Vendetta vera non finirò in galera | Livello D

Partecipanti: Aiko Netsushi | QM: Uta.

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    Paese della Zanna. Un tempio del Culto dei Sette ha chiesto aiuto per il furto di un antico manufatto. Sarà Aiko a occuparsi della questione, ma una volta raggiunta la sua meta scoprirà che qualcuno sta tramando contro di lei. Chi potrà mai essere?

    Quest Autogestita per l'apprendimento di questa Abilità:
    CITAZIONE
    Hesychastic Rhythm
    Tipo: Abilità Personale
    Esicastica è quella musica in grado di produrre uno stato di ebbrezza e di pace dei sensi. Ascoltando una musica dal ritmo possente e magniloquente, il danzatore è in grado di farsi suggestionare e di raggiungere uno stato di elevazione dell’anima tale da fargli recuperare energie. Dopo un primo turno di danza, l’utilizzatore inizierà a recuperare 40 unità di chakra a ogni turno successivo, per un massimo di 120 unità. Durante questa danza non si può fare nessun altra azione e non sarà possibile usarla in situazioni concitate. Se l'ascolto della musica viene interrotto bruscamente (per esempio prima della fine programmata del brano), il danzatore si troverà in uno stato di forte shock e riscontrerà un malus a tutte le proprie statistiche di 20 punti per quattro turni. Il chakra recuperato viene considerato come se fosse chakra recuperato da tonici.


    Edited by Uta. - 14/10/2017, 19:09
     
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    Aiko stava suonando e io ero di guardia, come succedeva sovente nell’ultimo periodo. Per non disturbare nessuno al tempio e per poter fare tutto il fracasso di cui aveva bisogno, lei si chiudeva dentro il suo Rotolo Edificio e creava un clone che stesse fuori, in modo da essere contattabile e da sapere quello che succedeva intorno a lei. Lo aveva comunicato anche a Bajirio, motivo per cui quando gli risposi che io ero solo un clone non si stupì più di tanto.
    È una cosa importante, ho bisogno di lei subito.
    Di fronte alle parole dell’uomo capii che era necessaria una certa tempestività, quindi salutai il sacerdote e mi lasciai sparire, passando i miei ricordi al corpo originale.




    Interruppi le mie esercitazioni, mi misi addosso un vestito un po’ più presentabile e poi fui fuori dal Rotolo. Bajirio aveva il volto serio, doveva essere qualcosa di preoccupante.
    Oh, bene, eccoti. Questa cosa mi fa sempre strano. Comunque... ti ricordi il Tempio di Kurain, nel Paese della Zanna? Ci hanno inviato una richiesta di aiuto, qualcuno ha rubato il loro tesoro più prezioso, l’anfora con le ceneri della fondatrice.
    Fui sgomenta di fronte a quella notizia. Qualcuno aveva osato profanare una reliquia sacra senza alcun motivo. Un crimine terribile, anche perché quell’anfora non aveva alcun valore per chiunque non fosse un fedele del tempio. Ricordavo alla perfezione quanto studiato su quel posto e sulla donna che lo aveva fondato. Si chiamava Amy, veniva da una terra sconosciuta oltre al mare ed era arrivata come schiava, venendo poi toccata dalla religione e dedicando la sua vita da lì in poi ad aiutare il prossimo. Una donna esemplare, senza dubbio alcuno.
    Andrò io per indagare?
    Avevo capito il motivo per cui mi aveva contattata e lo anticipai. Bajirio mi rispose che avrebbe affidato volentieri a me il compito, se me la fossi sentita. A suo avviso ero la più adatta.
    Certo. Posso partire anche subito, se mi è concesso.
    L’uomo annuì. Io ero già pronta per il viaggio, ma chiesi se mi servissero cose in particolare. Mi disse di no e dunque salutai lui e tutti gli altri sacerdoti, poi presi la strada e partii. Mi sentivo al settimo cielo per quella inaspettata fuga dalla sedentarietà. Avevo letto molto sul Tempio di Kurain ed ero curiosissima di poterci passare del tempo, doveva essere un posto molto bello, diverso da quello di Baelor dove risiedevo ormai da un po’. Non vedevo l’ora di essere lì.
    Il viaggio fu abbastanza corto, ma durante esso feci un incontro assolutamente incredibile. Genti diverse, venute dall’Est. Si facevano chiamare “i girovaghi”, un nome che trovavo fantastico. Erano degli artisti di strada, ballerini che utilizzavano il fuoco nelle loro coreografie in maniera impeccabile e spettacolare. Chiesi a loro se mi potevano insegnare a fare qualcosa del genere, ma mi dissero che si trattava di un’abilità innata, simile alla mia ma non la stessa. Quando feci vedere loro i tentativi che avevo sviluppato da sola, unendo lo Shakuton con i pochi passi di ballo che conoscevo, si dissero sorpresi e apprezzarono, anche se chiaramente non era la stessa cosa rispetto a quello che facevano loro. Riuscii a coinvolgerli molto di più quando iniziai a suonare e cantare per loro, fornendo un tappeto di note su cui loro iniziarono a danzare con grazia e frenesia. Facemmo un grande pezzo di strada insieme e parlai a lungo con molti degli appartenenti a quel gruppo. In particolare feci amicizia con una ragazza terribilmente schietta e ardente, Garuda, e con una sorta di leader di quel gruppo, Dagr. Con questi in particolare mi ritrovai a discutere del ballo, della musica e del ritmo come tramite per l’elevazione del fisico e dell’anima. Gli avevo raccontato di come questi elementi mi avessero aiutato nei miei allenamenti sul controllo del chakra, seguendo il metodo ideato da Jin e Fuu. Lui invece mi raccontò di come, attraverso l’abbandono totale al potere del ritmo, loro riuscissero a venire in contatto in maniera migliore con il sovrannaturale durante i balli rituali. Loro credevano in altri dei rispetto a quelli che veneravo io, ma questo non impedì una conversazione proficua, anzi la alimentò ancor di più. Ero davvero contenta di averli incontrati e mi dispiacque che le nostre strade si divisero così presto. Però avevo una missione da compiere e non volevo deludere nessuno.
    Al ritorno, tra qualche giorno, passeremo sempre di qui, potremmo farti visita, adepta dei Sette Dei. Ci farebbe molto piacere.
     
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    L’arrivo fu molto diverso da quello che mi aspettavo. Il Tempio era fantastico, proprio come da attese, ma l’accoglienza degli adepti fu molto fredda. Erano sei in tutto, quasi tutti abbastanza anziani, più un novizio arrivato da circa un mesetto. Quest’ultimo era un ragazzetto di una sedicina di anni, dallo sguardo acuto, istintivamente mi venne da considerarlo il più sospetto. Il Gran Sacerdote invece fu molto formale ma un po’ meno distaccato. Dimostrava una preoccupazione enorme per la scomparsa dell’urna, tutto il resto ai suoi occhi passava in secondo piano.
    Quando può iniziare le indagini, Aiko-san?
    Mi feci indicare dove si trovava il mio alloggio e poi partii. Il Gran Sacerdote mi portò nel posto dove si trovava l’oggetto trafugato, una cantina chiusa da un portone in ferro con una serratura enorme. Esaminai questa e vidi che non c’erano segni evidenti di forzatura, il colpevole doveva avere una chiave, immaginai. Dietro trovai uno stanzino davvero piccolo, per niente illuminato. Per poter esplorare dovetti usare la Fiammella. Il pavimento era coperto da una sabbietta strana, che però non aveva potuto conservare tracce particolari, visto che dopo il crimine in molti avevano esplorato la stanza alla ricerca di indizi. Però dopo poco mi accorsi che qualche notizia interessante c’era. Il punto in cui era posizionata l’urna era alla fine della stanza e c’era un solco ben visibile in quel punto. I segni mostravano che l’urna era stata trascinata per circa venti centimetri, poi sparivano. Questo era un elemento importante, soprattutto se incrociato con un altro dato, ovvero il peso dell’urna. Otto chili, non proprio leggera. Feci un’ultima domanda: chi possedeva una copia delle chiavi? Oltre a lui ne possedeva una solo il più anziano dei sacerdoti, uno di quelli che mi avevano accolto in maniera peggiore. Unendo tutte queste informazioni potei rivelare al Gran Sacerdote la mia ipotesi finale.
    Chiunque abbia rubato l’urna doveva possedere le chiavi o averne accesso in qualche modo. Questo riduce i sospetti agli adepti, in caso contrario non avrebbero saputo dove recuperare le chiavi. Inoltre doveva essere abbastanza forte da spostare l’urna sollevandola, come mostrano i segni per terra. Trarre conclusioni affrettate non è corretto, ma credo che il maggiore sospettato debba essere il novizio. Mi sembra l’unico abbastanza forte.
    Il Gran Sacerdote prese nota delle mie parole, chiedendomi quale fosse la mossa giusta per confermare i miei sospetti. Non ebbi tempo di rispondere, qualcuno ci interruppe mentre eravamo ancora per le scale. Chiamò a gran voce il mio interlocutore, con un’urgenza che mi preoccupò non poco. Era uno dei sacerdoti, uno dei più giovani, disse che c’erano state delle grosse novità. Salimmo le scale con una certa fretta, anche se i due religiosi faticavano ad essere rapidi. Arrivammo infine davanti alla porta della camera che mi era stata assegnata, dove si erano raccolti quasi tutti gli abitanti del tempio. Non capivo cosa stesse succedendo, non finché non entrai anch’io nella stanza. L’urna era messa lì, appoggiata in un angolo. Una finestra, appena dietro il capannello di persone, era rotta. Qualcuno era entrato con la violenza nella stanza e aveva poggiato lì la refurtiva. Il Gran Sacerdote si mostrò intimamente sollevato per la ritrovata presenza dell’urna, ma altri mostravano tutt’altro stato d’animo. Il più irato era il più anziano dei presenti, che iniziò a sbraitare contro di me, con voce acuta.
    Strega! Eretica! Lo sapevo che le voci erano vere, ma adesso l’abbiamo colta con le mani nel sacco!
     
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    La situazione si era fatta molto strana e pericolosa. L’anziano sacerdote non sembrava voler mollare la presa, nonostante fosse più che ovvio che non potevo essere io la responsabile di quel crimine. La mia prima risposta fu che era la prima volta che entravo in quel luogo, non avrei mai potuto progettare un furto così accurato senza essere mai stata lì. Inoltre al momento della scomparsa dell’urna mi trovavo da tutt’altra parte, al Tempio di Baelor, in un'altra nazione. Con tanto di numerosi testimoni a sostegno delle mie parole.
    Ovviamente hai un complice che ha compiuto il lavoro sporco. Mi ha rubato le chiavi e ha sottratto l’urna in un periodo in cui lei si costruiva un alibi. Poi ha insistito perché chiamassimo aiuto dal Tempio di Baelor, nonostante tutte le volte che avevo riferito delle voci su questa nuova novizia che si sospettava essere una celebre ladra. Io lo avevo detto! Era tutto un loro piano! Maruko Itami, questo è il nome del tuo complice, non è vero?
    Era tutto assurdo, non esitai a dirlo ad alta voce. Per prima cosa nessuno aveva mai e poi mai sospettato che io fossi una ladra, semplicemente perché non lo ero e mai lo sarei stata. Una accusa del genere era offensiva, mi infervorai un po’ quando lo dissi. Oltretutto non avevo mai conosciuto prima di allora quel tale Maruko, il novizio, anzi sospettavo di lui e avevo riferito i miei sospetti al Gran Sacerdote, a cui chiesi conferma.
    Ovvio anche questo. Hai cercato di far ricadere la colpa sul tuo complice, facendo sparire la refurtiva e l’unico che conosceva la verità. Magari volevi tappargli la bocca uccidendolo o forse eri convinta che nessuno avrebbe creduto alle sue parole. Del resto sembra assurdo, come dici tu, se non si guarda il quadro di insieme. Ma è così. Sei tu la colpevole, Aiko Netsushi!
    Non seppi come ribattere, rimasi senza parole per qualche attimo. Niente aveva senso, eppure l’uomo sembrava così convinto che mi spaventò terribilmente. Prima che potessi riprendere lui passò a incalzare, rivolgendosi al novizio.
    Ragazzo, hai visto con chi hai a che fare. Aveva intenzione di tradirti, di venderti! Confessa, dicci la verità, i Sette saranno clementi con te!
    La veemenza del vecchio colpì nel segno e il ragazzino iniziò a singhiozzare. Io osservai attonita la scena, sempre più confusa.
    Lei è venuta da me appena ero arrivato qui. Mi ha minacciato. Ha detto che se non facevo come diceva mi avrebbe ucciso. Io... io non volevo, lo giuro.
    Il giovane si mise dunque le mani sulla faccia, prorompendo dunque in un pianto disperato. Non capivo se la sua era una menzogna per cercare di distogliere la colpa da sé o se ci fosse qualcosa di più complicato dietro.
    I Sette perdonano gli innocenti, Maruko. E colpiscono i colpevoli! Aiko Netsushi, arrenditi subito, non hai più scampo!
    Era tutto sbagliato, tutto. Doveva esserci una spiegazione, qualcuno mi stava incastrando, ma non capivo come o chi, visto che entrambi i miei accusatori sembravano sinceri. Chiesi mentalmente aiuto agli Dei, perché mi facessero capire come uscire da quella situazione terrificante, poi mi ricordai dei doni che essi avevano fornito ai miei antenati, proprio per amministrare la giustizia. Io avevo bisogno di giustizia, in quel momento, non avevo commesso nessun crimine. La prima cosa che pensai di fare fu quella di attivare l’Occhio della Vita, per distinguere verità e menzogne, però era troppo tardi. Non avevo tempo, i presenti sembravano avere perso ogni fiducia in me, credendo alle accuse dell’anziano sacerdote. Dovevo scoprire qualche dato decisivo e, più per disperazione che con reali speranze, attivai l’Occhio della Vita. A sorpresa invece ottenni ciò di cui avevo bisogno, ovvero una spiegazione. Davanti al giovane ragazzo vidi comparire un nome diverso da quello dichiarato, un nome molto familiare. Rokuro Kaitani, il ladro che avevo catturato insieme a Yuya e Kichi, nel Paese degli Uccelli. Ma la sorpresa maggiore fu che, davanti al corpo del sacerdote più anziano, il mio grande accusatore, si stagliava il medesimo nome. La spiegazione era una sola, uno dei due era un semplice clone. Credeva di avermi messo in trappola, ma non gliela avrei fatta passare liscia. Aveva provato a incastrarmi, ad addossarmi crimini commessi da lui stesso. Non glielo avrei permesso, per nulla al mondo.


    Shinigan (Occhio della morte)
    Livello C
    Tipo: Ninjutsu
    Doujutsu più basilare tra i Sette del clan Netsushi, l’unico a essere tramandato di generazione in generazioni a tutti i suoi membri. Si narra che anticamente essa fosse stata insegnata al capofamiglia niente di meno che dal Dio della Morte. Si narra altresì che anticamente la tecnica fosse in grado di mostrare, oltre al loro nome reale, anche la data della morte delle persone, cosa che avrebbe causato la pazzia di più di un Netsushi, devastati dal conoscere il momento della morte dei propri cari.
    Concentrando una piccola dose di chakra nell'occhio destro, si potrà vedere il vero nome di tutte le persone che entrano nel campo visivo dell'utilizzatore. I caratteri sono posizionati davanti al corpo, all'altezza dello stomaco. Questo nome è sempre quello dato alla nascita e non cambierà neanche modificandolo legalmente. Nel caso in cui la persona non abbia ricevuto un nome al momento della nascita, verrà considerato come vero nome quello che gli viene dato per la prima volta. Se una persona non ha mai ricevuto un nome comparirà semplicemente la scritta “nessun nome”.
    Nel caso la tecnica sia utilizzata su una persona il cui nome è stato dato in una lingua con un alfabeto diverso da quello conosciuto dall’utilizzatore, egli vedrà il nome di questa persona nell’alfabeto di origine di quel nome, anche se esso è sconosciuto all’utilizzatore. Se la tecnica viene utilizzata su una persona il cui nome proviene da una lingua che è esclusivamente orale, l’utilizzatore vedrà il nome in questione come un disegnino stilizzato che rappresenta il significato del nome.
    Con la morte di una persona, sparisce anche il suo nome. Questo processo non è immediato, ma può prendere da un minuto fino a un giorno. Inoltra i cloni non sono riconosciuti come diversi dalle persone e quindi essi presentano il nome del loro creatore.
    [Questa tecnica non richiede sigilli]
    [Questa tecnica non può essere mantenuta attiva per più di tre turno di seguito]
    Consumo: 10 a turno.
     
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    In un attimo decisi come era più giusto agire, in un attimo fui pronta a entrare in azione. Scommisi sul fatto che il novizio, tra i due, fosse il clone e partii ad attaccare lui. Con uno scatto felino mi portai a pochi passi da lui, senza che nessuno dei presenti potesse fare qualcosa a riguardo. Durante lo spostamento avevo eseguito due sigilli e creato una sfera di Vapore Assassino di secondo livello. Lo colpii in pieno e in un attimo il giovane si trasformò in un cumulo di fanghiglia. Avevo indovinato! Restava solo un ostacolo da superare per poter ottenere la giustizia e sapevo già come comportarmi a riguardo. La Dea del Sole, Aarat, aveva concesso un potere nuovo ai Netsushi, per ricompensare la loro fedeltà anche dopo la condanna a morte del primogenito del capoclan, traditore degli Dei. Aveva donato loro un genjutsu, una tecnica illusoria, extrema ratio in casi in cui qualsiasi altra cosa non era stata in grado di raggiungere la verità. Il dolore, la paura della morte, erano strumenti molto pericolosi, ma anche efficaci.
    Mi girai verso il finto anziano, il grande accusatore, e scattai verso di lui, eseguendo sei sigilli durante la corsa. Mi piazzai davanti a lui, puntandogli i miei occhi, illuminati come fari, in piena faccia. Lui non evitò il contatto visivo e l’illusione partì.
    Rokuro Kaitani, nel nome di Aarat ti ordino di sciogliere la trasformazione e confessare!!
    Cercai di tenere un tono perentorio, anche se non ero sicura che fosse possibile per una come me. In ogni caso il genjutsu fece il suo lavoro e il finto sacerdote iniziò a urlare come un disperato. In altre occasioni avrei trovato la visione orribile, ma ciò che lui mi aveva fatto aveva azzerato qualsiasi possibile senso di colpa. Gli altri presenti erano troppo sconvolti per fare qualsiasi cosa, probabilmente non capivano neanche cosa fosse successo. Un uomo era scomparso davanti a loro e un altro si stava contorcendo dal dolore senza che niente che giustificasse ciò.
    Streeega maledetta!
    Queste furono le ultime parole di Rokuro, non aveva alcuna intenzione di arrendersi. Mi sentii impressionata dalla sua forza di volontà, avevo sperimentato su me stessa quanto fosse forte il dolore provocato da quella tecnica, durante gli allenamenti. Pochi istanti dopo perse i sensi e per fortuna quando questo avvenne la Trasformazione si sciolse, rivelando il vero aspetto dell’uomo.
    Chiedo scusa per i metodi bruschi, purtroppo ho dovuto usare le maniere forti per evitare che questo inganno continuasse ancora. Vi devo delle spiegazioni. L’uomo che avete davanti a voi si chiama Rokuro Kaitani, è un ladro scaltro e sfuggente con cui ho avuto a che fare un anno fa. Credo abbia pianificato tutto questo come forma di vendetta contro di me, ma non conosceva la tecnica oculare che è stata concessa al clan Netsushi dal Sommo Bayam. Quando ho visto il suo nome ho capito tutto e sono potuta intervenire. Mi spiace non avervi potuto avvertire, ma quest’uomo è molto abile a ingannare tutti quanti, anch’io ero stata manipolata purtroppo. Rimarrà incosciente per un po', sarà fondamentale interrogarlo appena si sveglierà. Ho il sospetto che Maruko non sia mai esistito, ma sono sicura che abbia preso le sembianze del vostro confratello in un secondo momento. Dobbiamo farci rivelare se egli è ancora vivo e nel caso dove sia. Avete delle corde con cui legarlo?
    Gli uomini, sebbene storditi e non fiduciosi al massimo, mi portarono dei legacci, con cui inibii i movimenti del criminale. Aspettai che si risvegliasse, non perdendolo di vista neanche un secondo. Passarono quaranta minuti prima che lui si decidesse a tornare attivo e da quel momento in poi iniziò l’interrogatorio. Gli spiegai subito che non avevo tempo da perdere, che avevo modo di distinguere in maniera sicura al cento per cento verità e menzogne e che quindi non avrei accettato niente che non fosse un racconto preciso degli eventi.
    Sei diversa dalla prima volta, non sei più una ragazzina spaurita. Mi fa piacere, sei proprio la nemesi che cercavo. Cosa vuoi farne di me, Aiko Netsushi?
    Dipende dai crimini che hai commesso. Io ti consegnerò alle autorità, saranno loro a decidere. Adesso inizia a confessare, Rokuro Kaitani.
    L’uomo ridacchiò in maniera fastidiosa, poi partì a parlare. Il suo racconto iniziava nel Paese degli Uccelli, nel momento della sua cattura. Era la prima volta che gli succedeva nella sua lunga carriera di ladro professionista. Ci aveva messo solo un paio di settimane a fuggire dalla prigione, a sua detta senza alcuna difficoltà. Si allontanò subito dalla nazione, ma non dimenticò quello che era successo, non dimenticò il nome delle ragazzine che lo avevano messo nel sacco. Voleva vendetta, anche se sapeva di non poterla ottenere contro delle kunoichi. Diverso era il discorso per me, che mi ero presentata come cacciatrice di taglie. Rokuro aveva continuato la sua vita criminale come prima, ma di tanto in tanto chiedeva informazioni su di me in giro, senza molto successo inizialmente. Finché non gli arrivarono voci dal Paese del Suono di una sacerdotessa con il mio nome che aveva aiutato un villaggio alluvionato prima dell’arrivo dei ninja locali. Da quel momento non fu difficile per un uomo scaltro, determinato e senza scrupoli come lui recuperare il reale posto dove vivevo. In quel momento mise in moto un piano criminale davvero complesso e insensato, feci fatica a capirne il reale motivo. Più volte dovetti insistere per farmi rivelare tutti i dettagli che stava tralasciando, in alcuni casi lui provò a piazzare qualche menzogna tattica che puntualmente gli individuavo grazie all'Occhio della Vita. In sostanza si era presentato come giovane novizio, aveva passato un po’ di tempo studiando la situazione del tempio dal di dentro e alla fine aveva rapito uno dei sacerdoti, prendendo il suo posto e producendosi dunque nel furto. Aveva lui stesso fatto in modo che chiamassero me, riportando più volte voci discordanti della novizia del Tempio di Baelor e insistendo sulla necessità di un aiuto esterno. Il sacerdote era tenuto prigioniero nella cantina di una casa che aveva preso in affitto nel paese più vicino, mentre gestiva le sue due finte identità grazie alla trasformazione e a una tecnica di cloni superiori. Un piano terribilmente macchinoso, tutto volto a umiliarmi nello stesso modo in cui, secondo lui, lo avevo umiliato catturandolo. Sperava che fuggissi, di fronte a quelle accuse, e che rinunciassi alla vita da sacerdotessa. In sostanza voleva rovinarmi la vita soltanto per aver fatto la cosa giusta e aver aiutato Yuya e Kichi a fare il loro dovere.
    Sequestro di persona, furto aggravato, violazione di proprietà privata, furto di identità, calunnie. Più l’evasione e i reati che avevi accumulato negli Uccelli. Non sono esperta della legge di quaggiù, ma sono sicura che ne avrai per un bel po’. Dirò alle autorità di stare molto attenti con te, visti i tuoi precedenti. Non la farai franca. Mai più.


    Arte della Vampa - Vapore Assassino (2° livello)
    Tipo: Hijutsu
    Tramite questa tecnica il ninja delle sfere infuocate che assomigliano a dei piccoli soli, dalla temperatura molto elevata e che possono essere manipolate entro una distanza di 20 metri dall'utilizzatore. Se una sfera dovesse entrare in contatto con una persona, è in grado di disidratare la parte colpita con forza pari a 40. Questa tecnica non crea ferite come le tecniche normali, ma per capire l'entità dei danni bisogna fare riferimento alla tabella in fondo all'innata.
    [Sigilli: 2]
    [A contatto con acqua non irrorata di chakra Suiton, questa tecnica ne fa evaporare 200 litri al turno, ma sparisce dopo 5 turni di contatto continuo]
    Livello: B
    Consumo: 50 a sfera
    Mantenimento: 30 a sfera

    Taiyougan (Occhi del Sole)
    Tipo: Doujutsu/Genjutsu
    Livello A
    Doujutsu dei Sette, nato dall’imitazione di un’altra abilità oculare, ben più famosa. I Netsushi non erano l’unico clan benedetto dai Sette Dei, si racconta che questa tecnica fosse nata da tale scoperta. La leggenda vuole che il figlio del capostipite del clan, venuto a conoscenza del fatto che la Dea del Sole aveva concesso un dono grandioso ad un altra famiglia guerriera, avesse tentato di impadronirsene con mezzi illeciti. La Dea aveva quindi ucciso il trasgressore però, impietosita dal dolore dei genitori, aveva concesso loro questo potere.
    L’utilizzatore esegue una piccola serie di sigilli, al termine dei quali i suoi occhi proiettano una luce molto scura. Se gli occhi dell’utilizzatore finiscono nel campo visivo della vittima essa cadrà in un’illusione molto potente. Vedrà comparire sul proprio corpo delle fiamme nere caldissime, che in pochi istanti la avvolgeranno completamente, provocandole dolori fortissimi (essendo creato all’interno dell’illusione stessa questo dolore non riuscirà a rompere il genjutsu).
    [Dopo un turno dall'inizio della tecnica la vittima sviene]
    [Sigilli: 6]
    Stimolo: visivo
    Mondo di attuazione: reale
    Bersaglio: singolo
    Immobilità: non necessaria
    Consumo: 100

    Ikigan (Occhio della vita)
    Livello B
    Tipo: Ninjutsu
    Doujutsu abbastanza basilare dei Sette del clan Netsushi, conosciuto al giorno d’oggi da pochi dei suoi membri. La leggenda narra che anticamente essa fu insegnata al capofamiglia direttamente dalla Dea della Vita, in cambio dell'alleanza tra il clan e la divinità. Concentrando una piccola dose di chakra nell'occhio sinistro l'utilizzatore è in grado di distinguere le menzogne. Ogni qual volta l'utilizzatore udirà una frase detta da una persona che sta guardando negli occhi, mentre la tecnica è attiva, la pupilla di questa si colorerà di una tonalità diversa. In caso di menzogna la pupilla si tingerà di nero, in caso di mezza verità o di informazioni celate di proposito la pupilla si tingerà di grigio, mentre nel caso di verità piena la pupilla diverrà bianca. Questi dati si riferiscono ovviamente alle intenzioni dell'interlocutore, non al valore assoluto delle sue parole (una persona convinta di stare dicendo la verità sarà colorata di bianco, anche nel caso in cui le informazioni da lui date siano sbagliate).
    [Questa tecnica non richiede sigilli]
    [L'utilizzatore deve mantenere lo sguardo fisso negli della persona su cui vuole usare questa tecnica, pena il suo fallimento]
    [Questa tecnica non può essere mantenuta attiva per più di cinque turno di seguito]
    Consumo: 30 a turno
     
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    Ci mettemmo poco a salvare il sacerdote rapito da Rokuro, era in condizioni abbastanza buone per essere stato prigioniero per diverse settimane. Il suo aguzzino lo trattava tutto sommato bene, gli dava da mangiare, faceva in modo che potesse lavarsi e nonostante lo avesse minacciato più volte non gli fece mai del male, anche perché la vittima non si ribellò mai. Rokuro gli aveva detto più volte che non era un assassino e non lo sarebbe diventato, a quanto pare nella sua immoralità aveva comunque dei limiti chiari e precisi, per fortuna. Una volta salvato l’uomo, che confermò le verità che avevo fatto confessare al cospiratore, gli altri abitanti del Tempio cambiarono del tutto atteggiamento nei miei confronti. Il Gran Sacerdote mi chiese persino scusa in maniera ufficiale, per aver dubitato di me. Mi aveva chiesto come potessero farsi perdonare, lo vidi sinceramente dispiaciuto, anche se precisò che avrebbe accettato tutto tranne una richiesta di poter tenere l’antico vaso portato in salvo, battuta che fece con l’evidente intento di non rendere troppo alta la tensione.
    Non si preoccupi, non potevate saperlo. Anch’io ero caduta preda delle menzogne di quell’uomo. E l’unica cosa che desidero chiedervi è di poter restare qui qualche settimana. Mi farebbe piacere passare un po’ di tempo in questo magnifico tempio e credo che mi potrebbe aiutare molto nei miei studi.
    La mia proposta fu accettata e ottenni di poter rimanere laggiù per un mesetto. Affidai a Konbeya il compito di contattare Bajirio, i due si conoscevano visto che mi ero occupata più volte dei pigasus in presenza del capo del Tempio di Baelor. Il maiale alato tornò dopo un solo giorno, con una risposta positiva. L’uomo si era detto contento del mio entusiasmo e aveva approvato quella mia sosta all’estero.
    Fin dal primo giorno cercai dunque di mettermi all’opera per sfruttare il tempo concessomi. Diedi una mano ai sacerdoti, per lo più occupandomi di quelle mansioni fisiche che l’età avanzata degli adepti rendeva impossibile svolgere. Mi immersi con tutta me stesso nell’ascolto delle parabole e delle storie che gli uomini mi fornirono man mano e studiai con cura i libri che trovai nella piccola biblioteca integrata. Le pubblicazioni qui contenute erano abbastanza diverse da quelle che avevo trovato nel Tempio dovevo vivevo io. Molti testi religiosi era solo di edizioni più recenti, alcune raccolte di preghiere erano simili ma non uguali e c’era un’ampia letteratura dedicata alla mistica Amy, la fondatrice del culto, con biografie, raccolte di pensieri e alcuni saggi sul suo lascito filosofico e religioso della donna. Erano libri molto interessanti, li divorai in poco tempo. Mi sorpresi infine a trovare una piccola sezione dedicata alla musica, fui contenta di poter leggere testi su quell’argomento, mi diedero qualche conoscenza in più anche in quel campo che amavo così tanto. E al culmine di tutto ciò trovai anche qualcosa di molto particolare. Un libro di un antico musicologo descriveva la sua teoria dei ritmi, che divideva in tre tipologie particolari. I nomi mi erano noti, quantomeno due dei tre. Ritmo distaltico e ritmo sistaltico erano quelli su cui erano basate le tecniche di danza create da Fuu e Jin, che tanto mi avevano aiutato nello sviluppo del controllo del chakra. Il terzo nome invece non lo avevo mai sentito: “esicastico”. Indicava quel tipo di musica particolarmente maestosa, possente, in grado di far provare uno stato di ebbrezza e di “scioglierti” dentro. Il testo si concentrava solo sugli aspetti teorici, ignorando qualsiasi applicazione pratica, A me però venne naturale chiedermi se poteva essere creata una tecnica simile a quelle dei miei amici danzatori. Ero curiosissima di capire quale potesse essere l’effetto di tale tecnica e quindi nel tempo perso provai a concentrare chakra mentre ballavo sul ritmo di musiche adatte. Utilizzai, tra le tante, “Miserere Mei Deus”, una mia composizione per violino ispirata ad una preghiera che avevo imparato da poco, ma soprattutto “Hallelujah”, uno dei pezzi forti del mio repertorio, quello conclusivo del mio ultimo concerto. Ero sicura che potessero essere perfette per farmi provare le sensazioni dovute, ma non riuscii in nessun modo a inventare la tecnica che desideravo. I pezzi non andavano al loro posto, era come se quel tipo di musica non potesse dare i frutti che speravo. Purtroppo non potei dedicarci la giusta quantità di tempo, cosa che influì negativamente sugli allenamenti. Finché qualcosa non rivoluzionò totalmente la mia prospettiva sulla questione. Cinque giorni dopo arrivarono al tempio di Kurain i Girovaghi e si fermarono per un po’ nella città vicina. In più occasioni ebbi modo di parlare con loro e una di quelle sere spiegai la situazione a Dagr, la cui risposta fu molto interessante. Riprese il discorso che avevamo fatto durante il nostro primo incontro, su come per loro la musica fosse un modo per elevare il proprio spirito e portarlo più vicino agli Dei. Forse non serviva essere così razionali, come ero io nei miei esperimenti, ma poteva essere più produttivo lasciarsi trasportare dalla musica, lasciarsi ispirare senza darsi troppo da fare. Non capii bene cosa intendeva, ma volli provare subito, anche se era piena notte. Appena fui sola mi infilai nel Rotolo Edificio, così da non disturbare nessuno, e misi la musica di sottofondo grazie al Rotolo del Suono. Mi lasciai assorbire totalmente dal ritmo, senza pensare ad altro, mentre accennavo qualche passo di danza dettato dal puro istinto. Al primo tentativo non conclusi niente, ma volli provare di nuovo. Chiusi gli occhi e mi lasciai trasportare dal flusso di note, lo cavalcai, muovendo il mio corpo in corrispondenza. Durante quei momenti non notai nulla, ma al termine del ballo… mi sentii come nuova, rinvigorita. Avevo recuperato parte del chakra speso poco prima, per entrare nel rotolo che mi ospitava. Se confermato si trattava di qualcosa di prodigioso, una scoperta eccezionale, una tecnica che invece di utilizzare l’energia la restituiva al danzatore. Sembrava qualcosa di vagamente simile a quello che era in grado di fare Kuniyoshi, almeno stando alle parole di Natsuki. Dovevo però capire se si trattava davvero di ciò, cosa che provai a fare la sera successiva. Il primo tentativo andò a vuoto, fui troppo concentrata sulla tecnica e troppo poco sulla musica. Una volta compreso questo mi lasciai andare e le cose migliorarono. Pian piano arrivai a comprendere i limiti, tutto sommato abbastanza stringenti, di quella abilità speciale. Parlandone con Dagr capii che non avrei dovuto abusarne, visto che era qualcosa che spingeva sia lo spirito che il corpo oltre i propri limiti terreni. Ringraziai più volte l’uomo e i suoi compagni per i consigli e la gentilezza. Partirono dopo poco, cercando una nuova terra in cui esibirsi e vivere della loro arte. Erano davvero delle persone fantastiche, ero contenta di averli incontrati. Allo stesso modo, pochi giorni dopo, dovetti salutare altre brave persone, i sacerdoti del Tempio di Kurain. Erano stati davvero molto ospitali e mi avevano dato retta nelle mie richieste. Avevo appreso molte cose durante il mio soggiorno, quando fu il momento di partire espressi il mio desiderio di tornare laggiù, prima o poi. Il capo sacerdote mi disse che sarei stata accolta a braccia aperte e la cosa mi fece molto piacere. Quindi, con il cuore colmo di gioia, mi rimisi in cammino una volta di più, per ritornare al luogo dove avevo trovato il passato del mio clan e il futuro della mia fede. Dovevo riprendere il percorso verso quel sacerdozio che ormai sentivo meno lontano, più mio.
     
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