Sounding Sea

Aiko e Lilje

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    Lo zucchero filato era davvero, davvero pessimo.
    "Davvero, Xiao? Un solo morso? Puoi fare meglio di così." Shang la fissò con sguardo severo e Lil arricciò il naso.
    "Che posso farci? Fa schifo. Perché è così ruvido? Sembra un batuffolo morbidissimo e invece guarda, mi ha graffiato la lingua!" Lil tirò fuori la lingua, come spronando Shang a valutare lui stesso l'entità del danno. "E poi è troppo dolce."
    "Come si può evincere dal fatto che si chiama zucchero, non trovi?" Sembrava esasperato, ma Lilje poteva vedere che non era arrabbiato sul serio. Erano passati diversi giorni dalla notte in cui le aveva fatto assaggiare il gelato e sembrava incoraggiato dal fatto che da quella sera erano usciti molto più spesso e lei aveva ricominciato a parlare e sorridere di più.
    Non mangiava ancora abbastanza e decisamente non dormiva abbastanza, ma per il momento lui sembrava contento.
    "Mangerò un pezzo di quei frutti... come si chiamano? Quello rosso che mi hai fatto assaggiare l'altro giorno."
    "L'anguria?"
    Lilje annuì. Erano in un posto a poca distanza dal paese dove si trovava la casa di Shang e c'era una specie di festicciola di paese. Una cosa tranquilla, ma c'erano un sacco di bancarelle col cibo locale e fra di esso anche una varietà sorprendente di frutta.
    "Va bene. Prendo anche delle ciliegie e delle fragole, così puoi assaggiarle." Mentre Shang parlava, Lilje si stava guardando intorno alla ricerca di un cestino per eliminare quell'orrore di zucchero che teneva in mano, ma invece vide qualcos'altro. Non ne era del tutto certa, ma vide una donna coi capelli castani tagliati a caschetto e istintivamente si affrettò verso di lei per toccarle una spalla.
    Le aveva ricordato una ragazza che aveva incontrato quando era appena arrivata nel continente, prima ancora di finire nelle mani di Vince e di Shang. Aveva un bel ricordo di quella sera e le era venuto spontaneo fermare la donna, ma si vergognò istantaneamente di averlo fatto. Poteva non essere lei. Poteva esserlo e non ricordarsi della danza bizzarra in cui era stata trascinata da una sconosciuta. Poteva non voler essere disturbata.
    Lije sentì di essere arrossita, per fortuna che il velo avrebbe nascosto il segno del suo imbarazzo. Non c'era niente, purtroppo, che avrebbe potuto nascondere che le sue condizioni non erano delle migliori. Aveva perso molto peso ed i vestiti le pendevano addosso su un corpo decisamente pelle e ossa; aveva profonde occhiaie scure che sembravano aver scavato una fossa sotto i suoi occhi e una leggera cicatrice che stava pian piano svanendo sulla tempia sinistra, unico segno rimanente della caduta dalle scale.
    "Xiao?" La voce di Shang, subito dietro di lei, era sorpresa dal suo spostamento improvviso. Lei attirava parecchia attenzione sia per l'aspetto malaticcio che per i vestiti esotici, ma anche lui non scherzava. Aveva ripreso ad indossare i suoi completi eleganti e a tenere i capelli indietro, svettava abbondantemente sopra quasi tutti con la sua statura imponente e non era certo uno che passava inosservato con quei tratti affilati e aristocratici.
     
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    Era una giornata a dir poco tranquilla e gradevole, una di quelle in cui fa piacere stare in giro senza tanti pensieri. Da un mesetto, dall'arrivo di Ryuko, era impossibile farlo per davvero, ma ogni tanto faceva bene lasciarsi illudere dalla calma assoluta che si respirava in certe zone.
    Quel giorno avevo appena terminato una intervista radiofonica in una stazione parecchio distante dalla capitale. Era incredibile come Jiro stesse diventando sempre più la hit dell'estate, una cosa che non avrei mai saputo predire. Puntavo su altri pezzi per vendere di più, fui davvero sorpresa nel constatare che una canzone così personale potesse avere un successo travolgente del genere. Ovviamente questo portava a delle conseguenze, mi era diventato quasi impossibile girare a Kaiyo senza che qualcuno mi riconoscesse e in alcuni rari casi chiedesse autografi. Non ero ancora abituata a gestire i fan, mi sembrava ancora fin troppo strano. Mi sentivo ancora una signora nessuno, anche se per loro evidentemente non era così.
    Per fortuna più ci si allontanava dalla capitale meno il mio volto era conosciuto.
    Mi infilai in una fiera di paese, viva senza essere eccessivamente affollata, e nessuno mi disse niente. Sentii persino qualcuno in lontananza canticchiare la mia canzone, ma nessuno si avvicinò imbarazzato, per fortuna. Ero andata a quella fiera per pura curiosità, ma dopo poco avevo trovato una missione da compiere. Laggiù c'era un carretto che faceva lo zucchero filato e sapevo bene che a Draig piaceva molto. Oltretutto non ne mangiava da secoli e non sapevo quale sarebbe stata la prossima occasione in cui avrebbe potuto. Lei mi aspettava a casa, che distava un bel po' da laggiù, ma questo non mi avrebbe di certo fermato. Avrei usato il Rotolo Portale, quell'oggetto che mi era costato tanti sforzi e soldi. Se non lo usavo per viziare mia moglie con una golosa sorpresa a cosa mai sarebbe potuta servire?
    Per questo motivo ero in coda, entro pochi minuti sarebbe arrivato il mio turno. Però all'improvviso sentii qualcuno toccarmi la spalla gentilmente. Mi voltai, incuriosita.
    La mia attenzione fu subito rivolta ai capelli della giovane autrice del gesto, azzurri come l'acqua limpida del mare. Quella figura era in qualche maniera nota, indossava dei vestiti molto particolari e aveva una sorta di velo sul viso. Ci misi mezzo istante a riconoscerla.
    Lilje?
    Avevo conosciuto ormai tanto tempo addietro quella ragazza, originaria di un paese oltre il mare e venuta sul continente per aiutare il fratello. Era diversa però, me ne accorsi immediatamente. La carnagione pallida, l'aspetto magro e debole. Forti occhiaie coloravano di scuro un viso che l'altra volta aveva saputo essere molto solare e che in quel momento sembra invece rabbuiato, imbruttito. Pareva l'ombra della giovane che avevo conosciuto e con cui avevo danzato. Era come fosse un lontano parente di lei, eppure non ebbi particolari dubbi sulla sua identità. Cosa poteva esserle successo?
    Come... come ti senti?
    Le provai ad accarezzare la spalla, con il viso colmo di preoccupazione. Se mi fossi accorta che non gradiva mi sarei ritratta discretamente, ma sentivo che aveva bisogno di essere confortata. L'istinto materno si faceva sentire, ormai.
     
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    Non aveva sbagliato! La vergogna evaporò quando la ragazza si rivelò essere davvero Aiko e la riconobbe subito. Lilje si aprì in un sorriso sincero per quell'incontro fortuito e inaspettato, ma si rabbuiò subito di fronte alla preoccupazione dell'altra.
    Non sapeva bene che dirle sulle sue condizioni di salute e rimase interdetta per un attimo, ma accettando di buon grado il contatto fisico con l'altra. Shang le raggiunse in quel momento, aggrottando la fronte mentre guardava la mano di Aiko posata sulla sua spalla. Non disse niente. Molto saggio da parte sua.
    Lilje fece cenno ad Aiko di aspettare un istante, poi si voltò verso Shang e gesticolò in fretta, talmente tanto che la sua espressione aggrottata si fece concentrata nel tentativo di comprendere tutto ciò che gli stava dicendo.
    "No, non ho carta e penna." Disse, poi si voltò verso Aiko e le rivolse il suo miglior sorriso affabile. "Piacere di conoscerla, il mio nome è Shang e se la memoria non mi inganna lei è una cantante, giusto? Anche piuttosto famosa ultimamente. Fukusha, mi sbaglio?" Lilje gli assestò una gomitata in un fianco, ma Shang non fece una piega e il suo sorriso non vacillò nemmeno un istante. "Xiao, i convenevoli sono importanti in una conversazione" le fece notare, lo sguardo acceso di divertimento. Si stava prendendo gioco di lei. Era un bel po' che non lo faceva e l'istantanea irritazione che accolse quel modo di fare le si dipinse in viso, spingendolo a sorridere sul serio per un piccolissimo istante. "Va bene. Mi ha chiesto di riferirle che sta bene adesso, ha dovuto affrontare una brutta malattia che non voleva andarsene, ma alla fine è guarita." Le bugie gli fluivano dalle labbra con tranquillità, tanto che Lilje stessa avrebbe potuto credergli. In effetti aveva soltanto sostituito "dipendenza da stupefacenti" con "malattia", ma lei stessa aveva voluto così. Non le andava di parlarne e anzi avrebbe voluto cancellare l'esistenza della Dama, nascondere quanto ancora la desiderasse e quanto aveva influito nella sua vita. "Anche se non si rimetterà mai del tutto se non mangia come si deve." Concluse Shang a tradimento, beccandosi un'altra gomitata. Questa volta le lanciò un'occhiataccia, ma c'era ancora un qualcosa di allegro in lui che forse riusciva a vedere soltanto lei ma che gli era decisamente mancato nell'ultimo mese.
    "Bene, ho fatto il mio dovere. Xiao, prenditi tutto il tempo che vuoi, ti aspetto in quel parco con gli uccellini dove siamo passati prima, okay? Fukusha, è stato un piacere." Non appena non fosse stato più coinvolto nella conversazione, Shang avrebbe esordito così per poi dileguarsi, ma non prima di aver passato una mano fra i capelli di Lilje, che dovette faticare per impedirsi di fermarlo. Aveva paura del momento in cui avrebbe lasciato Aiko e sarebbe rimasta completamente sola.
     
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    Il sorriso luminoso di Lilje non riuscì a far calare la mia preoccupazione. E probabilmente fu vederla che la fece incupire in maniera evidente. Mi dispiacque molto, mi sentii in colpa per essere stata troppo indiscreta, come sempre riuscivo ad essere così stupida da rovinare tutto. La vidi seriamente in difficoltà, poi si girò un attimo, rivolgendosi ad un uomo dietro di lei. Era alto e magro, ma sembrava molto possente. Indossava un completo elegante, sembrava stonare del tutto con l'ambiente intorno non solo per gli abiti ma proprio per l'aura che emanava. Era un bell'uomo, senza dubbio.
    No, non ho carta e penna.
    Lui rispose così alla ragazza del Paese del Ghiaccio, rendendo evidente quello che lei doveva aver chiesto. Non se la sentiva di usare la sua abilità innata come l'altra volta? Forse aveva paura di sprecare troppo chakra.
    L'uomo si rivolse subito dopo a me, mostrando un sorriso impeccabile. Sembrava davvero un gentiluomo, aveva uno charme invidiabile.
    Piacere di conoscerla, il mio nome è Shang e se la memoria non mi inganna lei è una cantante, giusto? Anche piuttosto famosa ultimamente. Fukusha, mi sbaglio?
    Feci un piccolo inchino, come una sorta di ringraziamento. Per fortuna nessuno pareva aver sentito, se il mio volto era piuttosto sconosciuto fuori dalla capitale così non era per il mio nome d'arte.
    Il piacere è mio. Sì, sono io, ma mi chiami pure Aiko.
    Mentre rispondevo con cortesia decisi di controllare al volo il suo nome con lo Shinigan. Quel nome era molto particolare, non avevo mai sentito nulla di simile. Volevo solo avere una conferma che quell'uomo così elegante non stesse in qualche modo ingannando la povera Lilje. Sapevo benissimo che qualsiasi fosse stato il riscontro della mia ricerca non avrei ottenuto una risposta alla domanda, ma sapere che non aveva dato un nome finto era un buon punto di partenza. E così fu, lui si chiamava effettivamente Shang Li. Grazie alla mia esperienza in fatto di accenti riconobbi anche il fatto che quell'uomo doveva venire dal Paese dell'Erba, anche se non aveva la dizione tipica dei kusani quindi probabilmente abitava fuori dalla capitale. Del resto era da lì che erano arrivate le ultime lettere che mi ero scambiata con Lilje, no?
    Xiao, i convenevoli sono importanti in una conversazione.
    La ragazza lo aveva colpito con una gomitata, probabilmente per richiamare la sua attenzione e lui aveva risposto prendendola un po' in giro. In maniera del tutto affettuosa, si vedeva benissimo, anche se lei non sembrò prenderla al meglio. Mi chiesi seriamente che tipo di rapporto dovessero avere, non si capiva bene. Sembravano carini insieme, ma la reazione di Lilje non era quella che mi sarei aspettata.
    Va bene. Mi ha chiesto di riferirle che sta bene adesso, ha dovuto affrontare una brutta malattia che non voleva andarsene, ma alla fine è guarita.
    Anche se non si rimetterà mai del tutto se non mangia come si deve.

    L'ultimo commento sembrò più quello di una mamma preoccupata che quello di un fidanzato/amico/quello che era. Ci teneva davvero a lei, il tono e il modo di porsi me ne diedero prova sufficiente. E questo mi bastava. Lei reagì con un'altra gomitata, ma questa volta mi sembrava di riuscire a leggere meno stizza. La mia curiosità salì a dismisura, ma per il momento non seppi cosa dire se non un "mi dispiace tanto" un po' di circostanza. Il fatto che lui fosse lì mi rendeva più difficile interagire naturalmente con lei, forse avrei avuto bisogno di un po' di tempo per riuscire ad abituarmi alla sua presenza. Non ce ne fu bisogno, in realtà.
    Bene, ho fatto il mio dovere. Xiao, prenditi tutto il tempo che vuoi, ti aspetto in quel parco con gli uccellini dove siamo passati prima, okay? Fukusha, è stato un piacere.
    Feci un altro inchino come forma di saluto e poi lo vidi allontanarsi. Strano personaggio, pensai. Affascinante e gentile.
    Ci mettiamo un po' in disparte a parlare? Qui in mezzo alla gente forse è più difficile per te. Se vuoi posso usare un trucco per farti spendere meno energia mentre parli con me con quella cosa che mi avevi mostrato l'altra volta. Ti va?
    Avrei cercato di mostrarmi quanto più disponibile e accogliente possibile. Le sorrisi, nella speranza di poterla tranquillizzare e di poterle far capire che ero dalla sua parte. La conoscevo poco, ma ci tenevo a lei e mi dispiaceva vederla in quello stato.
     
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    Shang pareva aver ghiacciato la conversazione e Lilje si sentì un po' in imbarazzo all'idea che avesse monopolizzato la scena tanto da spiazzare Aiko. Il sollievo da parte di entrambe fu piuttosto evidente quando lui si defilò e Lilje ne fu felice anche se la sua assenza improvvisa dopo tutto il tempo che avevano passato insieme le metteva non poca ansia. Sentiva il bisogno costante di averlo lì a controllarla perché quando non c'era il suo bisogno della droga era più potente e spaventoso che mai e chi l'avrebbe fermata se avesse ceduto? Era spaventoso sentirsi tanto soli persino in mezzo alla folla, persino accanto a quella che avrebbe potuto diventare un'amica. Era semplicemente sconcertante la consapevolezza che nessuno a parte lui avrebbe capito, avrebbe saputo.

    Ci mettiamo un po' in disparte a parlare? Qui in mezzo alla gente forse è più difficile per te. Se vuoi posso usare un trucco per farti spendere meno energia mentre parli con me con quella cosa che mi avevi mostrato l'altra volta. Ti va?

    La voce di Aiko la riportò coi piedi per terra e Lilje si sforzò di cacciare via le insicurezze e le paure. Aveva superato l'inferno stesso per arrivare dove era in quel momento e non era certo la presenza di Shang ad impedirle di andare a cercare uno spacciatore, era la sua stessa forza di volontà a sostenerla, quella e la paura immensa della sofferenza che avrebbe dovuto affrontare una seconda volta se avesse di nuovo messo le mani su un po' di Dama.
    Sorrise alla ragazza concentrandosi su di lei e mostrandosi incuriosita alla sua proposta. Attivò la sua abilità e subito fu aggredita da una moltitudine di suoni che l'avvolsero da ogni direzione. Lì nel continente era più difficile non essere sopraffatti dal rumore perché c'erano sempre tante persone, tutte vicine e tutte rumorose. A casa il massimo che riusciva ad udire erano suo padre e suo fratello, a volte qualche animaletto che si aggirava nei dintorni.
    "Davvero potresti fare una cosa così? Sembra incredibile!" Le parole erano un po' incerte e come prima aveva un accento marcato con un difetto di pronuncia della r, nella perfetta riproduzione di quella che doveva essere stata la voce di sua madre, ovviamente composta dai rumori che aveva potuto utilizzare per crearla. "Scusa se Shang è stato invadente. Forse gli manca un po' il contatto con le persone, è rimasto con me per tutto il tempo quando stavo male e anche adesso non ha molte occasioni per parlare con altri. Credo gli manchi casa." Mentre si concentrava per mettere insieme quelle parole, un po' lente e stentate, si rese conto di quanto dovevano essere vere. Shang era un uomo sociale, come minimo, e lei l'aveva costretto in isolamento per più di un mese. Non se la sentiva ancora di tornare alla sua vita normale, ma forse avrebbe dovuto chiedergli di chiamare Shen perché stesse con loro almeno per un po'?
    Non lasciò che la depressione derivata da quella nuova consapevolezza abbattesse il suo sorriso, però, e cercò di sembrare allegra agli occhi di Aiko, che era dolce e carina come la ricordava. "Tu come stai? Sembri radiosa."
     
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    Davvero potresti fare una cosa così? Sembra incredibile!
    Lilje fece giusto una piccola smorfia prima di parlare con quella voce che non proveniva dalle sue labbra. Anche se non era la prima volta che la vedevo e sentivo mi stupì comunque. Feci un cenno di assenso, poi le offrii la mano, perché la prendesse, così da poterle fare strada. Volevo che fosse lei a cercare il contatto, avrebbe aiutato a consolarla a dovere, pensai. In pochi istanti avremmo raggiunto una parte meno affollata, una panchina che dava sul lungomare. Quella non era propriamente una località turistica, o quantomeno lo era molto meno di altre, quindi la trovammo libera senza problemi.
    Scusa se Shang è stato invadente. Forse gli manca un po' il contatto con le persone, è rimasto con me per tutto il tempo quando stavo male e anche adesso non ha molte occasioni per parlare con altri. Credo gli manchi casa.
    Sorrisi, cercando di calmarla. Se avesse voluto continuare a tenermi la mano gliela avrei lasciata più che volentieri, in caso contrario non l'avrei forzata.
    Non mi è dispiaciuto parlare con lui, sembrava una persona a posto. E sembra tenerci molto a te, si sta prendendo cura di te, no?
    Un scintilla di curiosità colorò il mio volto, non seppi trattenerla. Non sapevo chi fosse, né come avesse conosciuto Lilje, quindi ero piuttosto interessata a quello Shang. La mia anima da pettegola - o forse da romantica impenitente - sperava che ci fosse o potesse esserci in futuro del tenero tra di loro, mi sembravano una bella coppia.
    Tu come stai? Sembri radiosa.
    Arrossii vistosamente per un attimo, non aspettandomi quel complimento.
    G-grazie! Io sto bene, sono successe tante cose da quando ci siamo incontrate, davvero tante. Sembra una vita fa. La notizia principale è che ora sono sposata ed è appena nata nostra figlia. La vita è faticosa, ma è molto bella. Persino più di quanto mi aspettassi.
    Sorrisi, rasserenata. Parlare dei miei tesori era sempre una delizia e probabilmente avrei approfondito ancora il discorso, ma prima volevo dare alla ragazza quello che le avevo promesso.
    Comunque, per riprendere quello che ti dicevo prima. Posso metterti un sigillo, che permette quando siamo vicine di far spendere una parte di energia a me e non a te. Così sarebbe comodo, mentre parliamo, no? Farlo però lascia un piccolo segno sul tuo corpo, una parola. Non è grande, ma non va via, se non cancellando il sigillo. Ti va se te lo faccio?
    Se avesse risposto di sì le avrei chiesto dove volesse piazzarlo, suggerendo qualche posto non troppo visibile.
    Si tratta di una tecnica che ho inventato io. Serve per aiutare i guerrieri giusti, che lottano per la pace e per difendere i deboli, ma lo cedo volentieri anche a te, così posso aiutarti quando siamo insieme. Non è difficile da fare, se segui le mie indicazioni.
    Una volta accertatami che avesse capito e che fosse d'accordo nel farlo, le avrei detto di concentrare il chakra nel punto prescelto, cercando più o meno di far capire la quantità necessaria. Io avrei poi immesso la mia parte di energia, facendo infine un sigillo per attivare il tutto.
    Prova ora.


    Saori no Megumi - Senshi no kyōkan (Benedizione di Saori - Empatia guerriera)
    Tipo: Fuuinjutsu
    Livello A
    Per Saori la guerra giusta è quella combattuta per proteggere i deboli, che ha come obiettivo la salvezza collettiva. I soldati a lei sacri sono quindi coloro che mettono la sicurezza degli altri al di sopra della propria, altruisti e determinati.
    Per l’applicazione di questa tecnica c’è bisogno della creazione di un sigillo, che può essere posto su una qualsiasi persona purché essa sia consenziente e consapevole dell’obiettivo della tecnica. Il sigillo sarà rappresentato dal Kanji di guerra (戦) posto direttamente sul corpo dalla persona su cui si applica. Il sigillo va attivato perché la tecnica funzioni e se il consumo non viene pagato più essa si disattiva in automatico. Fintanto che il sigillo è attivo tutte le spese di chakra che la seconda persona farà saranno divise a metà tra lui e l’utilizzatore (il risultato è sempre arrotondato per eccesso). Eventuali sconti o maggiorazioni dei consumi saranno considerati in maniera separata dai due individui dopo la divisione. Questa tecnica può essere tenuta per un massimo di cinque turni consecutivi, dopo i quali dovrà essere tenuta spenta per lo stesso numero di turni in cui è stata attiva. Se l’utilizzatore non ha chakra a sufficienza per coprire una spesa della persona su cui usa la tecnica, si ritroverà a spendere tutto il proprio chakra meno una unità (a meno che l’utilizzatore non sia un clone, in tal caso spenderà tutto il suo chakra) e di seguito a svenire, mentre l’altra persona sarà costretta dunque a pagare tutto il consumo restante (questo non avviene a parti invertite).
    [Per applicare il sigillo su una persona è necessario mantenere il contatto con essa per mezzo turno/5 secondi di immobilità]
    [Non si può avere più di un sigillo attivo alla volta e il limite di turni è cumulativo tra tutte le persone]
    [Non c'è limite al numero di sigilli disattivati, ma non si potrà mai averne più di uno a persona]
    [Per distruggere il sigillo basta pagare lo stesso consumo rispetto a quello di creazione, ma lasciarlo dormiente non ha alcun consumo]
    [Per attivare un sigillo la persona su cui si applica deve essere a meno di 15 metri dall'utilizzatore, anche se in seguito i due possono allontanarsi quanto vogliono]
    [Sigilli necessari per l'attivazione: 1]
    Costo di creazione del sigillo: 25 (devono pagarlo entrambi i contraenti)
    Costo di attivazione/disattivazione del sigillo: 20 (pagato solo dall’utilizzatore)
     
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    Lasciò volentieri la mano in quella dell'altra. Il contatto fisico le piaceva e si rese conto di averne bisogno dopo tanto tempo in cui l'unico che aveva avuto vicino era Shang.
    Non mi è dispiaciuto parlare con lui, sembrava una persona a posto. E sembra tenerci molto a te, si sta prendendo cura di te, no?
    Lilje si irrigidì, restando per un attimo interdetta. Shang si stava prendendo cura di lei?
    Sì. Con molta cura, anche. Certo, era una promessa fra loro, lui l'avrebbe aiutata e lei avrebbe cercato di smettere di odiarlo. Il loro rapporto era molto migliorato, in effetti. Durante i peggiori periodi di apatia e depressione si era lasciata toccare da lui perché non le importava affatto, neanche quei contatti riuscivano a suscitarle emozioni abbastanza forti, neanche la paura. Prima ancora si era lasciata toccare perché stava troppo male per opporsi.
    Adesso... adesso era un'abitudine, non aveva più paura di lui ogni volta che allungava una mano o la sfiorava perché avevano condiviso quei gesti innumerevoli volte e non era mai stato doloroso dopo la prima. Era persino diventato rassicurante, era persino diventato un'ancora di salvezza.
    "Non direi che è una brava persona. Però si prende cura di me, sì, gli devo molto. Ovviamente a lui non va detto, se ne approfitterebbe subito!" Nonostante l'inizio traballante e malinconico della frase cercò di recuperare con la battuta finale, mostrando sempre un allegro sorriso che, anche se coperto dal velo, poteva essere intuito dalla posizione di occhi e sopracciglia. L'allegria permaneva nello sguardo di Lil solo per un breve istante prima di spegnersi, inghiottita dai sentimenti che ancora cercavano di trascinarla a fondo nonostante avesse cominciato a lottare per tornare a galla. Era davvero felice di aver rivisto Aiko, davvero, e solo grazie a quello riusciva a mostrare più allegria e iniziativa del solito. Pensava che vederla così fosse il motivo che aveva spinto Shang a lasciarle sole senza fare tante domande.
    Cercare di utilizzare la voce era più facile che scrivere, si rese conto. Le veniva spontaneo utilizzare parole, intonazioni e termini che sentiva ogni giorno. Perché allora scrivere era tanto complicato?

    G-grazie! Io sto bene, sono successe tante cose da quando ci siamo incontrate, davvero tante. Sembra una vita fa. La notizia principale è che ora sono sposata ed è appena nata nostra figlia. La vita è faticosa, ma è molto bella. Persino più di quanto mi aspettassi.

    "Congratulazioni! Sei diventata mamma? Sei tornata subito in forma." Lilje pensava di ricordare che Aiko le avesse parlato di una compagna, al femminile, ma forse aveva compreso male visto che a quel tempo era appena arrivata e il suo linguaggio era davvero pessimo.

    Accantonarono il discorso giusto il tempo necessario a metterle il sigillo, Lilje chiese quale fosse la parola e decise di farselo mettere dietro il collo, dove i capelli e i vestiti l'avrebbero coperto. Era curiosa di provare quella magia dei cacciatori del continente, aveva appreso molto dei loro metodi e cominciava a ritenere che saperne di più non sarebbe stato per niente male, anzi, le piaceva l'idea di imparare.
    Aiko le spiegò molto approfonditamente il funzionamento del sigillo e Lil ne fu affascinata anche se non riusciva proprio ad immaginare in che modo fosse possibile una cosa del genere. Finito di applicare il sigillo, poi, Aiko la esortò a provare di nuovo ad utilizzare la sua abilità, così Lilje decise di riportare il discorso a quello precedente.
    "Mi stavi parlando della tua bambina." E... accidenti, la sua energia era calata così poco che quasi non se ne era resa conto! Fissò Aiko con uno sguardo eloquente, meravigliato e compiaciuto al tempo stesso.
     
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    Non direi che è una brava persona. Però si prende cura di me, sì, gli devo molto. Ovviamente a lui non va detto, se ne approfitterebbe subito!
    Queste parole mi rimasero in mente, anche se non risposi subito. Non sapevo come rispondere. Aveva provato a stemperare dopo, ma il commento rimaneva. Cosa voleva dire che non lo riteneva una brava persona? Lo considerava cattivo o soltanto non perfetto? Le aveva fatto qualcosa di male? Io avrei definito non una brava persona Draig dopo quello che mi aveva fatto la prima volta? Direi proprio di no, però Ichiro? Lui sì. Lui non era una brava persona in tutto e per tutto, eppure gli volevo molto bene e non avrei voluto che morisse. La vita è complicata, mi dissi, cercando di non distrarmi troppo dalla conversazione.
    La creazione del sigillo ebbe successo e la invitai a provare subito, anche se l'avvertii che esso rimaneva attivo solo per un tempo limitato, meno di un minuto circa. Poi bisognava aspettare lo stesso tempo prima di poterlo ri-attivare. Purtroppo era una tecnica pensata per il combattimento e durante essi le cose succedevano fin troppo in fretta.
    Mi stavi parlando della tua bambina.
    La ragazza riprese il discorso, fissandomi nel mentre con aria sorpresa e divertita. La benedizione aveva avuto effetto, lo sentii anch'io perché spesi all'improvviso una leggera quantità di chakra.
    Sì. Non ricordo se ti avevo parlato della mia donna, all'epoca. Ci siamo sposate quasi un'anno fa ed è stata lei a portare avanti la gravidanza. In un certo qual senso mi sembra quasi più di essere un padre che una madre, a volte.
    Ridacchiai, era una battuta che avevo fatto in alcune occasioni. Non tutti la coglievano, per fortuna quasi nessuno l'aveva presa sul serio. Ero e mi sentivo in pieno una madre, per quanto il mio ruolo e il mio rapporto con la bimba fossero leggermente diversi da quelli di Draig. All'inizio avevo temuto di non trovare il mio spazio, ma la mia paura si era rivelata eccessiva, perché ogni cosa aveva trovato il suo posto nella nostra famiglia. Momenti difficili e faticosi, ma sempre molto belli.
    Comunque la bimba si chiama Ryuko, è ancora un scricciolo e riesce quasi solo a mangiare e dormire, ma è bellissima. Mi piacerebbe fartele conoscere, sia lei che mia moglie, penso che le piaceresti. Sei qui in vacanza o hai una casa? Ti andrebbe di fare un salto da me?
    Le feci quella proposta con un sorriso, sperando che non la trovasse troppo invadente. Mi spiaceva vederla così malandata e le avrei offerto volentieri una cena, nella speranza che questo la aiutasse a rimettersi in forze. Inoltre non riuscivo a togliermi dalla testa le sue parole di prima...
     
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    "Mi sembrava di ricordare che fosse femmina!" Disse, mettendoci forse più entusiasmo del dovuto. Si sentiva soddisfatta per aver scoperto che nonostante tutto almeno una cosa era riuscita a capirla, nonostante i problemi con la lingua che aveva a quei tempi.
    Shang le aveva fatto passare l'inferno per arrivare ad imparare quel tanto che bastava per sostenere una conversazione normale eppure ancora c'erano un sacco di parole che non capiva. Avrebbe dovuto impegnarsi di più e magari imparare anche a scrivere meglio. Si scusò per l'esclamazione fuori luogo lasciando che Aiko finisse il discorso, restando stupita e imbarazzata dall'invito a cena.
    "Davvero ti piacerebbe farmi conoscere la tua famiglia?" Domandò. I suoni che avevano intorno erano diminuiti proprio in quel momento e le sue parole risultarono più fievoli e timide di quanto avesse voluto, rendendo però perfettamente chiaro che non si sarebbe aspettata un invito simile.
    Certo, Aiko non sapeva che la sua "malattia" era la riabilitazione da una malsana dipendenza durata anni, che il suo lavoro consisteva nello sventolare il suo corpo davanti a uomini eccitati, che era precipitata talmente tanto in basso da guardare l'uomo che l'aveva violentata senza riuscire più ad esserne disgustata.
    Chi avrebbe voluto una persona così accanto ad una neonata? L'avrebbe insudiciata anche solo posando lo sguardo su di lei.
    "Non lo so, non credo che sia una buona idea. Magari a tua moglie non piacerebbe, poi la bambina è piccolina, non voglio disturbare, Shang mi aspetta e... io... non..." All'improvviso scoppiò a piangere.
    Voleva andare a cena da Aiko, anche se l'idea del cibo le dava la nausea, anche se aveva paura ad avvicinarsi ad una famiglia felice. Voleva la promessa di amicizia e affetto che le stava proprio davanti al naso più di quanto avesse voluto qualsiasi cosa negli ultimi mesi, eccetto forse la sua droga. Solo che non osava.
    Non c'era niente che fosse andato bene da quando era nel continente, niente di niente, che sarebbe successo se avesse allungato una mano verso quella promessa e si fosse di nuovo trovata a prendere un calcio dopo l'altro? Non poteva sopportare ancora.
    Nella sua testa c'era una vocina che le diceva che Aiko non l'avrebbe fatto, che era una persona buona, ma lei aveva sempre pensato lo stesso di tutti quanti. Nessuno di loro era mai stato una persona davvero buona, non con lei. Aveva imparato che se una cosa sembra troppo bella per essere vera probabilmente non lo è ed ora aveva paura anche di muovere un solo passo da sola.
    Pianse, singhiozzando forte. L'unico rumore che riusciva ad emettere era quello dell'aria che le restava incastrata in gola e non utilizzò la sua abilità per spiegarsi, non avrebbe saputo cosa dire. Voleva disperatamente accettare.
     
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    Lilje quasi esultò rivelando di ricordarsi giusto, che la mia compagna era femmina. Sorrisi, intenerita da quella dimostrazione di esuberanza effettivamente fuori luogo ma estremamente caruccia. Lei si scusò, ma le dissi di non preoccuparsi, prima di riprendere il discorso.
    Davvero ti piacerebbe farmi conoscere la tua famiglia?
    La voce magica si fece più lieve, intimidita, il suo volto si incupì man mano. Io le dissi di sì, ma ormai doveva essersi messo in moto qualcosa che non ero in grado di fermare. E che forse era meglio non fermare.
    Non lo so, non credo che sia una buona idea. Magari a tua moglie non piacerebbe, poi la bambina è piccolina, non voglio disturbare, Shang mi aspetta e... io... non...
    Iniziò a piangere come una fontana e un pochino mi spaventai. Una volta venuta meno la sorpresa però capii cosa dovevo fare. Mossi una mano sul suo volto, iniziando per un paio di attimi ad accarezzarle la guancia. Poi, se non avesse mostrato troppo dispiacere nel contatto, avrei cercato di avvolgerla con un abbraccio caloroso ma non troppo stretto. Volevo che fosse possibile per lei uscirne e rifiutarlo, se non le piaceva. Mentre cominciavo a parlare poi qualche lacrima uscì, perché il pianto mi contagiava sempre quando lo vedevo e non riuscii a resistervi. Mi sarei dovuta allenare molto per poter reggere i capricci di Ryuko, una volta cresciuta, altrimenti avrei finito per viziarla troppo.
    Io penso che sia una buona idea e mi piacerebbe molto, ma se non ti va o se hai paura puoi dirmi di no senza problemi, non mi offendo. Se ti va sarei davvero contenta di ospitarti e sono sicura che anche mia moglie lo sarebbe. Lei si diverte con gli ospiti e poi credo andreste molto d'accordo. Anche lei viene da un altro continente, sai? Era arrivata da piccola qui, viene da lontano, da Oriente. Secondo me avreste un sacco di cui parlare. E la bambina reagisce poco alle persone in generale, ma più stimoli le diamo meglio è, quindi sarebbe bello. Ogni tanto sorride alle persone che non conosce ed è super-carina. Per Shang, se vuoi è invitato anche lui. Vi ospitiamo volentieri e senza problemi, se invece preferisci di no basta dirgli che resti con noi per un po' e credo che lui capirà. Secondo me in ogni caso sarebbe una bella cosa.
    Le parlai piano, con un tono di voce tranquillo e sicuro, per cercare di tranquillizzarla. Se me lo avesse concesso le avrei anche accarezzato la schiena molto lentamente. Sentivo il bisogno di consolarla e rassicurarla. Poi mi sarei asciugata le lacrime con la mia innata e se fossimo state ancora unite mi sarei staccata da lei, per poterla guardare in viso. Non prima però di aver attivato il Fon anche su di lei, per farle sparire le lacrime dal viso e farle sentire quella sensazione di calore che speravo potesse essere rassicurante.
    Se vuoi venire mi farebbe molto piacere e ti ho invitato per quello, se non te la senti o non puoi non preoccuparti, io capisco. Deve essere stato un periodo difficile per te...


    Fon
    Abilità personale
    Grazie all'uso del chakra puro Shakuton Aiko Netsushi è diventata in grado di asciugare sé stessa da acqua o altri liquidi simili (purché non siano caricati di chakra). Il procedimento richiede un secondo soltanto, grazie alla concentrazione dell'energia bi-elementare direttamente sulla pelle, ma può essere usata anche su altre persone o su oggetti non più grandi di una persona. In questi casi bisogna mantenere un contatto fisico con la parte da asciugare (tempo e consumo sono raddoppiati, in questo caso).
    Consumo: 5
     
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    La mano di Aiko sulla sua guancia le fece alzare lo sguardo su di lei, ma non la respinse. Il contatto era piacevole e quando Aiko fece per abbracciarla, Lilje non attese che l'altra finisse il movimento, stringendola a sua volta.
    Le parole rassicuranti che le sussurrava per un po' furono soltanto una litania senza senso e Lilje si concentrò sul tono dolce e conciliante di quella voce roca senza distinguere le parole, proprio come quando era appena arrivata nel continente. Via via che i singhiozzi si calmarono, Lilje fece del suo meglio per riprendere il controllo e concentrarsi sul significato di ciò che Aiko le stava dicendo fu molto più semplice.
    Erano rassicurazioni sulla moglie, che a quanto pareva era straniera anche lei, e la figlia. Persino su Shang.
    La paura di essere fregata di nuovo era irrazionale e si spense in fretta, ma fu letteralmente spazzata via solo quando Aiko invitò a cena anche Shang e, come se non bastasse, le diede la possibilità di rifiutare l'invito semplicemente, giurando che non si sarebbe offesa.

    Quando venne il momento di dividersi dall'abbraccio, Lilje aveva smesso di piangere, anche se sentiva ancora la pressione delle lacrime, pronte ad uscire di nuovo alla prima occasione. Fece per asciugarsi la faccia, ma Aiko fece qualcosa che, sprigionando un calore gradevole, eliminò ogni traccia di bagnato. Lilje sentì un piccolo sorriso spontaneo spuntare sulle sue labbra per la meraviglia che provava.
    Se vuoi venire mi farebbe molto piacere e ti ho invitato per quello, se non te la senti o non puoi non preoccuparti, io capisco. Deve essere stato un periodo difficile per te...

    Per un attimo rimase ferma e in silenzio, la sua testa era fin troppo piena di ogni possibile risposta, poi sospirò e chiuse gli occhi.
    "Vengo. Però non mangio molto, per favore non offendetevi." Riaprì gli occhi, ma mantenne basso lo sguardo, incapace di guardare Aiko. "Vorrei che Shang..." fece una pausa, immaginandolo vicino alla neonata, così piccola e pura, accolto in casa da una famiglia che non lo conosceva, che l'avrebbe visto come l'uomo affascinante che mostrava in pubblico. Si sarebbe sentita più sicura con lui vicino e quasi certamente non avrebbe fatto del male ad Aiko e la sua famiglia, ma per qualche ragione non voleva che lui entrasse anche in quel rapporto. Sentiva di volere qualcosa di cui lui non potesse prendersi il merito, qualcosa che non lo riguardasse. "Preferisco chiedergli di tornare a casa o qualcosa del genere." Concluse, solo un po' incerta. "Questo invito significa tanto per me. Però sei sicura che..." Si rimangiò le parole prima di crearle. "Voglio dire... grazie."
     
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    Lilje si abbandonò al mio abbraccio e strinse forte anche lei. Quando le asciugai le lacrime vidi un piccolo sorriso sul suo volto e sentii di non aver sbagliato. Con fatica arginai la commozione, che stava per fare capolino un'altra volta.
    Vengo. Però non mangio molto, per favore non offendetevi.
    Feci un cenno di assenso. Lo avrei dovuto dire a Draig, ogni tanto faceva un po' di pressione amichevole agli ospiti perché mangiassero di più, ma lo faceva senza alcuna cattiveria. Spiegandole la cosa avrebbe capito senza problemi.
    Preferisco chiedergli di tornare a casa o qualcosa del genere.
    Dopo una piccola pausa rispose così a riguardo del suo accompagnatore. C'era davvero qualcosa di strano nel rapporto tra i due, ma non dissi nulla. Ero fin troppo incuriosita, ma sapendola così vulnerabile sarei stata zitta e avrei tenuto a freno la mia curiosità patologica.
    Questo invito significa tanto per me. Però sei sicura che...
    Voglio dire... grazie.

    Le sorrisi, grata per la sua decisione, e annuii soltanto. Lei non mi stava guardando direttamente, forse si vergognava, anche se non capivo bene perché. Speravo che Draig la aiutasse a sciogliersi un po'.
    Allora andiamo a parlare un attimo con Shang? Se vuoi ti accompagno, altrimenti puoi andare da sola e ti aspetto più in là. E se ti va di venire subito ti offro anche un passaggio con un mio mezzo di trasporto tutto strano. Hai mai usato un teletrasporto? È più divertente di quanto pensassi ed è molto rapido.
    Mi alzai e le porsi una mano, con un'espressione birichina sul volto. Mi divertivo fin troppo a parlare dei miei rotoli e speravo di stupire la ragazza con quel prodigio che mi era costato tanto impegno e ancora più soldi.
    Una volta parlato con l'uomo di prima, sempre che tutto fosse andato come previsto, avrei invitato la ragazza a defilarci un attimo dalla folla. Se volevo usare il Rotolo Portale dovevo farlo in un posto non affollato, altrimenti avrei spaventato il mondo intero. Una volta lontane dal tumulto avrei creato un clone, avrei aperto la Rotoleria Dimensionale, avrei tirato fuori il nostro mezzo di trasporto e infine avrei portato con me la ragazza del Ghiaccio in quel viaggio istantaneo. Il clone avrebbe avuto il compito di riporre il rotolo nella Rotoleria e poi scomparire.
    Saremmo ricomparse nel corridoio di casa nostra, in un momento di tutta calma, per fortuna. Ryuko sarebbe stata nel suo lettuccio, sarei riuscita a sentire il suo lieve respiro proveniente dalla nostra camera da letto, la cui porta era solo socchiusa. Dalla sala invece avrei sentito il rumore dello sfogliare di un libro e intuito che mia moglie dovesse essere di là. Avrei fatto cenno alla ragazza di seguirmi e poi mi sarei avvicinata a dove si trovava.
    Tesoro, sono tornata a casa! Ho portato una sorpresa per cena!
    Ci saremmo avvicinate da dietro, quindi lei non ci avrebbe visto fino all'ultimo. Avrei usato un tono di voce non troppo alto, per non svegliare la nostra bimba, ma questo non le avrebbe impedito di spaventarsi.
    Prima o poi mi farai venire un infarto con quel rotolo, lo sai? Bentornata, mi amor. - lei avrebbe chiuso il libro e si sarebbe alzata, mostrandosi in tutto il suo splendore e notando solo in quel momento la mia accompagnatrice - Oh! E questa bellezza da dove arriva? Benvenuta a casa nostra, io sono Draig, tu?


    Rotolo portale
    Evoluzione dei rotoli comunicanti, che permette il passaggio di persone oltre che di cose. Per funzionare devono esserci due rotoli e ciascuno di essi è collegato solo e soltanto ad un altro. Uno dei due rotoli può essere spostato senza problemi, ma non possono essere in movimento entrambi, pena l'inutilizzabilità. Perché il passaggio avvenga con successo entrambi i rotoli devono essere aperti e uno dei due deve essere fissato in qualche modo al terreno o a qualche oggetto. Concentrando una gran quantità di chakra nel sigillo di uno dei due rotoli, 100 unità non scontabili con la specializzazione in esperto di rotoli, è possibile spostarsi fisicamente nel posto in cui si trova l'altro rotolo. Questa azione impiega 10 secondi/un turno e non si potrà fare in una situazione concitata (durante uno scontro o un inseguimento). Si potrà portare con sé al massimo una persona, pagando 50 unità di chakra aggiuntive, ma questa dovrà essere consapevole e consenziente. Oltre al proprio vestiario ed equipaggiamento non si potrà portare nessun oggetto con sé, durante lo spostamento. Qualsiasi persona può utilizzare questi rotoli, in qualsiasi delle due direzioni. Una volta attivato il rotolo, a spostarsi saranno solo le persone coinvolte, il rotolo resterà lì dov'è. Nel caso uno dei rotoli sia in un posto irraggiungibile (ad esempio all'interno della Rotoleria Dimensionale) o in cui l'utilizzatore non ha modo di essere evocato (ad esempio in un luogo troppo stretto) il passaggio fallirà e il chakra verrà speso ugualmente. Se viene distrutto uno dei due rotoli l'altro non potrà funzionare, ma il rotolo distrutto potrà essere ricreato (il costo sarà ovviamente dimezzato), dando di nuovo la possibilità ai due rotoli di funzionare.
    Costo: 2 rotoli grandi + 1160 ryo
     
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    Allora andiamo a parlare un attimo con Shang? Se vuoi ti accompagno, altrimenti puoi andare da sola e ti aspetto più in là. E se ti va di venire subito ti offro anche un passaggio con un mio mezzo di trasporto tutto strano. Hai mai usato un teletrasporto? È più divertente di quanto pensassi ed è molto rapido.

    "Puoi venire anche tu, ma parlerò con lui attraverso i segni quindi forse non capirai il discorso, spero non sia un problema." Avvertì, sentendosi un po' in imbarazzo. Forse però era meglio avere Aiko vicina, avrebbe impedito a Shang di costringerla a non andare, giusto? Non che pensasse che avrebbe cercato di trattenerla con la forza, però...
    Se Aiko avesse preferito non assistere avrebbe lasciato tranquillamente che l'aspettasse dove preferiva, altrimenti si sarebbe lasciata accompagnare dove Shang l'aspettava. Era un bel parco con una fontana zampillante al centro e il prato ben curato. C'erano persino le farfalle. Vedere Shang seduto lì in mezzo faceva uno strano effetto: un uomo imponente e vestito elegante che se ne stava lì in mezzo occupando da solo un'intera panchina. Aveva la testa reclinata all'indietro e gli occhi chiusi, pareva dormisse ma Lilje sapeva che non era così: appena erano arrivate abbastanza vicine da poterlo vedere aveva socchiuso gli occhi per osservarle.
    "Già di ritorno? Pensavo..." Si alzò di scatto, prendendo Lilje per il mento e facendole alzare il viso verso di lui senza tanti complimenti. "merda, Xiao, hai pianto!" Quel movimento era stato talmente fluido e veloce da eliminare qualsiasi impressione di placida sonnolenza avesse proiettato fino ad un secondo prima. I suoi occhi bruciavano come fuoco quando si posarono su Aiko e la squadrarono come chiedendosi se fosse lei la responsabile.
    "Non è colpa sua. Mi ha solo invitata a cena." Si affrettò a dire, gesticolando alla svelta. Shang alzò un sopracciglio e la sua voce grondava incredulità quando disse: "Hai pianto perché ti ha invitata a cena.".
    Lilje annuì e Shang strinse le labbra, non sembrando convinto. Alzò le mani a sua volta gesticolando in modo goffo: ti ha fatto del male?" Sembrava mortalmente serio e Lilje sospirò.
    Davvero, no. Te lo racconto a casa, ero venuta a dirti che ho accettato l'invito.
    "Come, scusa?" La sua voce bruciava come solo quando era sul punto di arrabbiarsi davvero, ma forse era solo lei a conoscerlo tanto bene da notare la differenza.
    "Voglio andarci. Voglio fare amicizia. Da sola." Gesticolò con convinzione.
    "Da sola?" Anche lui era tornato al linguaggio dei segni nonostante si vedesse che non lo usava spesso perché non era fluido nel suo utilizzo. "E se volesse farti del male?"
    "So che non lo farà. So che è una brava persona."
    "Già, perché sei notoriamente in grado di giudicare la gente." Replicò, ad alta voce, guardando apertamente Aiko. Poi sospirò e Lilje gli sfiorò un attimo un braccio. Voleva rassicurarlo perché le pareva preoccupato e lui faceva sempre lo stronzo più del solito quando lo era. Non riusciva a convivere bene con quella emozione in particolare.
    "Voglio solo una serata diversa."
    "Senza di me." Oh, fantastico. Ora sembrava triste. Lilje sentì una fitta di senso di colpa grande quanto una casa e per un lunghissimo istante pensò di chiedere ad Aiko se poteva cambiare idea e portare anche lui, poi però ritrovò la stessa determinazione che l'aveva portata alla decisione di andare da sola.
    "Sì. Senza di te. E tu potrai stare senza di me a romperti le scatole per una sera."
    "Ma io non lo voglio, Xiao."
    "Non è quello che hai detto l'altra sera."
    "Ero esasperato. Non mi piace questo, Xiao. Davvero non mi piace."
    Lilje sbatté un piede a terra e lasciò che il suo corpo emanasse frustrazione. "Mi hai detto che dovevo avere iniziativa o no?"
    "Non se ti porta lontano da me!" Anche i suoi gesti si fecero subito più nervosi e nel concentrarsi su quello perse il controllo dell'espressione, che diventò più seria e piccata.
    "Per una volta che posso avere una cosa che sia solo mia, Shang, stanne fuori!"
    "Ne starò fuori, da questo e da parecchie altre cose." Minacciò, calmando sia l'espressione che il movimenti frenetico delle dita. Sfoderò il suo sorriso affascinante e fece un mezzo inchino, ma Lilje poteva vedere che era riuscita a ferire i suoi sentimenti. Stranamente non provò la soddisfazione che accompagnava di solito quella consapevolezza e fu soltanto brutto rendersene conto. "Passate una bella serata." Augurò educatamente, congedandosi e prendendo a lasciare il giardino senza attendere abbastanza da poter essere fermato.
    "Scusa un attimo!" Gesticolò, completamente dimentica del fatto che Aiko non poteva comprendere quel linguaggio, poi corse dietro a Shang. Lo trattenne per un braccio e si assicurò con un'occhiata che Aiko fosse abbastanza dietro di lei da non vedere, poi si abbassò il velo. Lui esitò, sorpreso.
    "Torni a casa, adesso? Ci troviamo lì?"
    Le sorrise e si chinò a sfiorarle le labbra con un bacio che le fece fare un vero e proprio scatto all'indietro, cosa che allargò ancora di più il suo sorriso. Allungò una mano e le riportò il velo in posizione, poi se ne andò senza risponderle.

    Lilje tornò verso Aiko più scossa di quanto avrebbe dovuto essere. Lui non aveva il diritto di fare l'offeso! Però le era stato accanto per tutto quel tempo senza mai lamentarsi, forse era stata egoista a mollarlo lì da solo alla prima occasione.
    Che cos'era quel bacio, poi? Era la prima volta che tentava qualcosa del genere, non solo da quando le aveva promesso di fare più attenzione col suo spazio personale.
    L'unica cosa di cui era certa era che l'aveva ferito. Più profondamente del solito? E se non l'avesse perdonata? Emanò involontariamente una ventata di tristezza mordendosi forte il labbro per impedirsi di piangere di nuovo, poi si scrollò di dosso ogni cosa. Ormai la frittata era fatta, si sarebbe goduta quella serata.
    Sorrise ad Aiko e le disse di essere pronta e super-curiosa di quel teletrasporto di cui aveva parlato prima, cercando eventualmente di rassicurarla su Shang e quello a cui aveva assistito. Aveva dato alla voce plasmata un tono più allegro di quello che sentiva, attenta a non esagerare troppo.

    Il passaggio fu incredibile e bellissimo e ricomparvero in un posto silenzioso e accogliente. Il respiro della bambina era lieve come una carezza sulla pelle mentre lo sfogliare delle pagine che proveniva dal salotto la fece sentire come se fossero state le sue dita a toccare la grana ruvida della carta.
    La donna che accolse lei ed Aiko era davvero meravigliosa, incredibilmente bella coi suoi capelli di fuoco e gli occhi chiari su una pelle scura. Lilje rimase a bocca aperta a guardarla per diversi secondi prima di accorgersi che le aveva chiesto il suo nome. La casa era troppo silenziosa perché lei potesse creare un suono con facilità dal nulla, così creò un basso rumore ritmico battendo le mani, piano per non svegliare la bambina, e utilizzò quello per dare forma alla sua voce. "Mi chiamo Lilje. Piacere di conoscerti, Draig, grazie per l'ospitalità." Fece una piccola pausa, poi sorrise con imbarazzo. "Scusa se comunico in questo modo, sono muta. Ma posso scrivere se rischio di svegliare la bambina! Solo che non ho carta e penna." Okay, era decisamente imbarazzata e di riflesso anche la voce che stava creando lo era, ma almeno era riuscita a nascondere la soggezione che sentiva davanti a quella donna bellissima. Forse.
     
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    Lilje accettò la mia presenza, anche se disse che avrebbe comunicato a gesti con l'uomo. A quanto pareva quello era il suo modo più semplice per parlare e mi sentii un po' in colpa ad averla costretta alla fatica della sua innata. La accompagnai, arrivando al semplice parchetto in cui Shang si era fermato. Lui ci accolse quasi con indifferenza, però si trattava solo di una facciata, che svanì in un istante. Lui balzò in piedi e andò ad esaminare il volto di lei con un gesto rapido e sicuro.
    merda, Xiao, hai pianto!
    Era un buon osservatore, questo era certo, ma dovette aver capito le cose molto male, visto che mi lanciò uno sguardo di fuoco. Stava sospettando che avessi fatto qualcosa di sbagliato alla ragazza? La furia nei suoi occhi mi fece tentennare un istante, poi però un altro sentimento riempì il mio animo. Mi sentivo offesa per quello sguardo così emblematico. Cercai di non farlo vedere, ma lo ero. Fu una reazione istintiva, ragionando a mente lucida forse avrei potuto capire cosa provava lui, ma per il momento mi sentii insultata.
    Hai pianto perché ti ha invitata a cena.
    Dopo aver osservato il gesticolare nervoso della povera Lilje, lui riprese parola con tono scettico. Questo mi diede un pezzo di informazione importante: lui non la capiva. Neanch'io comprendevo fino in fondo il motivo per cui la mia offerta l'aveva messa in crisi e commossa così tanto, ma io l'avevo vista solo due volte, per così poco tempo, lui invece sembrava avere un altro tipo di rapporto con lei. Eppure non riusciva a empatizzare e capire cosa stesse provando. La malattia doveva averla colpita nel profondo, doveva averla fatta sentire un mostro. Ci ero stata anch'io in una situazione simile e l'esperienza mi diceva che aveva bisogno di normalità, motivo per cui quello volevo offrirle. Una scenata isterica invece che effetto le avrebbe fatto? Difficilmente buono, mi risposi.
    Come, scusa?
    Osservai i due mentre gesticolavano in maniera nervosa, finché lui non si lasciò uscire dalla bocca queste parole. Il tono non era duro, o almeno non mi sembrò tale, però mi lasciò interdetta che lui rispondesse così. Mi inquietava non riuscire a seguire la loro conversazione, molto più di quanto avrei pensato. C'era qualcosa fuori posto in tutto quello. Fui tentata di attivare l'Occhio della Vita su di lui, per capire se stesse mentendo o dicendo la verità. Mi trattenni dal farlo, non ne avevo il diritto e sarebbe stato stupido, a maggior ragione perché non capivo cosa si dicevano.
    Già, perché sei notoriamente in grado di giudicare la gente.
    Una frecciatina molto cattiva e considerato quello che mi aveva detto prima non seppi cosa pensare. Qualcuno aveva fatto stare male Lilje, magari l'aveva sfruttata e gettata via quando si era ammalata. E la persona che la stava aiutando era talmente protettiva da finire per trattarla in una maniera che sembrava abbastanza brutta. La tentazione di attivare la mia tecnica aumentò a dismisura quando lei fece intuire tutta la sua frustrazione dal modo di porsi, ma respinsi ancora una volta l'idea. Mi dispiaceva lasciarla da sola in quella situazione, a gesticolare rapidissima per cercare di far capire il suo punto. Lui rispondeva a tono, anche se non capivo cosa si dicevano e mi sentii soltanto un peso.
    Passate una bella serata.
    La conversazione a gesti andò avanti ancora un po', fino a che lui non decise di concluderla in quel modo, accompagnando le parole con un inchino e un sorriso cordiale. Non ci voleva un genio però a capire che non si erano lasciati bene. Lui iniziò ad allontanarsi e dopo qualche istante Lilje lo inseguì, facendo qualche gesto che non capii prima di partire per la sua rincorsa. Lo fermò, gli disse qualcosa con le sue mani e lui si chinò su di lei. Ero dietro e non ero sicura, ma sospettai che lui l'avesse baciata. Lei indietreggiò in quel momento, poi i due si separarono e lei tornò indietro con la faccia scossa. Qualcosa era fuori posto. Non sono affari tuoi, non devi intrometterti, pensai. Poi lo ripensai. E poi lo pensai ancora e ancora altre volte. Però quando lei arrivò vicino a me riconobbi la sua tristezza. Non saprei dire come, ma ne ero certa. Sembrava quasi sull'orlo del pianto e una vocina cattiva in testa mi disse che era tutta colpa di quell'uomo, che era lui che l'aveva fatta piangere, anche prima. Non potevo saperlo, era un'assunzione piuttosto stupida, ma la vocina era a suo modo convincente. "Ti accusa di averla fatta piangere per nascondere le sue responsabilità". La zittii, era una cattiveria gratuita, non era da me avere pensieri del genere.
    Non è colpa tua, Lilje, non ti preoccupare.
    Dissi soltanto questo, mentre le diedi una breve carezza. Mi forzai a non dire di più. Non avevo il diritto di intromettermi, quella era la mia risposta definitiva, almeno per ora. Lei disse di essere pronta ad andare e curiosa di quello che le avevo detto prima, cercò pure di rassicurarmi che non era successo niente di strano poco prima.
    Non ti preoccupare. Se hai voglia di parlare di qualcosa, però, io ti ascolto volentieri. Non sempre si può aiutare, ma avere qualcuno che ti ascolta spesso serve a sfogarsi. Sempre se vuoi. Anche se ci conosciamo da poco io ti considero già un'amica, in fondo abbiamo ballato e pianto insieme, no?
    Sorrisi, a concludere la frase, quasi commossa di nuovo. Draig diceva sempre che tendevo a dare troppa confidenza agli estranei e probabilmente era uno di quei casi, ma sentivo il fortissimo impulso di esserle utile in qualche modo, di proteggerla. Avrei atteso quello che avesse voluto fare e se non avesse voluto parlare subito l'avrei portata a casa, con il Rotolo, seguendo il piano originale.
    Una volta compiuto il viaggio istantaneo raggiungemmo Draig, che si presentò subito con la solita cordialità.
    Mi chiamo Lilje. Piacere di conoscerti, Draig, grazie per l'ospitalità.
    Scusa se comunico in questo modo, sono muta. Ma posso scrivere se rischio di svegliare la bambina! Solo che non ho carta e penna.

    Oh, certo, te le passo subito. La bambina ha il sonno leggero, ma non così tanto, possiamo parlare senza problemi nel modo in cui preferisci.
    Mia moglie fu la più pronta a rispondere e in un attimo prese dal divano un blocco notes, una matita e una gomma. Strappò e lasciò sopra il suo libro i primi tre fogli, su cui aveva preso appunti, probabilmente idee per un nuovo racconto. Aveva scritto fitto fitto, ma aveva anche cancellato tanto. Ero contenta stesse riuscendo a riprendere in mano i suoi progetti, mi piaceva vederla attiva e combattiva.
    Magari andiamo in cucina, così possiamo prendere qualcosa da bere e tu sei più comoda a scrivere sul tavolo, se ti va.
    Proposi di spostarci e se la nostra ospite non avesse avuto nulla in contrario le avrei fatto strada. A quel punto le avrei offerto la scelta tra un tè freddo alla pesca e un succo d'ananas. Io e Draig avremmo preso il primo, ma mi pareva giusto far decidere anche lei.
    Quindi hai detto che ti chiami Lilje. Molto bello come nome. Straniero, dico bene? Parli bene il comune, di dove sei originaria?
    Mentre lei poneva le domande io versai i liquidi nei bicchieri, poi li servii a tavola. Ero curiosa di vedere come si sarebbe trovata Lilje, speravo riuscissimo a farla stare a suo agio. Era una brava ragazza, ne ero sicura, sarei stata ben contenta fossimo riuscite ad aiutarla anche solo un minimo in quello che pareva un periodo tanto duro per lei.
     
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    Non ti preoccupare. Se hai voglia di parlare di qualcosa, però, io ti ascolto volentieri. Non sempre si può aiutare, ma avere qualcuno che ti ascolta spesso serve a sfogarsi. Sempre se vuoi. Anche se ci conosciamo da poco io ti considero già un'amica, in fondo abbiamo ballato e pianto insieme, no?

    Lilje le sorrise, sentendo di nuovo arrivare le lacrime agli occhi, poi scrollò le spalle. Aiko era dolce e gentile e meritava più di un'allegria forzata, ma non poteva e non voleva darle una spiegazione completa, era terrorizzata dal pensiero che sapere quanto in asso era arrivata a cadere l'avrebbe fatta diventare indegna o persino disgustosa agli occhi dell'altra.
    "Shang è abituato ad avere sempre tutto quello che vuole e non ci sono molte persone o cose per cui si preoccupi." Spiegò attraverso la sua innata. "Stasera era preoccupato per me perché si è accorto che avevo pianto e perché da quando sono stata male è la prima volta che mi allontano da lui e in più mi sono rifiutata di assecondare il suo lato possessivo restando qui o invitandolo a venire con me. Non è bravo a reagire a nessuna delle due cose e perciò si è comportato come hai visto. Non volevo ferirlo. Voglio soltanto qualcosa di mio." Confessò, alzando lo sguardo per cercare gli occhi di Aiko come chiedendole silenziosamente se fosse tanto sbagliato cercare di creare un rapporto d'amicizia che appartenesse soltanto a lei.
    Detto quello, per lei il discorso era concluso e andarono a casa della musicista.

    Avere carta e penna la fece sentire subito più a suo agio, ma immediatamente si vergognò all'idea del suo linguaggio stentato e non seppe decidersi se continuare ad utilizzare o meno l'innata. Per il momento decise di sì, soprattutto dopo essere arrossita alle parole di Draig sulla sua capacità di parlare il comune.
    Prese a sua volta il the alla pesca e sperò che non si offendessero se non toglieva il velo neanche per mangiare o bere e si limitava ad ainfilare la mano sotto di esso. Abbassarlo avrebbe significato un'intimità che ancora non condividevano e non era pronta a tale imbarazzo.
    Grazie. Col parlato me la cavo meglio se non sono parole che si usano poco, ma non riesco bene a scrivere. In realtà è un po' imbarazzante, ho chiesto le cose per farlo, ma non sono per niente brava. La persona che ha tentato di insegnarmi si infurierebbe se sapesse quanto poco ho imparato." Confessò tamburellando sul tavolo per creare un suono da poter trasformare in parole tramite l'innata. "Vengo dal ghiaccio. Vicino al posto che chiamate Yuki. Non è tanto lontano, ma è tanto diverso. Voi siete tutte e due del continente?"
     
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