Prima

Bort vs Haruko

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    Demone incendiario

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    Dopo l'esame le cose andarono progressivamente al loro posto per Bort. Per prima cosa trovò una casa nella periferia di Oto, un monolocale già arredato in offerta ad un prezzo stracciato. Un paio di giorni dopo ottenne anche la sua prima missione, dovette fare da scorta ad un mercante non troppo ricco, che era in visita ad Oto per affari e voleva un viaggio di ritorno più tranquillo di quello che aveva avuto durante l'andata. La presenza imponente e minacciosa del neo-genin bastò per non avere guai, del resto chi darebbe mai fastidio ad un bestione di oltre due metri e al suo accompagnatore? Dato che possedevano tutti i permessi necessari le autorità dei vari Paesi stranieri non fecero storie ai due. In questo modo Bort e il cliente arrivarono a casa di quest'ultimo, una bella villetta poco distante dalla capitale del Paese degli Orsi, il giovane ne fu impressionato molto. Passò un po' di tempo con il mercante, che offrì un tè al ragazzo. A pomeriggio inoltrato i due si salutarono e l'otiano poté dirigersi verso casa. Purtroppo l'ora era tarda e il passo troppo lento, Bort non ce l'avrebbe mai fatta a tornare in tempo a casa. Per questo, quando ormai era prossima la serata, il ragazzo si mise alla ricerca di una locanda dove poter mangiare e dormire. Continuò a camminare sul sentiero principale, sperando di incontrare qualcuno a cui chiedere indicazioni, visto che per strada non aveva incontrato nulla. Alla fine vide in lontananza una figura che arrivava dal lato opposto. Decise dunque di avvicinarsi, nella speranza di poter chiedere informazioni. Iniziava ad avere un certo languorino, non vedeva l'ora di provare un paio di quei piatti che si era fatto consigliare dal suo cliente.
     
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  2. Shirka
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    Haruko aveva un progetto. O meglio, cominciava ad avere un'idea di progetto. Nelle Missioni affrontate dopo la promozione a Genin le era capitato di uscire dal Villaggio e visitare altri Paesi le aveva fatto capire quanto grande il Mondo fosse e quante possibilità offrisse a chiunque abbastanza determinato ed intelligente da coglierle. Lei era consapevole dei suoi molti limiti, sia sul piano dell'esperienza che professionale, e questo la manteneva coi piedi per terra. Nella sua condizione il meglio che poteva fare era continuare a viaggiare e crescere come persona oltre che come Ninja. Il Paese degli Orsi, dove si era recata già due volte, le era sembrata la scelta più logica. Aveva idea di come muoversi al suo interno e l'ambiente le era congeniale a sufficienza da permetterle di andare e tornare con relativa sicurezza.

    Per l'occasione aveva scelto un kimono grigio da uomo sopra un paio di hakama dello stesso colore, entrambi gli abiti avevano un taglio grezzo e funzionale con nessun attenzione ai dettagli. Ai piedi un paio di stivali da Ninja ed il suo bastone da combattimento usato come uno da passeggio. A seguito di una serie di eventi la lunga chioma di capelli castani che aveva curato negli anni si era ridotta ad una caschetto giusto un attimo svasato dietro. Ad eccezione di una mezza dozzina di kunai distribuiti fra l'interno del vestito e le maniche aveva lasciato a casa il resto dell'armamentario Ninja per potersi muovere come una civile senza il rischio d'incappare in guai trasversi. La meta della giornata era un piccolo paese del quale conosceva soltanto la posizione sulla mappa, un posto buono come un altro dove cominciare ad esplorare.

    Camminava sul lato destro della strada, per evitare carri ed affini, lo sguardo all'orizzonte e pochi pensieri in testa. La figura dell'altro entrò nel suo capo visivo dopo una svolta, la stazza la colpì subito catalizzando il suo interesse. L'unico altro abitante del Paese col quale aveva interagito condivideva una stazza simile, tanto da essere scambiato per un uomo delle nevi, e la ragazza si domandò se i due non fossero parenti o se, addirittura, l'altezza imponente fosse una caratteristica comune in quella parte del continente. Questi pensieri non ebbero un'estensione verso l'esterno e lei continuò a camminare.
     
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    La figura si rivelò essere una ragazza. Sembrava abbastanza giovane, aveva sia occhi che capelli marroncini, anche se di tonalità diverse. Indossava una sorta di kimono e non pareva avere su di sé un coprifronte. Nonostante questo Bort ebbe la netta sensazione di trovarsi di fronte ad una ninja. Forse era per il fisico, modellato probabilmente da allenamenti specifici. Non si ottenevano muscoli del genere senza un'addestramento adeguato, un'irregolare come il neo-otiano lo intuì al volo. Se la sua sensazione fosse stata corretta, cosa che in realtà era, perché mai avrebbe deciso di andare in giro senza segni di riconoscimento? Bort rimase a rifletterci un attimo e concluse che forse voleva poter camminare senza pensieri, senza essere considerata "in servizio". Il ragazzo si chiese se bastasse togliersi il simbolo di riconoscimento per ottenere quel risultato, ma immaginò che non fosse così. Era tutto così nuovo per lui, non era abituato a quei sottili dettagli che per altri invece erano ormai assodati e quindi parte della quotidianità da shinobi.
    Mentre Bort si faceva tutte quelle domande di carattere sia particolare che generale, la distanza tra lui e la giovane passante si assottigliava. Nonostante la supposta professione militare di quella donna il ragazzo decise di provare lo stesso l'approccio deciso in precedenza. Non era esperto del galateo dei ninja, ma non doveva esserci nulla di male nel chiedere indicazioni a estranei in un paese neutrale, giusto? Cercò di sfoggiare un sorriso gentile e naturale, per iniziare a relazionarsi al meglio con quella straniera.
    Buongiorno, signorina. Scusi il disturbo, sa per caso dirmi se c'è una locanda o un locale simile in quella direzione?
     
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  4. Shirka
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    Gli aveva tenuto gli occhi addosso, senza un piglio inquisitorio ma piuttosto con una genuina curiosità, di quella che nasce quando per strada si vede qualcosa d'interessante, oppure alla mente viene un pensiero ricco di entusiasmo. Vederlo da vicino confermò i sospetti sulla stazza, anche se ad onor del vero era di un poco più imponente della sua altra conosceva. Potevano condividere il sangue ma poteva anche essere un caso. Di certo quel ragazzo era grosso, più alto di lei di una testa buona, quasi un braccio, tanto che dovette sollevare lo sguardo quando lui le fu ormai addosso. Che cominciasse a parlare le parve il naturale proseguimento del trovarsi sulla stessa strada e finire per incrociare gli sguardi.

    Buongiorno. - Accolse il saluto con un cenno del capo ed un sorriso contenuto, diviso fra cordialità ed interesse. - No, non ne è incontrate. - Il dettaglio del coprifronte emerse solo a quel punto, si trovò a guardarlo un momento per poi tornare su Bort, le parve sciocco cercare di nascondere quel gesto e lo lasciò sospeso. A lui scegliere se approfondirlo o meno. - Ma in questa direzione dovrebbe esserci un villaggio. - Accennò con il mento alla strada dietro il ragazzo. - Difficile che manchi un posto dove mangiare.

    Le implicazioni dell'incontro erano per lei ancora un concetto vago. Sapeva dei contrasti fra i Paesi ed era consapevole delle naturali opposizioni quando la vita si giocava sugli equilibri della guerra e dell'industria militare - di cui lei non era ancora ben consapevole di far parte - ma poco altro. Oto per lei era un nemico sulla carta, verso il quale non nutriva una reale ostilità e capace di suscitare soltanto un timore logico, senza raggiungere la pancia. Spese poche energie a rifletterci, decidendo rapidamente di trattare la situazione come un insieme di circostanze fortuite a cui era bene non dare più peso del necessario.

    È dove sono diretta. - Continuava a guardarlo negli occhi. - Se vuoi possiamo fare la strada assieme.
     
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    La ragazza accolse il saluto dell'otiano con un sorriso e lo ricambiò. Sembrava una persona cortese, Bort lo apprezzò molto.
    No, non ne è incontrate. Ma in questa direzione dovrebbe esserci un villaggio. Difficile che manchi un posto dove mangiare.
    La giovane aveva indicato lo spazio dietro a Bort, come a suggerirgli di fare dietrofront. Lui non aveva notato nessun centro abitato vicino a dove si trovava ora, evidentemente bisognava deviare da qualche parte per arrivare nel posto da lei menzionato. Del resto di bivi ce n'erano stati diversi, era molto plausibile che non avesse notato un sentiero più utile di quello che stava percorrendo. Un po' gli dispiaceva l'idea di dover tornare indietro su una strada già percorsa, gli sembrava una perdita di tempo, però nella direzione opposta pareva non esserci niente quindi era l'unica chance di trovare qualche posto dove sfamarsi e pernottare.
    È dove sono diretta. Se vuoi possiamo fare la strada assieme.
    La proposta giunse improvvisa e lei avrebbe potuto facilmente notare gli occhi di lui illuminarsi per un istante solo. Gli piaceva l'idea di avere un po' di compagnia e sperava che la guida di lei potesse aiutarlo ad arrivare presto ad un tavolo servito.
    Volentieri! Grazie mille.
    All'improvviso il ragazzo fu assalito da un dubbio. Sapeva di doversi presentare, ma come? Era convinto non servisse una stretta di mano formale, gli sembrava forzato, ma quali dati era giusto fornire? Era necessario riportare il grado? Serviva mettere per esplicito il villaggio di provenienza, anche se evidente dal coprifronte? Alla fine si arrese e decise di giocare a carte scoperte. Fece un semplice inchino e poi fece una presentazione piuttosto completa, condita con un sorriso imbarazzato.
    Io sono Bort, molto piacere! Sono genin da quattro giorni e sono di ritorno dalla mia prima missione, quindi è tutto un po' nuovo per me.
     
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  6. Shirka
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    Haruko. - Inarcò le labbra in un mezzo sorriso dal significato vago, replicando al saluto con un cenno del capo. - Tanto piacere.

    Si domandò se omettere fosse mentire ma la domanda rimase in ballo per molto poco, scivolando via quando ricominciò a camminare. Quanto alle motivazioni del suo viaggio verso l'Orso, lei stessa aveva seri dubbi al riguardo. Il tema di fondo era sicuramente esplorare il Mondo per comprenderne in senso, ora che nella sua vita molto stava cambiando e lei per prima cercava di definire il suo ruolo nel più grande schema delle cose. C'era però dell'altro, qualcosa di molto più terra terra e non per questo meno interessante, almeno dal suo punto di vita.

    Sono arrivata nel Paese questa mattina. - Vero, aveva pescato una carovana ben lanciata e questo le aveva permesso di accorciare il viaggio. - Vorrei capire come funziona, da queste parti. - Vero, dare voce ai pensieri pareva giovarle almeno dalla sicurezza con la quale parlava. - Magari trovare qualcosa da comprare o scambiare.

    Vero anche questo, da qualche tempo cominciava a nutrire un certo interesse per il denaro, pur essendo cresciuta con un sentimento di disprezzo misto a risentimento nei suoi confronti. In famiglia il valore della moneta era pari soltanto all'utilità di quanto riusciva a comprare, non ne aveva uno intrinseco. Lei si collocava a metà fra la visione familiare e quella di tutto il resto del Mondo, riconosceva ai soldi un valore ma le interessava spenderli per comprare roba piuttosto che accumularli.

    Penso si possano fare buoni affari con le pellicce, qui ne hanno tante. - Stava ancora pensando a voce alta ma aveva l'accortezza di lasciare degli spazi per dare all'altro l'occasione d'intervenire come meglio credeva. - Tocca capire cosa dare in cambio, però.
     
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    La ragazza si presentò come Haruko, un nome che al ragazzo non sembrava molto comune, però decisamente bello. Non disse nulla sulla sua carriera, probabilmente veniva data per scontata, pensò lui. Non vedeva possibilità di malizia in una persona così cordiale, semplicemente non aveva detto qualcosa che non era necessario dire.
    Sono arrivata nel Paese questa mattina. Vorrei capire come funziona, da queste parti. Magari trovare qualcosa da comprare o scambiare. Penso si possano fare buoni affari con le pellicce, qui ne hanno tante. Tocca capire cosa dare in cambio, però.
    Bort si chiese il perché di questa passione per quello specifico prodotto, se fosse qualcosa che le interessava per piacere personale o se fosse invece un suo particolare modo di arrotondare lo stipendio. Lui non era esperto di commercio conciario, conosceva qualcuno che se ne occupava per professione ma non si era mai interessato nello specifico. Provò comunque a riflettere un po' sulle parole conclusive della giovane, esprimendo ad alta voce i risultati della sua ricerca.
    Mmm, essendo un paese così montuoso... immagino che il pesce non sia molto comune, no? Magari riusciresti a venderlo a parecchio, se ne avessi. Purtroppo non credo di poterti essere molto utile. Ho un'azienda agricola, giù al mio villaggio, ma non sono mai diventato capace nella vendita. Quando la fattoria era piccola ho continuato a vendere ai soliti clienti di mio padre, quando ci siamo allargati ho trovato qualcuno che facesse quel tipo di lavoro al posto mio. Non mi piace molto maneggiare soldi o contrattare, preferisco mansioni più pratiche. Ah, però una cosa che di sicuro qui mancherà è l'equipaggiamento militare. Visto che non ci sono ninja quaggiù non si troveranno molti shuriken o robe così. Forse vendendo quelli otterresti una marea di pellicce, però immagino che vendere le nostre armi sia anche un po' pericoloso poi per le missioni.
    Dopo aver finito quelle ultime frasi il ragazzo si era lasciato andare in una espressione pensierosa. Sentiva di aver detto una stupidaggine, anche se non era sicuro su cosa di preciso, però in ogni caso voleva recuperare in qualche modo, però non gli veniva niente in mente.
     
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  8. Shirka
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    È una buona idea. - Ammise. - Io però non sono brava a pescare, poi penso il trasporto sia un problema, è il tipo di cibo che deperisce in fretta. Forse il pesce secco potrebbe andare bene, anche se non è il massimo e di quello potrebbero averne molto. Senza contare il pesce di fiume. - Dava voce ai suoi pensieri con calma, dosando bene la voce e le parole. - Nella mia famiglia siamo tutti abituati a contrattare, di solito per motivi più pratici, di gestione del denaro. Quindi non sono sicura di essere davvero capace a fare affari in questo senso. - Si strinse nelle spalle. - Vedremo, è bene anche provare. - Accennò un sorriso. - Le armi potrebbero essere una buona idea, anche se credo che qui usino più che altro quelle da caccia, il Paese non ha un esercito vero e proprio. Beh, forse a vendere spade per chi vuole difendersi da solo si potrebbe ricavare qualcosa. - Ci pensò un attimo. - Mi preoccupa un po' vendere coltelli e simili, dare un oggetto di morte in mano a qualcuno di sconosciuto è un rischio non da poco.

    La camminata proseguì per un certo tempo senza iniziative da parte di Haruko. Rispondere a domande e simili era nelle sue intenzioni però sentiva di poter lasciare un po' di silenzio fra loro, così da dare il tempo alle nuove informazioni di depositarsi comodamente nella memoria. Sino a quel momento il ragazzo le aveva fatto una buona impressione, pur lasciandola cautamente sulla difensiva su un piano puramente formale. Rimaneva un Ninja nemico, un Ninja nemico molto cordiale e verso il quale nutriva una certa simpatia, ma pur sempre nemico.

    Non dovrebbe mancare molto, tempo fa sono passa di qui con una carovana e ricordo di aver visto un i profili delle case ad una svolta, anche se quella volta siamo andati nell'altra direzione - Neanche a farlo a posta, dopo una curva il bivio apparve chiaramente. - Ecco, dovrebbe essere a sinistra, un villaggio abbastanza grande. - Indicò una parte della biforcazione che scendeva leggermente più in basso del livello stradale, ancora era impossibile vedere le case. - Cosa farai appena arrivato?
     
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    Vedremo, è bene anche provare.
    La ragazza aveva concluso così, dopo aver elencato ad alta voce difetti e difficoltà di un commercio internazionale di pesce. Sarebbero servite in effetti infrastrutture di trasporto notevoli, immaginò il ragazzo, non qualcosa che si può improvvisare da un giorno ad un altro.
    Le armi potrebbero essere una buona idea, anche se credo che qui usino più che altro quelle da caccia, il Paese non ha un esercito vero e proprio. Beh, forse a vendere spade per chi vuole difendersi da solo si potrebbe ricavare qualcosa. Mi preoccupa un po' vendere coltelli e simili, dare un oggetto di morte in mano a qualcuno di sconosciuto è un rischio non da poco.
    Bort fu colpito dalla maturità di lei, anche in questo caso trovò il ragionamento impeccabile. In effetti era tutt'altro che semplice un traffico di quel tipo, anche per le difficoltà che avrebbero potuto sorgere con le autorità.
    Si potrebbe includere anche qualche lezione sull'uso di queste armi. Io non sono bravo con la spada, ma credo che non serva chissà quale livello per impartire le basi di autodifesa, no?
    Gli piaceva parlare con quella ragazza, anche se era sempre in dubbio se fosse quello il modo giusto per rapportarsi con lei. Non voleva sembrare troppo strano, del resto ci pensava già il suo fisico a metterlo in difficoltà da quel punto di vista. Il fatto che lei non si mostrasse troppo tesa o intimorita era una cosa positiva, ma del resto nel mondo dei ninja le dimensioni non erano tutto. Anzi lui temeva che a lungo andare sarebbero state un handicap, per diverse ragioni. Per esempio, visto il fisico compatto e muscoloso di lei, Bort era più che convinto che in uno scontro alla pari ne sarebbe uscito sconfitto, surclassato in rapidità e agilità. Senza contare la differenza di esperienza.
    Ecco, dovrebbe essere a sinistra, un villaggio abbastanza grande. Cosa farai appena arrivato?
    Sto iniziando ad avere parecchia fame, la prima che farò è trovare un posto dove mettere qualcosa sotto i denti. Tu hai già mangiato? Ti andrebbe di farmi compagnia o hai impegni particolari?
     
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  10. Shirka
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    Sì, lo penso anche io. - Lo guardò ed annuì, col giusto grado di serietà per dimostrare che aveva preso sul serio il suo suggerimento. - Penso possa fare una grande differenza anche solo conoscere le basi per chi non è abituato a combattere. - Tornò a guardare avanti e per qualche secondo non parlò, dallo sguardo fisso e di colpo lontano si poteva immaginare stesse riflettendo su qualcosa. - Una volta i maestri di arti marziali giravano per i Dojo ad offrire delle lezioni e per questo venivano ricompensanti col denaro, potrebbe essere qualcosa di simile. - Sorrise. Niente mezzo, un sorriso vero. - Una bella idea!

    Nulla in lei dava anche soltanto un'idea di timore. Con Bort s'interfacciava in maniera assolutamente ordinaria, la massima differenza stava nella necessità di sollevare la testa per poterlo guardare negli occhi. Anche il linguaggio del corpo parlava di una generale tranquillità, con le spalle rilassate ed il braccio libero lungo il fianco. Questo perché, dal suo punto di vista, era un ragazzo normale dal fisico imponente piuttosto cortese e col quale le stava piacendo parlare. Pur senza rendersene conto, le speculazioni e previsioni che normalmente affollavano la sua mente in ogni situazione si erano fatte silenziose.

    Non ho ancora mangiato e ti faccio compagnia volentieri, ho fame. - Riprese a camminare, spostandosi leggermente a sinistra della strada. - In realtà non ho impegno preciso, voglio solo visitare il Paese per farmi un'idea, fin'ora sono stata soltanto nelle montagne dove vivono i cacciatori, per questo so delle pellicce. - La distanza fra loro ed il villaggio era poca. - Chissà cosa troveremo.

    Il villaggio tenne fede alle aspettative, due manciate di case in buone condizioni, qualche bottega ed un singolo edificio più grande degli altri dove aveva sede l'unico albergo e ristorante presente in città. Per le strade la gente era vestita in abiti semplici, tutti piuttosto pesanti e con qualche elemento di pelliccia, per lo più adatti alle attività che la maggior parte di loro stava svolgendo o era in procinto di svolgere. L'arrivo di Bort ed Haruko suscitò giusto qualche sguardo di breve durata, evidentemente erano abituati ad essere un punto di passaggio e questo giustificava anche la locanda. La ragazza puntò dritta verso il ristorante, in quanto scelta non c'era.

    Sicuramente avranno molta carne, prenderò della carne. - Dondolò un poco la testa, evidentemente l'idea le piaceva. - Magari ci saranno altri viaggiatori, con un po' di fortuna avranno qualche informazione utile e potrò rendere il viaggio meno dispersivo. - Davanti alla porta si fece da parte per dare a Bort la possibilità di entrare per primo. - Anche se fin'ora mi è andata bene, girando a caso. - Gli sorrise. - No?
     
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    Una volta i maestri di arti marziali giravano per i Dojo ad offrire delle lezioni e per questo venivano ricompensanti col denaro, potrebbe essere qualcosa di simile. Una bella idea!
    Il giovane non conosceva la pratica menzionata da Haruko, quindi ne fu sorpreso e fu lieto di averla aiutata. Si chiese se una cosa del genere non potesse essere fattibile anche per lui, anche se non per l'arte della spada. Ovviamente non si poteva "insegnare" la potenza muscolare, senza la quale la sua abilità nel corpo a corpo era quasi nulla, però la sua conoscenza di ninjutsu vari poteva essere qualcosa per cui altri avrebbero pagato, forse. Anche perché lui, presto o tardi, avrebbe dovuto divenire in grado di controllare tutti e cinque gli elementi, quindi avrebbe potuto venire incontro alle esigenze dei suoi futuri allievi.
    In realtà non ho impegno preciso, voglio solo visitare il Paese per farmi un'idea, fin'ora sono stata soltanto nelle montagne dove vivono i cacciatori, per questo so delle pellicce.
    La ragazza aveva accettato il suo invito e poi aveva spiegato il motivo della sua visita, ovvero pura curiosità. Bort era contento di averla incontrata, gli piacevano le persone intraprendenti e avventurose, era proprio la vita da ninja che aveva immaginato. Lui, per colpa del suo precedente lavoro, non aveva avuto quasi mai possibilità di uscire dai confini della propria nazione natia. Era successo solo una volta, per andare a Taki a festeggiare il ventesimo compleanno di un suo ex compagno di orfanotrofio. Della serata ricordava poco, si era ritrovato la mattina seguente in prigione, visto che si era ubriacato ed era finito in una rissa. La sua nuova sortita fuori dal Paese del Suono era andata davvero molto meglio ed era sicuro che in generale sarebbero andate così d'ora in poi. Sempre che si tenesse lontano dall'alcool, ovviamente.
    Una volta arrivati al centro abitato, un piccolo villaggio non dissimile da quello in cui aveva abitato per tantissimi anni, lei si era diretta convinta verso un edificio chiaramente identificabile come locanda. Bort si riteneva fortunato per aver avuto una guida così prodiga.
    Sicuramente avranno molta carne, prenderò della carne. Magari ci saranno altri viaggiatori, con un po' di fortuna avranno qualche informazione utile e potrò rendere il viaggio meno dispersivo. Anche se fin'ora mi è andata bene, girando a caso. No?
    Il ragazzo non capì il significato dell'ultima frase e del sorriso di lei, ma ricambiò questo gesto e rispose nella maniera che gli sembrava più sensata.
    Immagino di sì. Si scoprono tante cose potendo andare in giro con calma, credo. Questo villaggio sembra essere abbastanza avvezzi al passaggio di estranei, probabilmente già i locandieri saranno molto abituati ad avere a che fare con persone che chiedono informazioni. Immagino che ti diranno tutto quello di cui hai bisogno.
    Arrivati dinnanzi la porta lui la spalancò, facendo un cenno ad Haruko di entrare, come aveva sentito fosse il comportamento tipico dei gentiluomini di città. Si rivolse subito dopo ad un cameriere, chiedendo un tavolo per due. Il locale era molto semplice, spartano, ma proprio per questo dava l'idea di essere verace. Il personale fu gentile, condusse i due al loro posto e portò un menu con una certa rapidità. Bort si immerse subito in quella lettura, senza però per questo tralasciare la sua interlocutrice. Mangiare era una delle sue attività preferite in assoluto, farlo in compagnia era ancora più bello.
    Il cliente della missione mi ha parlato della zuppa di cinghiale come di un prodigio assoluto, non vedo l'ora di assaggiarla.
    E ci sono anche un paio di altre cose qui che suonano buonissime. Tu hai trovato qualcosa che ti ispira?

     
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  12. Shirka
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    Lo spero, le informazioni hanno molto valore, soprattutto per come va il Mondo adesso, probabilmente mi chiederanno qualcosa in cambio ed al momento non ho nulla di valore, e nemmeno la voglia di assecondare altri tipi di richieste. - Valutare l'idea le fece corrugare la fronte, qualcosa le piaceva evidentemente molto poco di quel pensiero. - Però questo rimane un posto di passaggio, quindi rimane la possibilità di trovare qualcuno senza particolari interessi e disposto a scambiare qualche parola. - Soppesò per qualche momento il seguito del discorso, le era cominciato a sembrare come un lungo monologo e nemmeno questo le piaceva particolarmente. - Sono fiduciosa, anche perché oltre al tempo ho veramente poco da perdere, in questa situazione.

    Accolse il gesto con evidente sorpresa, quel genere di cortesie erano lontane dal mondo in cui era cresciuta, dove vigeva una sorta di parità dei sessi senza particolare cura per i dettagli unita ad un atteggiamento già particolarmente pragmatico. L'interno era come se l'aspettava, un ambiente semplice e spazioso, dove far fronte al freddo dell'esterno senza troppe premure. Prese posto con Bort e mentre lui leggeva lei si prese il tempo di guardarsi attorno. Al caldo e seduta sentì di voler relegare al dopo tutti gli impegni che lei stessa si era imposta, per godere di quel momento in tranquillità.

    Non ho mai mangiato il cinghiale, direi che è l'occasione giusta! - Batté piano le mani un paio di volte, entusiasmata dalla prospettiva. - Poi prenderò dei funghi, mi sembra il posto giusto dove assaggiarli. - Tornò a guardarsi attorno, tanto da torcersi sulla sedia per rivolgere lo sguardo alle sue spalle. - Stanno tutti mangiando qualcosa di fumante, dev'essere il clima! Quindi deve anche essere buono! Sono fiduciosa! - Tornò a mettersi composta ed allungò le braccia per metà sul tavolo. - Ah, io sono un Ninja di Ame. - Ammise all'improvviso ma con estrema naturalezza. - Non l'ho detto prima perché apparteniamo a due schieramenti opposti e mi serviva capire chi avevo di fronte. - Fece spallucce, per sottolineare la banalità della sua affermazione. - Mi sembri una brava persona, per cui ho deciso di fidarmi e correre il rischio. - Gli sorrise, lo stesso sorriso di poco prima. - Probabilmente un giorno saremo nemici sul campo di battaglia, ma ora come ora possiamo dividere un pasto senza troppi pensieri, secondo me.
     
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    La ragazza dichiarò di voler provare il cinghiale, accompagnato da qualche fungo, che in effetti sembrava poter essere un prodotto tipico della zona. Bort invece avrebbe accompagnato la carne con un primo leggero, un riso in bianco, per godersi meglio la portata principale.
    Ah, io sono un Ninja di Ame.
    La rivelazione fu piuttosto improvvisa, ma non colpì particolarmente il ragazzone. Il mestiere della giovane non era mai stato in dubbio per lui e la sua provenienza non gli interessava poi così tanto, per il momento.
    Non l'ho detto prima perché apparteniamo a due schieramenti opposti e mi serviva capire chi avevo di fronte. Mi sembri una brava persona, per cui ho deciso di fidarmi e correre il rischio. Probabilmente un giorno saremo nemici sul campo di battaglia, ma ora come ora possiamo dividere un pasto senza troppi pensieri, secondo me.
    Lui rimase qualche secondo in silenzio, riflettendo su quanto detto da Haruko, poi le fece un mezzo sorriso sereno.
    Siamo entrambi fuori servizio, in un paese neutrale e in una situazione in cui nessuno dei due può mettere in pericolo la sicurezza della nazione dell'altro. Non vedo davvero nessun motivo per cui dover combattere, in questo momento. E spero che non capiti mai in futuro, ora che ti ho conosciuto.
    Lasciò la frase sospesa, come qualcosa che sapeva di non dover dire. Avrebbe svolto qualsiasi compito gli fosse stato assegnato, per il bene del villaggio, ma avrebbe decisamente trovato spiacevole il doversi scontrare con persone che apprezzava. La cosa però gli sembrava una possibilità remota, qualcosa che era convinto non gli sarebbe mai successo, quindi non ci stette molto a pensare su e riprese subito la propria espressione naturale.
    E che tipo di posto è Ame? Non ci sono mai stato e non ne ho sentito neanche troppo parlare. Sarei un sacco curioso di capire quanto sono diversi i vari villaggi...
     
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  14. Shirka
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    Chi lo sa? - Si strinse nelle spalle. - Si tratta di momenti diversi, in questo momento sono contenta di dividere del cibo con te, magari fra qualche anno arriverà il momento in cui sarò contento di averti ucciso. - Accennò un sorriso, la sua espressione non era cambiata di molto, se non per un accenno d'imbarazzo. - Si può essere buoni amici e nemici feroci allo stesso tempo, tanto quando arriva la fine tutti i cattivi sentimenti se ne vanno ed anche il peggiore degli avversari smette di essere tale.

    Aveva ripetuto le parole di un altro. Suo zio, nelle rare occasioni in cui accettava di raccontare della guerra, diventava una persona diversa. Da uomo forte e determinato si faceva incerto, con un vena amara che accompagnava ogni sua parola. A volte, quando il ricordo si spostava su momenti particolari, parlava dei compagni caduti o dei nemici uccisi, e di colpo tutta l'acredine ed il rammarico svanivano a favore di una memoria dolce, quasi affettuosa. Diceva che l'odio non sopravvive alla morte, nei veri guerrieri, perché anche chi uccidiamo, se raccontiamo la sua storia e ne parliamo con rispetto, finisce per guadare i nostri passi, per accompagnarci nella vita. In quella fase della sua vita Haruko era ancora molto legata ad una visione molto romanzata dei Ninja, il tempo poi le avrebbe dimostrato il contrario.

    Piove. - Fu la prima, ovvia risposta. - Piove veramente molto. - Ci pensò per un lungo momento, poi annuì. - Le città grandi sono tutte cemento e metallo, grandi edifici e grandi strade, con palazzi enormi dove la gente vive. - Cercò con lo sguardo qualcuno a cui ordinare da mangiare. - Basta spostarsi di poco per trovare villaggi tradizionali, ci sono un sacco di colline ricoperte da foreste e prima di un certo periodo erano le valli ad essere abitate. - Si fermò un momento. - È un bel posto dove vivere, alla pioggia ci si abituata. - Si sbracciò per attirare l'attenzione, alla fine qualcuno venne nella loro direzione. - Com'è Oto? Per me è soltanto un nome dentro una lista, non ne so nulla.
     
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    Demone incendiario

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    La descrizione che la ragazza diede della sua patria incuriosì ancor più Bort, che si chiedeva come si potesse vivere vedendo così raramente la luce del sole. Ad aumentare fu anche la curiosità per quella ragazza, gli sembrò un'abile osservatrice e una persona profondamente razionale. Insomma, qualcuno con cui era un piacere discorrere in tranquillità. Si chiese anche se fosse una combattente così meticolosa come sembrava, gli sarebbe interessato provare a vedere come se la cavava. Non in quel momento, però, non gli sembrava la circostanza giusta neanche per proporlo. Era ancora del tutto nuovo alle modalità con cui due ninja si sfidavano e non voleva che una richiesta di quel tipo suonasse sbagliata. Ci sarebbero state altre occasioni, si disse, era proprio curioso di capire come combattevano persone diverse.
    Com'è Oto? Per me è soltanto un nome dentro una lista, non ne so nulla.
    Bort rimase qualche secondo a riflettere sulla cosa. Nonostante fosse stato lui per primo a tirare fuori quell'argomento non si aspettava una domanda del genere da parte di lei.
    Mmm, non saprei. Mi sono trasferito da tipo un paio di settimane, quindi conosco poco. La cosa che mi ha colpito di più è la vivacità, sono tutti attivi, frenetici, rispetto a dove vivevo prima i ritmi sono tutt'altri. Il quartiere mio non è proprio il massimo, ma il centro è bellino. Poi in realtà mi hanno detto che prima non era così, era tutto un po' più... "militaresco", tipo. Però ci sta, alla fine prima era il villaggio di Orochimaru e figlie, è da poco che le cose sono cambiate.
    Quel dato gli era stato riportato un po' da tutte le persone che aveva sentito, al punto che aveva iniziato a pensare che questo presunto cambio fosse stato davvero radicale oltre ogni attesa. Certi cambiamenti politici avevano effetti proprio radicali sulla vita delle persone, pensò.
    E anche da voi ad Ame l'ultima guerra ha avuto effetti così chiari? O meglio, c'è stata la guerra anche da voi? Devo dire che non ne so molto di queste storie, al tempo ero ancora a sgobbare in azienda quindi non ho molto la percezione di cosa sia successo. Ho capito che più o meno tutti i paesi sono stati coinvolti, ma non so effettivamente quanto.
     
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15 replies since 29/10/2017, 00:46   296 views
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