Grazie al GAC

Nuove leve dell'alleanza vs Kunny

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    Demone incendiario

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    Contendenti: Kuniyoshi Uchiha vs Bort Kisaragi&Izumi Usui&Anzu Yamazaki&Makoto&Tsunayoshi Kirigaya
    Luogo: grande prato situato in una vallata del Paese del Fulmine, vicino ad un bel fiume
    Orario: primo pomeriggio
    Regole speciali: nessuna :ego:
     
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    Hic iacet Arthurus, Rex quondam Rex futurus.

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    Un'altra missione a Kumo, a Kuniyoshi non dispiaceva andare in quel Paese: aveva un bel clima e aveva l'occasione per far visita alla sua amica Grafema, senza contare che l'Uchiha adorava quel paesaggio montagnoso.
    Anche se solitamente Natsuki gli faceva da guida, di tanto in tano Kuniyoshi si prendeva la libertà di esplorare il Paese un po' per gli affari suoi, senza scomodare nessuno se non la Segreteria dell'Accademia, giusto per far sapere che non ha disertato.
    Durante il suo girovagare, il ragazzo incappò in un posto decisamente strano per essere nel Paese del Fulmine, solitamente composto da altissime e interminabili montagne: seguendo un sentiero, infatti, l'albino era giunto fino ad una piccola e graziosa vallata. Insomma, tanto piccola non era, però era abbastanza ben nascosta da non essere effettivamente vista da lontano. Non c'erano alberi, solo un grande tappeto verdeggiante illuminato dai primi raggi del sole pomeridiani, e un piccolo fiume che scendeva dalla montagna vicino per proseguire poi chissà dove.
    Dunque, cosa fare quindi di questo bellissimo dono della natura? Ma ovviamente bisognava pranzare e farsi almeno un paio di orette di sonno! Cioè insomma, tutto quel ben di Dio e non lo sfruttiamo?
    Il ragazzo quindi andò a sedersi comodamente in riva al lago, posò il suo zaino a terra e iniziò a prendere quel che era il suo pranzo: un semplice e classico panino con... affettati vari. Purtroppo quel giorno non era riuscito a prepararsi qualcosa di più decente e tradizionale, e le cose fatte di fretta non piacevano a Kuniyoshi, quindi dovette accontentarsi di quel pasto semplice, ma comunque abbastanza sostanziosio.
    Tra un morso ed un altro, quindi, il ragazzo si godeva il bel tempo e la bella giornata.
     
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    Finalmente riposo! Erano state settimane dure e impegnative per me, tra allenamenti con il sensei e compagni di team, allenamenti con mio padre. Esercitazioni con mia madre e missioni, non avevo avuto tempo nemmeno per me stesso.
    Deciso oramai a prendermi una giornata di riposo, il mio obiettivo era dirigermi fuori Kumo.
    Avevo sempre desiderato andare in un luogo preciso all'interno del nostro paese, una vallata molto piacevole da guardare e appassionante per gli artisti come me. Volevo ritrarre in uno dei miei quaderni la maestosità del lago e tutto ciò che completava la cornice del luogo.
    Ultimamente era capitato che durante le mie uscite ero costretto a combattere oppure ad allenarmi con ninja di altri paesi. La cosa non era piacevole dal mio punto di vista, considerando che ero un tipo tranquillo e che non piaceva combattere. Puntualmente ero quello più debole del gruppo o del mio avversario. La cosa non mi toccava minimamente, anche perché vincere o perdere non cambiava per niente il mio modo di vedere le cose.
    Il mondo non aveva bisogno di altri conflitti o di altra rabbia. Con il tempo avevo iniziato a capire come il mondo poteva essere visto dall'uomo. Un mondo pieno di rabbia e odio, sentimenti per me estranei e che volevo assolutamente non provare.
    Ciò non toglie che dovevo allenarmi e diventare più forte, non essere lasciato indietro ed essere d'aiuto al Raikage e al villaggio.
    Avevo preso l'abitudine ultimamente di preparare diverse tecniche con l'arte dell'inchiostro, cosicché potessi sfruttare i miei disegni senza perdere troppo tempo. Immaginando che in una potenziale situazione di pericolo, di non aver poi molto tempo per disegnare qualcosa da sfruttare in battaglia, era saggio prepararsi prima, così potevo spezzare unicamente i sigilli in questione da poter usare in caso di necessità.
    Quindi presi in mano quaderno e penna ad inchiostro ed iniziai a disegnare.
    Avrei iniziato con le armi, quelle piccole, disegnando pagina per pagina circa una decina di Kunai e Shuriken, poi alle armi più grandi quelle medie.
    Da quel che avevo ipotizzato per le armi più grandi di quelle di un kunai, richiedevano almeno due pagine di quaderno e sospettavo che il funzionamento delle armi potesse essere identico per gli animali di taglia più grande.
    In ogni caso ogni due pagine avrei disegnato un arma diversa, ovvero due katane (quattro pagine), un bastone lungo (due pagine), uno scudo medio ed infine due paia di Nunchaku (quattro pagine).
    Impiegai un paio di ore per disegnare tutto e in maniera perfetta. Ero un artista e sebbene potevo/dovevo sfruttare la roba per combattere, non avrei di certo arronzato il disegno delle armi. Ero abituato ad essere perfezionista nelle cose che facevo e quindi prendevo tempo, molto tempo per ogni cosa che facevo.

    Pronto ad andare al lago, mi lasciai presto alle spalle le porte del mio villaggio. Avevo tutto il necessario per dedicarmi completamente al riposo e soprattutto a dipingere lo splendido luogo in cui ero diretto.
    Certo non era stato semplice arrivarci, ma dopo circa venti minuti di cammino ero giunto a destinazione.
    Cavoli se è bello questo luogo! Non vedo l'ora di mettermi al lavoro! sono eccitatissimo! Pensai entusiasta tra me e me.
    A quanto pare non ero l'unico a godere la vista del luogo, poiché vi era oltre a me, a una distanza non troppo elevata un altro ragazzo, intento forse a mangiare.
    Non era mia intenzione di avvicinarmi a lui, anche perché poteva arrecargli qualche danno o disturbo, limitandomi quindi e sedermi a terra, a inquadrar tutto il paesaggio e mettermi poi al lavoro.

    Spiegazione: Il quaderno in questione è l'oggetto personale che usa Tsuna per la sua innata. E' equiparabile a un rotolo piccolo,
    Quindi posso disegnare al massimo cose di media grandezza. Quindi animali ed oggetti piccoli valgono una pagina di quaderno,
    Mentre i medi sono da due pagine ^^
     
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    Era davvero una giornata tranquilla e soave all’interno del Paese del Fulmine. Nonostante il freddo per una volta il cielo era abbastanza limpido ed il sole trasmetteva un piacevole torpore. Lo scorrere del fiume dei pressi di quel bel prato era una cadenza piacevole e dolce, proprio come il canto degli uccellini o il leggero venticello che agitava le fronde.
    - Io te lo avevo detto che dovevamo girare a destra! Dove cazzo siamo finiti?-
    O i toni angelici con cui Izumi Usui tendeva a rivolgersi al suo compagno di squadra, Bort Kisaragi, altrettanto leggiadri e poetici.
    I due ragazzi questa volta erano stati mandati nel Paese del Fulmine per sbrigare una missione davvero semplice riguardante la scorta di un certo proprietario terriero fin troppo paranoico. In effetti non c’era stato nessun pericolo e loro avevano potuto collezionare un’altra missione D completata e racimolare qualche spicciolo. Il problema era stato quando i due ragazzi si erano effettivamente resi conto di dover tornare a casa da soli, senza indicazioni tra l’altro. Non c’erano di certo molti abitanti sulle cavolo di montagne gelide di quel cavolo di Paese.
    In verità non sapeva neanche se l’errore fosse stato veramente di Bort o proprio, fatto sta che si erano ritrovati davanti un panorama decisamente atipico. Disperato Izumi aveva cercato qualsiasi punto di riferimento, sperando di trovare la strada che stavano cercando, ma alla fine si era arreso. Non aveva cominciato ad esplodere ed urlare giusto perché a quanto pareva quel posto non gli dispiaceva. Non c’era lo stesso freddo di prima e la vista non era male. Con un gesto annoiato si era levato il capello di lana grigio dal capo e aveva sciolto la sciarpa, facendo per infilare entrambe nello zaino. Non voleva sudare come un maiale.
    - Chupamucche, dimmi che hai delle costolette con te.- aveva detto con tono fin troppo speranzoso rivolto al proprio compagno. Con sé per pranzo aveva portato solo dei tramezzini preparati da sua sorella, ma aveva così fame che si sarebbe volentieri mangiato qualsiasi cosa. In silenzio aveva dato un’occhiata al fiume mentre vari flash di “Baku il grande pescatore” gli passavano davanti agli occhi. Alla fine aveva abbandonato l’idea visto che non avrebbe sopportato di fallire nel proprio tentativo di pesca davanti a qualcuno. Anche perché sembrava che ci fossero pure dei pittori in giro. Immaginava già che bel quadro ne sarebbe uscito.
    - Ma che…- aveva mormorato strizzando gli occhi ed osservando meglio in direzione di quel tipo. Aveva i capelli chiari e sembrava una mammoletta. Possibile che fosse il Tonno? Non lo vedeva da un po’. Aveva dato un morso al panino con aria riflessiva ma alla fine aveva deciso di evitare di ritrovarsi quella zecca attaccata al sedere. Meglio fare finta di nulla. Contento di essere riuscito ad evitarlo aveva dunque guardato il sentiero che avrebbero dovuto seguire, notando un’altra figura coi capelli chiari, questa volta più lunghi.
    - Siamo circondati.- era stata la sua brillante constatazione, gli occhi rossi che vagavano da una figura all’altra. Non poteva andare avanti o il Chuunin pazzo l’avrebbe visto, ma non poteva neanche avvicinarsi al fiume o l’avrebbe notato il Tonno. Era proprio un bel guaio.



    Lascio a Bort l'onore di chiarire il dubbio: era stato davvero lui a sbagliare indicazioni? Oppure Baku come al solito dà la colpa agli altri a caso?????
     
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    Io te lo avevo detto che dovevamo girare a destra! Dove cazzo siamo finiti?
    Si trovava bene con quel ragazzino come compagno di squadra. Nonostante continuasse a provocarlo e insultarlo Bort lo considerava una persona intelligente e simpatica, con cui era facile collaborare. Ignorò le recriminazioni del biondo, era più che certo che girando a destra si sarebbero allontanati dalla loro destinazione, ma a quanto pareva anche la direzione scelta dal ragazzone era sbagliata. Non era né destra né sinistra che bisognava prendere, sarebbero dovuti andare dritti per quel sentiero. Gli dispiaceva aver fatto perdere tempo a entrambi, però se non altro la natura lì era piacevole e prendersi un po' di tempo per camminare senza troppi pensieri non era male. Tanto più che il meteo iniziava a essere un po' più clemente, cosa che non era una cattiva notizia. Izumi si tolse alcuni dei suoi vestiti, ma Bort si guardò bene dall'imitarlo. Aveva ancora freddo da prima e il suo cappotto era così confortevole che non volle rinunciarvi.
    Chupamucche, dimmi che hai delle costolette con te.
    Nel rotolo dovrei avere un po' di cioccolatini "mio caro", quelli alcolici. Sennò c'ho un paio di banane in zaino, come razione di emergenza. Ti piacciono le banane?
    L'offerta era reale, se il ragazzo avesse accettato Bort avrebbe tirato fuori il suo frutto giallo e glielo avrebbe donato. Se invece avesse rifiutato avrebbe continuato come se niente fosse, a lui non cambiava molto.
    Siamo circondati.
    La frase giunse improvvisa e Bort fece fatica a capire cosa volesse dire. Però vide, un istante dopo, due persone poco distanti. Una era intenta a dipingere chissà cosa, si trattava di un ragazzino dall'aspetto molto giovane. L'altro sembrava un po' più vicino all'età di Bort ed era seduto, intento a mangiare un panino dall'aspetto appetitoso. Il ragazzone non si fece molte domande su chi potessero essere, né sul perché del commento del suo compagno. Si avvicinò di pochi passi poi lasciò fare il resto al suo vocione.
    OY! SCUSATE, SAPETE QUAL È LA VIA PIÙ VELOCE PER IL PAESE DEL SUONO?
     
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    Tra tutte le missioni che poteva sperare di ottenere, quella era probabilmente la meno stimolante. Svolgerla in due, tra l'altro, le sembrava uno spreco di risorse del villaggio del tutto immotivato. Annoiare sia lei che Anzu per trovare una stramaledetta erbaccia era un affronto da parte del Villaggio che non avrebbe dimenticato tanto presto. Dovevano trovare quella che avevano descritto loro come una rara erba medicinale che cresceva solo lungo le sponde dei fiumi ed era tutta la mattina che setacciavano gli argini e lei cominciava davvero a scocciarsi. Camminava con la testa china, fermandosi a esaminare ogni maledetta erbaccia crescesse in quella porzione di prato, una follia per una come lei. Lo distoglieva solo per controllare ogni tanto su un foglietto il disegno che avevano dato loro di quella stramaledettissima pianta.
    L'abbigliamento della giornata era quello che poteva essere considerata la sua "uniforme" da ninja: pantaloncini aderenti fino a metà coscia, una felpa aperta sul davanti ma senza maniche con sotto una semplice canotta e un cappuccio al momento abbassato, scarponi ai piedi e guanti alle mani, il tutto coi colori tipici dell'abbigliamento di Kumo, quindi diverse sfumature tra il nero e il grigio, a parte il tessuto bordeaux del coprifronte, che teneva sulla gola a mo' di foulard. Unici altri accessori: protezioni a gomiti e ginocchia, un paio di tasche appese alla cintura con dentro le sue armi - giusto una decina di shuriken e kunai - e una piccola sacca da viaggio che conteneva giusto qualche effetto personale e qualche razione. Per una volta era vestita in modo normale, dato che il sole scaldava abbastanza da potersi godere una temperatura decente, e in più si aspettava un po' di attività fisica che la scaldasse. Non aveva dovuto affrontare nessuna sfida ma aveva camminato a lungo, quindi almeno un minimo di attività l'aveva fatta.
    «Ma chi me l'ha fatto fare?» sbottò a un certo punto, senza preoccuparsi di tenere la voce bassa. A differenza del lunghissimo viaggio in precedenza, durante il quale era stata silenziosa e aveva stretto i denti davanti alle difficoltà, durante quella missione non era tanto infrequente che si lamentasse ogni tanto. Si vedeva quanto poco la stimolasse in confronto all'altra. «Che spreco. Perché non mandano i Genin più inutili a raccogliere 'sti cazzo di fiorellini? Meno male che eravamo le migliori...» Sbuffò, ripensando a certe parole sentite ormai giorni prima.
    Decise di fermarsi, poggiandosi le mani sui fianchi e inarcando la schiena per distendersi un po'. Aveva davvero male al collo. Se lo massaggiò, piegando la testa a destra e a sinistra e inspirò a lungo. Perlomeno non era una giornata particolarmente fredda, il che per lei era solo un vantaggio. E c'era da dire che il panorama lo trovava particolarmente interessante. Alla fin fine, le piaceva sempre vedere qualcosa di diverso dal solito, e quella valletta sembrava parecchio atipica per il Paese del Fulmine. Guardandosi intorno, notò addirittura un laghetto, davvero un'eccezione nel paesaggio. Sospirò, notando quel gruppo di persone che sembrava starsi riunendo sulle rive. Un tizio in disparte, altri tre da un'altra ma lì vicino. Uno sembrava particolarmente rumoroso, uno era enorme e uno... stava mangiando un panino. Il rumore che fece il suo stomaco le ricordò che l'ora di pranzo era incombente, che non aveva fatto colazione e neanche cenato la sera prima. Per fortuna per il pranzo era più preparata.
    «... Ho fame.» annunciò, con fare sconfitto, lanciando un'occhiata ad Anzu. «Senti, mi sono un po' rotta di 'sta missione. Faccio una pausa, mi mangio qualcosa e poi riprendo. Ho un po' di cibo in più se lo vuoi anche tu. Se non ti scoccia vado al lago, tra l'altro. Non ne ho mai visto uno da vicino.» spiegò, senza che lei chiedesse.
    «E poi c'è gente. Penso che chiederò a quei tizi se hanno visto 'sta pianta. Se vuoi puoi andare a chiedere a quel tizio lì,
    tu.»
    Indicò a lei il ragazzo un po' in disparte - Tsunayoshi, che sembrava più tranquillo, ipotizzando che le avrebbe dato meno fastidio del gruppetto più rumoroso.
    Che avesse accettato o no, beh, Makoto aveva fame e aveva tutta l'intenzione di fare una pausa, quindi a meno che Anzu le avesse chiesto esplicitamente di continuare a cercare o di evitare lago e suoi visitatori, si sarebbe avvicinata ai tre ninja più vicini tra loro.
    «Ehi.» "salutò" con poca delicatezza. «Per caso avete visto piante tipo questa?» chiese una volta avvicinatasi abbastanza, sventolando il foglietto col disegno per mostrarlo a loro.
    «Oto dovrebbe stare, tipo... da quella parte.» rispose a Bort, dopo aver controllato la posizione del sole, indicando un genericissimo ovest. Non era particolarmente ferrata con la geografia, stava imparando solo adesso quei concetti che fino a poco prima non le erano mai serviti. Voleva giusto dargli informazioni che potevano essergli utili sperando di ottenerne a sua volta, niente gentilezza da parte sua. Stava solo approfittando dell'aver potuto origliare la sua richiesta, data la sua voce tonante.
     
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    Le missioni che continuavano ad affidare ad Anzu iniziavano a starle un po’ strette. Animali da compagnia smarriti la settimana scorsa, un’erba quella mattina. Indubbiamente medicinale, indubbiamente rarissima, ma pur sempre uno stelo d’erba. Non era solita lamentarsi di ciò che le veniva chiesto di fare, dato che ogni missione le permetteva di portare a casa qualche moneta per continuare a campare, ma evidentemente quella mattina non era in vena di sopportare la situazione nella quale il suo jonin l’aveva infilata.
    Fortunatamente per lei, c’era Makoto ad esprimere ad alta voce la frustrazione condivisa da entrambe. Anzu non era dell’umore adatto per iniziare a lamentarsi e pestare i piedi, quindi lasciò fare alla compagna che aveva ricevuto, come lei, la stessa misera missione. Nel frattempo tirò fuori dalla tasca della felpa il foglietto con il disegno della pianta in questione, osservandolo distrattamente per l’ennesima volta, senza neanche sforzarsi di trovare qualcosa di somigliante in quella distesa d’erba. Probabilmente avrebbero avuto più possibilità di trovarla cercando nella boscaglia, invece che lì. Peggio di un ago in un pagliaio. Le mancava poco per arrendersi.
    La più piccola invece decise di farlo in quel momento. Le propose di fermarsi per mangiare qualcosa e dimenticarsi della missione più inutile della storia per un’ora o due, poi le indicò un gruppo di persone che lei non aveva ancora notato con l’intenzione di andare avanti a chiedere a loro. Ad Anzu propose di andare ad importunare una figura poco distante, intenta a dipingere e che, ad un’occhiata più attenta, le risultò pure familiare. Aveva svolto una missione con lui, una volta. La missione in sé era andata bene, non tanto lo sfortunato incontro lungo la strada del ritorno. La bionda corrugò la fronte, non esattamente entusiasta all’idea di rivolgere la parola a un semi-sconosciuto – perché di ciò si trattava, per lei –, ma un boato proveniente dal gruppetto del quale si doveva occupare Makoto la spinse ad accettare in fretta. Riconosceva quella voce. Se possibile, avrebbe preferito stargli lontana.
    Non fermandosi ad indagare sull’identità delle altre persone, col senno di poi rendendo anche più gustosa la rivelazione futura, la ragazza annuì alla compagna e la lasciò andare avanti, deviando per raggiungere Tsunayoshi. Una volta raggiunto, senza preoccuparsi di fare abbastanza rumore per farsi notare da una persona evidentemente concentrata nel suo lavoro, gli si piazzò dietro e tese il braccio per piazzare il volantino con il disegno della pianta di fronte al volto del ragazzo.
    – Oi, Tsuna. L’hai vista qui in giro? –, borbottò, senza presentarsi. Era abbastanza sicura che l’avrebbe riconosciuta.
     
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    D'un tratto quel piccolo pezzo di terra incantato si era riempito di gente, da un tizio che dipingenva ad una specie di colosso, Izumi-scemo, Anzu in lontananza e una ragazza che Kuniyoshi non conosceva, il povero ragazzo non potè non chiedersi se avesse tipo lasciato una scia dietro di sè.
    L'ultima ragazza, appunto, chiese di una pianta abbastanza particolare. «Non saprei, mi pare di averla vista qui intorno al fiume.» l'albino deciso di mettere di nuovo nello zaino quel panino alla mortadella per poi alzarsi «Se vuoi ti do una mano.» le disse, poi salutò con un gesto Baku ma non aggiunse altro: quella piccola peste probabilmente se ne sarebbe uscito con qualche stronzata delle sue, e Kuniyoshi non aveva esattamente voglia di rischiare di spaccarlo a metà, come l'ultima volta.
    «Duuunque...» una volta in piedi, Kuniyoshi avrebbe osservato gli argini del fiume alla ricerca della pianta che la ragazza aveva chiesto, non vedendola nelle vicinanze, bisognava cercare un po' più in là.
    «Un attimo.» disse, per poi correre vicino al fiumiciattolo, osservando attentamente le piante lì presenti, prima l'avrebbe trovato meglio era, pensò, quindi non si fece problemi nell'usare la sua massima velocità. Alla fine il vegetale che cercava lo trovo poco distante, si chinò e la strappò da terra, stando ben attento a non far staccare la radice, poi ritornò così come era tornato.
    «È questa, giusto?»
     
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    Era davvero una giornata tranquilla ed era davvero l'ideale per mettermi a dipingere il paesaggio. C'ero stato davvero poche volte in quel posto, poiché zona di passaggio dal mio paese al resto del continente, per eseguire missioni o consegne per mia madre.
    Ora che ci penso quel tipo l'ho già visto, ma non ricordo dove... Mi limitai a pensare, tracciando le prime linee sul disegno per dare profondità e delle misure precise su ciò che sarei andato a disegnare.
    Presto la mia tranquillità si sarebbe andata a farsi fregare dall'arrivo di numerose persone. In quell'intervallo, ero davvero concentrato in quel che facevo, talmente concentrato, che non mi accorsi minimamente della presenza di altre persone, proprio per questo che quando avvertii una voce possente urlare a squarcia gola, mi spaventai abbastanza da farmi sobbalzare " dalla paura" e sbagliare una linea che stavo tracciando con il colore verde.
    OY! SCUSATE, SAPETE QUAL È LA VIA PIÙ VELOCE PER IL PAESE DEL SUONO?
    Mi alzai di scatto, lasciando cadere a terra l'altro quaderno che usavo per disegnare e con esso tutto il materiale da disegno per alzarmi di scatto e girarmi verso la direzione della voce.
    Dovevo ammettere che uno dei due mi spaventava abbastanza da indietreggiare di qualche passo, con il timore che effettivamente potesse essere di cattivo umore e sfogare sul mio povero corpo, la sua rabbia. Di certo mi avrebbe spezzato in due con la sua sola forza bruta.
    L'altro che era con il titano colossale, era sicuramente più minuto e basso, dove guardandolo, sembrava essere una persona a me conosciuta.
    Baku! EHI BAKUUUUU! Urlai in sua direzione, agitando la mano per salutarlo. Ero davvero contento di vederlo e che in apparenza stesse bene. Era da un po' che non lo vedevo, dove se non ricordo male, ci siamo ritrovati a fronteggiare uno strano shinobi di Konoha.
    Come stai Baku? E' da un po che non ci si sente! Che ci fai qui? Hai svolto una missione? Come procedono gli allenamenti?
    Si avevo certamente la bocca fin troppo larga, tormentandolo di domande apparentemente innocue, ma che fatte in raffica di successione avrebbe irritato chiunque; poverino mi dispiaceva abbastanza per lui, ma era una cosa più forte di me.
    P-Piuttosto è un-n tuo amico? S-sicuro che non abbia cattive intenzioni e mi picchia? Insomma è il triplo di me. Affermai rapidamente dopo, osservando l'armadio a due ante di fronte a me.
    AH si giusto per tornare ad oto...mmm Vediamo un po' Dissi inizialmente guardandomi intorno e cercando di orientarmi e sperare di dare indicazioni esatte.
    Ovviamente com'era logico, ignorai beatamente qualunque cosa potesse succedere intorno a me, poiché il mio povero cervello, non era in grado di lavorare su più cose contemporaneamente, limitandomi a fare una sola cosa per volta. Quindi se parlavo con Baku e, il presunto amico, non mi accorsi minimamente che altre due persone erano giunte sul posto e considerando che arrivavano dalla direzione opposta, non ero nemmeno riuscito a vedere chi potesse essere.
    «E poi c'è gente. Penso che chiederò a quei tizi se hanno visto 'sta pianta. Se vuoi puoi andare a chiedere a quel tizio lì,
    tu.»
    Disse inizialmente una delle due ragazze, «Ehi.»
    EHmn cosa? Cosa? Dissi guardandomi intorno, per poi girarmi nuovamente verso la direzione della nuova voce che avevo sentito, ignorando poi Baku e l'altro tizio.
    Una di loro era abbastanza conosciuta, doveva trattarsi di Anzu. Anche lei era da molto tempo che non la vedevo, sempre nella stessa circostanza dove avevo visto per l'ultima volta Baku.
    «Per caso avete visto piante tipo questa?» Domandò la ragazza, mostrandomi un ritratto abbastanza veritiero (forse) di una presunta pianta.
    – Oi, Tsuna. L’hai vista qui in giro? – Intervenne poi Anzu.
    EHmn... Non lo so, credo di averla vista intorno ma non saprei.. Dissi titubante e timidamente. Sì le belle ragazze mi mettevano sempre in soggezione o meglio ero abbastanza timido con le ragazze. Anche con Anzu era stato così la prima volta. Nonostante il suo pessimo carattere, trovavo anche lei molto carina.
    «Oto dovrebbe stare, tipo... da quella parte.»
    Oh si giusto! Se andate verso la costa del paese del fulmine e attraversate il paese della zanna e dell'artiglio, dovreste tornare a Oto abbastanza in fretta. Non dovrebbe convenire attraversare dall'interno, ci mettereste più tempo. Risposi rapidamente, girandomi verso Baku e l'altro.
    Piuttosto ciao Anzu! Cambiai rapidamente discorso, sorridendo all'amica e salutandola come si deve.
    Anche se siamo nello stesso villaggio, è da un po' che non ci vediamo, come stai? Stavate in missione? Chi è la tua amica? Domandai, con un'altra carrellata di domande, che avrebbe fatto forse irritare anche Anzu.
    C-comunque mi chiamo Tsunayoshi Kirigaya, piacere di conoscervi! S-se diventiamo amici, potete chiamarmi anche Tsuna! Risposi rapidamente dopo.
    Infine anche la quiete dell'altro ragazzo, che se ne stava da solo a mangiare dei panini deliziosi fu interrotta bruscamente da questa specie di "ritrovo". Si avvicinò anche lui, avvalendosi così la mia ipotesi di averlo già conosciuto in passato, forse nelle stesse circostanze di Anzu e Baku, ma non ne ero del tutto sicuro.
    Era molto gentile e disponibile, offrendosi come volontario nel cercare con Anzu e l'altra ragazza, la pianta in questione. Onestamente avevo troppe cose per la testa per ricordarmi di dove avevo visto quella pianta, probabilmente era stato meglio così.
    AHhhhh! Urlai inizialmente, all'improvviso, ricordandomi di dove avevo visto quel tizio.
    Tu sei quel tizio di Konoha che avevamo visto io, Anzu e Baku l'altra volta. Quello che ci provava con la signorina Aiko! Dissi battendo le mani, soddisfatto di me, per essermi ricordato dell'incontro.
    Non è che stavolta ci sta provando con le signore qui presenti? Non è una cosa carina usare la scusa delle piantine per abbordarle... Aggiunsi poi.
    Forse ero una persona irrispettosa, ma non lo facevo apposta. Insomma non l'avevo detto di certo con cattiveria, semplicemente trovavo poco carino certe cose e lo dicevo senza peli sulla lingua perché credevo di essere nel giusto.
     
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    - Siamo in missione, non ne voglio roba alcolica.- si era lamentato, storcendo il naso ma continuando a fissare con aria famelica le possibili razioni di cibo di Bort. Ogni suo sogno e speranza si era spenta quando aveva sentito che aveva solo delle banane. Alla sua domanda l’aveva fissato alzando un sopracciglio, facendo per urlargli addosso, ma si era spento al sentire i brontolii della propria pancia e vedere la faccia seria del suo compagno. – Devo chiamarti Gorilla ora? Banane, bah... dammene una, và.- aveva sbottato, guardandosi intorno con aria colpevole. Il fatto che stesse accettando una banana da Bort non significava nulla. era un frutto ricco di zuccheri e potassio, ottimo per recuperare le energie. Aveva dunque afferrato il frutto sbuffando e l’aveva sbucciato con una certa fretta, staccando poi metà con un morso ed iniziando a masticare in modo sguaiato. Doveva finire il più velocemente possibile il suo spuntino, anche perché la vicinanza di quella gente non faceva presagire nulla di buono. Aveva già un piano per evitarli tutti… peccato che quel cretino di Bort avesse ben pensato di attirare l’attenzione su di loro. Non solo quella del Tonno e del tizio di Konoha, ma anche di due ragazze. E una di queste era decisamente l’ultima da cui si sarebbe voluto fare vedere con una banana in mano. Aveva deciso di concentrarsi sul chiacchiericcio fastidioso del Tonno, ostentando sicurezza e scazzo. Maledetto Bort.
    - Intanto ti calmi.- aveva intimato al ragazzetto dai capelli chiari puntandolo con la banana. L’aveva poi guardato per qualche secondo prima di sospirare. – Sto facendo robe. Tu non hai ancora imparato a stare zitto?- gli aveva intimato. La scena successiva era stata piuttosto interessante: sembrava che Tsuna fosse spaventato dal Chupamucche. Davvero molto interessante. Un sorriso diabolico si era dipinto sul proprio volto mentre lanciava uno sguardo sottile in direzione del proprio compagno di squadra. – Lui? Lui è solo un mio sottoposto, esegue i miei ordini… quindi attento a non farmi incazzare. Non mangia da un po’ e gli piace la carne umana, soprattutto quella di fottuti ragazzini come te.- gli aveva detto con un sorriso pericolosissimo. Non dubitava che Bort gli avrebbe retto il gioco, sembrava sempre divertirsi in quel genere di cose, poi se preferiva fare il serio sarebbe stato minimo il danno, era pur sempre il Tonno quello.
    Decisamente aveva preoccupazioni più grandi dell’essere scoperto dal ragazzetto, ma fortunatamente proprio quella persona che lo preoccupava non lo aveva notato, superandolo e dirigendosi invece verso il Tonno. Per una volta lo aveva ringraziato di esistere e poi si era dedicato a quello che diceva la tipa di Kumo che non era Anzu. Voleva sapere robe su una pianta, sembrava bassa e tipo strana. Non aveva dubbi che a Kumo fossero tutti di quel genere, ma aveva tenuto i suoi pareri per sé. D’altronde aveva accanto la dimostrazione che anche ad Oto c’era gente particolarmente strana. Aveva lanciato appena un’occhiata verso Bort e poi di nuovo sulla tizia bassa.
    - Dovrebbe tipo crescere lungo la riva a giudicare dalla forma.- l’aveva informata distrattamente, osservandola con un sopracciglio alzato quando questa aveva indicato loro la via. Non era esattamente sicuro che ci si potesse fidare di lei. Aveva dunque dato un altro morso alla banana con fare scettico, riflettendo su quelle informazioni. Il Tonno era intervenuto per cercare di aiutarli e sembrava piuttosto sicuro di se stesso. Aveva emesso un mugugno perplesso e l’aveva lasciato al suo socializzare mentre lui finiva la banana e cercava di riflettere.
    Non aveva potuto farlo per bene perché era stato raggiunto dal maledetto tizio di Konoha che aveva subito colto l’occasione per fare il figo. E quando mai. L’aveva salutato accennando con il capo e poi aveva lanciato un’occhiata gelida a Tsuna, per intimargli di stare zitto. Non gli andava di sprecare la voce, ma era stanco di sentire quella roba sul provarci con le ragazze, era ossessionato! Quel momento era bastato per perdere di vista Kuniyoshi che era subito partito come un razzo in direzione della pianta che ovviamente aveva riportato dopo qualche secondo. Aveva finito di mangiare il proprio spuntino, scuotendo la testa.
    - Hai finito di fare il figo?- aveva sbottato, iniziando a chiedersi dove lanciare la buccia di banana. Doveva tenere un basso profilo. Basso profilo.

     
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    Demone incendiario

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    Takumi
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    Izumi accettò l'offerta di banane, proponendo al ragazzone il soprannome di Gorilla.
    Mi piace. Però poi io ti chiamerò "scimpanzé", ti sta bene?
    Disse con un sorriso provocatorio sulle labbra. Era divertente scontrarsi con quel ragazzo, era un continuo scambio di frecciatine e mezzi insulti, ma tutto sommato era convinto che sotto questa scorza ci fosse un bel rapporto di rispetto reciproco.
    Poco dopo Bort capì per quale motivo avesse indicato con dispiacere la presenza di varie persone. Fu assalito da uno di questi, un ragazzino abbastanza basso, che lo tempestò di parole, una cosa che di sicuro Izumi non apprezzava, come fece capire chiaramente. Quando il nuovo arrivato vide il gigante biondo si spaventò un sacco e chiese se egli non avesse intenzione di menarlo all'improvviso. A Bort venne da ridere per questa assurda ipotesi, ma Izumi aveva altre intenzioni e tentò di prendere in giro il ragazzino.
    Lui? Lui è solo un mio sottoposto, esegue i miei ordini… quindi attento a non farmi incazzare. Non mangia da un po’ e gli piace la carne umana, soprattutto quella di fottuti ragazzini come te.
    Bort resse il gioco al suo compagno, grugnendo in segno di assenso alle sue parole. Immaginava che il giovane avrebbe capito lo scherzo, ma si preparò anche nel caso in cui non fosse così. In fondo non sarebbe stato impossibile chiarire a posteriori, nel caso il giovane si fosse rivelato più ingenuo del previsto.
    Ehi.
    Per caso avete visto piante tipo questa?

    Un altro gruppo di due persone spuntò all'improvviso, attirando l'attenzione dei presenti. Una di queste ragazze chiese indicazioni su un vegetale del tutto sconosciuto a Bort, prima di dare alcune dritte di base su come tornare a Oto. Il ragazzino, che poco dopo si presentò come Tsunayoshi, integrò ancora di più, quindi ormai per i due genin del Suono era semplice ritrovare la strada di casa. Il gigante si sentì però in dovere di tentare di aiutare la giovane che aveva chiesto supporto, visto che era stata gentile. Purtroppo non fu in grado di essere utile, però per fortuna furono altri ad aiutare, prima Tsunayoshi e Izumi, poi il ragazzo che prima mangiava da solo, il quale addirittura sembrò aver trovato la pianta in questione.
    Tu sei quel tizio di Konoha che avevamo visto io, Anzu e Baku l'altra volta. Quello che ci provava con la signorina Aiko!
    Non è che stavolta ci sta provando con le signore qui presenti? Non è una cosa carina usare la scusa delle piantine per abbordarle...

    Bort non capì molto, tranne per il fatto che sembravano quasi tutti conoscersi già e che il nuovo arrivato pareva essere un marpione, anche se dall'aspetto non avrebbe detto. Il ragazzone si chiese per un attimo se la Aiko citata appena prima fosse quella che conosceva anche lui, ma non pareva molto probabile, in fondo era un nome piuttosto comune. Bort avrebbe aspettato che quel discorso finisse, poi si sarebbe presentato con nome e grado, infine avrebbe ringraziato per le indicazioni che gli erano state date. Poi avrebbe atteso Izumi, prima di rimettersi in marcia.
     
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    Kumo
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    Di tutte le cose che Makoto poteva aspettarsi, il fatto che più o meno tutti i presenti si riunissero in un'unica conversazione così rapidamente era l'ultima. Sollevò un sopracciglio, facendo un mezzo passo indietro istintivamente. La sua richiesta era stata fatta con lo scopo di cercare attenzione, ovviamente, ma non quella di tutti contemporaneamente, persino del ragazzo che aveva voluto sbolognare ad Anzu proprio perché se ne stava più in disparte. Fece scorrere lo sguardo su ciascuno dei presenti, soffermandosi per qualche istante su ciascuno di loro. Nessuno sembrava avere intenzioni ostili comunque, quindi costrinse il suo istinto a quietarsi e si limitò ad ascoltare le loro risposte.
    Uno di loro, quello che era stato chiamato "Baku" da uno degli altri, suggerì di guardare lungo la riva. Makoto osservò il foglietto, sollevando brevemente un sopracciglio. Non riusciva a capire perché la forma di quella pianta avrebbe dovuto suggerire di guardare lungo la riva, ma lei non ne sapeva nulla e quel consiglio sembrava troppo specifico per essere casuale. Lanciò un'occhiata verso la riva, ma avrebbe dovuto avvicinarsi per controllare meglio, e per ora preferì aspettare altre risposte. L'unico altro aiuto concreto fu quello del ninja di Konoha che si offrì addirittura di aiutarla. Makoto scosse il capo. «Non c'è bisogno.» disse. Non per modestia o per non disturbarlo, ma dava per scontato che lui avrebbe voluto qualcosa in cambio. Ma come se non fosse neanche stato interessato alla sua risposta, lui si alzò e iniziò a cercare. Makoto si lasciò andare ad un silenzioso sospiro, osservandolo con una mano poggiata sul fianco. Di nuovo, sollevò un sopracciglio al notare la velocità che aveva deciso di mostrare nella sua corsa. Quando tornò, fu accusato da Baku di voler fare il figo e dal ragazzo che si era presentato come Tsunayoshi di voler abbordare.
    «Non è che abbia tutto questo effetto.» commentò, allungando una mano per prendere la piantina che Kuniyoshi stava porgendo. La confrontò a lungo con il disegno che aveva ancora in mano, strizzando i suoi poveri, deboli occhi per costringerli a vederci un po' meglio. Non era sicurissima che fosse la stessa identica pianta, ma fece spallucce. «Bah. Ci assomiglia abbastanza.» sbuffò, chinandosi sul ginocchio per sfilarsi la sacca da viaggio che teneva sulla schiena. Dall'interno pescò un sacchettino di canapa in cui ficcò la piantina. Fece attenzione a non distruggerla nel processo, ma lo fece con movimenti piuttosto bruschi. Richiuso il sacchetto, si rialzò tenendo la sacca in mano e si infilò in tasca il disegno. "Completata" la missione, si permise di riprendere fiato e riprendere ad osservare i presenti, uno per volta.
    «Vi conoscete tutti?» chiese ad alta voce, includendo anche Anzu, anzi, con uno sguardo interrogativo più accentuato proprio verso quest'ultima. Non era esattamente sorpresa della cosa, più incuriosita.
    «Tsuna.» ripeté poi, osservando il ragazzo che si era presentato come tale. Solo per gli amici tecnicamente, ma dettagli. «Mi fa venire fame.»
    Considerando quanto stracciona e soprattutto affamata Makoto, forse Tsuna avrebbe dovuto preoccuparsi prima di lei che di Bort.
     
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    Demone perturbatore di anime

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    Kumo
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    L’affluire di tutta quella gente conosciuta in un unico punto era probabilmente uno degli incubi ricorrenti di Anzu. Osservò quasi con orrore Tsuna muoversi dal suo bel posticino isolato per raggiungere il gruppo che lei avrebbe preferito evitare, costringendola ad inseguirlo per l’informazione che doveva recuperare. E dire che non gliene fregava assolutamente niente di quella pianta. In quel momento non le sarebbe dispiaciuto tornare al villaggio a mani vuote e con la prima missione fallita della sua carriera. Peccato che avesse ancora un briciolo d’orgoglio in corpo che la spinse a non gettare la spugna e, ahimé, a regalarsi un po’ di interazioni sociali superflue.
    Avvicinandosi alla piccola folla, riconobbe praticamente tutti. Rispose a Tsuna con un cenno o due, rispondendo a monosillabi alle sue domande – “bene, sì, chiedilo a lei” – per poi scandagliare il resto dei presenti. C’era Kuniyoshi, che non si fece sfuggire la possibilità di rendersi utile e fece sì e no dieci metri a massima velocità perché poteva, anche se non ce n’era affatto bisogno. Anzu roteò gli occhi, distogliendo lo sguardo con un grugnito e incrociando le braccia al petto. Lasciò a Makoto, che aveva interagito con lui in primo luogo, l’onore di controllare se il Chuunin avesse fatto un buon lavoro. Lei spostò gli occhi chiari su Bort e Baku, a quanto pare accoppiati in quella bella mattina invernale, il primo più gigante che mai, il secondo… con una banana in bocca. Anzu alzò immediatamente un sopracciglio, tirando le labbra in un ghignetto che raramente faceva capolino sul suo volto. Baku era uno dei pochi (s)fortunati a provocare in lei quella reazione.
    – Buona? –, gli chiese, voce carica di sarcasmo, sorriso che si allargava ogni secondo di più, e che si spense velocemente così come era nato quando l’altro finì il suo spuntino. Peccato. Una volta dato fastidio a Baku e quindi svolta la sua missione giornaliera, tornò a concentrarsi su quella che le era stata effettivamente assegnata dal villaggio. Kuniyoshi tornò con una piantina, e Anzu riuscì a darle giusto un’occhiata prima che Makoto la ficcasse in borsa, frettolosa quasi quanto lei. Uno dei motivi per cui lavoravano bene assieme. La bionda fece spallucce e sciolse le braccia incrociate per tirare in su il colletto del cappotto. Lanciò un’occhiata alla compagna di squadra, facendo poi scorrere lo sguardo su tutti i presenti.
    – Più o meno. –, non le diede specifiche sulle identità di tutti, ma probabilmente si sarebbe sbottonata un po’ lungo la strada del ritorno.
     
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    Hic iacet Arthurus, Rex quondam Rex futurus.

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    Konoha
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    «Tu sei quel tizio di Konoha che avevamo visto io, Anzu e Baku l'altra volta. Quello che ci provava con la signorina Aiko! Non è che stavolta ci sta provando con le signore qui presenti? Non è una cosa carina usare la scusa delle piantine per abbordarle...»
    Kuniyoshi inarcò un sopracciglio e guardò quel ragazzo, seriamente preoccupato della sua condizione psicologica.
    «Ragazzo, non è che se parlo con una donna significhi che ci stia provando.» rispose, era un po' scocciato della cosa, possibile che quel tipo avesse in mente sempre e solo quello? Era praticamente un caso umano da studiare.
    «Hai finito di fare il figo?» Izumi fu il secondo a rivolgersi, e ovviamente Kunny non poteva aspettarsi altro da lui, anche se iniziava a pensare che stava antipatico a un bel po' di persone, eppure non aveva fatto nulla di male!
    Beh, a parte quel piccolo episodio di ira improvvisa, ma non è stata colpa sua, e si era già fatto perdonare.
    «Se volessi fare il figo farei ben altro, dovresti avere una idea su cosa posso fare, no?» l'Uchiha sbuffò, consegnando la pianta poi alla ragazza, che per l'appunto non era rimasta tanto impressionata dalla cosa: chi diavolo rimarebbe impressionato per uno che corre?
    Non che fosse quello, l'obiettivo, comunque.
    «Oh, ciao Anzu! Come va?» Kuniyoshi salutò l'altra ragazza di Kumo, quella bionda, agitando la mano, era da un po' che non la vedeva, chissà se era migliorata!
    Giusto, perché non allenarsi tutti insieme?
    «Comunque siamo un bel po' di persone, che ne dite di una sessione di allenamento? I combattimenti di gruppo sono quelli più divertenti, oltre a essere anche quelli più fruttuosi!»
    "Poi non saprei, ma ho l'impressione che a loro piacerebbe parecchio riempirmi semplicemente di mazzate..."
    In ogni caso, sperava in un loro consenso, era una bella giornata e dopo tutte le botte avrebbe potuto rilassarsi con i suoi buonissimi e fighissimi panini alla mortadella.
     
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    Mukenin
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    La situazione che si era creata, certamente non era delle più semplici. A dirla tutta aver a che fare con "il tirapiedi" di Baku, non era qualcosa a cui tenevo particolarmente, visto che tutto sommato mi faceva paura.
    Rimasi senza parole per diversi secondi, cercando di capire cosa potessi dire e cosa no. Insomma era difficile per me stare zitto per un logorroico come me, ma volevo evitare di far arrabbiare qualcuno, specialmente quando di fronte a me vi era un tizio alto il doppio se non il triplo di me.
    T-tuo sottoposto? Dissi inizialmente, leggermente intimorito. Insomma far incazzare quell'omone non era delle mie priorità in assoluto.
    No no. Non voglio farti arrabbiare. B-basta che il signore affianco a te non decida di picchiarmi. N-non mi piace la violenza o essere picchiato. Aggiunsi poi. Probabilmente era meglio se in quel momento lasciavo stare Baku e il suo amico.
    Quindi decisi intimorito da loro due, di lasciar stare e dedicarmi alle altre persone, poiché vi erano anche Anzi e la sua amica, in cerca della piantina e quello strano signore di konoha, che a quanto pare le stava aiutando concretamente con la ricerca della piantina in questione.
    «Ragazzo, non è che se parlo con una donna significhi che ci stia provando.»
    Oh be, non saprei. Mi scuso se ho frainteso le sue intenzione. Sa signore sono abbastanza sbadato e tendo a fraintendere le situazioni davanti a me. Quindi mi scuso. Risposi rapidamente al signore di Konoha, accennando un inchino.
    Anche Baku forse non aveva ben compreso le sue intenzioni, dato che gli aveva lanciato una frecciatina più o meno velata. Di norma mi sarei intromesso per gettare un ramoscello di pace, ma considerando tutto, almeno per una volta me ne sarei stato zitto.
    «Non è che abbia tutto questo effetto.» Rispose invece l'amica di Anzu, prendendo il fiore che aveva racconto precedentemente il signore di konoha.
    A quanto pare molte questioni sembravano essere risolte, tra il mio fraintendimento, la frecciatina di Baku, l'omone sottoposto di Baku stesso, il fiore e le due donne, tutto sembrava essere risolto per il meglio.
    «Vi conoscete tutti?» aggiunse poi la l'amica di Anzu.
    Be conosco di più Anzu e Baku. Mi piace pensare che siamo amici! Risposi inizialmente, in maniera gioiosa.
    Ero davvero contento di conoscere persone nuove, confrontarsi con loro, crescere insieme e migliorarsi. Era davvero una bella cosa per me.
    Tu come ti chiami invece? Avrei atteso eventualmente una sua risposta, focalizzando ogni attenzione su di lei, ignorando tutto il resto (per il momento), ascoltando ciò che aveva da dire.
    «Tsuna.» Disse inizialmente, «Mi fa venire fame.»
    Fame? perché ti faccio venire fame? Domandai inizialmente, piegando il capo leggermente, con un'espressione di chi non aveva capito minimamente il nesso tra il suo soprannome e la sua richiesta di cibo.
    c-con me ho qualche spiccio, quindi se volete dopo posso offrirvi qualcosa... Dissi timidamente in direzione della ragazza, ma ovviamente l'invito poteva essere esteso a tutti. Già sapevo che me ne sarei pentito. Tra Baku che mangiava parecchio, il suo sottoposto e il signore di Konoha, temevo fortemente che il mio portafoglio avrebbe pianto per molto tempo, ma oramai era tardi.
    «Comunque siamo un bel po' di persone, che ne dite di una sessione di allenamento? I combattimenti di gruppo sono quelli più divertenti, oltre a essere anche quelli più fruttuosi!»
    La mia attenzione, poi venne richiamata dal signore di Konoha, che non ricordavo affatto il suo nome. L'ultima volta che avevo partecipato ad un gruppo di allenamento, era stato contro quel signore pieno di tatuaggi fuori dal mio paese nativo. Avevo rischiato molto la mia vita in quel frangente e il solo pensiero di quell'episodio, un brivido di paura percorse la mia schiena, temendo che anche con lui, il risultato sarebbe stato lo stesso.
    N-non saprei. Voglio dire accetterei volentieri, anche se non mi piace la violenza. Ma l'ultima volta che io e Baku abbiamo partecipato ad allenamenti come questi, abbiamo rischiato la vita. Dissi inizialmente, rivolgendomi a Baku.
    R-ricordi Baku? Quel signore tutto tatuato che stava combattendo sul serio e abbiamo rischiato di morire? Feci un'altra pausa, per poi focalizzarmi sul tizio di Konoha, Se ci prometti che non accadrà nulla del genere, allora sarei ben lieto di accettare.
     
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44 replies since 1/1/2018, 12:08   854 views
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