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Partecipanti: Annie e Jack Kaguya
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    Il Paese della Neve. Un posto freddo, inospitale, abitato da gente rude e determinata. Una nazione che non possiede molte materie prime, ma non per questo povera. Uno stato giovane e piccolo, ma non per questo debole.
    Cosa volete ottenere, stranieri, da questa terra? Cosa desiderate dal suo popolo? Cosa dall'uomo che vi regna incontrastato?
    Attenti a valutare le vostre richieste, a pesare le vostre azioni e le vostre parole. La guerra non aspetta che una scintilla per divampare di nuovo, per esplodere e distruggere tutto. Voi per primi.
     
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    Dopo la conversazione con Jack, Annie si era messa subito a lavoro per contattare il Kage di Yuki cercando di non scatenare una guerra nel tentativo e allo stesso tempo di essere presa in considerazione.
    Il primo ostacolo da superare era la possibilità che Hirozumo non credesse che la maternità della missiva che gli avrebbe mandato le appartenesse realmente e su quel punto si arenò per un bel po' di tempo, come anche Genta e Ichiro che erano lì per aiutarla ad ideare il suo piano nel modo più sicuro possibile.
    Passando per l'idea davvero pessima di far aprire a Jack uno stadio del demone nei pressi del paese in modo che i sensitivi di Yuki potessero percepirlo qualunque fosse il loro talento e arrivando alla ancor peggiore idea di presentarsi di persona, alla fine le sovvenne che in effetti esisteva qualcuno che poteva garantire la sua identità al Kage.
    Non avrebbe voluto coinvolgerlo per paura che subisse ritorsioni di qualche genere, ma c'era da dire che, se quello che aveva in mente fosse andato nel modo giusto, non avrebbe dovuto correre nessun rischio.

    Caro Kenshi,



    Scrisse, valutando piuttosto attentamente l'effetto che quel "Caro" avrebbe potuto avere su di lui. L'ultima volta che si erano visti avevano combattuto dalla stessa parte, certo, e lei gli aveva salvato la vita -nonostante dubitasse che lui lo sapesse- però fuori dal covo di Apeiron non si erano lasciati esattamente in buoni rapporti.
    Prese un nuovo foglio e ritentò.

    Kenshi,



    Meglio. Più brusco, forse, ma le sembrava decisamente che calzasse meglio. Non era troppo brusco, vero? Dannazione, non si era mai fatta tutti quei problemi per scrivere a qualcuno! Però voleva che fosse perfetto, doveva chiedere un grosso favore dopotutto.

    Kenshi,
    mi dispiace aver lasciato che passasse tanto tempo senza avere un vero e proprio contatto con te, avevo promesso a me stessa che avrei mantenuto un rapporto vivo con tutti coloro che avevano combattuto al suo fianco quel giorno, ma poi la mia vita ha preso una strada impegnativa e mi sono ritrovata a non mantenere quel proposito per lungo tempo.
    Forse avrai sentito che ho finito per diventare Mizukage ed è proprio per questo motivo che ti contatto oggi. Penso che tu abbia notato che insieme a questa lettera te ne ho fatta recapitare una diretta all'onorevole Yukikage: vorrei che tu gliela consegnassi per me, perché temo che altrimenti potrebbe ritenere che la mia missiva possa essere un falso e non prenderla in considerazione, quando invece ci tengo che la legga e rifletta sulle mie parole.
    Mi dispiace averti contattato per chiederti di garantire la mia identità, nel caso tu stesso abbia bisogno di una conferma te ne darò una: la prima volta che ci siamo incontrati hai pronunciato una sola parola in tutto il tempo ed era "incantato" dopo aver eseguito un baciamano. Non ho ancora perdonato il fatto che tu ti sia rivolto a Kiria per prima, se vuoi saperlo! (Sto soltanto scherzando, non prendere sul serio quest'ultima affermazione).
    Spero che accoglierai la mia richiesta di portare la mia lettera al tuo Kage e spero che poi accetterai anche di incontrarmi personalmente perché io possa ringraziarti a dovere e soprattutto per recuperare un po' del tempo perduto.
    Ti ringrazio in anticipo.
    Con affetto, Annie.



    Una volta scritta la lettera per Kenshi, quella per Hirozumo sembrò molto più semplice.

    Onorevole Hirozumo-sama, massima autorità del paese della Neve,



    Aveva deciso di utilizzare quella formula perché sapeva che il Kage di Yuki era spesso chiamato Shogun, ma lei non conosceva le sue preferenze personali e temeva di insultarlo scegliendo di usare l'uno o l'altro dei suoi titoli. Scelse dunque di riconoscere la sua autorità senza tuttavia darle un nome, così da non rischiare passi falsi in tal senso.

    mi rivolgo a lei per chiederle un incontro in cui discutere eventuali termini per un trattato di non belligeranza fra i nostri due paesi.
    Mi rendo conto che questa missiva è a dir poco parca di informazioni, ma ritengo che sia una cosa che non si può discutere per lettera e perciò ho voluto scrivere soltanto il minimo indispensabile per far capire che intendo cercare un dialogo completamente pacifico.
    Se è interessato ad una discussione in merito a questo argomento possiamo metterci d'accordo sul luogo dell'incontro e sulle rispettive scorte -la mia non sarà in alcun caso formata da meno di quattro persone.
    La Mizukage, Annie Kaguya.



    Edit: Mi era uscito un "Kazekage" casualissimo.


    Edited by Elenis9 - 18/6/2017, 16:35
     
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    Il battito d'ali mi distrasse dai miei esercizi di meditazione. Aprii un occhio per controllare quale volatile potesse fare tutto quel frastuono e, con un sospiro, dovetti ammettere che un falchetto messaggero era abbastanza importante da farmi abbandonare la pace interiore. Mi alzai con movimenti lenti e rigidi per il lungo periodo passato da fermo, mettendoci abbastanza da far innervosire il pennuto. Non fu sufficiente per una beccata di ammonimento, ma volò via non appena riuscii a prendere l'incarto. Stranamente le lettere erano due, una indirizzata a me e l'altra a Hirozumo-sama. Con un cipiglio interrogativo, aprii la mia e iniziai a leggere.
    Dopo le prime righe, guardai immediatamente sul fondo del foglio il nome del mittente in quanto non capivo di cosa stesse parlando la missiva. Dopo aver capito che era da parte di Annie-dono fu tutto molto più semplice da capire. Con la mia solita fermezza, evitai tutti i convenevoli e i salamelecchi e passai alla parte importante del discorso: l'altra lettera era da consegnare a Hirozumo-sama.
    Sistemai la prima in una tasca della giacca rossa che ero andato a prendere in casa, mentre tenni la seconda, quella diretta al mio superiore, in mano in modo da essere sicuro di non perderla. Mi diressi subito verso il palazzo dello Shogun e ci arrivai in poco tempo, aiutato dal fatto che fosse veramente vicino alla mia abitazione e che svettasse sopra gli altri edifici. Salutai con un cenno del capo le guardie all'ingresso, ormai abituate a vedermi puntare l'ufficio con la massima fretta possibile. Uno dei nuovi ninja dovette scansarsi in fretta dopo aver provato a rimanere sul mio cammino per fare conversazione. Con la coda dell'occhio notai che il... Chunin?... che lo accompagnava gli disse qualcosa che sembrò calmarlo e farlo andare via.
    Nuove leve, sempre così pigre. Dovrebbero imparare a non morire, non socializzare.
    Arrivai finalmente alle porte dell'Ufficio, dove aspettai i soliti tempi burocratici prima di poter entrare. Una volta dentro, feci un inchino e consegnai la missiva che tenevo in mano il prima possibile nelle mani dello Shogun, rimanendo poi in attesa di domande o nuovi ordini.


    Kenshi
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    L’ufficio è nel silenzio più totale quando Kenshi lo raggiunge. Dentro vi trova il suo capo, lo Shogun, insieme ad una delle sue guardie, l’uomo conosciuto come Nili. Stavano entrambi completando delle pratiche burocratiche di basso interesse, quindi sono sollevati nel veder arrivare il loro sottoposto. Una volta che la lettera viene consegnata, l’anziano capo militare la divora in pochi istanti, poi la passa al suo amico e consigliere di sempre, mentre con lo sguardo tiene costantemente d’occhio Kenshi. Quando anche Nili ha finito di leggere la missiva, la ridà al suo capo, il quale finalmente prende parola.
    Se ha inviato questa lettera a te immagino che tu sia in grado di garantire per l’identità di colei che scrive. Immagino bene?
    Sì.
    Kenshi fu conciso come al solito, ma la cosa non bastava ai due. Nili chiese direttamente allora come fosse in grado di fare qualcosa del genere. Il soldato dai capelli bianchi non disse altro, ma porse una seconda lettera, che fu letta per sommi capi dai due. Faceva riferimento ad un episodio particolare, a qualcosa che evidentemente solo loro potevano capire. Hirozumo rimase a riflettere qualche secondo, immaginando vari scenari possibili, poi si limitò a chiedere al diretto interessato.
    Come hai conosciuto questa donna?
    Ne seguì un breve elenco delle volte in cui l’uomo e la giovane Annie si erano incontrati. I dati, per lo più scevri di dettagli, erano del tutto inutili per il capo di Yuki, tranne però la parte conclusiva.
    L’ultima volta è stata in una riunione di ninja di vari paesi presieduta da Walter Heryul.
    Lo Shogun non riesce a trattenere lo stupore per un affermazione del genere, ma si fa forza per non perdere la calma. Con altri sottoposti non avrebbe concesso un tale beneficio.
    E cosa stavate facendo di preciso?
    Ci stavamo organizzando per cacciare un Cercoterio.
    E lo avete fatto?
    Sì ma non ho partecipato.
    Dopo voglio un rapporto dettagliato su tutta questa storia, però prima ho una domanda da farti: per quale dannato motivo non mi hai avvertito?
    Non me lo ha mai chiesto.
    La sincerità dell’uomo pareva indubbia dal suo tono e dal suo sguardo, i suoi due interlocutori riuscirono a comprenderla. Nile fece fatica a trattenere una risata isterica, Hirozumo a farlo con l’ira che provava.
    D’ora in poi dovrai fare sempre rapporto a una delle mie guardie su qualsiasi cosa di una certa importanza. Sono stato chiaro?!
    Assolutamente, Hirozumo-sama. Mi scuso per la mia precedente inettitudine e richiedo una punizione per lavare l’onta.
    Ti sarà assegnata a breve, molto a breve. Anzi, più che una punizione sarà un compito. Probabilmente lungo e pericoloso, di sicuro non pagato. Adesso vai. Dovrai essere a disposizione per tutta la giornata.
    Una volta allontanato Kenshi, Hirozumo rilesse la lettera un’altra volta. Lo sguardo serio non lasciava trasparire nessuna emozione, come del resto succedeva quasi sempre.
    Convoca il capo degli ANBU, il suo sottoposto con la maschera da scimmia, il ragazzino dallo sguardo strano e Haladi. Loro dovrebbero bastare. Voglio sentire il loro parere su questa storia e lo voglio sentire subito.
    Uma è in missione, non tornerà se non tra tre giorni. Posso suggerire Misaki come rimpiazzo?
    Aye. Ha cervello e palle quadre, lei andrà bene.
    Nili, una volta ottenuti gli ordini, si precipitò fuori dall’ufficio e vi ritornò solo dopo aver trovato tutte le persone richieste.


    Due ore dopo da quando era stato dismesso, Kenshi fu convocato di nuovo nell’ufficio dello Shogun. Vicino a lui c’è un’altra guardia, Haladi, ma nessun altro. Ti porge una lettera, chiusa a rotolo con un sigillo di cera raffigurante il simbolo di Yuki.
    Questa la devi consegnare alla ragazzina di persona. Nessuno deve leggerla prima che lei l’abbia vista, hai capito? Partirai ora, ho già predisposto la nostra nave più veloce, è pronta al porto più vicino. Verrà un’altra persona, la troverai già lì. È un chuunin, il più giovane che abbiamo, il più promettente. Lui è già più forte di te, ma tu sei più esperto. Mi serve che collaboriate, capito? Il tuo ruolo è di proteggere il messaggio, a qualsiasi costo, però devi fidarti dei suoi ordini. Le sue parole saranno come se fossero le mie. Ora vai, non c’è tempo da perdere. La questione è di fondamentale importanza.


    Dopo diversi giorni di navigazione finalmente Kenshi e il suo compagno di viaggio, Hirose, raggiunsero il Paese dell’Acqua. Grazie alle abilità diplomatiche di quest’ultimo, i due riuscirono ad arrivare fino alle porte di Kiri senza incidenti. Qui vennero fermati da due guardie particolarmente zelanti, che fecero loro attendere venti minuti per assicurarsi la partecipazione di superiori più abili. Il duo della Neve fu dunque accompagnato da un ANBU al palazzo del Mizukage e infine nel suo ufficio. Una volta lì dentro probabilmente sarebbe stato possibile aprire il messaggio. Hirose lo avrebbe concesso solo se la Mizukage sarebbe stata presente al momento della rottura del sigillo.

    Onorevole Annie Kaguya, Mizukage di Kiri

    Non ho alcun interesse per un trattato di non belligeranza. Non ho intenzione di perdere tutto ciò che ho costruito in questi anni per un pezzo di carta straccia. Se vuole discutere deve essere di qualcosa che può interessare a entrambi.

    Lo shogun di Yuki, Hirozumo



    Quando vede che Annie ha terminato la lettura, Hirose prende la parola.
    Probabilmente lo Shogun ha usato un tono brusco, giusto? Perdonatelo, mia signora, è un uomo a cui non piacciono giri di parole e che preferisce la schiettezza. Se volete chiedere qualcosa chiedetelo pure a me, sono stato inviato per questo.
     
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    La notizia dell'arrivo del due della neve non diede ad Annie molto tempo per prepararsi, ma per fortuna le sue guardie erano sempre abbastanza paranoiche perché lei avesse il tempo di chiamare tutti coloro che voleva nella stanza. Genta ed Ichiro litigarono per chi avrebbe dovuto aprire il messaggio e perciò Annie richiamò anche Akito, che ormai teneva vicino quasi quanto le due guardie, per essere certa che il messaggio fosse esaminato dal suo senso percettivo prima di essere aperto, sebbene dubitasse fortemente che Hirozumo volesse dichiararle guerra con una cartabomba. Siccome Jack aveva espresso la volontà di partecipare alla conversazione con Hirozumo aveva mandato un messaggio anche a lui e perciò nel suo ufficio c'erano tre persone e Akito aspettava fuori dalla porta. Avrebbe fatto entrare gli ospiti, avvertito nel caso qualcosa in loro non fosse come avrebbe dovuto e poi li avrebbe accompagnati una volta svolto il loro compito.
    Annie si fidava molto di lui, perciò stava pensando di controllare la sua carriera ed eventualmente proporlo per un aumento di grado.
    Comunque, non era quello il momento giusto per pensarci.

    Arrivati i due messaggeri Annie li accolse entrambi con un grosso sorriso e qualche parola di benvenuto, poi prese ella stessa il messaggio, aprendolo senza che Genta ed Ichiro fiatassero. Ah, era quasi un miracolo che non stessero discutendo con lei, ma d'altronde in pubblico erano sempre stati molto più obbedienti che in privato.
    Lo lesse e il suo sorriso si allargò. Ah, un po' le piaceva quell'uomo. Marai non avrebbe mai usato delle parole così dirette per mandarla a quel paese, era quasi rinfrescante.

    Probabilmente lo Shogun ha usato un tono brusco, giusto? Perdonatelo, mia signora, è un uomo a cui non piacciono giri di parole e che preferisce la schiettezza. Se volete chiedere qualcosa chiedetelo pure a me, sono stato inviato per questo.

    "Non amo le formalità, perciò non c'è bisogno che ti scusi." Assicurò guardando prima il messaggero e poi Kenshi. Lo squadrò per qualche secondo, come cercando di comparare l'immagine che aveva di lui dall'ultima volta che l'aveva visto a quella attuale, ma non notò alcuna differenza. "Kenshi, ti trovo bene." Disse, rivolgendogli un inchino con la testa. Ovviamente era quasi impossibile dire se stesse bene o meno visto che l'unica volta che aveva visto emozione sul suo viso era stata quella in cui si era infilato una spada in pancia senza la minima esitazione. Probabilmente niente che richiedesse un picco emotivo minore del suicidio sarebbe stato possibile da notare, per lei. Dopo essersi rivolta a Kenshi il suo sguardo tornò sul ninja che non conosceva e la sua espressione rimase quella gentile e cordiale che era solita mantenere.
    "Non credo di avere alcuna domanda. Lo Shogun è stato piuttosto chiaro. Considera "carta straccia" un trattato che gli assicurerebbe che i miei ninja non verrebbero mandati contro di lui in futuro, neanche se ci fosse una nuova guerra, e che proteggerebbe ogni individuo dei nostri due paesi dall'incontro con uno dell'altro. Bene, io non sono disposta a concedergli di entrare in guerra al suo fianco nel caso decisa per capriccio che Suna non gli piace, perciò credo che la nostra trattativa sia già conclusa. Un vero peccato, giacché credevo che i nostri rapporti potessero basarsi su una sincera fiducia oltre che su un foglio di carta, soprattutto visto ciò che è successo l'ultima volta che Jack è stato mandato nel suo paese." Buttò lì, lasciando che il sorriso sparisse dal suo volto per lasciare spazio ad un'espressione neutra. "Riferitegli che rispetto la sua decisione. Anzi, no, visto che vogliamo essere schietti riferitegli che non rispetto la sua decisione, ma la accetto." Concluse, appoggiandosi all'indietro sulla sedia.
    Per quanto la riguardava era un congedo, anche se in realtà col suo discorso aveva lasciato aperto un piccolo spiraglio per due tipi di discussione: quella sull'incontro fra Jack e lo Shogun ed un eventuale trattato che non prevedesse un semplice accordo di non belligeranza ma neanche un'alleanza totale, che l'avrebbe vista costretta a supportare il paese della neve anche in caso avesse dichiarato guerra a mezzo mondo. Poteva prendere in considerazione l'alleanza difensiva, a certe condizioni ovviamente, ma non aveva un bisogno così grande di scendere a patti con Hirozumo da abbassarsi a trattare con un messaggero. "Ditegli anche che se nelle mie parole ha trovato qualcosa di cui vuole parlare voglio che lo faccia guardandomi in faccia. Senza offesa, ma non ho intenzione di discutere di trattati di questa importanza con un messaggero."

    Edited by Elenis9 - 21/6/2017, 20:42
     
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    Dai tuoi incubi peggiori...e oltre. Mai stato nella testa di un folle?

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    Arrivò il giorno della risposta. Venni mandato a chiamare in maniera abbastanza urgente, e senza dire una parola, corsi nell'ufficio di Annie. Una volta arrivato lì, restai dietro l'ufficio della Mizukage se nessuno fosse stato contrario, e non avrei proferito parola, restando comunque attento a tutto ciò che stava accadendo. Riconobbi uno dei due ragazzi, ci avevo combattuto contro molti anni fa, quando ero un mUkenin abbastanza stronzo. Ora avevamo lo stesso volto, e forse io avevo una posto più neutrale, ma non potevo essere io a dirlo. Lessi anche io la missiva, ma stetti in silenzio, aspettando che parlasse Annie. Una volta che ellà finì, feci un leggero passo in avanti.

    Chiedo la parola.

    Se Annie mi avesse permesso di dire la mia lo avrei fatto, altrimenti avrei annuito e sarei restato in silenzio.

    Innanzitutto sono lieto di vedere che stai bene, Kenshi. Spero non ci siano rancori tra noi.

    Avrei parlato prima a Kenshi, e poi mi sarei rivolto ad Annie.

    Reputo che dilungarsi a scrivere non porti a nulla, se non a perdere giorni di tempo. Lo Shogun è stato abbastanza esplicito, e non ha alcuna intenzione di reputare la nostra presenza in quanto Kiri utile. Sono abbastanza convinto che dilungarsi in eccessivi formalismi su carta ci porti solo a vicoli ciechi. Lui non ha alcun interesse in noi, quindi suggerirei di presentarci di persona, sono sicuro che le parole di chi praticamente gli ha salvato la vita avrebbero un peso maggiormente rilevante, ma andare da solo sminuirebbe la mia e la sua autorità. So che punti usare per fare leva, ma vorrei non andare da solo a parlare con lo Shogun. E' disposta a fare un viaggio?

    Non sarebbe stato fare un viaggio con un bambino in grembo, nonostante non fossi una donna gravida, era abbastanza ovvia come cosa.
     
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    L’uomo ascolta i vostri interventi attentamente, ma quando vede che la situazione sembra stare per sfuggire di mano decide di prendere la parola, non appena Jack finisce di parlare.
    Spero possiate perdonare l’interruzione. Capisco il vostro punto di vista punto di vista, signori, lo capisco davvero. Però vi chiedo umilmente di cercare di comprendere anche il nostro. Proverò a spiegarvelo, se me lo concedete. Un trattato di non belligeranza ci metterebbe in pericolo più di quanto ci proteggerebbe. Noi non siamo una nazione grande e, per quanto sia fiero e indomito, non abbiamo un esercito potente come il vostro. Siamo circondati territorialmente dai nostri alleati, dai quali dipendiamo anche in parte dal punto di vista economico. Come crede che reagirebbe Konoha ad un trattato tra noi e voi, Mizukage-sama? Come reagirebbe Oto? Non certo amabilmente, posso assicurarvelo. Konoha è vostra rivale e conta sulla nostra collaborazione per puntellare il suo dominio continentale. Oto è reduce da una guerra civile in cui la presente amministrazione ha dovuto combattere aspramente con un pretendente sostenuto e finanziato principalmente da Kiri, dal suo predecessore. Un accordo tra il nostro paese e il vostro in questo frangente porterebbe a conseguenze nefaste per Yuki. Siamo appena usciti fuori da una guerra civile. Una lunga e sanguinosa guerra civile. Ne siamo usciti fuori quasi solo con le nostre forze, visto che sia Konoha che Suna hanno preferito concentrare le loro mire su altri luoghi, limitando il sostegno a noi e ai nostri nemici. Questo vuol dire che in questo momento non ci sentiamo in una posizione di forza, tutt'altro. Non è tempo di scommesse per Yuki, è tempo di certezze. Con tutto il rispetto dubito che voi siate in grado di fornircene e immagino che le parole dello Shogun cercassero di sottolineare questo aspetto. Però sarei ben lieto di sbagliarmi, sia chiaro, l’ammirazione che provo nei confronti di Kiri e di chi attualmente la governa è sincera e sconfinata.
     
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    mi scuso ma sembro avere problemi coi codici, non riesco a chiudere lo span dove voglio. Per favore sopportate la mia stupidità
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    Parlato Hirozumo-sama

    Quale umiliazione. Quale affronto. Non riuscivo a capacitarmi di essere stato tanto stupido e inetto.
    Continuai a rimuginare su ogni mia passata pecca mentre tornavo al più presto alla mia abitazione, in modo da potermi armare. I nefasti pensieri che riempivano la mia mente mi confusero così tanto che quando notai di nuovo il mondo esterno ero già fuori dall'ufficio, in attesa di nuovi ordini, armato solamente della mia Bishamon. Scelta particolarmente discutibile, specialmente in quanto ero stato avvisato della pericolosità del mio compito. Tuttavia la presi come una scelta inconscia guidata dal Meiyo, l'Onore, come penitenza aggiuntiva per pulire la mia onta. Questo fatto aiutò a calmarmi e fui in grado di tornare ad uno stato più lucido, in modo da aspettare la nuova convocazione col cuore più leggero. Arrivò particolarmente in fretta, solo poche ore dopo l'incontro.


    Questa la devi consegnare alla ragazzina di persona. Nessuno deve leggerla prima che lei l’abbia vista, hai capito? Partirai ora, ho già predisposto la nostra nave più veloce, è pronta al porto più vicino. Verrà un’altra persona, la troverai già lì. È un chuunin, il più giovane che abbiamo, il più promettente. Lui è già più forte di te, ma tu sei più esperto. Mi serve che collaboriate, capito? Il tuo ruolo è di proteggere il messaggio, a qualsiasi costo, però devi fidarti dei suoi ordini. Le sue parole saranno come se fossero le mie. Ora vai, non c’è tempo da perdere. La questione è di fondamentale importanza.

    Sissignore.

    Il successivo incontro col Chuunin andò liscio come l'olio, soprattutto grazie alla sua diplomazia e al fatto che mi era stato ordinato di obbedirgli. Durante il viaggio in barca ebbi modo di riflettere molto: non avevo più incontrato Annie-dono dopo quella triste circostanza ed era anche la prima volta che visitavo la sua dimora. Presentarsi senza il benché minimo dono mi sembrava oltremodo scortese. Spiegai il mio dilemma a Hirose-sama, il quale approvò la mia idea e riuscì anche a convincere uno dei marinai a cedermi - dietro compenso, naturalmente - la carta di riso e l'inchiostro di cui necessitavo. Ero sicuramente arrugginito, ma a fine viaggio fui piuttosto soddisfatto del risultato.
    Superammo senza molti problemi le varie stazioni di guardia sul nostro cammino, fino a giungere alle porte del Villaggio della Nebbia. Non ero mai stato lì, ma il posto aveva qualcosa di familiare. La nebbia fitta non mi aiutava a riconoscerlo, purtroppo. In poco tempo ci guidarono verso l'ufficio della Mizukage, dove trovammo ad attenderci un piccolo gruppo di persone. Superate le formalità con un sorriso rivolto ad Annie-dono ed un cenno del capo generale, consegnai il messaggio direttamente nelle mani della ragazza come ordinato.
    Seguii con poco interesse la lettura del messaggio e il conseguente scambio di battute. Il mio compito era consegnare il messaggio e l'avevo adempiuto, anche se la mancanza dei rischi promessi mi teneva un po' sulle spine. Osservai tutta la gente presente, tornando su Annie-dono poco prima che si rivolgesse a me. Ricambiai la sua osservazione, notando il suo notevole rigonfiamento addominale, e replicai al suo saluto con un leggero inchino piuttosto formale, confacente per una carica straniera della sua levatura.

    Mizukage-sama, la trovo... radiosa.
    Un dono per lei.


    Colsi l'occasione per consegnare anche il dipinto incartato, già controllato dallo shinobi mascherato che ci aveva prelevato alle porte. Fatto ciò, la discussione tornò su temi politici, dei quali non esitavo ad ammettere di capire ben poco.
    Ci fu uno strano momento in cui un ragazzo mi interpellò come se ci fossimo scontrati precedentemente, ma non lo riconoscevo minimamente. Per non creare confusione risposi alla sua frase con un imprecisato ma abbastanza chiaro segno di assenso, in modo da comunicargli che le sue speranze erano veritiere.
    Forse è uno dei vari shinobi che ho sconfitto in una delle mie missioni? Nondimeno non ricordo di aver affrontato ninja kiriani.
    Rimasi nell'ufficio, ignorando i discorsi tra il mio compagno e i capi stranieri e mantenendo l'attenzione sui dintorni e sulle persone presenti in caso che le cose volgessero al peggio. Ad esempio, il biondino non me la raccontava giusta.


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    /

    520/520


    Ferite:
    /

    Stato Fisico:
    100%
    (80% del chakra -> Leggermente Stanco
    60% del chakra -> Stanco
    40% del chakra -> Molto Stanco
    20% del chakra -> Esausto
    0% del chakra -> Morto
    )

    Stato Mentale:
    /

     
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    Annie accettò il dipinto che Kenshi le aveva dato con molta gratitudine e una decisa profusione di sorrisi. Non si aspettava che Kenshi ricambiasse e non gli chiese neanche di essere meno formale con lei: sapeva bene che non avrebbe ottenuto né l'una né l'altra cosa e preferì lasciar perdere la battaglia persa in partenza.
    Genta sbirciò il dipinto mostrando curiosità e lei non lo riprese: aveva in mente di appenderlo in casa, perciò lui avrebbe dovuto essere d'accordo sul fatto che fosse davvero bellissimo.
    Fra l'altro trovava particolarmente adatta a Kenshi quella scelta di colori e la cosa sarebbe stata come una firma che le avrebbe sempre ricordato chi le aveva fatto quel dono.

    A proposito di battaglie perse... il messaggero di Hirozumo spiegò il suo punto di vista ed Annie lo capiva, ovviamente, per quello aveva proposto un patto di non belligeranza piuttosto che qualcosa di più impegnativo: se fosse stato comunicato ai due eserciti di non scontrarsi gli uni con gli altri nessuno, almeno in teoria, sarebbe venuto a sapere di quel trattato. Sicuramente non fino ad una guerra e anche in quel caso avrebbero probabilmente potuto trovare una soluzione che non coinvolgesse Konoha e Suna.
    Fra l'altro non le piaceva poi molto quel messaggero, sembrava davvero che la sua lingua avesse subito un allenamento fin troppo intensivo e lei si fidava davvero poco di qualcuno così abile con le lusinghe.

    "Non pensavo certo di affiggere cartelloni a Konoha per far sapere alla Hokage quello che stiamo facendo, avevo in mente una cosa leggermente meno... pubblica? Comunque lo capisco e, come già detto, accetto la decisione. Ci saranno altre occasioni in cui io e lo Shogun potremo parlare del suo debito d'onore. Gradirei comunque che gli riferiste che avrei preferito parlare con lui personalmente."
     
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    Il ragazzo vorrebbe commentare la prima parte della tua frase, ma alla fine decide che la cosa migliore è tacere. Il suo volto non tradisce particolari emozioni, è abituato a celarle in maniera abile dietro una maschera di finta indifferenza giovanile.
    Debito d'onore? Si riferisce per caso alla vicenda di Jack Kaguya-sama? Se me lo concede vorrei provare a parlare io stesso anche di questo. All'epoca degli eventi in questione io ero ancora all'Accademia, non ho mai avuto modo di conoscere quello che è successo in maniera diretta. Però in vista di questa missione diplomatica sono stato informato in modo dettagliato su tutto ciò, dallo Shogun in persona e dalle più alte cariche del villaggio. A quanto ci risulta Jack Kaguya, al tempo della Guerra della Neve, era un mukenin. Egli era stato ingaggiato dal nostro nemico di allora, Orochiyu, per assassinare lo Shogun. Si era infiltrato nel nostro villaggio insieme ad un ninja otiano, per compiere la sua missione. Però, non appena scoperto da alcuni shinobi del nostro esercito, ha optato per uccidere il suo compagno di missione e fuggire, senza richiedere nulla o collaborare in nessun modo con lo Shogun. Jack Kaguya-sama non ha mai neanche incontrato lo Shogun, questo me lo ha confermato il diretto interessato. Egli non sente di avere nessun debito nei confronti di Jack Kaguya-sama, né in quelli del villaggio che ora - non al periodo dei fatti - costui serve. Spero possiate perdonare le mie parole un po' brusche, ma ho preferito anticipare quelle che sarebbero state le risposte di Hirozumo-sama, dato che le conoscevo già. Il nostro leader ha molte, innumerevoli qualità. La pazienza, quando si tratta di questioni politiche e non militari, non è fra le sue migliori. I rapporti tra Yuki e Kiri al momento sono mediamente buoni, per quanto possa essere concesso a due nazioni appartenenti a blocchi di alleanze opposte. Sarei estremamente contento rimanessero tali.
     
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    "Per quanto mi riguarda considererei collaborare uccidere un potenziale assassino e rinunciare al proprio incarico.
    In ogni caso trovo che sia inutile continuare questa conversazione visto che evidentemente le mie idee e quelle dello Shogun sono inconciliabili.
    Non avevo alcuna intenzione di metterlo in una brutta posizione con Konoha o chiunque altro e anche il mio insistere per parlare con lui in particolare, che continui ad eludere in modo tanto attento, non voleva dire che sto cercando di organizzare un summit dei Kage. Siamo shinobi o no? La segretezza dovrebbe essere la cosa in cui siamo più abili."

    Picchiettò un dito sulla scrivania e sorride ancora, sempre cordialmente, per smorzare la durezza di quanto stava per dire. Proprio mentre apriva la bocca per parlare, Genta si agitò con un movimento apparentemente -e probabilmente- casuale e lei si rese conto che avrebbe potuto essere piuttosto infelice uscirsene con: "Per quanto riguarda i nostri rapporti... beh, sono praticamente inesistenti se escludiamo il fatto che apparteniamo a due fazioni diverse -il che ci rende nemici- e di sicuro non miglioreranno a breve."
    Dunque non aggiunse niente e fu segretamente molto felice che Genta avesse attirato la sua attenzione, consapevolmente o meno, perché per un lunghissimo istante si era quasi fatta uscire di bocca quelle parole così poco diplomatiche. "Bene, non credo che ci sia altro da dire a questo punto."
    A dire il vero non le piaceva particolarmente quel messaggero, aveva un che di viscido che le dava i brividi e il modo affettato in cui le si rivolgeva la faceva sentire quasi blandita.
    Non lasciò, ovviamente, che trasparisse dalla sua espressione e rimase perfettamente cordiale. Si poteva certamente notare una differenza nel calore dei suoi modi quando si rivolgeva a Kenshi e quando invece lo faceva al messaggero, ma cercò lo stesso di non essere mai scortese con quest'ultimo.
     
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    Chiedo perdono, mia signora, sono stato frainteso. Non ho alcuna intenzione di evitare che lei parli con lo Shogun, non è questa la missione che mi è stata affidata. Se lei vuole parlare direttamente con Hirozumo-sama può richiedere un incontro, segreto o pubblico non fa differenza dal mio punto di vista. Tutto ciò che le ho detto finora è stato nel tentativo di servire al meglio i reciproci interessi dei nostri villaggi. Le ho parlato di quali sono le opinioni dello Shogun, mi sono state comunicate in anticipo proprio perché potessi riferirle a voi. Un incontro tra due capi di stato non è una cosa semplice, richiede una dose di precauzioni e di preparativi non indifferente. Lo Shogun dovrebbe aver reso chiaro per cosa è disposto a impegnarsi in qualcosa del genere e per cosa no. Il mio obiettivo è essere sicuri che sia così. Se c'è qualcosa che posso fare per voi io sono a vostra disposizione, se invece ritenete che la mia presenza sia sgradita o semplicemente desiderate comunicare direttamente con Hirozumo-sama non sarò certo io a impedirle ciò che considera più opportuno.
     
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    "Okay, io speravo che questa intera conversazione potesse svolgersi fra me e lo shogun, per quanto tu sia stato informato preventivamente di quello che il tuo capo avrebbe detto capisci che mi sento un minimo insultata nel sapere che prima di poter vedere lui devo trattare con te." Decise che parlare chiaro sarebbe stata l'idea migliore, tutti quei giri di parole le stavano facendo venire il mal di testa. "Non ho niente di particolare contro di te, ma sinceramente mi sembra da tutta la conversazione di parlare con Marai: sento una cosa e me ne vengono in mente altre sette che potrebbe significare. Come avrai capito non sono brava ad andare sul sottile, quindi ho deciso che adesso sarò diretta. O meglio, sarò ancora più diretta.
    Una alleanza pura e semplice non conviene a me quanto non conviene allo Shogun, come tu stesso hai illustrato, quindi non ha alcun senso parlarne. Potremmo parlare di alleanze difensive, ma una cosa del genere significherebbe che io dovrei affiancarlo contro i miei stessi alleati e lui dovrebbe fare lo stesso contro i suoi, se le cose si mettessero male, quindi anche questa potrebbe essere molto più uno svantaggio che un vantaggio. Ho proposto un trattato di non belligeranza perché, come ho detto, è l'unico che ci permetterebbe di non danneggiarci a vicenda mentre, ad esempio, cerchiamo nuovi alleati. Lo Shogun sa benissimo che se konoha gli voltasse le spalle sarebbe da solo contro due alleanze e io so altrettanto bene che perdere il mio trattato con Suna significherebbe lo stesso, non mi illudo certo di essere in una posizione meravigliosa,
    ma sto cercando di cambiare le cose in modo che, se qualcuno cercasse di pugnalarmi alle spalle, non sarei completamente sola contro il resto del mondo. Kiri ha la sua forza portante e il suo esercito è forte, ma questo non vuol dire che possa combattere un continente intero.
    Questo è quello che ho offerto allo shogun: la possibilità di non essere da solo contro tutti se o quando Konoha lo abbandonerà o anche nel caso sia lui a volerla abbandonare, un giorno.
    Io non posso permettermi di offrire più di questo e perciò se lo shogun non è disposto ad accettarlo io non farò altro che prenderne atto e chiudere così le nostre trattative ancora prima che inizino davvero.
     
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    Sono spiaciuto che lei si senta insultata, l'intento dello Shogun non era certo quello di "fare il prezioso" o mancarle di rispetto. Posso assicurarle che la considerazione che ha per lei è molto alta, più di quanto possa trasparire dalle parole che le ha scritto o dalle sue azioni. Spero che lei capisca, Hirozumo-sama è un uomo molto cauto e cerca di essere sempre pronto ad ogni evenienza. Anni di guerra civile, di tradimenti e di inganni lo hanno forgiato molto, in questo senso, quindi le chiedo di perdonare la sua decisione e di non imputarla ad uno scarso rispetto nei vostri confronti, di voi e del villaggio che rappresentate, perché così non è. Ha inviato me in quanto ho l'onore di essere considerato il migliore nell'arte della diplomazia di tutto il villaggio, ma evidentemente lei trova i miei modi di fare irritanti e di ciò me ne dispiaccio. Dato che non ama cercare di cogliere ciò che stavo tentando, malamente temo, di alludere, abbandonerò anch'io ogni velo. Posso fidarmi di tutti i presenti?
    L'uomo fa una piccola pausa, che sfrutta per dare un veloce sguardo a tutte le persone in quel momento presenti nella sala. Poi il suo sguardo ritorna su di te, fisso, per qualche istante. Prima di iniziare a parlare vuole assicurarsi che tu sia convinta oltre ogni ragionevole dubbio che solo persone assolutamente fidate stiano ascoltando le parole che saranno pronunciate da lì a poco.
    Lo Shogun non si fida di molti dei suoi attuali alleati ed è convinto che essi non si fidino di lui. I vantaggi della collaborazione all'interno del Gruppo del Nord sono innegabili e non possiamo farne a meno, ma all'interno dell'Alleanza Continentale si sente poco apprezzato. Ed è convinto, non senza indizi a riguardo, che la Hokage abbia in più momenti agito, o ancor più NON agito, con la speranza della sua destituzione dalla carica di Shogun di Yuki, per poter contare su un nuovo leader più compiacente nei suoi confronti. Inoltre Hirozumo-sama disprezza con ogni fibra del suo corpo Marai-sama, immagino che non ci sia bisogno che le spieghi i motivi. Spero che adesso le sia chiaro il perché un trattato di non belligeranza, segreto o meno, è considerato impossibile per lo Shogun. Ciò che invece ci sta offrendo adesso... mi perdoni, non mi è proprio chiaro cosa intende. Un rapporto privilegiato al di fuori delle correnti alleanze che si attiverebbe solo nel caso di rottura di queste ultime? Probabilmente a lei non interessa il mio parere, ma glielo fornisco lo stesso. Non farebbe la differenza qualcosa del genere, ne sono convinto. Yuki e Kiri sono troppo distanti geograficamente per difendersi a vicenda in maniera efficace e in due nazioni non sarebbero in grado di gestire le altre due fazioni. Noi non riusciremmo ad aiutare voi e voi non riuscireste ad aiutare noi. A meno che lei non intenda fare direttamente un nuovo polo, ma posso assicurarle che il momento non è propizio. Il Kokage è nella situazione a lui più congeniale; il Takikage un po' meno ma ha trovato un equilibrio molto maggiore rispetto agli anni precedenti e non lo metterebbe mai in pericolo vanamente; il Kawakage non sarebbe mai disposto a mettersi contro sia Suna che Konoha, vista la posizione geografica; il Raikage e la Hokage si fidano troppo a vicenda per poter sperare di separarli. Per quanto riguarda invece il vostro campo Amekage e Kusakage sono troppo impauriti da Marai per poter anche solo alzare la testa, persino da fuori lo si capisce perfettamente. Lo Tsuchikage non sembra essere molto dedito all'azzardo, il suo comportamento è stato praticamente solo difensivo negli ultimi anni. Immagino che lei conosca meglio la situazione della vostra coalizione, ma posso dirle che da fuori il terreno sembra poco fertile. Riassumendo, un patto di questo tipo, al momento, ci fornisce delle garanzie molto limitate. Che non sono sgradite, sia chiaro, ma noi desidereremmo di più. Visto che lei ha alzato il tiro farò anch'io lo stesso. Le farò una proposta ardita: si unisca alla Grande Alleanza Continentale! Per quanto il nome sembri indicare il contrario, la principale preoccupazione di chi ha il reale potere decisionale al momento non è Kiri, ma Suna. E anche lei non è soddisfatta della situazione attuale, altrimenti non ci avrebbe contattato e non avrebbe parlato in quella maniera poco fa. La Coalizione dei Tre Guardiani non è altro che una menzogna. Uno di questi cosiddetti guardiani è un uomo debole e impaurito, non importa quanto sia forte l'esercito che guida, non riuscirà mai a incidere nel grande gioco. Un altro è un cane pazzo, uno che quando vede sangue difficilmente molla la preda. Ci sono voluti anni di lotte per farlo desistere dalle sue mire su di noi. Solo temporaneamente, temiamo. Infine c'è lei. Girano poche voci su di lei, per ora è riuscita a non farsi leggere troppo dai suoi nemici. Io ho avuto modo di vedere con i miei occhi e ho trovato una donna forte, diretta, ma ragionevole. Un vero Kage. Ciò che le sto proponendo è una scommessa. Una decisione non semplice da prendere, lo so, ma fare il kage non è mai semplice. Pensi ai vantaggi che otterrebbe. Rischi ce ne sono, ovvio, ma pensi ai vantaggi. Ci pensi. E poi mi dica.
     
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    Annie si tenne tutti i presenti: dopotutto non c'era nessuno "di troppo" nella stanza e se non poteva fidarsi di loro tanto valeva non potersi fidare di nessuno.
    Ascoltò poi senza interrompere il lungo discorso del diplomatico e fu molto brava a nascondere qualsiasi emozione di troppo dietro il solito sorriso cordiale: era piuttosto certa di non essersi fatta sfuggire niente.

    "Comincio col dire che non sto cercando di formare un nuovo polo, non ancora, e che sì, quello che vi stavo offrendo era sostegno nel caso le alleanze già presenti si rompessero. Capisco che in due siamo pochi in confronto a tutti i paesi del continente, ma sa come si dice: l'oceano all'inizio era solo una goccia d'acqua.
    Detto questo, non ho la minima intenzione di cambiare fazione. Lo Tsuchikage non è affatto un uomo debole, ha avuto un ruolo fondamentale nell'ultima guerra e il fatto che pensi più a difendere la sua gente che ad ucciderne altra gli fa molto onore ai miei occhi. Il Kazekage, beh, lui azzanna davvero tutto ciò che vuole ed è giusto che la vostra alleanza lo tema più di quanto teme me: a me non interessa conquistarvi, a lui sì.
    A prescindere dalle personalità dei miei colleghi, però, io ho una posizione di una certa forza all'interno della mia alleanza. Io non posso staccarmi da loro, ma se loro si staccassero da me perderebbero una forza portante, senza contare il resto dell'esercito. Se voltassi la faccia a Suna per scodinzolare a Konoha non solo perderei la fiducia di chiunque: chi si affiderebbe a me sapendo quanto facilmente cambio bandiera?
    Ma non otterrei neanche i vantaggi e la posizione che ho adesso nella coalizione. Quindi, no, mi dispiace ma non cambierò mai fazione e ovviamente non ti faccio la stessa proposta visto quanto siete schiacciati da paesi della GAC. Temo che questa trattativa si concluderà con un nulla di fatto."
     
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