You are the ocean's gray waves

Bort e Lilje

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    Lui adorava il mare di inverno. Per Bort, figlio del Nord, era come un ritorno a casa. Casa sua, quel podere di cui era ancora proprietario anche se non ci tornava quasi mai, si trovava a pochi chilometri dalla costa settentrionale del Paese del Suono. Quello era il punto più basso del Golfo della Tormenta, ma anche se non raggiungeva i picchi di freddo che si potevano trovare nel Fulmine o soprattutto nella Neve, chi cresceva lì era abituato ad avere a che fare con una natura avara e con temperature rigide. E con quel mare un po' capriccioso e spesso tempestoso, proprio come quello che aveva adesso davanti agli occhi, nel Paese della Cascata. Sapeva che al di là del mare si trovava il posto da dove veniva la madre di Astrid e di Madoka, quel luogo da cui proveniva quella danza di cui aveva appreso le basi. Da quel che aveva capito era una tradizione di una delle isole di quel Paese e le due giovani non avevano saputo rispondere più di tanto alle molte domande di Bort, visto che loro stesse non erano mai state laggiù direttamente. Un giorno o l'altro sarebbe dovuto andare per conto suo, si disse, per osservare con i propri occhi quel luogo che pareva quasi incantato. Probabilmente non sarebbe successo tanto presto, però.
    Quel giorno il ragazzone ritornava da una missione svolta a Taki. Aveva tenuto alcune lezioni nell'Accademia e un paio di esami genin. A detta dei superiori avevano scelto di fare più spesso questo tipo di scambi tra villaggi per rafforzare ancora di più i rapporti tra gli eserciti e i Paesi legati nel cosiddetto Gruppo del Nord. Bort non se ne intendeva molto di politica, ma l'idea gli sembrava ottima. Stringere legami solidi con alleati affidabili non era mai un cattivo proposito e nel suo piccolo a lui piacevano molto sia Cascata che Neve. Erano nazioni molto diverse, ma allo stesso tempo avevano punti in comune chiari ed evidenti, quindi la cosa gli sembrava avere basi tutt'altro che fragili. E vista l'instabilità del presente qualcosa del genere era fondamentale. Ciò che il chuunin aveva potuto osservare nel Paese del Tè lo aveva turbato più del previsto. Morte e distruzione... lui lo sapeva che erano elementi indissolubilmente legati alla vita di ninja, ma vederne così tante e tutte insieme non poteva lasciare indifferente nessuno. Orochiyu era stata eliminata - e questa non poteva che essere una cosa positiva - ma lei non era l'unica responsabile di tutto quel disastro, Bort ne era sicuro. Non aveva prove per dirlo, ma gli sembrava impossibile per una donna sola provocare così tanti danni, in così tante parti del mondo. Doveva esserci qualcun'altro, qualcuno che aveva dato vita a quei mostri che pullulavano nei racconti dei sopravvissuti. Se solo avesse potuto avrebbe dato una mano più che volentieri alle ricerche dei colpevoli, ma non era così semplice. Aveva un lavoro da fare ed esso richiedeva attenzione e dedizione.
    Queste e altre erano le preoccupazioni che affollavano la mente del ragazzone. Lui si trovava seduto sulla sabbia di quella piccola spiaggia abbandonata che aveva scelto per fare una piccola pausa prima di tornare a casa. Osservava il mare, con il suo ritmico andare e venire. In silenzio. Perso nei suoi pensieri, tutto solo.

     
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    Paese della cascata. Era uno di quelli che le era stato consigliato insieme all'erba quando cercava un posto più caldo che però non fosse desertico in cui portare Elsker.
    In pieno inverno lì faceva giusto un po' di fresco, più o meno come dove si era stabilita, ma la Cascata aveva sia un grosso difetto che un grosso pregio ed entrambi erano rappresentati dal fatto che dava sul mare.
    Elsker ne sarebbe stato immediatamente attratto come una falena dalla luce e come lei si sarebbe bruciato immediatamente usando la sua energia senza riuscire a trattenersi.
    Lei, però, amava il mare e non le sarebbe affatto dispiaciuto abitare vicino ad uno in cui poter fare il bagno. A casa sua di acqua ce n'era in abbondanza, ma immergervi anche solo un piede voleva dire sfidare l'ipotermia e non era un'avversaria contro cui si vinceva facilmente.

    "Allora? Hai ancora bisogno di me?" Dalla finestra del posto in cui alloggiavano si intravedeva una piccola spiaggia abbandonata per la posizione un po' scomoda o forse per l'inverno. Lilje era riuscita a strappare la promessa che avrebbe avuto un po' di tempo libero per andarci prima di tornare a casa.
    "No, vai pure." Shang sembrava distratto mentre si toglieva i gemelli e allentava la cravatta. Lilje sorrise con entusiasmo.
    "A dopo!" Gesticolò rapidamente correndo via mentre Shang le gridava dietro qualcosa a proposito di una giacca. Non lo ascoltò davvero, ma le parve di notare un tono divertito nella sua voce, quindi era piuttosto certa che non avrebbe trovato un litigio ad aspettarla al ritorno. Quello che le pareva strano era che lui non le avesse imposto la sua presenza come accompagnatore, ma sospettava che la finestra da cui poteva vedere la spiaggia e quello che per lui era un freddo pungente avessero molto influito sulla scelta.
    In più non le pareva che avesse dormito molto quella notte, l'aveva sentito agitarsi dalla stanza accanto per ore. A quanto pareva erano lì per un affare che gli interessava parecchio.

    Lilje scese in spiaggia con l'andatura di una persona normale, poi però non appena si trovò a camminare sulla sabbia fredda fece presto a togliere le scarpe e correre verso la riva coi piedi nudi che si godevano la sensazione della sabbia. A casa le spiagge non erano sabbiose, perciò quella era effettivamente la prima volta che ne provava la consistenza ed era decisamente interessante. Scivolava via da sotto i suoi piedi e allo stesso tempo era un appoggio solido.
    Il freddo intenso quando le sue dita toccarono l'acqua la fece ridere, poi si voltò verso il punto in cui sapeva esserci la finestra della loro stanza, curiosa di sapere se riusciva a vedere se Shang stava davvero guardando quello che faceva dal vetro. Non ebbe la possibilità di scoprirlo perché solo in quel momento i suoi occhi incontrarono una figura decisamente imponente di un uomo seduto sulla sabbia proprio a poca distanza da lei.
    Non l'aveva visto perché gli aveva praticamente dato la schiena per tutto il tempo e per la maggior parte era stata troppo occupata a guardarsi i piedi mentre giocava con la sabbia per accorgersi di altro.
    Imbarazzata si rese conto di essere rimasta a guardarlo per un po': era più grosso di Shang, poco ma sicuro, e anche di Zhou. Lei non si era mai considerata una ragazza minuta, ma in confronto agli uomini del continente non era certo molto alta.
    Okay, stava fissando il tipo da un po' troppo tempo e lui non poteva non essersi accorto della pazza che prima aveva infilato i piedi fino alle caviglie in mare a gennaio e poi si era messa a fissarlo.
    Non sapendo come togliersi dall'imbarazzo, Lilje decise che c'era un solo modo: doveva inventarsi una scusa sul motivo per cui l'aveva fissato tanto a lungo. Prese il suo taccuino e con fare un po' incerto scrisse una frase.
    "Scusa. Non avevo volerevo disturbare. Pensavo essere sola."
    Shang l'avrebbe uccisa se si fosse accorto di quanto era ancora incerta la sua scrittura. Per fortuna che dopo aver imparato il suo stesso linguaggio non le aveva più chiesto di scrivere niente.
    Comunque, prese il taccuino e lo mostrò al gigante avvicinandoglisi con un sorriso di scuse. ERa una buona scusa per averlo guardato a lungo? Non ne era certa e in realtà era anche un po' intimorita, ma era più che certa che Shang la stesse guardando dalla finestra e come minimo sarebbe andato a raccogliere i pezzi. Sperava.
     
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    Il ragazzone non si rese conto di quando di preciso, ma ad un certo punto una figura femminile entrò nel suo campo visivo, seppure ai margini di esso. Non ci diede particolare peso, immerso in altri pensieri com'era. Ad un certo punto però sentì in maniera insistente i suoi occhi addosso e si chiese come mai, senza però fissarla a sua volta. Forse voleva restare da sola sulla spiaggia, pensò. Stava per alzarsi e andarsene, quando la vide avvicinarsi. Incuriosito aspettò, chiedendosi cosa mai potesse volere una giovane sconosciuta da lui. Fu in quel momento che la guardò con attenzione per la prima volta. Era molto carina, con un corpo snello e slanciato e a incorniciarle il viso dei lunghissimi capelli di colore azzurro. Ricordavano molto quelli di Astrid e Madoka, per la tonalità, si disse il ragazzone. Lo sguardo sembrava imbarazzato e lui non capì bene il perché. Finché lei non tirò fuori una sorta di taccuino e ci scrisse qualcosa sopra. Bort a quel punto era molto confuso e ancora più curioso, poi capì. Lei chiese scusa per averlo fissato, ma la cosa per lui non aveva particolarmente importanza, non si era certo offeso per così poco. Le parole usate gli fecero però capire il motivo dietro al fatto che scriveva invece di parlare. Doveva essere muta, si convinse di questo e gli parve di intuire che potesse essere anche sorda, da quello che sapeva le due cose spesso erano presenti insieme. Come si doveva comportare con lei? Non aveva mai avuto a che fare con qualcuno con i suoi problemi. Per un secondo solo si sentì quasi prendere dal panico, poi si disse che poteva risolvere il problema come se fosse stato in missione. Del resto aveva imparato a insegnare ai gagni dell'Accademia, riuscire a comunicare con una persona come lei senza offenderla non doveva essere un'impresa insormontabile. Probabilmente lei era abituata anche a quel tipo di difficoltà, sperava avrebbe potuto capire le buone intenzioni che lo muovevano e perdonargli magari una forma non perfetta.
    Dopo quel secondo di esitazione provò a fare dunque un sorriso sincero, per riprendere il discorso. Indicò la penna e il taccuino della giovane, per chiedere di poterli prendere in prestito. Se gli fosse stato concesso avrebbe cercato di scrivere qualche parola di risposta. Bort aveva una calligrafia piuttosto particolare, tutto sommato abbastanza elegante, se non fosse per le dimensioni dei caratteri. Non ce la faceva proprio a scrivere piccolo, non importava quanto si sforzasse. Anche in questo caso ciascun ideogramma era grande quasi una volta e mezzo rispetto a quelli della giovane, per quanto avesse tentato di ridurre le dimensioni del suo scritto non riuscì a fare più di così. "Non ti preoccupare, non mi hai disturbato". Queste furono le prime parole che scrisse. Le mostrò alla ragazza, poi gli venne in mente un'altra cosa da chiedere. "Vieni da oltre il mare?" Quando le rivelò di nuovo la parte di taccuino scritta indicò anche l'oceano di fronte a sé. Gli errori di grammaticali che aveva fatto, uniti a quel colore di capelli così uguale a quello delle sue amiche... gli avevano messo il dubbio che potesse esserci una correlazione. Era interessato assai alla questione e guardò con sguardo vivo e cordiale la giovane. Chissà, magari avrebbe avuto di conoscerla un minimo, non sarebbe stato male.

     
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    Dopo un lunghissimo momento imbarazzante durante il quale lei e il grosso uomo dagli occhi azzurri si fissarono in silenzio lui le sorrise e lei sentì molta della tensione scemare.
    Le chiese il suo libriccino e la matita e lei glieli passò chiedendosi come comunicargli che poteva sentirlo. Non era strano che le persone associassero il mutismo alla sordità, soprattutto nel continente dove pareva che anche le persone che non erano dottori fossero molto più istruite su quel tipo di cosa e così una volta aveva chiesto a Shen il motivo di quella convinzione. Aveva scoperto che le due patologie erano quasi sempre collegate a meno che il mutismo non fosse dovuto ad un incidente alle corde vocali -come nel suo caso appunto- o ad un trauma psicologico.
    Nonostante avesse compreso, però, non aveva trovato il modo di comunicare che il suo udito funzionava senza che la situazione si facesse imbarazzante.
    Lesse la frase gentile con cui il gigante le disse che non aveva disturbato e sorrise, anche se lui non poteva vederle le labbra era piuttosto certa che avrebbe comunque intuito la sua espressione quando, incuriosita, lo vide aggiungere un'altra frase.
    Allungò la mano aspettando che lui le rendesse il taccuino e la matita, poi prese a scrivere con entusiasmo. Lui aveva una bella scrittura, molto facile da capire con quelle lettere grandi ed eleganti. Al contrario, lei scriveva tutto piccolo e appiccicaticcio oltre che completamente sgrammaticato.
    "Sì! Mia casa proprio a nord di qui, come tu hai fatto a capirlo?" Fece per girare il quaderno verso di lui, ma esitò un attimo e si decise a scrivere: "Non importa che scrivi. Gli orecchie funzionano, mia voce sparita per una ferita. Però va tutto bene! Difficile dire che non sono sorda in anticipo, giusto?"
    Okay, quello probabilmente sarebbe stato imbarazzante, ma Lilje cercò di non renderlo tale raddoppiando i propri sforzi per fargli capire che stava sorridendo nonostante il velo.
     
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    Sì! Mia casa proprio a nord di qui, come tu hai fatto a capirlo?
    Bort stava per porgere la mano, in modo da farsi ridare il taccuino, ma lei sembrò ricordarsi qualcosa e decise di tenerselo ancora un attimo.
    Non importa che scrivi. Gli orecchie funzionano, mia voce sparita per una ferita. Però va tutto bene! Difficile dire che non sono sorda in anticipo, giusto?
    Il volto del ragazzone si riempì di stupore e imbarazzo, convinto di essersi comportato in maniera terribilmente stupida. Se non altro lei non sembrava essersi offesa, visto che l'espressione pareva ancora gioviale, nonostante il velo lasciasse un po' il dubbio. Per un attimo il giovane si chiese se fosse meglio prendere comunque il taccuino e scrivere, come forma di solidarietà, poi però gli venne il dubbio che potesse risultare un'azione condiscendente e offensiva, quindi decise infine di usare la voce. Sarebbe stato stupido altrimenti, si convinse.
    Oh. Non saprei. Immagino che certe cose non siano molto note, soprattutto da noi ninja. Impariamo tante cose sulla guerra, però poi ci sfugge la conoscenza sulle persone che dovremmo proteggere.
    Fece una piccola pausa. Probabilmente aveva detto qualcosa di immensamente stupido e stereotipato, ma non sapeva bene cos'altro potesse andare bene in quella situazione. Per fortuna avevano un altro argomento aperto su cui poter deviare l'attenzione.
    Ah, e per l'altra cosa... in realtà non ero per niente sicuro. Due mie amiche hanno la madre che viene da laggiù e hanno il colore dei capelli molto simile al tuo. E prima stavi guardando il mare. Sì, non sono decisamente due buoni motivi, ma alla fine stranamente la risposta era quella giusta, no?
    Ridacchiò tra sé e sé. Probabilmente stava facendo la figura del gigante idiota, però alla fin fine non gli dispiaceva poi troppo. Non è che fosse così distante dalla realtà, si disse.
    Ah, comunque io mi chiamo Bort. Tu sei?
     
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    Lilje si sentì terribilmente dispiaciuta nel vedere l'imbarazzo dipinto sul viso del ragazzone, ma d'altro canto avrebbe solo aumentato il disagio di tutti e due se non gli avesse detto di poterlo sentire, giusto? Se poi l'avesse scoperto sarebbe stato mortificante e lei non desiderava affatto prenderlo in giro a quel modo.

    Oh. Non saprei. Immagino che certe cose non siano molto note, soprattutto da noi ninja. Impariamo tante cose sulla guerra, però poi ci sfugge la conoscenza sulle persone che dovremmo proteggere.

    Da me no ci sono tanti dottori come qui. Prima di arrivare non sapevo di muta collegata a sorda. Scrollò le spalle.

    Ah, e per l'altra cosa... in realtà non ero per niente sicuro. Due mie amiche hanno la madre che viene da laggiù e hanno il colore dei capelli molto simile al tuo. E prima stavi guardando il mare. Sì, non sono decisamente due buoni motivi, ma alla fine stranamente la risposta era quella giusta, no?

    Non sapendo bene come rispondere a quella catena di deduzioni logiche, Lil si limitò ad annuire, stupefatta. Doveva essere davvero bravo nelle deduzioni se era riuscito ad arrivare alla conclusione giusta con così pochi indizi! Incredibile!
    Alla domanda successiva, invece rispose subito scrivendo: Lilje! Piacere di conoscerti." Shang sarebbe stato orgoglioso di lei: le aveva fatto scrivere "piacere di conoscerti" almeno duecento volte la prima volta che l'aveva beccata a sbagliarlo.

    Poi si rese conto che lui aveva detto qualcosa di interessante e dopo avergli mostrato il suo nome riprese a scrivere in tutta fretta:

    Aspetta. Tu sei cacciatore! Guerriero, intendo. Per me è prima volta che incontro. Mi hanno detto che siete forti, che usate quella energia... non ricordo, voi date strani nomi a cose." Lilje allungò la mano con cui teneva la penna e con la sua abilità creò un'immagine in miniatura del ragazzone che aveva davanti come l'aveva visto prima che lui si girasse a guardarla. Fissava il mare con aria assorta seduto sulla pietra. Aveva un'aria un po' romantica e Lilje accentuò la bellezza della posa e dell'azzurro degli occhi.
    Glielo mostrò come cercando di fargli capire che cosa intendeva con "energia". Zhou aveva capito subito che poteva usarla quando gli aveva mostrato quella particolare abilità.
     
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    La ragazza si mostrò stupefatta e ammirata dalle deduzioni di Bort, cosa che aumentò il suo imbarazzo. Riuscì a immaginarsi la sua amica Homuzu mentre lo prendeva in giro per come fosse saltato a conclusioni affrettate in maniera stupida. Il ragazzone non dubitava che lei invece sarebbe riuscita a capire la provenienza della giovane dai capelli azzurri usando una logica più ferrea e scovando indizi reali, non coincidenze. Era davvero una forza della natura, la invidiava un sacco per le sue abilità deduttive.
    Lilje! Piacere di conoscerti.
    Rispetto a quelle precedenti questa scritta era molto precisa e priva di alcun errore. Stava sicuramente imparando la lingua, probabilmente non era sul continente da molto, pensò Bort.
    Il piacere è tutto mio.
    Cercò di sembrare cordiale mentre sorrideva, ma qualche istante dopo la ragazza sembrò essere presa da qualcosa, come se si fosse ricordata di un'informazione importante o simili.
    Aspetta. Tu sei cacciatore! Guerriero, intendo. Per me è prima volta che incontro. Mi hanno detto che siete forti, che usate quella energia... non ricordo, voi date strani nomi a cose.
    L'espressione del ragazzone si fece molto divertita, era una descrizione particolarmente buffa e "particolare". Oltretutto se i ninja davano nomi strani alle cose lui doveva essere il più strano di tutti, visto quanto si divertiva quando battezzava le sue tecniche.
    Per farsi capire la giovane creò una sorta di ologramma sulla sua mano. Rappresentava proprio Bort, assorto ad osservare il mare. Era un'immagine accuratissima, molto suggestiva.
    Wow... che bella abilità che hai. Sì, io sono un ninja, un guerriero. E sì, usiamo anche noi quell'energia, anche se di solito non per cose così belle. La chiamiamo chakra, anche se alla fine un nome vale l'altro, no?
    Sorrise, poi aprì il palmo della sua mano, per attivare prima una Fiammella e subito dopo un Rivolo. Un piccolo fuoco si appiccò sulla sua mano per qualche istante, spento poi dallo scorrere di qualche centilitro d'acqua. Una piccola dimostrazione, nulla di più.
    Noi usiamo questa energia per lo più per combattere e non per fare cose spettacolari come quella che hai fatto tu. Un po' ti invidio. L'hai imparata a casa tua? Lo sapete usare tutti così o è una cosa di pochi?
    Bort era un sacco curioso di scoprire di più su quella strana capacità, in cuor suo non gli sarebbe dispiaciuto impararla, visto che non sapeva fosse derivata da una abilità innata. Era abituato ormai all'idea di essere in grado di far tutto, quando c'era di mezzo il chakra.

     
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    Chakra! Giusto, ecco come l'aveva chiamato Zhou. Lilje annuì con convinzione quando Bort le ricordò la parola giusta, e soprattutto per dirsi d'accordo sul fatto che un nome valesse l'altro. Ogni parola della sua lingua madre era diversa da quelle che utilizzavano nel continente, eppure in entrambi i posti riuscivano ad esprimere le stesse cose.
    Il suono emesso non aveva importanza se riuscivi a farti capire dagli altri.
    Nonostante avesse detto di non essere in grado di fare cose belle come quella che gli aveva mostrato fu comunque in grado di fare qualcosa che ai suoi occhi era spettacolare. Poter creare del fuoco, anche uno così piccolo, sembrava incredibile agli occhi di qualcuno che aveva vissuto tutta la vita in mezzo al ghiaccio e poterlo tenere sul palmo della mano, poi! Fu quasi dispiaciuta di vederlo spegnersi, ma quasi altrettanto affascinata da come l'acqua si era creata dal nulla.

    Noi usiamo questa energia per lo più per combattere e non per fare cose spettacolari come quella che hai fatto tu. Un po' ti invidio. L'hai imparata a casa tua? Lo sapete usare tutti così o è una cosa di pochi?

    Lilje fece volteggiare il piccolo Bort in aria per un attimo, poi lo lasciò svenire e poggiò la punta della matita sul taccuino, pensando per qualche istante prima di scrivere.
    "Quello che hai fatto a me pare bello! Creare fuoco è... incredibile! Pensi che potrei fare anche io una cosa così? Per mia cosa, invece, io ero l'unica a poter fare cose coi suoni, ma altri sapevano fare cose diverse. Non molti, qualcuno. Alcuni hanno cose utili, migliori. Mio fratello riuscire usare la sua per prendere tanti pesci."
     
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    Quello che hai fatto a me pare bello! Creare fuoco è... incredibile! Pensi che potrei fare anche io una cosa così? Per mia cosa, invece, io ero l'unica a poter fare cose coi suoni, ma altri sapevano fare cose diverse. Non molti, qualcuno. Alcuni hanno cose utili, migliori. Mio fratello riuscire usare la sua per prendere tanti pesci.
    Sorrise alla reazione stupefatta della ragazza, effettivamente tempo addietro anche lui avrebbe trovato assurdo e fantastico che qualcuno potesse creare acqua o fuoco dal nulla. Le cose erano cambiate tantissimo negli ultimi anni, lui era cambiato tantissimo. Per un istante la malinconia prese possesso del suo viso, ma scomparve subito, sostituita dalla curiosità.
    Non capiva cosa la ragazza intendesse con suono. Quello che gli aveva mostrato era soltanto una sorta di ologramma muto. Che fosse in qualche modo generato da onde sonore? L'idea sembrava assurda, ma lui aveva incontrato ormai diverse abilità assurde durante la sua vita da ninja. Alcune le aveva anche apprese o addirittura inventate. Tutto sommato non era per niente impossibile qualcosa del genere. E questo rendeva la cosa ancora più affascinante.
    Il fatto che dicesse di essere l'unica ad aver sviluppato quella abilità fece pensare a Bort che poteva trattarsi di una qualche abilità innata, del resto anche tra chi non era ninja parecchi ne avevano una in famiglia. Dubitava che avrebbe capito se glielo avesse chiesto, però.
    E cosa altro puoi fare di bello con questa abilità?
    Chiese su due piedi, ormai troppo curioso per lasciare perdere. Non si accorse che forse poteva risultare troppo indiscreto, ma visto che lei non era un ninja non faceva niente di male a chiedere, no?
    Ah, tra l'altro... sì, potresti essere in grado anche tu di creare cose come quelle che ho fatto io prima, chiunque può riuscirci. Però non tutti le stesse cose. Hai mai sentito parlare degli elementi del chakra?
    Se la risposta fosse stata negativa, il ragazzone avrebbe fatto una spiegazione rapida e sommaria su cosa fossero le impronte elementari, elencandole poi tutte e cinque.
    Ogni persona ne ha una alla nascita, la eredita dai genitori, poi si può imparare a usarne altre. C'è un metodo per scoprire il proprio elemento primario, se vuoi possiamo provare a vedere qual è il tuo. Magari potrei anche insegnarti qualcosa, se ti va.
    Avrebbe atteso la risposta della giovane, gioviale. Gli piaceva insegnare, anche se non era propriamente portato. Oltretutto gli elementi del chakra erano una sua grande passione ed erano la cosa che più conosceva al mondo. Qualcosa di utile per la fanciulla poteva venirne fuori di sicuro.
    Attese dunque una risposta da lei e se essa fosse stata positiva le avrebbe porto uno dei foglietti speciali che aveva con sé. Non sempre se li portava dietro, ma quel giorno arrivava giusto da alcuni esami genin, quindi ne aveva in abbondanza. Le avrebbe spiegato come funzionavano i foglietti e quindi cosa doveva fare per riuscire a individuare il suo elemento. Era estremamente curioso di scoprirlo anche lui.


     
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    E cosa altro puoi fare di bello con questa abilità?

    Lilje fu per un attimo indecisa se rispondere o meno. Ricordava bene l'avvertimento di Shang, ma Bort sembrava proprio un bravo ragazzo e lei ancora non capiva che male potesse esserci nel parlare della sua abilità ad altri. Non è che potessero rubargliela.
    "Più di tutto posso ascoltare molto lontano e cambiare il rumore." Scrisse, senza spingersi troppo nei dettagli. Così sarebbe andato bene, giusto? Una via di mezzo. Si sentiva in colpa ad omettere tanto di ciò che era in grado di fare, avrebbe voluto raccontargli della bellezza di sentire suoni anche nel silenzio più completo, di ricavare una musica o una voce dal rumore del vento. C'era tantissima meraviglia in ciò che era in grado di fare, ma non lo disse, spaventata dall'avvertimento che aveva ricevuto. Shang poteva omettere verità finché mentire sarebbe stato persino più onesto, ma raramente le aveva detto una bugia così diretta, perciò pensava di potersi fidare della sua preoccupazione.

    Alla domanda sugli elementi Lilje scosse il capo e poi rimase ad ascoltare incuriosita la spiegazione successiva. Imparò che le impronte potevano essere cinque e che grazie a quelle si poteva dare alla propria energia una certa caratteristica. Era davvero incredibile. Lilje sperava di avere il fuoco, così avrebbe potuto cercare di imparare a farsi uscire fiamme dalle dita per creare dei falò o delle zone di calore e così Elsker non sarebbe mai più stato al freddo neanche se si fossero trovati di nuovo a dover dormire all'aperto. Non che avesse intenzione di perdere la casa.
    Avrebbe voluto chiedergli come poteva scoprire qual era il suo elemento, ma lui l'anticipò spiegandole che solo uno era ereditario e che se ne potevano imparare altri e addirittura le propose di soddisfare proprio quella sua curiosità.
    Lilje annuì ripetutamente alla sua proposta di insegnarle qualcosa: voleva imparare! Se poteva dare forma alla sua energia voleva sapere come fare così da poterla usare per aiutare Elsker o per proteggere se stessa o Shang.
    Voglio imparare! Come?

    Bort le porse un foglietto e le spiegò che bastava immetterci un po' di energia. Avrebbero scoperto il suo elemento a seconda della reazione che il foglietto avrebbe avuto.
    Lilje non perse tempo e lo toccò col proprio chakra, causando un taglio netto nella carta.
    Che vuol dire? Scrisse, pensando che quella non sembrava una reazione da fuoco. A dire il vero era un po' delusa.
     
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    Voglio imparare! Come?
    La ragazza sembrava ben determinata e Bort sorrise, soddisfatto. Le spiegò come fare e lei si impegnò per passare il chakra nel foglietto. Non ci mise molto, pareva evidente che la giovane avesse abbastanza talento e abilità.
    Che vuol dire?
    Vento! Molto bello come elemento. Lo sono tutti, diciamo, però questo mi piace molto, è anche il mio primario. Se devo definirlo direi che è... libertà. Libero come l'aria, impetuoso come un tifone, dolce come la brezza marina. Come elemento è molto duttile, puoi farci davvero tante cose.
    Sorrise, molto divertito. Era come un bambinone che stava mostrando i giocattoli ad una nuova amichetta, contento di poter condividere qualcosa di cui era così orgoglioso. Si prese un secondo per fare mente locale sul suo inventario di tecniche.
    Conosco abbastanza tecniche di vento, se vuoi te ne insegno una o due. Tipo ne ho una per lanciare piccole sfere d'aria, oppure una crea una barriera, una che fa diventare i tuoi pugni più forti, un'altra che ti permette di saltare in mezzo all'aria oppure altre che ti fanno correre più veloce.
    Non menzionò il Fendere, anche se forse sarebbe stato meglio partire da questa. Non citò nemmeno la Lama del Vuoto, probabilmente troppo difficile per lei. In realtà non era sicuro di quanto fosse abile lei, però era curioso di scoprirlo.
     
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    Vento!

    Lilje rimase delusissima per un lungo istante. Oh. Avrebbe davvero voluto avere il fuoco!
    Il moto di delusione non si tradusse in una vera espressione dispiaciuta perché Bort aveva cominciato ad elogiare l'elemento spiegandone la larga possibilità di impiego. Sembrava entusiasta, non poteva certo dimostrare disappunto!
    Sorrise, dunque, in risposta al modo di fare fanciullesco del suo nuovo amico e ascoltò il resto del discorso.

    Conosco abbastanza tecniche di vento, se vuoi te ne insegno una o due. Tipo ne ho una per lanciare piccole sfere d'aria, oppure una crea una barriera, una che fa diventare i tuoi pugni più forti, un'altra che ti permette di saltare in mezzo all'aria oppure altre che ti fanno correre più veloce.

    Pugni forti! Scrisse subito, velocemente, come se avesse paura che cambiasse idea prima di insegnarle. Non tutte le volte posso portare armi su di me. Mi piace sapere cose per difendere lo stesso! Aveva fretta di scrivere e si riflesse nella mancanza della maggior parte degli articoli, ma per una volta Lilje era talmente presa da non preoccuparsi della sua grammatica.
     
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    Pugni forti!
    La ragazza non ebbe la benché minima esitazione e ciò fece sorridere Bort. Gli piaceva un sacco, lei, era sia carina che determinata.
    Non tutte le volte posso portare armi su di me. Mi piace sapere cose per difendere lo stesso!
    Bort si chiese come mai avesse bisogno di armi o di difendersi, sembrava una persona tranquilla. Però in effetti era anche una ragazza molto bella e in giro c'erano molti uomini che prendevano quel fatto come una scusa per lasciare liberi i loro peggiori istinti. L'idea che potesse essere una situazione del genere motivò ancora di più Bort.
    Molto bene, sono le mie preferite, lo ammetto. E a pensarci bene ho anche un'altra tecnica che potrebbe fare al caso tuo, anche se non c'entra con il Vento. Te le mostro e poi scegli tu, ok?
    Con un sorriso divertito attese la conferma della ragazza, poi si sarebbe allontanato di un paio di metri per creare due semplici cloni di terra.
    Loro mi serviranno per la dimostrazione. Osserva bene.
    Detto questo fece tre sigilli, abbastanza lentamente perché lei potesse capire cosa stava facendo. Al termine di essi sul suo gomito comparve un piccolo cerchio di energia mediamente visibile, che lui le mostrò con cura. A quel punto iniziò il gesto del pugno e rilasciò il chakra Fuuton, che spinse l'avambraccio con maggiore potenza. Le nocche si stamparono sul volto del clone, creando un buco che lo trasformò di nuovo in terra.
    Questa tecnica l'ho chiamata Pugnorante!, perché è un pugno molto ignorante. Faccio sempre dei giochi di parole quando scelgo il nome delle mie tecniche. Hai visto il Vento che spingeva la mano?
    Il ragazzone sorrise, un po' imbarazzato. Già era strano il nome di per sé, figurarsi agli occhi di una straniera che conosce poco la nostra lingua, pensò. Poi ritornò dal secondo clone, per mostrare la seconda tecnica. Non ci fu bisogno di preparazione, tirò un caro e semplice cartone in faccia al povero bunshin, che tornò terra in un istante. Il ragazzone dovette asciugarsi le lacrime che si erano create per colpa della tecnica, poi tornò dalla giovane Lilje per spiegare cosa aveva fatto.
    Questa tecnica si chiama Pedro Punch, è la prima che ho inventato. In pratica concentri l'energia nel braccio e poi tiri un pugno più forte. Lo sforzo ti fa lacrimare un bel po', ma è solo un piccolo difetto. Sono due tecniche abbastanza diverse, la prima è leggermente più forte, la seconda però non richiede preparazione. Se vuoi posso insegnarti entrambe, così se vorrai potrai utilizzarle insieme per avere pugni molto più forti. Che ne dici, vuoi provare? Hai domande?


    Pugnorante!
    Livello B
    Tipo: taijutsu/ninjutsu Fuuton
    Tecnica nata dal discutibile ingegno di Bort Kisaragi, nel tentativo di accelerare i suoi colpi fisici. Concentrando un po' di chakra di Vento nel gomito, l'utilizzatore può migliorare il gesto tecnico di un pugno, utilizzando l'energia Fuuton come un propulsore per l'intero arto. Questo non provoca un aumento della velocità, come sperato dal creatore, bensì un aumento della potenza dell'impatto. Ne risulta quindi un aumento della Forza del colpo singolo di 25 punti.
    [Sigilli: 3]
    [Il chakra Fuuton può rimanere fino ad un turno sul gomito dell'utilizzatore, in attesa di essere trasformato in un propulsore, ma in ogni caso l'effetto della tecnica durerà solo per un colpo]
    Consumo di creazione: 20
    Consumo di propulsione: 20

    Pedro Punch
    Livello C
    Tipo: Taijutsu
    Tecnica che nasce dalla disperazione di un vero uomo e dalla sua voglia di lottare per chi gli è caro. L’utilizzatore carica un pugno aumentando le sue capacità fisiche attraverso il chakra e lo scaglia con Forza aumentata di 20 verso il suo avversario. Lo sforzo provocato dalla tecnica causa una notevole lacrimazione dell’utilizzatore.
    Consumo: 30




     
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    Lilje guardò il suo grosso nuovo amico fare le sue dimostrazioni mentre le spiegava gentilmente tutto quello che stava facendo.
    Il primo pugno sembrava un po' complicato, soprattutto per la preparazione. Non era la prima volta che aveva a che fare con i sigilli, le erano già state mostrate tecniche che li richiedevano ma le sue dita proprio non volevano saperne di capire come farli. Si intrecciavano sempre e poi dimenticava come doveva mettere le mani.
    Anche in quel momento, nonostante si fosse concentrata al massimo per capirli, le bastò distrarsi giusto il tempo di ascoltare la spiegazione della tecnica e puff, li aveva già scordati.
    Pugnorante. Pugno ignorante.
    Un pugno che non sapeva niente, insomma. Lilje sorrise e annuì, ma in realtà non aveva capito tanto bene il motivo del nome. Era forse perché era talmente forte che dopo averlo preso in piena faccia per un po' non sapevi più fare nulla? Lei di certo sarebbe stata parecchio stordita dopo un colpo del genere.

    L'altro pugno sembrava un normale pugno, ma la spiegazione fu molto semplice e di facile intuizione perciò Lilje annuì con molta più convinzione. Le sarebbe piaciuto molto imparare entrambe le tecniche però aveva una paura tremenda di non riuscire a capire come fare la prima e prese con un po' di vergogna il suo taccuino per scribacchiare le sue domande.
    "Pensi che posso imparare tutti e due? Le cose con le dita... non sono brava. Mi si intreciano e mi dimentico. L'altro forse ho capito. Posso provare..." si guardò intorno, non vedendo nessun bersaglio che non rischiasse di spaccarle una mano "... su qualcosa." Le sue braccia, come tutto il suo corpo, erano piuttosto sottili ma Zhou era solito prenderla in giro dicendole che era segretamente un sollevatore di pesi in incognito perché, secondo lui, era piuttosto forzuta per la sua stazza minuta.
    Se Bort le avesse suggerito un bersaglio avrebbe usato lui per esercitarsi e dimostrare al suo maestro improvvisato se era in grado di imparare la seconda tecnica, altrimenti avrebbe fatto volare pugni sul nulla.
    Concentrare l'energia nelle mani era piuttosto semplice: lo faceva spesso per le sue immagini silenziose, ma si rese presto conto che non era esattamente la stessa cosa. Non doveva concentrarlo sulla mano, ma dentro la mano. Era più simile a quando faceva la capoeira danzando che all'immagine silenziosa! Una volta realizzato quello fu dura riuscire a trovare il giusto dosaggio di energia da canalizzare nel pugno perciò ne provò diversi guardando poi interrogativamente Bort per sapere se almeno uno era stato abbastanza soddisfacente. Si rese conto anche da sola quando arrivò ad azzeccare davvero la tecnica: sferrò il suo pugno e lo sforzo accumulato le riempì gli occhi di lacrime, tanto che ci volle qualche secondo prima di riuscire ad interrompere il flusso.
     
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    Pensi che posso imparare tutti e due? Le cose con le dita... non sono brava. Mi si intreciano e mi dimentico. L'altro forse ho capito. Posso provare...
    ... su qualcosa.

    Bort sorrise e rivelò che anche lui all'inizio aveva fatto abbastanza fatica a imparare i sigilli. Del resto erano posizionamenti piuttosto innaturali delle mani, anche se adesso gli venivano alla perfezione in automatico. Del resto un ninja doveva saperli fare anche sotto pressione, in alcuni casi anche una marea di essi in rapida successione.
    Iniziamo dal secondo e poi vediamo per l'altro. Posso insegnarti i sigilli, secondo me ti aiuterebbe molto. Per quanto riguarda il bersaglio, te ne creo subito uno.
    Con pochi sigilli creò un altro clone di Talea davanti a sé. Aveva preferito usare una copia superiore, visto che quelle semplici di Terra erano fin troppo fragili. Persino un civile non addestrato avrebbe rischiato di farle fuori con un semplice pugno ben piazzato. Inoltre i cloni superiori potevano dare impressioni in prima persona, cosa molto utile durante un addestramento.
    Non ti preoccupare per lui, colpisci pure più forte che puoi, è stoico da morire.
    Bort sorrise divertito, probabilmente l'avrebbe confusa parlando in tale maniera di quello che in sostanza era se stesso. Si sarebbe poi allontanato, per lasciare spazio a Lilje e al suo clone, osservando il tutto da pochi metri di distanza.
    Quando fu il momento del primo tentativo la ragazza tirò un cartone fortissimo addosso al povero bunshin. Bort sgranò gli occhi vedendo la potenza del colpo. Era un movimento un po' grezzo, ben lontano dalla precisione tecnica che il suo maestro di pugilato gli aveva insegnato, ma la potenza era notevole, soprattutto considerato che proveniva da un corpo così esile.
    Ahia! Questa qui colpisce forte!
    Il clone si girò verso l'originale e si lamentò un po', al che Bort si avvicinò e gli tirò un leggero scappellotto. Poi si complimentò con la ragazza, dicendo che aveva mostrato un gran bel pugno. Le disse anche di riprovare, visto che la tecnica non era venuta e lei lo fece. Ci vollero più tentativi, durante i quali il clone accumulò un po' di contusioni di media intensità, ma per fortuna non se ne lamentò più. Alla fine però lei riuscì a tirare un pugno potenziato, cosa segnalata anche dalle lacrime che inondarono il suo viso. Bort lanciò uno sguardo interrogativo al suo clone, che mosse la mano facendo un segno interpretabile come "più o meno". Aveva sentito sulla sua pelle il colpo più forte degli altri precedenti, ma non lo era quanto avrebbe dovuto, secondo lui.
    Bravissima! Ci siamo quasi. Posso?
    Si era avvicinato alla ragazza e aveva indicato il suo braccio, mentre faceva la domanda, per farle capire che voleva toccarla in modo da darle suggerimenti. Sarebbe stato sgarbato farlo senza chiedere il permesso, a suo avviso. Se gli fosse stato garantito avrebbe passato il dito lungo il braccio, spiegandole a voce che non doveva concentrare il chakra solo nel pugno, ma anche nel braccio.
    L'azione di tirare un pugno coinvolge molti muscoli, devi potenziare anche quelli. Concentra l'energia in maniera diffusa, inondali tutti con l'energia. Vedrai, questo pugno è stato migliore di quelli normali, ma quando riuscirai a completare la tecnica sentirai la differenza.
    Dopo aver dato queste indicazioni si sarebbe allontanato di nuovo, invitandola a provare fin quando non fosse riuscita nell'esercizio.
    Se avesse deciso di non voler andare avanti ancora su quell'argomento o, in alternativa, a seguito di un successo, lui avrebbe proposto di passare al punto successivo. Le avrebbe fatto una breve lezioncina semplificata sui sigilli, cercando di farle capire la teoria che stava dietro. Avrebbe poi dato dimostrazioni di tutti i sigilli possibili, concentrandosi in seguito sui tre che componevano il Pugnorante. Avrebbe avuto molta pazienza, sapeva che quello non era per niente un argomento semplice, oltretutto si stava divertendo un sacco. Quella strana ragazza era una compagnia piacevole.

    Pedro Punch
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    Tipo: Taijutsu
    Tecnica che nasce dalla disperazione di un vero uomo e dalla sua voglia di lottare per chi gli è caro. L’utilizzatore carica un pugno aumentando le sue capacità fisiche attraverso il chakra e lo scaglia con Forza aumentata di 20 verso il suo avversario. Lo sforzo provocato dalla tecnica causa una notevole lacrimazione dell’utilizzatore.
    Consumo: 30

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    Tipo: Ninjutsu Doton
    Tecnica nata da arditi esperimenti di Bort Kisaragi sui cloni di terra, che ha portato alla creazione di bunshin senzienti, autonomi e dotati di tutti i sensi. L'utilizzatore può anche fornire del chakra proprio a queste copie di sé, che conosceranno tutte le tecniche dell'originale. Le copie sono in grado di sopravvivere a ferite lievi e moderate, ma spariscono immediatamente in seguito a danni gravi. Questi cloni sono un po' più pesanti (una dozzina di chili), "rocciosi" e stupidi rispetto all'originale. Con una spesa aggiuntiva di chakra si può convertire un clone di terra in un clone di questo tipo, anche se in tale maniera non è possibile fornirgli chakra aggiuntivo.
    [Sigilli: 5]
    [Tipologia: Superiori]
    [I cloni hanno statistiche pari al 60% di quelle dell'utilizzatore, ma hanno un bonus di 10 punti alla Resistenza (aggiunto dopo il calcolo)]
    [La copia possiede gli stessi oggetti dell'utilizzatore, ma la loro resistenza sarà quella della roccia]
    [I cloni possono essere creati ad un massimo di 8 metri di distanza, ma questo limite viene raddoppiato se viene riconvertita una copia presente già in precedenza in campo]
    [Questi cloni rimangono attivi al massimo 24 ore, dopo le quali spariscono automaticamente senza ridare indietro il chakra all'utilizzatore]
    [Se un clone termina il chakra a propria disposizione, scomparirà immediatamente]
    [I cloni non possono eseguire a loro volta questa tecnica]
    [L'utilizzatore può decidere di dotare queste copie di chakra, da 10 a 80 unità.]
    [L'utilizzatore può riassorbire i cloni ma non recupererà il chakra di cui li ha dotati.]
    Consumo: 30 a copia
    Consumo per riconvertire un clone di terra: 25


     
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