A pochi passi dal futuro

Aiko e Gurasu

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    Demone incendiario

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    Dopo un inizio davvero turbolento, quell'inverno stava procedendo con una tranquillità estrema. Era piacevole per una volta non dover vivere con l'ansia di pericoli in agguato, ma sapevo che quella pace sarebbe stata sconvolta presto con l'inizio della primavera. Un nuovo importante progetto artistico stava per prendere il via ed ero sia eccitata che spaventata da ciò. Ma la cosa che più mi procurava quello stesso misto di spasmodica attesa e paura tremenda era l'avvicinarsi di un'altra scadenza, questa volta di tipo naturale. La gravidanza di Draig stava procedendo bene e ormai non mancava più così tanto tempo. Non vedevo l'ora di vedere il nostro bambino, di poterlo tenere tra le mie mani, ma allo stesso tempo ero terrorizzata all'idea di diventare tutto ad un tratto responsabile di una vita intera. Confidarmi con mia moglie aiutava sempre, lei aveva le mie stesse paure ma anche una fiducia incrollabile in quello che saremmo state in grado di fare. E trovava sempre le parole giuste per me. L'amavo anche per quello, lei era la mia roccia, riusciva a dare forza anche a donna ancora un po' immatura come me. Insieme a lei tutto era possibile.
    Quel mattino ero sola, immersa in vari pensieri, ma tutto sommato tranquilla. Draig era alla casa editrice, faceva un turno di quattro ore e io mi ero voluta concedere una bella passeggiata rilassante. Dopo un'oretta di cammino avevo deciso di fermarmi in un locale di cui avevo sentito soltanto parlare. Si trovava a poca distanza dalla capitale Kaiyo, era il primo posto che si incontrava uscendo dal villaggio dal lato del porto. Di per sé un posto abbastanza tranquillo, ma aveva una caratteristica fondamentale che lo rendeva un'attrazione turistica interessante. Il dehor, infatti, dava direttamente sul mare, offrendo una vista mozzafiato. Di inverno sovente la brezza era troppo forte, rendendo difficile poter sfruttare quel punto panoramico, ma con l'approssimarsi della fine della stagione fredda chiunque poteva tornare ad affacciarsi sulla enorme distesa d'acqua da una posizione comoda e tranquilla. Presi dunque posto in uno dei tavoli fuori dal locale e ordinai un bel frappè rinfrescante, al gusto banana. Chissà, forse sarei potuta ritornare lì con Draig, magari per il mio compleanno, ormai alle porte.
     
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    Era davvero inusuale per lui trovarsi fuori dal continente, in una delle isole bagnate dal mare, ma di certo non impossibile; un esempio lampante era quando era partito dal porto nel Paese del Vento con una nave mercantile, diretto verso Kiri. Al tempo il clima mite del Mare Interno non gli era dispiaciuto affatto, e ne aveva apprezzato la brezza che aveva sospinto la loro imbarcazione; probabilmente, se avesse sofferto di mal di mare, non avrebbe potuto provare emozioni così positive. Un problema erano stati i pirati che aveva affrontato, ma sperava che non ci fossero ancora nei paraggi; sarebbe stato ironico trovarsene uno, che voleva vendicare i suoi compagni imprigionati a Kusa! Avrebbe rovinato quella sua vacanza dagli allenamenti che gli era stata concessa dai nonni; non poteva dire, comunque, di non essere preparato: aveva portato con sé, per sicurezza, l’attrezzatura ninja. Camminava senza troppi pensieri nelle stradine del Paese del Mare, armato di una guida turistica per visitare tutto quello che poteva. Gli sembrava di essere tornato bambino, quando andava in gita con la classe di Accademia nella foresta di Kusa; finiva sempre che lui si allontanava troppo dal gruppo per inseguire qualche foglia e che gli insegnanti dovevano perdere un bel po’ di tempo a cercarlo. Respirava a pieni polmoni l’aria tranquilla dell’isola maggiore, totalmente differente da quella intrisa del fumo di Tanso; i gabbiani, con i loro versi striduli, sembravano annunciare che non mancava molto alla primavera. Per Gurasu l’equinozio di primavera voleva dire voltare pagina, dopo un doloroso inverno passato nel Paese del Fumo, dove aveva conosciuto Tanso; quando vi si era affezionato, se lo era visto portare via dall'ospedale perché sofferente di cancro ai polmoni. Aveva cercato di occupare la sua mente con gli allenamenti, ma era stato tutto inutile: il suo cuore aveva iniziato a velarsi della malinconia delle polveri sottili dell’aria di quelle parti. Accortasi che c’era qualcosa che non andava in lui, Tsuri aveva fatto pressione sul nonno affinché potesse fare una vacanza ristoratrice. Ed eccolo lì, nei pressi della capitale Kaiyo, immerso nella vita povera e avventurosa del mare; dopo una camminata a dir poco esagerata, si era fermato davanti ad un locale.

    ” Ci siamo! Questo posto è famoso per la sua incantevole vista sul mare. Devo assolutamente entrarci!”

    Le regole della buona educazione insegnavano che era scortese entrare in un bar senza ordinare qualcosa, specialmente quando la guida consigliava di deliziare il palato quanto la vista; non aveva molta fame però non gli sarebbe dispiaciuto bere qualcosa. Mise mano al portafoglio e guardò quanti soldi gli rimanevano; appurato che erano sufficienti, entrò nel posto, in cui i tavoli più ambiti erano quelli all'aperto. Purtroppo c’era il pienone a quell'ora e gli sarebbe dispiaciuto starsene in piedi, non potendo rilassarsi completamente; era già rassegnato quando vide un miraggio, ovvero una sedia libera vicino ad una giovane dai capelli castano chiaro sciolti. Magari aspettava qualcuno, come per un appuntamento, ma non sarebbe successo nulla di male nell'accertarsene; speranzoso, si avvicinò a lei e le chiese educatamente:

    - Scusi, questo posto è libero o sta aspettando qualcuno? -
     
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    Il frappè era arrivato, ma non avevo ancora iniziato a sorseggiarlo, presa da vari pensieri com'ero. Il nuovo disco, la maternità alle porte e altre questioni di varia importanza... era bello riflettere cullati dallo sciacquio delle onde e dal brusio della gente. A proposito, quasi non mi ero accorta di quanto il dehor si fosse riempito di persone. Mi guardai attorno, sorridendo, era bello vedere uomini e donne rilassarsi, senza preoccupazioni e affanni. Non sempre la vita era così gentile, ma mi faceva sempre piacere avere attorno persone felici.
    Ad un certo punto vidi un ragazzino avvicinarsi. Era molto alto e magro, ma aveva il viso giovane, non gli avrei dato più di sedici anni. La carnagione parecchio chiara era un primo indizio sul fatto che lui non fosse del Mare, ma ne ebbi altri più diretti un istante dopo.
    Scusi, questo posto è libero o sta aspettando qualcuno?
    Aveva una parlata molto particolare, riconobbi chiaramente l'accento di Kusa ma il modo in cui pronunciò "aspettando" era diverso da quello tipico della zona dell'Erba. Quella "a" tra le consonanti era meno aperta della resa tipica del comune standard, sembrava quasi più vicina ad una "e". Era un tratto tipico di Konoha, quello, cosa che mi stupì non poco. Da dove veniva quel ragazzetto? Avevo sbagliato la mia analisi?
    No, il posto è libero, siediti pure. Mi fa sempre piacere un po' di compagnia.
    Indicai con una mano la sedia, in modo da completare l'invito. Sorrisi, incuriosita sempre più da quella figura particolare. A volte conoscenze importanti nascevano quasi per caso e speravo che fosse così anche quella volta.
    Io mi chiamo Aiko, piacere. Tu sei?


    Esperta di accenti
    Abilità personale livello 4
    Nel continente occidentale si parla quasi solo una lingua, comune a tutte le nazioni, ma ciascuna di esse ha sviluppato nel tempo un accento proprio. Aiko Nestushi, avendo viaggiato in lungo e in largo e avendo incontrato persone di tutte le origini, ha sviluppato un orecchio parecchio attento a questo tipo di dettagli. Ascoltando una frase completa e abbastanza lunga, la ragazza è in grado di individuare la zona di origine dell'interlocutore (la frase deve essere sentita in maniera chiara e con calma). Eventuali anni trascorsi via ovviamente rendono più difficile decifrare l'accento, mentre tentativi di mascherarlo renderanno impossibile capirlo. Se l'utilizzatrice sente una persona straniera parlare la lingua comune la riconoscerà facilmente come tale e se conosce la lingua d'origine di tale persona potrà anche capire da dove viene. I dati che può dedurre Aiko sono determinati dal roler del pg che sta ascoltando o, nel caso di png, dal qm.
     
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    - No, il posto è libero, siediti pure. Mi fa sempre piacere un po' di compagnia. -

    Quello doveva essere proprio il suo giorno fortunato! Con un locale praticamente pieno era riuscito a trovare un posto niente male che gli avrebbe permesso di godere dell’incantevole vista del mare; non si sarebbe mai lasciato sfuggire un’opportunità come quella che il destino gli aveva offerto. La sedia tanto cercata e insperata venne indicata dalla giovane, che lo invitava a prendere posto; visibilmente sollevato si sedette, come se avesse camminato per ore e ore senza tregua.

    - Grazie mille! Speravo vivamente di trovare un posto qui dentro! -

    Aveva subito abbandonato ogni formalità, preso da una gioia un po’ infantile. Se fosse stato al suo posto non sarebbe stato certo di aver acconsentito a chiunque di sedere allo stesso tavolo, un po’ per paura e un po’ per comodità di non dover parlare con estranei. Lei, però, doveva essere una persona molto amichevole, che non aveva problemi a socializzare con le persone che incontrava, anche in un bar; lo straniva però che fosse da sola, e che avesse già ordinato qualcosa. Un invitante frappè era sul tavolo e sembrava ancora intonso, come se fosse stato lui stesso a impedirle di iniziarlo; quasi quasi si sentiva in colpa, ma sperava di poter rimediare al più presto.

    - Io mi chiamo Aiko, piacere. Tu sei? -

    Coerentemente con il quadro che si era creato in testa, era stata lei a presentarsi, e non poteva che ricambiare la cortesia; certo aveva un nome decisamente lungo contando che aveva ben due cognomi, ma non avrebbe mai superato il famoso pittore Pabulo il Blu.

    - Gurasu Tokubetsu Senju, o semplicemente Gurasu. Anche se nulla ti vieta di chiamarmi come preferisci! Ah, spero di non averti impedito di iniziare il frappè... anche se forse non c'è pericolo che diventi freddo... -

    Le aveva sorriso in modo naturale, pensando che forse non era vero quello che aveva pensato di sé stesso; a quanto pare poteva aprirsi ancora con gente che non conosceva senza farsi troppi problemi. Doveva essere l'influenza del signor Walter, che aveva una certa parlantina abbastanza contagiosa.
     
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    Grazie mille! Speravo vivamente di trovare un posto qui dentro!
    Sorrisi, sembrava un ragazzo simpatico, magari dandogli un po' di confidenza si sarebbe aperto di più.
    Gurasu Tokubetsu Senju, o semplicemente Gurasu. Anche se nulla ti vieta di chiamarmi come preferisci! Ah, spero di non averti impedito di iniziare il frappè... anche se forse non c'è pericolo che diventi freddo...
    Non capii bene cosa intendesse con l'ultimo commento e feci un breve risolino. Sembrava essersi fissato con un dettaglio inutile e oltretutto perché avrei dovuto sentirmi bloccata dalla sua presenza?
    Non ti preoccupare. Ero solo un attimo pensierosa e mi sono lasciata distrarre dal paesaggio. Comunque il tuo nome... - cercai di deviare il discorso, facendomi un po' più seria - mi sembra di averlo già sentito. Eri per caso nel Paese del Collo durante la missione con Natsuki Kuga e Kuniyoshi Uchiha? Sai, loro sono miei amici e sarei curiosa di conoscere la terza persona che faceva parte di quella famosa squadra...
    Fui più sfacciata del solito, ma con una casualità del genere mi sentivo un po' giustificata. Non ero riuscita a trattenere la curiosità, che oltre che dalle parole probabilmente traboccava anche dal mio sguardo. I miei due cari amici non avevano parlato molto di quella battaglia, aveva lasciato delle ferite profonde e indelebili in loro, quindi non avevo potuto chiedere molto. Chissà, forse in quel modo avrei ottenuto alcune risposte.
     
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    Anche la giovane ragazza sorrise di rimando, anche se non capiva se cercasse di essere educata nonostante il terribile commento che aveva fatto riguardo al frappè; era ovvio che non potesse diventare più freddo di così, con le temperature che vi erano all'esterno!

    - Non ti preoccupare. Ero solo un attimo pensierosa e mi sono lasciata distrarre dal paesaggio. -

    Questo di certo spiegava molte cose e finalmente poté tirare un sospiro di sollievo; non aveva interrotto nulla, se non forse i suoi pensieri e non sapeva se averla riportata alla realtà fosse stato così gradito. A dir suo, sembrava piuttosto tranquilla. Con un paesaggio così bello, poi, era facile perdersi in qualche riflessione. In ogni caso Aiko cercò di cambiare discorso, per il bene di entrambi, focalizzandosi di più sul nome che aveva appena rivelato, facendosi stranamente seria; vi aveva forse visto qualcosa di familiare? Era più che sicuro che non si fossero mai visti prima!

    - Comunque il tuo nome... mi sembra di averlo già sentito. Eri per caso nel Paese del Collo durante la missione con Natsuki Kuga e Kuniyoshi Uchiha? Sai, loro sono miei amici e sarei curiosa di conoscere la terza persona che faceva parte di quella famosa squadra... -

    Si sentì improvvisamente a disagio; aveva passato così tanto tempo nel Paese del Fumo da dimenticarsi quasi completamente di quello che era successo dopo il conflitto. Loro tre erano divenuti una sottospecie di eroi, noti come Sterminatori della Serpe, ed era naturale che chiunque ne avesse sentito parlare conoscesse il suo nome. Per lui era la prima volta che succedeva e ciò non poteva che imbarazzarlo e farlo sentire stranamente al centro dell'attenzione; di certo era una reazione migliore di quella che aveva avuto quando glielo avevano comunicato istantaneamente. Il tempo aveva aiutato a digerire la cosa e l'isolamento anche a non pensare troppo a cosa era diventato per gli altri. Si era guardato sospettosamente intorno, sperando che nessun altro avesse sentito; quella volta al campo base era stato sommerso di gente e non voleva che quella vacanza diventasse qualcos'altro!

    - Sì, sono proprio io quella terza persona! Però non pensavo che avrei mai incontrato un amica comune di Natsuki e Kuniyoshi proprio qui! A volte il caso è proprio strano... -

    Aveva iniziato il discorso con un tono più basso, per precauzione, anche perché non aveva idea se qualcuno potesse sapere il suo nome nel locale; non era decisamente la persona più espansiva sulla faccia della terra! Quindi era ritornato ad un tono normale, anche perché sarebbe sembrato abbastanza sospetto.

    - Non mi dispiace fare la tua conoscenza, è sempre bello stringere nuovi rapporti, specialmente con amicizie in comune! Però prima vorrei ordinare qualcosa! -

    Aveva visto passare un inserviente non molto distante dal loro tavolo e ne aveva approfittato per chiamarlo ed ordinare una tisana allo zenzero, miele e limone; non si sentiva ancora pronto per qualcosa di più estivo o primaverile.
     
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    Sì, sono proprio io quella terza persona! Però non pensavo che avrei mai incontrato un amica comune di Natsuki e Kuniyoshi proprio qui! A volte il caso è proprio strano...
    Il ragazzo aveva mostrato un'espressione stranita e poi aveva abbassato il tono di voce, come se volesse essere sicuro di non essere sentito da altri. Improvvisamente mi sentii in colpa per essere stata così diretta, era stato un gesto molto scortese. Quante volte doveva succedere prima che imparassi a tenere a freno la lingua? Quante volte dovevo pentirmi delle mie stesse parole subito dopo averle dette?
    Non mi dispiace fare la tua conoscenza, è sempre bello stringere nuovi rapporti, specialmente con amicizie in comune! Però prima vorrei ordinare qualcosa!
    Per fortuna non sembrava essersela presa troppo. Lasciai che fermasse un cameriere e chiedesse qualche tisana. Nel mentre iniziai a succhiare un po' del mio frappè con la cannuccia. Era davvero dolce e dissetante come prometteva di essere, ero contenta della mia scelta.
    Comunque se non ti va di parlare di quella vicenda non ti sentire forzato. So che è stata un'esperienza molto tosta per voi e non voglio costringerti a riviverla o altro. Purtroppo sono curiosa di natura e ogni tanto non riesco a tenermi, se sono stata sfacciata ti chiedo di perdonarmi.
    Abbassai il capo, con sguardo vivamente dispiaciuto. Avrei lasciato a lui la possibilità di cambiare argomento senza problemi, così come quella di soddisfare il mio desiderio di saperne di più.
     
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    L'ordinazione era avvenuta con successo e la giovane ne aveva approfittato per assaggiare il suo frappè, anche se poteva solo intuirlo dal rumore caratteristico che produceva la cannuccia; aspettando che la tisana giungesse, tornò a prestare attenzione ad Aiko, per proseguire la loro discussione.

    - Comunque se non ti va di parlare di quella vicenda non ti sentire forzato. So che è stata un'esperienza molto tosta per voi e non voglio costringerti a riviverla o altro. Purtroppo sono curiosa di natura e ogni tanto non riesco a tenermi, se sono stata sfacciata ti chiedo di perdonarmi. -

    Si sentì un po' incolpa per il comportamento che aveva precedentemente tenuto, che aveva dovuto far preoccupare quella ragazza così loquace e amichevole; la aveva vista abbassare il capo, con dispiacere, e non voleva che la situazione peggiorasse per via di qualche fraintendimento. Ritornando a come si comportava da bambino, cercò subito di tranquillizzarla, forse agitandosi anche un po' troppo.

    - No no, non serve che ti scusi affatto! Non ho avuto molte occasioni per parlare di ciò che ho vissuto se non con i miei parenti e qualche amico più stretto, però parlarne con qualcun altro mi farà sicuramente stare meglio! -

    Se aveva cercato di evitare di essere sentito dalla gente, non aveva alcun dubbio che molti si fossero girati a guardarlo con fare accigliato; non si era infatti accorto di aver alzato forse un po' troppo la voce. Di bene in meglio! Qualche disastro riusciva sempre a combinarlo! Fece un sospiro per rilassarsi e riacquistare la calma, sperando che anche Aiko si fosse convinta che la sua curiosità non lo infastidiva affatto, o almeno per il momento. Era giusto essere curiosi e scoprire di più sulla gente e sul mondo, certo sempre nei limiti dell'educazione e lei ne aveva molta.

    - Da che cosa potrei incominciare? Beh, sicuramente sai che sono uno shinobi del Paese dell'Erba e che ho il grado di chuunin,come puoi vedere dal mio abbigliamento. E che ho partecipato alla recente guerra, diventando noto per aver costituito con Kuniyoshi e Natsuki la squadra che ha ucciso... la Serpe... -

    Per Gurasu non era normale usare quel verbo, anche se sapeva perfettamente che essendo uno shinobi non si doveva meravigliare di una cosa del genere; aveva dovuto fare qualche pausa prima di terminare la frase.

    - Però non sono stato con loro fin dall'inizio dal conflitto. -
     
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    No no, non serve che ti scusi affatto! Non ho avuto molte occasioni per parlare di ciò che ho vissuto se non con i miei parenti e qualche amico più stretto, però parlarne con qualcun altro mi farà sicuramente stare meglio!
    Quel ragazzo aveva un modo di fare un po' strano, si agitò un sacco e non capii bene se credere o meno alle sue parole. Beh, in ogni caso aveva deciso di parlare e non sembrava offeso e triste, quindi ascoltare pareva una buona idea. Annuii in silenzio, lasciando che iniziasse lui il discorso.
    Da che cosa potrei incominciare? Beh, sicuramente sai che sono uno shinobi del Paese dell'Erba e che ho il grado di chuunin,come puoi vedere dal mio abbigliamento. E che ho partecipato alla recente guerra, diventando noto per aver costituito con Kuniyoshi e Natsuki la squadra che ha ucciso... la Serpe...
    Però non sono stato con loro fin dall'inizio dal conflitto.

    Il giovane tentennò parecchio quando ci fu da usare la parola uccidere, evidentemente anche lui era un ninja che non amava particolarmente farlo. Probabilmente era perché era ancora giovane, ma speravo che mantenesse questa sua idea nel tempo, un po' come Natsuki.
    In realtà sapevo poco di te, giusto il nome perché sono brava a ricordare i nomi. Non sapevo da dove venivi, né il grado. A dirla tutta non ho ancora ben capito come funzionano i gradi di voi ninja. - ridacchiai, un po' per nascondere l'imbarazzo e un po' per stemperare la conversazione, poi però tornai subito molto più seria - Ho sentito che è stata una battaglia durissima e da quello che ho sentito lei non vi ha lasciato altri modi di concluderla, vero? So che non è una gran consolazione per voi, ma vi posso assicurare che per noi civili è stata una buona notizia, purtroppo quella donna era pericolosa e non poteva essere lasciata libera. Se posso chiederti... com'era dal vivo?
     
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    - In realtà sapevo poco di te, giusto il nome perché sono brava a ricordare i nomi. Non sapevo da dove venivi, né il grado. A dirla tutta non ho ancora ben capito come funzionano i gradi di voi ninja. -

    Esordì, lasciando un po' perplesso il kusiano; forse non avrebbe dovuto dare per scontato certe cose, del resto non era famoso come il gatto ninja! Aiko aveva ridacchiato, un po' imbarazzata, per poi farsi più seria.

    - Ho sentito che è stata una battaglia durissima e da quello che ho sentito lei non vi ha lasciato altri modi di concluderla, vero? So che non è una gran consolazione per voi, ma vi posso assicurare che per noi civili è stata una buona notizia, purtroppo quella donna era pericolosa e non poteva essere lasciata libera. Se posso chiederti... com'era dal vivo? -

    Ricordava ancora quando tutti all'accampamento erano venuti da lui quasi come se fosse un'eroe, mentre in quel momento avrebbe voluto solo sparire; per tutti coloro che erano stati sottoposti al dominio della ex kokage, che aveva dichiarato guerra al mondo intero, dovevano essere stati come una manna dal cielo. Quanto allo scontro in sé, persino il centro operativo quella volta aveva detto che dovevano puntare ad ucciderla, e loro erano stati costretti a farlo per non morire male; aveva ancora impressa nella mente la sua testa tagliata e giurava che non aveva creduto nemmeno per un solo istante che ce la avessero fatta. Senza accorgersene anche lui aveva assunto un'espressione seria, ricordando il momento in cui era stato preso dalla disperazione più nera nel vederla.

    - Era veramente terribile, credo di non aver mai veduto una creatura così prima di allora. Di media altezza, capelli neri come le tenebre, squame che le ricoprivano tutto il corpo. Era veramente degna del soprannome di Serpe... aveva anche degli sharingan, degli occhi rossi originari di Konoha, che aveva rubato. Ancora non mi capacito di come siamo riusciti a sopravvivere alle sue tecniche e a spuntarla. Sono solo felice che tutto sia andato per il meglio! -

    Aveva cercato di rianimare il clima sulla fine, accennando un sorriso per evitare che la giovane potesse sentirsi in colpa per quella domanda; del resto aveva deciso lui di rispondere e non voleva farle pesare nulla.
     
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