Drunk Souls

- Uccello di merda quello è MIO!-
Una voce soave e tranquilla come quella di una fanciulla appena sveglia risuonava poco lontano dall’entrata del Villaggio più vicino al confine del Paese degli Uccelli, abbastanza forte da far alzare in volo qualche volatile, spaventato da quel fracasso. Tutti tranne uno. Un airone dall’aria dispettosa reggeva infatti in bocca quello che aveva tutta l’aria di essere un panino, un tipico spuntino mattutino per giovani ed aitanti ninja di Oto. Il suddetto shinobi si trovava di fronte all’animale, uno sguardo di fuoco e l’aria di chi sarebbe pronta a mangiare crudo un uccello selvatico pur di ottenere la sua vendetta. Stiamo ovviamente parlando di Izumi Usui, tra i più rumorosi e fastidiosi elementi del Paese del Suono e probabilmente di tutta la Grande Alleanza Continentale.
Il ragazzo si era distratto un attimo, alla ricerca dell’entrata del Villaggio,quando quell’essere “abominevole” aveva addirittura deciso di rubargli il panino che sua sorella Mei aveva preparato con tanto amore. Non importava che non avesse tagliato bene il formaggio, lasciando la scorza o che non avesse cotto bene la carne, rendendolo quasi immangiabile: quello era il primo piatto della piccina e lui doveva mangiarlo. Mica per gentilezza o altro ovviamente, lui non era mica capace di cose del genere.
- Restituiscimelo o giuro che ti faccio esplodere.- aveva detto di nuovo Izumi fissando con intensità il suo avversario. Quest’ultimo gli aveva rivolto uno sguardo sprezzante, quasi sfidandolo a fare qualcosa mentre lui faceva per ingoiare il panino tanto ambito. Era bastato quel gesto per fare smuovere il biondo che, con un urlo belluino, si era lanciato contro quel volatile con tutta l’intenzione di prenderlo a pugni. Quella foga improvvisa e quel rumore così forte era però riuscito a turbare l’airone che aveva aperto il becco, emettendo un verso stridulo, cercando di spiccare il volo incurante del fatto che il suo spuntino gli fosse caduto dalle fauci. Evidentemente teneva di più alle penne che a quello. Izumi non aveva perso tempo, afferrando al volo l’oggetto della contesa, mettendolo in salvo.
- Vaffanculo!- aveva detto dietro all’airone, che per tutta risposta aveva fatto cadere a poca distanza da lui un simpatico ricordino caldo. Fortunatamente il giovane era riuscito ad evitarlo, mettendo pure in salvo il panino, che così aveva evitato dei condimenti ancora più speciali di bava di volatile selvatico. Dopo un’analisi attenta il ragazzo aveva staccato la parte immangiabile, portandosi alla bocca il resto. A breve sarebbe arrivato e doveva assicurarsi di essere in forze.

Aveva visto quell’annuncio qualche giorno prima. Era appiccicato in un angolino della bacheca, scritto in un foglio fin troppo grande per una missione così semplice e apparentemente stupida. Sembrava che qualcuno volesse attirare l’attenzione. Non appena aveva letto il contenuto Izumi si era subito sentito ardere dalla voglia di prendere a botte quel tizio così sicuro di sé e di fregargli i soldi. Si era dunque recato alla struttura amministrativa comunicando che sarebbe andato a riscuotere quella taglia, in modo da ottenere i permessi che gli sarebbero stati senza dubbio utili per il viaggio fino al Paese degli Uccelli. Non aveva perso tempo neanche per prepararsi: aveva dato la notizia alla sua famiglia, ritrovandosi a promettere a Mei che avrebbe mangiato il suo panino, aveva raccolto le sue cose ed era partito il giorno dopo.
Ora era lì, nel Paese dei Fottuti Uccelli e sinceramente sperava che il tizio, Chu Saotome, fosse irritante almeno la metà di quell’airone, così non avrebbe avuto i sensi i colpa una volta preso a calci. Izumi si era mosso verso l’entrata del villaggio, a quel punto, controllando di avere il coprifronte ben legato alla coscia destra e tutto il necessario alla missione con sé. Non aveva esattamente un’aria marziale con occhialoni, canottiera e semplici pantaloni, ma faceva troppo caldo per mettersi in ghingheri o cose gel genere. Una volta entrato, nel caso non avesse avuto problemi, si sarebbe messo a dare un’occhiata intorno a sé in modo da farsi un’idea preliminare del luogo.

Una volta finito di immettere chakra nel sasso l’aveva guardato con una certa soddisfazione. Era bello carico e pronto ad esplodere ad un suo comando. Chissà se i sensitivi riuscivano a vedere l’energia che vi aveva immesso! Sarebbe stato un problema se lo fosse stato anche quel maledetto Saotome visto che sembrava fortissimo. Aveva sospirato e osservato il panorama di fronte a sé. Davvero avrebbe dovuto giocare a nascondino? Non era un gioco che gli piaceva giocare in verità, era un tipo più diretto, però non poteva negare di essere piuttosto portato in quel campo. Aveva sospirato ancora, visto che la sua vita era fin troppo complessa per un ninja modello e gentile come lui, inclinato il capo mentre studiava varie strategie e sperava di scorgere il nemico aggirarsi là in mezzo. Nonostante i suoi sforzi però, era stato qualcun altro a trovare lui.
Quando aveva sentito quella la voce maschile proveniente da così vicino era quasi saltato in aria. Quasi perché si era trattenuto ed aveva fatto finta di non essersi preso un proverbiale colpo. Voltandosi aveva avuto modo di constatare come quello accanto a lui fosse un ragazzo più o meno normale della sua età, dall’aria anche tranquilla. Un campagnolo insomma. I suoi occhi rossi si erano soffermati per qualche secondo sullo strano ciondolo che portava al petto e poi di nuovo sul viso del tizio, che aveva persino un nome. Masaki Kubo… mai sentito. Probabilmente perché proveniva da Takumi. Voleva informazioni sullo stesso tizio che stava cercando lui e questa era una notizia interessante. o quel tizio era Saotome stesso che stava cercando di confonderlo con la Trasformazione o un ottimo capro espiatorio.
- Sono Usui Izumi, vengo da Oto.- si era presentato sbrigativamente grattandosi la nuca – Lo stronzo è da qualche parte da quella parte.- gli aveva spiegato, indicando tutto quello di fronte a loro due con un piccolo sogghigno. Era una mancanza fastidiosa non sapere nulla del proprio avversario, ma si sarebbe arrangiato. Non doveva abbassare la guardia per nessun motivo. Per un momento si era persino chiesto se fosse il caso di evocare dei cloni di terra, nel caso che poi non ci fosse più stata l’occasione, però aveva resistito alla tentazione.
- Sei bravo nel combattimento da vicino? Potresti essermi utile, io sono bravo dalla media distanza. Tu me lo distrai e io gli infilo un kunai nel culo.- aveva dunque proposto a Masaki/Saotome, studiandolo con attenzione. Come diceva il detto era bene tenersi vicini gli amici, ma ancora di più i nemici. Nel caso che quindi il tizio avesse acconsentito, Izumi avrebbe cominciato a camminare ed addentrarsi nel territorio della loro preda, tenendo d’occhio il suo compagno e i dintorni nel caso ci fossero state trappole. Se era davvero così forte un motivo doveva esserci.

- Probabilmente quel tizio era debole. Io non ho intenzione di perdere per nessun motivo.- era stata la risposta di Izumi alle parole di Masaki. Insomma non sapeva ancora se fosse o meno un nemico, ma di certo non si sarebbe lasciato intimorire solo perché un ragazzino di Takumi si era fatto rompere un braccio. In ogni caso era sempre più sicuro che il proprio compagno non potesse essere un complice di quel Saotome, stava perdendo troppo tempo, fosse stato al posto suo lui si sarebbe subito assalito e preso a botte una volta notato un minimo abbassarsi della guardia.
Avevano continuato a camminare in mezzo a dei campi quasi sterminati per un po’, un processo alquanto noioso, prima che arrivasse loro incontro un uomo vestito in modo strano. Izumi era stato sul punto di prenderlo in giro per via del suo aspetto bizzarro, ma l’aura potente che emanava l’aveva ammutolito. Non era così stupido da attaccare briga senza motivo con uno così potente in un ambiente a lui estraneo e probabilmente disseminato di trappole. Fortunatamente il tizio si era rivelato essere solo un leccapiedi, apparentemente, e aveva fatto cenno loro di seguirlo fino al suo padrone. Saotome era più forte di quel tizio quindi? La cosa iniziava a diventare un po’ problematica, sperava vivamente che Masaki non fosse una trappola a quel punto. Li voleva quei ryo, oh!
- Questo dovrebbe spaventarmi?- aveva sbottato, soffiando con forza dal naso e poi voltandosi verso il proprio compagno. Non aveva altra scelta a quel punto, doveva allearsi con quel campagnolo di Takumi se voleva avere qualche possibilità. Il fatto che il maggiordomo stesso consigliasse di combattere in coppia era il segno che probabilmente neanche in quella formazione, secondo lui, sarebbero stati in grado di mettere al proprio posto Saotome. D’altronde non avrebbe avuto motivo di dare loro un consiglio che sarebbe potuto andare contro il suo datore di lavoro. Sospirando si era dunque avvicinato al tizio ed aveva abbassato la voce.
- Se mi senti urlare “FOTTUTO BASTARDO” allontanati subito dal tizio, okay? Ho una cosa che ho preparato per lui. Mi raccomando solo se dico entrambe le cose… se è solo bastardo o fottuto qualcosa vuol dire che mi sto lamentando.- gli aveva detto cercando di scegliere la parola chiave meno intuibile possibile. Urlargli “via” avrebbe potuto mettere in guardia il loro avversario, come anche un “levati stronzo”, molto meglio qualcosa di generico ma estremamente soddisfacente da pronunciare. Nel caso che il ragazzo avesse proposto una strategia l’avrebbe ascoltato in silenzio, limitandosi a sistemare sul capo gli occhialoni. In quel modo sarebbe bastato un rapido gesto per calarseli sul viso.
Controllato tutto il proprio equipaggiamento per assicurarsi di non aver scordato nulla, si sarebbe limitato a voltarsi in direzione del maggiordomo, inclinando appena il capo con aria abbastanza impaziente.
- Abbiamo limiti di tempo o robe che sono vietate?- aveva chiesto per sicurezza scrocchiandosi le dita e controllando che la pietra carica di chakra fosse ancora nella propria tasca. Sperava vivamente che quel tipo non fosse un sensitivo, in quel modo la sorpresa sarebbe stata molto più grande e soddisfacente.

Il suo compagno era piuttosto silenzioso, ma questo non poteva che essere un bene. Significava che non l’avrebbe distratto con borbottii e lamentele varie, certo poteva anche essere il segno che fosse così spaventato da non essere in grado di spiccicare parola, però preferiva non pensare a quella fastidiosa opzione, anche perché quel maledetto maggiordomo si stava impegnando davvero tanto nel farlo irritare. Aveva sbuffato alla sua richiesta di dare il meglio di loro, ma aveva notato con piacere che non si era interessato al suo tentativo di mettersi d’accordo con Masaki riguardo la strategia da adottare. Quel sasso esplosivo forse sarebbe rimasta la loro arma segreta.
Non avevano nessun limite di tempo né di azione, si sarebbero dovuti limitare a non uccidere o mutilare il loro avversario. Non era male come regolamento. La cosa aveva fatto sogghignare Izumi che si era stiracchiato mentre cercava di elaborare altre strategie legate ai diversi modi di combattere che avrebbe potuto adottare quel tizio. Lo rassicurava il fatto che neanche lui avrebbe rischiato di perdere un braccio o di morire in effetti. Sarebbero state delle piacevoli botte ignoranti insomma. Non poteva chiedere di meglio!
Non ci era voluto molto prima di essere guidati al cospetto dell’uomo che avrebbero dovuto affrontare… che sembrava completamente ubriaco. Izumi l’aveva fissato per qualche momento incredulo, mentre una vena sulla sua tempia pulsava in modo pericoloso.
- Vuol dire che il nostro avversario sarà un ubriacone? Magnifico.- aveva sbottato, chiaramente irritato. Ubriaco e pure vecchio. Ma li stavano prendendo in giro? Per un attimo la cosa l’aveva reso furente, ma poi si era calmato apparentemente. Se quel tizio era debole sarebbero stati dei soldi facili e così finalmente avrebbe potuto comprare gli equipaggiamenti che gli servivano e potuto testare altre strategie. Non era bene sputare sul piatto di chi offriva le ricompense praticamente gratis.
- Tu! Non scordati quello che ho detto!- aveva detto verso Masaki, tirando fuori un kunai. Aveva detto che avrebbero potuto iniziare loro giusto? Non se lo sarebbe fatto ripetere due volte. Izumi aveva dunque fatto un profondo sospiro e soffiato sul kunai, cercando di aumentare le dimensioni della lama in modo consistente. In teoria dieci centimetri sarebbero dovuti bastare per trarlo in inganno, o almeno lo sperava, gli serviva un diversivo che fosse abbastanza pericoloso da essere preso seriamente dal loro nemico.
Una volta finito di ricoprirlo di chakra Fuuton l’aveva lanciato in direzione del proprio avversario, cercando di colpirlo sul bacino, in direzione dell’attaccatura con la coscia sinistra e aveva fatto un balzo all’indietro di un paio di metri spezzando tre sigilli e facendo emergere dal terreno ghiaioso una copia di se stesso che gli si era posizionata accanto, pronta ad intervenire, proprio come lui. Non era il caso di far scomparire di botto l’unica copia che aveva creato, prima voleva capire come combatteva il loro avversario e cosa effettivamente era in grado di fare Masaki.