Amore che vieni, amore che vai

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    Dopo la missione di cattura del Barone Birra Bort riuscì a ottenere un appuntamento con la sua compagna Hinako, per cui provava una certa attrazione. Le cose andarono a sorpresa molto bene, nonostante lui non fosse propriamente una bellezza naturale recuperava con il fisico possente e con i modi sicuri. I due iniziarono a vedersi spesso, anche se non si diedero una sistemazione particolare, stavano molto meglio senza. Lei aveva un carattere forte, quasi cinico, si trovava bene con la calma olimpica di lui. E, essendo entrambi ninja, finivano per allenarsi insieme di tanto in tanto. Avevano abilità piuttosto diverse, lei era una spadaccina che sfruttava le capacità del suo clan, i Kaguya, per avere a disposizione katane improvvisate nel momento della necessità. Lui assistette ad alcune delle sue sessioni di addestramento di scherma, rimanendone impressionato. I dati che ottenne con la semplice osservazione si unirono poi ad alcune dritte fornite da Hinako, tornando molto utili a lui. Il ragazzone non possedeva armi medie, quelle in cui era maggiormente specializzata lei, ma riuscì a trarre qualche insegnamento efficace per migliorare l’uso di un’arma che aveva appena comprato, il Supervibrato. Una spada corta, buona sia per tirare fendenti che per essere lanciata, ma se nel secondo campo il giovane chuunin se la cavava senza difficoltà, nel primo faticava di più. A furia però di guardare i movimenti leggiadri della sua compagna e di ascoltare i suoi consigli riuscì a migliorare un po’ anche in questo tipo di gesti tecnici. Il Supervibrato era un’arma molto duttile, saperla sfruttare in maniera sufficiente per tutte le sue potenzialità era un passo fondamentale per cercare di colmare quella che era una sua piccola lacuna.
    Un altro punto su cui la loro collaborazione fu davvero proficua fu nello studio dei ninjutsu. Hinako non era proprio una cima in quel campo, però pian piano aveva costruito un piccolo repertorio, mentre grazie alla facilità di apprendimento e di invenzione Bort aveva accumulato numerosissime conoscenze che gli tornavano utili nel momento del bisogno. Quella strana coppia condivideva un solo elemento, il Doton, e fu proprio su quello che si concentrarono gli sforzi dei due. In particolare, essendo questo campo quello prediletto dal chuunin, fu lui a insegnare alla sua compagna più cose. Prima di qualsiasi altra cosa le insegnò come usare il Rovesciamento Terrestre, tecnica da lui conosciuta a menadito. Lei dimostrò tutte le sue difficoltà in questo, visto che pareva non aver compreso la teoria dietro questo pur semplice jutsu. Per quanto fosse il suo elemento primario lei si trovava molto meglio con il Fulmine piuttosto che con la Terra, era più affine al suo stile di combattimento. Lui dovette mostrare più e più volte il procedimento, darle indicazioni precise e solo dopo una settimana di sforzi la situazione sembrò sbloccarsi un po’. Nel mentre lei si era fatta insegnare anche la Talea, con maggiore facilità, ma a quel punto i due decisero di provare qualcosa di nuovo insieme, apprendere una tecnica non conosciuta da nessuno dei due. Avere un progetto comune era anche un esperimento utile per vedere quanto la coppia fosse solida, pensarono entrambi pur senza dirselo.

    Talea
    Livello B
    Tipo: Ninjutsu Doton
    Tecnica nata da arditi esperimenti di Bort Kisaragi sui cloni di terra, che ha portato alla creazione di bunshin senzienti, autonomi e dotati di tutti i sensi. L'utilizzatore può anche fornire del chakra proprio a queste copie di sé, che conosceranno tutte le tecniche dell'originale. Le copie sono in grado di sopravvivere a ferite lievi e moderate, ma spariscono immediatamente in seguito a danni gravi. Questi cloni sono un po' più pesanti (una dozzina di chili), "rocciosi" e stupidi rispetto all'originale. Con una spesa aggiuntiva di chakra si può convertire un clone di terra in un clone di questo tipo, anche se in tale maniera non è possibile fornirgli chakra aggiuntivo.
    [Sigilli: 5]
    [Tipologia: Superiori]
    [I cloni hanno statistiche pari al 60% di quelle dell'utilizzatore, ma hanno un bonus di 10 punti alla Resistenza (aggiunto dopo il calcolo)]
    [La copia possiede gli stessi oggetti dell'utilizzatore, ma la loro resistenza sarà quella della roccia]
    [I cloni possono essere creati ad un massimo di 8 metri di distanza, ma questo limite viene raddoppiato se viene riconvertita una copia presente già in precedenza in campo]
    [Questi cloni rimangono attivi al massimo 24 ore, dopo le quali spariscono automaticamente senza ridare indietro il chakra all'utilizzatore]
    [Se un clone termina il chakra a propria disposizione, scomparirà immediatamente]
    [I cloni non possono eseguire a loro volta questa tecnica]
    [L'utilizzatore può decidere di dotare queste copie di chakra, da 10 a 80 unità.]
    [L'utilizzatore può riassorbire i cloni ma non recupererà il chakra di cui li ha dotati.]
    Consumo: 30 a copia
    Consumo per riconvertire un clone di terra: 25




     
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    La scelta di Bort e Hinako non arrivò subito, non avevano molte idee su possibili tecniche combinate o ninjutsu Doton da apprendere insieme. La decisione giunse più avanti, in circostanze bizzarre. Partì tutto da un allenamento particolare, svolto dai due giovani, che si sfidarono in un uno contro uno a piena potenza. Si trattava di una scommessa lanciata da Hinako e che il ragazzo era stato un po’ restio ad accogliere, ma alla fine si era fatto convincere dall’insistenza di lei. Avevano scelto come luogo dell’appuntamento un campo di addestramento situato ad un’oretta di cammino da Oto, il posto migliore per darci dentro. Una volta arrivati non si scambiarono convenevoli, ma si fissarono negli occhi per qualche istante. Alla fine anche Bort si era scoperto particolarmente eccitato all’idea di uno scontro amichevole con la ragazza verso cui provava qualcosa, sarebbe stata una prova non da poco, si disse. La battaglia entrò subito nel vivo, senza colpi interlocutori o mosse di studio. A prendere l’iniziativa fu la ragazza, che lanciò un ninjutsu Raiton sconosciuto a Bort, il Gian. Si trattava di una tecnica terribilmente veloce e capendo di poter sfruttare la cosa a suo vantaggio il chuunin rispose con il contrattacco, per sfruttare la mossa della giovane contro lei stessa. La quale però aveva previsto tale possibilità, avendo visto il temibile taijutsu in azione nella battaglia del Paese del Tè. Aveva attivato una difesa che non necessitava sigilli, lo Scudo Circolare. La kunoichi aveva sfruttato lo scontro di tecniche per guadagnare tempo e avvicinarsi al suo concubino, ma lui lo aveva intuito e si era fatto trovare preparato. Aveva infatti attivato, grazie ad un singolo sigillo, una delle tecniche più strane del suo repertorio, il “La ragione è la vela, ma lo spirito è lo zefiro”, un jutsu che utilizzava il potere delle emozioni per rafforzare il fisico. In quel momento la felicità era il sentimento che dominava il cuore del giovane, visto che stava “danzando” a suo modo con la ragazza di cui si stava innamorando sempre più, quindi la sua caratteristica che veniva potenziata era l’agilità. Fu grazie a questo accorgimento che egli fu in grado di evitare facilmente l’attacco della genin, il quale consisteva in un osso appuntito che usciva dal palmo della sua mano e con cui lei aveva tentato di pugnalarlo alla spalla destra. Grazie ad un altro sigillo al volo Bort attivò una tecnica dalla grande utilità, il Pugno Acquatico. Il ragazzone sapeva che l’inventore di questa tecnica doveva essere un ninja straniero ancora in attività, ma non sapeva chi. Avrebbe voluto stringere la mano a costui, talmente tanto lo aveva aiutato nel corso degli ultimi mesi, questa tecnica. Essa infatti non solo potenziava la forza dei pugni, ma forniva una piccola protezione ad essi in grado di non far risentire del contraccolpo di eventuali urti contro barriere o simili. Successe così anche in quel caso, visto che la ragazza aveva attivato il ninjutsu più forte che conosceva, l’Armatura Raiton, per proteggersi. Se lui non avesse avvolto il suo pugno in quella sfera d’acqua si sarebbe ferito da solo in maniera anche grave, tale era la potenza del suo colpo. La barriera dell’avversaria fu infatti vicina alla distruzione con un singolo pugno, un risultato notevole visto il dispendio minimo di chakra a confronto di quello della povera genin. Essendo ancora attiva la tecnica lei provò a sfruttare le altre caratteristiche di essa, ovvero il potenziamento della velocità e il fatto che gli attacchi a mano nuda risultassero “elettrizzati”. Lei sperava che lui usasse il Domu, aveva visto che conosceva quella celebre tecnica e che non si faceva scrupoli a usarla anche in situazioni di corpo a corpo. Invece lui optò per un’altra strategia, più grezza ma più efficace. Notò con tempismo le intenzioni di Hinako, capì che voleva tirargli un pugno dal modo in cui lei caricò il colpo, quindi scelse di usare un semplice colpo di incontro. Lei ebbe modo di pentirsi di averlo sfidato direttamente nel suo campo, soprattutto perché lui seppe sfruttare a dovere la differenza di altezza. La genin non era bassa, superava ampiamente il metro e settantacinque, ma non poteva certo reggere il confronto con quel gigante e con le sue braccia lunghe più del normale. Il raggio di azione dei due era notevolmente diverso e di conseguenza prima che il pugno di Hinako riuscisse a raggiungere il costato del suo avversario questi riuscì a colpirla alla spalla. L’armatura elettrica fu distrutta definitivamente e lei si ritrovò con una contusione di entità moderata, che la fece tentennare per qualche attimo. Lui forse avrebbe potuto metterla K.O. in quel momento, ma non volle dare il colpo di grazia così, quindi la giovane poté ritirarsi con un balzo all’indietro. Portò le mani davanti a sé e sparò dei Proiettili Digitali, una tecnica da cui fu semplice difendersi per Bort, che utilizzò un Muro d’Acqua. Lei sfruttò la mancata visibilità dovuta alla tecnica per avvicinarsi di gran carriera e con un osso-spada estratto al volo tentò un fendente alla gamba del ragazzone. Quello che però la genin non aveva messo in conto era la stanchezza che l’utilizzo di tutti quei jutsu le aveva provocato. I suoi movimenti erano più lenti del solito e quindi non fu difficile per il chuunin evitare di venire colpito. Con un semplice sgambetto lui la atterrò e con una mano le bloccò il braccio armato.
    Va bene, bestione, mi arrendo.
    La frase venne pronunciata con difficoltà, visto l’evidente fiatone, ma anche con un sorriso soddisfatto. Hinako disse ammiccante che il premio per la vittoria era un bacio e lui riscosse subito con piacere. Insieme tornarono verso Oto, dove medicarono la piccola ferita di lei e poi passarono una gradevole serata insieme.

    Contrattacco (Gyakushuu)
    Tipo: Taijutsu
    Una tecnica sia di difesa che di attacco che permette all'utilizzatore, dopo essersi ricoperto una mano con un "guanto" di chakra, di respingere con l'ausilio dei propri arti una ninjutsu che gli viene proiettata contro. Al momento della respinta può decidere la direzione in cui rispedire il colpo, che può essere anche incontro al suo stesso utilizzatore. La velocità della ninjutsu respinta sarà ancora maggiore, rendendolo di fatto un contrattacco micidiale.
    [La Velocità dell'attacco respinto è pari alla Velocità iniziale +20]
    [Si possono respingere solo Ninjutsu offensive lanciate]
    [Il guanto di chakra ha Resistenza 100]
    [La tecnica respinta viene subita dall'utilizzatore e se la sua Forza è maggiore rispetto alla Resistenza del guanto provocherà una ferita all'utilizzatore (ma il Contrattacco avrà comunque effetto)]
    Consumo: una volta e mezzo il ninjutsu da respingere

    La ragione è la vela, ma la passione è lo zefiro
    Livello C
    Tipo: Ninjutsu/Taijutsu
    Tecnica che sfrutta in maniera semi-consapevole la potenza delle emozioni dell'utilizzatore. Egli concentra il proprio chakra nel cervello e dopo averlo impastato questa energia si diffonde in tutto il corpo. In tal modo le prestazioni del ninja migliorano in maniera diversa a seconda dell'emozione dominante in lui nel momento dell'attivazione. Egli ottiene quindi un bonus di 10 punti ad una statistica, individuata dallo schemino a fondo della tecnica. Questo bonus dura sempre e solo un turno e non viene modificato anche nel caso in cui si modifica l'emozione dominante.
    [Può esserci una sola emozione dominante e non può essere decisa dall'utilizzatore in maniera consapevole]
    [Corrispondenza emozioni --> stat:
    Rabbia --> Forza
    Tristezza --> Resistenza
    Eccitazione/Euforia --> Velocità
    Gioia --> Agilità
    Disgusto/Disprezzo --> Precisione
    Paura --> Riflessi]
    [Sigilli: 1]
    Consumo: 20

    Pugno acquatico
    Tipo: Ninjutsu
    Il risultato dell'alterazione delle proprietà del chakra acquatico applicata alla tecnica del pugno di chakra. Attorno alla mano il chakra si trasforma in acqua, che prende la forma di una sfera dal diametro di circa quindici centimetri. Se il pugno va a segno, l'avversario riceverà un colpo abbastanza pesante nel punto colpito. Una volta colpito l'avversario la tecnica si scioglierà automaticamente, e l'acqua andrà a bagnare chi ha ricevuto il pugno. Nel caso si stia impugnando un'arma con la mano con la quale si sta utilizzando la tecnica, l'acqua ricoprirà l'arma con uno spessore di circa due centimetri. L'arma, al contrario di ciò che si potrebbe pensare, non diventerà più tagliente, anzi, per quanto affilata potesse essere diventerà un'arma contundente. Un colpo assestato con un'arma sulla quale è stata usata questa tecnica avrà lo stesso effetto del pugno nudo (con l'eccezione che dopo l'utilizzo della tecnica rimarrà sempre l'arma di metallo per potersi difendere/attaccare). Se l'arma viene lanciata (kunai, shuriken, ecc...) l'acqua seguirà l'arma per un massimo di dieci metri, poi la tecnica si scioglierà. La tecnica ha una durata massima di tre turni.
    [Il pugno -o l'arma- ricoperto dalla tecnica riceverà un bonus alla forza come se fosse un'arma contundente (leggera nel caso del pugno) di resistenza 50]
    [Sigilli:1]
    Livello: B
    Costo: 30 a turno

    Arte dell'Acqua: Muro acquatico (Suiton: Suijinheki)
    Tipo: Ninjutsu
    L'acqua è un elemento misterioso che si pone a metà tra terra e fuoco: buono per attaccare e buono per difendere.
    L'utilizzatore crea un muro d'acqua dalla bocca che protegge dalle Katon, dalle armi da lancio o dagli attacchi di Taijutsu più semplici. Solitamente assume l'aspetto di una barriera che si posiziona di fronte al ninja, ma può essere esteso cilindricamente a 360° con una protezione inferiore. Dura solo per un attacco, poi bisogna rievocarlo. Spendendo il relativo chakra è possibile creare due o più muri d'acqua per aumentare ancora di più la protezione, ma tale abilità è applicabile soltanto dai ninja più esperti.
    [Il muro 360° ha Resistenza 10]
    [Il muro ha Resistenza 20]
    [Ogni muro aggiuntivo ha Resistenza +30 (+15 se è a 360°)]
    [Il Muro è alto 2 metri, largo 1 e spesso 30 cm]
    [max 2 muri: livello 10]
    [max 3 muri: livello 20]
    [Fonte Richiesta: Media]
    [Sigilli: Tigre, serpente, topo (1 muro) + serpente (2 muri) + tigre (3 muri)]
    Consumo (per muro): 20 se in prossimità d'acqua sufficiente, 25 se non c'è


     
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    Quello scontro amichevole aveva dimostrato che la superiorità delle abilità combattive di Bort era notevole e questo convinse il ragazzone a non accettare le richieste di rivincita che la ragazza fece più volte. Non voleva farle male, né fisicamente né all’orgoglio. Le cose cambiarono quando la giovane riuscì a coinvolgere un’altra delle partecipanti alla missione del Barone Birra, Anko Heryul. Costei era parecchio più giovane e alle prima armi rispetto agli altri due ninja, ma quando la genin dai capelli verdi le propose di partecipare ad un due contro uno in cui le due ragazze avrebbero sfidato Bort lei accettò praticamente subito. Il comportamento risoluto tenuto da lui durante la missione svolta insieme e soprattutto il fatto di averla salvata avevano impressionato molto la biondina, che si era presa una piccola cotta adolescenziale per il gigante. Non si trattava di un sentimento particolarmente forte e non era nemmeno così consapevole, ma alla biondina faceva comunque piacere passare del tempo con il Kisaragi. E poi ci sarebbe stato comunque da imparare da uno scontro del genere, si disse. Ragionamento simile fece Bort, quando gli fu proposta la cosa, non aveva mai partecipato ad un handicap match in quella posizione e sarebbe stato di certo interessante.
    Come la volta precedente il luogo prescelto era fuori dal villaggio ma non ad eccessiva distanza da esso. Le due ragazze arrivarono insieme, in modo da poter parlare tra di loro prima dell’inizio della battaglia senza problemi. Quando giunsero Bort era già lì, pronto a iniziare. Non si dissero alcunché, lo sguardo del ragazzo era fin troppo eloquente. Le due contendenti si disposero ad una mezza dozzina di metri dal chuunin, ben distanziate tra di loro. Hinako sapeva che in caso contrario lui avrebbe provato a coinvolgerle entrambe nella stessa offensiva, mentre così lui avrebbe dovuto provare a lottare contro di loro una alla volta, rischiando però di esporsi con l’altra. Non era male come idea, però non aveva tenuto conto di una possibile contromossa che Bort trovò subito. Lo scontro iniziò con il lancio di alcun armi da parte di Anko, nel tentativo di tenere occupato il ragazzone mentre la sua compagna estraeva un osso da usare come spada. Però i proiettili erano troppo imprecisi, il chuunin non ebbe difficoltà a schivarli e a preparare la sua tecnica successiva nel mentre. Con pochi sigilli creò un clone superiore, che iniziò a correre verso la biondina, proprio mentre Hinako avanzava di gran carriera verso di lui. La difesa di Bort si completò con l’estrazione del Supervibrato dal suo rotolo, mossa che gli permise di parare il fendente della sua amante, molto ben calibrato. Lei provò a incalzare, sperando che la sua alleata potesse avere la meglio sul bunshin e potesse aiutarla in tempi brevi. Quello che avvenne in realtà fu il contrario, il clone si prese in pieno uno shuriken sul braccio ma sopravvisse abbastanza da placcare con convinzione la giovane e sbatterla a terra. Le tirò anche un sonoro pugno, fermandosi a pochi centimetri dalla sua faccia, per convincerla alla resa. Una tattica molto ignorante, ma che ebbe pieno effetto, per quanto indispettì notevolmente la povera Anko, che non si aspettava un comportamento del genere da quello che nell’occasione precedente si era dimostrato un gran gentiluomo. In questo modo il supporto sperato da Hinako non arrivò e lei dovette proseguire lo scontro da sola. In pochi scambi però la sua superiore tecnica venne oscurata dalla potenza muscolare di Bort, che alla fine riuscì a piazzare un pugno sulla mano che teneva l’osso-katana, facendole perdere la presa. Quella mossa si rivelò decisiva e pochi secondi dopo arrivò la resa, però nessuno dei presenti era soddisfatto da quel finale. Fu Anko a esplicitare il sentire comune, chiedendo una rivincita immediata, proposta accettata all’unanimità. Era troppo poco per definirsi un allenamento, dovevano continuare.
    Questa volta le due ragazze si tennero più o meno vicine e la biondina fece una proposta sottovoce alla sua compagna. Per quanto fosse controintuitivo, voleva che la verde tenesse occupato il clone, mentre lei affrontava il gigante originale. L’altra la guardò un po’ stupita, ma non avendo idee migliori accettò, visto che voleva anche scoprire cosa avesse in mente la più giovane del gruppo. Quando fu dato il via all’incontro Hinako partì subito contro il bunshin superiore, provocando la sorpresa di Bort. Questi capì che doveva mettere fuori gioco rapidamente la biondina, per poter dare supporto al suo clone, altrimenti a forte rischio di eliminazione. Fece dei sigilli e lanciò un paio di Sfere di Vuoto, che la povera genin non avrebbe mai potuto schivare. Costei però nello stesso tempo aveva fatto la sua mossa, spezzando un unico sigillo e facendo uscire dal suo corpo un piccione olografico. Bort lo guardò e in quell’istante si attivò l’illusione. Dopo un attimo di caos mentale il ragazzone si ritrovò a osservare una scena strana. Il suo clone era stato atterrato, ma un attimo dopo si era rialzato trasformandosi in un clone di Anko. Non poteva essere una tecnica reale, si disse, non poteva esistere una tecnica che rubava i cloni avversari, a maggior ragione non con tutta quella semplicità. Doveva essere un genjutsu, quindi poteva uscirci semplicemente facendosi male, come aveva sempre fatto quando si era trovato a dover affrontare quel tipo di tecniche. Non sapeva però che esisteva un’intera categoria di tecniche per cui l’autolesionismo non bastava, i genjutsu a mondo illusorio. Prendersi a pugni non servì a niente, visto che in realtà rimase fermo immobile. In questo modo le due kunoichi poterono portare a casa la vittoria, visto che Hinako riuscì a sconfiggere in un uno contro uno alla pari il clone roccioso e poi si trovò il Bort originale del tutto indifeso. Gli puntò la spada ossea alla gola, un po’ stupita, e a quel punto la biondina sciolse la sua tecnica, costringendo il ragazzone a dichiarare la resa, visto che si ritrovò messo nel sacco all’improvviso. Un sorriso divertito si dipinse allora sul suo volto, la giornata si stava facendo molto interessante. Dovevano fare la bella, propose, e entrambe le ragazze accettarono volentieri, galvanizzate dal successo.
    Una volta ritornati tutti in posizione i tre si diedero il via per la terza manche, quella decisiva. Bort e Hinako partirono insieme, il primo creando un clone e la seconda estraendo un arma dal proprio corpo. La biondina rimase ferma a studiare il nemico, mentre la sua compagna caricava il clone, nella speranza di riuscire a batterlo come prima. Quando vide il ragazzone rivolgersi verso di lei provò a replicare la tattica di prima, ma quando lui la vide intenta a comporre sigilli smise di guardarla direttamente, in questo modo evitando di cadere nella trappola di prima. La tecnica andò a vuoto e il ragazzone optò per un contrattacco immediato, ripagando la giovane con la sua stessa moneta. Compose due sigilli e lei non capì che non doveva fissarli direttamente, finendo in pieno nell’illusione nemica. Grazie ad essa Anko vide il corpo del gigante mutarsi in quello di un mostro, cosa che provocò in lei un terrore primordiale, proprio come sperato dal ragazzone. Ma una paura così grande era anche un pericolo e infatti la giovanissima genin si trovò quasi a non riuscire più a ragionare, motivo per cui attivò la tecnica più forte tra quelle che conosceva senza neanche pensarci troppo. Furono necessari ben sette sigilli, poi il campo di battaglia fu invaso da petali di ciliegio che cadevano dal cielo. Bort li vide e anche se dopo un secondo non sembrava essere successo niente immaginò di essere di nuovo caduto in un qualche genjutsu. Del resto a quanto ricordava quelle tecniche erano il cavallo di battaglia della biondina, quindi era lecito aspettarsi che ne avesse attivata un’altra. Decise dunque di prendersi un rischio e difendersi nell’unico modo che conosceva, colpendosi con forza. Prima non aveva funzionato, ma sperava che potesse farlo in quest’altro caso. Attivò anche Ho i pugni nelle mani, per essere sicuro che il dolore fosse sufficiente a spezzare la presunta illusione. Nel mentre la battaglia si evolveva in maniera diversa nell’altra zona. Il clone era riuscito a piazzare un pugno non troppo forte alla spalla di Hinako, ma era stato eliminato da costei subito dopo, con una stoccata elegante e letale. Però la ragazza aveva visto i petali cadere e non sospettando niente aveva proseguito a combattere. Quando si volse verso il Bort originale, pronta per assaltarlo con il vantaggio numerico appena acquisito, si ritrovò a perdere i sensi all’improvviso, accasciandosi a terra. Il ragazzone invece rimase in piedi, mettendosi a fissare Anko con aria curiosa. Lei chiese scusa e si arrese subito, era troppo stanca e spaventata per poter continuare. Con un fiatone evidente spiegò a Bort che aveva attivato la sua tecnica senza pensare alla sua compagna e che si sentiva mortificata per averla presa in quel modo. Lui la tranquillizzò a parole, dicendo che non ce l’avrebbero avuta con lei, anzi si disse sorpreso dalle sue abilità. Aveva detto di essere alle prime armi, però se l’era cavata molto bene in quel match. Prese sulle spalle la povera Hinako, ancora svenuta, e a quel punto tutti e tre iniziarono a tornare a casa, in religioso silenzio. Bort rifletté sull’andamento di quella battaglia. In teoria era stato lui a uscire vincitore, però era quello con la ferita più grave, le altre due se l’erano cavata con contusioni abbastanza trascurabili. E soprattutto se fosse stata una battaglia mortale avrebbe rischiato di lasciarci la pelle per colpa delle illusioni di Anko, la prima volta. Insomma, quell’allenamento sembrava poter essere pregno di insegnamenti da trarre, in futuro.

    Arte del Vento: Sfera del vuoto (Fuuton: Shinkuugyoku)
    Fuuton è probabilmente il primo elemento a essere stato manipolato con il chakra, di conseguenza questa potrebbe essere non solo la tecnica più antica della sua stirpe, ma anche la prima in assoluto a essere stata inventata. Il suo nome non è mai stato cambiato nel corso del tempo e il vuoto sembrerebbe essere una sua costante, dal vuoto potrebbe aver avuto origine il chakra e forse questa tecnica incarna tale credenza.
    L’utilizzatore impasta del chakra forzando i suoi polmoni a produrre una buona quantità d'aria da portare nella bocca. Questo processo permette di creare fino a cinque proiettili d'aria pressurizzata e quasi trasparenti che possono essere sputati in diverse direzioni. Se lanciati in massa possono rivelarsi utili per tenere impegnati anche più avversari alla volta.
    [I proiettili misurano 10 centimetri di diametro]
    [I proiettili percorrono massimo 10 metri per poi dissolversi]
    [Forza dei proiettili: 10]
    [Sigilli: Topo, serpente, cavallo, cane]
    Consumo: 5 a proiettile

    E non è nemmeno la mia forma finale
    Livello C
    Tipo: Genjutsu
    La trasformazione su vari livelli è un topos classico di fumetti e film d'azione. Questa tecnica ricalca tale stereotipo. L'utilizzatore esegue i propri sigilli e cerca di intrappolare in un'illusione una o più persone. Se catturate con successo, le vittime vedranno l'utilizzatore cambiare di aspetto radicalmente, divenendo più grande, muscoloso e brutto. Inoltre verranno aggiunti alcuni dettagli specifici al corpo dell'utilizzatore, quali corna, lunghi artigli o denti aguzzi. Questo provocherà un forte timore nelle vittime, che vedranno calare il proprio parametro di Agilità di 5 punti. Se questa tecnica viene usata in contemporanea ad una tecnica o abilità che modifica già il corpo dell'utilizzatore in maniera mostruosa (ad esempio il Segno Maledetto, ma non la semplice Trasformazione), l'effetto finale sarà amplificato e il malus dunque raddoppiato.
    [Sigilli: 2]
    [Stimolo: Visivo (sigilli)]
    [Mondo di attuazione: Reale]
    [Bersaglio: Multiplo]
    [Immobilità: non necessaria]
    Consumo: 10 a persona
    Mantenimento: 5 a persona a turno

    Ho i pugni nelle mani
    Tipo: Taijutsu
    Livello C
    Semplice potenziamento muscolare, che dona una forza maggiore nelle braccia. Contrariamente a quanto può far pensare il nome, questa tecnica non è solo utile per scagliare pugni, ma per qualsiasi cosa coinvolga gli arti superiori (sollevare o scagliare oggetti, per esempio).
    [+15 di forza a braccia e mani per tutta la durata della tecnica]
    [La tecnica può essere tenuta attiva per un massimo di 3 turni consecutivi]
    [Sigilli: 0]
    Consumo: 30
    Mantenimento: 15 a turno

    (Attivando l'ultimo tai Bort raggiunge 47+15=62 di forza, che confrontato con il suo 27 di Res gli permette di farsi una grave da solo, sufficiente ad uscire da un genjutsu di livello A)


     
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    La battaglia a tre fu il punto di partenza da cui scaturì la decisione finale, bastarono pochi secondi perché sia Bort che Hinako lo capissero. Avevano entrambi una debolezza decisiva ai genjutsu, tanto che pur sapendo cosa stava per succedere non erano stati in grado di opporsi alle tecniche di Anko in un paio di occasioni. Dovevano trovare qualche forma di difesa da questa tipologie di tecniche se volevano diventare più forti, pensarono entrambi. Per questo motivo, una volta presa la decisione di puntare a questo tipo di miglioramento insieme, si diressero dalla persona più vicina a loro che sapevano essere esperta di illusione, ovvero la stessa Anko. Costei riepilogò per i due colleghi quelle che erano le modalità principali per spezzare i genjutsu, ovvero il dolore, l’aiuto di un esterno fuori dall’illusione e il Rilascio. Se i primi due metodi era in maniera diversa più o meno già noti ai due, il terzo era qualcosa che avevano soltanto sentito nominare, senza sapere realmente cos’era.
    Io non conosco questa tecnica, il mio maestro di illusioni mi ha detto che non è ancora ora per me di impararla, ma qualche dettaglio lo conosco già.
    In sostanza si trattava di un ninjutsu che distruggeva i disturbi al flusso di chakra creati dalle illusioni, così provò a spiegarsi la giovane. Bort e Hinako non sembrarono molto convinti da tutto ciò, ma ringraziarono lo stesso. Decisero, per proseguire, di tentare di fare un po’ di ricerche tra colleghi più esperti o in biblioteca, trovando qualche informazione più precisa solo in questo secondo modo. Non c’erano molti libri a riguardo, ma in uno dedicato all’arte delle illusioni vi era una descrizione più chiara della tecnica in questione. Si trattava di lasciare che il proprio chakra fluisca all’interno del corpo e usarlo per disperdere gli impulsi illusori, spendendo la stessa quantità di energia usata dal nemico. Come ciò fosse possibile era un mistero per Bort, ma una volta ottenuti i dati basilari sulla tecnica, su di tutti quale fosse il sigillo da eseguire, il ragazzone decise di iniziare con il lavoro pratico. Del resto lui imparava meglio provando, soprattutto quando si trattava di ninjutsu. Di conseguenza lui e Hinako si diressero al più vicino campo di allenamento, per fare i primi tentativi. Bort creò un clone superiore incaricato di lanciare illusioni sul corpo originale, mentre questi provava a uscirne ma contemporaneamente attivava qualche genjutsu sulla giovane dai capelli verdi, perché anche lei potesse tentare di apprendere il Kai. I risultati, come prevedibile, furono molto diversi, ma del resto era molto diverso il talento dei due ninja. La Kaguya arrancava senza fare progressi particolari e spesso si trovava a sprecare chakra a vuoto, mentre Bort ben presto capì come far circolare correttamente la sua energia. Con i primi tentativi ciò non fu in grado comunque di scalfire l’illusione lanciata dal suo stesso bunshin, ma comunque sentì abbastanza chiaramente di stare procedendo sulla strada giusta. Alla quarta volta il genjutsu fu distrutto, anche se a un costo di molto maggiore rispetto a quello pagato per l’attivazione.
    Ma siamo arrivati qui meno di dieci minuti fa! Come fai, dannato?!
    La frase fu pronunciata con un misto di frustrazione e ammirazione. Non era una domanda retorica, però, la ragazza lo fece capire in maniera chiara con il suo sguardo fisso negli occhi del suo compagno.
    Diciamo... segreto di famiglia. Quando si tratta di jutsu siamo particolarmente rapidi nell’apprendimento, circa.
    Lui aveva già detto qualcosa di simile quando aveva dovuto spiegare il perché avesse quattro impronte elementari, quindi Hinako iniziò a sospettare si trattasse di qualche innata strana e mai sentita. Bort un po’ si sentì in colpa a non dire ancora niente, ma pensò fosse il caso di aspettare ancora e lei non parve provare rancore per ciò.
    Dopo questo piccolo scambio gli allenamenti ripresero con energia. Mentre la giovane genin ancora brancolava nel buio il gigante biondo iniziò a capire quali fossero gli aspetti che gli mancavano. Lui stava provando a concentrare attivamente la stessa quantità che il clone spendeva, ma c’era un difetto di fondo in questo ragionamento. Certo, in questo caso lui era in possesso di questa informazione, ma come si faceva quando era un avversario a lanciare un genjutsu e dunque non c’era modo di conoscere quale fosse il consumo esatto dell’illusione? Non era certo possibile che l’utilità del Rilascio fosse limitata a contrastare tecniche già note all’utilizzatore, doveva esserci un’altra spiegazione. Il tentativo successivo cercò di impastare una quantità molto alta di chakra, ma quest’idea si rivelò molto stupida, visto che in questa maniera veniva semplicemente consumata più energia del dovuto, sempre. Subito dopo venne inquadrata la soluzione definitiva. Il chakra veniva fatto circolare senza impastarlo, per qualche attimo. In questo modo non si interrompeva il flusso nemico con irruenza, come precedentemente fatto, ma si provava qualcosa di diverso. Si aspettava che il chakra si adagiasse sul flusso disturbato e in qualche modo si appiccicasse ad esso, per poi procedere all’impastaggio solo in quel momento. Facendo così non c’era bisogno di calcolare quale fosse il giusto consumo, avveniva tutto in automatico, senza particolari sprechi. A venire rilasciato era solo il chakra necessario, quello in più tornava all’utilizzatore in maniera immediata. Il procedimento si rivelò un successo, anche se per renderlo effettivamente funzionante ci volle un bel po’ di allenamento. La giornata terminò dunque con Bort che aveva sostanzialmente padroneggiato la tecnica e Hinako invece ancora ferma quasi ai blocchi di partenza. Proprio per questo nei giorni successivi il ragazzone cambiò obiettivo e si mise ad aiutare la giovane a pieno ritmo. Usava diversi genjutsu su di lei, le dava consigli pratici e la incoraggiava quanto più possibile, ma i risultati furono lenti ad arrivare. La Kaguya ci mise una settimana a imparare il Rilascio e solo grazie al supporto di Bort i tempi non furono più lunghi di così. Non che lei non fosse abituata a lavorare sodo e piano su una tecnica, ma il confronto con il ragazzone fu piuttosto impietoso e si andò a unire ad altri aspetti che già la turbavano. Cercò di non darlo a vedere e lui ovviamente non notò nulla. Finché non fu in grado di reggere la situazione e decise di affrontarla di petto.
    Dobbiamo parlare.
    Il “discorso” fu molto diretto, in pieno stile di Hinako, parlarono a cuore aperto nel mezzo di un parco pubblico, lontani da orecchie indiscrete. Lui ascoltò senza fiatare per molto tempo, essendo caduto dal pero. La ragazza elencò le cose che l’avevano indotta alla decisione di rompere, molte di numero ma quasi tutte riconducibili al fatto che loro due erano troppo diversi. Il rapporto con il lavoro, quello con la vita in generale e con gli altri. Hinako fece un elenco accurato ma non menzionò il fatto che lui, involontariamente, la facesse sentire inferiore, quasi un peso. Quello fu un fattore decisivo, a nessuno piace sentirsi male.
    Spero che tu capisca. Ci siamo divertiti molto insieme, nessuno lo nega, è stata breve ma intensa. Però questa cosa non può diventare una storia davvero seria né rimanere così com’è stata finora. È meglio per tutti e due.

    Arte Magica: Rilascio (Ninpou: GenJutsu Kai)
    Tipo: Ninjutsu
    Per far fronte alla temibile arte illusoria gli shinobi hanno ideato una tecnica in grado di disperdere il flusso insinuatosi nel cervello in seguito a una genjutsu subita.
    L'utilizzatore prima di tutto deve essere conscio che l'illusione non è reale. Soddisfatto questo requisito deve compilare un sigillo e sperare di sciogliere l'illusione, poiché la tecnica in alcuni casi può non funzionare.
    [Leggere il regolamento delle genjutsu per il funzionamento]
    [Sigilli: Capra]
    Consumo: pari a quello della tecnica da sciogliere



     
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    Mi sono piaciuti tutti molto, ma il terzo è stato decisamente il più coinvolgente mentre nel primo c'era meno sostanza che negli altri.

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    La cattiveria del finale. Non si fa, ci sono rimasta malissimo. Poveraccio.
     
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