultima aveva diviso di lunghi capelli scuri in due code e messo un berretto in testa per proteggersi dal sole… o meglio glielo aveva ficcato a forza sua sorella, sostenendo di voler proteggere i pochi neuroni che le erano rimasti. La ragazza aveva piangiucchiato un po’, ma il tutto si era risolto con un abbraccio ed una rassicurazione sul fatto che fosse uno scherzo. Erano davvero così strane quelle due. Eli era alta e slanciata, sul metro e settanta. Portava i capelli biondi sciolti, in modo da incorniciarle il volto dai lineamenti un po’ duri. Somigliava un sacco a loro padre, almeno per quanto riguardava i tratti. Il carattere era tutto di loro madre. Aveva ereditato anche gli occhi verdi da Saeko. La carnagione era un po’ più scura poi, proprio come Kaiji. Nozomi invece era un po’ più bassa di Natsuki, dalle curve morbide e prosperose. Il suo viso era molto dolce, con “delle guanciotte che sembravano degli onigiri” a detta di sua sorella. Gli occhi erano verdi come quelli di Eli, ma di un colore più brillante e simile all’azzurro al contrario di quello della prima, che teneva al marroncino.
    - Volete entrare anche voi?- aveva domandato alle due, inclinando appena il capo.
    - Ovvio! Voglio salutare Aiko, Draig e Ryuko… e poi non credo che mi perderei per nulla al mondo di vedetrti arrossire appena vedrai la bambina!-
    - Mamma mia, Eli lasciala stare! Non vedi che è nervosissima? Scusa, Natsuki…- l’aveva rimproverata Nozomi, lanciando un’occhiata dispiaciuta alla poveretta.
    - La Saetta Imbarazzata di Kumo!- aveva continuato a dire Eli, ridacchiando e punzecchiando al fianco la sorella. Quest’ultima aveva sbattuto un paio di volte le palpebre e poi aveva messo la mano sulla porta, intenzionata ad entrare.
    - Non so di cosa parli. Tieni bene Haruki, non vorrei che si perdesse.- era stata la risposta evasiva nei confronti della sua torturatrice. Probabilmente in un’altra occasione le avrebbe risposto in modo arguto, per quanto Natsuki potesse dire qualcosa in modo “arguto”, ma al momento era troppo impegnata ad essere nervossisima. Eli aveva ragione si sentiva super imbarazzata ed in ansia. Nella tracolla che aveva indossato sopra la maglia leggera con il simbolo dei Kuga stampato sopra, c’era il pacchetto con i regali per la bambina. Si sarebbe subito guardata intorno, nella speranza di scorgere Aiko e famiglia, pronta a recuperare dalla tasca dei pantaloni la benda per l’occhio che al momento non indossava per evitare di sudarla fino alla morte.

     
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    L'organizzazione dell'incontro andò liscia come l'olio e Natsuki accettò la proposta. Pochi giorni dopo dunque scendemmo dal treno nella stazione della capitale del Tè e dovemmo salutare gli uomini che ci avevano accompagnato nell'avventura meravigliosa del tour. Loro proseguivano per Port City, da cui poi si sarebbero imbarcati verso casa. Li ringraziai mille volte, avevano fatto un lavoro magnifico, ciascuno di loro. Dopo questo saluto io, Draig e Ryuko fummo da sole, una cosa che non succedeva da un po', e ci occupammo di trovare una locanda per la notte. In centro costava tutto parecchio, ma appena si usciva un po' si riuscivano a trovare prezzi molto più abbordabili. Una volta sistemati i nostri pochi bagagli, ci preparammo per uscire di nuovo, vestendoci un pochino più eleganti di quanto eravamo per il viaggio. Per la bimba scegliemmo un vestitino azzurro, che in qualche maniera entro la fine della giornata sarebbe stato sicuramente macchiato, per un motivo o per l'altro. Io scommisi su tre macchie, Draig su due.
    Mia moglie, dopo un'accurata cernita, scelse una maglietta molto carina, che le lasciava libera la spalla sinistra, una cosa che trovavo sempre estremamente sexy. Oltre a quello dei semplici ed eleganti short, settembre era decisamente clemente con il Paese del Tè, dal punto di vista meteorologico. Io andai sul classico, camicetta beige e gonnellina fino alle ginocchia.
    Quando fu l'ora uscimmo dalla stanza e ci dirigemmo nel luogo di incontro. Mi feci guidare da Draig, che conosceva meglio la zona. Lei per tanti anni aveva abitato in un paesello non molto lontano dalla capitale, il luogo dove ci eravamo incontrate, quindi Gyokuro era stata a lungo un punto di riferimento per lei.
    In una decina di minuti fummo lì, il locale da fuori sembrava molto carino e ospitale. Man mano che ci avvicinavamo mi montò un pochino di nervosismo, ma si sciolse non appena vidi la figura della mia amica, in lontananza. Vicino a lei notai un paio di persone, con un po' di fatica riconobbi la sorellina, mentre non conoscevo la terza giovane. Mi avvicinai, tirando il passeggino e sorridendo, felice di quell'occasione. Draig pareva del medesimo stato d'animo, aveva proprio tanta voglia di incontrare la kunoichi di Kumo.
    Ma buongiorno, ragazze! Ti trovo bene, Natsuki.
    Mia moglie prese subito la parola, rivolgendosi ad ognuna delle giovani prima che potessi dire alcunché. Feci un sorriso affettuoso a Natsuki, ero davvero contenta di vederla, ma soprattutto di vederla così in forma. Forse non era riuscita ancora a sconfiggere tutti i suoi demoni interiori, ma stava decisamente meglio. E questo mi rallegrava tantissimo.
    Ed Eli... wow, sei cresciuta tantissimo. Eri poco più di una bambina l'ultima volta e guardati adesso...
    Draig aveva ragione, era davvero diversa da come la ricordavo. Era diventata alta, superava quasi di una decina di centimetri sia me che sua sorella, ed era molto slanciata. Prestissimo sarebbe stata una donna bellissima, pensai, con una punta di invidia per la sua giovinezza.
    Tu invece devi essere... Nozomi, giusto? Eli mi aveva parlato di te, ma non ci eravamo mai conosciute quando ero ospite da loro. Molto piacere, io sono Draig.
    Mentre mia moglie diceva il nome mi venne un flash e capii, doveva essere la fidanzatina di Eli. Non l'avevo conosciuta, ma ne avevo sentito parlare, quindi ero contenta di incontrarla per la prima volta. Era bassottella, paffuta e più formosa di tutte noi altre, nonostante l'età. In qualche maniera sembrava quasi complementare alla sorella di Natsuki, mi venne da pensare. Draig le strinse la mano e così feci anch'io, subito dopo, presentandomi con nome e cognome.
    Sono davvero contenta che siamo riuscite a incontrarci! Immagino lo abbiate intuito, ma vi abbiamo portato una piccola sorpresa.
    Feci un sorriso quasi malizioso, mentre tiravo fuori dal passeggino la nostra bambina. Era ancora mezza addormentata, ma quando vide altra gente sconosciuta fece un sorrisone curioso. Era ancora un po' spelacchiata, come tutti i pulcini della sua età, ma i suoi capelli rossicci si stavano facendo pian piano più folti. I suoi occhi erano ambrati, di un marroncino leggermente più intenso rispetto a quello di Draig e vagamente più simile al mio rosso.
    Ragazze, vi presento Ryuko Netsushi.
     
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    Alla fine Aiko e Draig erano arrivate poco dopo di loro. La voce di quest’ultima aveva attirato l’attenzione di Natsuki, facendola voltare in quella direzione. Scorgendo il passeggino si era immediatamente irrigidita con le braccia lungo i fianchi, facendo fare un sorriso furbo ad Eli e un sospiro sconsolato a Nozomi.
    - Buongiorno. G-Grazie, anche tu.- aveva detto, incespicando sulla parola e facendole un piccolo inchino cortese. Era completamente nel pallone, non c’erano dubbi. Aveva cercato di rispondere al sorriso di Aiko, ma per tutta risposta le era uscita una strana smorfia carica di ansia. Continuava ad evitare di osservare il passeggino, ma si era improvvisamente ricordata di dover mettere la benda, cosa che aveva fatto in fretta e furia. Nel frattempo Draig non perdeva tempo nel fare complimenti, facendo arrossire Eli che era stata una sua grande fan sin dal loro primo incontro.
    - Ho imparato dalle migliori!- aveva risposto facendo un sorrisetto ma arrossendo terribilmente. Per quanto cercasse di non mostrarlo era imbarazzata anche lei come sua sorella. Erano pur sempre gli stessi geni ad accomunare le due Kuga. Nozomi l’aveva guardata abbastanza divertita, per poi sobbalzare quando quella donna così avvenente le aveva rivolto la parola, presentandosi. Aveva stretto la mano sia a lei che Aiko e poi aveva fatto un sorriso dolce ad entrambe.
    - Sì, sono Nozomi Sasaki. È un piacere fare la vostra conoscenza.- aveva fatto anche lei un inchino molto rispettoso, continuando a sorridere. Era una ragazza molto gioviale e tranquilla, decisamente diversa dalle due sorelle Kuga. – Anche io ho sentito spesso parlare di voi! Natsuki ed Eli non fanno che dire quanto belle e brave sono Aiko e Draig!- aveva dichiarato, guardandole con un’aria furbetta. La prima era rimasta piuttosto impassibile alla cosa, non trovandoci nulla di particolarmente strano. Era vero, parlava sempre delle due donne perché voleva loro bene, che c’era di strano? La seconda però l’aveva fulminata con lo sguardo pizzicandole il fianco e borbottando qualcosa come “traditrice”. Per tutta risposta Nozomi le aveva fatto una veloce linguaccia, per poi annuire alle parole di Aiko che si preparava a mostrare la vera star della giornata.
    Natsuki si era di nuovo bloccata ed Eli aveva sporto il collo in modo da godersi tutta la sua reazione. Non era bastata un’occhiataccia da parte della sorella per metterla al suo posto. Nessuna delle due aveva però fiatato, soprattutto quando Aiko aveva cominciato ad armeggiare con il passeggino. La ragazza aveva un presentimento strano in quel momento, sentiva come se quell’evento avrebbe cambiato in modo piuttosto forte la sua vita. Il suo primo istinto era quindi quello di scappare da quella novità, ma non voleva farlo. Non poteva voltare le spalle ad Aiko e Draig in quel momento così importante. Aveva giurato che ci sarebbe sempre stata, avrebbe accettato ogni cosa, doveva solo trovare un po’ di coraggio. Ogni suo pensiero razionale era però stato cancellato nel momento in cui aveva visto la piccola Ryuko.
    - E’… piccolissima!- aveva detto Natsuki, con la voce rotta dall’emozione, osservando il corpicino della figlia di Aiko e Draig. Era il frutto del loro amore, la loro bambina. Non c’erano dubbi su questo. Lo riusciva a vedere negli occhi, nel sorriso e persino nel ciuffo di capelli rossiccio e sbarazzino. Immediatamente aveva sentito i suoi occhi inumidirsi ma aveva cercato di trattenersi, ottenendo come effetto quello di un singhiozzo un po’ stupido. Ryuko era la prova che quello che stavano facendo aveva effetto sul mondo. Era un raggio di sole in mezzo alle nuvole, dopo una tempesta. Era la rappresentazione fisica dell’amore di due donne che avevano sofferto e che lei aveva desiderato di proteggere. Doveva continuare a combattere per questo. Per il futuro.
    - Ciao… Ryuko…- aveva infine mormorato la ragazza, non riuscendo più a trattenere le lacrime. Si era passata più volte le mani sulle guance per levarle, ma continuavano a colare. Alla fine aveva anche dovuto levare la benda, zuppa, pentendosi di averla messa. Si sentiva terribilmente in imbarazzo nel reagire in quel modo, ma non aveva potuto farne a meno.
    - Sorellona, sembri papà!- aveva detto Eli, sorridendole intenerita e mettendole una mano sulla schiena, accarezzandola piano. – E’ davvero bellissima! Ryukooooo! Ciao! Guarda quanto è stupidina zia Natsuki! Piange come un bebè!- aveva aggiunto con una vocina acuta, rivolgendosi alla bambina.
    - Eli…- aveva provato a dire Nozomi, per poi scuotere la testa, arrendendosi all’evidenza. – Complimenti avete una bimba stupenda. Vero che sei carina, Ryuko?-
    Ecco, anche lei era partita con le smancerie alla bambina. Perfetto.

     
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    Natsuki era tesa come una corda di violino, ma lo era in maniera molto diversa dall'ultima volta. Era buffa, a suo modo, anche se non potevo certo dire di essere del tutto immune ad un certo nervosismo per quell'incontro neanch'io. Eli era carina e simpatica come al solito e arrossì anche un po' di fronte al complimento di Draig, che cercò in qualche maniera di rimandare al mittente. Poi ci furono le presentazioni di Nozomi, la fidanzatina della più giovane delle due sorelle Kuga.
    Anche io ho sentito spesso parlare di voi! Natsuki ed Eli non fanno che dire quanto belle e brave sono Aiko e Draig!
    Arrossii vistosamente e anche Natsuki sembrò piuttosto imbarazzata da quella frase. In realtà mi faceva un piacere immenso l'attestazione di stima, seppur indiretta, di persone che ritenevo così importanti e brave. Draig ringraziò a bassa voce, con un'espressione a metà tra il malizioso e il gongolante.
    Poi arrivò il momento dell'ingresso in scena della nostra principessa e non appena Natsuki la vide io potei osservare la sua espressione mutare, da tesa divenne colma di stupore.
    E’… piccolissima!
    La vidi commuoversi immensamente e mi lasciai trascinare dal suo stato d'animo. Quando lei lasciò fluire delle lacrime sulle sue guance dovetti lottare per non fare lo stesso, anche se sul mio viso si era dipinto un sorriso naturale e di pura gioia.
    Ciao… Ryuko…
    Ero davvero al settimo cielo, ero grata di essere lì, in quel momento, con quelle persone. Non avrei saputo chiedere di meglio, avessi potuto.
    E’ davvero bellissima! Ryukooooo! Ciao! Guarda quanto è stupidina zia Natsuki! Piange come un bebè!
    La bimba reagì a tutte quelle attenzioni alternando sguardi seri e interessati a sorrisoni divertiti, come se avesse appena visto la cosa più buffa del mondo. Ogni tanto emetteva qualche vagito a commento della situazione. Del resto si era fatta un bel viaggione insieme a noi e ad una piccola troupe, quindi era abituata a essere al centro dell'attenzione di estranei.
    Complimenti avete una bimba stupenda. Vero che sei carina, Ryuko?
    La nostra cucciola aveva rapito tutte quante le presenti senza dover fare alcunché, come sempre. Draig le accarezzò il naso, mentre le faceva facce buffe.
    Adesso la vedete così, ma vi assicuro che quando ha fame o bisogno di qualcosa si trasforma. Le corde vocali sembra averle prese dalla sua mamma cantante, assolutamente. Vero, draghetta?
    Rimanemmo ancora qualche attimo a giochicchiare così, poi mi venne in mente un'idea.
    Vuoi provare a tenerla in braccio tu, Natsuki?
    Sorrisi alla ragazza, per farle capire che l'invito era serio, ma che avrebbe potuto rifiutare senza problemi, se non se la sentiva. Se avesse accettato le avrei dato alcune piccole indicazioni pratiche, tipo il modo in cui tenere la testa o cose così. Speravo che non si sentisse troppo tesa a riguardo, era un'esperienza molto bella e dato come aveva reagito alla vista della piccola ero convinta che potesse davvero piacerle. Sarebbe stata la sua prima azione da zietta, del resto.
     
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    La testa di Natsuki era piacevolmente leggera. Essere osservata da quegli occhietti che aveva provato ad immaginare per mesi, l’aveva davvero scossa. Si era domandata in che stato potessero trovarsi Draig e Aiko. Se lei si sentiva in quel modo e non era neanche una sua parente, come dovevano sentirsi le due donne che l’avevano messa al mondo? Quale stupore e amore assurdo doveva provare la moglie della sua migliore amica? Quelle emozioni erano splendide e travolgenti, ma soprattutto pulite. Non c’era niente che potesse sporcarlo, nessuna nota a piè di pagina che potesse rovinare quello che provava nei loro confronti. Il suo passato, presente e futuro non avrebbero mai potuto cambiare quel momento. Avrebbe sempre provato affetto nei confronti della piccola Ryuko, ripensando a quel momento e sarebbe sempre stata fiera di Aiko e Draig per aver messo al mondo quella creatura e per essersi prese cura di lei in modo così amorevole.
    Eli e Nozomi si stavano tenendo per mano. Natsuki riusciva a leggere una grande dolcezza nei loro occhi, condita da un retrogusto dolce amaro. Sapevano benissimo che non avrebbero potuto avere una bambina tutta loro, probabilmente, ma questo non significava che non avrebbero potuto donare amore a qualche orfanello. Makoto le aveva accennato alle condizioni negli orfanotrofi e non aveva intenzione di permettere che la situazione continuasse. In ogni caso erano troppo giovani per pensare a quelle cose, di conseguenza non aveva neanche provato a proporglielo.
    - Che sorrisoneeeee!- aveva detto Eli, tremendamente rapita dall’aria buffa della bimba. Era già una vera e propria star, proprio come le madri. Lei e Nozomi avevano continuato a farle facce simpatiche e versetti carini, per farla ridere, ma Natsuki non era stata in grado di dire o fare nulla. Aveva avuto a che fare con sua sorella da bambina, ma era anche lei piccolina, quindi non ricordava molto e soprattutto non aveva mai avuto la responsabilità di prendersi seriamente cura di un bambino. Non aveva mai avuto parenti o amici con figli piccoli. Quella era in assoluto la sua prima volta. Motivo per il quale quando Aiko le aveva proposto di tenerla in braccio, la povera Natsuki era rimasta imbambolata senza capire. Ci aveva messo cinque secondi buoni a comprendere che la proposta era verso di lei e che la sua amica era serissima. Probabilmente si era ritrovata a sbiancare, non ne era sicura, ma di certo sul suo volto si era letto lo sgomento.
    - Ho paura di romperla…- aveva mormorato, non riuscendo neanche a pronunciare bene le parole. Aveva dunque incrociato di nuovo lo sguardo con Ryuko e mandato giù un grosso groppo di saliva. A quel punto aveva allungato le braccia tremanti e fatto per prenderla, seguendo a menadito le indicazioni di Aiko sul come tenerla e reggerle la testa. Era comunque pronta a restituire la bambina alle madri immediatamente nel caso avesse scorto del malcontento. Alla fine era un sempre un'estranea, era probabile che non volesse stare con lei. In ogni caso l’unico occhio di Natsuki non avrebbe mai distolto l’attenzione dalla piccola Ryuko. Non sapeva se lei potesse capire quanto le volesse bene, ma quello era un dato certo. Avrebbe dato la vita per quella piccola. Non avrebbe permesso a nessuno di torcerle nemmeno un capello.

     
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    La vidi diventare pallida e con lo sguardo spaventato, come se le avessi chiesto di fare qualcosa di impossibile. Mi venne da fare un sorriso affettuoso. Lei, sempre così affidabile e brava, emozionata così tanto nel conoscere mia figlia. La mia cara amica Natsuki.
    Ho paura di romperla…
    Sussurrò soltanto, quasi a volersi trattenere da dire quelle parole. Probabilmente aveva timore mi offendessi, immaginai che avrei provato le stesse emozioni al suo posto. Non mi offesi di certo, anzi, la potevo capire benissimo.
    Avevo paura anch'io. Andrà tutto bene, noi siamo qui.
    Le sorrisi, con tutto il calore possibile. Ricordavo il terrore delle prime volte e volevo aiutarla a superarlo, perché ne valeva enormemente la pena. Le diedi anche qualche indicazione, gli accorgimenti tipici di quel tipo di situazioni. La bambina si fece passare senza opporsi, quando era di buon umore non faceva storie a praticamente niente. Quando si ritrovò vicina a Natsuki spalancò gli occhi, per scrutarla, curiosa come non mai. La ragazza era ancora un po' tesa, ma aveva uno sguardo davvero amorevole, rivolto alla neonata. Accarezzai la nuca alla nostra bimba, qualche secondo dopo, per attirare la sua attenzione.
    Saluta la zia Natsuki, Ryuko!
    Lei mi fissò per qualche attimo, poi fissò Natsuki, sempre con l'aria interessata. Non capivo come funzionasse il suo cervello, ma era buffa e attiva, cosa che sembrava positiva. Dopo qualche attimo di esplorazione, la bimba fece un vagito acuto e poi si appoggiò alla spalla della kumiana, continuando a rimirare i dintorni con aria concentrata.
    Vogliamo entrare? Così ci sediamo e parliamo tranquille.
    Mi rivolsi anche a Draig, Eli e Nozomi, che nel mentre si erano messe a chiacchierare, anche se mi ero persa l'argomento. Se tutte avessero accettato avrei preso il passeggino e avrei fatto strada. Se Natsuki avesse mostrato fatica o comunque fatto capire di non aver più voglia di tenere la bimba, le avrei offerto di ridarmela. In caso contrario avrei lasciato che la portasse ancora un po'. Era positivo che le due prendessero confidenza a vicenda.
     
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    Le rassicurazioni di Aiko erano bastate a farle fare un sorriso mesto prima di prendere delicatamente in braccio la piccola. Il sorriso della sua amica era sempre in grado di rassicurarla, almeno in parte, anche nei momenti più bui. Era stata contenta che le indicassero come tenerla proprio le sue mamme, ognuno di loro era diverso ed era sicura che anche Ryuko avesse delle preferenze. Non voleva metterla a disagio, ci teneva a farla sentire più a suo agio possibile. Eli era rimasta in silenzio, osservando con Nozomi la scena, con aria incuriosita. Natsuki era grata di quella scelta, probabilmente se le avesse fatto qualche altra battuta sagace avrebbe rischiato di sobbalzare e fare male alla bambina.
    Aveva continuato a ricambiare lo sguardo curioso della piccola e quando Aiko l’aveva incoraggiata a salutarla, lei le aveva rivolto un cenno del capo rispettoso, senza pensarci. La cosa aveva fatto scoppiare a ridere Eli, che aveva dovuto mettere una mano di fronte la bocca per trattenersi. Nozomi le aveva dato qualche schiaffetto scherzoso per dirle di smetterla, ma anche lei sembrava divertita dalla scena. Natsuki aveva fatto un sospiro ed inclinato il capo, mentre controllava di nuovo che Ryuko stesse bene. Sembrava stare una favola: si era pure messa comoda sulla sua spalla, non prima di aver emesso un vagito acuto che non aveva ben capito. Si era presentata come le aveva detto di fare sua madre?
    - Ehm… Io sono Natsuki Kuga e anche se non sono davvero tua zia, ho giurato alle tue mamme che ti avrei protetta a costo della vita.- non era esattamente un discorso da fare ad una neonata, cosa che aveva fatto scompisciare ancora di più sua sorella, ma Natsuki sembrava davvero seria mentre diceva quelle parole. Aveva poi allungato la mano libera, era così leggera che riusciva a reggerla senza problemi con un braccio, allungando pian piano un dito verso di lei. Si era fermata un attimo quando aveva visto i calli e le piccole cicatrici che adornavano le sue mani, ma non si era persa d’animo ed aveva provato a fare una carezza al volto della bambina con più delicatezza possibile. Fortunatamente le sue dita erano piccole, quindi almeno non avrebbe rischiato di schiacciarle la faccia.
    Il sonoro abbaiare di Haruki, incuriosito dalla bimba e la proposta di Aiko di entrare nel locale, avevano fatto tornare Natsuki coi piedi per terra. Stavano intasando l’entrata del posto, non era esattamente cortese. Aveva annuito seguendo le due donne più grandi, prima di entrare si era fermata, voltandosi verso Eli e Nozomi.
    - Voi volete entrare?- aveva domandato alle due ragazzine. Haruki aveva abbaiato di nuovo, procurandosi l’attenzione di Nozomi che si era chinata a coccolarlo.
    - No, tranquilla! Godetevi il pranzetto! Noi portiamo a spasso questo monello e mangiamo qualcosa al volo! Torniamo tra un’oretta e mezza, okay? A dopo!- aveva detto Eli, trascinandosi dietro fidanzata e cagnolino, per poi allontanarsi ridacchiando. Natsuki aveva fatto un sospiro e controllato di stare ancora tenendo bene la bambina.
    - Forse volevano stare un po’ da sole.- aveva detto la ragazza, avendo uno dei suoi rari sprazzi di comprendonio. Avrebbe seguito le due donne in modo piuttosto docile, in modo che scegliessero il posto migliore per la bambina ed il passeggino. Era ancora un po’ tesa, ma ora che aveva avuto la conferma di non farle male, si sentiva meglio. Ryuko poi era davvero bravissima.
    - Avete consigli su cosa ordinare?- aveva domandato con leggerezza. Aveva la grande fortuna di essere una buona forchetta, per fortuna. - Oh! Ho portato un pensierino per Ryuko.- avrebbe dunque restituito loro la bambina, con calma, iniziando ad armeggiare con la tracolla. A quel punto avrebbe tirato fuori due paia di calzini (uno arancione e uno rosso), due cappellini (uno cobalto e uno rosso), delle strane formine che dovevano essere dei guantini dello stesso colore dei calzini, un paio di sciarpe verdi e rosa, e per finire una specie di tutina arancione. Il tutto ovviamente era cucito a mano in lana leggera, di quelle che non pungeva la pelle. - Spero che le stiano bene... li ho fatti più larghi del previsto forse, non sapevo le dimensioni.- non erano neanche di pregevole fattura e se ne vergognava, ma aveva cercato di trattenersi dal dirlo.

     
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    Ehm… Io sono Natsuki Kuga e anche se non sono davvero tua zia, ho giurato alle tue mamme che ti avrei protetta a costo della vita.
    Le parole della ragazza mi commossero, erano esattamente come avevo pensato potesse essere il primo incontro tra lei e mia figlia. Tenni le lacrime dentro, anche se gli occhi divennero un po' lucidi. Che furono accentuati quando vidi la carezza esitante della mia cara amica. Erano estremamente carucce insieme, sapevo che sarebbero andate d'accordo.
    Il cane delle kumiane iniziò ad abbaiare, ma Ryuko non sembrò essere interessata alla cosa. Ancora non mi era molto chiaro a quali stimoli rispondesse e a quali no. In ogni caso proposi di entrare, ma Eli e Nozomi preferirono fare qualche giro da sole. Le salutai cortesemente e così fece Draig. Speravo di poterle vedere presto di nuovo.
    Feci strada verso il locale. Mia moglie suggerì un posto nel dehors che sembrava perfetto e così ci sedemmo laggiù.
    Avete consigli su cosa ordinare?
    Da amante della tavola, Draig si esibì in una recensione corta ma accurata delle specialità della casa, tra cui diversi tipi di risotti e zuppe che sembravano molto appetitosi. Io scelsi invece una porzione di ravioli al vapore e un paio di spiedini di gambero, mentre la rossa optò per un piattone di spaghetti ai frutti di mare. Una volta ordinato a Natsuki venne in mente qualcosa.
    Oh! Ho portato un pensierino per Ryuko.
    Mi porse la bimba e poi iniziò a scavare nella sua borsa. Tirò fuori poco dopo diversi vestitini fatti a mano. Erano davvero carinissimi.
    Oh, Dei, sono fantastici! Grazie, Nat. Li hai fatti tu, vero? Sei un sacco brava! Un giorno o l'altro mi piacerebbe imparare, mi insegneresti tu?
    Visto l'amore di Draig per vestitini e accessori per neonati non ero sorpresa dal fatto che fosse entusiasta di quei regali, anche se fui contenta di vedere quanto le piacquero. Mi unii ai complimenti e ai ringraziamenti, ero davvero grata alla ragazza di Kumo.
    Spero che le stiano bene... li ho fatti più larghi del previsto forse, non sapevo le dimensioni.
    Vanno benissimo, non ti preoccupare. Questa cicciottina cresce in frettissima, quindi le cose larghe vanno proprio bene. Dico bene, bimba bella?
    Draig fece un po' di boccacce e voci buffe alla bambina, per divertirla. Raggiunse l'obiettivo, viste le risate della piccola Ryuko. Mi misi anch'io a giocare un po' con lei, mentre mettevo via i preziosi regali di Natsuki. Poi mi rivolsi a lei, per fare un po' di conversazione. Non vedevo l'ora di poter parlare un po' con lei.
    Ti trovo molto meglio, Natsuki, sono contenta di vederti in forma. Avevi parlato di novità... sono molto curiosa!
     
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    Draig e Natsuki si erano trovate. Anche se non sembrava, la Saetta Saggia mangiava un sacco ed era davvero una ottima forchetta, motivo per il quale aveva ascoltato con attenzione i consigli della donna. Saeko, sua madre, aveva sempre ipotizzato che quel suo appetito così grandioso fosse frutto del grande dispendio di energie che comportava l’uso dell’Hayaton. Un modo che aveva il suo corpo per compensare, altrimenti probabilmente sarebbe collassata. Natsuki però non sapeva se fosse vero. Aveva solo una grande fame ed amava assaggiare tante cose. Quando mangiava si sentiva più forte e pronta ad allenarsi, quindi quello per lei era il metodo supremo. Lo aveva spesso consigliato anche ad Anzu e Makoto, ma non aveva mai avuto motivo di insistere. Anche loro mangiavano un sacco, motivo per il quale i negozianti temevano il loro arrivo congiunto. Significava sempre guai per le loro scorte alimentari.
    - Va bene, proverò il risotto. Un’orata con insalata di surimi e le cozze gratinate. Ah e anche tre gamberoni non sarebbero male!- aveva dunque ordinato, ringraziando con estrema gratitudine chiunque avesse preso l’ordine, e si era potuta godere le reazioni delle due madri al regalino da lei confezionato per la piccola Ryuko. Probabilmente era arrossita, non ne era certa ma le probabilità erano davvero alte. Tuttavia non ci aveva fatto molto caso, concentrata più che altro nel capire se piacessero davvero o se stessero solo cercando di essere gentili con lei. In particolare Draig sembrava contenta, cosa che aveva fatto sorridere leggermente la ragazza.
    - Sì, ma sono ancora alle prime armi.- aveva dato un’occhiata allo sguardo della donna ed aveva sbattuto più volte le palpebre, arrossendo di più. – Potrei insegnarti le basi, al momento non credo di poter fare altro…- per qualche strano motivo quando Draig le si approcciava in quel modo si sentiva un po’ in imbarazzo. Non perché la facesse sentire fuori luogo, ma perché era molto strano che una donna così bella ed intelligente le rivolgesse la parola. Voleva addirittura che le insegnasse qualcosa! L’aveva osservata mentre faceva qualche coccola a Ryuko, con fare intenerito, per poi voltarsi verso la sua migliore amica. Aiko aveva deciso di prendere parola e l’aveva fatto nel modo più gentile possibile, ovvero chiedendole delle novità. Era sempre così dolce. Natsuki aveva fatto un sospiro e si era grattata distrattamente un punto vicino al collo, prima di incrociare lo sguardo della donna.
    - Sto meglio, sì. È stato un periodo molto produttivo. Ho intensificato i miei allenamenti ed ho creato le “Dodici forme dello Zodiaco”. Sono delle forme che posso compiere in sostituzione ai sigilli e che mi permettono di usare alcune tecniche anche con le mani occupate. Il concetto voleva esse lo stesso dei “sigilli ad una mano”.- aveva cercato di spiegarsi nel modo migliore possibile, ma era sempre pronta ad approfondire l’argomento nel caso le avessero chiesto qualcosa in più. Si era comunque fatta più seria mentre continuava il racconto. – Mio nonno è rimasto molto stupito da questa mia invenzione… quindi ha deciso che era ora di cedermi il posto come nuovo capo del clan Kuga.- aveva sganciato la prima bomba, abbassando lo sguardo per un momento – Non è esattamente un ruolo di prestigio, alla fine i membri eravamo solo tre. Certo sto cercando di reclutare degli studenti e sembra che qualcuno si sia interessato, ma rimaniamo comunque un clan piccolo e quasi del tutto scomparso.- era tornata a fissare le donne con un sorriso un po’ colpevole questa volta – Mi ha resa felice, però. Quella stessa sera anche mia madre ha avuto un annuncio da farci… è di nuovo incinta. Sono due gemelli, un maschio ed una femmina. Dovrebbero nascere in primavera.-
    Aveva sganciato la bomba. Ora non restava che vedere la reazione di Aiko e Draig.

     
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    Hai ben fame, vedo. Ottimo! Spero ti piaccia.
    Natsuki ordinò un pranzo davvero consistente. Ero contenta di vederla in salute, aveva proprio un altro aspetto rispetto all'ultima volta. Era ancora più muscolosa e immaginavo che questo richiedesse un'alimentazione equilibrata ma sostenuta.
    Sì, ma sono ancora alle prime armi.
    Potrei insegnarti le basi, al momento non credo di poter fare altro…

    I complimenti e la richiesta di lezioni avevano fatto arrossire la povera kumiana, una visione che mi fece sorridere. Draig disse che le andavano benissimo anche solo le basi, che era molto interessata a imparare. Era brava con i lavori manuali, sarei stata curiosa di vedere un vestito fatto da lei, non mi importava quanto potesse essere raffazzonato. Oltretutto sospettavo Natsuki fosse una bravissima maestra.
    Sto meglio, sì. È stato un periodo molto produttivo. Ho intensificato i miei allenamenti ed ho creato le “Dodici forme dello Zodiaco”. Sono delle forme che posso compiere in sostituzione ai sigilli e che mi permettono di usare alcune tecniche anche con le mani occupate. Il concetto voleva esse lo stesso dei “sigilli ad una mano”.
    Annuii, interessata. Ero sempre curiosa dei suoi progressi, per quanto non fossi una ninja ormai le mie conoscenze mi permettevano di capire tutto o quasi. Oltretutto avevo imparato da un po' a fare i sigilli con una mano sola e immaginavo di conoscere qualcosa di simile a quello che lei aveva sviluppato: i miei sigilli musicali. Certo, la mia tecnica era chiaramente inutile in battaglia, nessuno avrebbe mai combattuto con uno strumento musicale in mano, ma proprio perché conoscevo qualcosa di simile mi fu più facile comprendere quanto quella abilità dovesse essere importantissima per la giovane spadaccina. Poter attivare tecniche avendo anche entrambe le mani occupate dalle armi che padroneggiava così bene... sembrava poter essere una rivoluzione del suo stile di combattimento. Ero così fiera di lei. A quanto pare non ero l'unica.
    Mio nonno è rimasto molto stupito da questa mia invenzione… quindi ha deciso che era ora di cedermi il posto come nuovo capo del clan Kuga.
    Mi lasciai andare ad un'espressione di meraviglia e così probabilmente fece Draig. Non me l'aspettavo, ma quando lo sentii immaginai quanto dovesse essere meritata, come scelta. Non avemmo tempo di intervenire, perché lei continuò il racconto.
    Non è esattamente un ruolo di prestigio, alla fine i membri eravamo solo tre. Certo sto cercando di reclutare degli studenti e sembra che qualcuno si sia interessato, ma rimaniamo comunque un clan piccolo e quasi del tutto scomparso.
    Mi ha resa felice, però. Quella stessa sera anche mia madre ha avuto un annuncio da farci… è di nuovo incinta. Sono due gemelli, un maschio ed una femmina. Dovrebbero nascere in primavera.

    Draig si alzò in piedi di scatto, con gli occhi illuminati dalla sorpresa e dalla gioia.
    Oh, Dei! Ma è fantastico!!
    Sono così contenta per voi! Tesoro, ricordami che subito dopo dobbiamo mandare una lettera di congratulazioni a Saeko. Wow, non me l'aspettavo proprio. Tu sei contenta?
    Aspettai una risposta della ragazza, poi le avrei fatto ancora le congratulazioni. Ero davvero contenta per quella notizia così inaspettata. I genitori di Natsuki erano davvero brave persone, non era un caso che lei ed Eli fossero venute su così bene. Mi rivolsi dunque a Ryuko, guardandola con un sorrisone felice.
    Sentito, cucciolissima? Ti abbiamo già trovato due amichetti con cui giocare!
    Lei gorgogliò, reagendo più alla mia espressione e al mio tono di voce piuttosto che alle mie parole.
    E congratulazioni anche per il tuo nuovo titolo. Sono convinta che tu sia perfetta per quel ruolo. Con la tua fama e la tua tenacia penso tu possa davvero riportare in alto il clan. Sono convinta diventerai un'ottima maestra.
    Draig si unì alle congratulazioni, anche se chiaramente era interessata di più all'altro argomento. Aspettò che finissimo di parlarne, poi chiese alla ragazza di Kumo altre informazioni su Saeko e Kaji, sul loro stato di salute, su dove avessero intenzione di passare il periodo di gravidanza e se avevano già qualche idea per i nomi dei nascituri. Era molto curiosa, proprio come me, ma a differenza mia si faceva meno problemi a chiedere.
    Oh, arrivano i primi!
    Il cameriere iniziò a servirci, con cortesia ed efficienza. Provai a vedere se Ryuko aveva voglia di andare nel passeggino, ma i tanti stimoli che aveva trovato negli ultimi minuti l'avevano resa fin troppo attiva, quindi mi fece capire che non aveva intenzione di andarsene dalle mie braccia. Poco male, mi dissi, ero sempre contenta di poterla tenere con me e oltretutto ormai ci eravamo abituate a mangiare normalmente anche con lei in braccio.
    Qualche minuto e ti do il cambio, tesoro. Buon appetito, ragazze.

     
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    Era sempre bello parlare con Draig e Aiko. Era uno di quei rari casi in cui poteva permettersi di essere meno taciturna del solito, anche se lo fosse stata non si sarebbero permesse di dire nulla. Non riusciva a capire se fosse per via della loro maturità, o per l’affinità e complicità che si era andata a sviluppare tra di loro. Era comunque felice di poter parlare di qualcosa che non fosse la sua situazione mentale. Non stava ancora bene, se ne rendeva conto, ma non poteva sempre monopolizzare l’attenzione parlando dei suoi incubi o pensieri orribili. Cercando di relegarli lontano era l’unico modo per vivere bene con se stessa e con gli altri. Era diventata più forte e si era potuta concentrare su quello che importava davvero: la sua famiglia. Non importava quello che aveva sognato la notte dell’annuncio, era solo un sogno. Non c’era bisogno di fare preoccupare Aiko e Draig. Non c’era bisogno. Un flash di lei che uccideva quel bambino Uchiha le aveva lampeggiato di fronte agli occhi, ma aveva cercato di mantenersi stabile. Non avrebbe mai fatto del male a Ryuko, si sarebbe uccisa piuttosto. Era così convinta della cosa che dubitava che le due donne si sarebbero potute accorgere di quel breve momento di pallore. Concentrarsi sulle cose positive, era questo che importava.
    Il movimento di Draig l’aveva colta di sorpresa, facendole divaricare leggermente la bocca. Si era permessa un leggero sorriso imbarazzato ed aveva annuito. Anche Aiko sembrava contentissima, era una cosa che si aspettava, ma vederla dal vivo era tutt’altra cosa.
    - Non ce lo aspettavamo neanche noi. Sono un po’ confusa al momento, è difficile pensare che avrò dei fratellini così piccoli. Non mi sembra vero, però sono comunque contenta. Mio padre non vedeva l’ora di avere un maschietto.- aveva detto con un leggero sorriso carico d’affetto sulle labbra. Aveva rivolto a Ryuko un timido sguardo, mentre provava ad immaginare dei piccoli Kuga che giocavano con lei. Era effettivamente una visione molto carina. – Grazie Aiko, spero che riuscirò ad essere all’altezza delle aspettative. Ho già iniziato a fare un elenco di tutte le tecniche e stili di combattimento del clan… non credevo ce ne fossero così tanti. È interessante. Se volessi imparare qualcosa in proposito le porte di casa mia e della tenuta ad Oto saranno sempre aperte.- come sempre rovinava tutto rendendolo un po’ troppo solenne. Ma sperava che Draig ed Aiko ormai si fossero abituate alle cosa. A quel punto si era dedicata a rispondere con più precisione possibile alle domande della prima. Aveva aspettato che i primi fossero consegnati e si era permessa un’annusatina. Aveva ringraziato la cameriera e poi aveva iniziato a mescolare il risotto.
    - Buon appetito!- aveva detto, assaggiando il piatto che le era stato consigliato. Era un po’ caldo ma le era piaciuto. Aveva espresso il proprio apprezzamento tutta contenta, per poi fissare dispiaciuta il fatto che Aiko al momento non potesse mangiare. Sembrava una situazione normale per loro, quindi non si era intromessa. Aveva invece deciso di distrarsi parlando della gravidanza. - Mia madre e mio padre stanno bene. Diciamo che lui è un po’ troppo protettivo nei suoi confronti, ma lo capisco. Il medico ha detto che una gravidanza sopra i quaranta è molto più pericolosa, quindi che deve stare al riposo.- aveva fatto una pausa, mangiando un altro po’di risotto – Hanno deciso che si trasferirà ad Oto da mio padre e il nonno. Hanno deciso di vivere insieme, pare che ci stessero pensando da un po’. Volevano aspettare che fossimo abbastanza grandi da poter scegliere se rimanere a Kumo o andare ad Oto. Non so se si vorranno pure sposare. – aveva fatto un’altra pausa, questa volta facendo una smorfia - Eli non l’ha presa bene. Voleva stare con mamma e papà, ma a Kumo c’è la sua ragazza e tutto il suo mondo. Ha avuto paura che la lasciassi sola, anche io. Ora sembra che si sia tranquillizzata, ha pure aiutato a scegliere i nomi: Michiru e Ichirou.- aveva annuito per sottolineare la propria approvazione. Poi aveva guardato un po’ imbarazzata le due donne che la stavano ascoltando senza che lei facesse la brava interlocutrice. Odiava non essere brava in quelle cose.
    - Ehm… voi avete novità? Ho sentito che Fukusha ultimamente sta avendo un sacco di successo.-

     
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    Non ce lo aspettavamo neanche noi. Sono un po’ confusa al momento, è difficile pensare che avrò dei fratellini così piccoli. Non mi sembra vero, però sono comunque contenta. Mio padre non vedeva l’ora di avere un maschietto.
    Sorrisi. Non avevo ancora conosciuto l'uomo, ma ormai mi ero fatta un'idea di lui. Mi avrebbe fatto molto piacere incontrarlo, ancora di più in un momento del genere per loro.
    Grazie Aiko, spero che riuscirò ad essere all’altezza delle aspettative. Ho già iniziato a fare un elenco di tutte le tecniche e stili di combattimento del clan… non credevo ce ne fossero così tanti. È interessante. Se volessi imparare qualcosa in proposito le porte di casa mia e della tenuta ad Oto saranno sempre aperte.
    Ringraziai sentitamente per l'offerta. Forse presto o tardi avrei potuto approfittarne. Da quando ero entrata nell'Esercito della Vita possedevo delle armi e avevo imparato a usarne solo una parte. Non mi serviva padroneggiarle con una maestria eccelsa, ma non mi sarebbe dispiaciuto capire come potevano utilizzarle, anche se solo in maniera basilare. Non tirai fuori l'argomento, però. Probabilmente non avrebbe messo a disagio Draig, ma non volevo correre neanche lontanamente il rischio.
    Mia madre e mio padre stanno bene. Diciamo che lui è un po’ troppo protettivo nei suoi confronti, ma lo capisco. Il medico ha detto che una gravidanza sopra i quaranta è molto più pericolosa, quindi che deve stare al riposo.
    Draig intervenne brevemente, solo per ripetere alcuni consigli che il ginecologo le aveva dato per gli ultimi mesi di gravidanza, dopo la malattia. Magari li conosceva già, alla fin fine era la terza volta per Saeko, ma parlarne poteva essere utile anche a Natsuki, per avere idea di quello che sarebbe successo, per essere più tranquilla a riguardo.
    Hanno deciso che si trasferirà ad Oto da mio padre e il nonno. Hanno deciso di vivere insieme, pare che ci stessero pensando da un po’. Volevano aspettare che fossimo abbastanza grandi da poter scegliere se rimanere a Kumo o andare ad Oto. Non so se si vorranno pure sposare.
    Mentre lei parlava io e Draig ci eravamo scambiate la bimba, in modo che potessi iniziare a mangiare anch'io. Ormai eravamo maestre in quest'arte, vista la quantità di attenzioni che la nostra cucciola richiedeva di continuo. Quando sentii l'ultima frase, però, lasciai il cucchiaio a mezz'aria, con espressione incuriosita. Non sapevo che i genitori di Natsuki non fossero sposati. Sarebbe stato molto bello per loro ci fossero riusciti, potevo solo immaginare la gioia di tale momento. Anche per le due figlie grandi.
    Eli non l’ha presa bene. Voleva stare con mamma e papà, ma a Kumo c’è la sua ragazza e tutto il suo mondo. Ha avuto paura che la lasciassi sola, anche io. Ora sembra che si sia tranquillizzata, ha pure aiutato a scegliere i nomi: Michiru e Ichirou.
    Riuscivo a intuire bene la difficoltà della piccola sorella di Natsuki ed ero contenta avesse trovato un equilibrio maggiore a riguardo. Era una brava ragazza, pur conoscendola poco lo avevo capito.
    La piccola Eli sta diventando una donna più in fretta di quanto sembri. Sono contenta che abbia fatto pace con la situazione, penso che avere vicina un punto fermo come la sua sorellona l'abbia aiutata molto. Sei un'influenza positiva su di lei, più di quanto tu stessa pensi.
    Il sorriso materno di Draig ben si conciliava alle sue parole. Era sempre brava a trovare la cosa giusta da dire, più di quanto lo fossi io. Ero davvero fortunata.
    Ehm… voi avete novità? Ho sentito che Fukusha ultimamente sta avendo un sacco di successo.
    Sorrisi, un po' imbarazzata. Mi faceva strano parlare di me in quel modo e anche se mi era capitato di farlo in televisione o in radio, farlo con un'amica era tutta un'altra cosa.
    Sì. Il tour è andato molto bene. Sono felicissima di essere riuscita a farlo, a portare il mio messaggio quanto più lontano possibile. Spero di riuscire a continuare così. Siamo anche riuscite a passare dal villaggio in cui sono nata, per mostrarlo alle mie donne, qui.
    Rivolsi un sorriso fugace e affettuoso verso Ryuko e Draig, che ricambiò divertita, prima di aggiungere con tono fiero:
    Prima o poi vi porterò nel villaggio dove sono nata io.
    Estremamente volentieri.
    Risposi, molto eccitata all'idea, poi presi da lei la nostra piccola in modo che potesse finire il primo, infine mi rivolsi verso Natsuki.
    E a te è mai capitato di viaggiare lontano per lavoro? Hai visto qualche posto speciale?
     
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    L’idea che Aiko potesse diventare sua allieva metteva Natsuki davvero di buon umore, oltre che una leggera ansia. Non faceva che alimentare un pensiero che le girava per la testa da un po’ riguardo l’apertura di un Dojo a Kumo, tuttavia non aveva ancora parlato con nessuno della cosa. Quando Draig aveva iniziato a dare consigli, Natsuki aveva velocemente finito il suo piatto e tirato fuori un quadernino dallo zaino. Con una penna nera aveva dunque iniziato a prendere appunti con una scrittura piccola e spigolosa. Voleva essere sicura di poter aiutare sua madre il più possibile e visto che la donna sembrava così ben disposta ad aiutarla, tanto valeva approfittarne. Le aveva detto con un’espressione decisa che le sarebbe piaciuto avere qualche altro consiglio, magari dopo pranzo. Aveva posato il quadernino di nuovo nello zaino ed aveva osservato il cibo, decidendo di cosa nutrirsi, lanciando qualche occhiata ad Aiko che stava finalmente per iniziare a mangiare. Non si era accorta sulle prime della sua sorpresa riguardo il fatto che i suoi non fossero sposati, visto che abitavano distante era già difficile spiegare alle persone il loro rapporto. Ma fissandola e notando la sua espressione incuriosita, si era resa conto di aver dato troppo per scontata la cosa.
    - Oh, sì. Vivendo in due villaggi diversi hanno preferito non sposarsi. Mio padre aveva comunque il permesso di entrare a Kumo per i suoi commerci e vista la sua parentela con noi, anche senza bisogno della loro unione. Poteva farlo solo una o due volte l’anno, soprattutto prima della rivolta ad Oto. Quell’anno per esempio non ci siamo visti.- aveva spiegato Natsuki con leggerezza, era la sua vita del resto. Da bambina si era abituata in fretta al fatto di essere così diversa. – Probabilmente mamma vi vorrà invitare se opteranno per questa opzione. Si è molto affezionata a voi.- aveva spiegato la ragazza, ricordando con una certa dolcezza i momenti passati tutti insieme. Nonostante la tensione dovuta ai mille problemi, tra criminali, ninja ed assassini, quell’aria così familiare era riuscita a riscaldarle il cuore. Forse era per questo che si sentiva sempre a casa con Aiko e Draig.
    Anche per questo i consigli della seconda erano stati accolti con tutta l’attenzione possibile. Eli le aveva confessato di trovare Draig tremendamente affascinante e di voler essere come lei da grande, possibile che anche la donna notasse una minuscola somiglianza? Era possibile da come sembrava capirla. O almeno per Natsuki era così, raramente le capitava di arrivare a comprendere i sentimenti di qualcuno che non fosse un amico intimo o qualcosa di equivalente. Era arrossita sentendosi additare come un esempio forte ed importante. Non era riuscita a dissimulare, grattandosi la guancia pensierosa.
    - Credo valga di più il contrario.- aveva ammesso, toccandosi distrattamente le cicatrici dell’occhio cieco. – Cercherò di aiutarla il più possibile a superare questo momento. Glielo devo. Non so cosa farei senza di lei.- aveva fatto un mezzo sorriso, per poi mandare giù un boccone. Non sapeva chi sarebbe stata senza di lei, o forse lo intuiva ed era meglio non pensarci. Non poteva rendere ogni frase un motivo per deprimersi, dannazione!
    Natsuki si era potuta rilassare quando erano andati su lidi più tranquilli, come parlare degli altri. Vedere Aiko imbarazzata l’aveva un po’ incuriosita, era sempre una novità per lei essere dall’altro lato. La musica significava davvero tanto per lei, era davvero contenta che avesse trovato un produttore in grado di farla brillare come avrebbe dovuto.
    - Stai facendo una cosa davvero meravigliosa. Complimenti.- le aveva detto fierissima della sua amica. Si era fatta incuriosita sentendo di come avessero fatto una tappa al villaggio originario di Aiko. Non sapeva tutta la storia della donna, solo degli spezzoni anche molto tristi, e non era mai riuscita a collegarli bene tra di loro. In compenso capiva benissimo il rapporto che si poteva creare con un luogo d’origine, nonostante le macchie causate da ricordi orribili. Era stata più volte nei paesi ad est, solo che non ricordava quale fosse esattamente quello di Aiko. Erano gli Uccelli o gli Orsi? Confondeva sempre quei paesi. Per fortuna era arrivata Draig a distoglierla dai suoi pensieri, citando il proprio Paese d’origine. Ogni tanto scordava il fatto che la donna provenisse da un altro continente.
    - Oh. Un giorno mi piacerebbe visitare quelle zone, i marinai dicono che si tratta di veri e propri paradisi naturali.- aveva detto, ricordando le parole degli uomini lungo la costa del Paese del Fulmine. In verità non sapeva se ci fossero stati davvero o se stessero inventando qualcosa, ma se tutte le donne erano belle almeno la metà di Draig, poteva capire perché lo ritenessero un paradiso. Era effettivamente arrossita molto a quel pensiero, quindi aveva mangiato ancora. Emettendo un verso strano quando Aiko aveva richiamato la sua attenzione riguardo i suoi viaggi. Natsuki aveva inghiottito e si era pulita le labbra, per poi farsi pensosa.
    - Credo che il Posto più lontano da casa per me sia stato il Paese del Mare o i paesi ad est. Una volta sono stata nel paese della Luna per breve tempo. Nient’altro.- aveva giochicchiato con il cibo sul piatto prima di prendere un altro boccone. Non era mai stata brava in quelle cose e si sentiva un po’ in colpa per non riuscire a dare una risposta decente ad Aiko. Aveva rivolto uno sguardo verso la bambina e poi aveva fatto un sospiro deciso. – Avete qualche posto da consigliare? Ultimamente sto svolgendo sempre più missioni lontane da Kumo visto che sono veloce ad andare e tornare, quindi potrei approfittarne per una visita.-

     
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