Light of the Seven

(Paese dell'Artiglio)

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    Demone incendiario

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    Mi emozionai a salutare gli Onizuka alla loro partenza, ero davvero contenta di essere riuscita ad aiutare Sae che mi dispiacque non andare con lei. Purtroppo però era rischioso andare in un villaggio come Kumo senza un accompagnatore e mi sembrava scortese scomodare Natsuki per qualcosa del genere. Inoltre il padre adottivo di mia nipote mi aveva fornito un’informazione incredibilmente importante, qualcosa che aveva preso la priorità su tutto il resto. Lui mi disse che fin da subito il cognome Netsushi aveva qualcosa di già noto, alle sue orecchie, ma che non era riuscito a capire cosa fino alla fine. Mi disse che era un clan originario di quelle terre, non del Paese del Suono, e che erano legati in qualche modo al Culto dei Sette. Non sapevo di cosa stesse parlando e lui non mi seppe spiegare più di tanto, aveva sentito qualche voce ma non conosceva dettagli. Mi indicò però il luogo in cui reperire le informazioni che cercavo, il Monastero Ettagonale, chiamato anche Tempio di Baelor, dal nome dell’architetto che lo aveva progettato. Era un luogo abbastanza famoso, si trovava nell’entroterra dell’Artiglio. Ero troppo eccitata da quella scoperta, per quanto non fossi sicura che corrispondesse a verità. Dopo aver augurato tutta la fortuna del mondo a Sae nella sua nuova avventura e aver salutato tutta la famiglia, mi allontanai dal porto con passo rapido. Li avrei incontrati di nuovo, lo speravo con tutto il cuore, ma adesso era fondamentale capire chi fossi davvero, quali fossero le mie radici, visto che forse non lo sapevo quanto avevo inizialmente pensato. Ci misi diverse ore di cammino ad arrivare, il posto era un enorme edificio nascosto dalla vegetazione, a mezz’ora di cammino da un villaggio abbastanza grande e sul cucuzzolo di una collina non eccessivamente alta. Quando arrivai davanti all’ingresso trovai un uomo sulla trentina intento a leggere su di un prato. Mi avvicinai, chiedendo se fossi nel posto giusto. Lui rispose di sì e mi chiese cosa volessi da loro. Provai a spiegargli la situazione, che avevo sentito dire che il clan Netsushi aveva a che fare con quell’edificio e che volevo saperne di più. Lui non sembrò capire niente, ma mi disse che dovevo rivolgermi al loro superiore, che chiamò Alto Passero. Lo avrei trovato nel suo ufficio, raggiungibile da una porta sul lato Sud-Ovest dell’edificio. L’uomo si offrì di accompagnarmi, evidentemente aveva voglia di fare quattro chiacchiere visto che non parevano esserci molti visitatori di solito. Arrivammo in poco tempo davanti alla grossa porta in legno, al che lui mi salutò e tornò sul prato. Bussai e una voce profonda mi invitò a entrare. Aprii e mi ritrovai in una stanza abbastanza piccola e spoglia, pavimento in splendido marmo bianco, un piccolo scaffale colmo di tomi polverosi in un angolo e al fondo una grande scrivania in mogano. Dietro questa trovai un omaccione dalla carnagione scura, del tutto pelato, con una vistosa benda che gli copriva un occhio e passava sopra la sua testa. Mi guardò con aria perplessa e non si presentò, aspettando che lo facessi io.
    Buongiorno, io mi chiamo Aiko Netsushi. Mi è stato detto che questo tempio ha a che fare con il mio clan e volevo saperne di più...
    Lui si alzò in piedi di scatto e mi fissò, rivelando viva sorpresa. Mi chiese con tono severo dove avessi sentito qualcosa del genere e io cercai di rispondergli nella maniera più completa possibile. Un mio amico aveva sentito da un suo anziano conoscente qualcosa del genere, ma non aveva idea di cosa significasse di preciso.
    Beh, ti hanno mandato nel posto giusto, mi sa. Questo tempio un tempo è stato il regno dei tuoi antenati. Se vuoi ti racconto la loro storia...
    Annuii alla proposta dell’uomo, avevo bisogno di sapere di più.
    In sostanza questo tempio e l’ordine che lo abita sono stati fondati dai Netsushi, non so dirti i dettagli ma so che è così. Qui si venerano i Sette Dei e un tempo era la dimora anche del Credo Militante, un gruppo armato di uomini preposti a mantenere l’ordine e il rispetto delle leggi divine. Come immagino tu abbia intuito i vertici e la colonna vertebrale di questo gruppo erano composti da membri del clan Netsushi. Non sto a farti il riassunto lungo, molte cose non le ricordo, ma in sostanza gli uomini del Credo hanno dimenticato uno dei comandamenti fondamentali imposti dagli Dei. “Dai al Kage ciò che è del Kage, agli Dei ciò che è degli Dei”. La giustizia umana e quella divina non sono in lotta fra loro e la seconda non deve cercare di imporsi sulla prima. La tracotanza del tuo clan ha portato ad una risposta del capo della nazione. Non chiedermi chi fosse o quanto tempo fa, non lo ricordo assolutamente. Quello che ricordo è che ha soppresso il Credo e esiliato tutti i suoi membri. C’è stato un brevissimo conflitto, qualche morto, poi i Netsushi si sono arresi e sono fuggiti, da allora non sappiamo più niente di loro. Il vostro nome è stato dimenticato da tempo, ma a quanto pare qualche vecchio ancora lo trova familiare. Tu sei la prima persona del tuo clan a entrare in questo tempio consacrato sin da allora, a quanto mi è dato sapere. Dimmi, sei soddisfatta adesso?
    Rimasi un attimo a riflettere, per digerire tutta quella mole di informazioni. Ciò che avevano fatto i miei antenati inizialmente era di certo lodevole, ma in seguito avevano dimostrato di non essere all’altezza dei loro propositi, non sapevo se perché troppo zelanti o perché affamati di potere. Era troppo poco quello che ero arrivata a conoscere, non mi bastava.
    Non proprio, no. Ecco... io vorrei saperne di più. Su quello che è successo, su come e perché i miei antenati abbiano fatto quell’errore, su cosa sia successo. E vorrei sapere di più sui Sette Dei, vorrei sapere cosa veneravano i miei antenati, in cosa credevano. Signor Alto Passero, posso-
    Fui interrotta dall’uomo, che sembrava averne sentito abbastanza. Fui intimorita dal suo tono perentorio, ma poi le parole dell’uomo mi dimostrarono che dovevo essermi sbagliata su di lui.
    Chiamami pure Bajirio, non amo quel titolo che mi hanno appioppato! Non sono un dannato passero. Comunque, riguardo alle tue richieste... non sono uno storico, non so dirti tutte quelle cose che vuoi sapere, forse le trovi nei libri della biblioteca ma non saprei cosa potresti farci. Invece se vuoi sapere dei Sette posso dirti che sei nel posto giusto. Qui puoi ricevere un’educazione religiosa come si deve, visto che pare che non ti è stata data prima. Magari inizierai a credere nei Sette anche tu, come hanno fatto per secoli i tuoi antenati. Magari lo farai abbastanza da voler fermarti qui, da voler prendere i voti. Una nuova sacerdotessa farebbe bene al nostro tempio, sai?
    Il tono della proposta sembrava davvero quello sbagliato per parole del genere, sembrava più un invito galante che uno sacro. Mi trovai in difficoltà nel rispondere, tanto che dopo qualche secondo di tentennamenti provai a biascicare qualcosa sul fatto che fossi una viaggiatrice e che non avrei potuto fermarmi per sempre laggiù.
    Ahr, ahr, ahr! Sei divertente, giovane! Beh, comunque ci sono stati anche sacerdoti itineranti, se vuoi continuare il tuo viaggio potrai farlo anche dopo aver preso i voti. I Sette hanno bisogno anche di pastori che si mischiano nel loro gregge, in tutto il gregge umano, non solo di vecchi incartapecoriti che tengono viva la memoria in una piccola comunità ai confini del mondo. Pensaci, ragazza!
    Io ci pensai qualche istante, in effetti l’idea di essere utile come poteva esserlo una sacerdotessa mi titillava assai e il poterlo fare senza interrompere il mio viaggio sembrava perfetto. Però io non sapevo niente di Dei e quant’altro. Ero convinta esistessero, ne ero quasi sicura, ma non mi ero mai interessata più di tanto a loro, a me piacevano gli esseri umani. Quando espressi questo mio pensiero a voce alta provocai un’altra grassa risata dell’uomo nero.
    Se ami gli uomini conoscere gli Dei è necessario. Sono loro ad averli creati, sono loro a vegliare sulla umanità intera, a impedire che le cose vadano male in questo mondo, a farlo funzionare. Se vuoi conoscere il mondo terreno non c’è altra maniera che conoscere il mondo divino, la teologia è la più pura di tutte le conoscenze. E io posso insegnartela, se vorrai. Ragazza, ti farò un’offerta che non potrai rifiutare: vitto e alloggio a nostre spese, accesso alla biblioteca per assecondare i tuoi dubbi e lezioni di teologia impartite da me in persona. Sei disposta a provare, anche solo per un certo periodo? Ho visto una luce in te, un qualcosa che non saprei spiegare. Non sei ancora illuminata dalla fede, ma potrai esserlo presto, credimi. Allora, ti senti pronta?
    Rimasi a riflettere ancora un po’, ma alla fine accettai. Chiesi di poter aiutare con delle faccende pratiche, per ricambiare la generosità del sacerdote. Lui mi guardò un po’ stranito, ma accettò molto volentieri. Mi diede una sistemazione, una cella talmente piccola e spoglia che faticavo a chiamarla stanza. Mi disse che le abitudini dei tempi passati erano molto più spartane di quelle attuali, cosa a cui non faticai a credere. Mi disse che in città avrei trovato tutte le cose di cui avevo bisogno e che non avrei dovuto farmi problemi a chiedere a lui nel caso avessi avuto necessità specifiche. Subito dopo mi presentò ai suoi confratelli, otto uomini quasi tutti sopra i cinquant’anni. C’erano anche tre novizi, due femmine e un maschio, tutti sulla ventina di anni, e una conversa di mezza età, ovvero una donna laica che si occupava di alcune questioni pratiche. Sembravano brave persone, anche se un paio dei sacerdoti dimostrarono una certa chiusura mentale nei miei confronti, nel corso del periodo successivo. Dal giorno dopo iniziai quel periodo di prova, una sorta di preludio al noviziato. Il mattino aiutavo con tutte le faccende in cui potevo essere utile, dal lavoro nei campi coltivati dall’Ordine sino alle pulizie del tempio. Il resto della giornata invece era dedicata allo studio, alternando le lezioni con Basilio alla lettura individuale nella biblioteca. Quest’ultimo era un ambiente molto piccolo, ma altrettanto pieno, era strano pensare che in così poco spazio ci fosse così tanta conoscenza. Lessi distrattamente alcune cose, non mi piacevano i libri, mi trovavo di più a parlare con le persone. Però al terzo giorno della mia permanenza trovai qualcosa di sorprendente. Un libro, intitolato “Luce dei Sette”, spiegava la storia e i poteri del clan Netsushi. Sette abilità oculari, tutte quante doni delle divinità a cui i miei antenati erano devoti. Erano quasi tutte collegate allo Shakuton, lo verificai già alla prima veloce occhiata, quindi forse le avrei potute imparare anch’io. E, come scoprii poco dopo, alcune le avevo già apprese. L’Occhio della Morte e l’Occhio della Vita erano due di quelle tecniche e le conoscevo già. Iniziai a leggere approfonditamente la parte relativa alla prima di queste due e ne ricavai per lo più notizie che conoscevo già, sia per quanto riguardava le origini della tecnica sia per i suoi effetti. Era un po’ strano perché finalmente sapevo chi erano il Dio della Morte e la Dea della Vita, due entità che per me in precedenza erano estremamente vaghe e poco importanti. Bayam, la divinità preposta al meccanismo di decesso e resurrezione di tutti gli esseri umani, aveva donato un doujutsu che permetteva ai Netsushi di riconoscere eventuali criminali perché non sfuggissero alla giustizia. Bikira, madre vergine e Dea della Vita in tutte le sue forme, aveva dato l’Ikigan ai membri del clan perché non si lasciassero ingannare dalle evidenze e riuscissero sempre a distinguere un innocente da un colpevole. Conoscere il perché quelle tecniche erano state create, o meglio donate ai miei antenati, mi fece capire meglio il significato dei miei poteri, del mio sangue, dei miei occhi. Ero sempre stata sicura che gli dei esistessero, ma non pensavo che un giorno li avrei incontrati, sulle pagine di un libro, in un tempio, dall’altra parte del continente rispetto a quella che era stata casa mia. Chissà cosa avrebbero detto i miei genitori, chissà cosa avrebbe detto mia sorella. Da quel momento in poi mi impegnai molto più di prima a capire tutto, Bajirio notò subito la mia maggiore motivazione. Iniziai a imparare i nomi, le storie, le preghiere, i riti. Ma soprattutto cercai di interiorizzare il più possibile i principi su cui i Sette basavano questo mondo. Solidarietà tra esseri umani, rispetto di tutte le vita, disprezzo della violenza immotivata e, soprattutto, amore assoluto per la giustizia. Erano precetti che avrei condiviso al di là dell’esistenza stessa degli Dei, ma sapevo che principi puri e splendidi come quelli non potevano essere umani, dovevano essere per forza divini.
    Sono pronta a iniziare il periodo di noviziato, Bajirio, ormai sono sicura.
    L’uomo mi osservò per un istante, poi poggiò entrambe le mani sulle mie spalle e mi piantò gli occhi addosso.
    La fede nei Sette si coltiva ogni giorno, con lo spirito e con le azioni. Dovrai rinunciare a ogni malvagità, a ogni malizia residua che c’è in te. Dovrai rifuggire gli eccessi di egoismo, dedicarti alla comunità, senza però rinunciare alle tue passioni e a ciò che ti fa felice. Sei già sulla strada giusta, Aiko!



    Questa ruolata è ambientata subito dopo GTN, quindi inizia a metà agosto. Ci ho messo un sacco a scriverla :/
    Mi sono tenuto il più vago possibile su questioni temporali e altri dettagli, in modo da non creare contraddizioni e forzature.
     
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    Gli allenamenti insieme a Sae e quelli per apprendere i doujutsu del mio clan avevano avuto molto più effetto di quello che credevo. Le mie abilità erano cresciute ancora, lo sentivo benissimo. Per questo mentre cercavo di superare le difficoltà ad apprendere le ultime tecniche rimaste decisi di dedicarmi un po’ a migliorare il mio controllo del chakra. Ero sicura che questo mi avrebbe aiutato a superare le difficoltà che stavo incontrando con gli Occhi del Sole e quelli della Guerra. Come già accaduto in passato pensai come prima cosa di utilizzare le Maikohoshi per aiutarmi in quegli esercizi. Per questo motivo una sera come altre, mentre mi trovavo nel mio Rotolo Edificio, quasi pronta per dormire, creai due Piccole Stelle Danzanti e le feci muovere per i dintorni con precisione e rapidità. Dopo pochi istanti spostai la mia concentrazione su altro, iniziando a leggiucchiare un libro. Mettere in background un processo del genere poteva aiutarmi a sentire una maggiore naturalezza nel controllo dell’energia. In effetti l’esercizio, che provai a ripetere anche le sere successive, mi aiutò a imbastire il primo miglioramento. Utilizzavo le Maikohoshi in maniera continua fino a che le mie riserve lo permettevano. All’inizio ne manipolavo solo due alla volta, poi iniziai ad aggiungere la terza, visto che in questo modo guadagnavo quel margine che era possibile rosicchiare. Non riuscii subito a ridurre al minimo il consumo, anzi per molto tempo dovetti combattere per diminuire la quantità di chakra utilizzato. Per questo motivo cercai di diversificare gli esercizi, cosa che mi riuscì particolarmente bene soprattutto quando ripresi a suonare. Per fortuna il Rotolo era insonorizzato, quindi suonare lì dentro non infastidiva gli altri abitanti del Tempio. Lasciai spesso ai cloni il compito di darsi da fare con gli strumenti, mentre io eseguivo gli esercizi per il controllo. Utilizzai anche i consigli che mi avevano dato Fu e Jin, eseguendo in più momenti le tecniche del Ritmo Diastaltico e Sistaltico, il tutto spesso con l’aggiunta delle Maikohoshi di background. Come sempre la musica rendeva le cose più semplici, più naturali. Il flusso di chakra seguiva il ritmo delle note e batteva insieme ad esso, all’unisono. Un equilibrio debole ma quasi perfetto, il mio controllo dell’energia stava arrivando ad un livello notevole, più alto di quello che avrei mai pensato di raggiungere anche solo un paio di anni prima. Però non avevo ancora raggiunto l’obiettivo, avevo rosicchiato solo un’altra tacca, potevo fare di più, lo capivo benissimo. L’allenamento serale divenne un appuntamento fisso e iniziai a utilizzare anche le tecniche nuove, in modo da uniformare i guadagni a tutti i jutsu del mio repertorio. Lo Sbuffo e il terzo livello del Vapore Assassino li provai però fuori dal Rotolo, che altrimenti rischiava di finire distrutto. Lavorare e studiare di giorno rendeva faticoso tenere un ritmo di allenamenti alto, la sera, però avevo un obiettivo e i miglioramenti che osservavo giorno per giorno mi aiutavano a mantenere alta la concentrazione. Inoltre la musica mi aiutava a non sentire in maniera eccessiva il peso della fatica. Con il giusto sottofondo sarei riuscita a fare di tutto, non importa quanto tosto.
    Alla fine di quella lunga cavalcata avevo raddoppiato il guadagno iniziale, arrivando ad un risultato parecchio buono, ma sapevo di poter fare di più, nonostante stessi trovando difficoltà a sbloccarmi.


    Primo post del livello 5 di spec. Lo metto in questo topic per comodità, anche se è ambientato parecchio dopo l'arrivo di Aiko al Tempio.

    Livello 5

    --Attivazione delle tecniche: 15
    --Mantenimenti: 4
    --Abilità: 5
     
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    Per cercare di dare una svolta ai miei allenamenti decisi di provare una modalità tutta nuova. E, ripensando alla discussione avuta con Maskirovka, mi venne in mente l’idea giusta. Provare a inventare una tecnica o un’abilità che mi permettesse di cuocere alimenti con l’ausilio del chakra Shakuton. Non ero sicura che fosse possibile, ma volli comunque provare. Non avevo alcuna guida in questo mio tentativo, era qualcosa di abbastanza fuori dalla norma da farmi credere che nessuno dovesse aver mai pensato di fare qualcosa del genere. Usare un’abilità innata creata per disidratare totalmente una persona, rendendola del tutto inabile a muoversi e infine ucciderla, per riscaldare il proprio cibo. Era abbastanza fuori di testa da essere perfettamente in linea con i miei tentativi passati, come ad esempio i cloni utilizzati per suonare o addirittura l’Eakonin.
    Il primo pensiero fu quello di recuperare del materiale di lavoro. Non volevo sprecare del cibo, sarebbe stato un sacrilegio nei confronti degli Dei e degli uomini che avevano lavorato per ottenerlo. Mi feci consegnare gli scarti dei pasti del Tempio da Bajirio, che accettò non senza stupore. Anche se non era molta la quantità poteva bastarmi per i primi tentativi. Questi si dimostrarono semplicemente disastrosi e mi fecero dubitare della fattibilità del progetto. Il cibo in questione perse in un istante tutti i suoi liquidi, diventando una strana poltiglia secchissima. Ci volle uno sforzo di ingegno per capire che era necessaria un’opera di ripensamento totale dei metodi. Invece di concentrare il chakra nella mia mano e poi toccare la pietanza, provai a immettere l’energia di Vampa in quest’ultima. Mantenni il mio arto comunque a contatto con essa per tutto il tempo necessario e finalmente sentii che la cosa diveniva più vicina a quello che volevo ottenere. Al primo tentativo i rimasugli di pollo, per lo più osso, divennero carbone puro. Avevo sbagliato qualcosa, ovvero il tempo di mantenimento di questa abilità. Dovevo capire a quanto corrispondesse il tempo di cottura, visto che era bastato meno di un minuto per trasformare dei resti di cibo in un ammasso totalmente nero. Provai e riprovai, a ripetizione, finché il controllo di quel processo non divenne molto più stabile. Non era semplice, richiedeva una certa concentrazione. Ci misi alcuni giorni, ma alla fine arrivai a padroneggiare la tecnica di base, a cui poi riuscii ad aggiungere anche un altro dettaglio. Infatti intuii che potevo sfruttare il fatto che alcuni metalli fossero conduttori di calore per aiutare il mio metodo di cottura personale, come del resto succedeva già per quelli normali. Per fortuna ebbi il buon senso di comprare una pentola di primo prezzo per eseguire i miei tentativi, perché il primo di essi si concluse con un disastro epico. Avevo tenuto una temperatura troppo alta e il ferro aveva iniziato a fondersi, mischiandosi con la zuppa di scarti che stavo preparando in questa maniera. Questo fallimento mi fece capire che dovevo modulare meglio le energie quando usavo uno strumento, abbassando il calore e dunque raddoppiando in sostanza il tempo da impiegare. Quando finalmente mi sentii sicura di aver raggiunto l’obiettivo, andai da Bajirio per mostrargli i risultati. Avevo preparato l’impasto per dei biscotti e ne cossi uno proprio davanti ai suoi occhi, a mani nude. Gli porsi dunque il dolce, in modo che lo assaggiasse. Lui titubò per qualche istante, poi finalmente lo mise in bocca. Subito dopo fece una faccia goduta.
    Mmm, per niente male. Tu sei tutta strana, Aiko, ma mi piace il tuo stile!



    Intermezzo. Post di apprendimento di questa abilità qui (che mi servirà il prossimo post).

    Mano del cuoco
    Tipo: abilità personale
    Livello 3
    Sfruttando alcune proprietà del chakra Shakuton e infondendolo in un dato cibo attraverso il contatto diretto, l’utilizzatore può eseguire il processo di cottura a mani nude. Data l’elevata temperatura, ogni turno (10 secondi) di utilizzo dell’abilità corrisponde a 10 minuti di cottura a temperatura normale. È possibile anche utilizzare oggetti in metallo (ad esempio pentole) come tramite, ma in tal caso il tempo è raddoppiato (ovvero ad ogni turno corrispondono cinque minuti di cottura).
    Consumo: 5 a turno
     
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    Una volta completato il lavoro sulla “Mano del cuoco” - così avevo deciso di rinominare quella abilità - cercai di sfruttare quanto appreso per riprendere gli allenamenti sul controllo del chakra. Per prima cosa cercai di applicare gli sconti precedentemente acquisiti a quel mio nuovo strumento, ma con mio grande stupore mi trovai di fronte ad un muro. Mi ero trovata nell'identica situazione quando avevo tentato di fare lo stesso con un’altra abilità, ovvero al camminare sull’acqua. Questa, al contrario di tutte le tecniche che conoscevo, pareva impossibile da scontare e così sembrava accadere anche per la Mano del cuoco. Era molto più difficile migliorare il controllo del chakra di qualcosa che richiedeva soltanto un controllo basilare. Non sembrava esserci niente di trascurabile, di migliorabile, era tutto totalmente necessario. O almeno così avevo pensato che fosse, anche se mi era rimasto il sospetto che si trattasse semplicemente di un limite mio, in qualche modo sorpassabile. Ora che mi trovavo a sbattere di nuovo contro quel muro, oltretutto il secondo che incontravo in pochi giorni, decisi che era il momento di ribellarmi. Presi tutti i libri che trovai in biblioteca anche solo vagamente attinenti all’argomento e iniziai a concentrarmi quasi esclusivamente in quello nei pochi allenamenti che riuscivo a fare nel tempo libero. Chiesi e ottenni di poter cuocere io stessa tutti i pasti degli abitanti del Tempio, in modo da poter sforzare in maniera continua e ripetuta quella abilità. In questo modo riuscii a tenere sotto controllo i miglioramenti nella manipolazione dell’energia, che non tardarono ad arrivare. L’apporto teorico non fu molto consistente, ma mi diede il la. Mentre leggevo un trattato sul potenziamento del chakra, che consigliava una serie di esercizi di meditazione e circolazione dell’energia, mi venne in mente un semplice spunto per qualcosa di totalmente diverso. Il movimento era importante e poteva in qualche modo aiutare a sopperire alla quantità. Una volta chiarito il metodo da applicare fu tutto più semplice, bastò iniziare a provare e riprovare. Concentravo forzosamente una quantità di energia minore e la facevo volteggiare in maniera rapidissima per tutto il tempo necessario. Dovetti procedere lentamente, guadagnando faticosamente tutti i risparmi che già mi ero assicurata per tutte le altre tecniche. Pian piano raggiunsi il consumo minimo, prima per il Camminare sull’acqua e poi per la Mano del cuoco. Visto che entrambe queste abilità avevano un costo in chakra piuttosto basso il guadagno netto fu molto minore rispetto a quello che mi ero costruito in passato per tutto il resto del mio repertorio, però sentivo che questo miglioramento aveva un peso specifico molto maggiore di quanto potesse sembrare. Non fu dunque una sorpresa scoprire che quella conquista sbloccò qualcosa in me, permettendomi di superare il muro contro cui mi ero schiantata qualche settimana prima. Nel giro di pochi giorni arrivai a conquistare anche la terza tacca di risparmio, il tocco decisivo. Un millimetro alla volta stavo costruendo un percorso sempre più lungo e solido, le mie abilità stavano iniziando ad essere degne di nota. E proprio la fatica con cui le avevo conquistate mi rendeva terribilmente fiera di me stessa.

    Post 2/2 della spec
     
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    I could be bounded in a nutshell and count myself a king of infinite space.

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    Approvate sia la spec che l'abilità!
    Vai e cucina deliziose cenette a chakra scontato!
     
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