Bort to be wild!

Allenamento innata per Bort Kisaragi

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    Chakra? Ti fermo subito, non credo di aver mai sentito parlare di questa cosa. Cosa dovrebbe essere?
    Improvvisamente a Izaya caddero le braccia. Erano passati pochi secondi dall’inizio di quella lezione privata e già si stava pentendo di tutto. Era arrivato nel villaggio del fratello di sua moglie carico di speranze su di lui, che finalmente si era deciso ad accettare l’offerta che gli aveva fatto tempo addietro, ma quella domanda gli fece capire che la situazione era molto peggiore del previsto. Cercò di passare sopra alla sua delusione, anche perché non poteva fare molto altro. Si era rotto il polso da poco ed era ancora ingessato, per qualche settimana ancora sarebbe dovuto stare lontano dal lavoro. Quella era l’occasione perfetta per reclutare quel ragazzone e forse guadagnare qualche punto agli occhi delle alte sfere di Oto. Raccolse dunque tutta la pazienza di cui era capace e iniziò a spiegare l’intera teoria sul chakra, cercando di essere il più terra terra possibile. Ripeté quello che si racconta ai bambini appena iniziano l’accademia, spiegò la questione dell’energia psichica e di quella fisica che si devono unire e che devono essere “impastate” insieme per poter essere utilizzabili. Bort ascoltò tutto con attenzione, anche se non ne era molto convinto. Sembrava tutto così fuori dalla norma, così finto. Aveva vissuto più di vent’anni senza mai sentire parlare di questa cosa, che a detta del suo interlocutore sembrava il fondamento del mondo intero. La lezione andò avanti per un paio di orette e toccò i punti più importanti dell’argomento “chakra”. Al termine di ciò il maestro improvvisato cercò di introdurre un piccolo aspetto pratico, ovvero propose al suo allievo di provare a scoprire il suo elemento principale. Aveva comprato per l’occasione un po’ di quei foglietti speciali, in grado di assorbire appieno il chakra infusovi e di restituire senza fatica un responso infallibile. Izaya spiegò a Bort il funzionamento di quell’esercizio, all’apparenza così semplice. Questi sembrava aver capito, in un primo momento, ma di fronte alla prova vera e propria si dimostrò incapace. Non riuscì a concentrare il proprio chakra, non riusciva neanche a sentirlo, a sua detta. Eppure era qualcosa di così naturale, come poteva aver vissuto senza esso, si chiese Izaya. Tentò anche di dare una piccola dimostrazione pratica, eseguendo lui stesso l’esercizio. Il foglietto si strappò, rivelando la natura Fuuton, come previsto. Bort fu costretto quindi a riprovare, ma senza risultati. Era ancora confuso, non capiva se quel fallimento volesse dire che non aveva talento. Izaya cercò di tirargli su il morale, forse non avendo mai conosciuto e usato il chakra sarebbe servito più tempo per comprendere come funzionava questa energia. Gli commissionò dunque un esercizio da svolgere continuamente, anche a riposo. Bort avrebbe dovuto cercare di concentrarsi e di individuare la sua energia interiore. Il passaggio successivo sarebbe stato capire come muoverla, ma senza quel passo preliminare tutto sarebbe risultato privo di significato, impossibile. Il ragazzo ci provò, ma non ottenne nulla. Di conseguenza la giornata successiva Izaya si dedicò a insegnare alcuni piccoli esercizi di meditazione, che avrebbero potuto aiutare Bort. Aveva soltanto letto di essi, li aveva trovati in un paio di manuali che si era portato dietro ma non li aveva mai provati in prima persona, cosa che rese le sue spiegazioni poco chiare ed efficaci. Però anche un esercizio eseguito male, con molta fortuna, poteva dare i suoi frutti con il tempo. E infatti un giorno dopo già qualche avvisaglia si fece sentire, Bort iniziò a percepire frammentariamente e debolmente la sua stessa energia. Nel giro della giornata successiva questa sensazione si fece meno fragile, risollevando il morale dell’allievo. Ora restava il passaggio successivo, manipolare il chakra. Questo si rivelò tutt’altro che semplice, al ragazzo sembrava di non essere in grado di gestire quella energia, quasi come se in realtà non fosse sua, come se ci fosse qualcosa che la bloccava. E tutti quegli sforzi gli provocavano dei leggeri dolori agli occhi, del tutto inspiegabili. Testardo, lui andava avanti, non voleva fermarsi ancora prima di iniziare. Continuava a provare gli esercizi che Izaya gli insegnava in maniera approssimativa, anche se essi non portavano da nessuna parte. Il maestro ormai aveva perso quasi del tutto interesse. Pensò anche di abbandonare il progetto, ma quando lo propose alla moglie lei per poco non lo prese a bastonate. Lei sapeva quanto Bort ci tenesse, non voleva che rimanesse deluso.
    Fu solo grazie ad una costanza impareggiabile, quasi masochistica, che il ragazzone riuscì a raggiungere il secondo passo, un controllo minimo del chakra. Bort riusciva a svolgere in maniera grossolana e lenta degli esercizi di circolazione del chakra. Un risultato estremamente scadente e dunque frustrante. Quando, a cena, lui espresse tutto il suo disappunto per la situazione, fu sua sorella a trovare le parole giuste.
    Sei come un bambino che sta imparando a camminare. Non puoi pretendere di iniziare a correre e saltare subito, prima ti tocca gattonare. E per quanto possa sembrare banale a posteriori, il passaggio non è semplice. Penso che dovresti smetterla di lamentarti e fare come sempre hai fatto: sfondare qualsiasi ostacolo con quella testaccia dura che ti ritrovi!
    Le frasi della donna colpirono in pieno e infatti dal giorno successivo Bort ripartì con ancora più entusiasmo, nonostante le difficoltà. Passava quasi tutto il tempo a sua disposizione a eseguire gli esercizi che gli erano stati dati, mentre Izaya bighellonava pigramente fingendo di svolgere il suo ruolo da maestro. Non era per niente la professione adatta ad un perdigiorno come lui, però le vaghe speranze di poter ottenere vantaggio dal reclutamento di Bort e soprattutto le insistenze coniugali lo avevano convinto a salvare quantomeno le apparenze. Il che voleva dire qualche lezione teorica un po’ pressapochista e alcune dritte di tanto in tanto sugli esercizi svolti dal suo allievo. Il quale da parte sua ci metteva anima e cuore, anche se lasciato allo sbaraglio. Procedeva nel suo cammino da solo, a testa bassa, millimetro per millimetro. Ogni minuscolo successo era sudato e dunque meritato. E alla fine della seconda settimana di allenamento Bort aveva acquisito un controllo minimo del proprio chakra. Però in tutto questo il dolore agli occhi non lo aveva lasciato in pace un istante ed era aumentato in maniera costante. Izaya, visto che era un ninja medico alle prime armi, controllò lo stato di salute di questi importanti organi sensoriali. Non era niente, disse, erano solo un po’ arrossati, magari era allergia o una lieve congiuntivite. Prescrisse dei medicinali per questa eventualità, che si rivelarono però inefficaci, anche se nessuno diede troppo peso alla cosa.
    Altro passaggio che richiese molto tempo fu l’apprendimento dell’azione di impastare il chakra. Raccogliere l’energia fisica e quella mentale e unirle in un tutt’uno, per poi rilasciare tutto quanto nella quantità voluta. Non era semplice come poteva sembrare a chi lo aveva fatto sin da bambino, questo Izaya non riusciva a comprenderlo. Proprio per questo motivo il suo apporto fu quasi zero, Bort dovette fare di nuovo da sé. Esercizi ripetuti all’infinito, ore di meditazione e poi di nuovo altri esercizi. Furono giorni difficili e noiosi, ma il ragazzone non ci pensò neanche un istante a mollare la presa. Aveva messo in gioco troppe cose e finalmente stava iniziando a vedere la luce in fondo al suo tunnel. E infatti all’improvviso il risultato atteso giunse, una sera qualsiasi. Era appena iniziata la terza settimana di permanenza di Izaya al villaggio e il giovane si trovava proprio con lui. Lo shinobi di Oto era tutto intento a leggere un romanzetto rosa, non stava prestando attenzione al suo allievo, convinto ormai della sua totale mancanza di talento.
    Ce l’ho fatta! L’ho sentito! Ne sono sicuro!
    Le urla di Bort carpirono l’attenzione svogliata del suo maestro. Quando questi alzò lo sguardo notò subito però che qualcosa non era al posto giusto. Gli occhi di quel gigante si erano rigati di sangue, che scendeva giù in discreta quantità. L’espressione gioiosa che lui aveva dipinta sul volto si trasformò in confusione, per poi quasi azzerarsi. Barcollò un attimo e poi infine crollò a terra, privo di sensi. I suoi occhi erano aperti, sbarrati. Ed erano di un viola anormale, con dei cerchi concentrici al posto delle pupille.

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    Il Rinny non ha nessuna abilità a parte il bonus di P.A., quindi mi sono dovuto un po’ arrabattare per questo allenamento. In questo post il pg sblocca l’utilizzo del chakra, di cui non sapeva niente. Man mano che prende coscienza della propria energia il Rinny inizia a svegliarsi, facendolo in modo completo nel momento in cui lui impasta per la prima volta il chakra (con tanto di svenimento per lo shock).

    1° livello - Minimo Livello 2
    L’utilizzatore possiede una conoscenza dei jutsu più avanzata rispetto ai ninja non possessori di tale innata, infatti è già in grado di utilizzare i due tipi di chakra elementale.

    Bonus: 10 p.a. aggiuntivi ad ogni level up.


     
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    Dopo aver visto lo strano modo in cui si erano trasformati gli occhi del ragazzo, Izaya non era riuscito più a darsi pace. Doveva trattarsi di un doujutsu segreto, pensava, roba che scottava! Già si immaginava ad aver scoperto un tesoro segreto, che gli avrebbe garantito fama giù al villaggio. Poi gli venne in mente anche quel suo vecchio amico che bazzicava il Mercato Nero del Paese del Fumo. Chissà, magari sarebbe riuscito a trovargli un compratore disposto a sborsare fior di quattrini per quei due occhi speciali. Certo, doveva prima riuscire a capire di cosa si trattasse, altrimenti nessuno dei suoi piani sarebbe potuto andare a compimento. E soprattutto Bort doveva sopravvivere, altrimenti le cose sarebbero andate a scatafascio subito. Per questo motivo si mise attivamente all’opera per sistemare il ferito e dargli tutte le cure del caso. Chiese e ottenne anche l’aiuto della sua cara mogliettina, l’enorme corpo del ragazzo richiedeva sforzi non da poco per essere trasportato. Alla fine, dopo un’attenta disamina, Izaya stabilì che Bort non aveva malattie evidenti e che lo svenimento doveva essere per lo più dovuto all’eccessivo uso di chakra. Ovviamente la seconda parte era una menzogna propinata alla sua consorte, alla quale voleva tenere nascosti i suoi propositi migliori. Quando Ai, poco dopo, notò la strana colorazione degli occhi del suo fratello, lui finse sorpresa e disse di non saperne nulla, ma che la cosa probabilmente non c’entrava nulla con il malore. Cercò allo stesso tempo, con tutta la circospezione di cui era capace, di trarre alcune utili informazioni. Sapeva che Bort non era fratello di sangue, che era stato adottato, però voleva sapere di più sulla famiglia di provenienza di lui. Lei non sapeva niente di ciò, ma era a conoscenza di quale fosse l’orfanotrofio in cui il padre lo aveva raccattato. Izaya soppesò per qualche istante questa informazione, poi iniziò a parlare con aria preoccupata. Non aveva mai visto occhi come quelli di Bort, disse. E se fossero stati segno di una strana malattia? In quanto medico era suo dovere provare a scoprire la verità e per farlo aveva bisogno di cercare i veri genitori di lui. Doveva trattarsi di qualcosa di ereditario, ne era sicuro. Lei non si persuase del tutto, ma rivelò comunque a suo marito dove si trovasse questo famoso orfanotrofio. Era a Oto stessa, quindi non troppo distante. Lui partì subito, in una giornata sarebbe stato lì. Bort riprese conoscenza il giorno successivo, ma non riuscì ad alzarsi ancora per un bel po’. Izaya fu di ritorno meno di una settimana dopo, proprio quando il ragazzone aveva iniziato a mettersi in piedi normalmente di nuovo. Lui disse che non era riuscito ad ottenere nessuna informazione e la menzogna fu abbastanza credibile da convincere sia sua moglie che il diretto interessato.
    Dato che ero a Oto sono riuscito anche a prendermi un mese di aspettativa. Visti i progressi enormi che hai fatto mi sembrava giusto finire di aiutarti. Che ne dici? Domani ripartiamo?
    Anche subito!
    Izaya decise di sfruttare l’entusiasmo del ragazzo, anche se preferì iniziare senza troppa fretta. Dei semplici esercizi sull’azione di impastare il chakra, quelli più basilari. Bort mostrò ancora un po’ di difficoltà, li eseguiva correttamente circa la metà delle volte. Però non provava più dolore agli occhi, questo era già un grosso vantaggio. Purtroppo le riserve di energia del ragazzone erano abbastanza basse, quindi in poco tempo fu necessaria una pausa. Tempo un paio d’ore di riposo ed era già di nuovo in piedi a tentare di superare i suoi limiti. Anche il giorno dopo fu dedicato a migliorare la performance nell’impastare e così anche quello successivo. Finché la percentuale di fallimenti si ridusse al minimo, meno di una una volta su dieci. Izaya avrebbe voluto accelerare i tempi, ma Bort ebbe un moto di buon senso e decise di continuare per ancora un giorno a esercitarsi, finché gli errori non arrivarono a essere ridotti sostanzialmente a zero. Non voleva procedere senza essersi assicurato delle fondamenta su cui costruire la sua casa, era una delle tante cose che aveva imparato negli anni passati chino sui suoi campi. Ogni cosa ha il suo tempo e farsi guidare dalla fretta è sempre una cattiva idea, si disse.
    Bene, adesso che finalmente ti senti sicuro possiamo provare a imparare alcune tecniche. Sei pronto? Partiamo dalla più semplice: la moltiplicazione!
    Izaya eseguì un sigillo e fece comparire vicino a sé una copia olografica. Bort non aveva mai visto una cosa del genere, né ne aveva sentito parlare, per questo ne rimase estremamente stupito e ammirato. Seguì una breve spiegazione teorica, che ripercorreva le principali caratteristiche di quella tecnica. Era solo una immagine che non poteva toccare alcunché senza scomparire, ma che poteva essere controllata dall’utilizzatore in maniera facile ed efficace. Il ragazzone ascoltò con attenzione, poi unì le mani formando un goffo tentativo di sigillo. Concentrò accuratamente le energie fisiche e psichiche, mentre creava mentalmente l’idea di una copia identica a sé stesso. Dopo qualche secondo lasciò uscire il chakra e lo impastò, dando forma a ciò che aveva pensato. Il risultato fu discretamente buono, ottimo considerando che era il suo primo tentativo in assoluto di ninjutsu. L’aspetto non era perfettamente identico, alcuni dettagli evidenti differenziavano il corpo originale dalla copia. Questa inoltre mantenne la sua forma solo per cinque secondi, poi svanì nel nulla. Izaya, che non era un insegnante e non ricordava ormai più quelli che erano stati i suoi esordi, non capì minimamente la straordinarietà di quel risultato. Anzi, disse a Bort di concentrarsi maggiormente e lo spinse a riprovare subito. Questi obbedì, con risultati non troppo diversi. Ci vollero altri tre tentativi per arrivare a creare un clone in grado di mantenere la propria esistenza senza difficoltà. Per quella sessione non si riuscì però a lavorare sul controllo dei movimenti del clone, in quanto finirono prima le riserve di chakra. Fu necessaria una pausa, ma i due riuscirono a sfruttare anche quel tempo. Izaya impartì una piccola lezione sui sigilli, seguita da una lunga serie di esercizi pratici su questo argomento. Il ragazzo ne aveva effettivo bisogno, cosa di cui il maestro si era accorto con colpevole ritardo. Il recupero fu rapido e andò di pari passo al percorso di conquista degli altri ninjutsu basilari. Che fu glorioso e inesorabile. In una giornata arrivò a padroneggiare la Moltiplicazione quasi come un veterano, in un mezzo dì anche la Trasformazione fu acquisita. In questo preciso campo venne fuori anche un aspetto che lì per lì non fu notato da nessuno. Già dal secondo tentativo, infatti, la qualità di esecuzione della tecnica da parte dell’allievo aveva superato di gran lunga quella approssimativa del maestro. La cura dei dettagli era strepitosa, non certo quella di un novellino.
    La Sostituzione richiese un po’ di fatica in più, vista la particolarità della tecnica. Rispetto alle altre un punto era fondamentale, ovvero il tempismo. Fare un clone con un istante di ritardo difficilmente avrebbe portato a qualche conseguenza, ma sbagliare anche di un nanosecondo il momento dell’esecuzione della Sostituzione poteva essere fatale in missione. I tempi dovevano essere perfettamente sotto controllo, la tecnica doveva partire nell’istante esatto desiderato dall’utilizzatore, su questo punto Izaya fu per una volta bravo ad insistere. Alla fine della stessa giornata anche quella tecnica fu aggiunta al bagaglio di Bort, che poteva dirsi a questo punto riempito delle basi. In appena due giorni aveva raggiunto ciò che gli studenti normali impiegavano mesi, a volte anche anni, ad imparare. Con una qualità e una pulizia nelle esecuzioni fuori dal normale. Aveva anche già intuito la natura di taijutsu e genjutsu, nonostante le spiegazioni di Izaya fossero state corte e sconclusionate. Nel primo dei due campi aveva persino iniziato a mettere in cantiere un suo progetto personale. Si trattava di una tecnica nata prendendo spunto da un fumetto parodistico, ma che sembrava, sorprendentemente, abbastanza facile da tramutare in realtà. La aveva provata per la prima volta il pomeriggio del giorno dedicato alla Trasformazione, mentre andava a tagliare la legna per il camino. Dopo averne tentato l’uso sul niente lo volle provare anche su qualche oggetto fisico, per capire quanto funzionasse davvero. L’unica cosa che aveva a portata di mano era uno di quei tronchetti che doveva tagliare con l’ascia. Lo pose davanti a sé, concentro le energie nel pugno e poi lo scagliò con la massima violenza possibile. Il risultato finale fu la distruzione di più di metà di quel pezzo di legno ed una ferita non particolarmente grave alla mano. Un grande successo, dunque, se lo avesse usato contro un nemico lo avrebbe di certo mandato all’ospedale. Sembrava che fosse nato per tutto ciò, per utilizzare quella energia che fino a poche settimane prima gli era del tutto sconosciuta. Di tanto in tanto, quando lo faceva, sentiva i suoi occhi fremere. Ma non era più dolore, era quasi piacere. Il suo potere si stava risvegliando sempre di più, quasi incontenibile.


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    In questo post mi occupo di un’altra delle particolarità dei rinny-dotati, ovvero la facilità estrema di apprendere i jutsu (in questo caso i tre basilari) e di eseguirli alla perfezione. Nonostante Izaya.
    Inoltre Bort inventa anche questa:

    Pedro Punch
    Livello C
    Tipo: Taijutsu
    Tecnica che nasce dalla disperazione di un vero uomo e dalla sua voglia di lottare per chi gli è caro. L’utilizzatore carica un pugno aumentando le sue capacità fisiche attraverso il chakra e lo scaglia con Forza aumentata di 20 verso il suo avversario. Lo sforzo provocato dalla tecnica causa una notevole lacrimazione dell’utilizzatore.
    Consumo: 30


     
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    Beh, fatte le tre tecniche di accademia domani possiamo riprendere il discorso degli elementi. Ricordi, ne avevamo parlato poco tempo fa?
    Le nozioni assorbite da Bort erano effettivamente poche e non perfette, ma non tanto per colpa sua. Ci fu bisogno di un’altra lezione teorica e dopo questa anche di un po’ di letture individuali su un testo preso in prestito alla biblioteca di Oto da Izaya stesso. Al ragazzone piaceva particolarmente come argomento, lo incuriosiva la natura così diversa e multiforme che poteva assumere il chakra. La flessuosità duttile del Suiton, la potenza impareggiabile del Katon, la difesa rocciosa del Doton, la rapidità pericolosa del Raiton e la dinamicità caotica del Fuuton. Passò la serata a divorarsi il libro, immaginandosi mille modi di utilizzare quelle impronte per fare chissà quante cose. Tecniche potentissime o inutilissime affollavano il suo cranio prima di andare a dormire. Peccato soltanto che avrebbe dovuto limitarsi ad un singolo elemento, per i primi tempi, stando al libro per sviluppare il secondo potevano servire alcuni anni, per sbloccare un eventuale terzo persino decenni. Meglio non fare voli pindarici così a lunga scadenza, si disse il ragazzo, mentre chiudeva gli occhi per dormire. La mattina successiva si svegliò come sempre di buona lena e quando fu il momento della lezione si mostrò impaziente di conoscere quale fosse il suo elemento primario, quello che lo avrebbe accompagnato per così tanto tempo. Quando Izaya gli porse il fogliettino speciale creato per individuare l’elemento primario il suo cuore batteva all’impazzata e quando vide che questi si tagliò a metà esultò in maniera chiara.
    Fuuton!
    In realtà la sua reazione sarebbe stata la medesima qualsiasi fosse stato il responso, probabilmente, ma tra tutti gli elementi il Vento effettivamente lo ispirava parecchio, gli sembrava molto affine alla sua creatività.
    Sei stato fortunato, così posso insegnarti le due tecniche che conosco. Iniziamo subito?
    Bort non si fece ripetere due volte l’offerta e la lezione partì. Oggetto: il jutsu più basilare del Fuuton, il Fendere. Si trattava soltanto di concentrare una piccola quantità di chakra elementare nel palmo di una mano e rilasciarlo. L’effetto era una piccola folata di vento tagliente, abbastanza potente da strappare vestiti e materiali ugualmente poco resistenti. Izaya mostrò una volta al suo allievo la tecnica, utilizzandola su un pezzo di carta preso a caso. Diede un paio di spiegazioni raffazzonate e poi pretese che Bort riproducesse tutto al primo tentativo. A sorpresa le sue irrazionali attese furono ripagate. Non ci fu bisogno di chissà quali accorgimenti, al ragazzone bastò concentrare l’energia sulla pelle della propria mano e poi impastarla. Non ebbe difficoltà a capire quale fosse il chakra elementare e come tirarlo fuori, gli venne tremendamente naturale, come se non fosse una novità per lui. Prese in mano uno dei fogli e il secondo dopo era strappato. Riprovò di nuovo e ci riuscì alla perfezione. Il taglio era molto più pulito e preciso di quello operato dal suo maestro, come a sottolineare in maniera netta la differenza di talento tra i due uomini.
    Oh, bravo. Dai, passiamo alla prossima, le Sfere del Vuoto. In pratica sono palle di chakra che crei in gola e poi sputi addosso alla gente. Fanno male, quindi le devi usare con cura. Dai, ti faccio vedere.
    L’uomo mostrò in fretta e furia i sigilli e poi fece partire una coppia di sfere verso un albero, non riuscendo a scalfirne la corteccia. Quando Bort chiese se non fosse troppo debole una tecnica del genere Izaya gli rispose che bisognava comunque partire dalle basi e che si era trattenuto per mostrare come si fa. La seconda parte non rispondeva a verità, ma il ragazzone si mostrò in ogni caso soddisfatto. Le spiegazioni terminarono lì, senza nessuna nozione teorica. Qualsiasi altro allievo avrebbe protestato, visto che non c’erano le basi necessarie all’apprendimento, ma Bort non si fece domande. La sua mente era direzionata all’obiettivo e si era fatto un’idea da solo di come funzionasse quella tecnica. Bastava concentrare l’energia elementale di vento, darle una forma sferica e poi soffiarla fuori in un sol colpo, il più rapidamente possibile. I sigilli aiutavano molto e la parte più difficile fu ricordarseli giusti, visto che la dimostrazione era stata fin troppo sbrigativa. In qualche modo ce la fece, per sua fortuna erano solo quattro. Topo, Serpente, Cavallo, Cane e poi via, tre sfere si accanirono verso il tronco di prima con una certa veemenza. I colpi erano un pochino più veloci di quelli del maestro e avevano anche colpito più duramente il tronco. La tecnica era già quasi perfetta, nonostante fosse il primo tentativo in assoluto con un jutsu di livello così avanzato. Questa volta persino Izaya si sorprese, lui ci aveva messo un paio di settimane a capire come doveva fare. L’uomo si sentì punto nell’orgoglio e cercò di improvvisare dei difetti nell’esecuzione di Bort, per non sentirsi sminuito. La precisione di tiro era scarsina, la gittata molto minore di quella che avrebbe dovuto essere e le dimensioni dei proiettili erano troppo ridotte. Niente di questo corrispondeva a verità, ma Bort vi credette e chiese di poter provare un’altra volta. Con un po’ più di concentrazione al secondo tentativo il ragazzone padroneggiò la tecnica come un veterano, limando l’unico vero difetto precedente, ovvero il consumo leggermente maggiorato. Inoltre la forma delle sfere diventò del tutto perfetta, non un nanometro fuori posto. L’eleganza di quei piccoli ammassi di energia era davvero buona, anche se Izaya fece finta di non esserne impressionato.
    Sì, dai, può andare. Adesso facciamo una pausa, così recuperi chakra, dopo posso insegnarti qualcosa su kunai e shuriken, anche quelli devi saperli usare per l’esame.
    Bort decise di utilizzare il tempo della pausa per farsi un bel bagno rilassante, seguito da un pisolino di mezz’oretta. Quando si svegliò si affacciò alla finestra, per vedere se il suo maestro fosse ancora nel cortile, ma non era lì. Si diresse dunque nel corridoio e arrivò nella stanza dove erano alloggiati Izaya e Ai. Si affacciò nella stanza ma non sembrava esserci nessuno. Del resto sua sorella era solita passare le intere giornate fuori dalla tenuta, in una radura poco distante, dove riusciva a trovare un’ispirazione maggiore per i suoi libri. Però qualcosa nella stanza saltò all’occhio di Bort. C’era un pezzo di carta abbastanza grande abbandonato per terra e il ragazzone pensò potesse trattarsi di un qualche appunto di sua sorella che il marito aveva fatto inavvertitamente cadere, cosa di cui lei si era lamentata più volte durante i pasti. A quanto pareva lui aveva il brutto vizio di rovistare tra le cose degli altri e di lasciarle in terribile disordine. Ma questa volta non era stata quella la sua colpa, bensì qualcosa di molto più grave. Bort raccolse il foglio in questione, con l’intenzione di rimettere un minimo in ordine la scrivania che un tempo era stata del suo padre adottivo, per fare un favore alla coppia. Lo sguardo gli cadde sul testo e notò subito che la calligrafia era quella di Izaya. Incuriosito lesse solo la prima riga, non avrebbe osato di più in casi normali, e ciò che vi trovò lo pietrificò. Diceva che il cognato di chi scriveva, ovvero lui stesso, aveva sviluppato il leggendario Rin’negan. Ma la parte terrificante era quella successiva, in cui Izaya cercava di contrattare un prezzo molto alto per la consegna di quegli occhi speciali al suo interlocutore. Le frasi erano sgrammaticate, ma il succo era chiaro, Izaya voleva venderlo. Mai nella sua vita Bort aveva subito un tradimento così grande, mai si era sentito così irato come allora. Strinse il foglio nella mano e si gettò fuori dalla stanza. Cercò il colpevole e non lo trovò né in casa né appena fuori. Chiese al primo contadino che vide passare e questi rimase intimorito dal suo sguardo iniettato di sangue, ma gli diede la giusta direzione. Qualche minuto prima aveva visto Izaya andare nella legnaia, dove evidentemente sperava di trovare un ceppo adatto agli esercizi con i kunai. Una volta scoperta la posizione del suo obiettivo Bort non si fece fermare più da nulla e piombò sulla preda come un rapace.
    I-ZA-YA!
    Scandì bene il nome mentre si affacciava alla porta della legnaia. Il ninja di Oto era anche lui lì, stava rovistando svogliatamente tra il materiale lì presente.
    Lo sai cos’è questo?!
    L’uomo non rispose, pur avendo riconosciuto il suo foglio. Non era sicuro di essere stato scoperto, ma soprattutto aveva molto paura di Bort e del suo sguardo di pura rabbia.
    Tu volevi VENDERMI?! Volevi vendere il fratello di tua moglie per diecimila fottuti ryo?!
    ...se dico di no mi credi?
    Izaya non sapeva cosa inventarsi per discolparsi, lo scenario era il peggiore possibile. Colto con le mani nel sacco, con tanto di prove inoppugnabili.
    Avrai bisogno di qualcosina più di un no per convincermi. Come mi spieghi quello che c’è scritto qui?
    Non ne ho proprio idea, sono confuso quanto te.
    Bort non volle concedergli tregua e incalzò, mentre l’uomo cercava di svicolare e di arrampicarsi sugli specchi. Senza molto successo.
    Io non sono confuso per niente, a me le cose sembrano ben chiare.
    Beh, io lo sono. Qualcuno deve aver scritto una lettera finta per incastrarmi. Sì, dev’essere andata così!
    Chi l’ha fatto è pure riuscito a copiare la tua calligrafia così bene?
    Dopo quello scambio veloce di battute Izaya fu lasciato senza parole. Ormai era chiaro che non c’era modo di passare da innocente, doveva solo capire quale fosse il modo migliore di uscirne pulito. Era sicuro che sua moglie non gli avrebbe creduto, quindi tanto valeva mettere in moto il suo piano con tempistiche e modi diversi.
    Non ho sentito la risposta...
    Fanculo!
    Izaya spezzò un singolo sigillo e sul suo capo comparve una folata di vento verdognolo. Bort la guardò e cadde in un genjutsu semplice ma terribile, la Visione dell’Inferno. Il ragazzone osservò la scena di lui che veniva lasciato in fin di vita da suo cognato, il quale si premurava di stuprare il cadavere di entrambe le sue sorelle e addirittura della madre, prima di uccidere anche lui. Quando Bort uscì dall’illusione tutto ciò che provava era una rabbia accecante, che esternò con un solo semplice ringhio. Terrorizzato, Izaya lanciò di nuovo lo stesso genjutsu, con lo stesso identico risultato. Non stava riuscendo ad abbattere il padrone di casa, lo stava solo rendendo più incazzato. A questo punto dovette ricorrere al suo pezzo più pregiato, alla sua arma segreta, all’unica tecnica di un certo livello che conosceva. Mentre Bort avanzava con passo lento ma inesorabile lui si affrettò a eseguire i sigilli, creando dal nulla dei petali che gli cadevano sulla testa. L’odore arrivò presto alle narici del ragazzone, che cadde nell’illusione e iniziò a soffocare. Però costui aveva ricevuto fin troppi indizi e capì subito che si trattava di un genjutsu. Sapeva anche come uscirne, visto che aveva prestato attenzione a tutte le lezioni teoriche del suo maestro e alle letture fornitegli. Uno dei metodi migliori per liberarsi era attraverso il dolore, per cui un istante dopo la comparsa di quel vortice di fiori che lo stava strozzando, Bort concentrò un po’ di chakra nel suo pugno e lo scagliò con grande potenza sulla propria mano. La ferita provocò molto dolore e questo fu sufficiente a spezzare la tecnica nemica. E anche il suo morale, visto che si ritrovò con pochissime energie e senza più armi a sua disposizione. In più vedere il viso in lacrime del suo cognato, solcato allo stesso tempo da un sorriso inquietante, lo spaventò a tal punto che non riuscì a muoversi dalla sua posizione. Bort si avvicinò e senza incontrare nessun tipo di resistenza scagliò un altro Pedro Punch, questa volta dritto in faccia del marito di sua sorella. L’impatto fu tremendo e procurò una ferita grave al ninja di Oto, oltre a farlo volare contro il muro dell’edificio e fargli perdere i sensi. Bort poté finalmente ritornare a respirare con calma, giustizia era stata fatta.

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    Post dedicato al primo dei due elementi che mi arrivano con il primo livello di innata, il Vento. Izaya è un livello 4, il secondo gen usato è il Massimo Taglio (una A), quindi Bort si infligge una Grave per uscirne (45-11) e poi ne fa un'altra al suo nemico.

    Fendere (Fuuton)
    Si crea una minuscola raffica di vento nel palmo della mano. Quando la mano viene appoggiata su qualcosa, il vento taglierà qualsiasi materiale abbia Resistenza pari o inferiore a 5.
    Forza: 5
    Consumo: 5 a turno

    Arte del Vento: Sfera del vuoto (Fuuton: Shinkuugyoku)
    Fuuton è probabilmente il primo elemento a essere stato manipolato con il chakra, di conseguenza questa potrebbe essere non solo la tecnica più antica della sua stirpe, ma anche la prima in assoluto a essere stata inventata. Il suo nome non è mai stato cambiato nel corso del tempo e il vuoto sembrerebbe essere una sua costante, dal vuoto potrebbe aver avuto origine il chakra e forse questa tecnica incarna tale credenza.
    L’utilizzatore impasta del chakra forzando i suoi polmoni a produrre una buona quantità d'aria da portare nella bocca. Questo processo permette di creare fino a cinque proiettili d'aria pressurizzata e quasi trasparenti che possono essere sputati in diverse direzioni. Se lanciati in massa possono rivelarsi utili per tenere impegnati anche più avversari alla volta.
    [I proiettili misurano 10 centimetri di diametro]
    [I proiettili percorrono massimo 10 metri per poi dissolversi]
    [Forza dei proiettili: 10]
    [Sigilli: Topo, serpente, cavallo, cane]
    Consumo: 5 a proiettile



     
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    Bort uscì dalla legnaia tenendo suo cognato per i vestiti e trascinandolo in giro. Si recò con passo tranquillo e sicuro da sua sorella. Sapeva che lei gli avrebbe creduto, ma per sicurezza decise di portarsi il foglio. Per quanto fosse caduto a terra durante lo scontro era ancora leggibile.
    Cosa ha fatto questa volta?
    Quando vide i due arrivare la donna reagì in quel modo, dando subito la colpa al marito. Bort non disse nulla, le porse solo la lettera, che lei lesse con aria seria.
    Mi sono andato a trovare proprio un gran pezzo di merda. Fammi vedere il tuo braccio. Ti sei fatto male, vero?
    La donna si fece raccontare quello che era successo e verificò le condizioni della parte colpita. Il livido sarebbe guarito a breve, con un po’ di pomata, ma individuò una sospetta microfrattura di un osso che necessitava di cure più complesse.
    Chiederò ad una mia amica del villaggio. Sai, lei è la maestra di Izaya, tra le altre cose, e visto che c’era ha insegnato qualcosina anche a me, ma né io né lui siamo in grado di gestire bene una ferita di tale entità. Tra l’altro c’è anche da vedere come è messo questo disgraziato, credo che gli siano partiti un paio di denti almeno. Insomma, dobbiamo andare a Oto. Domani ti va bene o è troppo presto?
    Il ragazzone accettò, anche se era stretto con i tempi per la preparazione non vedeva l’ora di avvicinarsi al suo obiettivo, tanto più che il corso privato tenuto da Izaya poteva dirsi di sicuro chiuso. Trascinò l’uomo nel letto e accompagnò la moglie a vegliare su di lui. Poi Bort si occupò di radunare tutto ciò che gli sarebbe servito a Oto e di salutare tutti gli abitanti del grande podere e del villaggio vicino. Quando ebbe finito di fare tutto tornò a casa e trovò il suo cognato sveglio.
    Mi ha già confessato tutto. Ha implorato perdono e ha perso quel che rimaneva della sua dignità, ma stai tranquillo, non la passerà liscia. So come tenerlo sotto controllo. Non aveva mai osato così tanto e non oserà mai più qualcosa del genere, te lo posso assicurare. Mi ha anche confessato come ha scoperto quello che sa. È andato all’orfanotrofio e... beh, ha trovato i tuoi genitori biologici.
    Bort sgranò gli occhi, sorpreso ed eccitato. Si era sempre chiesto da dove venisse, l’idea di poterlo scoprire per davvero lo mandò al settimo cielo.
    Vedi? È proprio per questo. Lui è un disgraziato, un perdigiorno e anche un farabutto ogni tanto. Però in qualche modo lui riesce a far succedere cose che altrimenti non sarebbero successe. È riuscito a insegnarti cos’è il chakra, è riuscito a sbloccare qualsiasi cosa siano diventati i tuoi occhi, è persino riuscito a trovare i tuoi genitori biologici. Certo, se non lo si ferma in tempo fa sempre cazzate o infamate, però… non sai quante volte ha cambiato la mia vita. Non sarei dove sono o chi sono non fosse stato per lui. Non avrei incontrato quegli amici, non sarei andata a vivere nel villaggio che adesso adoro, non sarei diventata una scrittrice. È per questo che, nonostante tutto quello che mi fa passare, io lo amo davvero.
    Vedendo lo sguardo dolce di sua sorella Bort si commosse e promise che non avrebbe denunciato l’uomo alle autorità. Era sicuro che lei avrebbe trovato altri modi per fargli fare ammenda.
    La mattina seguente partirono. Per Bort fu un grande passo, sapeva che non sarebbe più tornato per molto tempo e che avrebbe di sicuro trovato una nuova casa, un nuovo lavoro. Ci misero poche ore di carrozza ad arrivare e per prima cosa fecero tappa da Maya, amica e maestra di Ai. Costei era una chuunin di Oto, una donna molto gentile e graziosa. Le cure furono rapide ed efficaci, sia per Izaya che per Bort. Una volta completato ciò il ragazzone ringraziò la kunoichi e si dedicò a quello che desiderava fare da così tanto tempo. Si era fatto dare le indicazioni precise e raggiunse in tutta fretta la casa di coloro che lo avevano messo al mondo.
    Hey, bestione! Sei per caso mio figlio?
    Bort era rimasto titubante per qualche minuto davanti alla porta di ingresso, per cercare le parole giuste per iniziare il discorso. Venne richiamato però, prima che riuscisse a bussare, da una voce possente che proveniva da dietro di lui. Quando si girò vide un uomo sulla cinquantina, alto quasi due metri e abbastanza grassottello. Aveva il volto inespressivo, cosa che cozzava con le parole appena pronunciate. Incredulo, Bort chiese se l’uomo abitasse nella casa davanti a cui si trovava.
    Sì. Forza, vieni dentro, così ti presento tua madre.
    Il ragazzone non era certo uno di molte parole, ma non si aspettava una accoglienza del genere. Che quell’uomo non fosse capace di empatia? Che lo disprezzasse? Bort non riusciva a capire perché invitarlo dentro, in tal caso, ma accettò comunque l’offerta. L’appartamento era abbastanza piccolo. Fu condotto subito in cucina dove trovò una donnina piccola piccola e dai capelli biondi con qualche riga già bianca. La reazione di costei alla vista di suo figlio fu una risata lunga e terribilmente sguaiata. Ancora una volta non proprio quello che il ragazzo si attendeva da un momento del genere.
    E quello dovrebbe essere uscito da me?! Ahahahahah, impagabile. E poi quegli occhi... e così gigante. Solo noi potevamo tirare fuori una roba del genere, non trovi caro? Beh, dai, siediti ragazzo! Ti chiami sempre Bort, giusto? Io sono Ekaterina e lui è Yukio. E, beh, come avrai intuito siamo i tuoi genitori naturali...
    Mentre pronunciava quelle ultime parole la donna si sfilò agilmente una lente a contatto e mostrò il proprio occhio al giovane. Era identico al suo, non ci si poteva sbagliare.
    Ah, sarà meglio che li copri, questi, fanno venire strane idee alla gente. Poi magari ti do una delle mie lenti a contatto. E vieni a darmi un dannato abbraccio, che diamine! Magari a te sembriamo degli stramboidi, ma sei pur sempre sangue del nostro sangue. Alla fine siamo solo contenti di vedere che nostro figlio sia venuto su come un figlio di puttana coi fiocchi!
    Bort fu per un attimo stupito dalla formulazione della frase, ma subito dopo si convinse a stringere la sua madre biologica. Puntò poi lo sguardo verso il padre, ma questi rimase immobile, appoggiato allo stipite della porta con una faccia inespressiva.
    Oh, non fare caso a lui. Non lo dà a vedere ma è contento di conoscerti. Dai, su, siediti al tavolo, abbiamo molte cose di cui parlare, meglio farlo davanti a una bella tazza di tè!
    Lui prese posto al tavolo, mentre lei si mise a preparare con una certa celerità la bevanda di cui sopra.
    Sai, quando è arrivato quel tizio a chiederci informazioni su nostro figlio non sapevamo cosa dire, eravamo un po’ confusi. Poi ci ha chiesto degli occhi tutto preoccupato e gli abbiamo detto tutto. Alla fine se n’è andato senza dire molto altro, quindi non pensavamo saresti arrivato davvero. Cosa ti ha detto lui?
    Non molto, in realtà. Lui è mio cognato, ma ha tentato di vendere i miei occhi a non so più chi. È stata sua moglie a tirargli fuori del fatto che vi aveva incontrato e a rimetterlo in riga. Tipo. Mi fido di mia sorella, è una a posto. Ah, per caso ho degli altri fratelli e sorelle?
    Visto? Mi riferivo proprio a questo. Il Rin’negan è molto figo, ma come tutte le cose pseudo-leggendarie è molto richiesta. Meno persone sanno che ce l’hai meglio è. Comunque no, non hai altri fratelli, purtroppo. Ma ci arriveremo. Due minuti e il tè è pronto, poi ti raccontiamo tutto.
    Bort era molto impaziente, ma non poté far altro che aspettare che la donna finisse i preparativi e versasse la bevanda nelle tre tazze.
    Cominciamo? Beh, ormai immagino di aver perso anche quel che restava del mio accento, ma io non sono nata quaggiù. Vengo dal Continente Orientale, non sto ad annoiarti con i dettagli. Fatto sta che fuggo nel Paese del Mare e lì inizio a fare quello mi riesce meglio, ovvero la ladra. Solo che per quanto fossi brava lo ero meno di quanto pensassi di esserlo, quindi dopo tre anni di scorribande mi buttano in galera. Lì ho conosciuto tuo padre, faceva il guardione. All’inizio volevo solo fregarlo, mi credevo furba, ma dopo poco ci siamo innamorati entrambi sul serio. So che potrebbe sembrarti disgustoso, ma tu sei stato concepito proprio in una cella. In ogni caso quando poi abbiamo scoperto che ero incinta siamo fuggiti insieme, grazie a un suo amico e ai miei contatti. Ci siamo catapultati più lontani che potevamo e siamo finiti in un buco di villaggio vicino a Oto. Tu sei nato qui, ma appena ho potuto io sono fuggita di nuovo. Non avrei voluto lasciarvi per niente al mondo, ma avevo dei “conti in sospeso” e sapevo che se non avessi risolto sarebbero tornati per mordermi. Per questo vi ho abbandonati... e...
    Ci fu un attimo di silenzio, era evidentemente una ferita aperta per entrambi e a Bort spiaceva che fosse dovuta tornare alla luce.
    Io non volevo odiarti, ma sapevo che lo avrei fatto. Eri figlio anche suo. Ti ho dato all’orfanotrofio perché sapevo che ti avrebbero cresciuto meglio di quanto avrei potuto fare io.
    In ogni caso ci ho messo tantissimo tempo a tornare. Tre anni a risolvere la mia situazione, un anno a trovare dov’era finito Yukio e tanti altri ancora a farmi perdonare per davvero, a convincerlo che non stavo mentendo. Ormai sono passati vent’anni da quando ci siamo ritrovati, ma non passa giorno che non mi penta di non avergli detto tutto subito. Forse non ti avremmo perso, in questo modo, o forse comunque è andata meglio così. Vedendoti forte e sano sono solo contenta. Mi sei mancato, ma per quanto ci pensassi ogni tanto non ho mai avuto il coraggio di venirti a prendere. Io e Yukio vivevamo in una casetta a Sud, quasi vicino alla Valle della Fine. Immaginavamo avessi già trovato una famiglia migliore di quella che avremmo mai potuto essere. Poi la guerra è arrivata e abbiamo perso tutto, ma siamo riusciti a trovare un posto quaggiù e in qualche modo ce la stiamo cavando. Sai, dopo la guerra è stata l’unica volta in cui siamo andati all’orfanotrofio, dovevamo sapere se eri vivo e stavi bene. Immagino sia così che il tizio ci ha trovato. Il resto lo sai già. Ma adesso è il tuo turno, raccontaci la tua di storia.
    Bort non fece fatica a digerire tutti quei dati, anzi gli piaceva quella storia così avventurosa e allo stesso tempo dolce-amara. Inoltre l’idea di avere sangue straniero gli sembrava molto bello. Dopo aver ascoltato con vivo interesse fu il suo momento di parlare. Raccontò della sua infanzia in orfanotrofio, dei Kisaragi e degli anni passati con loro, di come avesse gestito e trasformato il suo podere, di come avesse deciso all’improvviso di lasciare tutto o quasi per diventare un ninja. I due sembravano decisamente impressionati da quel racconto e in fondo a loro si sentivano molto fieri dell’uomo che era diventato.
    Oh, ninja? Beh, allora ti serviranno informazioni sui tuoi occhi! Fidati, sono qualcosa che ti tornerà più che utile. Io non sono esperta, ma so comunque un po’ il fatto mio, posso darti una mano, ne sarei felicissima! Vuoi restare qui qualche giorno?
    Bort fu molto tentato dalla proposta, anche perché non aveva ancora trovato una sistemazione a lungo termine. Pensava di farsi ospitare da Ai, ma la cosa non sarebbe potuta durare più di un giorno o due. Quando lui spiegò la situazione e espresse il suo timore di disturbare, la donna scoppiò in una breve risata.
    Ma non farti problemi! Questa baracca è piccola, ma una persona ci sta senza difficoltà, anche se alta tre metri. Una volta finito il tè vai a recuperare i bagagli, avverti tua sorella e poi vieni qui. È la soluzione migliore!

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    Post di passaggio, non credo possa essere contato tra quelli da valutare visto che il pg non si allena. In ogni caso andava fatto, per tutta la parte di spiegazioni che esce qui (pensavo di cavarmela con molto meno xD). La png è del Paese delle Montagne, ma visto che ha lasciato da piccola la sua patria non ricorda praticamente nulla (e in sostanza non può darmi vantaggi on-gdr xD)




     
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    Bene, prima di tutto... cosa sai dei tuoi occhi?
    Quella domanda preliminare colse di sorpresa Bort, che non si aspettava che la lezione iniziasse già durante la colazione. Ci pensò un attimo, poi dovette ammettere che non conosceva davvero nulla dell’abilità oculare che a quanto pareva aveva sbloccato. Nemmeno il nome, per quanto la donna lo avesse utilizzato una o due volte. Costei si fece dunque raccontare come aveva scoperto di avere degli occhi speciali e il ragazzone iniziò la sua breve storia.
    Mpf, non mi sorprende tu ci abbia messo così poco a imparare le tecniche base, è proprio una specialità delle persone che hanno il Rin’negan. Certo, il talento personale è sempre una variabile importante. Io, per esempio, non mi sono mai interessata più di tanto a jutsu e cose simili, infatti ho appreso solo poca roba. Ah, a proposito. C’è una cosa che avremo solo noi e che nessun altro al mondo, per quanto mi è dato sapere, potrà mai raggiungere. Noi abbiamo la potenzialità di sbloccare tutti e cinque gli elementi presenti in natura. Io sono arrivata a padroneggiarne solo tre e non conosco che poche tecniche di ciascuno, ma tu mi sembri talentuoso, so che ce la puoi fare. Ovviamente non tutte in una volta, però pian piano. Se ho capito bene sei riuscito a controllare il Fuuton, giusto? Non mi sorprende, è l’elemento primario sia mio che di Yukio. Comunque quello è l’unico punto fisso obbligato, d’ora in poi sarai tu a stabilire la tua strada da solo. Tu sai quali sono gli altri elementi?
    Bort rispose di sì e raccontò tutto eccitato quello che aveva letto nel libro che gli era stato dato da Izaya. Aggiunse anche che gli piacevano davvero tutte quante le impronte e che l’idea di poterle padroneggiare tutte lo mandava al settimo cielo.
    Vedo che entusiasmo ed energia non ti mancano. I miei altri due elementi sono Acqua e Fulmine. Se scegli uno di questi due posso insegnarti direttamente io, qualche tecnica la conosco.
    Bort rimase a riflettere un attimo in silenzio. Voleva che fosse la sua madre biologica ad aiutarlo e del resto apprezzava entrambi gli elementi citati dalla donna, gli sembravano ottimi. Essendo grande, grosso e lento il Raiton lo avrebbe di certo aiutato, ma il Suiton era molto duttile e poteva essere adattato alle diverse esigenze combattive che probabilmente avrebbe sviluppato. Lui ancora non sapeva bene cosa volesse dire essere ninja, ma sapeva che soprattutto i primi tempi avrebbe dovuto cavarsela con il poco che aveva a sua disposizione. Quando espresse questo suo pensiero ad alta voce la donna ci pensò pochi istanti prima di rispondere.
    Credo di avere una tecnica che fa al caso tuo. Vogliamo provare? Se sì preparati, che andiamo in un campo di allenamento qui vicino.
    Quando i due ebbero finito colazione si diressero subito nel luogo sopracitato. Era formato da un piccolo prato spoglio e da un ruscelletto che lo attraversava.
    Dimentica la facilità con cui hai risvegliato il Fuuton. Quello era il tuo elemento primario, era già dentro di te fin dalla nascita. Con il Suiton sarà diverso, dovrai sforzarti di sbloccarlo, dovrai capire come funziona prima di poterlo raggiungere. Ti faccio vedere un esempio.
    La donna concentrò un po’ di chakra elementare e poi lo lasciò scorrere dalla propria mano, facendo fluire una piccola quantità di acqua verso il terreno.
    Questa è la tecnica più basilare di questa impronta. L’energia diventa acqua, poca energia per poca acqua. Niente di particolarmente utile, ma è perfetta per il primo approccio. Adesso ti farò vedere le altre due tecniche che conosco, una difensiva e una offensiva.
    La donna creò prima delle piccole fruste idriche, poi mostrò al ragazzo un Muro d’Acqua eseguito alla perfezione. Bort fu particolarmente impressionato dalla seconda e insistette perché fosse proprio quella la prescelta per lui. Gli sembrava terribilmente utile e sentiva di avere bisogno di una qualche forma di difesa. Dopo quella piccola introduzione fu dunque il momento di passare alla pratica. Ekaterina cercò di spiegare a suo figlio tutti i segreti del Rivolo, mentre questi si impegnava nei vari tentativi di mettere in pratica gli insegnamenti. Concentrava il chakra nella mano e cercava di immaginare un torrente in piena o le onde del mare. Un paio di volte partì un Fendere per sbaglio, mentre tutti gli altri tentativi finirono con un nulla di fatto totale. Dopo non molto tempo il ragazzo si ritrovò con poche energie e dovette fare una pausa.
    Siediti qui. Senti il rumore dell’acqua, concentrati solo su questo! Osservane lo scorrere, guardalo! Prova a capire questo elemento, prova a interiorizzarlo al massimo.
    Lui eseguì gli ordini e per l’ora seguente non si mosse da quel posto. Orecchie tese sul suono determinato dal piccolo ruscello, occhi fissi sul suo fluire impetuoso. Contemporaneamente nella sua mente il ragazzo ripercorreva momenti passati legati a quell’elemento. Come la pioggia torrenziale che aveva quasi rovinato il raccolto tre anni prima, per esempio, oppure quella più leggera che aveva accompagnato la sua recente nottata con Aiko, o ancora il testardo avanti e indietro delle onde del mare. Era davvero molto tempo che non riusciva ad andarci, ma ricordava senza difficoltà l’ammirazione che provava per quel tipo di paesaggio. La costa settentrionale del suo Paese era sempre stata un posto selvaggio, magnetico nella sua rigidità, per questo lui ne era affascinato e quando poteva ci tornava sempre, anche solo per brevi gite. Nella sua nuova casa avrebbe avuto più difficoltà, ma forse avrebbe avuto anche più tempo libero, pensò.
    Bene, è passata un’oretta, sei pronto a ricominciare?
    Bort non rispose neanche, si rimise in piedi in un attimo e riprese esattamente dal punto in cui si era interrotto. Con tutt’altra consapevolezza, però. Faceva scorrere la sua energia come un fiume in piena e cercava di farla fuoriuscire dagli argini del suo corpo. Concentrava il chakra nella mano muovendola ogni volta che faceva un tentativo, come per invogliare la sua energia a tramutarsi in acqua e ad erompere il prima possibile. Dopo pochi tentativi il ragazzo iniziò a sentire un certo fastidio agli occhi, ma decise di ignorare la cosa, proteso com’era al raggiungimento del suo obiettivo. Alla fine, quando ormai aveva quasi terminato di nuovo le sue riserve, il ragazzo riscontrò un primo timido successo. Un minuscolo schizzo d’acqua partì dalla sua mano e si schiantò a terra in un attimo. La quantità era davvero molto poca, soprattutto vista la mole di chakra spesa, però era comunque acqua. Nell’istante successivo a questo evento gli occhi di Bort iniziarono a bruciare terribilmente, tanto che dovette chiuderli e porre una mano a coprirli.
    In realtà questo è un buon segno, era successo anche a me. Vuol dire che hai sbloccato il Suiton o che stai per farlo molto a breve. Però è meglio non sforzare troppo i tuoi occhi, tanto più che era già ora di pausa. Forza, torniamo a casa, saremo di nuovo qui dopo pranzo.
    Bort accettò, seppur malvolentieri. Poterono tornare al campo di allenamento nel primo pomeriggio e lavorarono diverse ore, per rendere definitivo l’apprendimento del Rivolo. Per fortuna il dolore agli occhi era pian piano diminuito, fino a scomparire del tutto. Solo il giorno successivo poterono riprendere il discorso lasciato in sospeso sul muro acquatico. La prima spiegazione della donna fu dedicata ad un aspetto di quella tecnica che ritornava in quasi tutti i ninjutsu suiton, ovvero le fonti. In gran parte dei casi era infatti necessario utilizzare l’acqua presente nei dintorni, spostandola e dandole la forma preferita. Per alcune tecniche c’era la doppia scelta, ovvero si poteva anche creare la materia prima con il chakra, aumentandone la quantità utilizzata.
    Il Muro funziona proprio così. Adesso però iniziamo dalla cosa più semplice, ovvero usare una fonte già esistente. Forza, mettiti a gambe divaricate sul ruscelletto e concentra l’energia. Poi esegui i sigilli che ti ho mostrato poco fa e immagina di tirare a forza su l’acqua per proteggerti.
    Bort si tolse le scarpe e tirò su i risvolti dei pantaloni, poi immerse i piedi nel piccolo fiumiciattolo. Rimase qualche minuto in silenzio, a occhi chiusi, con l’intento di sentirsi più in armonia con il liquido in cui era immerso. Nel momento in cui si sentì pronto ripeté le tre posizioni delle mani e immise il suo chakra nell’acqua. Questa in tutta risposta si alzò di scatto, ponendosi di fronte a lui.
    Diavolo, non male come primo tentativo. Sono convinta che fosse un pelo più debole di quanto dovrebbe, ma era abbastanza rapido e preciso. La cosa assurda è che non ti copre neanche tutto, visto che sei persino più alto di quel disgraziato di mio marito. Magari accucciati quando usi questa tecnica, non credo che riuscirai a farla alzare più di così. Sai cosa? Magari al prossimo tentativo testo la resistenza del muro.
    La donna creò un clone fisico di sé e quando il ragazzo tirò su il muro ne testò la potenza con un pugno. La tecnica resse il colpo, quindi lei decretò che la resistenza sembrava già quella corretta. Ne seguì una breve lezione sulla possibilità di creare muri circolari, dalle minori capacità difensive. Bort riuscì a replicare senza difficoltà l’esempio fornito dalla sua maestra, che quindi poté passare all’ultima questione. Lei infatti riprese il discorso precedente e fece allontanare il suo allievo dal corso d’acqua. Poi eseguì la tecnica in questione, mostrando come l’acqua veniva davvero creata dal nulla istantaneamente. Quando fu il momento di replicare quanto visto Bort si prese un po’ di tempo. Cercò di riportare alla mente il processo di creazione ex novo del liquido appresa insieme al Rivolo e di unire ad essa la difficoltà di erigere un muro rapido ed efficace come aveva appena fatto. Rimase circa un minuto fermo, per concentrarsi al massimo, poi fece i sigilli ed eseguì una tecnica semplicemente perfetta in ogni dettaglio. Per essere sicura che il successo non fosse casuale la donna fece ripetere il jutsu senza concedere al ragazzo altro tempo di preparazione, ma questi riuscì a fare il suo dovere senza difficoltà. Ormai aveva padroneggiato la tecnica al cento per cento, ne era sicuro.
    Beh, non proprio. So che i ninja, quelli bravi, riescono a creare anche più di un muro alla volta. Ma non pretendo certo qualcosa del genere da te, è ancora troppo presto. Ormai tutto quello che potevo insegnarti te l’ho insegnato, torniamo a casa a festeggiare.


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    Ultimo post, dedicato all'unica altra abilità oltre ai p.a., ovvero il secondo elemento ottenuto prima del livello 6.

    Rivolo (Suiton)
    Crea un piccolo rivolo d'acqua potabile che scende dalla mano.
    [È possibile creare al massimo 50 centilitri di acqua a turno]
    Consumo: 1 a centilitro

    Arte dell'Acqua: Muro acquatico (Suiton: Suijinheki)
    Tipo: Ninjutsu
    L'acqua è un elemento misterioso che si pone a metà tra terra e fuoco: buono per attaccare e buono per difendere.
    L'utilizzatore crea un muro d'acqua dalla bocca che protegge dalle Katon, dalle armi da lancio o dagli attacchi di Taijutsu più semplici. Solitamente assume l'aspetto di una barriera che si posiziona di fronte al ninja, ma può essere esteso cilindricamente a 360° con una protezione inferiore. Dura solo per un attacco, poi bisogna rievocarlo. Spendendo il relativo chakra è possibile creare due o più muri d'acqua per aumentare ancora di più la protezione, ma tale abilità è applicabile soltanto dai ninja più esperti.
    [Il muro 360° ha Resistenza 10]
    [Il muro ha Resistenza 20]
    [Ogni muro aggiuntivo ha Resistenza +30 (+15 se è a 360°)]
    [Il Muro è alto 2 metri, largo 1 e spesso 30 cm]
    [max 2 muri: livello 10]
    [max 3 muri: livello 20]
    [Fonte Richiesta: Media]
    [Sigilli: Tigre, serpente, topo (1 muro) + serpente (2 muri) + tigre (3 muri)]
    Consumo (per muro): 20 se in prossimità d'acqua sufficiente, 25 se non c'è



     
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    Domani mattina andrò a chiedere di poter sostenere l’esame. Poi magari vado a comprare qualche shuriken o kunai, così mi alleno con quelli.
    Bort rispose così a sua madre, quando lei gli chiese cosa aveva intenzione di fare ora. La donna approvò la decisione, ma dopo un attimo di riflessione aggiunse anche qualcos’altro.
    Ci sarebbe una cosa che ho notato, in effetti. Il modo in cui ti muovi... non è molto... “ninjesco”, se mi concedi il termine. Uno shinobi dovrebbe essere più furtivo, più agile. Direi che ti conviene allenarti anche su quello.
    Bort non capì molto cosa intendesse la donna, ma gli sembrava ragionevole. Le chiese chi potesse aiutarlo in qualcosa del genere e lei rimase qualche istante a pensarci.
    Beh, potresti chiedere ad un ninja, se ne conosci qualcuno. Altrimenti... stavo pensando, alla fine le movenze di un ladro professionista non sono poi così diverse da quelle dei ninja. Se vuoi posso insegnarti io, ero parecchio abile ai miei tempi e le basi le ricordo ancora alla perfezione.
    Bort accettò senza pensarci troppo sopra, era contento di poter passare ancora tempo con la sua madre naturale e poi era incuriosito da una cosa del genere. La famiglia improvvisata finì il pasto e poi madre e figlio si diressero nel campo d’addestramento utilizzato in precedenza.
    L’obiettivo principale di un ladro è fare quello che deve fare senza essere visto da guardie e soldati. L’obiettivo di un ninja è lo stesso, anche se in guerra i nemici sono ancora più pericolosi e in caso si venga catturati si rischia di più della galera. La segretezza è fondamentale e nel tuo caso il tuo corpo e la tua mole non ti aiutano. Furtività, costante attenzione ai dettagli e rapidità di pensiero sono i principali punti che dovrai imparare a coltivare. Saper sfruttare le caratteristiche del terreno è anche fondamentale. Forza, facciamo un tentativo. Tu dovrai andare da quest’ingresso fino a quell’altro, dal lato opposto del campo. Se ci riesci vinci tu, se ti scopro mentre ci provi vinco io. Pronto?
    Quando ottenne risposta positiva Ekaterina si allontanò di una ventina di metri, lasciando il ragazzo da solo. Il primo pensiero di quest’ultimo, una volta che decise di partire, fu quello di sfruttare i pochi alberi presenti come ripari, per celare la sua presenza. Però dopo pochi secondi la donna l’aveva già scoperto, chiamandolo ad alta voce e invitandolo a uscire fuori.
    Fai troppo rumore, anche se non ti si vede è impossibile non notarti. Pesi una tonnellata, ragazzo mio, devi cercare di muoverti con leggerezza se non vuoi che tutto il mondo sappia dove sei. Forza, riprova!
    Anche il secondo tentativo si dimostrò disastroso, questa volta per colpa della troppa cautela e della conseguente lentezza. Una cosa del genere non andava bene, c’era bisogno di un passo abbastanza celere anche quando ci si muoveva di soppiatto. La terza volta andò meglio, anche se era ancora un po’ troppo meccanico, rumoroso e scoordinato. Ci vollero ancora diverse ore per raggiungere un risultato decente, anche se era ancora troppo poco agli occhi di Ekaterina.
    Ci riproveremo domani sera, adesso inizia ad essere tardi. Domani mi hanno chiamato a lavoro. A proposito, ti interessa venire con me?
    Bort accettò, anche se non aveva ben capito cosa facesse per vivere la donna. Lo scoprì il giorno dopo, in sostanza aiutava di tanto in tanto un fabbro della città. L’uomo era specializzato in armature, ma ogni tanto si occupava di serrature e in quel campo gli capitava sovente di aver bisogno dell’abilità nello scassinare di Ekaterina. Il datore di lavoro era socievole e prese subito in simpatia Bort, a cui offrì anche un posto da apprendista nel caso le cose fossero andate male con l’esame genin. Il ragazzone rimase a osservare con calma sua madre armeggiare per tutto il tempo, con uno sguardo così assorto da attirare l’attenzione della donna.
    Vuoi imparare a farlo anche tu?
    Bort fu sorpreso dalla domanda, ma accettò la proposta senza dire altro. Forse gli sarebbe potuto tornare utile, una volta diventato ninja, pensò. La donna chiese e ottenne il permesso del fabbro, così poté utilizzare il materiale presente nel negozio, ovvero i grimaldelli e alcune serrature che erano in dotazione. Ekaterina spiegò nel dettaglio la natura degli strumenti e in particolare la composizione dei principali tipi di lucchetti. Dopo aver fatto ciò insegnò a Bort i movimenti basilari dell’arte dello scassinamento, andando a spiegare quali fossero le giuste mosse da fare per ciascun tipo di serratura. Il ragazzo era un buon allievo e ascoltò con attenzione tutto quanto. Ne seguirono un bel po’ di tentativi pratici, che occuparono un paio d’orette. Il processo di imitazione non fu molto rapido, però il miglioramento delle abilità fu costante. Alla fine della giornata Bort aveva imparato come scassinare le serrature classiche, con una percentuale di fallimento prossima allo zero e con tempi anche abbastanza buoni.
    Ahahahah, a quanto pare ce l’hai nel sangue! Forza, torniamo a casa. Voglio proprio vedere la faccia di Yukio quando glielo diremo!


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    Con il permesso di Utino, che poi valuterà il tutto, aggiungo qui l'allenamento per il primo livello di spec. Che è questo qua sotto:
    Ladro

    Ci sono uomini che, per avidità o per necessità, dedicano la loro vita a sottrarre le altrui proprietà, diventando talmente abili da essere imprendibili per le autorità. La loro vita illegale e pericolosa porta loro a sviluppare destrezza e a disprezzare il combattimento diretto, preferendo solitamente la fuga.

    Livello 1

    --Agilità e Riflessi aumentano di 2
    --Scassinare:
    Con l'ausilio di appositi grimaldelli, il ladro è in grado di aprire senza difficoltà normali serrature (sia di porte che di bauli o lucchetti) in 2 turni.





     
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    L’Innata è approvata con voto 10. Vorrei dire qualcosa a riguardo ma tutto ciò che posso commentare è che già adoro Bortino <3

    Approvo anche la spec!

    Va’ e distruggi il mondo.
     
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    La mattina seguente, come previsto, Bort prese una parte di risparmi che si era ritagliata appositamente e si recò in un negozio di armi. Ne uscì con qualche kunai, degli invitanti Bo-shuriken e soprattutto con una gigantesca ascia bipenne, a cui non aveva saputo resistere. Passò parte della giornata ad allenarsi, al solito campo, con i suoi nuovi giocattoli, ma quello che attendeva con vera impazienza era la possibilità di venire addestrato da sua madre, come effettivamente avvenne la sera stessa. La donna gli fece ripetere l’esercizio della volta precedente, ovvero cercare di passare da una parte all’altra del campo di allenamento senza farsi notare da lei. Il ragazzone cercò di misurare il più possibile i suoi movimenti, riducendo al minimo i rumori e non rallentando troppo il suo passo.
    Sei un uomo, non un elefante, cammina senza far scuotere tutti i dintorni. E sfrutta il terreno! Non puoi solo nasconderti dietro agli alberi come un bambino.
    Nel suo tentativo successivo il futuro ninja di Oto volle provare qualcosa di differente, tentando di arrampicarsi sulle piante che componevano la flora del parco e di passare da una all’altra senza toccare terra, come il protagonista di un famoso romanzo. Al secondo passaggio però un ramo non resse il suo notevole peso e lo fece cadere a terra, provocando l’ilarità della sua maestra.
    Comunque l’idea non era malissimo, ma devono essere alberi davvero molto grossi per essere applicabile. Forza, metti in moto il cervello e prova a fare qualcosa di diverso.
    Mentre tornava alla posizione di partenza Bort pensò a lungo a una possibile soluzione, arrivando a trovare la giusta intuizione. Creò una copia olografica di sé e insieme i due si lanciarono in una offensiva abbastanza diretta. Il ragazzo fece in modo che la copia potesse essere vista in maniera facile e quando ciò avvenne, la fece avvicinare alla madre, che iniziò a rimproverarla. Nel mentre lui schizzò in avanti, cercando di sfruttare la distrazione di lei. Infatti Ekaterina ci mise qualche secondo di troppo ad accorgersi che lo sguardo della persona che aveva di fronte era troppo sperso persino per gli standard di Bort e che quindi doveva esserci qualcosa di fuori posto. Se ne rese conto troppo tardi, ormai il corpo originale di suo figlio era ormai sgusciato via, arrivando fino all’uscita e dunque alla vittoria.
    Molto bravo, buona intuizione, mi hai colto alla sprovvista. Dovrai lavorarci ancora un po’, non fossi stata così distratta lo avrei notato subito che era un clone, devi migliorare la loro espressione e il loro controllo se vuoi ingannare qualcuno. Per stasera può bastare così, riprenderemo domattina.
    Il giorno successivo passò abbastanza in fretta, Bort lo passò ancora una volta allenandosi un po’ con le sue nuove armi. La sera ripeté l’esercizio con sua madre, ma questa volta ci fu una novità abbastanza grande. Lei iniziò a muoversi, anche se non certo con troppo dinamismo, lungo il campo, alla ricerca del suo avversario. Questo aggiungeva una difficoltà in più, non certo lieve. Bort dovette cercare di capire quando era giusto stare fermi e quando invece riprendere ad avanzare. Stando perfettamente attento alla posizione nemica poteva prendersi un grande vantaggio, ma riuscire a farlo senza farsi notare non era semplice, richiedeva grande attenzione e concentrazione. Il ragazzo imparò a prestare più attenzione ai dintorni e riuscì a essere pian piano più elusivo, anche se lo sguardo di Ekaterina era ben allenato, motivo per cui era difficile riuscire a passare la sua guardia. Alla fine della serata di lavoro i successi del ragazzo erano stati ben pochi, ma i miglioramenti molti, segno che la severità della madre aveva avuto effetto.
    Ricordami che c’è un’altra cosa che voglio insegnarti, domani mattina. Visto che hai imparato a scassinare tanto vale cercare di farlo per bene.
    Bort non se lo fece ripetere due volte e appena gli fu possibile chiese alla donna di procedere con la lezione successiva. Lei lo fece, spiegando al ragazzo che per non doversi portare dietro ogni volta tutto l’armamentario dei vari tipi di grimaldelli, i ladri avevano sviluppato una tecnica peculiare. In sostanza si trattava di creare con il chakra i loro utensili. Nulla di troppo difficile, anche se ci volle un po’ di tempo per capire come fare. Per fortuna la donna aveva la giornata libera e poté seguire il suo allievo passo dopo passo, dandogli le dovute dritte e correggendo i suoi errori. In particolare fu necessario il suo intervento perché il ragazzo memorizzasse i vari tipi di grimaldelli che avrebbe dovuto ricreare. Ognuno aveva le sue particolarità e bisognava riprodurle alla perfezione, perché funzionassero a dovere. Bort faticò più del previsto, ma dopo diverse ore di pratica riuscì a padroneggiare quella abilità, aggiungendola al suo repertorio, che pian piano stava diventando non più così piccolo.

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    Livello da ottenere:

    Livello 2

    --Agilità e Riflessi aumentano di 2
    --Grimaldello di chakra
    Grazie a questa raffinata tecnica, il ladro può ovviare alla mancanza del proprio materiale principale da lavoro, creandolo con il chakra. I tempi dell'azione di scassinamento derivano dal livello dell'abilità derivata da questa specializzazione.
    Costo: 15 a turno




     
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    I could be bounded in a nutshell and count myself a king of infinite space.

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    Comunque l’idea non era malissimo, ma devono essere alberi davvero molto grossi per essere applicabile.

    Un gigante pucciosissimo.
     
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    Demone incendiario

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    Dopo qualche settimana di pausa finalmente Bort riuscì ad avere la possibilità di allenarsi di nuovo con sua madre. Si trovarono in pieno pomeriggio al campo d’allenamento delle altre volte. Rimasero a parlare con calma per un po’, prima di iniziare a fare sul serio. Il primo esercizio fu quello svolto le ultime volte, il tentativo di fuga circospetta da parte di Bort, con la madre a fare da guardia. Lei si assicurò che lui non avesse dimenticato gli insegnamenti e si sorprese quando lo vide ancora un po’ migliorato. Stava iniziando ad assomigliare ad un ninja vero e proprio, cosa che la rese orgogliosa.
    Bene, allora oggi farò sul serio. C’è una cosa fondamentale che devi imparare. Non importa quanto tu sia circospetto, non importa quanto tu riesca a diventare invisibile, può capitare che tu sia scoperto. Capiterà e capiterà molte volte, tra sfortuna e capacità altrui è impossibile che non succeda. Dovrai essere preparato anche in quei casi.
    La donna tirò fuori da una tasca un paio di oggetti in metallo, che il ragazzo non riuscì a riconoscere subito.
    Quando ti troverò ti lancerò questi. Come diceva un allenatore di un famoso sport, “Se riuscite ad evitare un chiave inglese riuscite ad evitare un palla “. Nel nostro caso se riesci a schivare una chiave inglese riuscirai a schivare i kunai dei nemici. Sei pronto?
    Bort rispose di sì e si mise in posizione. Rispetto ai tentativi precedenti la guardia di Ekaterina si dimostrò molto più ferrea e il ragazzo non riuscì a sfuggirle. Appena lei lo individuò gli lanciò contro una delle sue armi improprie, causandogli un bel livido sulla mano sinistra. Non era riuscito neppure a iniziare il processo di schivata, nonostante l’urlo che lei aveva lanciato nel momento in cui l’oggetto stava per arrivare. Indispettito, lui chiese di poter riprovare subito. Fu di nuovo scoperto, ma questa volta si fece trovare pronto per davvero e anche grazie alla maggiore distanza riuscì a fare in modo che entrambe le chiavi inglese andassero a vuoto, potendo quindi riprendere e ultimare la corsa vittoriosa verso l’uscita. Il terzo tentativo invece si concluse con un colpo alla coscia destra, che rese per un po’ Bort del tutto zoppo.
    Ok, i metodi di quel tizio erano una merda. Mi dispiace, la prossima volta magari ripeteremo in maniera meno estrema. Però adesso riprendiamo l’esercizio di prima, voglio vedere come te la cavi con una gamba a mezzo servizio.
    L’esercizio andò abbastanza bene, anche se il ragazzo durò poco prima che lui iniziasse a sentire troppo il dolore e chiedesse di terminare il tutto. Lei lo prese un po’ in giro, ma ammise subito dopo che lui era resistito più del previsto. Tornarono a casa insieme e il padre biologico si occupò della sua ferita, visto che aveva delle conoscenze minime di pronto soccorso. Mentre erano lì Ekaterina ebbe un’intuizione e la propose subito ai due. Il padre, Yukio, aveva praticato la caccia per un po’ e aveva sviluppato abilità minime da esploratore. Sapeva costruire delle trappole basilari e la donna sperava che Bort imparasse a individuarle. Era un ottimo passo negli allenamenti di ladro a cui lo stava sottoponendo e inoltre le piaceva l’idea che i due passassero più tempo insieme, per quanto le poche volte che lo facevano a dominare era il silenzio più assoluto. Convinse entrambi senza difficoltà e presero come appuntamento la tarda serata del giorno dopo. Quando arrivò questo momento si trovarono nel solito parco, dove il padre aveva preparato un gran numero di trappole, create con degli scarti di corde procurategli da un suo amico. Yukio era contento di poter aiutare, per quanto non lo diede per niente a vedere, quindi si impegnò al massimo nella sua parte di lavoro. Il ragazzo arrivò quando tutto ormai era pronto e per la prima trappola venne aiutato dalla madre, che gli ripeté tutti i metodi classici con cui gli esploratori preparavano le loro trappole. Lui memorizzò il più possibile e cercò di osservare con cura il modo in cui la donna osservava i dintorni alla ricerca di indizi. Per lei era fin troppo semplice, ma si impegnò a non tralasciare passaggi per risultare chiara a suo figlio. Dopo questo veloce tutorial lo accompagnò per un po’, guardandolo mentre faticava a mettere a frutto i suoi insegnamenti. Bort attivò durante tutto l’allenamento soltanto una trappola, che non fu in grado di catturarlo visto il peso eccessivo della preda e il materiale scadente. Di lì in poi riuscì a prestare più attenzione e, grazie anche ad “aiutini” della madre, nella prima parte della serata iniziarono a venire fuori un po’ di miglioramenti. Nella parte finale della pratica lui iniziò ad essere più autonomo, tanto che i tre convenirono che fosse utile replicare l’esperimento una volta di più. Presero appuntamento per la settimana successiva, sempre di sera, sempre nello stesso posto. Lui aveva ripassato la teoria e arrivò preparato. Non fu quindi un caso se le cose andarono nettamente meglio sin da subito. Entro la fine della serata lui aveva raggiunto il livello richiesto, sapeva riconoscere senza problemi le trappole di un principiante e in questo modo le sapeva evitare.
    Ottimo lavoro. Però non ti rilassare troppo, domani sera ripetiamo l’esercizio delle chiavi inglesi. Mi sono fatta prestare della vernice da una mia amica e ho comprato dei palloncini. Fatti trovare qui alle venti e un quarto e portati un vestito vecchio o che puoi buttare. Tornerai lercio, ragazzo mio!

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    Livello da ottenere:

    Livello 3

    --Agilità e Riflessi aumentano di 2
    --Individuazione delle trappole:
    Il ladro può individuare eventuali trappole costruite da ninja esploratori con livello di specializzazione pari o inferiore al suo livello di specializzazione in ladro.




     
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  11. .|Ye|.
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    That's what this sack of wrenches is for. If you can dodge a wrench, you can dodge a ball!
     
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    Erano successe molte cose da quando era diventato ninja, ma Bort non si sentiva per niente arrivato. Aveva più volte avuto modo di comprendere quanto le sue abilità fossero ancora piuttosto limitate e voleva migliorare, ma non sapeva bene a chi rivolgersi. Tornare da sua madre fu quasi naturale, lei conosceva molte più cose e il suo aiuto era stato un sacco utile in passato. La donna accettò volentieri e preparò un corso personale che sarebbe durato diverse ore, spalmate in molte serate. Il ragazzone accettò alla cieca ed ebbe modo di pentirsene molto presto. Ekaterina era una maestra molto severa, quasi spietata, lo fece faticare per bene. Stabilì molte sessioni di esercizi sulle schivate, alcune lezioni di “nascondino”, altri esercizi sul salto in lungo e altri ancora sullo scassinamento. Tutte queste prove miravano a rendere Bort più agile, scattante e rapido di mente, tutte qualità fondamentali per i ladri ma anche per i ninja. La maestra iniziò a pretendere che il ragazzo fosse in grado di saltare da un albero all’altro, in grado di modulare i suoi movimenti in modo che non fossero sgraziati e che quindi non producessero troppo rumore. Era importante che fosse più delicato, che non sprecasse tempo e energia con gesti privi di alcuna perizia. Alla fine della prima settimana, viste le difficoltà del suo allievo, Ekaterina decise di prendere il problema di petto e di far fare al figlio naturale qualche lezione rudimentale di danza. Le tenne a casa, temendo che altri potessero prenderlo in giro, visto che era un’attività considerata prettamente femminile. Fece ripetere al ragazzone movimenti lenti, calmi, precisi. Gli insegnò qualche passo di classica, pochi e semplici, che potessero aiutarlo in seguito. Passarono qualche ora serale in questo modo, poi fu il momento di trasmettere le cose apprese a ciò che interessava primariamente, i movimenti furtivi. Ekaterina si sorprese molto quando vide l’efficacia di quell’allenamento così diverso dal normale, era la prima volta che lo provava e non si aspettava un successo così netto. Le movenze di Bort non erano diventate eleganti, chiamarle con quell’aggettivo sarebbe stato eccessivo, però erano meno grossolane. Meno gesti inutili, meno peso in eccesso sulle gambe quando era il momento di farsi avanti, meno rischi di essere visto quando non voleva essere visto. Purtroppo era ancora lontano dal livello che lei voleva lui raggiungesse.
    Più in basso quelle dannate ginocchia. Più molleggiato! Più forte!
    Dopo aver spronato un po’ suo figlio, e viste le palesi difficoltà di lui, Ekaterina diede spiegazioni più dettagliate, ma il risultato fu più o meno lo stesso. La donna prese dunque il bastone che si era portata dietro quasi per caso e lo usò dapprima per dare altre indicazioni al ragazzo, spostando direttamente le sue membra. Quando lui riuscì a sbagliare anche così lei si spazientì e lo colpì con un po’ di trasporto. Il tentativo successivo fu molto migliore e la cosa fece pensare alla donna che forse il dolore era il miglior maestro per una testa dura come suo figlio. Ad ogni errore corrispondeva una mazzata, di entità direttamente proporzionale alla gravità dello sbaglio del ragazzo. Alla fine della serata il risultato era quello sperato dalla donna, che si disse soddisfatta.
    Oh, finalmente qualcosa che assomiglia ad un movimento furtivo! Da domani potremo iniziare a occuparci di una cosa diversa. Tienti pronto, porterò di nuovo il bastone!


    Livello da apprendere:
    Livello 4


    --Agilità e Riflessi aumentano di 2
    --Passo felpato:
    Concentrando il chakra sotto i propri piedi, il ladro è in grado di azzerare il rumore dei propri passi e di non lasciare tracce visive, qualsiasi sia il terreno su cui si trova. Si può usare questa abilità anche correndo, ma in tal caso il costo è raddoppiato.
    Costo: 10 a turno



    Edited by GIIJlio - 23/1/2018, 11:29
     
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    L'abilità di cui ci occuperemo d'ora in poi si chiama Passo Felpato, è la parte più importante del nostro lavoro sui movimenti furtivi. Tutto quello che hai imparato finora ti servirà per questo e avrai bisogno anche di maggiore precisione. Osserva con attenzione.
    La donna iniziò a fare alcuni passi nel mezzo del parco, con abbastanza calma. Dopo una mezza dozzina di metri si fermò davanti a Bort, osservandolo in maniera che fosse chiaro che voleva sapere cosa avesse notato. Lui osservò per un attimo il terreno, prima di rendersi conto della risposta: non c'era alcuna traccia sul suolo, nonostante il terreno semi-fangoso fosse perfetto per lasciare un certo tipo di impronte.
    Giusto, ma solo in parte. Facciamo un'altra prova: chiudi gli occhi un attimo.
    Il ragazzone eseguì e sentì per un paio di istanti i suoni leggeri ma chiari dei passi di sua madre. Però ad un certo punto sparirono e Bort aprì gli occhi perché pensava che la donna si fosse fermata. Quando la vide continuare a camminare ebbe la giusta intuizione.
    I suoni! 'Sta roba azzera i suoni e le tracce per terra. Che figata!
    Ekaterina confermò e iniziò dunque la spiegazione teorica. Ponendo un velo di chakra sotto le proprie suole si era in grado di operare quel prodigio, ma la forma doveva essere perfetta e anche i movimenti dovevano essere adeguati. Serviva un buon allenamento per ottenere quella abilità e la donna insistette perché il ragazzone prendesse sul serio la questione. Lui, totalmente eccitato all'idea, si mise subito all'opera con dedizione.
    Per prima cosa dovette trovare la giusta quantità di energia tramite cui costituire il velo con cui parare i propri passi. Il doppio rispetto a quello usato per la Trasformazione, suggerì la madre, ma comunque furono necessari alcuni tentativi per trovare il giusto controllo. All'inizio era sempre meglio eccedere un po' nella quantità, c'era sempre tempo per perfezionare il tutto, pensò il genin.
    Una volta creata la struttura bisognava provare a metterla in funzione. Bort fece un paio di passi, lenti e insicuri, ma scivolò e cadde a terra. Era come camminare sui tacchi, osservò divertita la madre.
    Il velo deve essere sottile e regolare, preciso, altrimenti il risultato sarà sempre questo. Provaci di nuovo!
    Il secondo tentativo andò un po' meglio, ma il piede del gigante sprofondò di qualche millimetro nel fango, lasciando un'impronta più che evidente. Fu incitato a riprovare di nuovo, ma i tre tentativi seguenti ottennero risultati identici. Ekaterina tirò dunque fuori il suo bastone e colpì con decisione il polso del suo ragazzo, per richiamarlo. Ci voleva concentrazione, non si poteva ripetere ogni volta lo stesso errore. Lo sprone fisico funzionò a dovere e spinse Bort a fare un passo in avanti, anche in senso letterale. Nessun suono, nessuna traccia, anche se solo proprio per un passo singolo. Il tentativo successivo aumentò il numero di movimenti che riusciva a fare correttamente, finché a fine serata non divenne in grado di camminare con l'abilità attiva per tutto il tempo che desiderava.
    Domani: stesso posto, stessa ora! Dobbiamo cercare di applicare tutto questo anche ad un paio di altre cose.
    Bort accettò volentieri l'appuntamento e si presentò puntuale. Per prima cosa la madre cercò di unire le due lezioni precedenti, facendo eseguire al ragazzone dei movimenti furtivi con il Passo Felpato attivo. In quel modo si diveniva quasi impossibili da notare, insistette la donna, era importante riuscirci. Non era semplice mantenere la concentrazione su due attività che al genin non erano ancora del tutto naturali, ma applicandosi a dovere riuscì a superare l'ostacolo senza troppi patemi. Era anche migliorato nella qualità delle sue movenze, notò piacevolmente sorpresa Ekaterina.
    L'ultima cosa che mancava era utilizzare il Passo Felpato in corsa, il modo migliore di depistare eventuali inseguitori nel momento in cui si veniva beccati. Non era nulla di troppo difficile, arrivati a questo punto, bastava raddoppiare il consumo di attivazione. Ci vollero un po' di tentativi, ma il risultato finale era praticamente perfetto.
    Ottimo lavoro! Ormai non sono più tante le cose che posso insegnarti, sono fiera di te!
     
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    Bort stava dirigendosi al campo di allenamento, quando vide un ragazzo dall’aspetto familiare passargli vicino. Era il figlio del suo armaiolo di fiducia, quello da cui aveva comperato praticamente tutto il suo inventario attuale. Si trattava di un ragazzo sulla ventina, alto quasi due metri ma magro come un chiodo. Fu l’altro a riconoscerlo e ad attaccare bottone, spiegando chi era e perché si ricordava del ragazzone. Era diventato da poco ninja anche lui e lo aveva colpito Bort per la sua scelta di comprare oggetti non tradizionali come i Bo-shuriken.
    Senti, visto che siamo alle prime armi entrambi ti va se ci alleniamo insieme?
    Il ragazzone ovviamente accettò e così trovò un compagno di pratica. Jan, questo era il suo nome, era già abbastanza esperto nell’uso delle armi leggere e barattò con Bort alcune delle sue conoscenze con l’insegnamento di un paio di ninjutsu Doton, in particolare delle copie superiori inventate proprio dal Kisaragi. L’apprendimento di questo jutsu impiegò molto tempo al giovane, così come ce ne impiegò parecchio Bort a fare suoi molti degli insegnamenti sulle armi da lancio.
    Il primo passo fu in realtà abbastanza semplice, dovette imparare a evocare oggetti piccoli dai rotoli senza spendere chakra. Non ci voleva chissà quale accorgimento, bastava concentrarsi adeguatamente per usare l’energia senza però impastarla e rilasciarla, in modo da aprire gratuitamente la “porta” del rotolo. Era un po’ come scassinare, venne da pensare al ragazzo, che grazie a questo collegamento non fece fatica ad apprendere il trucco.
    Più complicato fu invece padroneggiare la tecnica di lancio perfetta dei Bo-shuriken. Jan si era trovato in difficoltà a spiegare a dovere il giusto movimento, visto che il ragazzone si era ormai abituato ad un utilizzo discretamente efficace ma stilisticamente pessimo. Il giovane genin si impegnò dunque a modificare la posizione delle dita e il gesto tecnico del lancio con una pazienza invidiabile. Continuò a mostrare a Bort il giusto metodo, a individuare gli errori compiuti da questi e a strigliarlo perché la smettesse di perpetuarli. Era difficile abbandonare abitudini consolidate in mesi di pratica scorretta, ma il ragazzone era determinato a imparare e quindi con un po’ di insistenza riuscì a fare suo anche quel miglioramento. Il passaggio successivo fu generalizzare l’incremento nelle capacità da lanciatore di armi anche a oggetti diversi, nello specifico ai kunai. Bort ne possedeva pochi, ma ogni tanto gli tornavano molto utili, quindi dovette impegnarsi per rendere più efficace l’uso anche di questi.
    Impari in fretta, bestione! Dai, proviamo qualcosa di più tosto.
    Mentre Jan era occupato con l’apprendimento della Sepoltura Prematura, altro jutsu Doton del repertorio di Bort, insegnò al suo compagno una tecnica di allenamento tra le sue preferite. In battaglia non esistono bersagli immobili, affermava con tono un po’ saputello, quindi una delle capacità principali di un utilizzatore di armi leggere era quella di mirare adeguatamente e di mantenere sempre un controllo totale sulla posizione del nemico. Per fare ciò Bort utilizzò i suoi stessi cloni superiori, che faceva muovere al massimo della propria velocità per il campo di allenamento. Per quanto fossero più lenti di lui non era comunque semplice prendere la mira in maniera adeguata e il ragazzone ci mise un po’ a capire come doveva fare per ottenere dei lanci ottimali. Alla fine, grazie ad alcuni suggerimenti dell’altro ragazzo, Bort riuscì ad apprendere le basi anche di questo fondamentale, arrivando ad una comprensione complessiva dell’argomento.
    Bene, credo che possa bastare qui. Mi hai chiesto un’introduzione e così dovresti avere bene idea di cosa si tratta. Se vorrai approfondire ancora sai dove trovarmi. Però non mi dispiacerebbe sfidarti in un uno contro uno, prima di allora. Che ne dici, bestione?

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    Parte consistente dell'allenamento si basa sull'assunto che da regolamento per lanciare i Bo-shuriken c'è bisogno di almeno un livello di armi leggere (pena un malus alla precisione), motivo sia on che off-gdr dell'apprendimento di questo livello (oltre all'abilità dei rotoli). La spec è quella qua sotto:

    Armi Leggere
    Solitamente di fisionomia esile, i ninja che si specializzano in armi leggere allenano il proprio corpo migliorando la precisione e i riflessi. Sono chiamati "cecchini" data la loro predilezione per il combattimento a distanza ma alcuni di loro non disdegnano nemmeno il combattimento ravvicinato in casi particolari.

    Nota: il bonus in precisione ottenuto in questo modo non influirà sulla precisione di eventuali ninjutsu, ma solo sulle abilità fisiche.

    Livello 1
    -- Precisione ed Riflessi aumentano di 2
    -- Evocare armi leggere migliorato: estrarre fuori le armi leggere da un rotolo non costa più chakra.


     
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