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.CITAZIONEAllenamento per l'ottenimento dei Maiali Volanti,
evocazione personale.CITAZIONEPaese del Suono, primavera inoltrata. Da qualche tempo, tra gli abitanti dei villaggi ad oriente si mormora di strani accadimenti. Al confine col Paese dell'Artiglio si narra di persone scomparse per settimane, di cui sono stati ritrovati soltanto gli effetti personali in pozze variopinte, mentre nella zona in cui si trova Aiko pare ci siano state razzie nei campi di riso durante la notte.
I contadini più coraggiosi hanno organizzato turni di ronda e dicono di aver intravisto qualche misteriosa creatura nel buio, all'apparenza grossa e goffa, ma capace di alzarsi in volo a gran velocità se spaventata. Gli agricoltori raccontano terrorizzati di inumani versi acuti e di campi devastati. Un paio di loro addirittura sembra aver visto un angelo della notte...CITAZIONEGran libertà per il primo post. Descrivi il motivo che ha condotto Aiko nelle terre orientali del Suono e il suo arrivo a una locanda dove uomini raccontano storie dell'orrore riguardanti gli strani eventi dell'ultimo periodo. Per il resto, a te decidere come muoverti ^^
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Ero in viaggio di nuovo, dopo mesi di quasi totale sedentarietà. Non era ancora finito il mio periodo di lavoro nel Paese del Tè, ma un imprevisto spiacevole mi aveva concesso la possibilità di prendermi un paio di settimane di stacco semi-forzato. Uno dei cuochi che lavorava da più tempo nel nostro locale, almeno dieci anni stando alle sue parole, veniva da una famiglia del Paese dell’Artiglio. Sfortuna volle che una sua anziana zia, donna a cui era legato da un grande affetto, fosse mancata proprio in quel periodo e che quindi lui dovesse partire subito per partecipare ai funerali. Però non si sentiva sicuro a viaggiare da solo, l’ultima volta che lo aveva fatto era stato aggredito da briganti e derubato. Aveva chiesto l’accompagnamento di una sorta di guardia del corpo e viste le mie abilità fui proposta io. Non mi sentivo granché all’altezza di questo incarico, però era pur vero che ero l’unica a saper usare discretamente bene il chakra tra i dipendenti del locale e che mi sarei sentita in colpa a lasciarlo andare via senza aiuti. E poi l’idea di un viaggetto, per quanto breve, non mi dispiaceva affatto.
Fu così che quasi all’improvviso ci ritrovammo a partire, io, lui e sua moglie. Erano una coppietta di quarantenni ancora grintosa e sportiva, nonostante entrambi non fossero proprio magrissimi. Fu piacevole parlare con loro, soprattutto con la donna, che ancora non avevo avuto modo di conoscere prima.
Ci mettemmo quasi quattro giorni per fare tutto il giro e attraversare l’intero Paese del Fuoco. Arrivammo a destinazione che i due coniugi erano abbastanza stanchi, provati dal lungo cammino. Io invece ero abbastanza contenta di essermi rimessa in marcia e mi chiedevo cosa avrei potuto fare mentre i miei due compagni di viaggio erano impegnati in quella triste incombenza. Tra le esequie e alcuni dettagli burocratici sull’eredità della donna mancata, la coppia sarebbe dovuta restare in quel luogo per almeno due giorni, al massimo tre. Non potevo quindi progettare chissà quali viaggi diversivi, non potevo andare a trovare il Maestro o Natsuki, cosa che invece avevo in mente di fare non appena avessi terminato il contratto al locale. Potevo andare a trovare Hiromu e Sousuke, le persone da cui avevo appreso i primi rudimenti dell’uso dei rotoli. Sapevo che il villaggio in cui vivevano era tutto sommato abbastanza vicino da riuscire a fare una toccata e fuga, però poi mi venne in mente un’altra cosa. Il luogo in cui ero arrivata era molto vicino al confine con il Paese del Suono e appena oltre esso si trovava un posto dove avevo passato un importante anno della mia vita: la fattoria di mio zio Ichiro. Lì erano successe tante, troppe cose. Era stata un’esperienza che mi aveva aiutato a crescere come poche altre nella mia intera vita. Dovevo molto a lui e non ero mai passata a vedere come era ridotta l’abitazione che per un lungo tempo mi aveva ospitata. Prima di andarmene avevo appiccato il fuoco a tutto l’edificio, proprio come mi aveva chiesto in punto di morte il suo proprietario. Riportai alla mente le sue ultime parole e l’impresa non mi lasciò indenne. Il battito accelerò, le lacrime fecero capolino ai miei occhi, solo con un grande sforzo di volontà mi imposi di non crollare. Rividi il suo volto, le sue mani, il suo desiderio. Che tanto male mi avevano fatto, che tanto bene mi avevano fatto. Dovevo assolutamente passare da lui. Dovevo fargli sentire il brano che avevo scritto pensando a lui. In esso avevo infuso tutto. Il dolore, per essere stata costretta a fare una scelta. Il rimorso, di averla fatta nonostante sapessi che era sbagliata. La nostalgia, di quel dolce e breve peccato. La tristezza, di aver perso lui, in maniera improvvisa. E una grossa domanda che mi ero trovata a pormi più volte: lo avrei amato davvero se non fosse stato mio zio? Era un obbligo morale passare in quel posto, me lo imposi. Non avrei avuto altre occasioni a breve, rimandare sarebbe stato un crimine.
Una volta calmata del tutto andai a parlare con il cuoco e gli spiegai che sarei stata via due giorni, ma che sarei ritornata in tempo per l’eventuale partenza. Lui, forse perché mi vide preoccupata, mi disse di tranquillizzarmi e di fare tutto con comodo, avrebbero aggiustato le cose in qualche modo. Io ringraziai e partii.
Il viaggio fu breve, in un’oretta fui già oltre il confine. Ora però si poneva un problema a cui non avevo pensato: non ero sicura di sapermi orientare a dovere e di conseguenza di riuscire a trovare i campi un tempo posseduti dal mio parente. Mi misi a vagare un po’ per quelle zone, nella speranza di trovare qualche indizio o punto di riferimento. Erano ormai quasi le quattro di pomeriggio quando giunsi in un luogo familiare. Era una locanda, abbastanza trasandata dall’aspetto. Io ero già stata lì, una volta. Non una volta qualsiasi, però. Era proprio lì che avevo incontrato Ichiro, era lì che lui mi aveva in sostanza “abbordato”, era lì che mi aveva promesso ospitalità e lezioni sulla Vampa. Lui era entrato nella mia vita chiedendo “disturbo?” e non fermandosi al mio “sì”, né agli altri rifiuti che avevo tentato di opporgli in un primo momento. E non ne era ancora uscito, dalla mia vita così come dalla mia mente. Per quanto mi capitasse molto raramente di pensarci lui era sempre lì, insieme a poche altre persone speciali.
Appena riconobbi il posto mi ci infilai dentro, d’istinto. Dentro era ancora malridotto, proprio come la prima volta che ci ero stata. L’uomo dietro al bancone sembrava sempre più una sorta di orco, stava parlottando con un altro omaccione barbuto. Fui accolta da una cameriera, che mi accompagnò ad un tavolo poco distante dai due di cui sopra. Ordinai un tè Rooibos, uno dei miei preferiti. Era piuttosto raro da trovare, veniva da molto lontano, quindi fui sorpresa quando lo vidi sul menu. E fui altrettanto soddisfatta quando lo assaggiai, era buono come sempre. Mi riportò alla mente l’ultima volta che ero riuscita a trovarlo, qualche mese prima, nel Paese del Fumo. Bere tè per dimenticare può non funzionare per niente, ma per distrarsi fa il suo dovere e infatti mi ritrovai ad avere una pace temporanea dal maceramento interiore che aveva dominato fino ad un attimo prima. All’improvviso, mentre sorseggiavo con relativa tranquillità la mia bevanda, entrò un uomo bassino e dallo sguardo tagliente.
Hey, le avete sentite le ultime?
I contadini stanno continuando con le loro balle?
Non sono balle! Avete sentito anche voi delle sparizioni…
Sì, in pozze variopinte, lasciando solo i vestiti. A me continuano a sembrare balle.
Beh, delle razzie nei campi di riso avete sentito. Quelle mica se le sono inventate, non avrebbe senso.
L’oste scrollò le spalle, come a dire che non gli interessava la cosa.
Io avevo sentito che un gruppetto di loro aveva fatto delle veglie per beccare i responsabili, no?
Esatto, erano queste le nuove! Pare che abbiano visto delle strane creature, grandi e grosse razzolare per i campi.
Ah, quindi erano dei cazzo di cinghiali. Beh, che c’è di nuovo, allora?!
Ecco, non erano cinghiali! Li hanno anche visti alzarsi in volo non appena si sono avvicinati. E pare piantassero certi acuti allucinanti!
Ahahaha, che razza di creature dovrebbero essere?!
Beh, un paio di uomini ha parlato di una sorta di angelo...
Oh, un angelo? Ma anch’io ho visto un angelo.
Sentii che l’omone si alzò dalla sua postazione e che si avvicinò con calma al mio tavolo.
Eccolo qui. O mi sbaglio?
Per un istante lo guardai con estremo stupore, poi mi venne naturale sollevare un sopracciglio, acquisendo un’espressione scettica. Stava davvero usando una battuta “da rimorchio” così banale e squallida?
Si sbaglia, non sono un an-
Ah-ah, beccata. Non si origliano i discorsi degli altri, signorina!
Non mi ero accorta di stare ascoltando così attentamente le parole del gruppetto di uomini, era stato più involontario che altro. Però in effetti era stato così e fui invasa dall’imbarazzo, che colorò di rosso vivo il mio volto. Biascicai delle scuse sottovoce, provocando l’ilarità del mio interlocutore.
Ahahahah, dai, ti stavo solo prendendo un po’ in giro, non preoccuparti. Ti interessa questa storia?
Annuii, incerta. L’omaccione gettò uno sguardo al suo compagno più smilzo, il quale aveva osservato la scena piuttosto perplesso. Mi chiese cosa volessi sapere.
Questi incidenti sono avvenuti in questa zona? A chi dovrei rivolgermi se volessi provare ad aiutare?
Sapevo bene quanto fosse frustrante e pericoloso perdere il frutto della propria fatica, mi dispiaceva per questi contadini di cui pur non sapevo niente. Oltretutto proprio in quella terra che mi aveva ospitato per un anno intero. Dovevo quanto meno provare a fare qualcosa
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Dolcezza, benvenuta nel villaggio degli angeli e dei cinghiali alati!
Annuncia l'uomo con un ampio gesto delle braccia, ridendosela di gusto.
O forse dovrei chiamare questo luogo Villaggio della Birra. I suoi abitanti bevono molto e sono assai... fantasiosi.
Prosegue con tono canzonatorio, guadagnandosi un'occhiata storta dell'uomo più magrolino.
Il meteo quest'anno è pazzo: a un passo dall'estate alcuni ancora dormono con il piumone. Di sicuro questo non ha aiutato il raccolto,
ma molti sostengono che in realtà sia colpa di queste "strane creature"... e se fossero stati loro stessi, sbronzi marci, ad essersi rotolati nei campi rovinando le risaie?
Smettila! Sai che non è andata così!
Va bene, va bene.
Alza le mani in segno di resa, continuando a sghignazzare.
C'è poco da aiutare, dolcezza, ma se proprio vuoi parlarne potresti venire a casa mia...
Cenn, per favore!
Lo interrompe ancora una volta l'ultimo arrivato.
Qualsiasi contadino sarebbe felice di essere aiutato, signorina. Forse potresti cominciare dalla fattoria dei Ku, in fondo alla valle. E se hai altre domande, chiedi pure a me.. -
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Dolcezza, benvenuta nel villaggio degli angeli e dei cinghiali alati!
O forse dovrei chiamare questo luogo Villaggio della Birra. I suoi abitanti bevono molto e sono assai... fantasiosi.
Il meteo quest'anno è pazzo: a un passo dall'estate alcuni ancora dormono con il piumone. Di sicuro questo non ha aiutato il raccolto,
ma molti sostengono che in realtà sia colpa di queste "strane creature"... e se fossero stati loro stessi, sbronzi marci, ad essersi rotolati nei campi rovinando le risaie?
Quell'uomo era chiassoso e caciarone, in genere non mi dispiacevano le persone espansive come lui, però stava un po' esagerando. Tanto più che non riuscivo a cogliere del tutto il senso delle sue battute e che stava mettendo zizzania in una questione che mi interessava seriamente. Per fortuna l'altro uomo era ben più disposto a darmi una mano e lo interruppe nei suoi deliri pseudo-comici.
C'è poco da aiutare, dolcezza, ma se proprio vuoi parlarne potresti venire a casa mia...
L'ultimo commento mi infastidì abbastanza, ma feci finta di nulla e ignorai del tutto la sua proposta. Forse stava solo scherzando, ma non mi piacevano approcci del genere. Ancora una volta venne in mio soccorso il ragazzo magro, che tamponò l'insistenza del suo compagno.
Cenn, per favore!
Qualsiasi contadino sarebbe felice di essere aiutato, signorina. Forse potresti cominciare dalla fattoria dei Ku, in fondo alla valle. E se hai altre domande, chiedi pure a me.
Grazie mille. Non saprei, c'è qualcos'altro che dovrei sapere, secondo lei? Se non è così mi basta che mi indichi la strada per raggiungere questi signori Ku.
Avrei ascoltato con attenzione le parole dell'uomo e poi lo avrei ringraziato a dovere. Prima di mettermi in cammino, se non ci fossero state altre cose da chiedere, avrei sbirciato il suo nome con lo Shinigan. Era stato molto gentile, mi piaceva come persona.SPOILER (clicca per visualizzare)Shinigan (Occhio della morte)
Livello C
Tipo: Ninjutsu
Versione basilare di una tecnica segreta del clan Netsushi, che si tramanda di generazione in generazione e che permette di conoscere il vero nome delle persone. Si narra che anticamente essa fu insegnata al capofamiglia niente di meno che da uno Shinigami, un Dio della Morte. Si narra altresì che anticamente la tecnica fosse in grado di mostrare anche la data della morte delle persone, cosa che avrebbe causato la pazzia di più di un Netsushi, devastati dal conoscere il momento della morte dei propri cari.
Concentrando una piccola dose di chakra nell'occhio destro, si potrà vedere il vero nome di tutte le persone che entrano nel campo visivo dell'utilizzatore. I caratteri sono posizionati davanti al corpo, all'altezza dello stomaco. Questo nome è sempre quello dato alla nascita e non cambierà neanche modificandolo legalmente. Nel caso in cui la persona non abbia ricevuto un nome al momento della nascita, verrà considerato come vero nome quello che gli viene dato per la prima volta. Se una persona non ha mai ricevuto un nome comparirà semplicemente la scritta “nessun nome”.
Con la morte di una persona, sparisce anche il suo nome. Questo processo non è immediato, ma può prendere da un minuto fino a un giorno. Inoltra i cloni non sono riconosciuti come diversi dalle persone e quindi essi presentano il nome del loro creatore.
[Questa tecnica non richiede sigilli]
[Questa tecnica non può essere mantenuta attiva per più di tre turno di seguito]
Consumo: 10 a turno.. -
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Dag Coplin è il suo nome e ti risponde aggiungendo semplicemente che nonostante tutte le lamentele le creature non sembrano essere direttamente pericolose per i civili: paiono molto schive e non hanno mai reagito aggressivamente. Ti illustra poi l'ampio sentiero da seguire per raggiungere la fattoria dei Ku, situata in fondo ad una piana dal paesaggio monotono, tutto risaie e boschetti di bambù. Camminando senza fretta, il tragitto può essere percorso in meno di un'ora.
La fattoria è un classico insediamento composto da una grossa abitazione, un fienile e una minuta recinzione dove pascolano pacifiche alcune pecore bianche. I loro belati fanno un certo rumore, ma l'uomo che se ne sta occupando riesce a mantenere unito e placido il piccolo gregge. Pare essere l'unica presenza umana visibile a parte due individui sotto il porticato rialzato dell'abitazione. Stanno discutendo animatamente, ma prima che tu possa intuire attorno a cosa ruoti il loro litigio uno di loro prende e se ne va. Sembra avere un'aria decisamente contrariata, ma è forse un altro dettaglio particolare ad attirare la tua attenzione: l'uomo porta sul capo un coprifronte con incisa una nota musicale.. -
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Mi segnai mentalmente il nome dell'uomo, Dag Coplin, con l'intenzione di aggiungerlo al mio elenco una volta conclusa tutta quella storia. Prima di partire lui mi riferì un ultimo dettaglio, ovvero che le segnalazioni concordavano tutte sulla non aggressività delle creature in questione. Non sapevo bene come avrei potuto aiutare, ma l'idea che queste non volessero attaccare gli umani mi sollevò un po'. Seguii dunque le indicazioni fornitemi, mettendomi in cammino. In neanche un'ora di cammino raggiunsi un luogo che dava l'idea di essere quello giusto. Una grande casa colonica, un altro edificio che pareva essere un bel fienile e un piccolo pascolo delimitato soltanto da un basso steccato. Il silenzio, che mi aveva accompagnato lungo tutto il viaggio precedente, venne distrutto del tutto da una matassa di versi animali che si sovrapponevano l'un l'altro. Erano pecore, le riconobbi subito. Nonostante ci fosse un bel chiasso erano perfino ordinate, il gregge doveva essere tenuto da un professionista. E infatti quando mi avvicinai un po' di più vidi un pastore impegnato a mantenere il gruppo di animali compatto e calmo, con successo ovviamente. Poco più distante, sotto un porticato, c'erano altre due persone. Dopo poco mi accorsi che si trattava di un paio di uomini e dal loro gesticolare pareva che stessero litigando. Ad un certo punto, quando ancora ero abbastanza distante da loro, uno dei due si alzò dalla sua posizione, scuotendo il capo con aria polemica. Lo vidi che si avvicinava a me, anche se non sembrava avere minimamente intenzione di parlarmi. Rimasi un attimo a pensare, in dubbio se fosse il caso di fermarlo, però mi dissi che se fosse stato lui il padrone di quella fattoria non se ne sarebbe certo andato via in quel modo. Mi avvicinai dunque alla recinzione, facendo ovviamente attenzione a non farmi mordere da nessuna delle pecore, poi avrei attirato l'attenzione del pastore.
Scusi! Scusi, è lei il padrone della fattoria dei Ku? Posso parlarle un momento?
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Dopo qualche momento il pastore si accorge della tua presenza e ci mette ancora un breve lasso di tempo per comprendere il significato delle tue parole. Dopotutto le pecore fanno un gran casino. Alla fine, in ogni caso, capisce e ti fa cenno di no con la testa, indicandoti l'uomo sotto il portico.
Egli sta fumando una pipa e se gli rivolgi la parola si rivela piuttosto infastidito dalla tua presenza.
Che cosa vuoi, signorina?. -
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Il pastore ci mise un po' ad accorgersi dei miei richiami, ma alla fine si avvicinò e ascoltò ciò che avevo da dirgli. Non rispose a parole, fece un semplice cenno di no e poi mi indicò con una mano l'uomo di cui stavo chiedendo. Si trovava sotto la tettoia, era quello dei due che era rimasto nella sua posizione. Ringraziai con un inchino e poi mi diressi verso quest'ultimo. Pian piano che mi avvicinavo notai alcuni dettagli che prima mi era sfuggiti. Uno su tutti il coprifronte di Oto legato sul capo, cosa che mi mise un po' di preoccupazione addosso. Stava fumando una pipa e quando si accorse di me si dimostrò ben contrariato dal mio essere lì.
Che cosa vuoi, signorina?
Il tono lasciava trasparire tutto il fastidio possibile e mi metteva parecchio a disagio. Però ormai ero arrivata, tornare indietro aveva poco senso.
Buongiorno. Passavo da queste parti e ho sentito che ultimamente avete avuto problemi con degli strani animali. Volevo sapere se avete bisogno di aiuto.
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Buongiorno. Passavo da queste parti e ho sentito che ultimamente avete avuto problemi con degli strani animali. Volevo sapere se avete bisogno di aiuto.
L'uomo ti guarda in maniera sospettosa. Molto sospettosa. Vedendo le sue folte sopracciglia aggrottarsi e le mascelle distendersi per prender parola, è facile immaginare quanto potranno essere aggressive le sue successive parole.
Finalmente, cazzo!
Esplode in un urlo rabbioso, anche se non sembra che sia tu il bersaglio della sua furia.
Io l'ho detto a quegli stronzi del Villaggio, ma nessuno vuole darmi ascolto! Vieni con me.
Le grosse mani nodose ti fanno cenno di seguirlo sul retro e, una volta lì, ti mostra una vasta serie di risaie apparentemente intatte.
Guarda tu stessa! Quei... cosi stanno rovinando il mio raccolto, di questo passo non riusciremo a concludere decentemente nemmeno la stagione estiva! E nessuno vuol fare nulla! Inaccettabile, cazzo!
Per quanto tu possa concentrarti sui campi, non riesci a notare nessun difetto visibile: o il Signor Ku sta straparlando, oppure è necessario un occhio esperto per localizzare i danni.
Come pensi di darci una mano? Io non posso fare nulla se non rispondere ai tuoi dubbi.. -
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Lo sguardo indagatore dell'uomo mi turbò non poco. Mi chiesi se non avessi fatto male a fare l'impicciona e a provare ad aiutare persone che forse non volevano essere aiutate. Poi, un istante dopo, il padrone della fattoria proruppe in un grido scomposto, che mostrava gioia mista a rabbia. Per un attimo mi spaventò, ma poi capii che la mia offerta doveva essere stata apprezzata.
Io l'ho detto a quegli stronzi del Villaggio, ma nessuno vuole darmi ascolto! Vieni con me.
Capii che l'uomo che avevo intercettato poco prima doveva essere stato un ninja di cui aveva richiesto la collaborazione. Però fui stupita del rifiuto di quest'ultimo, sapevo che di solito gli shinobi erano tenuti ad aiutare i propri concittadini, quindi probabilmente doveva esserci un'altra spiegazione.
L'uomo mi fece strada e mi condusse in pochi istanti nella parte posteriore della abitazione, dove iniziavano i campi.
Guarda tu stessa! Quei... cosi stanno rovinando il mio raccolto, di questo passo non riusciremo a concludere decentemente nemmeno la stagione estiva! E nessuno vuol fare nulla! Inaccettabile, cazzo!
Mi chinai per avere una visuale più dettagliata, ma non riuscii a notare niente di fuori posto. Mi sembravano dei campi normali, come ne avevo visti altri. Però ero consapevole di potermi sbagliare. I miei avevano un piccolo appezzamento ed ero cresciuta vedendoli lavorare e dando una mano ogni tanto in piccole cose. Però erano passati più di quindici anni, avevo di sicuro perso l'occhio per quel tipo di cose. L'agricoltura è fatta spesso di equilibri sottili, bastava un piccolo sfasamento per creare danni sostanziali e magari invisibili per i profani come me.
Come pensi di darci una mano? Io non posso fare nulla se non rispondere ai tuoi dubbi.
Mi rimisi in piedi e scossi con una manata la polvere dalla mia gonna, il tutto mentre cercavo le parole migliori da pronunciare.
Non so come posso aiutarvi, speravo potesse dirmelo lei. Innanzitutto mi racconti cosa è successo nel dettaglio e mi spieghi bene quali sono i danni che ha subito. Scusi, purtroppo sono quasi vent'anni che non mi capita di lavorare ad un campo, ho perso l'occhio per un certo tipo di dettagli. Poi, una volta capita meglio la situazione, potremmo elaborare un piano d'azione di qualche tipo. Spero di riuscire ad aiutarvi, in un modo o nell'altro.. -
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Vent'anni? Pft. Non avrai nemmeno saputo camminare all'epoca.
Commenta l'uomo, scorbutico. Non ha nessun pregiudizio per la tua età, nonostante sia evidente che tu gli appaia molto più giovane; è solo semplicemente sorpreso. Si allontana un momento da te prima di rispondere e torna con un piccolo cesto di vimini il cui contenuto è coperto da un panno a quadretti sporco di terra.
Davanti a te hai la più grande risaia nel raggio di cinque chilometri. I Ku coltivano questa terra da oltre sei generazioni, con sudore della fronte e orgoglio nel cuore. Sono quasi due mesi, tuttavia, che alcune creature visitano i nostri campi durante la notte. Puoi notare dei punti in cui la terra è smossa e sborda in maniera evidente dall'acqua. È opera di quei... cosi. Vengono, distruggono le nostre piantagioni e se ne vanno. Abbiamo tentato di acciuffarli, ma sono veloci e sanno volare. La notte è molto buia, qui, e noi siamo soltanto in quattro... contadini, per giunta, noi non sappiamo combattere come i ninja, e quei cosi facevano un rumore orribile quando venivano scoperti... ultimamente, comunque, sembrano aver cambiato obiettivo. Si stanno dedicando al nostro nuovo campo, messo in piedi l'anno scorso, là in fondo a sinistra.
Indica un punto lontano, dove è possibile notare un boschetto ordinato. Subito dopo toglie il panno dalla cesta, rivelandone il contenuto: sono tutte mele, mangiucchiate perlopiù fino al midollo, in maniera chiaramente selvaggia e frettolosa. La dentatura sembra ipotizzare che, di qualunque creatura si stia parlando, possieda un muso allungato.
Tornano qui ogni tre notti, il prossimo saccheggio dovrebbe essere stasera. Nulla sembra farli desistere, non sappiamo più cosa fare.. -
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Vent'anni? Pft. Non avrai nemmeno saputo camminare all'epoca.
Ignorai il commento sprezzante dell'uomo, ormai ero abituata a che mi scambiassero per un'adolescente o poco più, nonostante non mi mancasse molto al compimento dei trent'anni. Purtroppo era qualcosa che non poteva essere evitata, per una ragazza con il fisico come il mio.
Davanti a te hai la più grande risaia nel raggio di cinque chilometri. I Ku coltivano questa terra da oltre sei generazioni, con sudore della fronte e orgoglio nel cuore. Sono quasi due mesi, tuttavia, che alcune creature visitano i nostri campi durante la notte. Puoi notare dei punti in cui la terra è smossa e sborda in maniera evidente dall'acqua. È opera di quei... cosi. Vengono, distruggono le nostre piantagioni e se ne vanno. Abbiamo tentato di acciuffarli, ma sono veloci e sanno volare. La notte è molto buia, qui, e noi siamo soltanto in quattro... contadini, per giunta, noi non sappiamo combattere come i ninja, e quei cosi facevano un rumore orribile quando venivano scoperti... ultimamente, comunque, sembrano aver cambiato obiettivo. Si stanno dedicando al nostro nuovo campo, messo in piedi l'anno scorso, là in fondo a sinistra.
Nonostante i modi un po' rudi sembravano persone perbene, era davvero orribile che il loro duro lavoro fosse rovinato in quella maniera. L'uomo mi mostrò anche il contenuto di un cestino, un gran numero di frutti tutti mangiucchiati in maniera vorace e imprecisa. La mia poca esperienza mi faceva ritenere più che probabile che i responsabili fossero dei cinghiali, anche se non avevo mai sentito di cinghiali alati e dubitavo che animali del genere potessero esistere per davvero.
Tornano qui ogni tre notti, il prossimo saccheggio dovrebbe essere stasera. Nulla sembra farli desistere, non sappiamo più cosa fare.
Sentirli così preoccupati mi fece aumentare il desiderio di aiutarli, anche se continuavo ad avere poche idee sul come farlo. Cercai di portare alla mente ricordi un po' lontani. C'era stato un tempo in cui avevo vissuto anche di caccia, per quanto poche volte e non con risultati così eccelsi. Potevo riciclare alcune delle tattiche base, sperando che funzionassero.
Ecco... potrei usare la Trasformazione e fingermi uno spaventapasseri o qualcosa del genere. Se si avvicinano a sufficienza credo di essere capace di catturarne uno. Oppure potrei creare tanti cloni e farli trasformare in alberi o qualcosa del genere, così forse ne riesco a prendere più di uno, se non tutti. Le sembra una buona idea? Può portarmi nel campo in questione?. -
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L'uomo ti rivolge un sorriso sorpreso e soddisfatto e ci aggiunge pure una sonora pacca sulla spalla.
Non ci capisco molto di robe da ninja, ma sembri sapere il fatto tuo. Sì, certo, ti mostrerò subito il campo.
Il frutteto in questione è un'area quadrata di 900 metri quadri e contiene una serie disordinata di alberi rigogliosi. L'uomo ti fa fare un rapido giro del posto e resta a disposizione per qualunque richiesta. Se ne va con il calare del sole.
Sono le due di notte quando finalmente qualcosa si muove. Senti un gran correre nel frutteto e il suono di alcuni scoppi soffocati, mentre una decina di sagome tozze inizia a razziare la frutta caduta sul terreno.. -
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L'uomo mi fece quasi capitombolare con una pacca amichevole sulla spalla. Risposi al suo sorriso con uno identico e ascoltai le sue parole.
Non ci capisco molto di robe da ninja, ma sembri sapere il fatto tuo. Sì, certo, ti mostrerò subito il campo.
Annuii e seguii l'uomo. Speravo di essere all'altezza delle sue aspettative e di risolvere il problema, ma non ero molto sicura di ciò. Lui mi condusse in un bel frutteto, dalle dimensioni non indifferenti. Per tenerlo sotto controllo tutto avrei avuto bisogno dell'intervento dei cloni, non potevo fare altrimenti. Chiesi all'uomo di darmi una mano con la mimetizzazione, avevo bisogno che lui verificasse che fosse efficace. Feci un sigillo e creai un clone identico a me, poi ripetei l'operazione altre quattro volte. Avevo dato a ciascuna copia un po' di chakra, il minimo possibile.
Sistemerò ciascuno di loro in uno dei quattro angoli della proprietà, non al limitare. Se mi può aiutare a trovare la giusta posizione, poi userò la trasformazione e tenterò di mimetizzarmi.
Avrei cercato di farmi aiutare dall'uomo, del resto doveva solo cercare insieme a me un punto adatto all'appostamento dei cloni. Una volta trovato questo, avrei fatto arrampicare il primo NichiBunshin su uno degli alberi del frutteto. Lassù avrebbe eseguito la Trasformazione, mutando la propria forma in quella di un grande ramo. Mi sarei fatta aiutare a capire se quel sotterfugio poteva funzionare, se poteva sembrare credibile ad un animale affamato. Se così fosse stato avrei replicato la cosa per tutti e quattro i cloni e infine anche per me, che mi sarei posizionata all'incirca al centro del frutteto. Tutte e cinque le versioni di me avrebbero atteso il calare del sole, sedute nella loro postazione. Quando sarebbe arrivato il momento prescelto chiunque avesse sentito qualcosa di sospetto aveva l'ordine, fornito preventivamente, mentre eravamo tutte insieme, di tentare di capire chi fosse l'intruso. Se questi suoni fossero stati non troppo lontani da noi avremmo provato per prima cosa a utilizzare le Maikohoshi, cercando di dirigerle attorno alla fonte dei rumori. Non sapevo se una cosa del genere poteva funzionare, non avevo mai indagato le loro proprietà di illuminazione nel buio notturno. Speravo che bastassero per farmi capire chi fosse l'invasore, altrimenti avrei dovuto tentare qualcosa di diverso.SPOILER (clicca per visualizzare)
Shakuton: NichiBunshin (Arte della Vampa: Clone del Sole)
Livello B
Evoluzione degli Hino Bunshin. I cloni creati da questa tecnica tecnica saranno senzienti, autonomi e dotati di tutti i sensi. Queste copie nascono a partire da una sfera di puro chakra Shakuton, da cui si formerà prima la testa e poi il resto del corpo dei bunshin. Sarà possibile utilizzare come materiale anche una delle sfere di Vapore Assassino, riconvertite grazie ad una spesa di chakra adatta.
Le copie sono in grado di sopravvivere a ferite lievi, ma spariscono in seguito a danni moderati. I cloni hanno una temperatura corporea più elevata di circa 10 gradi rispetto alle persone normali e inoltre l'utilizzatore può scegliere di apportare loro qualche modifica estetica con un costo aggiuntivo. In particolare si può rendere il loro aspetto diverso da quello dell'utilizzatore, anche se sarà impossibile essere troppo precisi con i dettagli al punto da replicare un'altra persona. Sarà inoltre possibile modificare anche la voce dei cloni, sia a livello di timbro vocalico che di range di note coperte. Infine, con un'ulteriore spesa energetica, sarà possibile rendere le copie luminose (risulteranno colorate di un rosso acceso).
[Sigilli: 5]
[Tipologia: Superiori]
[I cloni hanno statistiche pari al 60% di quelle dell'utilizzatore, ma hanno un bonus di 10 punti all'Agilità (aggiunto dopo il calcolo)]
[La copia possiede gli stessi oggetti dell'utilizzatore, ma la loro resistenza sarà il 50% di quella originale]
[I cloni possono essere creati ad un massimo di 5 metri di distanza, ma questo limite viene meno se viene riconvertita una sfera presente già in precedenza in campo, allargandolo al raggio di controllo su queste altre tecniche]
[I cloni conoscono tutte le jutsu dell'utilizzatore]
[Le modifiche di aspetto dei cloni non avranno effetto sul loro carattere.]
[Questi cloni rimangono attivi al massimo 24 ore, dopo le quali spariscono automaticamente senza ridare indietro il chakra all'utilizzatore]
[Se un NichiBunshin termina il chakra a propria disposizione, scomparirà immediatamente]
[I NichiBunshin non possono eseguire a loro volta questa tecnica]
[L'utilizzatore può decidere di dotare queste copie di chakra, da 10 a 80 unità.]
[L'utilizzatore può riassorbire i cloni per recuperare il chakra di cui li ha dotati.]
Consumo: 30 a copia
Consumo per riconvertire una sfera di Vapore Assassino: 15
Consumo per il cambio di aspetto: 2 a copia
Consumo per il cambio di voce: 2 a copia
Consumo per rendere la copia luminosa: 6 a copia
Tecnica della Trasformazione (Henge no Jutsu)
Tipo: Ninjutsu
Una delle tre tecniche che ogni ninja impara durante il suo corso accademico; con questa tecnica si cambia il proprio aspetto, prendendo le sembianze di un altro essere vivente od oggetto.
[Si possono copiare le sembianze di corpi non più piccoli di 1/3 del proprio e non più grandi dei 4/3]
[Non possono essere in alcun modo alterate le statistiche del ninja utilizzando questa tecnica (quindi, per esempio, anche se ci si trasforma in un metallo non si sarà duri come il ferro, eccetera)]
[Sigilli: 1]
Consumo: 5
Shakuton: Maikohoshi (Arte della Vampa: Piccola Stella Danzante)
Livello C
Tipo: Hijutsu
Variante della tecnica basilare dell'innata Shakuton, che crea delle sfere piccole, estremamente luminose, dense e veloci. Esse hanno raggio di 3 centimetri e una velocità maggiore rispetto a quella dell'utilizzatore di 15. A differenza delle altre tecniche derivate dalla Vampa, non sono in grado di far evaporare mai l'acqua, neanche quella naturale. In compenso sono in grado di provocare piccole ustioni a contatto e svaniscono non appena toccano qualsiasi oggetto.
[Sigilli: 1]
[Il numero massimo di Piccoli Stelle Danzanti controllabili contemporaneamente è 5 per ogni livello di innata sbloccato]
[Il raggio massimo di manipolazione di questa tecnica è di 5 metri per ogni livello di innata sbloccato]
[Le sfere hanno Forza pari a 1]
Consumo: 5 (per sfera) a turnoSPOILER (clicca per visualizzare)SPOILER (clicca per visualizzare)Statistiche Copie
Forza 10
Resistenza 13
Velocità 16
Agilità 29+10
Precisione 13
Riflessi 18
Chakra: 9/10
-1: Trasformazione. -
.
Undici bestiole scorrazzano all'interno del frutteto, grufolando in cerca di qualche mela caduta. I loro corpi sono tozzi e il loro odore non è dei migliori, ma sembrano mansueti per il momento. Sparsi per il bosco, richiedono l'intervento di tutte le tue copie, che iniziano a produrre le stelline di Vampa. Le creature sono distratte dalla ricerca di cibo, perciò non si accorgono subito delle lucciole che svolazzano loro attorno. Questo ti da il tempo di osservarli bene: si tratta di grassi maiali setolosi, dal pelo irsuto e provvisti di ali. Quando finalmente prendono coscienza delle Maikohoshi, le osservano con sincera curiosità, annusandole sorpresi.
Proprio in quel momento, tre altri maiali, leggermente più grossi dei precedenti, si palesano al confine con il frutteto, in tre punti diversi. Iniziano a fiutare l'aria con insistenza e bastano loro un paio di secondi per percepire odore di umani. Un grugnito acuto e spaventoso rompe il silenzio invadendo la valle, un rumore che viene passato di maiale in maiale e che presto echeggia nel raggio di chilometri. Segue un fuggi fuggi generale, frenetico e disordinato, e non appena i maiali raggiungono il limitare del frutteto spiccano il volo.
Sempre che ci riescano, naturalmente.CITAZIONECi sono 11 Konbeya e 3 Momohiro in fuga..
All animals are equal, but some more than othersAllenamento Evocazione Maiali Volanti per Aiko Netsushi |
