Because the night...

Allenamento proibita

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    Demone incendiario

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    Era tutto iniziato quel giorno. Era stata una battaglia impari, lo sapevo fin dall'inizio che lo sarebbe stata, ma avevo deciso comunque di non correre rischi. Di dedicare la giusta cautela. Troppo poca, mi insegnò quella vicenda, dovevo essere molto più attenta.
    Il ricercato era un ladruncolo da niente, con conoscenze molto limitate nell'uso di chakra. Era noto nella zona di Kaiyo, aveva fatto dentro e fuori dal carcere diverse volte, ma questa volta aveva davvero esagerato. Stupro. Si era introdotto in un negozio in tarda serata e visto che la commessa aveva tentato di opporsi, quel criminale aveva deciso di tramortirla e poi di abusare del suo corpo privo di sensi. Se non altro non aveva vissuto quell'orrore da sveglia, ma l'idea di risvegliarsi sapendo quello che era successo... tremavo al solo pensiero. Tremavo di rabbia e di dolore. Quell'uomo non poteva essere più perdonato o tollerato, per nessuna ragione al mondo.
    Lo cacciai con determinazione ed efficacia. Non ero ancora brava in quello, ma ormai qualche esperienza ce l'avevo. E lui era un pessimo criminale, non era proprio capace di nascondere le sue tracce. Collaborai con le forze armate del paese, che mi diedero qualche indizio, lasciando a me la cattura. In un giorno ero già alle sua calcagna. Si trovava in una sorta di grotta, che usava come rifugio improvvisato. Mi avvicinai di soppiatto, usando l'Occhio della Luna per avere una buona visibilità. Lui si accorse di me quando ancora ero abbastanza distante, solo dopo scoprii che era un sensitivo. Mi corse incontro e io decisi di attivare la Stella-Prigione, per catturarlo al meglio. La spinsi contro di lui, che era lento e pareva goffo a confronto di me, ma lui riuscì a schivarla con un colpo di reni straordinario. Era frutto di una tecnica, sospettavo fortemente. Visto che aveva evitato il colpo all'ultimo secondo provai a usare "L'arte è esplosione", pensata proprio per quelle situazioni, ma con un altro movimento estremo balzò fuori dal raggio d'azione della tecnica senza che potessi fare niente a riguardo. In pochi istanti mi fu addosso e tentò di colpirmi con un pugno. Era lento, dannatamente lento, eppure non ero riuscita a metterlo in trappola. Parai con un Braccio di Ferro e la ferita che subii fu davvero minima. A quel punto gli sparai addosso uno Sbuffo di Vapore Assassino a bruciapelo e non ebbe alcuna speranza di schivare anche quello. La cosa lo mise fuori combattimento e potei consegnarlo alle autorità nel giro di brevissimo tempo. La vittoria finale però non mi tolse il sapore amaro che avevo in bocca. Avrei dovuto migliorare il mio stile di combattimento, se il nemico fosse stato anche solo un minimo abile sarei stata a rischio. Ero una guerriera, ormai, e una guerriera non poteva permettersi di essere debole o impreparata.
    Anche una volta a casa non riuscivo a togliermi il pensiero dalla testa e anche se all'inizio non volevo coinvolgerla ne parlai con Draig. Lei era al sesto mese di gravidanza e dimostrò ancora una volta di avere a cuore le mie preoccupazioni.
    Non ci si improvvisa guerrieri in un giorno, tesoro, è uno stile di vita. Tu hai un fisico spettacolare, molto ben allenato, e abilità con il chakra tutte particolari. Però ti manca il... meddylfryd, non saprei come renderlo in comune. La parola che più si avvicina è mentalità, ma indica proprio la capacità di riportare qualsiasi situazione al campo a sé più congeniale, sfruttando tutta una serie di strumenti mentali a propria disposizione. So che lo fai già, di tanto in tanto, ma non abbastanza. Io non sono una guerriera, ma mio padre lo è stato e ho letto tante cose su di loro. Su tutti i tipi di guerrieri. Credo di poterti aiutare. Ti fidi di me?
    La ascoltai, rapita. Era sempre così allegra, simpatica e irriverente che dimenticavo quanto potesse essere sveglia e sensibile. Annuii, in silenzio, provocando una sua breve risata.
    Non fare quella faccia da cerbiatta, su. Nulla di così strano o complicato. Sono giusto alcuni piccoli suggerimenti, il poco che può dare una profana come me. Tu la conosci la differenza tra strategia e tattica?
    A grandi linee sapevo che significavano due cose diverse e provai a blaterare qualche spiegazione a riguardo. Qualcosa a riguardo di andare da un punto A a B con un piano oppure improvvisare lungo la strada.
    Oh, dei. Circa? Insomma, l'hai spiegato tanto male, ma penso che il concetto dietro ci sia. La strategia è un piano di lungo periodo, qualcosa che decidi a priori tenendo conto di tutte le variabili che ti vengono in mente. La tattica invece va attuata sul momento e riguarda la singola azione o comunque un numero limitato di azioni. Una distinzione sottile, non in molti la colgono, ma istintivamente i veri guerrieri la conoscono bene. O almeno dovrebbero, in teoria, se non si affidano sulla bruta forza.
    Strategia senza tattica è solo pia illusione, quasi mai le cose vanno perfettamente come pianificate e se non si è in grado di capire quali sono i provvedimenti da prendere sul momento una buona strategia può fallire clamorosamente per piccole cose. Tattica senza strategia vuol dire invece trovarsi impreparati in gran parte delle occasioni, incapaci di trovare la via giusta da percorrere. Questo secondo temo sia il tuo caso. Da quello che ho capito combatti cercando di analizzare la situazione sul momento e scegliendo le tue abilità che si adattano meglio ad essa. Ti manca la pianificazione. Possiamo provare a impostare alcune strategie insieme, non so quanto posso aiutarti nel concreto ma ti ascolto volentieri.

    Seguii con attenzione e capii cosa intendeva. Capii anche cosa mi suggeriva di fare. Mi accoccolai sulla sua spalla, incapace di resistere al suo fascino mentre mi insegnava cose, adoravo quando lo faceva. Iniziammo a parlare un po', lei per lo più rimase in silenzio ad ascoltare e accarezzarmi, anche se ogni tanto interveniva con alcune proposte o domande. Mi sentivo come una bambina, mi sentivo al sicuro e felice, mentre proponevo e vagliavo delle piccole strategie. A volte erano abbozzate, a volte più specifiche, con tecniche precise e combinazioni studiate. Spesso le feci rivolgendole ad uno specifico tipo di nemici, immaginando le loro capacità e il confronto con la mia forza, ma in alcuni casi immaginai anche delle situazioni particolari, scenari in cui importava poco l'avversario ma il contesto. Uno di questi casi su cui ragionai ad alta voce riguardava una situazione tipo quella in cui mi ero trovata poco prima. Un nemico dalle abilità limitate, a cui stavo dando la caccia e a cui non volevo lasciare alcuno scampo.
    Dovrei occupare lo spazio con le mie sfere di vampa. Se invado il campo non può pensare di avere vie di fuga e posso costringerlo a confrontarsi direttamente con me o spingerlo ad arrendersi. O colpirlo alle spalle.
    Da quello che mi hai raccontato hai tante tecniche di sfere, puoi aprirti tante opzioni e poi scegliere sul momento. Una buona strategia è solida ma passibile di molte modifiche. Tra l'altro tutto questo mi fa venire in mente una cosa. Posso proporti un'idea per una tecnica?
    Era la prima volta che lo faceva direttamente. L'unico altro caso simile era stato con la fenice, ma lì aveva per lo più dato l'impulso per provare a fare una cosa che avevo in mente ma che semplicemente non pensavo possibile. Le piacevano le mie abilità, ma era come se non avesse mai voluto immischiarsi con esse, non saprei se per timore di essere invasiva o per paura di esse. Tra le due ero io quella più pacifista, però sapevo che per lei più diventavo capace più correvo rischi. E non aveva tutti i torti.
    Annuii, incuriosita terribilmente da quella premessa.
    Hai mai pensato a collegare le tue sfere con dei raggi tipo quelli che spari dagli occhi? In questo modo potresti cogliere di sorpresa i nemici, usando i vari tipi di sfere che hai. Tipo se ti schivano una sfera non si metterebbero certo a pensare che può colpirli da dietro.
    Mi tirai su in un istante, facendola quasi spaventare. Le diedi un bel bacio, come prima risposta. Era un'idea assurda e strana, ma mi piaceva. Mi avrebbe permesso un sacco di combinazioni, avrebbe stravolto il mio modo di combattere. Abbracciai mia moglie un paio di volte, la ringraziai in maniera fin troppo espansiva.
    Sono contenta che ti piaccia. A quanto pare stando con la zoppa ho imparato a zoppicare per bene e ora me ne uscirò anch'io con roba assurda del genere. Adesso però vieni qui, cucciola, voglio che questa testolina si occupi di qualcos'altro prima di partire con allenamenti e cose.


    Shakuton: Anu no Ikari - Yuu (Arte della Vampa: Ira di Anu - Tramonto)
    Livello: Proibita
    Tipo: Hijutsu
    Tecnica Shakuton che richiede un alto grado di preparazione, ma che può essere decisiva e letale. L’utilizzatore concentra il chakra in due o più sfere di Vampa già create e poi rilascia l’energia in maniera improvvisa. Un raggio di calore sottile ma estremamente tagliente collegherà in istante tutte le sfere in cui era stato concentrato chakra. Questo raggio può perforare o tagliare qualsiasi cosa incontri lungo il suo cammino. La potenza varia a seconda del calore delle sfere utilizzate. Una volta creati, i raggi rimangono attivi 5 secondi/mezzo turno, periodo durante cui le sfere coinvolte si possono muovere senza problemi. Al termine di questo tempo sia i raggi che le sfere da cui sono partiti scompariranno. Dopo aver utilizzato questa tecnica non si potrà usare nessuna abilità o tecnica derivata dall’innata per un numero di turni pari al numero di sfere coinvolte.
    [Sigilli: 3 + il doppio del numero delle sfere coinvolte]
    [I raggi hanno forza 150 di base, a cui va però sommato un bonus di Forza pari alla metà del valore di Forza o Resistenza rimanente di tutte le sfere di Vampa coinvolte nella tecnica, fino ad un massimo incremento di 150 punti]
    [Il numero massimo di sfere che si possono coinvolgere nella tecnica è pari al proprio livello di innata]
    [Con l’aumentare del numero di sfere coinvolte aumenta il numero di raggi creati (secondo la progressione dettata dalle diagonali di un poligono), ma ai fini del confronto tra tecniche viene contata come un’unica tecnica con un’unica forza. Anche se un nemico viene colpito più volte da raggi diversi sarà considerata comunque una sola ferita]
    [Si possono applicare Altofuoco, Sole Ardente e/o altri potenziamenti simili a questa tecnica solo se tutte le sfere di Vampa coinvolte hanno applicate su di sé tali jutsu]
    [I raggi partono da tutte le sfere contemporaneamente, muovendosi con Velocità pari a quella dell’utilizzatore fino a incontrarsi nel punto medio del segmento che va da una sfera all’altra]
    [Il raggio di manipolazione delle varie sfere di vampa è quello dettato dalla tecnica con cui vengono create, ma per essere coinvolte nel Tramonto non possono trovarsi a più di 20 metri dall'utilizzatore]
    Consumo: 200

    Post minimi:4
    Voto: 11


    Edited by GIIJlio - 3/4/2020, 10:12
     
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    Dal giorno successivo iniziai a occuparmi di questa idea con continuità. I lavori per il disco non erano ancora iniziati e dunque avevo un po' più tempo libero del previsto. Draig aveva orari ridotti, però riusciva ancora a lavorare alla perfezione, motivo per cui mi trovavo spesso a casa da sola al mattino. Ogni tanto componevo o perfezionavo le canzoni già pronte, ogni tanto facevo delle prove, ma per lo più mi allenavo.
    L'idea che aveva proposto mia moglie era davvero ottima, ma fin dal primo momento capii che non era per niente semplice da realizzare. Ormai ero espertissima nell'utilizzo delle sfere di Vampa, ma quello che avrei provato era qualcosa di nettamente diverso. Dovevo estrarre una parte di esse ben dopo la loro nascita e poi usarla per attaccare. Rimasi più di un'ora a riflettere a vuoto, senza capire bene come fare, poi ebbi l'intuizione giusta. Questa tecnica non avrebbe mai funzionato se avessi cercato di salvare anche le sferette da cui sarebbero partiti i raggi, dovevo usarle come materiale da cui attingere il chakra Shakuton. Una volta avuta questa idea non mi restava che progettare lo scheletro della tecnica, a partire da una delle basi, ovvero i sigilli. Come sempre partii da un numero ben più alto, per essere sicura di non mancare i passaggi fondamentali della tecnica, poi in seguito avrei eliminato tutti i passaggi non necessari. Scarabocchiai come una matta su un taccuino per diversi minuti, finché non arrivai ad una prima bozza di una dozzina di sigilli.
    A quel punto uscii di casa tutta eccitata, pronta a eseguire la prima prova pratica. Per comodità utilizzai le Maikohoshi come materiale, erano le sfere che conoscevo meglio. Feci tutta la serie, speranzosa di vedere qualcosa di magico accadere... e invece niente. Le stelline brillarono debolmente per mezzo secondo, poi svanirono nel nulla senza lasciare traccia. Decisamente non quello in cui speravo.
    Per esperienza doveva trattarsi di un problema di chakra, pensai. Ne avevo usato una quantità minima, dato che ero partita con sferette di basso livello. Aumentare poco alla volta non aveva senso, mi dissi, e volli provare dunque un metodo tutto nuovo: esagerare in partenza e poi percorrere il sentiero inverso. Creai altre due Maikohoshi e concentrai tanta energia quanta ne serviva per il Muro di Chakra di Kuniyoshi. Ancora nessun successo, ma effettivamente qualcosa si mosse. Le sfere pulsarono, come se si stessero dibattendo per far succedere qualcosa. La loro luminosità aumentò per qualche istante e persi il loro controllo. Poi scomparvero, lasciandomi con un pugno di mosche in mano.
    Possibile che quella tecnica richiedesse ancora più chakra? Me lo chiesi, non sapendo se essere spaventata o affascinata dalla cosa. Mi ero approcciata al jutsu pensando potesse essere tranquillo, ma quella nuova informazione sembrava contraddire il pensiero. Pensavo potesse essere qualcosa di poco pesante, la cui potenza effettiva sarebbe dipesa dal tipo di sfere usate, ma se invece mi fossi trovata di fronte all'ennesima tecnica più distruttiva del previsto? Ne avevo bisogno? Un po' mi spaventava accumulare l'ennesima arma, poi mi ricordai quello che avevo imparato da Natsuki e dagli altri: una spada è uno strumento di morte, ma può essere usata per proteggere le persone. Non dovevo essere spaventata dalle mie tecniche. O meglio, era giusto che lo fossi, ma non dovevo lasciare che ciò mi fermasse. Avevo la responsabilità di aiutare gli altri e visto che le mie abilità mi permettevano solo un certo tipo di cose dovevo andare fino in fondo, sforzandomi al massimo di usare ciò che avevo al meglio delle mie possibilità, per il bene di tutti.
    Riprovai ancora una volta, usando circa il doppio dell'energia usata la volta prima, e finalmente sentii qualcosa muoversi nella direzione giusta. Solo metaforicamente però, perché in senso letterale successe proprio il contrario. Le sfere si illuminarono in maniera parecchio intensa, molto più di prima, solo per qualche attimo. Poi da entrambe partirono due raggi di calore. Erano pallidi, lenti e instabili. Ma soprattutto non si mossero nella direzione prevista. Invece di puntare l'uno contro l'altro il primo partì verso l'alto, verso l'infinito e oltre, mentre il secondo prese una direzione diagonale, minacciando di venirmi addosso. Riuscii a schivare la mia stessa tecnica senza problemi, ma in questo modo il raggio colpì il terreno del nostro giardino. Mi avvicinai al punto di impatto parecchio intimorita e notai con estremo stupore che si era formato un buco sottile, ma lungo più di mezzo metro, preciso, quasi elegante. Mi ritrovai parecchio inquietata e entrai un attimo in casa per cercare di tranquillizarmi. Bevvi un po' di succo, respirai lentamente, ritrovai un minimo di calma. I miei sentimenti nei confronti di quella tecnica erano rimasti gli stessi, ma si erano intensificati. Ne ero affascinata, più di quanto mi piaccesse ammettere, ma allo stesso tempo ne ero terrorizzata. Del resto se non avessi schivato probabilmente mi avrebbe ferito in maniera tremenda e non me lo potevo permettere per nessuna ragione al mondo, in un momento come quello. Una parte di me voleva accantonare tutta quella storia subito, prima di farmi male, ma un'altra spingeva per qualcosa di radicalmente opposto, per convincermi ad affrontare quella prova e superarla, per amore della sfida e della conoscenza. Seduta sulla sedia della cucina da sola riuscii, non senza fatica, a far prevalere la parte razionale di me, che aveva idee ancora diverse. Era ancora presto per abbandonare il progetto, se perseguito con maggiore coscienza di quello che stavo facendo sarebbe potuto essere un passaggio importante in vista del futuro. Allo stesso tempo non potevo andare dritta per dritta come avevo fatto fino ad allora, avevo bisogno di una dose di pianificazione ben maggiore. Ripresi dunque il taccuino e partii alla ricerca di cosa potesse essere andato storto. I raggi erano partiti con successo, ma non avevano trovato le sfere come obiettivo. In effetti non gli avevo dato quell'ordine, avevo solo pensato che l'avrebbero fatto naturalmente. Abbastanza miope da parte mia, dovevo trovare un modo per fare in modo che la tecnica riconoscesse le sfere non solo come punti di partenza ma anche di arrivo. Ci pensai a lungo e alla fine riuscii a individuare una possibile soluzione. Dei sigilli, all'interno della serie, dedicati solo a individuare con precisione le sfere coinvolte, due per ciascuna di esse. Ci pensai con molta cura, per evitare altri incidenti, ma una volta compreso che quello era l'unico provvedimento effettivamente necessario decisi che potevo fare un altro tentativo. Mi allontanai un pochino di più da casa, mi misi ad una distanza di sicurezza dalle sfere, poi iniziai la nuova serie di sigilli. Le sfere ebbero un piccolo sussulto, lampeggiarono un paio di volte molto brevemente, poi due raggi partirono da entrambe, incontrandosi a metà strada. Le mie due stelline furono unite da un piccolo filo rossastro, flebile. Non aveva niente a che fare con la fierezza dei raggi creati con gli Occhi della Passione, ma era un primo successo chiaro e netto e ne ero estremamente contenta.



    Edited by GIIJlio - 19/4/2020, 13:25
     
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    Trovai il taccuino nel cassetto dove tenevo tutte le mie carte, l'unica parte della casa in cui mi concedevo disordine, altrimenti per me insopportabile. Quando lo vidi sgranai gli occhi. Erano passati più di sei mesi. Non ero riuscita ad andare avanti con quella tecnica e mi ero semplicemente dimenticata di essa. Erano successe troppe cose nel mezzo. Ryuko, il tour mondiale, la battaglia nel Paese del Vento, l'arrivo di Sakura, la Modalità Obliterazione e mille altre cose. Fu stranissimo riprendere quelle carte in mano, soprattutto visto che stavo cercando uno spartito. Lasciai da parte quello che stavo facendo e mi buttai a capofitto nella lettura. Ero arrivata a buon punto, o almeno mi sembrava di esserci, però avevo interrotto gli allenamenti e non li avevo mai più ripresi. Mi sentii in colpa, quella tecnica me l'aveva suggerita Draig e io non ero riuscita a completarla. Mi sembrava di averla delusa, anche se sapevo che lei non l'avrebbe vista così. Rilessi tutto una seconda volta, poi andai in cortile. Lei era fuori, aveva portato Ryuko a fare una passeggiata, mentre andava a prendere un paio di cosette al mercato. Creai due Maikohoshi e poi feci i sigilli che avevo identificato con fatica la volta prima. Una flebile lucetta partì dalle due sfere, incontrandosi più o meno a metà strada. Era tutto molto approssimativo, mancava qualsivoglia mordente e precisione alla tecnica. Spendevo una quantità enorme di chakra per un effetto misero, sembrava una presa in giro. Mi misi seduta a riflette e a prendere appunti. Doveva esserci qualche errore di fondo nella distribuzione dell'energia. Ci vollero pochi minuti per farmi venire un'idea. Utilizzavo parte delle Piccole Stelle Danzanti per alimentare la nuova tecnica, ma avrei dovuto fare diversamente, avrei dovuto usare tutta la loro essenza. In ogni caso non rimaneva niente di loro dopo i sigilli, non aveva senso sfruttare solo parte della loro potenzialità. Mi rimisi in piedi con un balzo e riprovai, ottenendo questa volta un risultato più convincente. Il raggio di calore non era perfetto, ma era più equilibrato. Non emanava quella potenza indiscussa come l'Occhio della Passione, ma non era più la sua pallida imitazione. C'erano ancora alcune sbavature, ma mi sentii ottimista a riguardo. Potevo limare i difetti della tecnica, ero convinta di potercela fare in poco tempo. Riprovai ancora un paio di volte ed effettivamente i raggi divennero del tutto dritti, le linee rosse non avevano punti di debolezza apparente, la loro velocità iniziava a essere simile a quella delle mie altre tecniche. La strada sembrava quella giusta, ma non ero ancora sicura di qualcosa. Sentivo che l'energia della tecnica aveva ricevuto una scossa, che era effettivamente vicina a quella che doveva essere, ma non ero sicura di cosa aspettarmi. Le Maikohoshi avevano una forza minima, quindi prendendo da esse il raggio di calore derivato avrebbe dovuto essere deboluccio, in teoria, però non mi sembrava così, a occhio. Dovevo sperimentare.
    Creai una sfera di Calore Solido, da usare come punto di riferimento per comprendere la potenza della tecnica. Misi l'ultima arrivata precisamente in mezzo a due nuove Piccole Stelle Danzanti e poi feci i sigilli, ma non partì nessun raggio. Riprovai altre due volte. Ancora niente. Qualcosa non andava secondo le attese, però l'impressione era che la tecnica non stesse agendo in maniera diversa da come era impostata. Non si trattava di un errore, quanto di una funzione che avevo inserito involontariamente all'interno del mio jutsu e che ora dovevo scoprire. Dopo qualche istante di riflessione mi resi conto che anche il Calore Solido era una sfera di Vampa e che quindi forse la tecnica la riconosceva come possibile punto di partenza di altri raggi di calore. Sembrava sensato, anche se avrei detto che essendo una tecnica difensiva non sarebbe dovuta essere inclusa. Inoltre non avevo calcolato la possibilità di includere più di due sfere, mi sembrava... strano. Volli comunque provare, anche solo per verificare se la mia teoria era corretta. Misi le stelline in posizione leggermente sfalsata questa volta e poi feci i sigilli, due in più rispetto all'ultimo tentativo. La tecnica partì e coinvolse tutte e tre le tecniche, ma non nella maniera che avrei pensato io. Immaginavo che le tre sfere sarebbero state collegate da una singola linea spezzata, invece si unirono in un vero e proprio triangolo. Rimasi a bocca aperta a osservare tale scoperta, del tutto inattesa e strabiliante. Il raggio oltretutto era più potente di quelli precedenti, ma del resto usava come materia prima una sfera più forte, anche se difensiva. Il punto debole era però che la precisione era calata notevolmente. Dovevo prendere la mano con questa novità e conoscevo un unico metodo per farlo: provare e riprovare in maniera testarda.
    Feci soltanto una pausa merenda di qualche minuto, per recuperare le energie, poi mi misi sotto. Nel giro di pochi tentativi raggiunsi un livello accettabile, al che dovetti concludere la sessione, per tornare a cercare lo spartito che stavo cercando in precedenza. Dovevo riprendere il lavoro, del resto mancava poco alla fine del disco, ma questa volta non sarebbero passati mesi prima di riprendere, mi ripromisi. Ero troppo curiosa di capire quali fossero i limiti di quella strana tecnica che stava venendo fuori.


     
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    Solo dopo essere tornata dal Paese del Vento potei rimettermi al lavoro sulla tecnica. Il tour ormai era rimandato, Juan aveva insistito, non voleva rischiare che ci fossero ripercussioni di più lungo periodo per la mia salute. Di conseguenza mi occupavo della promozione del disco per lo più con ospitate in radio e tv della zona, quindi con un programma di lavoro ben più leggero. Questo mi concedeva maggior tempo libero, una parte del quale poteva essere usato per allenarmi. Ed essendo passato tanto tempo dall'ultima volta che mi ci ero messa non vedevo l'ora di andare avanti con quello strampalato e originale Hijutsu.
    Partii cercando di aumentare il numero di sfere da utilizzare. L'idea originaria prevedeva che soltanto due venissero coinvolte, ma avevo scoperto che dovevano essere sfruttate per tale jutsu tutte quelle che controllavo al momento dell'attivazione. Mi chiesi se ci fosse un limite massimo, ma decisi di andare per gradi, di non strafare. Dovetti impiegare una giornata intera solo per rafforzare l'uso di tre sfere, fino ad allora poco abbozzato, poi potei gettarmi a capofitto nella sperimentazione. Utilizzai come sempre le Maikohoshi come materia prima e ne feci volteggiare il quartetto che avevo intenzione di sfruttare. Era prima mattina e la pace regnava sovrana. Mi ero allontanata di poco da casa, tanto la tecnica non faceva particolare rumore, mi bastava solo trovare un posto isolato per evitare di mettere a rischio persone o animali. Mantenni per tutto il tragitto le sferette attive, come forma di esercizio di riscaldamento, poi quando trovai una bella radura assolata feci i sigilli. Erano due in più delle volte precedenti, visto che aumentava il numero di tecniche che usavo come materia prima. Provai a impastare la solita grande quantità di chakra, ma qualcosa andò storto. Le Maikohoshi sparirono nel nulla, anche se quantomeno non sprecai le energie che avevo tentato di investire. Rimasi a riflettere per un minutino, cercando di trovare una spiegazione a quel fallimento, poi, visto che non riuscivo a trovarne, semplicemente riprovai come se niente fosse. Ancora nessun successo, però questa volta il chakra venne speso per nulla, quindi la situazione peggiorò. In casi come questi di solito finivo per intestardirmi e così accadde anche quella volta. Ogni tanto funzionava, ogni tanto bastava provare e riprovare, purtroppo non sempre era così. Alla quinta volta che riprovavo, la quarta in cui sprecavo chakra a vuoto, mi ritrovai stanchissima e un po' snervata. Non riuscivo proprio a capire cosa stessi sbagliando, ma non volevo tornare a casa con la coda tra le gambe. Mi sedetti, riposai, poi quando le mie riserve si furono ristabilite, grazie al Vigore, potei riprovare. Prima di ripartire però feci un tentativo con tre sfere, cercando di ripercorrere mentalmente quali fossero i passaggi, in modo da cercare quello che stavo mancando. Lo feci una seconda e mi accorsi in maniera inequivocabile di quanto il procedimento nel complesso fosse perfettibile, ma la cosa non mi aiutò a svelare l'arcano relativo alla quarta sfera. Indispettita, cercai di aumentare il chakra da impastare, nonostante nel passaggio a tre stellette non fosse servito farlo. Il risultato fu comunque un grande fallimento, non era lì che dovevo andare a battere. Provai una volta ancora, aggiungendo un sigillo, più per disperazione che per un reale ragionamento logico. Niente. Mi lasciai cadere sull'erba, esausta. Che fosse quello il mio limite? Dopo aver riposato un paio di minuti decisi che era meglio tornare a casa.
    Che succede, tesoro? Come mai così mogia?
    Non ci fu bisogno di parlare, appena mi vide in faccia Draig capì che c'era qualcosa fuori posto. Aveva appena finito di dare la pappa a Ryuko, che adesso giocava tutta felice sul tappeto della cucina. Me la presi in braccio e le feci un po' le feste. Quando la rimisi giù e mossi il suo sonaglietto lei tornò volentieri ai suoi impegni precedenti e potei dedicarmi a dare un bel bacio alla mia mogliettina. Subito dopo lei mi diede un buffetto sulla guancia e quasi mi obbligò a risponderle alla domanda di poco prima. La sua insistenza ebbe la meglio di me in pochi istanti.
    Ti ricordi quella tecnica che mi avevi suggerito? Quella per unire le sfere con raggi di calore...
    Lei sgranò gli occhi, l'aveva di certo scordata dopo così tanto tempo, ma disse che le era tornata in mente, ora che la citavo. Chiese se avevo iniziato a lavorarci e le raccontai del percorso travagliato che avevano affrontato i miei allenamenti, cosa che la fece ridere genuinamente.
    Caotica come sempre, la mia Aikuccia. Quale sarebbe il problema di oggi? Non stai riuscendo?
    Le raccontai della sorpresa della terza sfera e del fallimento del creare la quarta. Le dissi che avrei dovuto lavorarci ancora, ma che temevo che il limite fosse tre, anche se era un limite un po' basso rispetto alle speranze che mi ero creata all'inizio. Lei sembrò pensarci per qualche istante, poi disse di avere un'idea. Andò a prendere carta e penna e si mise seduta al tavolo, segnando tre puntini sul foglio bianco.
    Come li uniresti, questi?
    Mi porse la penna e io semplicemente disegnai delle linee che collegavano tutto quanto, formando un triangolo. Lei mi chiese se era quello che era successo con la tecnica e risposi di sì. Subito dopo fece, di fianco a questo schizzo, altri quattro puntini e mi rivolse la stessa identica domanda. Non capivo dove volesse andare a parare, però mi prestai al gioco. Quando vide la sorta di quadrato che avevo tracciato il sorriso di Draig diventò ancora più ampio e malizioso. La fissai senza dire nulla, imbarazzata e curiosa. Lei si godette per qualche secondo la mia attesa, poi prese dalle mie mani la penna e la mise sul foglio, per aggiungere le diagonali alla mia figura.
    Hai detto che il raggio dovrebbe partire da tutte le sfere su cui attivi la tecnica, no? Te ne eri dimenticata due.
    Guardai a bocca spalancata il pezzo di carta, su cui la mia amata aveva mostrato in maniera così limpida la parte che stavo sbagliando. Lei fece un breve risolino, divertita dal mio stupore, poi appoggiò la sua tempia al mio petto, chiedendo implicitamente coccole, che presto ricevette in abbondanza.
    Mamasita è tanto sveglia quando vuole, ma ogni tanto si perde in un bicchier d'acqua. Non è vero?
    La strinsi più forte, appoggiando la fronte sulla sua nuca e ringraziandola sottovoce. Decisi che mi sarei occupata di lei e Ryuko a tempo pieno per il resto della mattinata, poi mi sarei concessa di rimettermi al lavoro nel pomeriggio, dopo aver messo a nanna entrambe. Così fu, quando Draig si mise giù per il suo ormai immancabile pisolino io feci un clone da lasciare in sorveglianza e poi uscii in cortile.
    Il consiglio di mia moglie mi aveva illuminato, dovevo cambiare prospettiva nell'approccio a tutto quanto. Mi ero portata il foglio di prima, in parte per avere sott'occhio un esempio e in parte come portafortuna. Creai le quattro sfere e le disposi in modo che fossero equidistanti tra loro, poi eseguii gli undici sigilli, concentrandomi intensamente sulla figura desiderata. I raggi che uscirono fuori dalle sfere erano sbilenchi e malconci, ma c'erano tutti. Feci un paio di saltelli sul posto, felice come una bambina. Nel giro di un paio di ore rafforzai a sufficienza l'uso della tecnica con quattro stellette e tra il tardo pomeriggio e la mattina successiva feci lo stesso con cinque sfere. La figura che ne usciva sembrava quasi un pentacolo o una stella. Mi piaceva molto. Ci misi un paio di giorni invece a raggiungere quel livello di abilità con sei sfere, anche perché la difficoltà procedeva di pari passo con il moltiplicarsi delle diagonali di quelle strane figure geometriche che si formavano con la mia Vampa. Nell'ultimo caso si arrivava addirittura a nove, il che voleva dire che in totale si producevano quindici raggi di calore. Feci un tentativo, quasi solo per sicurezza in realtà, di applicare la tecnica con una settima sfera, ma fallii, come del resto ad un certo punto mi ero accorta sarebbe potuto succedere. Già la sesta stelletta era stata un successo quasi insperato, determinato a occhio e croce per lo più dagli allenamenti con Sakura sulla Modalità Obliterazione. Sei oltretutto non sembrava essere un numero casuale, mi dissi. Era come fosse il valore che rappresentava al meglio il rango delle abilità che ero arrivata a padroneggiare fino ad allora. In ogni caso la tecnica era ancora abbastanza lontana dall'essere completa, però sentivo di aver fatto un passo in avanti forte e mi sentivo pronta per puntare a raggiungere la piena padronanza in poco altro tempo.
     
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    Demone incendiario

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    Avevo una voglia matta di andare avanti con gli allenamenti, sia per il puro interesse verso la tecnica, ma anche perché quel momento di stagnazione del lavoro mi aveva concesso maggiore tempo libero. Certo, Ryuko richiedeva sempre più attenzioni e stimoli, ormai era uno scricciolo iperattivo e giocherellone, inoltre Draig era nel suo sesto mese di gravidanza, il che voleva dire che dovevo viziarla il più possibile. Fu un periodo che dedicai volentieri soprattutto alla famiglia, ma quando avevo qualche minuto libero correvo in cortile a fare i miei tentativi. Questo volle dire impiegarci più tempo, ma la calma e la tranquillità furono mie alleate.
    Mi misi a lavorare sin da subito sulla pulizia dei raggi, in modo che non fossero più così imprecisi o approssimativi. Era una tecnica molto più complicata di quelle a cui ero abituata, quindi dovetti lottare per ogni millimetro della tecnica, in modo che il chakra fosse diffuso in maniera semplicemente perfetta. I miei anni di esperienza sul controllo di tale energia aiutarono molto, ma era comunque un processo davvero lento. Lavorai pian piano, giorno dopo giorno, fino a che non raggiunsi quel minimo livello per poter lavorare su quella che sentivo essere la vera questione: la potenza di questa tecnica. Senza ragionare su tale aspetto tutto quanto sarebbe risultato essere quasi inutile. Mi approcciai alla cosa con un certo timore, viste le premesse mi aspettavo di trovarmi di fronte a qualcosa di molto distruttivo. Nulla di nuovo, insomma, ci ero già passata tante altre volte, sembrava impossibile per me tenermi lontana da tecniche di potenza enorme. Inoltre le parole dello Spirito risuonavano ancora nel mio cranio, feroci come non mai. Erano difficili da zittire mentre mi affannavo per imparare un nuovo jutsu mortale, ma la consapevolezza di me passava anche dalla resistenza a tali macerazioni morali, non importava quanto duri. Ero cresciuta, lui stesso mi aveva aiutato a farlo.
    Per questi allenamenti furono provvidenziale le abilità della Benedizione del Deserto, visto che non potevo usare una delle mie tecniche difensive tipiche, ovvero il Calore Solido. Era tarda mattinata quando potei iniziare, piena di belle speranze. Bastò un tentativo di esecuzione per escludere la possibilità di usare la semplice sabbia come metro di paragone, il raggio era troppo potente già allo stato minimo. Provai a usare l'Armatura di Sabbia, facendola "indossare" ad un NichiBunshin, e il risultato fu sorprendente. La difesa fu distrutta, ma il clone sopravvisse all'impatto con ciò che restava del raggio di calore. Questo non accadeva con gli Occhi della Passione, l'avevo verificato nei miei allenamenti precedenti, seppur di poco le copie non erano riuscite mai a mantenere la loro forma. Mi sembrava assurdo che quel nuovo jutsu fosse più debole dell'abilità oculare da cui era derivata, visto che il consumo era quasi il doppio. Feci ancora un tentativo e di nuovo il clone sopravvisse, quindi dovetti interrompere l'allenamento, esausta e un po' scoraggiata. Mi misi a preparare pranzo, visto che l'ora era quella. Una volta finito di mangiare misi a letto Ryuko e, mentre la dondolavo, leggiucchiai un pochino i miei appunti. Non stavo sbagliando nulla, almeno stando a quello che avevo scritto, eppure il risultato era così diverso da quello che aveva senso attendersi. Da quello che in cuor mio temevo sarebbe dovuto essere.
    Oh, Dei...
    Quando feci quella connessione, quando rivelai a me stessa quei pensieri, tutto il resto fu chiaro. Io avevo paura di quella tecnica, di quanto la adoravo e di quanto potesse essere fuori scala. Ero riuscita ad accettare il Vapore Assassino, con il tempo ne avevo trovato un utilizzo tutto mio. Nonostante quella potenza fuori controllo, ero riuscita ad accettare il Volo della Principessa Fenice, ne avevo fatto portavoce del mio desiderio di libertà ed ero riuscita a usarlo in maniera che mi salvasse la vita, nel deserto. Avevo accettato infine anche la Modalità Obliterazione, visto che mi avvicinava ai miei antenati, alla mia famiglia. Quella tecnica, invece, riusciva a essere diversa. Era distruzione per il puro bisogno di distruzione, nessun significato ulteriore. O meglio, non ne avevo trovato ancora nessuno, se non altro. La volevo, mi piaceva il pensiero, ma non riuscivo a non esserne terrorizzata, come se fosse il primo passo verso le cose di cui mi aveva accusato lo Spirito, verso la fame di potere senza altra ragione se non se stesso. Sapevo che non era così, sapevo che ero perfettamente in grado di controllarmi, mi bastava guardare mia figlia o mia moglie per essere sicura di conoscere ancora le mie priorità. Eppure quel ronzio fastidioso...
    Diedi un bacetto al mio angelo, mentre la poggiavo a letto, poi avvertii Draig che avevo bisogno di uscire, spiegandole che era assolutamente necessario che mi esercitassi in quel momento. Sentivo che le cose si stavano sbloccando e avevo bisogno di buttarmi a capofitto, lontana da tutto in modo da non rischiare di far danni. Lei sorrise, la sua espressione era un misto di preoccupazione e divertimento. Era probabile che in quella urgenza furiosa avessi mostrato una parte di me molto buffa, per lei. Mi diede il suo benestare e uscii. Avanzai come una furia alla ricerca di un luogo isolato, ma per fortuna non fu difficile, conoscevo una radura che era diventata un punto di riferimento certo per me. Feci ribollire il chakra e creai due Piccole Stelle Danzanti. Le feci roteare con energia sempre maggiore, mentre mi caricavo da sola. Non mi curai nemmeno di creare delle difese per misurare cosa stessi facendo, non importava. Sentii un impellente bisogno di urlare e fui a un passo dal farlo, ma alla fine mi trattenni. Feci i sigilli e lasciai esplodere il chakra, lasciai che fosse esso la mia voce. Il raggio che si palesò davanti ai miei occhi era rapido, forte, in qualche maniera feroce. Maestoso. Rimasi a osservarlo per vari secondi, rapita, e lui continuò a rimanere attivo per vari secondi. Sorprendente, a dir poco. Quella tecnica non rispecchiava solo le mie paure, era pure superiore ad esse. Dopo averla vista, dopo averla lasciata andare, mi sentivo davvero libera, come quando si risolve un problema di lungo periodo. La strada verso la completezza del jutsu era ancora lunga, però sentivo di aver fatto un passo decisivo.
    Nei giorni successivi mi divertii a fare un sacco di esperimenti, sempre a cuor leggero. Scoprii in poco tempo quello che avevo già intuito in precedenza, ovvero che usare diversi tipi di sfera come materia prima poteva avere effetti enormi sulla potenza dei raggi di calore. Più calda era la tecnica più forte diventava il Tramonto, come avevo deciso di chiamare il jutsu. Esso, già da solo, poteva distruggere una Gabbia Imperiale di Sabbia e persino un Muro di Chakra, le due tecniche più resistenti che possedevo. Se poi sperimentavo e utilizzavo sfere più potenti potevo raggiungere livelli inauditi, maggiori persino del Volo della Principessa Fenice. Spendendo quasi tutto il mio chakra, un giorno riuscii a trovare una combinazione di Hijutsu di Vampa in grado di distruggere due Gabbie Imperiali del Deserto e di ferire comunque a sufficienza un clone che avevo nascosto in una di esse. Ero dovuta andare su una spiaggia disabitata di prima mattina per poter fare questo esperimento e il risultato mi lasciò sconvolta e ammirata. Quel sentimento era qualcosa a cui ormai ero abituata e mi sentivo sbloccata, rispetto a prima, a riguardo. La voce dello Spirito me lo rinnovava, ma allo stesso tempo mi aiutava a rinnovare la mia risposta. Avevo ottenuto quel potere con le mie forze, ma esso era un dono degli Dei, che dovevo usare con una cura senza pari. I Sette mi avevano concesso questo grande onore, che era anche un onere pesante. Dovevo imparare a farmi portavoce della loro Ira sulla terra, con la giusta umiltà ma senza tirarmi indietro. E senza dimenticarmi il mio posto. Io ero una piccola sacerdotessa guerriera, che non aveva tutta una serie di conoscenze teologiche adeguate, inoltre ero moglie e madre. Non era mio compito risolvere enormi problematiche o cacciarmi in conflitti più grandi di me, ma era mio compito non chiudere gli occhi davanti alle ingiustizie e difendere i deboli, quando ne avevo l'occasione. E lo avrei fatto, con questi nuovi strumenti mi sentivo più vicina a poterlo fare per davvero.

     
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    Proibita appresa, Aiko può ora fare i "culi a tramontana", come si dice nel Paese degli Orsi.
     
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