Lantanio Lantanio Lantanio

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    Demone velatore

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    Un po' da qui e un po' da là

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    Rin tamburellava allegro le dita sul tavolo, intonando con un discreto mugolio una canzoncina sentita di recente che gli era entrata in testa per non uscirne più. Era vestito con un lungo soprabito nero e pantaloni larghi e morbidi, forse un po' troppo pesante per la stagione, ma arrivando dal Paese del Vento trovava l'aria del luogo quasi fredda. La cameriera della taverna l'aveva accolto con un grosso sorriso e si era dimostrata piuttosto gentile nel rimediare un tavolo che non fosse troppo in vista: il suo aspetto avrebbe certo attirato molti sguardi e non voleva essere uno spettacolino per tutto il circondario. Fosse stato per lui, in realtà, se ne sarebbe altamente fregato, ma aveva appuntamento con Kiryan e sapeva quanto a lui desse fastidio avere gli occhi puntati addosso. Il posto che gli aveva offerto la ragazza, quindi, si era rivelato perfetto. L'ora di pranzo era passata da poco tempo, perciò non sembrò strano che avesse ordinato solo un caffè. Aveva già mangiato una buona dose di tenera carne, il primo cadavere fresco da tanto tempo, una mezz'oretta prima di arrivare nel piccolo centro abitato; dubitava che la cucina avrebbe acconsentito a preparare piatti con quella primizia che, chiaramente, non era appartenuta a un vero e proprio animale.
    La cameriera tornò in fretta con il suo modesto ordine. Rin sorseggiò la sua tazzina calda, godendosi il delizioso sapore della bevanda, e una volta terminata poggiò il gomito sul tavolo e usò il palmo della mano come sostegno per la testa, osservando silenziosamente la stanza con un sorrisetto soddisfatto.
    Non dovrebbe mancare molto prima del suo arrivo...
     
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    Demone incendiario

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    Takumi
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    Quella prima parte d'estate era un periodo davvero duro per me, già ero stanca di mio per il lavoro ultimamente mi trovavo davvero sommersa con gli ultimi preparativi per il concerto. Il tempo non sembrava bastare mai a fare tutto e mi trovavo sempre a fine giornata completamente stravolta. Per questo, quando mancavano poco più di dieci giorni, mi ero presa una giornata libera da tutto quanto, per incontrare qualcuno e fare due parole in tutta calma, senza l'ansia di dover essere produttiva e perfetta. La mattina l'avevo passata a rilassarmi, le terme erano sempre la mia prima scelta in quei casi, poi appena dopo pranzo mi recai nel luogo che avevamo concordato. Non appena entrai nell'osteria diedi subito un'occhiata al grande orologio che si trovava appena dietro il bancone. Ero un po' in anticipo, non molto ma abbastanza da potermi iniziare a sedere senza problemi. Zen sarebbe arrivato tra poco, immaginavo, avevamo deciso di incontrarci per fare la seconda di quelle piccole lezioni di musica che gli tenevo. Ero molto contenta che avesse deciso di chiedermene ancora una, speravo di riuscire a insegnargli qualcosina di utile. La prima volta ci eravamo tenuti proprio sulle basi, magari quel giorno avremmo potuto fare qualcosa di più approfondito. Chiesi al proprietario un tavolo per due, spiegando che stavo aspettando un'altra persona. Egli me ne indicò uno, vicino all'entrata e ben in vista. In questo modo non avrei rischiato che il ragazzo di Kiri non mi notasse. Iniziai a sedermi da sola, dunque. Visto che non avevo niente da fare diedi un po' un'occhiata ai dintorni. La sala era abbastanza piena, molti dei tavoli avevano gente seduta. Diedi un'occhiata rapida al tipo di persone che c'erano e una su tutte mi colpì. Era un ragazzo, si trovava dall'altro lato della stanza. Tambureggiava le mani sul tavolo con aria assorta. Aveva una capigliatura molto strana, non riuscii a capire bene come fosse fatta ma istintivamente mi piaceva. E aveva degli occhi rossissimi, fu una delle prime cose che notai. Erano un tratto distintivo della mia famiglia, ma era pur vero che non eravamo gli unici al mondo a possederli, anzi. Certo, mi avrebbe fatto piacere scoprire un mio parente, era già successo due volte, con Ichiro e con Kenji. Era davvero poco probabile che succedesse di nuovo, pensai. Pensai anche di usare l'Occhio della Morte su di lui, per avere la conferma, ma poi rinunciai. Era lontano e la zona davanti al suo petto era coperta, rischiavo di attivare quella tecnica un po' a vuoto. Distolsi quindi lo sguardo, fissare a lungo la gente era decisamente maleducato. Presi dunque il menu e iniziai a giochicchiare con esso, mentre mentalmente ripassavo le poche cose che mi ero preparata per la lezioncina. Speravo che arrivasse presto, avevo proprio voglia di iniziare.
     
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    -Sono in ritardo? No, non sono in ritardo. Vero?- il Kiriano era piuttosto agitato, quel giorno, mentre procedeva con una certa velocità per le strade del Paese del Tè: aveva un appuntamento e voleva arrivare puntuale. Cosa parecchio difficile per lui, che non era mai stato un asso con gli orari. Di recente aveva però notato che tendeva ad arrivare sempre con circa cinque minuti di ritardo, ragion per cui quel giorno in particolare era partito esattamente cinque minuti prima del dovuto. Pareva funzionare, in effetti.
    Normalmente non sarebbe stato così attento alla puntualità, soprattutto andando ad una lezione, ma era particolarmente eccitato all'idea di rivedere la sua insegnante dopo tutto quel tempo, sia per il puro piacere di parlarle che per mostrarle i suoi progressi: il campo musicale si stava rivelando piuttosto utile per lo sviluppo della sua Innata, come aveva previsto.
    Arrivò dunque davanti al locale in cui si erano dati appuntamento ad un orario ragionevolmente vicino a quello concordato e una volta dentro non ci mise molto ad individuare la sua Maestra.
    -Wow, fa strano chiamarla così...- scacciò il pensiero mentre sorrideva alla ragazza e salutava con un gesto della mano forse un pò troppo vistoso, evitando il suo solito ingresso rumoroso per non far girare tutto il locale: non voleva che qualcuno si facesse idee equivoche su quella situazione...
    Raggiunse la ragazza in fretta e si sedette al suo stesso tavolo, un pò imbarazzato, e prese a parlare, evitando all'inizio di fissare quegli occhi rossi che da vicino sembravano enormi. -E-ehi, ciao! poi si calmò, rilassò i muscoli e tornò alla normalità. Non sono in ritardo, vero?- Aiko stava giocherellando con il menù, questo gli fece tornare in mente la faccia del Vecchio quando gli aveva accennato di dover andare di nuovo nel Té per incontrarsi con una persona e lui aveva alzato i pollici facendo uno dei sorrisi più idioti che il Kiriano gli avesse mai visto in faccia. Gli venne da ridere al solo pensiero, ma si trattenne e tornò a fissare l'altra attendendo fosse lei a continuare la conversazione e iniziare la sua "lezione"
     
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    Demone velatore

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    Mukenin
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    Ci crederete mai che un premio di una semplice missione di livello D,era una vacanza tutto pagata al paese The. Oddio tutto pagato forse no, visto che dovevo provvedere al cibo da solo, ma era comunque una cosa fenomenale. Euforico per aver vinto una vacanza non diedi il tempo nemmeno ai miei genitori di dire qualcosa, preparando al volo tutto il necessario, ovvero i vestiti estivi, borsa, armi ninja (sempre necessari a detta di mio padre, quasi a costringermi a portarle con me), il materiale da disegno (Cosa indispensabile per me e che portavo ovunque io andassi).
    Mi accomando Tsuna-kun fa un buon viaggio e cerca di disegnare tutto ciò che vedi e che trai ispirazione, mi raccomando! Affermò con voce calda mia madre, mentre ero all'entrata di casa, per mettermi le scarpe.
    Piuttosto cerca di tenerti in allenamento e guardati le spalle! Il mondo fuori Kumo è pericoloso! Asserì con parole dure invece il padre.
    Madre, padre non vi preoccupate! E' solo una vacanza. Dissi inizialmente finendomi di sistemare ed alzarmi.
    Disegnerò tutto ciò che posso e starò attento, promesso! Ora vado, ciao ! Salutai allegramente, agitando la mano ed uscendo di casa.
    Il viaggio al paese del The tutto sommato era stato abbastanza lungo e faticoso, considerando che dovevo arrivare al porto più lontano da kumo, ritirare i biglietti per il viaggio, aspettar la nave, salir sopra fare tutti i controlli di rito e partire.
    Spero di fare in fretta! Non ci sono mai stato al paese del The! Pensai tra me e me, entusiasta, osservando dal ponte della nave il mare aperto.
    In ogni caso, dopo una lunga attraversata in nave, costeggiando diverse coste di diverse isole/ nazioni e quant'altro, finalmente sembravo esser arrivato a destinazione. Salutai quindi gli altri viaggiatori, marinai ed il comandante e finalmente ero arrivato a destinazione.
    Sentivo l'aria di mare, il vento fresco che attraversava i miei capelli ed il caldo, non troppo pressante. Certo era tutto magnifico, dopo che mi ero stiracchiato, senza contare che le persone intorno a me, scese dalla nave ed altri, iniziavano a guardarmi stranivi. Probabilmente era per il fatto di avere un occhio di colore diverso dall'altro o dai strani capelli di un color bianco neve, ma non me ne preoccupai molto. Dunque iniziando ad incamminarmi in cerca dell'hotel dove dovevo pernottare, la fame iniziava a farsi sentire. Stavo morendo letteralmente di fame.
    Ahhh che crampi! Sto morendo di fame! Pensai mettendomi una mano sullo stomaco, avvertendo forti crampi allo stomaco. Quasi barcollando per le strade del villaggio, mi accorsi un buon profumino provenire non troppo lontano da me. Seguendo tale scia di profumo e con l'acquolina alla bocca, mi ritrovai senza saperlo, davanti ad un ristorante. Mi si illuminarono gli occhi a vedere il ristorante, fiondandomi all'interno del locale, dove ad attendermi vi era un cameriere, che a guardarmi, oltre a rimaner sorpreso per cose che avevo già detto prima era anche per il mio atteggiamento, fin troppo affamato.
    M-mi scusi, ma sono affamato, vorrei un tavolo per una persona... Affermai affamato ed imbarazzando, accennando un piccolo inchino. Il cameriere fece un piccolo sospiro e mi condusse al tavolo in questione.
    I miei occhi caddero subito verso una presunta coppia. Uno dei primi tavolini erano occupati da un ragazza imbarazzato e forse agitato ed una ragazza, anche abbastanza carina.
    Che abbiano un appuntamento? Pensai tra me e me. Il solo sentir parlare di appuntamento mi imbarazzai un po', scacciando tali pensieri non appena ad un solo tavolo di distanza da loro, mi sedetti, iniziando ad ordinar abbastanza cose per soddisfare il mio enorme appetito.
     
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    Kumo
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    Di nuovo in quel maledettissimo caldo del maledettissimo Paese del Tè. Non lo sopportava, gli dava fastidio, però non poteva fare a meno di accettare le semplici missioni che gli venivano affidate e recarsi lì. Fare una missione semplice era il modo più veloce e meno faticoso per guadagnare qualcosa e vista la loro situazione familiare era senza dubbio una cosa fondamentale al momento. Tra l’altro facendo missioni più complesse rischiava di essere affidato ad un maledettissimo Chuunin e non ci teneva a ricevere ulteriori ordini.
    Una volta finita la sua missione, un semplice recapito di una missiva da parte di un commerciante particolarmente paranoico, il ragazzo aveva cominciato a girare per le strade del villaggio con un broncio evidente e le mani infilate in tasca. Davvero doveva di nuovo aspettare fino a sera per poter prendere la carovana che l’avrebbe riportato vicino casa? Certo che ultimamente la sfiga lo inseguiva. Emettendo un verso stizzito si era grattato l’addome, infastidito dal fatto di avere anche fame. Rassegnato aveva controllato di avere abbastanza ryo e poi aveva iniziato a cercare un locale dove rifocillarsi sebbene non fosse più ora di pranzo da un po’. Magari si sarebbe pure rinfrescato se fortunato.
    Aveva vagato per una manciata di minuti prima di trovare il posto che gli sembrava facesse per lui. Dopo un momento di indecisione aveva fatto la sua molle entrata in scena, non preoccupandosi dei presenti e dirigendosi direttamente verso il gestore o chiunque fosse ad occuparsi del posto. Probabilmente doveva essere dietro il bancone, no?
    - Ohi, ho fame. Avete cose?- aveva detto in quello che poteva essere definito il suo “modo educato”, giocherellando distrattamente con gli occhialoni che gli pendevano sul petto. I gestori l’avevano osservato per un attimo confusi prima di annuire.
    - Le cose però sono poco fresche.- l’avevano ammonito, adocchiando il coprifronte di Oto legato alla coscia destra, sopra i pantaloni grigio scuro.
    - Non me ne frega, l’importante è che sia mangiabile. Portatemi quello che vi è rimasto e da poi anche da bere che ho una sete fottuta. Per favore, tipo.- aveva ribadito Baku poggiando ora le dita sul bancone e tamburellandole nervosamente. Il suono sgraziato, però, gli aveva subito dato noia per qualche motivo, per cui aveva smesso, infilando di nuovo le mani in tasca e guardando in modo torvo i gestori.
    - Può andarsi a sedere…- avevano detto questi ultimi, chiaramente a disagio sotto l’intenso sguardo del giovane. Lui si era come risvegliato improvvisamente, annuendo e poi incamminandosi verso un tavolo vuoto. Izumi si era fatto cadere sulla sedia con un sospiro, ringraziando di essere finalmente al’ombra e di potersi riposare dopo ore in piedi. Quasi non si sentiva più le ginocchia! Con fare pratico aveva levato gli occhialoni, poggiandoli sul tavolo e appeso la sacca da viaggio alla sedia, con la quale aveva poi iniziato a dondolarsi, lanciando un’occhiata ai presenti in attesa del suo pasto.
    C’erano un sacco di facce normali da tipico contadinotto del Paese del Tè, principalmente, ma anche un paio di personalità degne di attenzioni. In un angolo c’era un tizio con i capelli e gli occhi strani, ad esempio. Sembrava quasi che volesse nascondersi dagli altri e non lo biasimava, spiccava fin troppo in mezzo alla folla con quell’aspetto. Probabilmente era un ninja. Successivamente il suo sguardo era ricaduto su un ragazzino con i capelli candidi e dall’aria affamata che aveva osservato per qualche secondo prima di decidere che fosse troppo noioso. Infine il suo sguardo era ricaduto su una coppia poco distante che gli aveva fatto assottigliare gli occhi. C’era una ragazza di bell’aspetto in compagnia di una figura che sulle prime non aveva riconosciuto ma che aveva subito attirato la sua attenzione e fatto formicolare le mani.
    Perché gli scatenava quella reazione? Confuso aveva incrociato le braccia sul petto, continuando a fissarlo con intensità e nervosismo mentre si dondolava sulla sedia. Dove aveva già visto quella faccia da ragazzino irrispettoso? Dove? Non ricordarsi della gente insignificante - almeno secondo i suoi canoni - e a volte era un grosso problema per Izumi. Ci era voluto un minuto e mezzo prima che il ragazzo si alzasse di botto, colto da illuminazione divina e sbattesse una mano al proprio tavolo. Aveva capito!
    - MA TU SEI IL TIPO DELLA LATTINA!- aveva detto con il suo solito tono calmo e pacifico che aveva fatto voltare tutti verso di lui. Se ci fosse stata sua sorella probabilmente gli avrebbe tirato le orecchie, ma Saki non era lì, giusto? – Ohi, zietto! Porta una lattina di roba a quel tizio! Non voglio avere debiti con i poppanti!- aveva poi ordinato al povero gestore che l’aveva fulminato con lo sguardo, intimandogli di darsi una calmata, prima di ordinare ad una delle cameriere di portare una lattina di tè fresco al giovane Zen.
    Una normale giornata per un normalissimo Baku, insomma.

     
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    Dai tuoi incubi peggiori...e oltre. Mai stato nella testa di un folle?

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    Era la prima volta che chiedevo di uscire dal villaggio per conto mio, e il motivo era principalmente uno. Il cibo.
    Il Cibo era una di quelle poche cose che accumunavo i popoli e rendevano il tutto meno pesante. Il cibo univa le genti e le loro menti, ed era una delle poche cose che mi faceva stare davvero bene. Non mangiavo tanto, ma mi piaceva mangiare bene quando potevo. E dato che avevo sentito in giro che una certa taverna al paese del the aveva del cibo di qualità, subito andai a chiedere un permesso per andare a mangiare lì il giorno successivo. Dal mio punto di vista, non c'era distanza che tenesse per il buon cibo, e dato che il luogo non era così lontano dalle nostre terre, non ci furono troppi problemi a farmi dare un breve permesso per raggiungere la taverna mangiare e tornare indietro. Ovviamente non dovevo creare problemi, e avrei assicurato che non ne avrei causati. Andavo via per mangiare, mica per conquistare il mondo o insultare le mamme degli altri.
    L'indomani partii di buona lena, senza equipaggiamento, tanto non mi serviva. Ci misi giusto il tempo per arrivare all'ora di pranzo, e una volta apprezzato il clima a mio parere mite e molto simile a quello del mio villaggio, mi mi affrettai ad entrare all'interno di quella taverna. Un piccolo moto di stupore attraverso il mio viso, pareva abbastanza piena, probabilmente si era fatta una certa nomea quel luogo. Le mie speranze erano ben riposte. Non avevo prenotato, ma fortunatamente un tavolo singolo era a disposizione per chiunque, e ciò mi tranquillizzò. Mi sarei piccato a dover tornare indietro a bocca asciutta. Con una certa serenità in volto, avrei poi chiesto la specialità locale, sia per il cibo che per il bere.
     
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    Demone velatore

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    Un po' da qui e un po' da là

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    Non c'erano molti modi di passare il tempo in una locanda come quella, soprattutto da solo e senza poter mangiare nulla di quel che si trovava sul menù. Decise di mettersi ad osservare chiunque fosse entrato dalla porta, senza interrompere il tamburellio delle proprie dita. A onor del vero, non si sarebbe mai aspettato un tale carnevale di esseri umani. Sia dal punto di vista visivo, sia da quello... olfattivo. Da qualche tempo Rin si era accorto che il suo naso reagiva in maniera diversa rispetto a come aveva sempre fatto. Era cominciato tutto da Kiryan e dalla sua fragranza così particolare e profondamente gustosa. Inizialmente Rin si era semplicemente reso conto di avere una percezione più intensa dell'odore della pelle del suo ragazzo, ma ogni volta che si vedevano aveva potuto constatare come questo rimanesse impresso nelle sue narici a distanze sempre maggiori. Svaniva ogniqualvolta il Takumiano usciva dalla stanza, ma fintanto che rimaneva a una manciata di metri da lui Rin poteva distinguerne il profumo unico, che in breve tempo era diventato il suo preferito. Era iniziato così, ma lì non si era esaurito. Col passare del tempo questa sensibilità si era ampliata anche ad altri e si faceva presente e pressante soprattutto quando aveva fame. Rin scoprì che ogni persona aveva il suo personalissimo odore e che per i suoi gusti poteva risultare più o meno gradevole. Stare in mezzo alla folla gli procurava la stessa confusione che ritrovarsi in un negozio di spezie e aromi. Se si concentrava a sufficienza, riusciva anche a distinguere gli odori di ogni singolo essere umano presente, se non ce n'erano troppi nei dintorni. Era più uno svantaggio che un dono: tante volte gli saliva l'acquolina nei momenti meno opportuni e considerando che la carne a sua disposizione non era mai troppa, beh, raggiungere le scadenze diventava sempre più difficile.
    Tornando alla situazione attuale, dal momento in cui aveva deciso di concentrarsi sull'ingresso si erano fatti vivi una decina di individui, di cui tre o quattro con un odore molto particolare. La prima era una ragazza, molto molto bella, con un odore dolce e al contempo speziato, quasi piccante; si sedette nell'angolo opposto della sala e l'occhio di Rin cadde su di lei più volte, sebbene mai in maniera invadente. Per fortuna, oltretutto, perché venne ben presto raggiunta da un giovane dai capelli arancioni molto più giovane di lei. Si portava dietro l'odore fresco e salmastro del mare, ma l'Ameano immaginò che non fosse molto gustoso: sembrava un po'... sciupato. Mangiava abbastanza? Dio, cominciava a pensare come sua nonna. Il terzo personaggio degno di nota fu un ragazzino dall'aria tenera e timida, il cui profumo era... non ben identificabile. L'aveva già sentito da qualche parte, ma non riusciva ad associarlo a nulla: gli ricordava qualcosa di sporco, però. A chiudere la fila, un giovane bizzarro ma nel complesso ben curato. Lo colpì più alla vista che all'olfatto.
    Il ragazzino che si presentò prima di lui, invece... beh, lui era il più speciale di tutti. Attirò immediatamente l'attenzione di Rin: il suo odore era simile a quello della prima ragazza, speziato e piccante, ma molto più intenso, tanto che gli fece quasi pizzicare il naso. Non sapeva dire se lo trovasse gradevole o no, ma era certo che da solo sarebbe risultato pesante da digerire.
    Il biondo dimostrò il suo carattere esplosivo quando si mise ad urlare all'indirizzo di chissà chi, in un tono che a Rin non piacque per nulla. Voltò solo gli occhi a guardarlo, rimanendo totalmente immobile, solamente per scoprire che dietro la sua aria da duro si nascondeva un animo gentile. Aveva offerto una bibita al tizio-della-lattina: a pelle gli stette simpatico. Non riuscì a trattenere una risatina, distogliendo l'attenzione dal biondo per tornare ai fatti propri. Santo cielo, una volta era molto più rilassato.

    Sfrutto il post per imparare quest'abilità (che richiedeva 400 parole):
    CITAZIONE
    Olfatto Cannibalico

    La Maledizione di Shukaku rende il suo portatore incapace di ingerire carne diversa da quella umana. Non è strano capire come, a questo punto, i Maledetti riescano a distinguere diversi sapori e odori a seconda della persona cui appartiene la suddetta carne. Fonte unica di nutrimento per i possessori della Maledizione, si può considerare questi ultimi come i naturali predatori dell'uomo moderno. Proprio in tal senso, la componente ferale della Maledizione ha reso il loro olfatto molto più sensibile limitatamente alle persone. Il possessore della Maledizione, in condizioni prive di qualsivoglia tensione (e di profumi o puzze esagerati), sarà in grado di percepire distintamente l'odore della pelle di ogni individuo in un raggio di 5m, attribuendogli anche diverse proprietà (sempre inerenti alla sfera olfattiva). Sarà necessaria una grande concentrazione per riconoscere l'individuo specifico cui appartiene il suddetto odore e non si è comunque esenti da errori.
     
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    Abilità appresa. (entro stasera dovrei riuscire a rispondere u.u)
     
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    E-ehi, ciao!
    Non sono in ritardo, vero?

    Il ragazzo arrivò poco dopo di me, in effetti qualche minuto in ritardo, ma cercai di tranquillizzarlo comunque dicendo che mi ero appena seduta. Gli porsi il menu, dunque, chiedendogli se voleva qualcosa da bere.
    Allora, come stai? Cosa mi racconti di bello? Ti sei allenato in questo periodo? Hai qualche domanda sulle cose che avevamo fatto l'altra volta?
    Gli avrei dato qualche secondo per decidere un'eventuale bevanda, poi avrei iniziato la conversazione, introducendo anche l'argomento delle nostre piccole lezioni di musica. Però dopo poco la situazione prese una piega inaspettata. Un urlo, proveniente da poco distante, spezzò la quiete che si era creata in quel locale.
    MA TU SEI IL TIPO DELLA LATTINA!
    Mi girai in automatico e mi accorsi che l'autore del grido si stava rivolgendo evidentemente a Zen. Era un ragazzetto dai capelli biondi, scarmigliati, e dagli occhi rossissimi. Notai che aveva un coprifronte legato alla coscia, il simbolo indicava che costui veniva da Oto. Lo sguardo e il modo di fare erano quelli di un gran casinista, a pelle mi stava simpatico. Mi chiesi se potesse essere un Netsushi anche lui, villaggio di provenienza e colore degli occhi combaciavano e sapevo che l'essere un po' "passionali" era un tratto tipico dei membri del mio clan. Attivai l'Occhio della Morte, per togliermi quella curiosità e il responso fu negativo, il ragazzo si chiamava Izumi Usui.
    Ohi, zietto! Porta una lattina di roba a quel tizio! Non voglio avere debiti con i poppanti!
    Trovai molto buffa quella visione, sembrava essere un ragazzo parecchio rude ma allo stesso tempo gentile, in qualche modo. Cercai di restare seria, anche se faceva un po' ridere che chiamasse "poppante" Zen, che pareva avere uno o due anni in meno di lui, al massimo. Probabilmente c'erano state un po' di storie tese fra i due, del resto anche il kiriano quando voleva sapeva essere alquanto rissoso, come dimostrava il modo in cui si era lasciato con Yuya. Ero curiosa di vedere come si sarebbe evoluta la questione, quindi per il momento rimasi in silenzio, con il volto tranquillo.


    Shinigan (Occhio della morte)
    Livello C
    Tipo: Ninjutsu
    Versione basilare di una tecnica segreta del clan Netsushi, che si tramanda di generazione in generazione e che permette di conoscere il vero nome delle persone. Si narra che anticamente essa fu insegnata al capofamiglia niente di meno che da uno Shinigami, un Dio della Morte. Si narra altresì che anticamente la tecnica fosse in grado di mostrare anche la data della morte delle persone, cosa che avrebbe causato la pazzia di più di un Netsushi, devastati dal conoscere il momento della morte dei propri cari.
    Concentrando una piccola dose di chakra nell'occhio destro, si potrà vedere il vero nome di tutte le persone che entrano nel campo visivo dell'utilizzatore. I caratteri sono posizionati davanti al corpo, all'altezza dello stomaco. Questo nome è sempre quello dato alla nascita e non cambierà neanche modificandolo legalmente. Nel caso in cui la persona non abbia ricevuto un nome al momento della nascita, verrà considerato come vero nome quello che gli viene dato per la prima volta. Se una persona non ha mai ricevuto un nome comparirà semplicemente la scritta “nessun nome”.
    Con la morte di una persona, sparisce anche il suo nome. Questo processo non è immediato, ma può prendere da un minuto fino a un giorno. Inoltra i cloni non sono riconosciuti come diversi dalle persone e quindi essi presentano il nome del loro creatore.
    [Questa tecnica non richiede sigilli]
    [Questa tecnica non può essere mantenuta attiva per più di tre turno di seguito]
    Consumo: 10 a turno.


    Chakra: 327/328
    -1: Shinigan
     
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    Aiko si affrettò a rassicurarlo di non essere in ritardo, al che lui si rilassò un poco: finalmente era riuscito ad arrivare ad un orario decente!
    La ragazza gli porse il menù e lui lo prese, insicuro se prendere o meno qualcosa. Certo era che per uno abituato al clima Kiriano il caldo si sentiva, sebbene non fosse eccessivo per la stagione, per cui una bevanda fresca non sarebbe stata certo sgradita...
    Mentre rifletteva sul menù notò che diverse persone erano entrate nel locale, ma una sola attirò realmente la sua attenzione: per un attimo fu scettico, era quasi impossibile che lui fosse lì adesso, ma anche senza sentire quello che disse al bancone il suo modo di approcciarsi fu l'indizio che tolse ogni dubbio. Era proprio Baku, quello scontrosissimo Otiano che aveva incontrato qualche tempo prima.
    -Non mi ha riconosciuto. Non può avermi riconosciuto. Se dice qualcosa lo fulmino. Ti prego, fa che non mi abbia riconosciuto...- questi furono i suoi primi pensieri non appena seppe con certezza che era lì. Oramai non guardava nemmeno il menù, pur tenendolo davanti alla faccia, quindi decise di tornare da Aiko e declinare gentilmente la sua offerta. Per fortuna la ragazza lo incalzò subito con altre domande che lo distrassero:
    Allora, come stai? Cosa mi racconti di bello? Ti sei allenato in questo periodo? Hai qualche domanda sulle cose che avevamo fatto l'altra volta?
    Cercò di mantenere un contegno e sorrise alla ragazza mentre rispondeva, con una punta appena percepibile di imbarazzo: -Beh,
    io sto bene, tu? Su quello che avevamo fatto la scorsa volta... no, credo di ricordare tutto abbastanza bene. In questo periodo mi sono allenato un po' ovviamente. Credo di aver fatto progressi e ho una cosa da farti sentire, dopo. Ma credo che tu possa giudicare meglio di me in questo ambito. -
    lo disse così, con un sorriso furbo, rimanendo sul misterioso: ovviamente alludeva alla sua migliorata capacità di produrre musica, ma solo dopo si accorse che magari per lei questo non era un gran progresso, d'altronde non aveva mia visto il suo limite precedente e non sapeva quanto sforzo ci volesse per produrre tutto quel suono, non era certo nella sua testa. Ma sperava comunque di poterla sorprendere, si era preparato molto per l'occasione. Mentre lei cominciava la seconda lezione lui ascoltava, cercando di ficcarsi in testa tutto quello che poteva. Era talmente assorto che si era totalmente dimenticato del pericolo Baku... che prontamente esplose (ah, ah, ah) poco dopo.
    - MA TU SEI IL TIPO DELLA LATTINA!- -Dannazione!- era così frustrato che battè la mano sul tavolino, se pur non troppo forte per non spaventare la musicista di fronte a lui, e disse di rimando: -E ALLORA? CHE, VUOI CHIUDEROhi, zietto! Porta una lattina di roba a quel tizio! Non voglio avere debiti con i poppanti!Oh.-
    -Cosa?- Il barista gli portò una lattina di tè e lui si sentì malissimo e arrossì, rimanendo un istante senza parole prima di riuscire ad articolare una risposta.
    -Uh, beh... Grazie...- lo disse spostando gli occhi dalla lattina davanti a lui all'Otiano al tavolo, confuso e imbarazzato per averlo giudicato così male... avrebbe dovuto articolare anche delle scuse ma non ci riuscì e si rivolse di nuovo alla ragazza davanti a lui, desideroso di sprofondare nel terreno.
    -E' una... lunga storia, si.- disse, ancora un po' rosso, prima di tentare di riprendersi. Era ancora in imbarazzo, fattore accentuato dall'aver urlato così di fronte a tutti, ma riuscì a sopprimere la voglia di scappare.
    -Uh... vuoi del tè?- abbozzò un sorriso, avvicinando la lattina alla musicista.
    D'un tratto faceva parecchio caldo.
     
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    Demone velatore

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    Mukenin
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    Per una volta avevo davvero apprezzato uscire dal villaggio! Una tranquillità assoluta, anche all'interno di quel locale. Onestamente non amavo particolarmente il caos, anche se si trattava di Caos positivo, come feste o quant'altro.
    In ogni caso mi ritrovavo al tavolo, gustandomi un buon piatto di ramen, appena arrivato. Ero davvero un tipo goloso, amavo il cibo e fortunatamente non avevo mai avuto problemi di peso e ne mettevo su troppi chili per l'enorme quantità di cibo che mangiavo regolarmente.
    Non appena arrivò il piatto, sembrò entrare all'interno del locale un'altra persona. Essendo vicino alla porta e seduto praticamente con lo sguardo rivolto, non solo al tavolo dove vi era la presunta coppia, ma anche alla porta, potendo notare chiunque entrasse. Era diciamo una piccola mania, osservare. Osservare le persone i paesaggi. Insomma per un artista come me, osservare forse risultava naturale.
    Che strano questo tizio. Notai tra me e me, che la pelle praticamente tatuata quasi ad ogni centimetro e dei piercing. lungi da me giudicare quella persona, ma era curioso il fatto che ci fossero persone dalla fisiologia più diversa dalla mia. Che potesse essere il soggetto ideale per un ritratto? Certo anche la coppietta seduta di fronte a me poteva esserlo. Ma rimanevo troppo imbarazzato per andar da loro e disturbarli. Cioè perché farlo se erano in mezzo ad un appuntamento? Poteva essere scortese e troppo invadente nel chiedere a due sconosciuti di posare per me, per un ritratto.
    Uffa... Proprio quando, stavo ritrovando la vena artistica.. Come faccio a disturbarli in un momento intimo? Sbuffai leggermente, imbarazzato.
    Alla fine quasi costretto a rinunciare, cercai di dedicarmi al mangiare il ramen, quando un tizio dal carattere a quanto pare esplosivo, entrò di corsa nel locale, iniziando a sbraitare e disturbar tutti gli altri.
    Addio alla mia tranquillità... Pensai sospirando.
    Dopo che il cameriere aveva gentilmente, chiesto a quel tizio buzzurro, di andarsi a sedere in un tavolo, sembrava che la cosa fosse scemata e quindi tornare tutti alla tranquillità. Ah la mia ingenuità di non capire come sarebbero andate a finire le cose!
    Sebbene avesse dato un'occhiata in giro, non andò a sedersi al fatidico tavolo, ma andò a quanto pare a disturbare la coppia.
    Io mi creavo problemi per non disturbarli, anche se era per disegnare e quel tipo andava lì senza problemi, a crear casino ed a mettere in imbarazzo quel tipo? Mi dispiaceva davvero per quel tipo. potevo praticamente fregarmene di quel che accadeva, ma il mio codice morale mi impediva di non far nulla e cercare di fare qualcosa, anche se onestamente la cosa mi spaventava un po', perché tipi del genere potevano essere pericolosi.
    Spero solo di non aver problemi, visto che sono in vacanza... Pensai tra me e me sospirando.
    Mi sarei alzato dal mio tavolo e rinunciato a mangiare il ramen, prendendo il coraggio di andare da loro e cercare di aiutarli.
    M-mi scusi.. Dissi quasi imbarazzato e picchiettando sulla spalla.
    Non è carino disturbare due persone c-che stanno a-avendo un appuntamento. Aggiunsi poi.
    Inoltre sta disturbando tutti altri all'interno del locale... Dissi infine, dando uno sguardo anche a quei due.
    Onestamente non sapevo se erano effettivamente una coppia o meno, ma quella ragazza era davvero carina, tant'è che un lieve rossore di imbarazzo pervase sul mio volto, grattandomi la nuca per l'imbarazzo.
     
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    Kumo
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    Gli occhi rossi di Izumi erano rimasti fissi su Zen. All’inizio il tipo aveva cercato di rispondergli a tono, ma si era bloccato. Era quasi un peccato in effetti. Non era sembrato sorpreso di vederlo, tra l’altro, forse l’aveva notato quando era entrato nel locale. L’aveva osservato mentre accettava la lattina che gli veniva consegnata dalla cameriera, mantenendo la propria espressione impassibile. Sembrava tipo imbarazzato. Oh, che peccato! Era proprio dispiaciuto per la cosa. Un leggero ghigno si era dipinto sul suo volto mentre ora osservava con più attenzione la ragazza accanto a lui, non sembrava infastidita da quell’interruzione, il che era strano. Aveva inclinato il capo, confuso e strizzando gli occhi mentre la guardava, come se fosse un cruciverba che non era in grado di decifrare e poi si era dedicato al panino che gli avevano portato.
    Aveva borbottato un ringraziamento a denti stretti e poi aveva iniziato a mangiarlo con voracità. Al terzo morso, però, aveva sentito qualcuno avvicinarsi e rivolgersi a lui. Senza particolare interesse aveva puntato lo sguardo in quella direzione, notando la figura del ragazzetto albino di prima. Aveva toccato la sua spalla per attirare l’attenzione, evidentemente doveva essere qualcosa di importante o tremendamente stupido.
    - Che c’è? Non sai andare in bagno da solo e hai bisogno di compagnia?- gli aveva detto, un po’ irritato per essere stato interrotto mentre trucidava il suo panino. Aveva staccato un altro morso e poi aveva ascoltato le sue parole successive assumendo un’espressione prima confusa e poi ancora più irritata. Quel tizio ad un appuntamento con quella? Aveva voltato il capo verso Zen, di nuovo, mangiucchiando pensoso ed osservando i due, prima di tornare sul ragazzetto accanto a lui. – Senti coso non me ne frega niente del loro appuntamento o qualsiasi cosa sia, dovevo dare una lattina a quel cretino e basta.- aveva sbottato, posando il panino ed alzandosi, in modo da essere più o meno allo stesso livello quando gli parlava. Non sopportava di non guardare in faccia le persone, del resto.
    - Non mi pare di stare dando fastidio alle persone, tu stai dando fastidio a me. Non vedi che sto mangiando un panino? Sei in cerca di guai?- aveva domandato con fare molto minaccioso, posando il povero panino sul tavolo e facendo un passo intimidatorio verso il ragazzino. Aveva alzato la mano destra, concentrando il chakra su di essa ed iniziando a farlo scoppiettare in tante piccole esplosioni vagamente simili a fuochi d’artificio. Subito dopo però si era voltato verso Zem, come colto da una illuminazione divina.
    – L’hai mandato tu, eh? Non hai neanche le palle per venirmi a dire le cose in faccia?- aveva detto facendo un paio di passi verso di lui. I camerieri e il gestore sembravano abbastanza contrariati, però al momento Izumi non ci stava facendo caso. In questo momento quell’interruzione gli puzzava come strategia da perdente da parte del Kiriano. Aveva lanciato uno sguardo verso la donna in quel momento, abbassando poi il capo sentendosi leggermente in colpa per lei, non voleva coinvolgerla in quella situazione, ma era stato provocato e non poteva fare finta di nulla.



    CITAZIONE
    Abilità Speciale: Senko hanabi
    Abilità per lo più scenografica usata da chi possiede il Bakuton. Concentrando il chakra è esplosivo nelle mani è possibile creare delle deboli esplosioni totalmente innocue ma molto belle. Venire a contatto con le “scintille” o con le esplosioni stesse non provocherà alcun danno, nemmeno a contatto prolungato, si sentirà solo un discreto calore. Le scintille non sono in grado di illuminare l’ambiente circostante visto che il loro raggio luminoso è di un paio di centimetri, tuttavia sono ottime per creare dei pop-corn.
    [Richiede il Bakuton]
    Consumo: 1 a turno

    CITAZIONE
    Chakra: 143/144
    -1 Senko hanabi
     
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    Dai tuoi incubi peggiori...e oltre. Mai stato nella testa di un folle?

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    Passò qualche minuto, dove non successe nulla di particolare. La gente chiaccherava, ogni tanto sentivo qualche parola da una parte e qualche frase dall'altra, ma ero lì per farmi gli affari miei e mangiare qualcosa in santa pace. Il cibo era uno dei grandi piaceri della vita, e mangiare qualcosa di buono con una certa serenità in corpo era il metodo migliore per poter avere grandi prospettive della giornata.
    Tutto questo riuscì a svanire nel giro di...trenta secondi, circa? In così poco tempo, un po' troppe persone cominciarono ad urlare troppo forte e a praticamente minacciarsi tra loro. Cercai di restare calmo e fare training autogeno per non irritarmi, ma la miccia venne innescata letteralmente quando un ragazzo si alzò in piedi e minacciò l'altro ragazzo vicino a lui facendo casino con dei botti che partivano dalla mano. Non mi interessava realmente che tecnica fosse. Non mi interessava che stesse minacciando l'altro ragazzo. Mi interessava che stava creando fastidio A ME, colui che sarebbe stato il Principe del Sole e che avrebbe governato al di sopra di esso. In quel momento tutto il mio odio verso il genere umano stava venendo fuori. Al diavolo le allenza tra paesi e i relativi coprifronte (il mio era sul braccio), mi alzai con sdegno e incrociai le braccia, rivolgendomi a quell'essere odioso.

    Taci miserabile! Stai dando fastidio a tutta la gente comune. Se hai problemi con qualcuno, porta il tuo e il suo culo fuori da qui, che comincio a non sopportare più la tua rumorosa presenza.

    Lo guardai con tutto lo sdegno possibile, la mia parte cattiva stava venendo a galla, e oramai non vedevo più una persona in lui, ma solo un verme che doveva strisciare lontano dalla MIA di presenza, per non rimanere scottato. Se mi avesse fissato per troppo tempo, avrei incalzato.

    E non guardarmi troppo, che mi consumi. Poggia il tuo sguardo altrove.

    Ero fiero delle mie parole e del mio modo di fare. Doveva capire chi comandava qui.
     
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    Nota per Tandino (e anche per tutti gli altri perché ci sta che non si sia capito dalla mia scarna descrizione): il vestiario attuale di Rin è questo, quindi si vedono a malapena i tatuaggi sulle dita e quello sul collo ^^


    No, decisamente non sarebbe riuscito a starsene fuori dalla questione. Innanzitutto perché qualcosa, nella stanza, aveva attirato la sua attenzione più dello scorbutico ragazzino biondo. Un vago pizzico al naso, una sensazione effimera e debole, ma fin troppo familiare. L'emissione di chakra era stata a malapena percepibile, ma l'aveva sentita. Non era proprio certo della sua provenienza, ma se avesse dovuto tirare a indovinare, sembrava davvero identico a quello della bellissima donna. Rin le lanciò un'occhiata curiosa, esaminandola da capo a piedi. Non vedeva niente di strano attorno al suo corpo, quindi forse lo stava concentrando all'interno? Non ebbe il tempo di indagare. Il ragazzino che puzzava di sporco (no, non era sporco, ma gli ricordava qualcosa usato per imbrattare... cosa diamine era?) si intromise nella questione apparentemente già risolta tra Marearoma e Red-Hot-Chili-Peppers, causando una seconda esplosione del biondino. Oh Dio, intendeva esplosione in senso metaforico, ma forse quello lo prese troppo alla lettera. L'aria sopra una delle sue mani iniziò a scintillare e a produrre dei piccoli scoppi, una cosa mai vista prima e decisamente figa, nonché un'altra emissione di chakra, anche stavolta estremamente minuta. Ok, diciamo che forse quel ragazzino stava esagerando. Passino i modi di fare bruschi e arroganti, ma arrivare a minacciare quell'altro cucciolo d'uomo era inaccettabile in quella situazione. Come se non bastasse, ci si mise in mezzo anche l'altro tizio strambo e appariscente, parlando con tono decisamente altezzoso. I padroni del locale sembravano molto a disagio per la situazione, alcuni clienti addirittura spaventati. Da quel che poteva vedere i partecipanti alla lite erano tutti ninja, mentre il resto dei presenti...
    Decise di porre un freno a tutto ciò prima che venissero coinvolti anche degli innocenti.
    Manifestazione dell'Aura
    Livello: 10
    Facendo fluire il proprio chakra in maniera vorticosa il ninja è in grado di far percepire la propria presenza anche alle persone non dotate della specializzazione in Percezione del Chakra nel raggio di 15 metri (la loro percezione sarà molto vaga). Allo stesso modo i sensitivi percepiranno il ninja in un raggio raddoppiato rispetto a quello normale.
    Sigilli: no
    Consumo: 0

    Non fu esattamente una mossa geniale: gran parte della clientela emise un gemito quando la sua aura si espanse per l'intera sala: i più spaventati iniziarono addirittura a tremare. Quantomeno, in questo modo era sicuro di essersi guadagnato l'attenzione di tutti i presenti. Solo dopo aver garantito un momento di silenzio si alzò in piedi, agitando lentamente un braccio in segno di saluto.
    Ciao a tutti e tanto piacere. Io mi chiamo Rin e vorrei, se possibile, che ci dessimo tutti una calmata.
    Esordì, spostandosi dal tavolo e avvicinandosi al centro della sala.
    Vorrei tanto che nessuno si facesse male, quindi alleggeriamo i toni e ognuno pensi a godersi il suo pranzo, che ne dite? Spegniamo l'ardore dell'arroganza e quelle strane e fighissime esplosioni, va bene?
    Aggiunse, con un sorriso amichevole e il tono più gentile di cui fosse capace, pur dimostrando una certa fermezza. Schioccò poi le dita, ricordandosi improvvisamente di una cosa importante.
    Oh, anche lei, signorina. Non so cosa stia facendo di preciso, ma per precauzione chiederei anche a lei di cessare quest'emissione di chakra, per piacere.
    Concluse, voltandosi verso la bella donna e rivolgendo anche a lei un sorriso. Recuperò infine un paio di monete e le abbandonò sul bancone, senza perdere di vista nessuno dei litiganti.
    Grazie mille per l'ottimo caffè.
    Commentò dolcemente all'indirizzo dei proprietari.

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    Nota: il chakra di Rin è pari a 580.
     
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    Demone incendiario

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    Quando, con l'Occhio della Morte ancora attivo, mi voltai verso il ragazzo di Kiri mi prese quasi un colpo. Sul suo petto campeggiava un nome diverso da quello che mi aspettavo, Zen Kirishima. Era un cognome differente da quello con cui mi si era presentato e mi chiesi come mai. Non mi sembrava da lui, si era firmato come Imana anche nella sua lettera. Non avrebbe avuto nessun motivo e nessun vantaggio a mentire, quindi probabilmente neanche lui conosceva questa cosa. Avrei dovuto dirglielo? Non sapevo bene se farlo, ci avrei pensato in seguito.
    E' una... lunga storia, si.
    Uh... vuoi del tè?

    Accettai con un sorriso la lattina di Zen, immaginando che non potesse prenderla né rifiutarla. L'orgoglio faceva brutti scherzi ogni tanto, pensai. Ero contenta di come la cosa si fosse sistemata senza problema alcuno, ma l'evoluzione degli eventi stava per prendere una piega stranissima e preoccupante. Per prima cosa un ragazzo dall'aria timida si avvicinò a Izumi. Grazie alla mia tecnica, che per distrazione avevo lasciato ancora attiva, riuscii a spiarne il nome, Tsunayoshi Kirigaya. L'intento di costui forse era pur nobile, ma il suo modo di fare fu disastroso. Per prima cosa fraintese la situazione tra me e Zen, prendendo quell'incontro come un appuntamento. Non era così, ovviamente, non nei termini che sembrava avere in mente lui, e chiunque con un minimo di esperienza lo avrebbe compreso. Zen era un ragazzo simpatico e carino, gli volevo bene, ma non era scattata nessuna scintilla. Era un amico, un buon amico. E anche una specie di allievo. Ero contentissima di ciò, difficilmente le cose avrebbero preso una piega diversa in un futuro prossimo.
    La richiesta di non disturbare il resto degli avventori, fatta in maniera timida ma risoluta al ragazzo di Oto, ebbe effetti dirompenti. Infatti questi la prese sul personale, si alzò in piedi a sbottare contro Tsunayoshi per qualche istante. Poi, in preda a non saprei dire quale delirio vittimistico, si avvicinò a Zen e suggerì che fosse stato lui a comandare all'altro ragazzo di disturbarlo. Non aveva alcun senso, da qualunque parte la si volesse vedere. Mentre parlava stava creando degli scoppiettii di quello che presumevo essere chakra nella sua mano, con evidente fare minatorio. Sembrava qualcosa di molto pericoloso, iniziavo a essere molto preoccupata. Il ragazzo mi lanciò una breve occhiata, ma distolse subito lo sguardo, in preda a evidenti sensi di colpa. Cosa poteva avergli mai fatto Zen la volta precedente per giustificare un comportamento così inqualificabile? Non riuscii a trovare le parole giuste per intervenire. Sapevo che dovevo fare qualcosa per riportare la calma, ma non sapevo cosa o come fare. Fui anticipato da un'altra persona, un ragazzo con un coprifronte di Konoha di nome Oudo Miyakonojou. Si rivolse a Izumi, usando parole offensive e terribilmente arroganti. Stava versando benzina sul fuoco, la mia preoccupazione aumentò ancora di più. Come potevo evitare che scoppiasse un disastro? Mi alzai in piedi, sperando che le parole mi venissero spontanee, ma proprio in quel momento sentii qualcosa che non avevo mai sentito prima. Era la consapevolezza che qualcosa di grosso era lì, non troppo distante da me. Durò solo un attimo, troppo poco per riuscire a capire cosa fosse. Ma la sorpresa e la paura mi fecero ripiombare sulla sedia, quasi tremante. Mi portai una mano al petto, come per controllare che il cuore battesse ancora e per calmare il respiro, che si era fatto molto irregolare. Quello choc mi impedì di sentire per bene la prima frase di colui che era stato evidentemente l'autore di quel gesto strano. Si trattava del ragazzo dai capelli scuri e dagli occhi rossi che avevo intravisto al mio ingresso nel locale. Il mancato ascolto delle parole di costui mi impedì di capire chi fosse o cosa volesse fare. La risposta alla prima domanda la ebbi però subito, puntando lo sguardo verso di lui, visto che nel mezzo di tutto quel casino non avevo ancora disattivato la mia tecnica. Rin Sabakuyoru, questo era il suo nome. Possibile che fosse il Rin di Kiryan? Quel cognome era proprio quello con cui il ragazzo di Takumi si era firmato nelle sue lettere, quindi le probabilità erano molto alte.
    Vorrei tanto che nessuno si facesse male, quindi alleggeriamo i toni e ognuno pensi a godersi il suo pranzo, che ne dite? Spegniamo l'ardore dell'arroganza e quelle strane e fighissime esplosioni, va bene?
    Quando sentii quelle parole, così ragionevoli, fui enormemente contenta. Nonostante lo spavento, ci stava togliendo le castagne dal fuoco a tutti quanti. Riuscì anche a calmarmi, per un attimo, poi disse qualcos'altro che ebbe l'effetto totalmente opposto.
    Oh, anche lei, signorina. Non so cosa stia facendo di preciso, ma per precauzione chiederei anche a lei di cessare quest'emissione di chakra, per piacere.
    Oh Dei, mi scusi!
    In un istante divenni tutta rossa in volto, per l'imbarazzo. Forse il ragazzo era un sensitivo come Ichiro o Drey, mi venne da pensare. Mentre presentavo quelle parole di scuse, abbastanza scoordinate, mi alzai in piedi di scatto e chinai il capo, mentre disattivavo di colpo la mia tecnica. Poi, quando vidi che costui stava pagando al bancone mi gettai di scatto al suo inseguimento. Non volevo perdere l'occasione di parlargli, di conoscerlo.
    Ah... ecco... mi perdoni, lei conosce Kiryan, vero?


    Chakra: 326/328
     
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38 replies since 3/7/2017, 17:32   803 views
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