Romanzo di deformazione

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    Ottenimento della Specializzazione Medica di livello 1





    I ninja medici sono così fighi! La piccola Emma pensava questo mentre guardava l'uomo allontanarsi insieme ad altri shinobi, dopo che questi aveva curato in pochi istanti una sbucciatura di ginocchio di un suo compagno di giochi. Aveva sempre ammirato quella categoria, del resto la sua adorata mamma lo era, per quanto di basso livello, però dopo averne visto uno all'opera... pur avendo solo sette anni si innamorò.
    Lei giocava sempre con i suoi amici ai ninja e si divertiva a fare il medico anche lì, ma adesso non le bastava più giocare soltanto. Il futuro non era sufficiente, voleva il presente. Voleva tutto e subito, cosa non tanto strana per una bambina, ma aveva di certo una determinazione fuori dal comune per la sua età. Assillò sua madre per poter leggere i libri su cui lei aveva studiato e non si arrese neanche quando si rese conto che erano incomprensibili per una bimba. Alla fine la genitrice dovette arrendersi e cercare qualcosa che andasse bene per la sua piccola. Dopo qualche giorno di ricerca tornò a casa con un bel librone sugli apparati del corpo umano. C'erano tante belle immagini e i nomi erano chiari. Le spiegazioni erano un po' infantili, ma i dati c'erano tutti.
    Emma passava ore a studiarlo e imparare tutti i nomi, nel giro di un mese sapeva tutto a memoria. E, ingorda di novità com'era, non le bastava più solo leggere. La madre le comperò un altro librone sugli organi, ma ormai la bambina si sentiva già pronta per iniziare un addestramento vero e proprio.
    Rukia non era un'insegnante, aveva a malapena le competenze per curare un po' di ferite, quindi l'idea di guidare un'allieva, oltretutto così giovane, le sembrava piuttosto assurda. Però non era in grado di dire no alla luce dei suoi occhi e pur di passare del tempo insieme a lei accettò di provarci. L'argomento di quelle piccole lezioni era il cerotto di chakra, non solo la forma più semplice di arte medica, ma anche quella più simile all'ideale di un bambino di cura. Purtroppo la scelta si rivelò inadeguata e la donna dovette rinunciare dopo un paio di tentativi estremamente fallimentari. Decise dunque di provare con qualcos’altro, la delusione di sua figlia era uno sprone più che sufficiente a convincerla.
    Ripescando tra le sue abilità più basilari Rukia ritrovò quella che anche per lei era stata la prima ad essere appresa, il Disinfettante di Chakra. Spiegò più e più volte la base teorica del disinfettante e anche se Emma non comprese tutto riuscì ad avere un’idea basilare di quello che avrebbe dovuto fare. Era la prima volta che usava il suo chakra, non aveva mai ricevuto un’istruzione su quello, ma con l’aiuto della madre riuscì a capire come doveva rilasciare la sua energia. Facevano queste piccole lezioni quasi ogni giorno, ma la bimba ci mise all’incirca una settimana a capire come doveva rilasciare il chakra, più di due a produrre qualche risultato pratico. Creare un piccolo liquido era qualcosa di estremamente complicato per una come lei, sia per l’età che per la mancanza assoluta di addestramento in qualsiasi cosa riguardasse il chakra. Un paio di volte attivò per sbaglio persino una proto-versione del Rivolo, la tecnica basilare del Suiton, mostrando quindi una propensione a quell’elemento che sfuggì a tutti quanti ancora per qualche anno. Alla fine del mese Emma fu in grado di ottenere i primi successi come disinfettatrice. Sua madre spesso si faceva qualche taglietto sulla mano, che la bimba poteva usare come banco di prova, salvo poi curarsi da sola in un secondo momento. Le due avanzarono fino a trattare anche ferite un po’ più serie, ma non andarono mai oltre i danni moderati. Rukia non voleva spaventare la sua bambina e non voleva esporla a un qualcosa a suo avviso pericoloso. La giovanissima apprendista dal canto suo era al settimo cielo e avrebbe più volte mostrato ai suoi compagnetti di giochi le sue prodezze. Prima ancora di diventare ninja Emma aveva fatto i suoi primi passi da medico e questa sarebbe stata una costante della sua vita.


    Medica
    "Laddove c'è una mano che ferisce ci sarà sempre bisogno di una mano che cura". Così un antico detto esprime l'importanza delle arti mediche. Gli shinobi addestrati in questo campo si contraddistinguono per la forza di volontà, le raffinate capacità intellettuali che gli permettono di incamerare migliaia di nozioni e procedure per usarle efficacemente alla bisogna, la ferrea concentrazione del proprio chakra ed uno spiccato sangue freddo, indispensabile per poter salvare la vita ai propri compagni senza farsi prendere dal panico.

    Livello 1
    -- Disinfettante di Chakra: il ninja è capace di creare tramite il chakra una speciale sostanza in grado di disinfettare le ferite e stabilizzarle così che non peggiorino.
    [5 chakra per ogni ferita]
    -- Conoscenze, prima infarinatura: Il ninja ottiene una iniziale infarinatura in anatomia circa la suddivisione in sistemi ed apparati del corpo umano.

     
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    Emma aveva dieci anni quando riprese con impegno i suoi studi medici. Da un anno e mezzo frequentava l’Accademia, con risultati tutto sommato nella media, ma a interessarle davvero non erano quelle lezioni su sigilli, ninja leggendari e teoria base del chakra. Lei voleva diventare medica e per questo spesso studiava di nascosto testi pensati per adolescenti. Faceva sempre un po’ di fatica a comprendere tutto, a volte doveva rileggere più e più volte qualcosa prima di capire davvero dei passaggi complessi. Queste difficoltà riuscivano solo ad aumentare la sua determinazione e più volte si fece regalare libri di questo genere al posto di giochi, per compleanni o feste varie. Leggere questo tipo di testi era il suo hobby preferito e gli effetti chiaramente si vedevano. La conoscenza abbozzata di sistemi e apparati si approfondì sempre più, pur con i limiti dettati dalla sua giovanissima età. Riuscì pure a capire qualche elemento basilare della biochimica, una materia che di cui i suoi coetanei probabilmente non immaginavano nemmeno l'esistenza. I concetti si solidificarono abbastanza in lei, anche se non erano ancora conoscenze degne di una professionista, ovviamente.
    Durante i primi mesi in cui lei frequentò l’Accademia, i suoi genitori erano particolarmente occupati con la loro professione di ninja, per quanto avessero il grado minimo era un periodo di lavoro intenso al villaggio. Però la fortuna diede una mano alla piccola Emma, prendendo la forma di un incidente che capitò alla madre. Rukia si ruppe un braccio in missione e, per quanto la ferita fosse stata curata tempestivamente, l’arto non rispose bene per un po’ e richiese un periodo di riposo per riprendere a funzionare al meglio. Durante le settimane che furono concesse come congedo alla giovane donna, lei e Emma poterono finalmente passare un po’ di tempo insieme. E come ovvio la bambina insistette per riprendere quello che era il suo passatempo preferito, ovvero lo studio della medicina. Lessero un po’ insieme un capitolo sullo stomaco e la giovanissima si fece aiutare dalla madre in alcuni passaggi ostici, ma ben presto venne fuori quello che era il suo reale desiderio. Lei voleva apprendere qualche altra abilità scintillante come quella che aveva imparato tre anni prima. La donna ci pensò un po’, poi alla fine non seppe resistere e l’accontentò. Visto che l’ultima volta aveva fallito era in dubbio se presentarle di nuovo il Cerotto di chakra. Dopo una breve riflessione, alla fine scelse proprio quello, più per mancanza di alternative che altro. La spiegazione teorica andò sciolta, non c’era niente complicato concettualmente, era mettere in pratica tutto quanto l’aspetto più difficile. L’apprendimento fu più tormentato rispetto a quello del disinfettante, non solo per la maggiore difficoltà dell’oggetto dell’allenamento, ma anche per una caratteristica particolare di esso. L’abilità appresa l’anno precedente consisteva infatti nel produrre un liquido speciale, ma questo era risultato più affine alla natura di Emma, dato che possedeva il Suiton come elemento primario, per quanto non lo controllasse ancora. Emettere chakra in forma fisica le venne molto più difficile, l’energia semplicemente non si rapprendeva come dovuto. Ci vollero tantissimi tentativi per farcela, dato che la ragazzina non possedeva una conoscenza più che basilare su come maneggiare il proprio chakra spesso non riusciva a emetterlo nella maniera migliore e in questo modo il controllo risultava pessimo. Oltretutto il fisico della bimba non era ancora sviluppato al massimo, ovviamente, quindi non poteva allenarsi mai per molto tempo. Quando la madre dovette rientrare in servizio Emma era vicina a padroneggiare il Cerotto, ma non ci era riuscita ancora del tutto. Rukia dovette quindi fare un po’ di salti mortali per riuscire a continuare con le sue piccole lezioni e soprattutto per non farsi vedere dal marito, sapendo che lui non avrebbe approvato. La bambina però non condivideva questa consapevolezza e questo fu un gran bel problema. Emma completò l’apprendimento del Cerotto due settimane dopo, ma fece un grave errore, che solo per puro caso era stato evitato anni prima. Volle mostrare i risultati di cui era tanto fiera al suo papà.


    Medica
    "Laddove c'è una mano che ferisce ci sarà sempre bisogno di una mano che cura". Così un antico detto esprime l'importanza delle arti mediche. Gli shinobi addestrati in questo campo si contraddistinguono per la forza di volontà, le raffinate capacità intellettuali che gli permettono di incamerare migliaia di nozioni e procedure per usarle efficacemente alla bisogna, la ferrea concentrazione del proprio chakra ed uno spiccato sangue freddo, indispensabile per poter salvare la vita ai propri compagni senza farsi prendere dal panico.

    Livello 2
    -- Cerotto di Chakra: Il ninja è capace di creare un sottile strato di chakra da applicare sopra ad una ferita in modo da arrestare l'emorragia.
    [10 di chakra]
    -- Conoscenze, di base: Il ninja approfondisce le sue conoscenze in anatomia, studiando più nello specifico le funzioni dei singoli organi all'interno di sistemi ed apparati, portando le sue conoscenze ad un livello intermedio. Inoltre apprende le basi della biochimica.

     
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    Allenamento solitario





    Daiichi rimase di certo impressionato dalla perizia con cui la sua bambina eseguì il cerotto di chakra, ma non si complimentò con lei. Era preso da mille pensieri in quel periodo e dovendosi confrontare con il talento di lei si sentì di aver perso il controllo della figlia in cui riponeva molte aspettative. Chiese come mai non avesse fatto progressi anche con le arti ninja, strattonò Emma per ottenere risposte su chi le avesse insegnato quelle cose a suo avviso inutili. La bambina, impaurita ma testarda, riuscì a tenere duro e non rivelare il nome della madre, ma l'uomo comunque capì.
    Da domani ti tolgo da quella gabbia di incapaci che è l'accademia. Mi prendo io carico di te, altrimenti non inizieranno a insegnarti nulla prima dei trent’anni.
    E così fu, il padre si prese un lungo permesso e iniziò dai giorni successivi a fare lezione ogni mattino e ogni pomeriggio alla povera Emma. Non aveva alcuna conoscenza di pedagogia e anche le sue limitate capacità come ninja erano legate ad una pratica costante, non sostenute da una base teorica solida. Spinse costantemente al limite la bambina, obbligandola a esercizi fisici durissimi e a un addestramento sui ninjutsu che non teneva in minimo conto le predisposizioni e i limiti della figlia. Lei, dal canto suo, all'inizio era contenta di questa possibilità. Come tutte le bambine ammirava suo padre, le sembrava fortissimo, era felice di poter passare del tempo con lui per la prima volta da quando era nata.
    Si ricredette presto, l'uomo era ossessivo, severo e privo di qualsiasi freno morale. Quando scoprì che la bimba aveva il suiton come elemento primario la picchiò per la prima volta, in preda ad un raptus isterico, anche se poi si scusò con lei. Il danno però era fatto e da quel momento la fiducia di Emma nel padre declinò rapidamente, così come l'affetto filiale. Daiichi lo comprese, persino un folle come lui riuscì a notarlo, ma dopo lo shock iniziale si convinse di aver agito solo per il bene della famiglia. Decise che la cosa giusta da fare fosse spingere ancora di più Emma al limite, perché solo così avrebbe potuto farle sviluppare lo Sharingan, quell'abilità oculare che avrebbe messo tutte le cose al posto giusto. Una volta ottenuta, la figlia avrebbe capito, si disse, e l'onore del loro clan sarebbe stato ristabilito. Da quel momento iniziò una lunga serie di allenamenti che arrivavano sovente ai limiti della tortura. Emma non si ribellò mai, sentiva il peso delle responsabilità che il padre le metteva sulle spalle ed era convinta che quella situazione non sarebbe durata a lungo.
    Tutte le mattine il padre tirava giù dal letto la giovane quasi all'alba, le faceva fare un lungo riscaldamento e alcuni esercizi di potenziamento muscolare. Poi i due facevano dei piccoli match di sparring perché lei acquisisse una padronanza del combattimento uno contro uno, solo che spesso con la scusa dell'allenamento il padre infierì sulla giovane con colpi dalla forza inappropriata alla situazione. Non si accorgeva che stava sfogando le sue frustrazioni sulla figlia ed era ancora convinto che fosse tutto per il suo bene. Lei dal suo canto aveva iniziato a non credere più per niente a quelle parole, a quelle giustificazioni. Cercava spesso di fingersi malata, ma non sempre veniva creduta. La madre non si accorse di nulla, si fermò a quanto le veniva detto, prendendo per vere realtà facilmente identificabile come false.
    Altri esercizi promossi dal padre si incentrarono sui ninjutsu Suiton, elemento di cui il padre aveva copiato qualche tecnica con lo sharingan, nello specifico Muro Acquatico e Arma d’Acqua. Spinse con la forza determinate conoscenza nella testa della figlia, incurante delle sue difficoltà. Pur essendo un disastro con le arti illusorie provò a inculcarle ad Emma, che però apprese poco o nulla, a causa dell'incapacità del maestro. Ma il reale interesse dell'uomo era verso lo sharingan, la soluzione a tutti i mali secondo lui. Sapeva che per sbloccarlo c'era bisogno di un trauma emotivo e quindi si procurò di fornirne numerosi alla giovane. Un paio di volte la ridusse quasi in fin di vita, per poi portarla in ospedale fingendo un incidente. La abbandonò in un bosco, per farle sentire la paura e il brivido di lottare per la propria sopravvivenza. Travestito da bandito minacciò la madre, sperando di provocare una reazione violenta tale da sbloccare il potenziale nascosto della bambina. In quell'occasione lei mostrò proprio gli effetti di quegli allenamenti folli, oltre ad uno sprazzo del suo talento. Ebbe la meglio sul padre e per poco non lo uccise con una spada dall'aspetto grezzo, creata con l’Arma d’Acqua. Lui sciolse la trasformazione in tempo e lei ebbe la tentazione di pugnalarlo lo stesso. Dopo questo episodio lui iniziò ad aver paura della figlia, lo sguardo di lei mentre lo teneva sotto tiro era stato a dir poco feroce e non era cambiato nemmeno dopo che lui era ritornato al suo aspetto normale. Per questo motivo accettò di terminare gli allenamenti e permetterle di dare l'esame genin, seppure un po’ a malincuore inizialmente. Emma era molto più preparata dei ragazzi della sua età, lo avrebbe passato senza problemi.


    Arte dell'Acqua: Muro acquatico (Suiton: Suijinheki)
    Tipo: Ninjutsu
    L'acqua è un elemento misterioso che si pone a metà tra terra e fuoco: buono per attaccare e buono per difendere.
    L'utilizzatore crea un muro d'acqua dalla bocca che protegge dalle Katon, dalle armi da lancio o dagli attacchi di Taijutsu più semplici. Solitamente assume l'aspetto di una barriera che si posiziona di fronte al ninja, ma può essere esteso cilindricamente a 360° con una protezione inferiore. Dura solo per un attacco, poi bisogna rievocarlo. Spendendo il relativo chakra è possibile creare due o più muri d'acqua per aumentare ancora di più la protezione, ma tale abilità è applicabile soltanto dai ninja più esperti.
    [Il muro 360° ha Resistenza 10]
    [Il muro ha Resistenza 20]
    [Ogni muro aggiuntivo ha Resistenza +30 (+15 se è a 360°)]
    [Il Muro è alto 2 metri, largo 1 e spesso 30 cm]
    [max 2 muri: livello 10]
    [max 3 muri: livello 20]
    [Fonte Richiesta: Media]
    [Sigilli: Tigre, serpente, topo (1 muro) + serpente (2 muri) + tigre (3 muri)]
    Consumo (per muro): 20 se in prossimità d'acqua sufficiente, 25 se non c'è
    muro-d%27acqua

    Arma d'acqua (Mizukuri no Yaiba)
    Tipo: Ninjutsu
    La necessità sempre più insistente di avere un’arma con sé ha fatto sì da sviluppare armi fatte esclusivamente d'acqua, diventando così nell’immaginario comune una vera e propria tecnica. L'incredibile duttilità del suiton ha convinto gli shinobi a sviluppare sempre di più questa tecnica arrivando a creare qualunque cosa.
    L'utilizzatore genera un'arma acquatica, stranamente resistente e solida nonostante possa sembrare soltanto liquida. Non ha particolari effetti, ma è molto versatile nella creazione: può infliggere danni contundenti, da perforazione, da taglio in base al tipo di arma che si intende creare. In un confronto con arma bianca risulta meno resistente.
    [La taglia delle armi segue la stessa logica delle comuni armi bianche]
    [Le armi create causano danni in base all'arma creata]
    [Le armi scompaiono dopo circa 10 secondi che hanno perso contatto con l'utilizzatore]
    [Le armi hanno Resistenza 15]
    [Le armi di dimensioni Piccole e Medie richiedono una fonte d'acqua piccola, le armi di dimensioni Grandi richiedono una fonte d'acqua media. Nel caso non si abbia a disposizione una fonte adeguata si può utilizzare lo stesso la tecnica, però con un consumo maggiorato del 50%]
    Consumo: 10 (piccola) 20 (media) 30 (grande)[se ne possono creare anche due]
    Mantenimento: 5/10/15 ad arma
    arma%20d%27acqua

     
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    Allenamento molto ben fatto, ottimo senso dell'allenamento, unico "neo", se così si può dire, un paio di refusi. 9/10

    Exp: (9*5)/15= 3 exp
     
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    Così fu ed Emma ottenne il suo coprifronte senza patemi d’animo. Aveva solo dodici anni, ma fare quel passo cambiò molte cose. Non era più succube dei suoi genitori, aveva una dose di autonomia mai sperata prima. E poté riprendere gli studi che aveva interrotto in precedenza, senza che nessuno potesse impedirglielo. Si comprò da sola i libri e iniziò a leggerne anche di parecchio avanzati. La biochimica, di cui prima aveva solo pochissime competenze un po’ appiccicaticce, in breve tempo divenne terreno di conquista di nozioni sempre più complesse. L’anatomia era padroneggiata quasi del tutto, più di qualsiasi altra ragazzina che si era costruita da sola la sua preparazione. Qualcosa stava cambiando in Emma, con il crescere dell’età, ma la passione per la medicina rimase immutata. Il corpo umano, questa macchina per certi versi così perfetta e allo stesso tempo così fragile... la giovane ne era affascinata, un fascino che si faceva diverso da quello provato in precedenza.
    Continuò in ogni caso la sua opera da autodidatta per quanto poté. Capì però che, se poteva battere quella strada ancora e ancora, presto o tardi si sarebbe scontrata con un muro. Senza un maestro non avrebbe mai acquisito quelle conoscenze e capacità che desiderava tanto, c’era poco da fare. Sapeva dei numerosi centri di ricerca, ma era possibile per una come lei accedere a qualcosa del genere? Era troppo giovane, troppo scarsa come ninja, troppo povera. Non aveva i giusti contatti, ma aveva qualcosa che in effetti poteva tornarle utile: un cognome altisonante.
    Fu così che, con una dose di sfacciataggine notevole, la giovane si presentò alla porta di uno dei meno conosciuti centri di ricerca privata del Paese, che si trovava a pochi chilometri dal villaggio. Si trovava all'interno di un edificio poco appariscente e che appariva quasi poco curato, così diverso da quelli che aveva visto nel centro di Taki. L’aveva fondato un tal Madaraki ed era gestito soltanto da lui e da una infermiera dall’aspetto fin troppo tonico. L’uomo, all’apparenza un giovane sulla trentina, rise alla presentazione della piccola e le fece conoscere sia la sua collega che l’uomo su cui stava lavorando, un ibrido gigante, mezzo uomo e mezzo ragno, che aveva nome quasi impronunciabile. A Emma fu concesso di fare un giro nell’edificio e si sorprese a vedere tecnologia avanzata e enormi biblioteche di testi medici in una bettola del genere. Ne rimase completamente rapita, sarebbe arrivata anche lei un giorno a poter lavorare in un posto del genere? Proprio per questo motivo fu delusissima quando, al termine del tour, le fu detto che non avrebbe potuto fare tirocini o cose del genere laggiù. Il lavoro era poco ed essendo commissionato dal villaggio stesso aveva un livello di segretezza maggiore. L’uomo fu però molto gentile e diede un foglietto alla giovane. C’era il nome di un uomo, un medico in pensione che a sua detta aveva un debito con lui.
    Un futuro medico del clan Uchiha va aiutato sempre e comunque, dico bene?


    Il medico in pensione indicato da Madaraki si chiamava Roman Kurokawa, un sessantenne un po' burbero che in passato era stato anche Jonin, ma che aveva abbandonato la professione ormai da diversi decenni. Il fisico era ancora imponente ed Emma si ritrovò a pensare che doveva essere stato proprio un bell'uomo, tempo addietro. Quando vide la ragazzina e capì da chi era stato incastrato si mostrò estremamente infastidito, ma disse di non aver scelta.
    Quindi vuoi diventare un medico o un ninja medico, bimba? Sii chiara!
    Emma chiaramente propendeva per la seconda, era il suo sogno da una vita. Disse anche di avere alcune basi e mostrò quanto fosse brava con disinfettante e cerotto di chakra.
    Mmm, nulla di impressionante, ma siamo sulla strada giusta. Vediamo come te la cavi con la teoria.
    Roman iniziò dunque una sorta di interrogatorio e se le abilità della giovane erano effettivamente non superiori alle attese, così era invece per le conoscenze teoriche. Tutte quelle ore di studio avevano avuto il loro effetto. Lui comunque nascose la sorpresa, non voleva che la sua allieva si sedesse sugli allori. Inconsciamente si stava adattando in fretta all'idea di tornare in corsa e di darsi da fare, del resto con una studentessa così volenterosa era difficile sentirsi davvero indifferente. Gli ricordava la sua giovinezza, aveva il suo stesso identico fuoco.
    Bene, prima di passare alle tecniche di cura vere e proprie dobbiamo assicurarci che tu non sia troppo dipendente da esse, che tu sappia cavartela in situazioni complicate.
    Roman spiegò accuratamente gli obiettivi che si prefissava di ottenere. Entro un mese lei doveva divenire esperta nel pronto soccorso, ovvero nel fornire cure rapide ed efficaci senza l'uso di chakra, perché in alcune situazioni era la soluzione migliore. Doveva essere in grado di affrontare ferite di entità piuttosto alta senza scomporsi. Il sangue freddo era uno dei requisiti fondamentali di un ninja medico, forse quello più importante insieme all'affidabilità.
    La settimana seguente fu dedicata totalmente alle spiegazioni teoriche, quelle più facili da affrontare per Emma, poi quando si passò alla pratica successe qualcosa che lei non si aspettava di certo. Visto che non avevano a disposizione pazienti o cavie su cui provare, Roman iniziò a ferirsi da solo per dare possibilità alla ragazzina di provare quello che stava imparando. A quanto pareva l’uomo soffriva di CIPA, un disturbo genetico che gli impediva di sentire il dolore come le altre persone. Sembrava assurdo, ma era il metodo più rapido, secondo l'uomo. Inoltre motivò lei, visto che il suo maestro si stava mettendo in gioco in prima persona non poteva deluderlo. Imparò dunque in poco tempo a riconoscere la tipologia di ferita e a prendere i giusti provvedimenti. Un taglio lungo era diverso da una perforazione un po' profonda. Senza contare le ustioni, che seguivano regole totalmente diverse e avevano altre necessità. Bisognava impedire le infezioni e assicurarsi che il paziente non facessi movimenti nocivi, ogni dettaglio era fondamentale e lei capì quanto fosse difficile ma importante tenere tutto sotto controllo. Imparò a gestire le ferite piuttosto gravi in sempre meno tempo, arrivando a metterci una decina di secondi. Per quelle più pesanti era necessario molto di più, circa mezzo minuto, ma la cosa era normale. L'uomo le aveva spiegato per bene quanto il tempo fosse cruciale in situazioni critiche, quanto potesse fare la differenza tra la vita e la morte, ma era stato anche attento a farle capire che la fretta era uno dei nemici più spietati di un medico militare. Una cura anche solo lievissimamente imprecisa poteva costare carissimo al paziente. Proprio per questo l'allenamento doveva essere così intensivo, lei non doveva permettersi niente di meno della perfezione, se voleva prendersi in carico la vita di suoi commilitoni. Proprio per questo doveva anche imparare a comunicare adeguatamente con loro, a spiegare a dovere cosa potevano fare e cosa, cosa avrebbe distrutto tutti i benefici, cosa avrebbe fatto peggiorare la situazione. Anche l'aspetto umano aveva il suo peso e non andava sottovalutato.
    Molto bene, hai superato le mie attese. Dovrai comunque continuare ad esercitarti su questo, ma adesso passeremo ad abilità che richiedono un buon controllo di chakra. Te la senti di iniziare subito?
    Non desidero altro.



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    Livello 3
    -- Pronto soccorso: Il ninja è capace di curare (bendare, fasciare in modo che non si infetti, ecc) una ferita grave in 1 turno; inoltre è capace di trattare, in 3 turni, una ferita critica riducendone l'impatto sulle prestazioni globali del paziente. Se il trattamento ha termine il paziente sarà nuovamente in grado di combattere (quindi la critica dà gli stessi malus di una grave), ma basterà anche una sola ferita di entità moderata alla parte interessata a ad annullare i benefici di questo trattamento.
    Conoscenze, intermedie: Il ninja amplia le sue conoscenze in fatto di biochimica ed anatomia, ottiene inoltre basi nella fisiologia, ovvero il funzionamento degli organi.

     
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    Emma fremeva all’idea di iniziare a lavorare sulle Mani Curative. Aveva letto e riletto un sacco di cose a riguardo, anche se chiaramente non si entrava nel dettaglio. Era una tecnica che non si poteva apprendere da soli, dopo più di un fallimento la ragazza ormai lo aveva capito fin troppo bene, per questo era così eccitata. Roman era più cauto, sapeva che molti non riuscivano a superare mai questa prova e quindi non poteva permettersi di mettere troppa pressione su quella che era comunque solo una dodicenne, per quanto di talento. Per quanto brusco nei modi era un uomo molto sensibile e sincero, non voleva che la sua prima allieva dopo così tanto tempo rimanesse ferita.
    Prima di partire dobbiamo essere sicuri che tu abbia la giusta base teorica. Le Mani Curative in qualche maniera sono assimilabili ai ninjutsu, hanno un elemento possiamo dire “magico”, ma sono anche ben inquadrate in tutto il terreno scientifico che abbiamo esplorato finora. Si tratta di stimolare quella rigenerazione che è naturale per tutte le cellule, farlo in una maniera da accelerare radicalmente la cura. Un taglietto può guarire in una settimana, mentre un osso rotto può impiegare anche alcuni mesi, se ingessato a dovere. Con le mani curative invece il tempo si riduce al campo dei secondi. In dieci una piccola escoriazione, una contusione più forte in mezzo minuto. Questi sono gli obiettivi che ci poniamo. Non sarai in grado di curare ferite troppo gravi, è ancora presto, ma pian piano arriverai anche a quello, se avrai la giusta determinazione.
    Il resto della lezione fu passato leggendo alcuni passi presi da libri di testo molto più avanzati rispetto a quelli su cui Emma era riuscita a mettere le mani. Si sentiva come una bambina in un parco giochi a leggere tutte quelle cose complicate e con l’aiuto del maestro riusciva a capire tutto subito. Cosa poteva volere di più?
    Nei giorni successivi iniziarono anche le lezioni pratiche. Ancora una volta il maestro si propose come cavia, il suo disturbo lo rendeva perfetto per questo ruolo e aveva idee particolari a riguardo del percorso utilizzato di solito dagli altri insegnanti.
    Gli altri iniziano lavorando su materiale organico non umano, tipo pesci. A me sembra un controsenso, doversi imparare l’anatomia di un altro animale è una perdita di tempo, se si può passare direttamente agli umani. Tanto non saranno due graffietti ad ammazzarmi!
    Solitamente usava kunai per ferirsi e poi offriva la parte colpita alla sua allieva, che doveva dunque darsi da fare per iniziare la cura. L’inizio fu davvero ostico, il chakra medico era diverso da tutti quegli altri che la ragazza aveva imparato pian piano ad usare. Era complicato creare una sostanza biomedica che stimolasse intensamente le cellule del corpo. I primi due giorni si conclusero con un niente di fatto e la ragazza si demoralizzò un po’. La reazione seguente fu però colma della testardaggine tipica della sua età. Fotocopiò diversi libri del maestro e studiò fino alla noia quelle pagine. Iniziò anche a farsi da sola dei piccoli taglietti, la sera, per poi tentare di lavorarci. Le piaceva la visione del sangue, era in qualche maniera affascinante. Così rosso e denso, aveva un’eleganza che nessun altro liquido aveva. Ma era soprattutto il simbolo del potere che voleva ottenere, quello di fare la differenza, quello di poter decidere chi vive e chi muore. Lei era comunque un ninja, le era già capitato di ferire e sapeva che prima o poi le sarebbe successo di dover uccidere qualcuno. Non le piaceva l'idea, ma era venuta da tempo a patti con la cosa. Ora però l'idea di avere vita e morte letteralmente sul palmo della sua mano le sembrava un sogno conturbante, una fascinazione che per il momento negò a se stessa subito e cercò dunque di soffocare sul nascere.
    Oh, finalmente ci siamo!
    Quando vide le due labbra della ferita unirsi, annullando il sanguinamento e facendo tornare il luogo colpito molto simile a com’era prima, Roman si lasciò sfuggire un’esultanza soddisfatta, segno di quanto iniziasse a tenerci sempre di più alla sua allieva. La dose extra di allenamenti aveva avuto effetto e finalmente la ragazza aveva mostrato il primo successo. Il chakra medico c’era, anche se era instabile e molto meno efficace del dovuto. Avevano ancora parecchio da lavorare, ma il punto di partenza era lì.




    Medica
    "Laddove c'è una mano che ferisce ci sarà sempre bisogno di una mano che cura". Così un antico detto esprime l'importanza delle arti mediche. Gli shinobi addestrati in questo campo si contraddistinguono per la forza di volontà, le raffinate capacità intellettuali che gli permettono di incamerare migliaia di nozioni e procedure per usarle efficacemente alla bisogna, la ferrea concentrazione del proprio chakra ed uno spiccato sangue freddo, indispensabile per poter salvare la vita ai propri compagni senza farsi prendere dal panico.

    Livello 4
    -- Mani curative (1): Sfruttando il chakra nella giusta maniera il medico riesce a stimolare la rigenerazione cellulare. Tempi di cura e gravità massima di ferite da trattare indicata in fondo. Non è ancora possibile usare questa tecnica in combattimento.




    Tabelle per le mani curative:

    Turni necessari per curare una ferita:

    Livello
    Ferita12345
    Lieve11111
    Moderata32111
    GraveX3211
    CriticaXX321
    MortaleXXX32


    Consumo a turno:
    Livello
    Ferita12345
    Lieve3025201510
    Moderata4035302520
    Grave-45403530
    Critica--504540
    Mortale---5550
     
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    Ottenimento della Specializzazione Medica di livello 4 (post 2)





    Da quel momento in poi quasi tutti gli sforzi di Emma si concentrarono sul miglioramento delle Mani Curative. Gli allenamenti su ninjutsu e affini non le interessavano e per la prima volta passava nettamente in secondo piano anche lo studio teorico. Del resto aveva lavorato tanto per sbloccare il chakra medico, se non riusciva a renderlo utilizzabile che senso aveva? Per il momento riusciva a curare le ferite più lievi sempre, anche se molto spesso mettendoci più tempo e più energie del dovuto. I danni di entità media invece non erano ancora padroneggiati, la ragazzina li riusciva a riparare solo una volta su tre, circa. In alcuni di questi casi, poi, tutto quello che riusciva a fare era ridurre la gravità della ferita, senza farla sparire del tutto come avrebbe dovuto. Insomma, non propriamente quello che sperava di ottenere dopo così tanti sforzi e sacrifici.
    La testardaggine però non le mancava, motivo per cui continuò a provare e riprovare. Sfruttava il fatto che Roman si ferisse senza troppi problemi e a casa si diede all’autolesionismo più spinto pur di avere occasioni di pratica. Le capitava poi spesso di fermarsi al parco per curare le sbucciature dei bambini più piccoli o ai campi di addestramento per usare gli altri ninja come cavie. In alcuni casi partecipò a scontri amichevoli con l’unico obiettivo segreto di provocare e subire ferite su cui poter lavorare. Ormai si era abituata al dolore, non le faceva più paura come un tempo, anzi ne sentiva quasi un fascino che non riusciva bene a razionalizzare. Fare male agli altri poi era molto più divertente di quanto osasse ammettere, motivo per cui pian piano intensificò i modi dei suoi allenamenti. In missione poi si faceva ancora meno scrupoli e più volte le capitò di ferire anche duramente un nemico, per poi cercare una scusa per curarlo a battaglia finita.
    Proprio in una di queste occasioni si trovava da sola a dover catturare un ladruncolo, visto che la sua squadra si era divisa per proteggere più di un luogo alla volta. Una volta sconfitto e gambizzato con un paio di kunai ben piazzati nelle ginocchia, la ragazzina prestò un pronto soccorso rapido al criminale, ormai svenuto, e lo legò. Poi però decise che sarebbe stato stupido non approfittare della situazione, poteva effettivamente usare l’omuncolo come cavia senza che nessuno avesse avuto motivo di lamentarsi. Iniziò a prenderlo a pugni e a tagliuzzarlo con un kunai, stando ben attenta a non esagerare l’entità delle ferite. Era in qualche maniera divertente colpire una persona che non poteva reagire e che, tutto sommato, se lo meritava proprio, ma era importante rimanere focalizzata sul motivo reale per cui lo faceva. Una volta creata una mezza dozzina di lividi e tagli di diversa entità, la ragazzina si occupò di curarli, uno alla volta. Per un paio di quelle contusioni dovette ritentare più di una volta, perché il chakra era ancora troppo debole, ma alla fine riuscì a riportare il prigioniero quasi come nuovo, ginocchia a parte. Prova ne fu che quando presentò la sua preda ai compagni di squadra, questi non si accorsero del giochetto messo in atto dalla ragazzina. Certo, ad un occhio vigile magari qualcosa non sarebbe sfuggito, ma in ogni caso la giovane era convinta di non aver fatto niente di male, in fondo in fondo. Oltre a sprecare chakra prezioso durante una missione, ovviamente.
    Questa fu un’occasione più unica che rara, altrimenti non era per niente così semplice trovare condizioni altrettanto favorevoli. In ogni caso questa insistenza quasi ossessiva nel lungo periodo portò a miglioramenti lenti ma costanti. In molti avevano faticato di meno a fare quel passo rispetto a quanto stesse facendo lei e dunque la giovane era decisamente impaziente di poter considerare padroneggiata quell’abilità. Questo successe quasi a un anno e mezzo dall’inizio di quell’addestramento, quando Emma aveva da poco compiuto quattordici anni. Non poteva più considerarsi precoce e anzi il rallentamento subito nell’ultimo periodo era fonte di preoccupazione per lei.
    Tutti noi abbiamo i nostri limiti e in particolare nel nostro campo spesso bisogna progredire prima come ninja e poi come medici, purtroppo. Questa è la maledizione dei ninja medici, un aspetto senza l’altro è impossibile, ricordatelo sempre.


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    Livello 4
    -- Mani curative (1): Sfruttando il chakra nella giusta maniera il medico riesce a stimolare la rigenerazione cellulare. Tempi di cura e gravità massima di ferite da trattare indicata in fondo. Non è ancora possibile usare questa tecnica in combattimento.




    Tabelle per le mani curative:

    Turni necessari per curare una ferita:

    Livello
    Ferita12345
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    Moderata32111
    GraveX3211
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    Ottenimento dell'innata Futton (Introduzione)





    La frase del maestro diede molto da pensare alla giovane Emma. Non aveva mai desiderato più di tanto aumentare le sue capacità belliche, per le missioni che aveva svolto fino ad allora le erano bastate quelle inculcate dal padre gli anni precedenti. Se però ora doveva migliorare le proprie abilità doveva trovare qualcuno che gliele insegnasse, se ne aveva bisogno per la medicina questo era ancora più necessario per qualcosa verso cui sentiva di non essere portata. Si prodigò dunque a trovare una soluzione subito, andando rapidamente ad esclusione. Del padre non se ne parlava proprio, voleva avere a che fare il meno possibile con lui. Anche della madre non si fidava più di tanto, ma individuò una possibile strada poco dopo. Lei non aveva sviluppato l’innata del suo clan, quello degli Uzumaki, ma i suoi genitori erano ancora vivi. Poteva chiedere a loro, magari avrebbero saputo darle indicazioni migliori.
    Fu così che pochi giorni dopo Emma decise di andare a trovare i suoi nonni di nascosto. Li vedeva raramente, da piccola il padre aveva cercato di limitare il loro influsso sulla bambina e adesso che era più autonoma non aveva molta voglia di perdere tempo con quelli che riteneva dei semplici vecchi. Per questo quando la ragazza si recò dalla coppia di anziani questi si rivelarono piuttosto stupiti. Erano due ex ninja, in pensione da moltissimi anni. Il nonno era ormai quasi un vegetale, parlava poco e aveva una pessima memoria, Emma fu molto insoddisfatta nel constatarlo. Sua moglie Hachiko invece era ancora attiva e combattiva, per prima cosa rimproverò alla giovane di non essere venuta a trovarli prima e la interrogò a lungo sullo stato della famiglia. La ragazza fu abbastanza reticente e deviò presto il discorso sulla questione che più le interessava. C’era una qualche abilità innata di famiglia di cui non sapeva nulla?
    Mio marito non ha mai sviluppato il Seikiton e neanche nostra figlia, come sai. Lui non è mai stato un granché come ninja, anche se recuperava in altri aspetti. Io d’altro canto sono stata Special Jonin ai miei tempi, lo sapevi? Il tuo augusto padre parla sempre dell’onore del suo clan e di roba del genere, ma scommetto che non ti ha mai rivelato che in famiglia c’era stata una vecchia gloria del villaggio, vero? Comunque io ce l’avevo un’innata, il mio clan non è famoso come gli Uchiha o gli Uzumaki, ma abbiamo anche noi la nostra dignità. Hai mai sentito parlare del Futton?
    Emma disse di no e la nonna partì con la spiegazione. Il suo clan, quello dei Terumi, era originario di Kiri e vantava persino la discendenza da una leggendaria Mizukage, che si diceva avesse avuto la capacità di sbloccarne persino due, di innate. La giovane si scoprì piuttosto interessata a questa storia, più di quanto si aspettasse. Era come se fosse la riprova dell’inettitudine del padre, cianciava sempre così tanto dell’onore degli Uchiha, come se fossero gli unici al mondo, ma adesso la ragazza aveva l’ennesima conferma che non era così. Ed era anche l’ennesima coltellata nel fianco della stima residua che Emma provava verso sua madre. Proveniva da due famiglie così fighe eppure era scarsa e stupida, si disse.
    Senti, ma per caso vuoi provare a svilupparla?
    Lo sguardo di vivo interesse della giovane non sfuggì alla nonna, che chiese sorniona. Emma annuì e l’altra rimase qualche secondo in silenzio, improvvisamente seria.
    Tuo padre ti ucciderebbe se lo scoprisse.
    Hachiko conosceva molto bene il genero, sapeva cosa aspettarsi. Non aveva mai approvato il matrimonio di Rukia, ma il marito aveva insistito molto e i soldi e il prestigio del cognome dell’uomo avevano avuto la meglio. Aveva avuto modo di rinfacciarglielo molte volte, nel corso degli anni.
    Mio padre non lo scoprirà.
    Emma rispose con tutta la decisione che possedeva. L’interesse era impennato ancora di più quando si era resa conto dell’opposizione del padre. Inconsciamente fare qualcosa contro il suo volere le sembrava giusto. Hachiko notò quella forma di determinazione fin troppo accentuata e ne rise un po’.
    Hai la mia stessa grinta quando avevo la tua età, mi piace! Quando vuoi iniziare?



     
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    Ottenimento dell'innata Futton (post 1)





    Già dal giorno successivo Emma iniziò ad andare più spesso da sua nonna, per ricevere delle lezioni sull’innata di famiglia, nella speranza che i suoi geni contenessero quelle informazioni in potenza. Per farlo doveva dotarsi di accortezza e furtività, non poteva permettere che il padre sapesse che lei stava vedendo regolarmente la famiglia materna, oltretutto per apprendere un’abilità innata diversa dallo Sharingan. Sarebbe stata la fine di quella sorta di tregua implicita che i due avevano stabilito.
    Prima di partire con allenamenti a caso dobbiamo mettere su un po’ di teoria. Sai cos’è un’innata bi-elementare?
    La ragazzina rispose di no e quindi toccò ad Hachiko spiegare. Partì dal fatto che esistevano cinque impronte elementari del chakra, normalmente, ma che alcuni ninja avevano sviluppato la capacità straordinaria di mischiare letteralmente due elementi diversi per crearne uno tutto nuovo. Queste abilità non potevano essere possedute da chiunque, ma solo da chi ereditava per via familiare determinati geni.
    Non so quali altre innate di questo tipo esistano, le combinazioni possibili sono tantissime, ma non è detto che per ciascuna esista un’abilità apposita, credo. In ogni caso quello che ci interessa è che il Futton, l’Arte del Vapore, è una di queste innate. Sai dirmi quali elementi comprende, secondo te?
    Emma pensò ad alta voce, per far sapere alla sua maestra la sua riflessione. Prima di tutto incluse il Suiton, principalmente perché la nonna le aveva chiesto quale fosse il suo elemento primario e ottenuta quella risposta aveva decretato che la ragazza aveva qualche possibilità di sbloccare l’innata. Oltretutto sembrava piuttosto logico che il Vapore fosse formato da acqua, per quanto non avesse studiato approfonditamente la fisica qualcosa lo sapeva. Ricordava anche che era il calore a garantire il passaggio di stato fino a quello gassoso, motivo per cui indicò come sua prima opzione il Katon. Pensò in alternativa anche al Fuuton, come alternativa, visti i punti in comune con l’aria, ma la sua intuizione precedente venne identificata come corretta.
    Brava, mi fa sempre piacere sentire una ragazza che usa il cervello. E se posso dirti sono pure due elementi grandiosi, tra tutti i cinque. Tuo nonno sapeva usare Raiton e Fuuton. Il Vento non è né carne né pesce, il Fulmine è tutto fumo e niente arrosto, fa fare le cose velocemente però poi sono deboli. Il Doton non è male, permette delle buone difese, ma Suiton e Katon sono il meglio. L’Acqua è duttile, puoi farci quello che vuoi, se te la giochi bene. Il Fuoco è potente. Distrugge. Ad un ninja questo serve, fidati di me.
    Emma ascoltò quasi rapita, senza dire nulla. La nonna le spiegò di come il Futton potesse ricoprire vari ruoli, concedendo abilità sia pericolose in battaglia che utilizzabili strategicamente in maniera molto diversa. La ragazzina era esaltata all’idea di potere fare anche lei qualcosa del genere. Fino ad allora la sua concezione di abilità ninja si limitava al poter erigere un Muro Acquatico, tirare qualche kunai e poco altro. Sentì tutta l’emozione di essere alle porte di un cambiamento enorme, quasi una rivoluzione.
    Però dobbiamo procedere un passo alla volta. Prima di tutto devi imparare a usare il Katon.
    Improvvisamente la ragazza fu colta da qualche dubbio. Suo padre aveva tentato mille volte di farle sviluppare quella impronta, ma senza successo. Certo, l’uomo era convinto che dovesse essere per forza l’elemento primario della figlia e voleva risvegliarlo come primo atto della conquista dell’abilità oculare degli Uchiha, ma restava comunque quel mesetto di allenamenti intensivi privi di alcun successo. La nonna richiese fiducia ed Emma si convinse a provarci, nonostante lei non fosse molto ottimista. Ben presto però si accorse della differenza tra i due insegnanti. Niente urla o minacce, niente “ma come fai a non riuscirci” e frasi di questo tipo. E soprattutto niente botte.
    Hachiko spiegava con calma e mostrava più volte quale doveva essere la base del Katon, ovvero la Fiammella. Sembrava effettivamente una tecnica molto semplice, la donna apriva il palmo della mano e da essa scaturiva un piccolo fuocherello dall’aria debole. La nonna convinse la nipote a toccarlo, per rendersi conto di quanto fosse innocuo e dopo un po’ di titubanza lei lo fece, decretando la fine improvvisa della tecnica. La giovane si fece mostrare un paio di altre volte quel jutsu basilare, per essere sicura di averne compreso la natura, poi provò a replicarla. La prima volta fu un buco nell’acqua, non riusciva a immaginare bene la fiamma.
    Non devi semplicemente pensare ad un fuocherello e concentrare, non basta. Ricordati, com’è stata la prima volta che hai creato il Rivolo?
    La ragazzina cercò di riportare alla memoria l’episodio richiesto. Era durante un allenamento con il padre, dopo l’ennesimo tentativo fallimentare di sbloccare il Katon. Aveva lasciato fluire il chakra come un fiume in piena e l’acqua era iniziata a scorrere dalle sue mani.
    Eccolo! Proprio così. Il Suiton è impetuoso. Si adatta alla forma che vuoi tu, come qualsiasi liquido, ma se lo lasci scorrere senza freni è in grado di essere violento e potente come poche altre cose al mondo. Il Katon è diverso. È devastazione che parte dall’interno, è corruzione. Raccogli tutti i sentimenti, di qualsiasi tipo siano, e li lasci esplodere fuori, senza limitazioni. Questa è la maniera più semplice, ma se non funziona troveremo alternative.
    Emma annuì, anche se non era sicura di aver capito bene. Cercò di convogliare tutto il desiderio che provava in quei giorni, la sua determinazione. Voleva sbloccare il Katon, era il primo passo per raggiungere l’eredità dei suoi antenati Terumi. Questo a sua volta era il passaggio preliminare per diventare più forte e accedere a maggiori conoscenze dell’arte medica. Tutto passava da quel fuocherello, che rappresentava uno snodo cruciale.
    Chiuse gli occhi e mandò tutto il suo chakra in fibrillazione. Fece un respiro profondo e mantenne in mente l’idea di un incendio incontrollabile, poi rilasciò la sua energia mentre riapriva gli occhi. Una fiammata enorme ma innocua raggiunse il soffitto a partire dalla mano della giovane. La sorpresa la fece balzare all’indietro, mentre fece esultare la nonna.
    Lo sapevo! Lo sapevo, lo sapevo, lo sapevo! Ce l’hai nel sangue, il fuoco. Proprio come me. Ce l’hai nel sangue.
    Una volta ripresasi dallo shock la ragazzina riprovò, ma questa volta nessuna fiammata gigante, per fortuna. La nonna le spiegò nel dettaglio, era normale che lo sblocco di un nuovo elemento fosse più violento di quanto succedesse altrimenti, soprattutto se ciò accadeva prima del tempo e come conseguenza di una predisposizione ereditaria. Esattamente come nel caso di Emma. I suoi occhi si illuminarono quando lei lo disse.
    Molto bene. Ci hai messo meno del previsto. Dalla prossima volta ci concentreremo su una tecnica Katon che il nostro clan si tramanda da tempo immemore e che è considerato il secondo passo verso lo sblocco del Futton. Preparati, sarà tutta un’altra storia.



    ELEMENTI: Fuoco & Acqua

    Tecnica appresa:
    Fiammella (Katon)
    Crea una piccola fiamma nel palmo della mano. Illumina fino a mezzo metro di distanza, può essere usata per bruciare del materiale infiammabile asciutto (legnetti secchi, carta...). Se messa a contatto con la pelle si spegne senza provocare danni.
    Consumo: 3 a turno


     
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    Ottenimento dell'innata Futton (post 2)





    Il passaggio successivo si chiamava “Palmo ustionante”, la famosa tecnica di fuoco di cui aveva parlato Hachiko. Era un ninjutsu che funzionava in maniera abbastanza diversa da quelli classici di elemento Katon, così spiegò la nonna. Non si sputava una massa di fuoco, come accadeva di solito con quell’elemento, ma si applicava l’energia bollente sulla propria mano e poi la si lasciava scorrere per una piccola quantità di tempo su un essere umano o su un oggetto, per bruciarli.
    Il chakra deve essere concentrato in maniera uniforme su tutta la mano, organizzato in maniera perfetta. Non un singolo millimetro deve avere meno di quanto dovuto. È come se dovessi creare un tappetino di fuoco sul palmo.
    La giovane osservò con cura quanto mostratole dalla maestra, che distrusse in pochi attimi un ceppo di legno preparato apposta, poi cercò di memorizzare tutti i passaggi e capire come dover impostare la tecnica. Il primo tentativo si concluse senza successo, perché Emma non aveva la minima idea di quanto chakra potesse servire. Questo schema si ripeté per tutta la prima lezione, ma la nonna non rivelò nulla alla sua allieva. Doveva arrivarci da sola, era così da secoli. Però quando, dopo una settimana di fallimenti costanti, vide la adolescente iniziare a scoraggiarsi e a perdere interesse, l’anziana cercò di motivarla di nuovo. Sapeva che era davvero alle prime armi, come ninja, era giusto darle una spintarella in più, si disse.
    Questa è una tecnica di livello B. Non conosci niente di così forte, è normale metterci una dose di tempo maggiore a impararla. Vedrai, a posteriori capirai quanto è realmente utile.
    Tale informazione diede alla ragazza il suggerimento di moltiplicare la spesa in maniera notevole, visto che si era tenuta molto bassa, fino ad allora. Una volta raggiunto un valore accettabile però fu il momento di uniformare questa energia sul palmo, in maniera da rendere la tecnica funzionante. Questo aspetto richiese addirittura più tempo, anche se concesse maggiori possibilità di notare i piccoli miglioramenti che, giorno dopo giorno, la ragazza riscontrava. Lei di partenza aveva una capacità di controllo del chakra scadente, non le era mai interessato più di tanto migliorare in quell’aspetto. Arrivava a spendere quasi il doppio del dovuto quando le toccava eseguire le tre tecniche base, talmente era grossolana nell’impastare. Quegli allenamenti intensivi la aiutarono a limare quel suo difetto, che neanche sapeva di avere. In un paio di settimane stava riuscendo in molte delle cose che un anno di lavoro insieme al padre non era riuscito a sbloccare. Nulla di cui stupirsi, vista la diversa natura degli insegnanti, ma fu comunque una bella spinta all’autostima della ragazza.
    Pian piano furono completati gli aspetti basilari della tecnica ed Emma poté finalmente concentrarsi sulla questione successiva, ovvero gli effetti pratici che doveva avere. Iniziarono a lavorare sugli oggetti, come suggerito della nonna. Il primo tentativo si concluse però con un grosso fallimento. L’energia passò dal palmo alla piccola lastra di legno usata, provocando quello sfrigolio rumorosissimo che era lecito attendersi secondo Hachiko. La giovane non capì bene come successe, ma il calore sfuggì però al suo controllo e sentì un grosso dolore alla mano che stava applicando la tecnica. Quando lo rivelò la nonna le disse di sospendere subito il tentativo e così lei fece. Aveva il palmo bruciacchiato, segno che aveva concentrato molto male il chakra, nel momento del rilascio del ninjustu. Non doveva lasciar fluire troppo l’energia, altrimenti questa si sarebbe presa tutti gli spazi possibili, ferendo anche l’utilizzatrice. Per fortuna Emma fu in grado di curarsi e poté tornare a provare senza troppi rischi, una volta messa in guardia da questo pericolo. L’episodio non si ripeté mai più, per fortuna.
    Bruciare un oggetto fu meno difficile del previsto. Ci mise un po’ a raggiungere i risultati ottimali, ma alla fine fu in grado di carbonizzare il legno se ci si metteva per abbastanza tempo. Questo fu un altro aspetto su cui dovette concentrarsi, visto che all’inizio le servivano una ventina di secondi per raggiungere la massima potenza. In un paio di lezioni fu in grado di dimezzare questo tempo e la volta successiva fu in grado di ridurlo ad un quarto di quello iniziale, arrivando a cinque secondi. Una volta superata questa soglia la potenza del fuoco era massimizzata e il legno non aveva più scampo. Ogni volta che vedeva una lastra di questo materiale ridursi in cenere Emma si sentiva estremamente soddisfatta di sé. Si stava dimostrando più capace di quanto pensasse e riusciva a superare le difficoltà con pochi problemi, grazie anche alla guida capace della nonna. Sentiva il fascino di quel potere distruttivo a cui stava per accedere, ne sentiva il richiamo.
    Il lavoro sull’applicazione della tecnica alle persone fu persino più rapido e privo di complicazioni. Per fortuna della ragazza Hachiko conosceva ancora la Moltiplicazione Superiore del Corpo, così poterono allenarsi a pieno ritmo senza rischiare di fare male a nessuno. In poco tempo Emma riuscì a verificare di essere in grado di applicare tutti e tre i livelli di forza delle ustioni, a seconda del tempo di applicazione del palmo. In sostanza gli allenamenti si conclusero con un successo chiaro e netto.
    Eccellente! Ora ti spiego perché si apprende questa tecnica. Non è quasi mai utile in combattimento, riuscire a tenere per così tanto tempo la mano sul nemico è praticamente impossibile. Esistono modi molto migliori di uccidere i feriti o distruggere oggetti. Nella mia carriera credo di aver usato questa tecnica solo due volte, in così tanti anni. Dunque perché è fondamentale per il nostro clan?
    La domanda lasciò perplessa Emma, che non si prestò al gioco e non provò a intuire, aspettando la risposta giusta della sua maestra.
    Il Futton è l’unione di Katon e Suiton, abbiamo detto. E quando dico unione intendo proprio fisicamente. Una volta appreso a farlo ti verrà naturale, ma all’inizio devi saper concentrare il chakra di Fuoco in una mano e quello d’Acqua nell’altra e poi mischiarli. Ci metterai un po’ a riuscirci, ma senza aver lavorato sul Palmo ci avresti messo molto di più. Ma molto molto.
    La giovane genin annuì, poi si accordò con sua nonna perché le fosse concessa una pausa merenda, prima di riprendere gli allenamenti. Ma proprio mentre stavano mangiando e riposando, una kunoichi bussò alla porta. La padrona di casa andò ad aprire, mentre la sua ospite rimase in un’altra stanza. Questo non le impedì però di sentire perfettamente le parole della messaggera.
    Signora Terumi, scusi il disturbo. Sua figlia è stata ferita gravemente ed è in ospedale. La condurremo lì subito. Prima però devo chiederle: sa dov’è sua nipote, Emma Uchiha? Dobbiamo accertarci che sia al sicuro e che non sia ferita anche lei, ma non siamo riusciti a trovarla da nessuna parte.




    Tecnica appresa:
    Palmo ustionante
    Livello B
    Tipo: Ninjutsu Katon
    Tecnica tramandata da generazioni dal clan Terumi, come porta d’accesso all’apprendimento della loro innata. L’utilizzatore concentra una gran quantità di energia di Fuoco nel palmo di una mano e poi la appoggia contro una persona o un oggetto. Da quel momento il chakra inizia a bruciare, provocando notevole dolore ad un eventuale persona o facendo un forte rumore di crepitio nel caso di contatto con un oggetto, ma i danni si applicheranno una volta sola, nel momento in cui il palmo si stacca da ciò su cui si applica. La potenza della tecnica dipende dal tempo che viene passato con la mano a contatto con la persona/oggetto su cui si applica la tecnica:
    Meno di 1 secondo → 25
    Tra 1 secondo e 5 secondi (inclusi) → 50
    Più di 5 secondi → 75
    [La tecnica non richiede sigilli]
    Consumo: 55

     
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    Ottenimento dell'innata Futton (post 3)





    A Emma fu concesso di andare con sua nonna, per verificare le condizioni della madre. Ad accompagnarle fu la messaggera di prima, una Anbu con la maschera da tigre. Questa dai modi si dimostrò molto dispiaciuta e spiegò alle due cosa era successo. Si trattava di Daichi, aveva attaccato lui sua moglie, dopo aver ucciso un vecchio amico di lei. La kunoichi spiegò alle parenti della vittima per filo e per segno il movente, visto che era stato reso noto direttamente dalle parti in causa, prima dall’assalitore e poi dall’assalita. Emma non era figlia naturale dell’Uchiha, la ninja con la maschera da tigre lo rivelò non senza una certa angoscia nella voce. Costei era entrata da poco a far parte delle forze segrete della Cascata ed era la prima volta che aveva a che fare con qualcosa di così delicato, però riteneva giusto far sapere la verità subito, dato che le era stato chiesto dalla vittima stessa.
    Emma reagì alla notizia cercando di non mostrare nessun sentimento. Aveva ormai perso del tutto il rispetto verso sua madre, quindi non riusciva a preoccuparsi davvero per lei, tanto più che non aveva compreso realmente la gravità delle sue ferite. Oltretutto la questione del padre monopolizzò quasi subito la sua testa. Era sorpresa dal suo sentirsi così sollevata dalla scoperta di non aver alcun legame di sangue con quell’uomo inutile, aveva pensato di essere ormai del tutto indifferente a lui, ma si sbagliava. Del resto quando, nei giorni precedenti, lo aveva sentito urlare alla vendetta dal gabinetto si era accertata che la cosa non riguardasse lei e i suoi allenamenti segreti sul Vapore, una volta capito questo si era disinteressata del tutto alla questione. Forse se avesse prestato più attenzione avrebbe potuto evitare la tragedia, arrivò a ragionare in seguito, ma era stata davvero una cosa negativa, alla fin fine?
    Nel corso dei giorni successivi la madre morì e si tennero i funerali. La cosa toccò Emma ancora meno del previsto, a livello emotivo. Certo, le erano ritornate alla mente le memorie di quel passato in cui idolatrava quella donna, ma ormai per lei non provava che un discreto disprezzo. Non vivo e forte come quello che sentiva nei confronti del padre, più un risentimento passivo. In ogni caso dopo, quando le cose si calmarono, la giovane fu affidata alla famiglia materna, visto che era ancora minorenne. La cosa non le dispiacque, sul momento, ma vedere una persona per poche ore e conviverci erano due questioni totalmente diverse.
    La nonna era molto ligia alle regole del villaggio e pretendeva dalla nuova ospite non solo lo stesso, ma anche una regolarità che Emma non aveva più da tempo. Non sopportava di vederla ciondolare senza nulla da fare, soprattutto visto che avevano un progetto in comune. Per questo motivo pretese ritmi di allenamento molto più alti rispetto a quelli a cui era abituata la ragazza. Le diede spesso delle scadenze ravvicinate, obbligandola a fare pratica ogni momento libero da missioni.
    Nelle tue vene c’è il sangue dei Terumi. Hai un dono, Emma, ma devi faticare per affinarlo.
    Tali parole giunsero con pessimo tempismo alle orecchie della giovane e sembrarono così simili a quelle di quello che aveva sempre creduto essere suo padre, quello con cui la aveva ossessionata tanto tempo prima. Diversa era l’intensità delle emozioni sottostanti, la nonna aveva aspettative sulla giovane ma non aveva intenzione di appiopparle tutte le pressioni che l’Uchiha aveva posto sulla sua presunta erede. Però l’insistere su sangue, famiglia, clan e destino crearono una prima spaccatura tra Emma e sua nonna, che distrusse in poco tempo il rapporto tra le due. La giovane ne aveva abbastanza di adulti che proiettavano il loro passato e le loro aspettative su di lei, voleva solo essere se stessa. Non gli interessava davvero recuperare l’eredità del clan Terumi, aveva iniziato ad allenarsi solo per diventare un po’ più forte e avere accesso a conoscenze mediche più avanzate, ma ora anche quello sembrava meno importante.
    Cercava in ogni caso di mantenere le apparenze, per non rovinare in maniera esplicita la convivenza con la donna che la ospitava. Quando facevano allenamenti si impegnava quanto bastava a non sembrare troppo lassista, anche se si beccava continuamente le sgridate di Hachiko, convinta giustamente che la adolescente potesse fare di più. Del resto dopo aver impiegato tre lezioni solo a trovare il giusto equilibrio tra Katon e Suiton, in modo da creare del vero e proprio Vapore, i miglioramenti erano stati davvero lenti. La giovane non riusciva a dare alcuna acidità a questa sostanza gassosa, nonostante tutti gli esercizi di regolazione dell’energia proposti dalla nonnina. Finché durante una lezione in cui la giovane allieva non riuscì a celare come al solito la sua svogliatezza la maestra sbottò in maniera rumorosa.
    Forse è tutto un errore. Se non vuoi fare questo sforzo io non ti obbligo, quando una persona non ha particolare talento deve sopperire con l’impegno, se non lo fa non può aspettarsi certo di ottenere risultati.
    L’anziana era stata una militare abile, aveva avuto a che fare con molte persone, sapeva come ottenere quello che voleva. Cercò di punzecchiare l’orgoglio di Emma, riuscendo a risvegliare il suo desiderio di smentirla. Quello che non fu calcolato fu il fatto che la giovane fosse terribilmente rancorosa e quindi che si legò al dito le parole, ignorando la motivazione per cui furono dette. In ogni caso sul breve periodo furono efficaci e Emma fu costretta ad affrontare il problema che le impediva di andare avanti. In realtà era una premessa fondamentale a mancare, quindi la giovane dovette tornare indietro all’inizio. Non aveva infatti mai sviluppato l’impronta di chakra Futton vera e propria, aveva solo mischiato fisicamente acqua e fuoco, mandando in ebollizione la prima, ma senza ottenere quel vapore acido che era la reale sostanza dell’innata. Ripensando dunque alle lezioni precedenti aveva dovuto impegnarsi per davvero a mischiare i suoi due elementi primari per formare quello dell’innata bi-elementare. Lo sforzo portò a effetti tangibili, tanto che nel giro di poche ore arrivò il primo piccolo successo. La nebbiolina aveva una densità evidentemente maggiore e a contatto con la maglia della giovane creatrice sfrigolò un pochino. Non abbastanza da corrodere il materiale, ma era evidente che fosse il primo passo. Per questo appena poté lei andò a mostrare, con aria compiaciuta e quasi di sfida, i suoi risultati alla maestra, che non si dimostrò stupita.
    Lo sapevo che ce l’avresti fatta. Bene, dai, continuiamo.
    Emma ringraziò e fece finta di nulla, ma non credette alle parole della nonna. Era convinta che non la rispettasse, che si stesse arrampicando sugli specchi a posteriori ma che la sua vera faccia fosse quella mostrata in precedenza, quindi la considerò da lì in poi una ipocrita. Si sbagliava, ma ormai qualsiasi forma di rispetto o affetto era stato spazzato via.
    Il passaggio successivo degli allenamenti era potenziare l’acidità del vapore. Era un lavoro che richiedeva pazienza e dedizione, entrambe qualità per il momento piuttosto latitanti in Emma, però ce le mise quasi da sola la sua maestra. A furia di ripetere gli esercizi, infatti, pian piano la ragazza riuscì a trovare una concentrazione di energia decente e questo permise alle creazioni della giovane di fare piccole ustioni ad Hachiko. Le nuvolette di gas erano però troppo rarefatte, quindi anche se il calore era sufficiente non era omogenea la maniera in cui infliggevano ferite. Doveva migliorare nel controllo, la nonna lo ripeté più volte, finché non capì che avrebbe dovuto fare esercizi più mirati prima di proseguire. Per il momento sarebbe stato comunque impossibile per la ragazza manipolare il vapore, ma doveva essere uniforme, altrimenti qualsiasi utilità sarebbe svanita nel nulla. Mentre lavorava su questo aspetto lei cominciò a riconoscere quelli che sarebbero stati i suoi limiti di partenza, ovvero che non riusciva a produrre più di mezzo metro cubo di vapore alla volta e che non poteva allontanarsi di più di dieci metri da esso, altrimenti esso perdeva tutta la sua carica corrodente. A Emma tutto ciò tangeva fino ad un certo punto, ma per la nonna fu importante iniziare a mettere dei paletti, le diede modo di avere qualche pietra di paragone per i miglioramenti successivi.
    Va bene, allora prima di andare avanti dobbiamo concentrarci su un altro aspetto particolare. Le ustioni che produci sono per lo più dovute al calore, l’acidità è ancora minima. Dobbiamo alzarla, il tuo vapore deve essere corrosivo, deve iniziare a diminuire la solidità degli oggetti. Questa è la particolarità maggiore del Futton. Questo ancora ti manca, prima di poter dire di aver padroneggiato davvero l’innata.
    Emma si sentì improvvisamente di nuovo interessata alla questione. Ferire le persone era semplice, poteva farlo in mille altri modi, senza doversi impegnare in allenamenti estenuanti e noiosi, per esempio bastava un semplice kunai. L’idea di corrodere gli oggetti le ispirava parecchio, nell’ultimo periodo aveva sviluppato un vivo desiderio di distruggere tutto, anche se non riusciva a capire bene cosa fosse. Non aveva dato particolare sfogo a questa pulsione, ma ora che le veniva offerto un metodo per farlo meglio e con una scusa valida... sembrava un’occasione fin troppo golosa.
    In pochi giorni riuscì a regolare meglio la concentrazione di chakra del nuovo elemento, diminuendo il calore ma mantenendo le ustioni prodotte efficaci come prima. Era segno che l’acidità stava man mano avanzando, che era finalmente sulla strada giusta. Questo aumentò ancor più la motivazione della giovane, ma questo trend positivo rischiò di incontrare un brusco stop una mattina di settembre.
    Lei si era alzata presto, per andare in missione, ma aveva intuito che ci fosse qualcosa fuori posto quando non vide sua nonna in cucina a fare colazione. L’anziana donna non riusciva da tempo a dormire più di tanto, quindi era sempre in piedi all’alba, sovente preparando anche da mangiare per la nipotina ribelle. Stupita, Emma la andò a cercare nella sua stanza da letto. Era stesa lì, vicino al marito arteriosclerotico, ma la giovane capì subito che doveva esserci qualcosa di serio. Non sentiva alcun respiro provenire dalla donna, quindi iniziò a temere il peggio. L’impressione fu confermata quando mise l’orecchio vicino al volto di lei e sentendo il polso accertò che mancava anche il battito. La sua pelle era fredda, ormai era troppo tardi, non aveva nemmeno senso tentare qualche pratica di rianimazione. Improvvisamente si sentì invasa da un senso di frustrazione. Anche la nonna l’aveva abbandonata appena aveva potuto, dopo averla limitata e oppressa, dopo averle messo pressioni addosso come il padre e dopo averla sminuita. Poco male, si disse, sarebbe stata meglio da sola.



    Futton - Arte del Vapore



    ELEMENTI: Fuoco & Acqua
    DEBOLEZZA: Hyoton
    FORZA: Yoton

    Descrizione

    Questa innata è stata sviluppata per la prima volta a Kiri, divenendo famosa grazie ad una Mizukage che ne faceva uso. L'utilizzatore è in grado di creare, unendo il chakra di natura Katon con quello di natura Suiton, un vapore acido dalle proprietà altamente corrosive. Questa sostanza gassosa è di difficile utilizzo in spazi aperti, mentre può essere letale in ambienti chiusi. Il vapore acido è in grado di corrodere con facilità la lava, anche quella creata attraverso lo Yoton, ma è facilmente congelabile tramite le tecniche del Chakra Gelido. Essendo la composizione del Vapore diversa da individuo a individuo, l'utilizzatore di questa abilità innata è perfettamente immune agli effetti del proprio gas nocivo, però non lo è nei confronti di quello di altri utilizzatori del Futton.

    Nota: Creare e Manipolare sono due azioni distinte, perciò per fare entrambe le azioni nello stesso turno si paga due volte il costo dell'innata.

    1° livello - Minimo Livello 2
    -L'utilizzatore è in grado di creare (a pochi centimetri da sé) una nebbia acida dell'ampiezza di mezzo metro cubo al massimo ogni turno. Finché essa rimane a distanza massima di 10 metri dall'utilizzatore manterrà le sue proprietà, al di fuori di questo raggio ritornerà ad essere semplice vapore acqueo. Vista la sua scarsa concentrazione, basta del vento naturale di qualsiasi entità per spostare la nebbia acida. La nebbia non costituisce un ostacolo visivo.
    -L'utilizzatore non è ancora in grado di manipolare il vapore e quindi una volta creato non può modificarne la posizione.
    -A questo livello l'utilizzatore non è ancora in grado di controllare l'acidità del proprio vapore, che quindi è ancora di livello incompleto. A contatto con la pelle umana, il vapore provoca ustioni con Forza 7, mentre l'ingestione di grandi quantità di questo gas può provocare senso di stanchezza e conati di vomito.
    -Il Vapore è in grado inoltre di corrodere gli oggetti e le tecniche dotate di una Resistenza. Tutto ciò che entra a contatto con la nube di Vapore vedrà il proprio parametro di Resistenza ridotto permanentemente di 2 per ogni turno di contatto. Se un oggetto arriverà ad avere 0 di Resistenza diventerà inutilizzabile e inizierà a sgretolarsi rapidamente.
    Consumo: 5 a turno


     
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17 replies since 15/6/2019, 23:44   251 views
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