Un tavolo per due

Aiko e Nat (Artiglio)

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    Dopo alcune piccole disavventure l'estate aveva ripreso a essere ottima. Le lezioni con Sae erano iniziate in maniera non semplice, ma erano poi continuate molto bene e oltretutto avevamo legato parecchio, nonostante ci conoscessimo da così poco. Per di più ero riuscita finalmente a scrivere a Natsuki e a organizzare con lei per rincontrarci. Era da mesi ormai che pensavo al modo di andarla a trovare, da quando avevo conosciuto Kiryan, probabilmente. Lei era riuscita pure a venire a vedere il mio concerto di luglio, nonostante fosse di sicuro piena di impegni, però non ero riuscita a vederla in quella occasione. Dovevo trovare il modo di ringraziarla per la sua gentilezza, per questo la invitai in un locale che conoscevo bene, sempre nel Paese dell'Artiglio. Si trovava nel secondo porto della nazione, un villaggio non troppo grande ma abbastanza trafficato, nella zona a Nord. Lì mi ero riparata subito dopo la morte di Ichiro, lì avevo incontrato la donna che mi aveva introdotta alla conoscenza dei rotoli, Hiromu. Ero già passata a trovarla una volta nei primi giorni della mia permanenza dagli Onizuka e avevamo parlato amabilmente a lungo. Le avevo anche chiesto se potessi prenotare un tavolo per il weekend, per incontrare una mia amica, e lei mi aveva concesso questa possibilità. Per fortuna nei giorni successivi mi arrivò anche la conferma da parte di Natsuki, quindi quando giunse la mattina di domenica potei dirigermi verso il locale tutta contenta. Avevo la giornata libera, quindi avrei passato volentieri anche il pomeriggio insieme alla kumiana, se lei ne avesse avuto voglia. Arrivai al luogo attorno alle dieci e mezza, con un discreto anticipo sull'orario su cui ci eravamo accordate. Fui accolta da Hiromu, che mi accompagnò al tavolo che ci aveva riservato, in una saletta piccola e accogliente. Il locale era ancora quasi vuoto, quindi probabilmente non avremmo avuto nessuno a disturbarci. Avevo indicato alla figlia dei proprietari della locanda il segno particolare più vistoso di Natsuki, la benda, in modo che la riconoscesse subito, visto che il posto che ci aveva assegnato non era visibile dall'ingresso. A quel punto non mi rimaneva che aspettare che la mia amica arrivasse, ero impaziente di vedere con i miei occhi come stava, di sentire quali novità avesse, di parlare con lei in tranquillità.
     
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    Natsuki doveva ammettere di essere molto contenta di essere finalmente riuscita a cambiare qualche parola con Aiko e di aver ottenuto una convocazione al suo cospetto, nel Paese dell’Artiglio. Per una madre aveva sbagliato termine visto che la ragazza non era certo un funzionario importante o un suo superiore, ma per lei era una persona così in gamba da rendere quelle parole più veritiere possibile. Già al loro primo incontro si era accorta di quanto fosse gentile – aveva offerto del cibo buonissimo ed il cibo era importantissimo per Natsuki! – ma soprattutto intelligente. Non era una ninja rozza come lei, sapeva parlare e probabilmente la sua mente era anche ricca di cultura, cose che la Grafema stimava particolarmente nelle altre persone visto che erano caratteristiche che a lei mancavano.
    Il fatto di aver sentita suonare un po’ di tempo prima in quel modo così soave, non aveva fatto che aumentare la stima che aveva nei suoi confronti, rendendola quasi una sua fan. Probabilmente se fosse stata interessata alla musica o minimamente portata in quel campo le avrebbe pure chiesto di insegnarle qualcosa. Insomma, trovava Aiko una donna sorprendente ed era entusiasta di poterla rivedere a passare qualche ora con lei. Non aveva idea di cosa raccontarle visto che non era brava in quelle cose e quella era la sua prima amica non ninja, però ci avrebbe provato comunque!
    Nonostante nel suo ideale la cosa migliore sarebbe stata presentarsi in abiti civili, non aveva potuto fare a meno di mettere il coprifronte sul solito braccio destro e di tenere le sue due spade legate al fianco. Non aveva ancora risolto il problema dello scioglitore, quindi era meglio stare attenti e con gli occhi aperti. Er il resto indossava un uwagi beige smanicato e dei normali pantaloni marroni e larghi abbastanza da permetterle di compiere agilmente i movimenti.
    Non era stato difficile arrivare di fronte al posto indicatole da Aiko nella lettera, era bastato chiedere qualche informazione agli abitanti del luogo, perdersi un paio di volte e tornare sui propri passi! Insomma, un gioco da ragazzi! Era entrata, lanciandosi un’occhiata incuriosita intorno, studiando per bene il locale. Il lato positivo è che almeno sembrava fare più fresco all’interno dello stesso piuttosto che fuori. Cominciava già ad essere insofferente al caldo torrido di quei Paesi tropicali. Dopo aver saziato la propria sete di curiosità, in ogni caso, si era mossa verso il bancone chiedendo della donna con un’espressione gentile che di solito bastava a smorzare la sua figura rigida.

     
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    Ah, tu devi essere l'amica di Aiko, vieni ti porto da lei.
    Non passò molto tempo quando sentii delle voci provenienti dall'altra stanza. Qualche istante dopo le vidi comparire, la ragazza bionda accompagnò la kumiana al mio tavolo e poi tornò subito al bancone. Io accolsi la giovane kunoichi con un lieve inchino e un sorrisone di benvenuto. Avrei voluto darle un nell'abbraccio, ma temevo che lei non fosse il tipo e non volevo la prendesse male.
    Natsuki! Ti trovo in forma! Come stai?
    Lei era vestita come al solito in maniera marziale ma molto elegante. In qualche maniera trovavo che quello fosse il vestiario che più le si adattava, le donava e faceva risaltare la sua bellezza, non sarebbe successo lo stesso con un altro tipo di abbigliamento, mi venne da pensare. Gli abiti che aveva scelto sarebbero stati perfetti per muoversi agilmente, per combattere, magari avremmo potuto allenarci insieme il pomeriggio, se avesse voluto. La gonnellina che avevo scelto per l'occasione non era molto adatta, ma avrei potuto cambiarmi al volo se avessimo deciso di fare qualcosa del genere.
    Feci cenno con la mano alla ragazza di sedersi, poi avrei fatto lo stesso anch'io, passandole il menù perché potesse scegliere qualcosa da ordinare.
    È da circa un anno che non ci vediamo. Cosa mi racconti? Qualche bella novità?
     
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    Fortunatamente non aveva dovuto attendere molto visto che una ragazza bionda l’aveva riconosciuta come l’amica di Aiko e le aveva fatto strada verso un posto un po’ più isolato del locale. Era molto gentile da parte sua, quindi le aveva rivolto un piccolo inchino di ringraziamento prima di camminare dietro di lei dandosi un’occhiata in giro. Una volta arrivata al cospetto della ragazza più grande l’aveva salutata con un sorriso altrettanto contento, anche se meno palese e più timido. Si era avvicinata, poggiando distrattamente le mani sull’elsa di una delle sue due spade per tranquillizzarsi. In effetti c’era un motivo per cui si sentiva un po’ in colpa ed in tensione all’idea di incontrare Aiko e averla lì davanti aveva amplificato la sensazione spiacevole.
    - Salve Aiko. Grazie per il complimento. Io sto bene, a parte il caldo, tu invece?- aveva detto con fare un po’ rigido anche se chiaramente interessato, legando la sacca da viaggio alla spalliera della sedia. Aveva poi lanciato un’occhiata alla ragazza al suo gesto di mettersi seduta, annuendo ubbidiente e studiandola. Era vero che non si vedevano decentemente da un anno, sebbene lei fosse riuscita a scorgerla sul palco poco tempo prima durante il suo concerto non era la stessa cosa di averla di fronte e constatare che stesse effettivamente bene. Non appena preso il Menù l’aveva subito poggiato sul tavolo, però decidendo prima di togliersi quel pensiero.
    - Ho un po’ di novità in effetti, anche se prima vorrei chiederti scusa.- aveva iniziato a dire con tono serissimo, togliendosi nervosamente una ciocca di capelli da volto per metterla dietro l’orecchio. – Non sono riuscita a farti i miei complimenti al concerto e questo mi è dispiaciuto molto, quindi vorrei farteli ora.- aveva continuato allungandosi verso la sacca da viaggio e tirando fuori un mazzo di fiori finti un po’ sgualciti ma che erano chiaramente stati tenuti in buone condizioni nonostante il viaggio. Avevano delle belle sfumature arancioni, gialle e rosse, colori abbastanza estivi e che richiamavano il fuoco. Li aveva fissati per qualche secondo, per poi allungarli verso Aiko con un sorrisetto imbarazzato e non molto convinto.
    - Mia sorella mi ha detto che è una usanza comune regalare dei fiori ai musicisti… e visto che sei sempre in viaggio ho pensato di prenderli di questo tipo. Scusami se non sono riuscita a darteli prima e se non sono niente di che, ma volevo comunque farti i miei complimenti, sei un’artista meravigliosa.- aveva concluso parlando persino più del solito, segno di quanto fosse effettivamente in difficoltà e non proprio pratica di quel genere di cose. Sperava che i suggerimenti di sua madre e sua sorella non fossero sbagliati e che Aiko avrebbe apprezzato il suo regalo, non voleva certo farle uno sgarbo!

     
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    Tutto bene, grazie.
    Natsuki si era dimostrata impacciata, nervosa, anche se non capivo perché. Temetti di essere stata troppo invasiva, era un mio brutto vizio e dovevo sempre cercare di trattenermi per evitarlo.
    Ho un po’ di novità in effetti, anche se prima vorrei chiederti scusa.
    Non sono riuscita a farti i miei complimenti al concerto e questo mi è dispiaciuto molto, quindi vorrei farteli ora.

    Avrei voluto intervenire, ma vedendola armeggiare non seppi bene cosa dire o fare. Rimasi ferma, col volto pieno di stupore e curiosità, in attesa di vedere cosa stesse facendo.
    Mia sorella mi ha detto che è una usanza comune regalare dei fiori ai musicisti… e visto che sei sempre in viaggio ho pensato di prenderli di questo tipo. Scusami se non sono riuscita a darteli prima e se non sono niente di che, ma volevo comunque farti i miei complimenti, sei un’artista meravigliosa.
    Quando la ragazza tirò fuori un mazzo di fiori finti mi lasciò del tutto spiazzata. Nonostante non fossero come quelli veri erano davvero molto belli, chiunque li avesse creati doveva essere assai abile. I colori erano vivi, piacevolissimi, li adorai sin da subito. Il mio volto avvampò, non mi aspettavo un gesto del genere da lei, e sentii che i miei occhi si stavano inumidendo un po', per la commozione.
    Ma no! Non era necessario! Grazie mille, davvero. Ti ringrazio tanto, non c'era bisogno. Sono molto belli. Mi ha fatto estremo piacere già solo il fatto che tu sia venuta, non sai quanto. E sono ancora più contenta che ti sia piaciuto, avevo un po' paura che per voi ninja fosse troppo... "strano". Sono davvero felice che non sia stato così. Ecco...
    Mi presi un attimo di tempo per riflettere, se chiedere davvero quello che volevo chiedere. Alla fine non seppi resistere, sperai solo che la ragazza non mi prendesse per una stramboide.
    Posso... posso abbracciarti? Sei stata davvero gentilissima!
    Al diavolo il timore di essere invadente, avevo proprio voglia di stringerla anche solo per un attimo, ringraziarla del suo pensiero. Avrei aspettato anche solo un cenno per alzarmi e andare da lei per un rapido ma sentito abbraccio.
    Grazie ancora, Natsuki.
     
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    La gioia che ad Aiko andasse tutto bene era stata presto sostituita dalla preoccupazione data da quel gesto a cui non era abituata e che credeva sarebbe risultato ridicolo o scortese. Si potevano fare i regali anche a distanza di tempo? Non era assolutamente pratica della cosa. Non sapeva neanche se il fatto che la donna sembrasse sorpresa per via del suo gesto e che fosse addirittura arrossita fosse un buon segno o meno, era anche interpretabile con un segno di imbarazzo del resto. Insomma, era totalmente nel pallone nonostante provasse a mantenere un’aria composta. Aveva cercato di evitare di arrossire di rimando, per non metterla in soggezione e si era fatta concentratissima quando quella aveva accennato a parlare. Fortunatamente Aiko aveva apprezzato il suo gesto e anche tanto! Improvvisamente la sua espressione si era fatta più rilassata e si era persino permessa di sorridere più apertamente. Aveva inclinato il capo incuriosita quando quella aveva fatto una pausa, salvo poi bloccarsi di colpo al sentire la richiesta di un abbraccio.
    Il primo istintivo pensiero di Natsuki era stato che almeno lei, al contrario di Rin, lo chiedeva prima di farlo ma se ne era subito pentita. Era un pensiero cattivo e non le andava giù, insomma abbracciare era normale per le persone, era lei che non lo apprezzava come gli altri. O meglio, lo apprezzava, ma non vi era abituata abbastanza da non reagire come un’idiota ogni volta. Mentre il suo unico occhio tornava di dimensioni normali, la ragazza aveva abbozzato ad un sorrisetto e fatto cenno di sì con il capo. Era stato tutto rapido visto che probabilmente Aiko doveva aver notato come non fosse esattamente pratica della cosa, però non poteva dire che le fosse dispiaciuto. Era bello essere coinvolti in un abbraccio così caloroso e sentito.
    - Non mi devi ringraziare, tranquilla.- le aveva detto rilassandosi contro lo schienale della sedia. Ora che aveva consegnato i fiori si sentiva decisamente meglio – L’ho fatto perché credevo che avrebbe potuto renderti felice una cosa del genere, soprattutto dopo un traguardo così importante. – era stata la sua spiegazione fin troppo diretta, condita però da un’espressione tranquilla che solitamente era strano vederle in volto fuori dal proprio Paese o in presenza di qualcuno che non fosse suo amico. Stava iniziando a trovarsi molto a proprio agio con la donna, ed era un bene. Aveva fin troppi amici ninja maschi, era anche ora che legasse con una persona di sesso femminile che non fosse Makoto. Jack trasformato in Shuugo contava?
    - Stai lavorando in questo Paese al momento? A breve avrò un concerto vicino casa?- le aveva domandato allungando una mano verso il Menù e dandogli un’occhiata distratta, sembravano tutte pietanze interessanti e quello era un ottimo segno – Ultimamente lo sto frequentando spesso, sono sulle tracce di un efferato serial killer che sta terrorizzando questa zona, da Oto a Kumo, non so se ne hai sentito parlare. Bisogna essere molto cauti, purtroppo.- aveva aggiunto un pizzico di preoccupazione nella voce.

     
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    Natsuki accettò con un gesto del capo, anche se all’inizio non sembrava convintissima. Mi convinsi dunque a fare quella piccola forzatura, avrei trovato in seguito il modo di ripagarla.
    Non mi devi ringraziare, tranquilla.
    L’ho fatto perché credevo che avrebbe potuto renderti felice una cosa del genere, soprattutto dopo un traguardo così importante.

    Carina. Tornai a sedermi con un bel sorriso sul volto, del tutto soddisfatta di come stessero andando le cose.
    E lo ha fatto. Sapere di avere degli amici tra il pubblico mi ha aiutato molto, era come se foste al mio fianco. I fiori poi sono stati una graditissima sorpresa, davvero. Ringrazia poi anche tua sorella da parte mia.
    Rimasi qualche istante a scrutare il regalo con aria raggiante, riflettendo su quale fosse il posto migliore dove sistemarlo. Probabilmente la soluzione giusta era metterlo nel rotolo da polso, che ormai tenevo quasi sempre nella Rotoleria Dimensionale. Volevo conservarlo per sempre, magari avrei usato quei fiori per decorare le camere che ogni tanto mi capitava di occupare temporaneamente. Spesso erano davvero spoglie, uno sprazzo di vitalità era cosa buona e gradita, soprattutto perché quell’oggetto era legato a ricordi molto piacevoli.
    Stai lavorando in questo Paese al momento? A breve avrò un concerto vicino casa?
    Fu la domanda di Natsuki a riportarmi al presente. Era una situazione un po’ difficile da spiegare, quella in cui mi trovavo in quel momento, ma cercai di rispondere al meglio.
    Ecco... al momento non è che stia proprio lavorando. In sostanza ho trovato per puro caso, dopo anni, una mia nipote, la figlia minore della mia sorellina. In pratica sono ospite dalla sua famiglia adottiva e in cambio della loro ospitalità io sto provando a insegnarle l’abilità innata della nostra famiglia. Sai, quelle sfere infuocate, mi pare di avertele mostrate durante l’allenamento insieme a Kichi. Io non sono granché come maestra, ma Sae è una spugna e capisce tutto subito. Tra poco più di una settimana lei farà l’esame genin, vuole diventare una ninja di Kumo. Ed è una spadaccina, un’apprendista almeno. Sa maneggiare le katane già decentemente, per quanto ne possa capire io. Sarebbe davvero bello se vi capitasse di lavorare insieme, sono sicura che saresti un’ottima senpai per lei!
    Sae era una ragazza molto seria e motivata, ma era anche troppo esuberante e spericolata ogni tanto. Una figura come Natsuki sarebbe stata fonte di ispirazione notevole per lei, le avrebbe fatto di certo bene. Entrare nella mentalità giusta per diventare una brava ninja non doveva essere semplice, immaginavo, avere un modello da seguire la avrebbe potuta aiutare.
    Ultimamente lo sto frequentando spesso, sono sulle tracce di un efferato serial killer che sta terrorizzando questa zona, da Oto a Kumo, non so se ne hai sentito parlare. Bisogna essere molto cauti, purtroppo.
    Il tono usato dalla ragazza era serio e preoccupato, fatto che mi intimorì non poco. Doveva essere un criminale davvero pericoloso se una ninja di altissimo livello come lei ne parlava così. La sua preoccupazione mi contagiò, del resto pareva trattarsi di una questione importante.
    Oh, Dei, un serial killer? Che cosa terribile, stai sempre attenta Natsuki. Ecco… vorrei tanto poterti dare una mano, ma so che sarei soltanto un peso per te, per quanto sia un po’ migliorata in quest’anno. Posso chiederti qualche informazione? Non so, qualsiasi cosa, vorrei poterti aiutare in qualche modo, per esempio potrei avvertirti subito se vedessi qualcosa di sospetto. Persone folli che uccidono per divertimento o per chissà quale altro motivo dovrebbero sparire dal mondo...
     
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    Sapendo che le cose sarebbero andate così bene sarebbe stata molto meno ansiosa. Aiko era genuinamente contenta per quel piccolo pensiero e le aveva anche spiegato come avere delle persone che conosceva tra il pubblico, l’avesse aiutata. Immaginava che fosse come andare in missione con un proprio amico, la cosa metteva molto di più a proprio agio. E poi stava sorridendo, quindi quella era la cosa più importante. Aveva annuito, dunque, facendole segno di aver capito. Eli sarebbe stata entusiasta di aver avuto ragione, aveva fatto bene ad affidarsi a lei, evidentemente tra musiciste si intendevano.
    Si era permessa di tornare a guardare il menù, almeno fino a quando la sua domanda non aveva riscosso la donna, facendole di nuovo alzare il capo da quell’elenco di leccornie. Effettivamente la situazione nella quale si trovava al momento Aiko era piuttosto bizzarra! Doveva essere stata una grande gioia per lei ritrovare una sua parente dopo tanto tempo, a lei era successo lo stesso quando aveva finalmente potuto incontrare suo nonno. Era una delle notizie che voleva darle quella, infatti, ma avrebbe prima atteso che finisse di parlare di sé.
    - Credo invece che tu potresti essere molto portata come insegnante. Sei una persona intelligente, capace e paziente, credo che siano le doti migliori che un maestro potrebbe avere.- l’aveva rassicurata. Era davvero convinta delle proprie parole, del resto Aiko aveva dimostrato la propria pazienza in quella situazione un po’ tesa con Kichi, oltre che la propria bravura. Per il fatto che fosse brillante bastava sentirla parlare e ogni dubbio era subito dissipato. Le aveva rivolto un piccolo sorriso e poi aveva accarezzato distrattamente il menù. – Se a tua nipote dovesse servire qualche dritta sull’arte della spada non esitate a chiamarmi, sono sempre disposta ad aiutare una giovane interessata a questa disciplina, soprattutto se questa vuole diventare una ninja al servizio del mio Paese.- aveva aggiunto con tranquillità. Chi lo sa, forse avrebbero anche avuto la fortuna di essere messe in squadra insieme, sarebbe stato bello visto che non aveva mai avuto un compagno stabile, se non si contava Kuniyoshi per le missioni all’estero.
    Quel passaggio ad un tono un po’ più serio, quando l’argomento della conversazione aveva toccato anche la sua ricerca poco fruttuosa di quel serial killer, aveva incupito leggermente Natsuki, che però aveva cercato di mantenersi comunque una piacevole compagnia. Aveva sempre il terrore di annoiare il proprio interlocutore del resto, sebbene questo con Aiko sembrasse molto difficile. La donna le era sembrata molto preoccupata per tutta quella storia.
    - Se sparissero sarebbe l’ideale, in quel modo nessuno si dovrebbe macchiare di omicidio nel tentativo di fermarle.- aveva mormorato quasi senza pensarci. Le parole di Drey le ronzavano ancora in testa purtroppo, così come la reazione che aveva avuto quando quei briganti avevano attaccato la sua famiglia. Il mezzo gatto di Suna l’aveva avvertita che andando alla ricerca di quel serial killer avrebbe rischiato di perdere la propria “verginità” e finire per ucciderlo nel tentativo di difendersi, visto che cedergli la propria vita non era certo una delle opzioni da prendere in considerazione. Sperava di non dover arrivare a quel punto a dire il vero, non sapeva se sarebbe riuscita a fermarsi anche questa volta. Aveva scosso il capo, rendendosi conto di essere rimasta in silenzio per qualche secondo e poi fatto un sorrisino mesto di scuse.
    - Perdonami, ho portato argomenti tristi a tavola, non è stato molto educato da parte mia.- le aveva detto – Non ti preoccupare, starò molto attenta. Ho già in mente di chiedere al mio Kage la missione per andarlo ad acciuffare, non posso più sopportare che faccia del male a qualcuno. Non ti chiederei mai di partecipare ad una missione così pericolosa essendo una civile… però se riuscissi nel tuo piccolo a fare girare le persone della zona in gruppetti di minimo due o tre persone sarebbe già l’ideale. So che è chiederti, tanto, ma magari potresti iniziare da tua nipote e le sue amiche e a loro volta potrebbero diffondere queste misure di prevenzione.- aveva fatto una pausa, rendendosi conto di aver di nuovo esagerato. Si era permessa un sospiro esasperato, scuotendo il capo. – L’ho fatto di nuovo, scusa.-

     
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    Natsuki mi disse che secondo lei avrei potuto essere una buona maestra, viste le mie qualità. Non ero molto convinta, ma fui comunque contenta del complimento, per il quale ringraziai con un sorriso. La ragazza si offrì anche di dare aiuto a Sae, se ne avesse avuto bisogno o voglia. Era gentilissima, avevo fatto bene a menzionare la cosa. Non appena l'avrei detto a mia nipote lei sarebbe stata contentissima, ne ero certa.
    Se sparissero sarebbe l’ideale, in quel modo nessuno si dovrebbe macchiare di omicidio nel tentativo di fermarle.
    Quella frase fu detta a mezza voce, come se fosse un pensiero espresso quasi involontariamente, cacciato via dal cervello perché ritenuto sbagliato. Probabilmente le era capitato di uccidere un criminale e non era riuscita ancora a perdonarsi. Non seppi bene come intervenire, anche perché la ragazza non mi diede abbastanza tempo per farlo.
    Perdonami, ho portato argomenti tristi a tavola, non è stato molto educato da parte mia.
    Non ti preoccupare, starò molto attenta. Ho già in mente di chiedere al mio Kage la missione per andarlo ad acciuffare, non posso più sopportare che faccia del male a qualcuno. Non ti chiederei mai di partecipare ad una missione così pericolosa essendo una civile… però se riuscissi nel tuo piccolo a fare girare le persone della zona in gruppetti di minimo due o tre persone sarebbe già l’ideale. So che è chiederti, tanto, ma magari potresti iniziare da tua nipote e le sue amiche e a loro volta potrebbero diffondere queste misure di prevenzione.
    L’ho fatto di nuovo, scusa.

    Natsuki sembrava davvero preoccupata dall'idea di aver appesantito l'ambiente, ma scossi la testa nel tentativo di rinfrancarla. Certo, l'argomento era serio, ma era un bene che fosse uscito.
    Tranquilla, Natsuki, mi interessa davvero e poi sono stata io a chiedere informazioni. Anzi, ti ringrazio davvero per i consigli. Li seguirò, cercherò di diffondere la notizia. Non voglio che rimanga ferito o addirittura ucciso nessuno. E poi... ecco, probabilmente anch'io dovrò chiederti scusa, la tua frase di prima... posso chiederti una cosa?
    Guardai la mia interlocutrice con una faccia seria, ma anche con un sorriso imbarazzato sulle labbra. Avevo un po' timore a tirare fuori l'argomento, era qualcosa di abbastanza pesantuccio, quindi avrei aspettato un suo cenno favorevole prima di iniziare. Mi sarei rabbuiata un po' nel formulare le frasi, era un discorso che ritenevo importante.
    Ecco... l'omicidio di un criminale, di un vero criminale, tipo un assassino... io ho sempre pensato che fosse giustizia, non un crimine. Ovviamente odio l'idea che le persone vengano uccise, però se è necessario... non so, immagino che tra voi ninja il problema sia più sentito. Tu... tu cosa ne pensi? Io... io ci ho pensato a lungo, in passato, e sono ancora convinta che sia così, però non ne ho mai parlato per esplicito con nessuno. Scusa se lo chiedo a te, scusami davvero, però di te mi fido e... vorrei conoscere il tuo parere. Se però non hai voglia di rispondere ti capisco, non voglio obbligarti. E scusami ancora.
     
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    Aiko non si era opposta quando aveva proposto di insegnare qualcosa a sua nipote. Ottimo, voleva dire che avrebbe potuto esercitarsi ulteriormente nell’insegnamento! Almeno una nota gioiosa e positiva in quella discussione c’era. Si sentiva abbastanza a proprio agio con l’altra e forse era per questo che si permetteva di essere così gentile, non temeva che fraintendesse i suoi gesti, ma soprattutto poteva essere abbastanza sincera. Aiko era una civile che però conosceva abbastanza bene l’ambiente ninja e proprio come Gin era una persona che la affascinava, e che le permetteva di ascoltare delle opinioni diverse da quelle degli shinobi con i quali era solita rapportarsi.
    Ne era una prova il fatto che la donna stesse subito cercando di rassicurarla, dimostrando di aver capito la sua preoccupazione e di voler essere utile nel suo piccolo per fermare quello spietato killer. Natsuki era davvero fiera e contenta di quella che sperava poter definire come una sua preziosa amica, ma aveva evitato di esporre quel pensiero per il momento, temendo di metterla in imbarazzo. C’erano cose più importunanti da domandarsi, come ad esempio cosa le volesse chiedere di così serio, l’aveva fatta preoccupare troppo? Forse voleva che smettesse con quegli argomenti truci?
    - Certo.- aveva sillabato, non sapendo bene che altro aggiungere, era fin troppo preoccupata.
    La domanda della donna l’aveva colta di sorpresa e fatta istintivamente irrigidire per un secondo, salvo poi abbozzare persino un’espressione fiore sul finire del discorso della donna. Ancora una volta Aiko si era dimostrata una donna arguta ed intelligente, capace di scorgere i suoi dubbi ed avendo persino una posizione sull’argomento perfettamente condivisibile dalla ragazza. Natsuki si era passata nervosamente una mano sulla nulla ed era rimasta in silenzio per qualche secondo prima di puntare il suo unico occhio su di lei, con la serietà dovuta all’argomento.
    - Ho una posizione sull’argomento che viene contestata molto dai miei colleghi, soprattutto dai superiori: credo che, a meno che non ci sia altra alternativa, sia sempre bene cercare una soluzione che non scelga come via più semplice l’assassinio. Credo sia giusto uccidere per legittima difesa o per proteggere qualcuno, però non mi va che questo sia un pretesto per prendere la via più semplice.- l’aveva detto cercando di non far trasparire il proprio nervosismo, rimanendo calma e composta. Le tremava un po’ la mano, quindi c’era da sperare che Aiko non guardasse proprio in quella direzione. Aveva esitato un momento, indecisa se aggiungere qualcosa o meno prima di iniziare a parlare. – Io non voglio uccidere nessuno, fino ad ora ho fatto tutto quello che era in mio potere per evitarlo, risolvendo la situazione nel modo più difficile ma per me corretto. Credevo di essere in grado di farlo sempre, eppure un paio di volte ho avuto la tentazione di cedere e uccidere il mio avversario perché aveva minacciato la mia famiglia, ed un’altra sono stata costretta a permettere al mio compagno di uccidere un nemico troppo forte per noi.- un’altra pausa, che aveva utilizzato per congiungere le mani sul tavolo e fare giocherellare le dita nervosamente, già solo il menzionare quel “nemico” sarebbe bastato normalmente a turbarla, figuriamoci tutto il resto – Mi hanno detto che probabilmente sarò costretta ad uccidere questo serial killer per riuscire a fermarlo e questo non mi piace, vorrei essere abbastanza forte da proteggere tutti senza uccidere i miei avversari. Sono consapevole che prima o poi sarò costretta a farlo, però fino ad allora voglio dare del mio meglio, anche contro di lui.- aveva concluso così, facendo un grosso sospiro sconsolato. Aveva parlato troppo, decisamente troppo. Purtroppo Aiko aveva beccato l’unico argomento in grado di farla diventare una chiacchierona: principi morali e vita da ninja. Si era schiarita la gola e aveva dato un’occhiata al povero Menù abbandonato, tornando poi a fissare la donna di fronte a sé.
    - Scusa se mi sono lasciata trasportare. È un argomento che mi sta molto a cuore, grazie per aver condiviso con me questo momento ed il tuo parere, fidandoti. Capisco fin troppo quanto sia difficile.- le sue parole erano sincere. Si sentiva felice che la donna si fidasse di lei, anche per questo era stato facile per lei aprirsi e raccontarle i suoi dubbi. Chissà, forse ne avrebbe ricavato dei buoni consigli.

     
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    Ho una posizione sull’argomento che viene contestata molto dai miei colleghi, soprattutto dai superiori: credo che, a meno che non ci sia altra alternativa, sia sempre bene cercare una soluzione che non scelga come via più semplice l’assassinio. Credo sia giusto uccidere per legittima difesa o per proteggere qualcuno, però non mi va che questo sia un pretesto per prendere la via più semplice.
    Mi colpì molto il suo ragionamento, in particolare l'ultima frase. Non avevo mai pensato all'omicidio come "la via più semplice", forse perché era qualcosa che aborrivo così tanto da ritenerla al contrario estremamente difficile da compiere. Non ero sicura di essere d'accordo, ma capivo il suo punto di vista, lo trovavo illuminante. Lei titubò prima di continuare, avevo trovato evidentemente un argomento molto sensibile, ma ero troppo curiosa per interromperla, nonostante il suo vivo disagio. Che brutta persona che ero, ogni tanto.
    Io non voglio uccidere nessuno, fino ad ora ho fatto tutto quello che era in mio potere per evitarlo, risolvendo la situazione nel modo più difficile ma per me corretto. Credevo di essere in grado di farlo sempre, eppure un paio di volte ho avuto la tentazione di cedere e uccidere il mio avversario perché aveva minacciato la mia famiglia, ed un’altra sono stata costretta a permettere al mio compagno di uccidere un nemico troppo forte per noi.
    Mi hanno detto che probabilmente sarò costretta ad uccidere questo serial killer per riuscire a fermarlo e questo non mi piace, vorrei essere abbastanza forte da proteggere tutti senza uccidere i miei avversari. Sono consapevole che prima o poi sarò costretta a farlo, però fino ad allora voglio dare del mio meglio, anche contro di lui.

    Non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso. Era così che mi immaginavo la figura dei ninja, persone forti e buone, capaci di prendere sempre la decisione giusta per il bene comune. Sapere che lì fuori c'era una persona che si avvicinava così tanto al mio ideale mi fece estremamente piacere. Le feci un leggero sorriso amaro, cercando di rassicurarla, visto che sembrava evidente che il discorso doveva averle riportato alla mente dei ricordi spiacevoli.
    Scusa se mi sono lasciata trasportare. È un argomento che mi sta molto a cuore, grazie per aver condiviso con me questo momento ed il tuo parere, fidandoti. Capisco fin troppo quanto sia difficile.
    Mi venne naturale muovere una delle mie mani, per raggiungere e coprire una delle sue. Erano piccole quasi quanto le mie, ma al contrario delle mie erano forti, reggevano di sicuro un peso che non potevo neanche immaginare. Fu solo un attimo, un breve contatto per tentare di farle capire che le ero vicina. Poi mi sarei ritratta, col timore di essere stata ancora una volta troppo invadente.
    Grazie a te. Mi hai dato molti spunti di riflessione, non la avevo mai pensata da quel punto di vista la cosa. Ecco... l'uccisione come via più semplice mi sembra così strana, però è vero. Il corpo umano è così fragile, eppure... eppure uccidere fa male. È orribile, è l'esatto opposto di quello in cui crediamo, per cui viviamo, eppure... ecco, io...
    Feci una pausa, proprio come ne aveva fatte lei, era un argomento così sensibile da non poter essere trattato con leggerezza, anzi. L'avevo accennato a pochissime persone, ma nessuno sapeva tutta la storia. Proprio per questo motivo tenni un tono di voce basso, non volevo che orecchie indiscrete mi sentissero. Solo Natsuki era autorizzata, mi fidavo di lei.
    Io spero di non spaventarti, di non farti cambiare opinione su di me. Io... in passato io ho ucciso un uomo. Lui mi aveva... lui mi aveva... stuprata... e stava per farlo di nuovo. E mi aveva colpita e mi avrebbe uccisa alla fine. Ecco, io... io l'ho ucciso.
    Sentii che i miei occhi si erano inumiditi, per quanto avessi lottato fino all'ultimo perché neanche una lacrima facesse capolino. Era una battaglia persa, era troppo il dolore che accompagnava quei ricordi. Quello che lui aveva fatto a me, quello che io avevo fatto a lui... ero stata un ingenua a pensare di poterne parlare senza soffrire di nuovo. Lo sguardo era basso, troppa la paura di affrontare quello di Natsuki, di scoprire il suo disprezzo.
    Scusami, non avrei dovuto dire una cosa del genere... scusami. Quello che volevo dire è che... uccidere fa male, molto male. Male all'anima, male alla testa. Spero che tu possa evitarti quella sofferenza, anche se il tuo lavoro potrebbe richiederlo. Spero che se purtroppo dovesse accadere riuscirai a non perdere te stessa. Io... io dopo quella volta ho pensato che le persone davvero malvagie, quelle che fanno soffrire gli altri, dovessero solo morire. Mi sbagliavo, lo so. Io... io sono solo una brutta persona, una cattiva persona. Ho rovinato tutto come sempre, scusami...
    La battaglia era persa, ormai, il ponte levatoio calato e da esso le lacrime uscirono copiose, a invadere il mio viso. Non avrei dovuto parlare di quella cosa, ero stata una stupida. Vidi una goccia cadere sul tavolo e fui sommersa dai sensi di colpa, dal disgusto per me stessa. Chiusi gli occhi, volevo solo sparire. Perché lo avevo detto? Perché?!
     
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    Ancora una volta Aiko si era dimostrata estremamente rispettosa nei suoi confronti: non aveva accennato neanche una volta a volerla interrompere e l’aveva fissata per tutto il tempo. Quell’interesse così grande nei confronti delle proprie opinioni aveva sorpreso sempre di più la ragazza che decisamente non era abituata a quel genere di conversazioni. Era bello, sì. Nonostante stessero parlando di argomenti non esattamente allegri poteva essere sincera senza temere il giudizio altrui, le piaceva. Persino il tocco leggero della mano della donna non era stato troppo sgradito! Non aveva sobbalzato e si era limitata ad osservare momentaneamente sorpresa in quella direzione, prima di tornare a guardare la donna. Immaginava che non fosse piacevole toccare delle dita rovinate dai duri allenamenti come erano le sue, sperava che non l’avessero turbata, sua sorella evitava di prenderla per mano proprio per quello.
    Una volta finito il suo discorso, Aiko l’aveva sorpresa i nuovo, ringraziandola per aver condiviso con lei il proprio punto di vista anche se le risultava strano pensare che uccidere fosse la via più semplice. Aveva avuto la tentazione di interromperla e spiegarle perché la pensava in quel modo, ma si era trattenuta magistralmente. Quella donna l’aveva ascoltata senza battere ciglio, prestandole la massima attenzione, come minimo meritava un rispetto almeno pari. Il fatto che sembrasse in difficoltà non aveva fatto che accentuare i sentimenti di Natsuki. La ragazza aveva abbassato lo sguardo verso le mani di Aiko, chiedendosi se fosse il caso di toccarle la mano come aveva fatto lei, per rassicurarla, ma ci aveva rinunciato quando l’aveva sentita parlare di nuovo, cosa che l’aveva portata ad alzare lo sguardo verso di lei.
    Non era pronta a quello che le voleva raccontare e se ne era accorta troppo tardi. Era riuscita a trattenersi, certo, ma il suo unico occhio si era comunque sgranato dall’orrore al sentire cosa le era successo in passato. Stuprata? Perché qualcuno avrebbe dovuto voler fare del male ad una persona tanto buona e speciale? Aveva sentito un familiare sentimento di rabbia montarle in corpo, misto a nausea. Che domanda stupida si era fatta, non era accanto a Kiryan mentre il capo del clan Sabakuyoru spiegava loro come Tenma avesse stuprato dei bambini e come tra di loro ci fosse Rin? Non aveva visto quest’ultimo ridotto ad una larva umana a causa di quel mostro? Non era giusto. Non era giusto che persone del genere esistessero e che nessuno riuscisse ad impedire cose del genere.
    Senza che potesse controllarlo i suoi pugni si erano serrati con forza mentre fissava una Aiko completamente distrutta che le confidava di aver dovuto uccidere quell’uomo per difendersi. Non solo le aveva fatto del male, ma l’aveva anche costretta a macchiarsi di omicidio… e ora la stava facendo piangere. Il suo sguardo era basso, come se si vergognasse. Era incredibile cosa un uomo fosse capace di fare anche da morto. Non aveva detto una parola, anche perché Aiko, invece di preoccuparsi di se stessa aveva ben pensato di sperare che Natsuki non fosse costretta a commettere un omicidio, che non fosse costretta a vedere il male nelle persone. Capiva cosa provava, ci era passata anche lei quando aveva perso l’occhio, aveva perso la fiducia negli altri e non era stato un evento traumatico come quello dell’altra donna. E ora si stava commiserando.
    Era rimasta a fissarla per qualche secondo, riflettendo su cosa fare, prima di puntellare con i palmi sul tavolo ed alzarsi. Aveva preso dalla sacca il proprio fazzoletto e poi a passi lenti e ben misurati si era diretta verso Aiko, fermandosi di fronte a lei un momento. Aveva esitato solo quell’istante prima di chinarsi e porgerle il fazzoletto con gentilezza.
    - Aiko non hai rovinato nulla.- le aveva detto con fermezza e convinzione – Sei una persona buona alla quale sono capitate cose cattive. Tu non hai fatto nulla di male. Non hai ferito qualcuno per puro divertimento, non hai ucciso per piacere personale. Sei stata costretta.- le aveva detto abbassando il tono man mano, cercano di essere rassicurante. Probabilmente aveva sentito quelle parole miriadi di volte o se le era anche solo ripetuta da sola, quindi dubitava della loro utilità, ma non era mai stata brava con le persone e quello era il massimo che avrebbe mai saputo dare. Aveva stretto le labbra, al pensiero di quanto fosse in pena la persona che aveva di fronte e poi aveva osato parlare di nuovo. – Aiko.- l’aveva chiamata ancora una volta – Se mi fossi trovata lì con te e non avessimo avuto altra scelta, avrei ucciso quell’uomo pur di proteggerti. Non so come mi sarei sentita dopo, ma sarebbe stata la cosa giusta da fare per me… come lo è stato per te. Non avevi altra via, altrimenti l’avresti presa.- le aveva detto con un tono un po’ più dolce di prima, lo stesso che aveva usato con Kiryan tempo prima e che a volte utilizzava con sua sorella. Erano parole sincere, d'altronde l'aveva detto anche prima, no? Avrebbe ucciso chiunque avesse minacciato la vita altrui nel caso non fosse stata in grado di fermarlo in altro modo. Subito dopo quell'uscita coraggiosa, l’aveva osservata per qualche secondo con fare riflessivo. Alla fine aveva alzato titubante la mano sinistra verso la sua testa, in modo da provare poggiarvela con delicatezza, per farle sentire che lei era lì. Lo faceva spesso suo padre e ogni volta si sentiva più sicura, sperava che funzionasse anche con Aiko.

     
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    Sentii che Natsuki si stava alzando da tavola e sperai che se ne andasse, che mi lasciasse lì a marcire da sola. Non lo fece, non mi abbandonò, per quanto in quel momento sentissi di meritare soltanto quello. La sentii avvicinarsi a me e quando riaprii gli occhi vidi che si era chinata e mi aveva porto un fazzoletto o qualcosa di simile. La guardai con stupore e confusione, poi dopo qualche secondo presi l'oggetto e iniziai a usarlo per fare un po' di pulizia sul mio volto.
    Aiko non hai rovinato nulla.
    Sei una persona buona alla quale sono capitate cose cattive. Tu non hai fatto nulla di male. Non hai ferito qualcuno per puro divertimento, non hai ucciso per piacere personale. Sei stata costretta.

    Il respiro mi si fece pesante. Volevo credere alle sue parole, ma non ero sicura di potermelo permettere. Più volte avevo pensato che uccidere criminali incalliti fosse giusto a priori, fosse giustizia, illudendomi che non fosse anch'esso un crimine. Per fortuna non avevo mai trovato modo di tradurre in pratica il mio proposito, però restava una macchia non da poco sulla mia coscienza.
    Aiko.
    Se mi fossi trovata lì con te e non avessimo avuto altra scelta, avrei ucciso quell’uomo pur di proteggerti. Non so come mi sarei sentita dopo, ma sarebbe stata la cosa giusta da fare per me… come lo è stato per te. Non avevi altra via, altrimenti l’avresti presa.

    Il suo tono dolce e materno mi sciolse, le parole riuscirono a raggiungermi. Forse era così, forse nonostante quei miei pensieri nefasti già mi comportavo nella maniera descritta da Natsuki. Del resto avevo catturato i due mostri che mi avevano attaccato nel bagno del locale senza neanche provare a ucciderli, nonostante quello che avevano tentato di farmi. E quello era solo l'esempio più lampante. Forse non ero per davvero una persona cattiva, nonostante avessi avuto più volte pensieri cattivi.
    All'improvviso sentii un tocco gentile, la ragazza aveva posato la sua mano sul mio capo, per mostrarmi la sua vicinanza. Quel gesto spezzò il mio respiro per un attimo, però poi mi fece un bene incredibile, mi riportò in vita. Ripresi a piangere, ma questa volta erano anche lacrime di sollievo. Avevo bisogno di qualcosa di più, di un contatto umano più caldo, non avrei resistito da sola. Mi girai con sguardo implorante, poi mi sarei avvicinata in maniera lenta a lei, con le braccia aperte. Le avrei cinte attorno a lei, se me lo avesse permesso, incassando il volto sulla sua pancia. Lì mi sarei sentita al riparo, lì avrei potuto farmi consolare dalla mia cara amica, ne avevo proprio bisogno.
    Scusami... scusami davvero. E grazie, grazie di tutto. Io sono... sono un disastro. Non lo avevo mai detto a nessuno... avevo paura. Alla fine sono contenta di avertene parlato. Vorrei tanto essere come te, così forte e gentile. Grazie, grazie davvero di tutto. E scusami ancora...
     
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    Aiko aveva subito accettato il suo fazzoletto sebbene all’inizio non sembrasse molto convinta e quello era già un notevole passo avanti. L’aveva ascoltata di nuovo, mentre cercava di ricomporsi e calmarsi. Sperava vivamente che le proprie parole potessero avere un qualche effetto benefico in lei. Natsuki sentiva come la donna non meritasse un simile fardello, non voleva che pensasse di essere un’assassina a sangue freddo, una persona cattiva. Principalmente perché non lo era. L’avrebbe rimproverata altrimenti, come aveva fatto – o almeno tentato di fare - con Kiryan quando aveva deturpato il cadavere di Tenma. Sebbene non desse particolari segni, era sicura che l’avesse ascoltata e quella era la cosa più importante.
    Aveva persino accettato il tocco della sua mano mettendosi a piangere di nuovo proprio in quel momento. Questa volta Natsuki era rimasta in silenzio, dandole la sua privacy e permettendole di sfogarsi quanto voleva. Un sorriso si era dipinto sulle sue labbra, mentre la osservava così vulnerabile, contenta che si fosse fidata di lei così tanto da mostrarle anche quel lato delicato e abbastanza diverso dalla donna forte e solare che di solito mostrava di essere. Tutti avevano un passato burrascoso alle spalle, chi più e chi meno, e avrebbe fatto bene a non sottovalutare questa questione in futuro.
    Era stata lei ad essere colta di sorpresa quando Aiko si era voltata nella sua direzione con uno sguardo strano ed aveva allungato le braccia verso di lei. Non ci voleva certo un genio per capire di cosa avesse bisogno e la cosa per un momento l’aveva bloccata sul posto. Non era molto portata per gli abbracci e di solito erano un contatto fisico troppo intimo per concederlo a qualcuno… però la donna sembrava averne bisogno. Non si era scansata, dunque, quando quella le aveva cinto la vita e poggiato il viso sulla sua pancia, continuando a piangere. Certo, sulle prime si era irrigidita, ma non ci era voluto molto perché si sciogliesse. Aveva addirittura provato ad appoggiare la mano di prima sul capo di Aiko e l’altra sulla sua spalla destra, come a coinvolgerla in un mezzo ed abbozzato abbraccio.
    - Non sei un disastro. Sei già forte e gentile, non hai bisogno di voler essere come me.- le aveva risposto, quando quella l’aveva ringraziata più volte ed eletta a modello da seguire. Non era decisamente un buon esempio per lei e sperava che lo capisse da sola. – Sono felice di esserti stata d’aiuto e che tu ti sia fidata di me. Non devi scusarti, puoi sfogarti quanto vuoi con me… non sarò brava a parlare, ma so ascoltare.- aveva poi aggiunto con un sorrisetto timido. Non era abituata a ricoprire quel ruolo, era parecchio strano, anche se doveva ammettere che non le dispiaceva più di tanto. In quel momento le era pure venuta un’idea geniale per rasserenare un po’ quel clima un po’ testo con un’idea che lei trovava davvero divertente.
    - Sai che in questo momento sei appoggiata ad una fonte di chakra esterno tatuata sulla mia pelle? Com’è essere a contatto con una cosa simile?- le aveva chiesto sottovoce e con un tono divertito, una volta che si era assicurata che Aiko si fosse calmata e rilassata per bene. Non voleva essere indelicata del resto.

     
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    Il contatto con Natsuki fu ristoratore, sentire il calore del suo corpo e il tocco leggero delle sue mani su di me mi calmò.
    Non sei un disastro. Sei già forte e gentile, non hai bisogno di voler essere come me.
    Sono felice di esserti stata d’aiuto e che tu ti sia fidata di me. Non devi scusarti, puoi sfogarti quanto vuoi con me… non sarò brava a parlare, ma so ascoltare.

    Le sue parole non erano di falsa modestia, lo capii anche senza guardarla in faccia, il suo tono era più che chiaro.
    Non dovresti sottovalutarti, Natsuki, te lo dice una che ha la tendenza a farlo spesso. E... beh, ti assicuro che sei molto brava, più di quello che forse pensi.
    Dissi quelle parole mentre entravo nell'ottica di allontanarmi da quel caldo riparo rappresentato dal suo ventre. Sarei rimasta lì per ore, ma avevo intuito che lei non amasse particolarmente gli abbracci e non volevo approfittare troppo della sua disponibilità. Le dedicai un grande sorriso, sia di gratitudine che anche un po' di imbarazzo, per quel disastro di scenata che le avevo mostrato, per quanto non fossi sicura che potesse vederlo, da lì.
    Sai che in questo momento sei appoggiata ad una fonte di chakra esterno tatuata sulla mia pelle? Com’è essere a contatto con una cosa simile?
    Per fortuna la ragazza cercò di spezzare l'atmosfera un po' cupa che avevo creato, cercando di deviare l'attenzione su qualcosa di diverso. Dal tono di voce capii che non lo aveva fatto con malizia, per allontanarmi, bensì era un modo di distrarmi e risollevarmi il morale, ne ero sicura. Era decisamente ora di staccarmi da lei, avevo abusato fin troppo della sua gentilezza. Mossi il capo lentamente, all'indietro, mentre le braccia scioglievano la lieve morsa sulla sua schiena per tornare al loro posto, vicino al mio corpo. Sperai, vanamente forse, che la sua mano rimanesse sul mio capo, a coccolarmi ancora un pochino. In ogni caso le lanciai uno sguardo di sincera curiosità, nel tentativo di capire di quale diavoleria stesse parlando.
    Cos'è?
     
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