Come bite my thumb!

Paese dell'Artiglio

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    Contendenti: Kiryan & Rin vs Rutja & Natsuki
    Luogo: grande prato al lato della strada principale
    Tempo: tardo pomeriggio
    Clima: soleggiato, parecchio caldo.
     
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    Una pace silenziosa e quasi surreale regnava sui vasti territori tropicali del Paese dell’Artiglio. Le temperature raggiungevano dei picchi così alti nella stagione estiva da scoraggiare qualsiasi visitatore. Ne era la prova che, nonostante fosse già il tramonto, non ci fosse nessuno lungo la strada principale dalla quale si poteva scorgere la foresta ed un fiume in lontananza. Quel panorama malinconico probabilmente era molto apprezzato dagli abitanti del Paese, ma non da Natsuki. Quelle zone non le erano mai piaciute, nonostante sin da bambina sognasse di visitarle. Innanzitutto era costretta ad attraversarle ogni volta che voleva uscire dal Paese del Fulmine, visto che non prendeva neanche in considerazione l’idea di poter prendere una nave; non ne sarebbe valsa la pena fare un giro così lungo per arrivare in zone relativamente vicine. Non bisognava poi scordare che per una ragazza abituata a vivere sulle fresche montagne di Kumo era davvero difficile accettare il caldo insopportabile che contraddistingueva quei paesi selvaggi. In un periodo come quello avrebbe fatto volentieri a meno di viaggiare attraverso il Paese dell’Artiglio, ma quando il dovere chiamava non poteva che rassegnarsi e andare dove indicatole dai suoi superiori.
    La missione fortunatamente era stata semplice da portare a termine, dovevano solo fare da scorta ad un mercante abbastanza altolocato da permettersi due Genin come guardie del corpo. Due perché ovviamente la ragazza non era sola, ma in compagnia di un uomo alquanto bizzarro, proveniente da Taki. Ultimamente le capitava di incontrare ninja dalle caratteristiche più disparate e la cosa sembrava divertirla, anche per questo non era stata turbata più di tanto dall’aspetto eccentrico del suo compagno: non aveva reagito male quando aveva incontrato Drey, figuriamoci con lui che era pure un alleato. In verità era abbastanza incuriosita, ma da brava persona educata e timida aveva evitato di fare domande dirette al tipo, limitandosi a brevi frasi utili a portare a termine la missione.
    Sperava, in ogni caso, di tornare a casa presto. Aveva appena constato che i suoi vestiti estivi Kumiani non erano molto funzionali in quelle zone. Il suo uwagi scuro senza maniche era praticamente zuppo di sudore e lo stesso poteva dire anche della fascia del coprifronte posizionata sul braccio destro. Il lato positivo e negativo allo stesso tempo era che in quel modo poteva sfoggiare il suo nuovo tatuaggio sul deltoide destro, senza preoccuparsi degli sguardi iracondi della madre… il fatto che si vergognasse un sacco di mostrarlo, quasi come se si stesse vantando di possederne uno non era però da sottovalutare. Ci avrebbe fatto l’abitudine sperava, alla fine sarebbe rimasto impresso sulla sua pelle per sempre.
    - E’ già quasi il tramonto.- aveva mormorato guardando l’orizzonte con interesse ed iniziando a calcolare se sarebbe riuscita a tornare a casa entro quella notte se avesse corso alla massima velocità. Paradossalmente forse sarebbe stato più rapido prendere la nave per una volta. In ogni caso prima di prendere quelle decisioni era bene sapere cosa avrebbe fatto anche il suo compagno, magari non conosceva bene la zona e desiderava delle indicazioni? Non sembrava quel tipo di persona, ma chi era lei per decidere di negargli a prescindere quell’atto di gentilezza?

     
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    Camminavo con calma, osservando il palmo di una delle mie mani, che tenevo aperta all'altezza della cintura. Aveva un vistoso segno rosso, una cicatrice frutto di un taglio lievissimo che mi ero fatto ormai più di un mese addietro. Come faceva a essere ancora così chiaro ed evidente il segno? Come era possibile che il dolore, seppur leggero e trascurabile, si facesse ancora vivo di tanto in tanto? La risposta era una sola e si collegava a tanti altri sintomi che stavo riscontrando in quel periodo. Qualche ruga in viso, alcune radissime ciocche di capelli bianchi, indolenzimenti muscolari immotivati di tanto in tanto, insonnia generalizzata e altri disagi vari ed eventuali. Inoltre la mole enorme di allenamenti a cui continuavo a sottopormi non servivano più a migliorare le mie abilità, anzi riuscivano a malapena a mantenere stabile il tono muscolare, che altrimenti sarebbe degenerato in poco tempo, con ogni probabilità. Il mio corpo aveva raggiunto il suo limite massimo e aveva iniziato una decadenza rapida e inesorabile. Un vecchio diciannovenne, come al solito riuscivo ad essere del tutto anormale, anche su quello.

    M: Quando torniamo magari ti porto a vedere un po' di lavori in corso! Oppure facciamo un salto alla bocciofila, tanto le tue bocce personali ce le hai già.

    Feci un piccolo ghigno alle battute insolenti della mia ex moglie, ma cercai di non darlo troppo a vedere. Non ero da solo, del resto.

    N: E’ già quasi il tramonto.

    Guardai la mia compagna di missione del giorno, poi il cielo. Era una ragazza particolare, dai tratti e dai modi di fare alquanto androgini. Aveva anche una vistosa benda su un occhio, probabilmente una ferita guadagnata in missione o durante la guerra, immaginai. Maki la aveva soprannominata "il maschiaccio guercio", dando come al solito sfogo alla sua cafonaggine, ma aveva anche detto che non le piaceva assai come ragazza. Io, di contro, avrei rischiato seriamente di scambiarla per un uomo, se non fossi stato avvertito da lei.

    Vuole fermarsi da qualche parte per la notte o continuiamo il cammino?

    Chiesi per sicurezza. Io avrei continuato a marciare senza problemi, non mi sarebbe dispiaciuto arrivare a casa il prima possibile. Tanto più che preferivo camminare di notte, quando il caldo estivo concedeva una tregua temporanea. Inoltre non mi piaceva stare in compagnia, per quanto la ragazza, Natsuki, fosse stata un caposquadra molto gradevole e preparata. Il nostro compito era stato molto semplice, ma averlo compiuto senza la minima complicazione era un merito che non potevo non riconoscerle. Si era dimostrata anche alquanto riservata, qualità inusuale e che apprezzavo notevolmente. La sua presenza mi dava poco fastidio, fatto più unico che raro.
     
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    Sai dove abita? Sei mai stato a casa sua? Kumo è grande e non voglio perderci una giornata intera, io... io non vedo l'ora di darle il mio regalo!
    Esclamò stringendo i pugni con entusiasmo.
    Dici che le piacerà?
    Domandò poi voltando gli occhi all'insù per guardare meglio in faccia Kiryan. Rin era sdraiato su un prato poco lontano adiacente al grande sentiero che stavano percorrendo, con la testa appoggiata alle gambe del suo ragazzo. Erano in cammino ormai da più di un giorno e come destinazione finale avevano Kumo, il Villaggio in cui abitava Natsuki. Rin non aveva mai avuto occasione di ringraziarla per tutto ciò che aveva fatto per lui (in primis prendersi cura di Kiryan e Nayra) e di recente aveva girato mezzo mondo per riuscire a trovare una ricompensa adatta al suo aiuto. Quella katana bianca le era sembrato il dono migliore e così aveva chiesto a Kir se avesse voluto accompagnarlo dalla spadaccina; un po' per passare del tempo insieme, un po' per maggiore sicurezza. A Taki nessuno aveva fatto domande sul suo conto, ma temeva che un Villaggio più grande come quello di Kumo avrebbe potuto indagare e scoprire la sua provenienza e... e chissà che altro. Trovarsi con un ninja di un Paese alleato avrebbe giocato a suo vantaggio.
    Checché fosse stata la risposta del Takumiano, Rin avrebbe pizzicato la lingua tra i denti, sorridendo. Era un piccolo gesto su cui si erano accordati, la silenziosa richiesta di un bacio che, ci sperava tanto, gli sarebbe stato concesso.
    Sono sorpreso, comunque. Di solito le femmine ti stanno antipatiche, Nay, cos'ha Natsuki di diverso?
    Proprio nel bel mezzo di quella chiacchierata, Rin sentì due presenze avvicinarsi alla loro posizione. Non se ne sarebbe preoccupato, normalmente, anche perché il loro numero era ridotto, ma ne fu particolarmente attratto perché i passanti da quelle parti erano pochi e soprattutto perché una delle due tracce di chakra era familiare.
    Questo chakra me lo ricordo. Era associato a qualcosa di fighissimo, qualcosa di strano, qualcosa diRUTJA!
    Rifletté ad alta voce, prima di scattare in piedi e cercare il ragazzo-ragno con lo sguardo. Non fu difficile trovarlo, vista la zona deserta, ma quell'incontro sembrava riservare una sorpresa dopo l'altra.
    NATSUKI!
    Gridò ancora più forte, lanciandosi verso i due giovani shinobi. Li avrebbe abbracciati entrambi, se possibile; lei più stretta e più a lungo.
    Ciao ciao ciao! Cosa ci fate qui? Siete lontani da casa! State bene? Sono contento di vedervi!
    Avrebbe domandato a raffica, con la stessa frenesia di un cucciolo di cane che rivede il padrone dopo essere rimasto solo a casa per ore.
     
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    Sai dove abita? Sei mai stato a casa sua?

    Fece per rispondere che lo sapeva, ma Rin continuò senza dargliene la possibilità. Perché ci provava ancora? Nay, ovviamente, era coinvolta nel suo entusiasmo e gli parlò sopra, raccontando che avevano conosciuto anche la sorellina di Natsuki e che era una femmina ma era stata lo stesso gentile.

    Kumo è grande e non voglio perderci una giornata intera, io... io non vedo l'ora di darle il mio regalo! Dici che le piacerà?

    "Sono stato a casa sua, non ci perderemo. E sono anche sicuro che le piacerà molto." rispose con pazienza, segretamente intenerito da tutta quella gioia. Avendo organizzato quella spedizione con Rin, anche lui si era portato la piccola spilla a forma di katana che aveva comprato per Natsuki come regalo di Natale, ma a confronto col regalo dell'altro sembrava sinceramente un po' triste, quindi non era certo che avrebbe trovato il coraggio di mostrarla.
    Fra l'altro lei non aveva mai risposto alla lettera che le aveva mandato qualche tempo prima -oppure lui non aveva ricevuto la risposta? Possibile?- perciò non era neanche convinto di non aver davvero fatto qualcosa che l'aveva indisposta nei suoi confronti.
    Rin gli sorrise e fece quel segno con la lingua che era la sua richiesta di un bacio. Era felice che lo avessero concordato perché facilitava moltissimo il suo problemino col fatto che sentiva sempre di aver bisogno di una conferma prima di avvicinarsi a Rin e quello era praticamente un lasciapassare silenzioso.
    Posò le labbra su quelle dell'altro senza farselo chiedere una seconda volta, godendosi il momento per un po' prima di approfondire.

    Sono sorpreso, comunque. Di solito le femmine ti stanno antipatiche, Nay, cos'ha Natsuki di diverso?

    "Mh? È perché lei non è una femmina, no? Se lo fosse non mi piacerebbe, ma lei e... e..." Sembrava voler aggiungere un altro nome, ma l'aveva evidentemente dimenticato "Insomma, siccome mi piacciono non sono femmine. Non dico che siano maschi, ma sono non-femmine. No?" Sembrava convinta e Kiryan si chiese che razza di ragionamento fosse arrivata a concludere. Quello di certo non era colpa sua, era piuttosto sicuro di non aver mai detto niente del genere, neanche per sbaglio.
    Però... in un suo modo davvero molto contorto aveva senso, anche se dubitava che Aiko e Natsuki l'avrebbero pensata allo stesso modo.

    Questo chakra me lo ricordo. Era associato a qualcosa di fighissimo, qualcosa di strano, qualcosa diRUTJA! Rin attirò all'improvviso la sua attenzione su qualcosa e Kiryan guardò verso la strada, aspettando di vedere la persona che stava arrivando.
    Possibile che Rin conoscesse tutti? La cosa lo metteva davvero un po' a disagio perché...
    NATSUKI!
    Anche Kiryan li aveva finalmente individuati, ma Rin era direttamente già partito verso di loro per abbracciarli. La minuscola e sicuramente trascurabile fitta di fastidio che l'avrebbe spinto a legarselo addosso per impedire tutto quel contatto fisico con altri fu messa in secondo piano dall'aspetto di quello che doveva essere Dirutja. Era decisamente alto, ma a parte quello... quelle braccia erano vere? Tutte quante? E i capelli. Santo cielo, quei capelli erano davvero incredibili.
    Per non essere maleducato distolse quasi subito lo sguardo dall'uomo dai capelli incredibili e lo posò su Natsuki valutando velocemente che sembrasse in salute e aprendosi in un sorriso sincero per lei un attimo prima di dedicare ad entrambi un rispettoso inchino.

    Nay, intanto, aveva smesso di essere distratta da qualcosa e si era accorta dei nuovi arrivati e perciò si sparò verso Natsuki, salutandola con gioia. Il suo affetto per la spadaccina però non fu capace di trattenerla quando si rese conto che l'altro uomo aveva sei braccia.
    "WOOOOOW! Rin! Rin! Ommioddio, l'hai visto? Sono tantissime braccia! Sono bellissime! Signore, le sue braccia! E i capelli!"
     
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    La domanda di Rutja l’aveva fatta voltare verso di lui, osservandolo pensosa per un momento, chiaramente valutando le opzioni proposte. Non erano stanchi, inoltre aveva il sospetto che non sarebbe riuscita a sopportare la notte in quel Paese una volta che le zanzare si fossero palesate ancora più apertamente. Se le aveva fatto quella domanda probabilmente il suo compagno di squadra la pensava come lei o le avrebbe solo consigliato di riposare.
    - Possiamo continuare, se per lei non è un problema, non sono stanca.- gli aveva comunicato con praticità, annuendo per sottolineare la cosa e continuando dunque il loro cammino attraverso il Paese dell’Artiglio. A quanto pare però il destino aveva altro in servo per i due ragazzi visto che un urlo aveva squarciato il silenzio, facendola istintivamente irrigidire e posare la mano destra su una delle sue spade. Una voce aveva chiamato il nome del suo compagno di squadra, era un’imboscata? Quando quello stesso timbro, che ora sembrava familiare, si era rivolto anche a lei a gran voce, aveva diminuito la stretta sull’elsa di Hakusetsu, aggrottando le sopracciglia.
    La ragazza aveva iniziato a guardarsi intorno alla ricerca della possibile fonte del rumore e solo dopo un paio di secondi aveva notato una figura ben conosciuta correre loro incontro. Senza avere il tempo di dire nulla si era ritrovata stretta in un abbraccio gioioso che l’aveva fatta irrigidire alquanto. Non era abituata a quel genere di contatto fisico, soprattutto se così all’improvviso. Aveva resistito all’impulso di cacciarlo con una spinta solo perché era troppo impegnata ad essere sconvolta. Quello era davvero Rin?
    Era rimasta ad osservarlo un po’ stranita, come se avesse visto un fantasma, per poi tornare a guardarsi intorno istintivamente. In effetti non c’era voluto molto prima di scorgere anche la figura di Kiryan in avvicinamento. Sulle prime un sorriso felice si era dipinto sulle sue labbra. Quei due stavano bene! Rin si era ripreso e lui e il suo amico potevano finalmente passare del tempo insieme. La sua espressione era però presto mutata in una di colpa: come poteva essere così contenta di vederli se li aveva abbandonati. Loro di sicuro l’odiavano, non era neanche stata capace di rispondere alla lettera di Kiryan del resto.
    - Eravamo sulla strada del ritorno.- aveva spiegato la ragazza, ancora un po’ frastornata, ad un sovraeccitato Rin, incapace di guardarlo in faccia – Sto bene, sì. Sono contenta di vedere che siete insieme ed in salute.- aveva poi detto provando ad abbozzare un sorriso, ma continuando a trovare più interessante un punto non ben precisato sul suo mento. Quando Kiryan però le aveva rivolto quel sorriso così sincero e quell’inchino, si era ritrovata a stringere i pugni. Aveva fatto per dire qualcosa, ma era stata interrotta dall’arrivo di una Nayra felicissima, alla quale è stata costretta a rivolgere un sorriso sincero.
    - Ciao Nay, tutto bene? Ti stai prendendo cura di Kiryan e Rin?- aveva domandato, prima di tornare a zittirsi. Non sapeva davvero come comportarsi, era tremendamente a disagio. Cosa si faceva quando avevi tradito un tuo amico per arti perdonare? Era il caso di urlarlo apertamente? Perché doveva essere così difficile rapportarsi agli altri?

     
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    40.2 IL RITORNO DEL RIN



    Per fortuna Natsuki si professò non stanca, dando il suo assenso al proseguimento del cammino. Ma purtroppo qualcosa ci fermò dal nostro proposito. Un urlo in lontananza, un urlo che scandiva il mio nome in maniera abbastanza chiara. Un nemico, mi venne da pensare.

    M: Certo, i nemici hanno questa buona abitudine di avvertirti quando vogliono attaccare. Leva quella mano dalla spada,
    coglione, prima di far danni.


    Seguii il consiglio della donna e spostai rapidamente via l'arto dall'arma, per evitare che la situazione precipitasse senza motivo. Anche perché una volta che l'autore del grido fu vicino riconobbi che si trattava di una persona che conoscevo. E che conosceva anche Natsuki, visto che ululò anche il nome di lei. Aveva un aspetto alquanto riconoscibile, ma non riuscivo a ricollegarlo ad una delle mie conoscenze. Un qualche passato compagno di missione? Non riuscii a rispondermi prima che egli mi fosse addosso, stringendomi in maniera strana e improvvisa. Era un abbraccio? Era da una anni che non ricevevo abbracci, l'ultima volta probabilmente era stato addirittura il mio povero fratellino, una vita fa. Stupore, disagio e disgusto si unirono in un'unica sensazione spiacevolissima che mi lasciò paralizzato per qualche istante. Per fortuna questo contatto fisico durò pochissimo, il ragazzo passò subito a fare lo stesso con la povera kumiana. Quando mi voltai verso di lei vidi che anche lei si trovava parecchio sconvolta dal gesto inconsulto del ragazzo. Come poteva aver pensato che comportarsi in quella maniera fosse giusto?

    R: Ciao ciao ciao! Cosa ci fate qui? Siete lontani da casa! State bene? Sono contento di vedervi!

    Per fortuna Natsuki si occupò di rispondere a quella raffica insensata di domande. Mi limitai ad annuire con la testa, non ero in grado di formulare frasi di senso compiuto.

    M: Come se quella fosse una novità. Comunque mi sono ricordata io di 'sto tizio. Mi pare fosse Ran, Ren o qualcosa del genere. È il tizio a cui ho sgozzato il clone, quello con cui Julius ha fatto a botte nel Paese degli Uccelli. Ricordi? Non era lo stesso che ti ha fatto il regalo di Natale, tra l'altro?

    La memoria mi faceva brutti scherzi, perché non ricordavo che vagamente gli eventi di cui stava parlando. Insomma, non potevo mica ricordarmi tutti i tizi che mi pestavano o ancora peggio che pestavano i miei cloni. Sull'ultima cosa citata dalla donna invece non ero sicuro, ricordavo di aver ricevuto un altro regalo oltre a quello della ragazzina diventata mizukage, ma era stato davvero quel tizio di cui non ricordavo nulla? Del resto provando a richiamare alla mente ciò che era successo non ritrovai molto. Sapevo di non aver preso nulla in cambio, cosa per cui per un po' mi ero sentito anche leggermente in colpa, ma ci misi qualche istante a ricordarmi il perché di questo fatto. Il motivo era semplice, il tizio che mi aveva comprato quelle cose era un ninja di uno stato nemico e avevo già rischiato troppo a ricambiare il gesto della ex bimba dai capelli rossi, non avrei potuto farlo un'altra volta in così poco tempo. Guardando il ragazzo che avevo di fronte mi parve di poter escludere che si trattasse proprio di quel personaggio, non aveva nessun coprifronte con sé e il tizio che lo accompagnava ne aveva uno di Takumi. Di sicuro un ninja non sarebbe andato a passeggio con un nemico in quella maniera, no?

    Aspetta, ma quello stangone da dove cazzo spunta?!

    M: È sempre stato lì, idiota! Sul serio non l'avevi notato?! Anche il cervello mi sa che è definitivamente andato...

    Vidi che Natsuki si era abbastanza ripresa dallo stupore, cosa che io non ero riuscito a fare per niente. Stava parlando a qualcosa che lì per lì non avevo ancora notato e di cui scoprii l'esistenza solo quando urlò a poca distanza da me. Era come una specie di ragazzina volante dalle dimensioni minuscole. Non sentii bene cosa disse, ma saltai in aria alla sua visione. Un balzo all'indietro e un gridolino virilissimo furono il preludio ad uno scivolone sonoro. Mi ritrovai a terra per un istante, ma provai a rimettermi in piedi da solo subito. Non fosse mai che qualcuno pensasse che avevo bisogno di aiuto e mi abbracciasse di nuovo. Il mio volto era in quel momento probabilmente lo specchio delle emozioni che stavano turbinando dentro me, terrore e stupore su tutte. Cosa diavolo stava succedendo laggiù? Non ci stavo capendo più molto e le risate sguaiate di Maki dritte nel mio cervello non aiutavano molto...
     
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    WOOOOOW! Rin! Rin! Ommioddio, l'hai visto? Sono tantissime braccia! Sono bellissime! Signore, le sue braccia! E i capelli!
    Rutja è davvero unico, Nay!
    Rispose alla bambina, pareggiando il suo livello di entusiasmo. Si era chiesto spesso cosa avrebbe potuto fare con tutte quelle braccia, in passato. Proprio mentre Natsuki si perdeva in chiacchiere con lei, peraltro, si accorse di aver dimenticato qualcosa di importante. Mise la mano sul fianco e per un momento andò nel panico non trovando la katana che doveva regalarle, ma esaminando l'ambiente circostante riuscì a ritrovare un poco di tranquillità. L'aveva semplicemente abbandonata per sbaglio sul prato, probabilmente il nodo si era sciolto e lui nella foga non se n'era reso conto. Che scemo.
    Corse a prenderla immediatamente, approfittandone per stampare un bacio sfuggente e rumoroso sulla guancia di Kiryan. Quando la recuperò e si voltò, trovò l'uomo ragno intento a rialzarsi, visibilmente sconvolto da qualcuno o qualcosa. Due furono le ipotesi che gli vennero in mente: o Kir aveva detto qualcosa di spiacevole e spaventoso, oppure era colpa di Nayra. Puntò tutto sulla prima: chi mai avrebbe potuto provare qualcosa di diverso dall'adorazione per la sua piccola?
    Natsuki...
    Si propose un po' timido, avvicinatosi di nuovo al gruppo. Teneva la spada avvolta in un panno bianco da quando l'aveva acquistata. Nemmeno per sbaglio si era sognato di sguainarla: gliene avevano parlato così bene che non pensava di meritarselo.
    Tieni. Non puoi rifiutarlo.
    Le disse, porgendole il pacco e aspettando che lei lo accettasse.
    Si chiama Kyūseishu. Mi sembrava un nome adatto visto quello... quello che hai fatto per me. È solo un ringraziamento piccolo e stupido per avermi salvato. Te ne sono davvero riconoscente, considerami debitore per tutta la vita.
    Disse, inchinandosi in modo goffo e innaturale. Non era solito fare una cosa del genere, perciò doveva risultare parecchio ridicolo.
    Spero che sia davvero di buona qualità come mi hanno detto.

    Kyūseishu ("Salvatrice")

    d77pZSn
    Una spada tanto letale quanto famosa da esperti ed appassionati di Bushido. Suo ideatore e forgiatore è il celeberrimo armaiolo di Takumi Hattori Hanzo, creatore di una serie di 100 katane utilizzate dai migliori spadaccini di passato e presente. Hanzo pareva essersi ritirato dall'attività all'apice della carriera per questioni etiche personali: quando le sue katane, fabbricate su misura, passarono di mano in mano fino a diventare meri strumenti di assassinio e perdendo la loro individualità, storia e il loro intrinseco significato originale, l'uomo smise di considerarsi un'artista e iniziò a considerare sé stesso carnefice diretto di stragi di innocenti. Scomparve dalla circolazione e nessuno seppe più nulla di lui.
    Il silenzio sulla leggenda di Hattori Hanzo si ruppe proprio quando Kyūseishu venne alla luce: questa spada, unica nel suo genere, avrebbe rimediato a tutti i peccati compiuti dall'armaiolo tramite le armi di cui non aveva il diretto controllo. Il suo nome deriva proprio dalle aspettative del suo creatore.
    Kyūseishu si presenta come una spada completamente bianca. Non solo impugnatura e fodero, ma persino la lama è candida come la neve. Essa è poco più lunga di quella delle katane tradizionali (75 cm) ed è composta da una lega metallica di invenzione di Hanzo stesso, da lui nominata Mūnsutōn (letteralmente "pietra di Luna"), di cui non si conosce la composizione.
    La tsuba della spada prende la forma di una svastica bianca, simbolo di buon auspicio, eternità e secondo alcuni rappresentante una forza primordiale. L'impugnatura è in legno, ma possiede un nucleo di ferro per un migliore bilanciamento del peso.
    Il fodero è in legno di betulla, laccato di bianco puro. Non sono presenti decorazioni, forse una scelta stilistica per rimarcare la semplicità e purezza della katana.
    Affilata, resistente, maneggevole ed incredibilmente leggera: Kyūseishu è indubbiamente il capolavoro di Hattori Hanzo.
    Lunghezza lama: 75 cm
    Lunghezza impugnatura: 20 cm
    Materiale lama: Sconosciuto (Resistenza 125)
    Materiale impugnatura: Legno e Ferro
    Peso katana: 750 gr
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    Il bacio di Rin lo distrasse giusto il tempo necessario a perdere il filo di ciò che stava per dire, ma nel frattempo ebbe il tempo di notare che tipo alto con diverse braccia non aveva reagito bene a Rin e la situazione era drasticamente peggiorata con l'arrivo di Nay.
    Forse era uno a cui le persone esuberanti non piacevano molto... gettò uno sguardo a Rin e quasi sorrise di nuovo al pensiero che lui avrebbe detto lo stesso di sé fino a poco tempo prima.
    Rin tornò quasi subito col suo dono per Natsuki e Kir fu molto imbarazzato al pensiero di darle la spilla che le aveva comprato. Non era neanche poi tanto bella, era piuttosto semplice e poco dettagliata. No, decise, non poteva regalarle qualcosa del genere. Neanche se era l'unica che si era potuto permettere di comprare.
    Si spostò invece verso Rutja, finalmente era riuscito a sentire bene il suo nome, e fece un breve inchino nella sua direzione. "Temo che non ci abbiano presentati. Io sono Kiryan Sabakuyoru." Disse. Il nuovo cognome era ancora una novità per lui, ma era talmente orgoglioso di pronunciarlo che probabilmente aveva cominciato a brillare di luce propria al solo pensiero.
    Indicò Nay con un cenno, che era andata da Rin e Natsuki con aria allegra e, aspettando un varco nella loro conversazione, gli aveva mostrato i denti chiedendo se era spaventosa. "Lei invece è Nayra. È molto esuberante, mi scuso per il fastidio che le ha recato." Si inchinò di nuovo, questa volta più profondamente.
    Avrebbe voluto rivolgersi a Natsuki e chiederle come stava o magari scusarsi per non essere andato a trovarla o ancora per non essere stato un buon amico durante la convalescenza di Rin, ma si vergognava troppo per i suoi errori e per il suo dono tanto scarso e non aveva il coraggio di parlarle.
    Istintivamente si accostò di più a Rin, fin quasi a sfiorarlo con la mano, e gettò un'occhiata a Natsuki ed una a Rutja. Entrambi lo rendevano nervoso anche se per motivi molto diversi.
    Nay, invece, sembrava godersela un mondo con l'idea di essere un creatura temibile e spaventosa. L'aveva evidentemente preso come un gioco, uno scherzo che Rutja aveva fatto per divertirla.
     
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    Ora che poteva farci caso Nayra e Rin si somigliavano davvero tanto dal punto di vista della parlantina e dell’entusiasmo. Il pensiero per qualche strano motivo, le era risultato strano, forse perché non riusciva accostare il giovane alla bambina fatta di chakra? O forse perché sognava ancora di vederlo legato a quella sedia ogni tanto?
    - Signor Rutja, tutto bene?- aveva chiesto però, non capendo all’inizio come mai fosse caduto a terra con quella reazione esagerata. Per fortuna non sembrava ferito, solo sorpreso e di certo in grado di rialzarsi da solo. Del resto aveva quattro braccia, sarebbe stato stupido provare ad offrirgliene una in più. Distratta dal capitombolo del suo compagno di squadra non aveva fatto caso al comportamento di Rin e quando era tornata a fissarlo era già corso via, non prima però di aver dato un bel bacio sulla guancia a Kiryan.
    Natsuki era arrossita. Non sapeva perché, ma qualcosa nell’aria tra i due le aveva fatto intendere che quello non era un semplice bacio tra amici e che quella era la conferma dei sospetti che aveva avuto per mesi. Insomma almeno gli amuleti di Natale erano azzeccati. Istintivamente aveva cercato di schiarirsi la gola e di tornare del solito colorito, anche perché non faceva una bella figura a reagire in quel modo, trovandosi nel torto. La sua presentazione a Rutja però aveva attirato la sua attenzione, facendole fare un sorriso istintivamente.
    - Sabakuyoru?- aveva domandato per conferma, sperando che lui non dicesse che fosse un lapsus. Insomma se finalmente il suo amico avesse trovato una famiglia a cui appartenere a tutti gli effetti lei sarebbe stata felicissima! Insomma, nonostante li avesse abbandonati le cose andavano bene tra loro e quella era una piacevole constatazione per fortuna. Non aveva avuto modo di pensarci più di tanto però, perché Rin aveva di nuovo attirato la sua attenzione… un Rin con quella che era chiaramente una spada in mano. Istintivamente aveva sgranato il suo unico occhio e fatto un passo indietro.
    Non poteva rifiutarlo? Ma stava scherzando? Come poteva accettare una cosa del genere? Aveva ascoltato spaventata le parole del ragazzo di Ame, passando lo sguardo da lui alla spada incapace di dire qualsiasi cosa. Non solo era un dono incredibile a prescindere dalla qualità che avrebbe potuto avere, ma era anche con un nome così importante da farla già iniziare a sudare dalla tensione. Non c’era più modo di rimandare quel discorso.
    - Rin… non posso. Kyūseishu? Io non ho fatto niente, è stato Kiryan a fare tutto… e non solo non sono stata utile, ma sono anche scappata prima che tu stessi meglio… e non ho risposto alla lettera. Non merito questa spada, ha bisogno di qualcuno che sia davvero in grado di proteggere e salvare le persone care.- così dicendo aveva fatto un inchino colpevole verso i due – Dovete scusarmi, invece, per come mi sono comportata.- aveva fatto una pausa, voltandosi verso il ragazzone di Taki – E scusami anche tu signor Rutja.- per l’interruzione? Per essersi mostrata fragile? Non lo sapeva. Intanto riteneva che fosse giusto scusarsi anche con lui.

     
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    40.3 DESIDERI E DONI



    MAKI
    Fortunatamente la bambinetta non aveva preso male la reazione esagerata di Rutja, anzi ne era rimasta divertita. Il ragazzo, invece, era zompettato come niente fosse verso il suo amico, dandogli un bel bacio che sembrava qualificarli in maniera differente da quanto avevamo pensato in un primo momento. C'era qualcosa tra di loro, evidentemente. Ciò me li rendeva simpatici a pelle, cosa che però mi instillò un desiderio innato di fare a botte con loro, di prenderli a calci nel culo da lì fino a quella topaia di Takumi. Intanto quel disgraziato di Rutja si stava dimostrando troppo sconvolto per riuscire a muoversi o a parlare, non sembrava essersi neanche accorto delle parole che Natsuki gli aveva rivolto. Non saremmo andati da nessuna parte in quel modo lì, stava smettendo di farmi ridere quella situazione. Era troppo patetico anche per i miei gusti.

    M: Dammi il controllo, bestia! Ora!

    Shujin no Inori (Preghiera del carcerato)
    Livello C
    Tecnica da abbinare al “Matrimonio dell'Horna”, che permette all'ospitante di scambiare la propria posizione con l'anima dell'ospite risvegliata in precedenza. In questo modo egli cede il controllo del corpo e si ritrova messo da parte. Potrà quindi ascoltare i pensieri dell'anima risvegliata e comunicare con essa, condividendo con lei tutte le percezioni sensoriali. Ovviamente, non cambiando le caratteristiche del corpo, l'anima ospite non potrà utilizzare jutsu o specializzazioni che non possiede il corpo. La tecnica non richiede sigilli per l'attivazione, né per lo spegnimento, che quindi è lo stesso utilizzatore iniziale a dover decretare (non l'anima risvegliata).
    Costo di attivazione: 10
    Costo di spegnimento: 5


    M: Tutto bene, Natsuki-san.

    Mi sarei espressa con fare tranquillo, cercando di sviare l'attenzione della kumiana. Pochi istanti dopo si avvicinò lo stangone di Takumi, che si presentò come Kiryan qualcosaYoru. Ricambiai il suo inchino subito.

    M: Rutja Saijin, piacere.

    Il ragazzo si inchinò ancora una volta, un attimo dopo, indicando con un lieve movimento del capo la bambinetta di prima.

    K: Lei invece è Nayra. È molto esuberante, mi scuso per il fastidio che le ha recato.

    Replicai con lo stesso gesto, ancora una volta. Ero brava a chinare la testa e a far finta di essere remissiva, lo avevo fatto per tutta la vita. Lui tra l'altro non aveva colpe di quello che era successo, tutto ciò era dovuto solo alla grande stupidità di Rutja, ma non per questo avrei lasciato impunita quella piccola umiliazione. Un bel calcio sui denti non glielo toglieva nessuno se le cose si fossero messe come volevo io. E l'avrebbero fatto, in un modo o nell'altro.

    M: Nessun fastidio, solo tanto stupore. Chiedo perdono per la mia reazione eccessiva.

    A quel punto vidi il tizio dai capelli più corti portare un dono alla ragazza di Kumo. Una spada dal nome altisonante. Purtroppo era incartata, sarei stata molto curiosa di vedere di cosa si trattava. Non ero una maniaca delle spade ma di sicuro mi piacevano, erano strumenti di morte eccellenti. Il modo in cui entravano nelle viscere delle vittime, il modo in cui erano in grado di riempirle di dolore o svuotarle di ogni vitalità in pochi istanti... aveva un che di erotico, ai miei occhi. E poi erano dannatamente comode, non mi ero mai trovata con robe tipo asce, lance o con le armi contundenti. Per non parlare poi delle armi da lancio. Che gusto c'era ad uccidere a distanza, senza poter percepire i fremiti del morente o il suo respiro che se ne va?
    Mentre ero impegnata in questa digressione filosofica mentale sui piccoli piaceri della vita, la ragazzetta di Kumo provò a rifiutare la spada, affermando di non meritarla.

    M: Ma chissenefrega! Prendi 'sta spada e facciamo a botte! Dai, cazzo!

    Ruba la spada, così li convinci di sicuro a fare uno scontro.

    M: Bravo, così mi attaccano in tre e invece di prenderli a calcioni sulle gengive finisce che ci troviamo con un paio di ossa in meno. Se ci va bene. Ma vedi di usare la testa prima di sparar cazzate! Aspettiamo e vediamo che risolvano 'ste menate tra di loro, così posso legnarli in santa pace.

    Intanto la ragazza aveva passato a scusarsi con il mondo intero e, nella foga, persino con noi. Va bene che ci stava facendo perdere tempo e che io stavo iniziando a fumare nella prospettiva di una sana scazzottata con quei tizi appena conosciuti, ma non mi pareva il caso di chinare la testa pure di fronte a quel maledetto sfigato di Rutja. Scossi il capo, per far capire alla ragazza che per quanto mi riguardava non c'era nessun problema. Mantenni il solito contegno, in attesa dell'evoluzione della situazione. Non vedevo l'ora di iniziare a fare qualcosa di serio, ma dovevo ancora pazientare, per ora.


    OT
    Ci tengo a precisare esplicitamente che il mio pensiero è mooolto diverso da quello di Maki xD.

    Chakra: 630/640
     
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    Temo che non ci abbiano presentati. Io sono Kiryan Sabakuyoru.
    Fu carino da parte di Kiryan presentarsi con il suo nuovo cognome. Suonava strano, ma era davvero dolce. E aveva ben ragione a farlo: erano già trascorse due settimane o poco più da quando Rin aveva consegnato i documenti di adozione ad Ame, che confermavano l'ufficiale ingresso del ragazzo nella piccola tribù di Baaran e Kurea. Gli sfuggì un sorrisetto al pensiero. Nay, nel frattempo, aveva preso a mostrargli i suoi dentini di chakra chiedendo se fosse spaventosa. Rin stette al gioco, naturalmente, e si ritrasse con aria terrorizzata chiedendole più volte di smetterla prima che Natsuki interrompesse la farsa rifiutando il suo dono.
    Rin… non posso. Kyūseishu? Io non ho fatto niente, è stato Kiryan a fare tutto… e non solo non sono stata utile, ma sono anche scappata prima che tu stessi meglio… e non ho risposto alla lettera. Non merito questa spada, ha bisogno di qualcuno che sia davvero in grado di proteggere e salvare le persone care. Dovete scusarmi, invece, per come mi sono comportata.
    La fronte di Rin si corrucciò un poco. Non si aspettava un tale rifiuto e una tale montagna di scuse basate sul nulla, perciò si limitò ad afferrare stretta la spada in una mano e ad allungare ancora il braccio, raggiungendo una distanza davvero minima dal petto di Natsuki.
    Non puoi? Tu devi accettare. Non sei stata sola, è vero, ma anche tu hai contribuito a salvarmi. E a salvare il mio ragazzo. Cosa credi che avrebbe fatto quell'imbecille-
    Si interruppe un secondo, lanciando solo una rapida occhiata a Kiryan.
    Lo sai, "imbecille" detto con tutto l'affetto e l'amore che provo per te.
    Commentò brevemente con una linguaccia, rimbalzando poi nuovamente sulla spadaccina.
    ...se tu non fossi stata con lui? Si sarebbe fatto ammazzare appena varcato il confine con la Pioggia, te lo dico io. Natsuki, tu sei stata una parte importante di quell'operazione (cielo, suona davvero altisonante così) e sei una parte importante della mia vita e di quella di Kiryan. Non vuoi accettarla come segno di gratitudine? Va bene. Allora voglio farti questo regalo semplicemente perché siamo amici. O meglio ancora: perché tu per me sei un'amica. Ti voglio bene e voglio che tu abbia questa spada, voglio sapere che anche se sarai lontana da me sarò utile a proteggerti, in qualche modo. Quindi non fare storie e prendi questa spada, va bene?
    Il tono si sarebbe addolcito sul finale, così come lo sguardo, ma era evidente quanto Rin sarebbe stato inamovibile sulla cosa. Natsuki non aveva grandi vie di fuga: mai fare a testate con un ariete. Se l'avesse accettata, avrebbe persino aggiunto un'ultima richiesta.
    Ti dirò di più. Che ne diresti di provarla? Adesso. Uno scontro due contro due, senza ucciderci a vicenda ma facendo sul serio. È da tanto che non mi capita di combattere seriamente e sento di essermi arrugginito. Voi due ci state?
    Avrebbe concluso, posando lo sguardo alternativamente su Rutja e Kiryan.

    Edited by Uta. - 11/7/2017, 16:54
     
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    - Sabakuyoru?-

    Kiryan annuì, illuminandosi talmente tanto che sarebbe potuto diventare una lampadina. "Siamo stati ufficialmente adottati dalla famiglia di Rin" annunciò con insolita vitalità nella voce. Qualcun altro avrebbe aggiunto "Non è fantastico?" o "Sono molto felice!", ma anche se Kiryan non disse nessuna delle due cose erano entrambe facilmente intuibili dal modo in cui di animò con una vivacità che era rarissima in lui.

    - Rin… non posso. Kyūseishu? Io non ho fatto niente, è stato Kiryan a fare tutto… e non solo non sono stata utile, ma sono anche scappata prima che tu stessi meglio… e non ho risposto alla lettera. Non merito questa spada, ha bisogno di qualcuno che sia davvero in grado di proteggere e salvare le persone care.-

    Non puoi? Tu devi accettare. Non sei stata sola, è vero, ma anche tu hai contribuito a salvarmi. E a salvare il mio ragazzo. Cosa credi che avrebbe fatto quell'imbecille-

    "Non hai risposto alla lettera?" Disse in contemporanea con la prima frase di Rin, salvo poi accorgersi che gli aveva appena dato dell'imbecille. Si imbronciò giocosamente, fingendo di essersela presa, ma non riuscì a nascondere che era una recita.

    "Sai che senza di te non avrei avuto la pazienza di arrivare neanche dalla nonna di Rin." Aggiunse alla fine del discorso di Rin per avvalorare le sue parole, anche se quel piccolo mostriciattolo non se lo meritava dopo avergli dato dell'imbecille così impunemente! "E... immagino che il motivo per cui non hai voluto rispondere alla mia lettera dipenda da qualcosa che ho fatto o detto. Non ero particolarmente lucido quel giorno, quindi spero che tu possa perdonarmi se non ho compreso subito che qualcosa non andava." Aggiunse, piantandosi per benino i denti nel labbro inferiore ma senza farlo sanguinare. La ferita che lo aveva accompagnato per parecchio tempo era guarita e cercava di non procurarsene un'altra o sospettava che Rin avrebbe ricominciato a rimproverarlo.

    Ti dirò di più. Che ne diresti di provarla? Adesso. Uno scontro due contro due, senza ucciderci a vicenda ma facendo sul serio. È da tanto che non mi capita di combattere seriamente e sento di essermi arrugginito. Voi due ci state?

    Oh, dai, sul serio?
    Kiryan non voleva confrontarsi con Natsuki, non gli piaceva l'idea che potesse farsi male e, visto quanto era veloce, non gli piace l'idea di quanto potesse essere lei a far male a lui.
    La prima ad esprimere il proprio dissenso ad alta voce fu Nay e Kir per una volta condivideva il suo punto di vista, ma si limitò a rispondere alla richiesta di Rin con una scrollata di spalle che avrebbe potuto voler dire tutto e niente. Avrebbe atteso che fossero gli altri a decidere e partecipato senza lamentarsi quando -aveva imparato che gli shinobi erano creature terribilmente competitive quindi non si illudeva di sperare in un "se"- Rutja e Natsuki avrebbero accettato il confronto.
     
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    C’erano state tante buone notizie in poco tempo: Rutja non si era fatto male, Kiryan e Nayra erano stati adottati dalla famiglia di Rin, quest’ultimo non ce l’aveva con lei… insomma, tutte cose di cui essere più che gioiosi! Nonostante questo però non riusciva a sorridere in modo tranquillo come avrebbe dovuto, rivolgendosi a loro, il senso di colpa che provava era davvero troppo forte. Non si aspettava che lo capissero in verità, sapeva come fossero in gran parte proprie fisime, credeva fortemente di aver ragione, per cui era poi stata una grossa sorpresa quando Rin le si era avvicinato con fare “minaccioso”. Istintivamente aveva fatto un passo indietro ed ascoltato con l’unico occhio sbarrato le sue parole.
    Pretendeva che accettasse quel dono, era davvero convinto che lei fosse stata fondamentale nell’operazione di salvataggio e nel supportare il suo “ragazzo” durante quei momenti. Aveva guardato i due per un attimo con uno strano sguardo, prima di abbassarlo. Comprendeva le sue ragioni, ma poteva davvero fare finta di non sentire quel senso di colpa e fare un gesto semplice come aggettare il regalo di un amico? Non sarebbe stato disonorevole? Il fatto che Kiryan gli avesse parlato quasi in contemporanea della lettera non aiutava molto. Si era toccata la testa, un po’ in difficoltà ma rimanendo ad ascoltare le argomentazioni di entrambi. Erano in particolare le parole dell’ultimo a farla sentire in colpa, aveva fatto davvero una cosa stupida e vergognosa.
    - No Kiryan… non ho risposto alla lettera perché volevo risponderti dal vivo, ma poi diciamo che non ho mai avuto modo. Sono successe tante cose al villaggio e a… me.- gli aveva detto con una certa urgenza – Volevo anche darvi una cosa… dovevo contattarvi prima. Sono stata una sciocca a non farlo, anche per questo io non riesco ad accettare questo regalo così importante.- aveva aggiunto. Ecco ora si sentiva ancora più in colpa nei confronti di Rutja oltre che dei due ragazzi: gli stava davvero offrendo uno spettacolino patetico. Le veniva da piangere, essendo il primo litigio che aveva con un amico, però aveva cercato di trattenersi e rimanere composta, voltandosi quindi su Rin. Le sue parole erano state tenere e affezionate nonostante non si conoscessero bene e la cosa l’aveva colpita molto.
    Timidamente Natsuki aveva allungato le mani verso la spada e ne aveva accarezzato la confezione con mano tremante. Quello era ben più di un simbolo di amicizia, ma forse qualcuno che non era uno spadaccino come lei non sarebbe stato in grado di capire quanto quel gesto fosse importante e contasse. Aveva fatto un piccolo cenno del capo, visto che al momento non riusciva a parlare e facendo attenzione aveva aperto il pacchetto, sguainando poi la spada con dei gesti precisi e rispettosi. L’aveva rimirata per qualche momento prima di menare qualche fendente in aria, dicendo scherzosamente a Nayra di stare attenta o le avrebbe tagliato i capelli. Il suo tono non era molto convinto, ma sperava di farsi perdonare per averla trascurata. Alla fine della prova aveva rinfoderato la lama.
    - E’ meravigliosa. Io… non ho parole, solo grazie Rin. Prometto che non farò più una cosa de genere.- aveva mormorato stringendo la spada al petto e poi puntando lo sguardo colpevole verso Kiryan – Io… vorrei parlare per bene di questa cosa e chiedervi. Vi andrebbe di stare a Kumo per qualche giorno?- non se la sentiva di tirare certi argomenti privati in ballo in presenza del povero Rutja del resto. Sarebbe stato irrispettoso nei confronti di entrambi.
    - Mi scusi ancora signor Rutja, era una questione molto importante, non volevo coinvolgerla e farla annoiare.- aveva detto facendo un inchino verso il giovane. Rispettava molto la sua pazienza ed la sua educazione, era davvero contenta che fosse stato lui ad accompagnarla in quel frangente e non qualcun altro. La proposta di Rin era arrivata un po’ a sorpresa, facendole sgranare l’occhio e fissare prima lui e poi la spada. Voleva davvero fare un duello due contro due? Non aveva mai fatto una cosa del genere in effetti, nonostante avesse già avuto avversari multipli mentre lei era sola o avesse avuto scontri in superiorità numerica. Combattere fianco a fianco con una persona come Rutja sarebbe stato interessante, doveva ammetterlo, soprattutto se i suoi avversari sarebbero stati affiatati come Rin e Kiryan. L’unico problema era la spada.
    - Io… sì, credo che vada bene.- aveva detto un po’ titubante, guardando poi l’oggetto che stringeva al petto – Non… sono abituata a combattere con una spada così lunga ma allo stesso tempo leggera, preferirei evitare di rovinarla perché calibro male i miei movimenti e la mia forza.- aveva spiegato con tono dispiaciuto. Era tutto vero: quella spada eccezionale pesava quanto la Tooboe no Kaze pur essendo ancora più lunga dell’Hakusetsu, decisamente non ci era abituata. – Però… se ci tenete tanto potrei provare.- era stata la sua concessione finale nel caso avessero insistito. A quel punto si era limitata a voltarsi verso Rutja per sapere cosa ne pensasse lui, aveva già appurato che Kiryan non era entusiasta e che Nayra era praticamente contraria alla cosa, del resto.

     
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    40.4 DONI E DESIDERI



    MAKI
    La sceneggiata andò avanti ancora per un po', era piuttosto interessante da guardare anche se avevo altro per la testa sul momento. Non capii bene tutto, ma a quanto pareva la orba di Kumo aveva aiutato lo stangone a salvare il suo fidanzatino da qualcosa di non precisato. Era un po' grosso per fare la fanciulla in pericolo, quel Rin, ma tutto sommato ce lo vedevo nel ruolo. Ad un certo punto la ragazza non riuscì più ad avanzare scuse, il suo volto era preda di mille emozioni contrastanti. Doveva avere un grande autocontrollo, perché tutto ciò rimase solo in superficie, ma io ero una buona osservatrice quindi lo capii benissimo. Era molto carina, nel complesso, mi venne da pensare. Rigida e forte in apparenza ma con un'anima da ragazzina alle prime armi. Non mi sarebbe dispiaciuto darle una svezzatina io, anche se non era quello il momento adatto e soprattutto non con quel corpo in cui mi trovavo in tal circostanza. Se le cose fossero state diverse avrei potuto provarci, chissà, magari anche lei era del mio partito o disponibile a fare una prova. Non mi ero mai fatto una guercia e a quanto ricordassi neanche una kumiana. Ah, quante occasioni sprecate da quando ero in quella fottuta prigione con sei braccia...
    Alla fine, non potendo più rifiutare, la ragazza accettò il regalo e lo estrasse subito, per provarlo. Era un gran pezzo di metallo, c'era poco da dire, chi ci aveva lavorato non doveva essere un tizio qualunque. Lei tentò un paio di fendenti di prova, per saggiare la qualità di quella spada. Si vedeva che era una che ci sapeva fare davvero con le katane, probabilmente era anche più brava di quanto fossi stata io in vita nel maneggiarle. Vederla così mi fece venire in mente qualche idea non proprio pudica, ma mi fece anche salire il desiderio di confrontarmi con lei a piena potenza. Non con quel rottame di cui avevo appena preso il controllo, con il mio vecchio corpo, il mio VERO corpo. Non c'era niente di meglio di un duello all'ultimo sangue per prepararsi a fare "altro".
    Fui distolta da quel malinconico sognare perché la kumiana aveva ripreso a parlare. Dopo aver ringraziato invitò anche i due tizi a casa sua. Mi venne istintivo proporre un "vengo anch'io" ma non lo feci. Primo perché noi non potevamo, secondo perché loro non avrebbero accettato e terzo perché in ogni caso le cose non sarebbero mai andate come avrei voluto per davvero. Rimasi in silenzio, finché la giovanissima guercia non chiese scusa a Rutja un'altra volta.

    M: Nessun problema, nessun disturbo.

    Rimasi calma, abbozzai anche un sorriso, ma avrei voluto tanto dirle che Rutja non era certo un signore e che non meritava né scuse né considerazione particolare. Era una testa di cazzo, già non prenderlo a sputi in faccia era un favore più che sufficiente.

    R: Ti dirò di più. Che ne diresti di provarla? Adesso. Uno scontro due contro due, senza ucciderci a vicenda ma facendo sul serio. È da tanto che non mi capita di combattere seriamente e sento di essermi arrugginito. Voi due ci state?

    La maledetta principessina mi diede una gioia improvvisa e inaspettata. Avevo già iniziato a disperare sulla possibilità di farmi una scazzottata sanguinolenta di quelle belle cattive e lui la proponeva così. Era come se si fosse messo un bel cartello con la scritta "tirami un calcio". Chi ero io per dire di no? La bambinetta volante tentò di opporsi, mi parve di capire, e anche lo stangone era tutt'altro che entusiasta, ma niente mi avrebbe fermato ormai. La kumiana mi venne incontro, accettando pur con qualche remora, in particolare sull'idea di utilizzare la nuova spada.

    M: Sono d'accordo, sarebbe un peccato rovinare una così bella spada in un allenamento. Per il resto sono favorevole anch'io, ritengo che possa essere una buona occasione di miglioramento reciproco.

    Risposi con tono pacato e composto, fingendo che la cosa mi interessasse appena. In realtà ero già in preda alla frenesia e mi ero dipinta in testa quadri fatti di sangue e frattaglie dei due piccioncini. Purtroppo non avrei potuto trucidarli come mi sarebbe invece abbastanza piaciuto, però magari un ditino o due potevo anche separarglieli "per sbaglio" dal resto del corpo, no? La risposta ovviamente era negativa, ma mi piacque per qualche istante inebriarmi nell'idea di un po' di mutilazioni casuali.




    OT
    A me piace Maki, ma ogni volta che faccio un suo post mi sento profondamente sporco dentro. Ma non poco, proprio tanto sporco xD.

    Chakra: 630/640
     
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