Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio

Bort e Nanashi

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    Demone incendiario

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    L'estate a Oto era davvero più calda del previsto e Bort aveva avuto bisogno di prendersi una bella vacanza d'urgenza, prima di dare di matto per colpa dell'afa. Non faceva una pausa da troppo tempo e aver ripreso a pieno ritmo gli allenamenti non aiutava, quindi aveva proprio bisogno di un po' di relax. Quando aveva sentito che il Paese della Luna festeggiava il suo anniversario di nascita aveva voluto recarsi sul luogo, per presenziare alle celebrazioni. Non sapeva niente di quello che sarebbe successo lì, però aveva intuito dovesse trattarsi di qualcosa di piuttosto grosso e non voleva perderselo.
    Appena ottenuto il permesso si recò nel Paese dell'Artiglio, in uno dei porti maggiori della zona. Da lì partivano numerosi traghetti sia per il Paese dell'Acqua che per quello della Luna, quindi riuscì a trovare un biglietto adatto a quello che voleva fare. Purtroppo la prima partenza disponibile era ben otto ore dopo che lui era giunto in quel luogo, quindi si ritrovò con fin troppo tempo da perdere. Adocchiò un mercatino particolare, che a quanto pare si riuniva solo un paio di volte al mese. Era stato molto fortunato.
    Uscì dal grumo di bancarelle circa mezz'ora dopo, con una busta in mano. Aveva comprato un paio di magliette di un tessuto molto particolare, tipico del Paese della Zanna a quanto diceva il venditore, oltre a qualcosa per pranzo. Stava morendo di fame e all'improvviso aveva notato un banco che vendeva panini tipici della zona. Erano enormi, ne aveva scelto uno con il pane aromatizzato al finocchio e con una fettona enorme di vitello all'interno, condita con un po' di prezzemolo e una salsetta dal nome strano. Aveva un odore terribilmente buono, non aveva saputo resistere.
    Bort si allontanò dunque dal villaggio, senza andare troppo lontano. Scelse uno scoglio che dava sul mare e iniziò a sistemarsi, pronto per addentare la sua preda danti ad un bel panorama rilassante.

     
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    Nanashi sapeva che il mondo era grande, era più o meno consapevole di quanto fossero estese le terre emerse e non, e dunque, facendo due più due, voleva dire che queste terre molto vaste erano occupate da un numero direttamente proporzionale di persone. Lo sapeva, ne era alquanto consapevole, eppure l'idea che così tante persone potessero trovarsi in un singolo luogo ancora gli provocava un discreto senso di estraniamento; il caos, il mescolarsi di odori, suoni e colori, tutto attorno a lui che diventava un indistricabile matassa di persone che avanzavano ognuno in una direzione diversa, ognuno con uno scopo, ognuno con una storia e una direzione. Era affascinante guardarli e trovarsi in mezzo a tutto questo turbinio.
    Trovarsi in quel mercatino era un'esperienza nuova per lui, o meglio, ancora più nuova di quelle che viveva di solito, ma non eccessivamente sgradita. Si era mosso tra le bancarelle, guardando le mercanzie su di esse esposte con espressioni di infantile meraviglia sul volto, stupendosi per questa o quella cosa assolutamente comune ma presentata in un modo che non aveva ancora visto. Eppure perfino lui, alla lunga, aveva notato che qualcosa non andava. Non in sé stesso, non nelle mercanzie, ma nelle persone che lo guardavano.
    Sulle prime non capì perché tutti lo fissavano in quel modo così strano, come se Nanashi fosse stato in qualche modo anormale, e solo in seguito capì che le loro perplessità erano rivolte a qualcosa nello specifico: i suoi occhi. Erano strani, viola brillante e con sei iridi concentriche, che non si trattasse di una colorazione comune era cosa nota anche a lui, ma perché le persone sembravano interessarsi così tanto a quel piccolo dettaglio? I mercanti erano cortesi ma freddi, le persone si spostavano quando lui passava vicino, lo indicavano quando era sufficientemente lontano e bisbigliavano alle sue spalle, in un susseguirsi di infiniti sussurri, neanche fosse un mostro.

    Perché erano così? Perché il fatto che Nanashi avesse un colore degli occhi diverso dalla norma era così importante? In un mondo dove le persone sputavano palle di fuoco dalla bocca, cosa importava? I suoi occhi non erano certo la cosa più strana del mondo, anzi, a Kiri gli avevano detto che erano molto belli, ma quindi perché qui quel dettaglio sembrava essere così importante? Non era arrabbiato, non si sentiva offeso, solo stranito.
    Bastava che qualcosa fosse leggermente diverso dalla percepita normalità per vederla etichettata come anormale? La cosa gli dava molto da pensare. I suoi occhi erano sempre stati il suo orgoglio, dal primo momento in si era accorto di averli, era orgoglioso di essi, del loro colore, delle sue iridi, erano unici e peculiari, erano una cosa esclusivamente sua, la prima cosa che aveva mai avuto, prima ancora del suo nome. Il fatto che una cosa così bella per lui potesse essere sgradevole per altri lo lasciava incerto sul cosa fare. Coprirli? No, non voleva, non l'avrebbe fatto a meno che la sua vita non fosse dipesa da quello; ah, il dubbio della scelta. Occultare chi sei per compiacere la massa, o subire le conseguenze della propria unicità? Come se essere diversi fosse un problema.
    Aveva bisogno di pensare il ragazzo, e quel posto così affollato non era il luogo migliore per poterlo fare, quindi aveva deciso di allontanarsi dal mercato per avvicinarsi quanto più possibile al mare.

    Nanashi aveva deciso che il mare gli piaceva, Kiri e il Paese dell'Acqua in generale non gli offrivano molta scelta da quel punto di vista ma di certo i suoi gusti personali lo avevano aiutato ad adattarsi meglio. Adorava sentire l'odore di acqua salata, la dolce brezza che proveniva da luoghi che erano ben oltre lo sguardo, i versi alti e stridenti dei gabbiani. A Kiri faceva molto più freddo, ma gli piaceva ugualmente.
    E poi capì di non essere propriamente solo in quell'assembramento di scogli.
    C'era un'altra persona, apparentemente intenta ad ammirare il meraviglioso panorama davanti ad una ciotola di cibo fumante. Non era riuscito ad identificare qualsiasi cosa ci fosse nel piatto di quello sconosciuto, ma solo perché si era perso, per un attimo, ad ammirare il suo fisico. Era ALTISSIMO, più di chiunque altro Nanashi avesse mai visto, anche da seduto lo superava di un bel po' di centimetri, e da una muscolatura che si intuiva essere particolarmente possente. Poi si rese conto che, probabilmente, fissarlo in quel modo sarebbe potuto essere alquanto scortese, oltre che disturbare una persona che sembrava essere impegnata in ben altra attività.

    Uhm... buongiorno.

    Lo salutò con educazione, facendo un rapido e leggermente incerto cenno con la sinistra, prima di prendere posto su uno scoglio a circa sei metri di distanza da quello dell'omone, una posizione sufficientemente neutrale da non dare fastidio. Poi il delizioso odore che si stava diffondendo nella zona fu sufficiente per ricordargli di non aver ancora pranzato; o meglio, di aver pranzato solo una volta e di essere ancora affamato.
    Guardò di sottecchi l'omone, considerando per un istante di chiedergli un cucchiaio di qualsiasi cosa stesse mangiando, ma poi decise che era fin troppa confidenza con una persona che neanche conosceva. Guardò l'orizzonte, sospirando in maniera appena percettibile.
    La socialità necessaria per interagire in questo mondo lo lasciava ancora perplesso.
     
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    Uhm... buongiorno.
    Una voce arrivò da poco distante rispetto al punto in cui si trovava Bort. Il ragazzone si girò e notò solo allora un giovane che si stava sistemando su uno scoglio abbastanza vicino a dove si trovava lui. Non era particolarmente alto, non per i suoi standard, e aveva un viso decisamente angelico. Ma soprattutto aveva una cosa che attrasse molto l'attenzione di Bort. Aveva il Rin'negan agli occhi. E lo portava alla luce del sole, come se niente fosse. Era la prima volta che incontrava qualcuno con i suoi stessi occhi, il che gli provocò un sorriso a trentaduemila denti.
    Buongiorno a te, ragazzo. Vuoi un morso?
    L'otiano porse in avanti il suo paninazzo, a cui aveva già dato diversi mozzichi enormi. Non sarebbe durato ancora a lungo, visto quanto aveva fame e quanto gli stava piacendo quel cibo. Offrirgliene un pezzo gli sembrava un buon modo di iniziare la conversazione, anche perché non sapeva come portare il discorso in maniera naturale sull'argomento che gli interessava.
    Comunque io sono Bort, vengo dal Suono. Tu?

     
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    Il sorriso dell'omone fu contagioso, sciolse l'incertezza che Nanashi sentiva come neve al sole, quasi lo costrinse a rispondere con altrettanta allegria. Gli dava l'impressione di qualcuno in grado di spaccargli la testa in una mano come un frutto maturo, e probabilmente era vero, ma non si sentiva minacciato, non aveva alcun allarme interiore o sesto senso da quell'individuo, si sentiva al sicuro.
    Ed era esattamente per quello che si permise di ascoltare il sonoro brontolio del suo stomaco e di accettare l'offerta con un netto cenno affermativo del capo. Non aveva neanche idea di cosa ci fosse in quel panino o se gli piacesse, ma ormai gli sembrava scortese rifiutare un'offerta così abbondante e generosa. In verità Nanashi aveva un rapporto piuttosto particolare con il cibo, trovare qualcosa che non fosse di suo gusto era un'impresa, inoltre aveva la tendenza a mangiare in porzioni molto abbondanti, più volte al giorno, semplicemente per sperimentare di nuovo quella sensazione di sazietà che avere lo stomaco pieno poteva dare. Certo, poi doveva smaltire tutte le calorie che metteva, e a questo serviva un duro regime di allenamento volto a restare quantomeno in forma; non che fosse muscoloso come quell'uomo, ma Nanashi poteva sicuramente definirsi abbastanza atletico, nonostante ci fossero ampi margini di miglioramento.
    Avvicinò al panino che il biondo gli aveva offerto e, dopo aver aperto la bocca per accogliere quanto più cibo possibile, diede un morso insospettabilmente esteso. Lasciò lavorare i denti per staccare il suo boccone, allontanandosi di un passo dall'omaccione, cominciando a masticare lentamente, assaporando quel pasto con occhi semichiusi.

    Mhgraphie.

    Disse tra un morso e un'altro, strascicando le parole per via della voluminosa porzione di cibo che aveva in bocca, prima di concentrarsi solamente sul masticare.
    Ascoltò l'altro presentarsi e dire la sua provenienza, ossia dal Paese del Suono. Nanashi annuì con decisione prima di ingoiare tutto in un sol colpo allo scopo di non far attendere ulteriormente Bort, considerando che era stato così gentile da offrirgli una porzione del suo pranzo. Cibi così asciutti però avevano l'inconveniente di far aumentare a dismisura il quantitativo di sete che sentiva di avere; sì, effettivamente Nanashi non disponeva di acqua potabile a portata di mano, ma poco male, avrebbe aspettato di procurarsene un po', visto che scomodare ancora una persona così cortese sarebbe stato abusare fin troppo della sua buona volontà.

    Io sono Nanashi, vengo dalla Nebbia, piacere di conoscerti!

    Parlò con decisa allegria, tendendogli la destra e sorridendo in maniera smagliante, inclinando in maniera appena accennata il capo verso destra.

    Che bel posto qui, eh? Ci vieni spesso?
     
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    Mhgraphie.
    Il giovane accettò e si prese un morso ben piazzato di cibo. A Bort piaceva chi apprezzava la buona cucina, quindi sorrise nel vedere il ragazzino con la bocca gonfia tipo scoiattolo.
    Io sono Nanashi, vengo dalla Nebbia, piacere di conoscerti! Che bel posto qui, eh? Ci vieni spesso?
    Il kiriano porse la mano e Bort la strinse con piacere.
    In realtà no, non lo conoscevo fino ad oggi. Io sono qui per prendere una nave per la Luna, ho sentito che per l'anniversario di fondazione del Paese faranno una festa bella grossa. Tu invece? Sei venuto in vacanza qui o sei in pausa da una missione?

     
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4 replies since 21/7/2019, 17:26   130 views
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