Death on the beach

Allenamento proibita

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    Demone incendiario

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    Dopo la guerra Bort chiese e ottenne un periodo di riposo. Una settimana dopo la fine delle ostilità il ragazzone poté partire, destinazione Paese del Mare. Aveva preso un bungalow laggiù, in una zona vicina alla spiaggia, ma non aveva intenzione di buttarsi sulla sabbia a prendere il sole tutto il tempo. Tutti gli eventi accaduti nell’Artiglio lo avevano messo in guardia, doveva ancora migliorare le sue capacità ma era difficile farlo mentre si era occupati con le missioni di routine del villaggio, quindi la vacanza era anche un modo di allontanarsi dagli impegni e dedicarsi nuovamente ad apprendere cose nuove. Bort si era anche fatto una bella tabella di marcia su come impostare gli allenamenti, ma già dal secondo giorno i piani furono stravolti dall’incontro con una sua vecchia conoscenza. Si trattava di Homuzu, autoproclamata "consulente investigativa" che aveva conosciuto durante una missione non ufficiale e con cui aveva instaurato una sorta di strana amicizia. La giovane donna, perfezionista oltre ogni limite e con un carattere molto difficile, aveva visto qualcosa in Bort che l’aveva spinta a prenderlo sotto la sua ala per qualche settimana, nel tentativo di insegnargli i suoi metodi strampalati ma estremamente efficaci di indagine. Il ragazzone si era dimostrato abbastanza ricettivo su alcuni aspetti, nonostante non fosse un genio in generale. Dopo poco però Homuzu si era arresa, lui sarebbe rimasto sempre un detective non eccellente e lei non era in grado di accettare la mediocrità. Nonostante questo erano rimasti un pochino in contatto, a entrambi veniva utile la conoscenza di una persona con qualità molto diverse dalle proprie e in qualche maniera riuscivano a trovarsi abbastanza simpatici a vicenda, per quanto i loro caratteri fossero così diversi.
    La ragazza bionda era nel Paese del Mare per un’indagine non ufficiale, una roba abbastanza grossa fece intuire senza dire nulla di specifico. Inoltre era laggiù per incontrarsi con sua sorella, che si era trasferita laggiù diversi anni prima. Una di quelle sere Bort fu dunque invitato a casa di costei, per una cena informale. Venne volentieri e si stupì terribilmente dei modi rudi e quasi ostili con cui le due sorelle si trattavano. Ma ad attirare la sua attenzione fu anche un’altra persona, il marito della più giovane delle due. Si chiamava Ignacio, un nome molto difficile da pronunciare per chiunque venisse dal continente, ed era un omone non troppo più basso dell’otiano. Era gioviale e un po’ fracassone, prese subito in simpatia Bort e si fece raccontare qualche storiella da lui, mentre la moglie e sua sorella si guardavano in cagnesco e scambiavano sottili insulti. Lui raccontò di come aveva scelto di diventare ninja e di alcune sue missioni specifiche, poi spiegò anche come aveva conosciuto Homuzu, la storia della Mano Fantasma, una indagine su cui la donna era ancora occupata senza troppo successo. La bionda raccontò anche il suo punto di vista della storia, soffermandosi sullo stupore provato di fronte alle discrete capacità di deduzione del ragazzone unite ad una forza bruta davvero fuori dal comune.
    Non avevo mai visto uno mettere in fila due ragionamenti sensati e poi riuscire comunque a spaccare una serratura in acciaio con un singolo pugno. Per dire.
    I convitati scoppiarono tutti in una breve risata, ma uno di essi sembrava essere particolarmente interessato a quanto detto.
    Mmm, quindi tu sei un ninja a cui piace tirare pugni? E hai l’approvazione della sorella del mio tesoro, non è una cosa da tutti. Sai, potrei avere qualcosa che ti interessa. Un retaggio antico della mia famiglia. Vuoi imparare una tecnica segreta sconosciuta al mondo intero?

    Post introduttivo.


    La Muerte
    Tipo: Taijutsu
    Livello proibito
    Tecnica segreta nata nel Paese del Mare e persa nel tempo, vista la pericolosità. L'utilizzatore concentra una quantità altissima di chakra nelle sue dita prima di tirare un pugno poderoso come non mai. Se il colpo va a segno dietro la vittima si formerà un'onda d'urto in grado di incidere un grosso teschio sulla prima superficie a disposizione. L'esecuzione di questo taijutsu sottopone il corpo dell'utilizzatore ad uno sforzo enorme, quindi va usato con estrema cautela.
    [Il pugno viene portato con Forza aumentata di 100]
    [L'onda d'urto finale ha solo effetti estetici e nessuna utilità pratica]
    [Subito dopo aver scagliato il colpo, qualsiasi sia l'esito dell'attacco, l'utilizzatore si ritroverà con un malus a Forza, Velocità e Agilità di 20 punti per un turno]
    [Si può usare questa tecnica solo una volta al giorno]
    Costo: 150


    Post minimi: 2
    Voto minimo: 2




    Edited by GIIJlio - 23/8/2018, 12:06
     
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    Dal giorno successivo Bort ritornò spesso a casa di Ignacio, con l’intento di apprendere la tecnica segreta di cui l’uomo aveva accennato. Costui organizzò delle sessioni di allenamento specifiche per l’otiano, ma prima di tutto il resto volle vedere qual era il livello di partenza del ragazzone. L’uomo creò un suo clone e si fece tirare un pugno dal ragazzone, senza alcun potenziamento. Il Kagebunshin parò il colpo senza problemi, incassandolo grazie all’ausilio del chakra in maniera da non subire che una ferita lievissima. A questo punto chiese di attivare tutte le tecniche in grado di aumentare la forza di impatto e poi di riprovare.
    Tutte tutte?
    Il clone rispose di sì e quindi Bort si adoperò per attivare tutti i potenziamenti che sapeva di poter combinare. Ne uscì fuori un “Ho i mega Pedro-pugnoranti acquatici nelle mani”, una concatenazione di jutsu che quasi triplicava la potenza del colpo ad un costo di chakra piuttosto alto. Non era qualcosa che poteva usare in battaglia effettivamente, ma con un nemico disposto a restare fermo e farsi prendere poteva funzionare. E infatti il kagebunshin fu investito dal colpo e, nonostante i suoi sforzi per incassarlo, fu sterminato senza pietà. La reazione dell’originale fu una risata fragorosa e un applauso divertito.
    Molto bello, mia cognata non esagerava, dunque. Però ci impieghi un bel po’ con la preparazione, no? Non molto utilizzabile in servizio, immagino. E se ti dicessi che ci sarebbe una tecnica che da sola ti darebbe un incremento simile se non maggiore a quello che mi hai mostrato? Da sola, eh. Non sarebbe folle e bellissimo?
    Bort annuì, molto incuriosito, senza aggiungere altro. Lasciò che il suo maestro spiegasse, ma in realtà non c’era molta teoria alla base di questo famoso jutsu. L’uomo raccontò di come questa tecnica fosse stata creata da un antenato della sua famiglia e non si fosse diffusa praticamente mai nel continente nel corso del secolo passato. Questo almeno finché non era diventato lui il capofamiglia, arrivando alla conclusione che non aveva senso tenere nascosta una tecnica così utile, ma andava diffusa in maniera molto controllata, solo a chi se ne dimostrava degno.
    Tu saresti il terzo ad apprenderla, il secondo ad essere un ninja. Però devi ancora riuscirci, non è da tutti farcela.
    Da quel momento iniziarono le indicazioni pratiche. Il primo passo era concentrare il chakra nelle dita, “una quantità spropositata” stando alle parole di Ignacio. Trovare la giusta dose non fu così arduo per Bort, gli bastò utilizzare come punto di riferimento la tecnica più potente che conosceva, il suo Raggio supremo della Borte. Era la stessa identica quantità necessaria, quindi l’unica difficoltà fu riuscire a concentrare il chakra nel punto giusto, cosa semplice, ma soprattutto nel modo giusto. L’energia doveva partire dalla punta delle dita e, nel momento che esse si chiudevano in forma di pugno, diffondersi a tutto il braccio, in modo che il colpo fosse potenziato quanto serviva. Dopo un paio di tentativi in cui il flusso di chakra fu confuso e impreciso il ragazzone iniziò a capire come fare. Ovviamente ebbe bisogno di pause frequenti, vista la dispendiosità di queste prove, ma appena gli era possibile rimettersi all’opera lo faceva. Finché non arrivò alla prima sorta di successo, dopo poche ore dall’inizio di quell’allenamento speciale. Bort lo sentì chiaramente che c’era qualcosa di diverso, ben prima di vibrare il colpo finale. Sembrava quasi che il suo corpo non sarebbe riuscito a reggere così tanta energia in una volta sola, ma lui era stupidamente fiducioso nelle sue capacità e non si preoccupò di quelle strane sensazioni. Mosse il braccio in avanti, tirando un pugno al vuoto, ma quello che successe appena dopo lo colse di sorpresa. Non ebbe neanche tempo di accorgersi della violenza dell’attrito con l’aria che il cervello perse la presa sulla realtà e il ragazzone si ritrovò privo di sensi. Il suo corpo vuoto cadde a terra, battendo un colpo per fortuna leggero.

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    Bort riprese i sensi qualche ora dopo e rimase intontito per diverso tempo. Ignacio gli spiegò quello che era successo, era semplicemente svenuto per lo sforzo. La tecnica che il ragazzone stava apprendendo poneva sotto stress altissimo il corpo dell’utilizzatore, quindi era normale che questo avesse delle ripercussioni, anche se non era per niente normale che si arrivasse fino ad un mancamento come quello appena accaduto. Avrebbe dovuto allenarsi di più, in modo da diventare più abile a gestire la pressione, ma soprattutto ad attivare il jutsu limitando le ripercussioni negative. Bort, che smaniava all’idea di rimettersi al lavoro, scoprì in quell’istante anche un altro grosso limite della tecnica, ovvero il fatto che non era possibile utilizzarla compiutamente più di una volta al giorno.
    Tieni dunque conto che di qui in poi i tempi si gonfieranno un po’, per forza di cose. Già sei stato un fulmine ad arrivare a questo punto, un lieve rallentamento non ti farà male.
    Il chuunin di Oto digerì un po’ a fatica questa notizia, ma non si fece intimidire dal contrattempo. Chiese lumi a Ignacio per capire quale fosse il modo migliore di agire e questi gli fornì un programma di allenamenti fisici volti a migliorare la resistenza alla fatica del suo corpo. Sollevamento pesi, flessioni, lunghe corse forzate e altri esercizi simili.
    Non sarà facile. Sarà letteralmente un inferno, ma così potrebbe accelerare i tempi per raggiungere la padronanza di “La Muerte”. Te la senti di provare?
    La risposta di Bort fu entusiasta e il ragazzone si propose di iniziare sin da subito, ma il suo maestro preferì rimandare al giorno dopo, per evitare di sovraccaricare il corpo del suo allievo. Questi a malincuore accettò, ma il mattino seguente si presentò puntuale come un orologio takumiano. Si sottopose a tutte le esercitazioni programmate da Ignacio, senza protestare minimamente. Non importava quale assurdo metodo di tortura avesse programmato l’uomo, il giovane di Oto eseguiva con dedizione. Nel primo pomeriggio, dopo pranzo, era concesso fare un tentativo con il taijutsu da apprendere, dopo un bel periodo di riposo. Dopo questo l’allenamento veniva aggiornato al giorno successivo, con il divieto esplicito da parte del maestro di fare altri sforzi fisici eccessivi. Bort approfittò di quei momenti per fare un po’ di vita di spiaggia o visitare qualche cittadina nuova, ma per lo più si fermava a casa di Ignacio ad aiutare in qualche modo, per ripagarlo della gentilezza e ospitalità.
    I tentativi di utilizzo di “La Muerte” mostrarono a Bort in maniera chiara l’utilità del metodo di allenamento del suo maestro. La seconda volta che aveva utilizzato la tecnica era andato di nuovo vicino allo svenimento, ma era riuscito a restare sveglio per un pelo. Da lì in poi era migliorata sempre più la sua capacità di tenere botta e resistere alla pressione fisica prodotta dallo sforzo immane. In una settimana e mezza raggiunse l’obiettivo finale, ovvero riuscire a combattere anche dopo aver tirato il pugno potenziato al massimo. Certo, l’affaticamento c’era comunque, visto che per circa mezzo minuto il ragazzone si ritrovava non al massimo delle sue capacità, cosa che poteva essere decisiva in battaglia. Però un risultato migliore non era fisicamente raggiungibile, come confermò Ignacio. Anche la potenza effettiva del colpo era quella giusta, il maestro lo verificò utilizzando un suo clone per esserne sicuro. Persino l’aspetto meno importante del jutsu, l’effetto estetico che faceva comparire un teschio sulla prima superficie disponibile dietro il punto colpito, divenne perfettamente operativo. Massima resa, ripercussioni minime, la tecnica era pronta.
    Dichiaro il tuo addestramento ufficialmente concluso. Ottimo lavoro, ragazzo.

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