Al chiaro di luna

Aiko e Yuya

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    OASIS



    Dopo la lunga esperienza lavorativa a Suna, era già il momento di ripartire per il mio viaggio. Visti i problemi che avevo riscontrato nell'andata, decisi di accodarmi ad una piccola carovana di mercanti, in maniera da non destare i sospetti di ninja troppo zelanti. Non avevo niente da nascondere, ma in tempo di guerra e diffidenza la stessa esistenza di uno spirito libero come me era pericolosa, mi era parso di capire.
    In una giornata soltanto riuscimmo a percorrere gran parte del deserto e ad arrivare nel tardo pomeriggio ad una piccola oasi che si trovava quasi al confine con il Paese degli Uccelli. Da lì i mercanti avrebbero preso una strada diversa dalla mia, visto che erano diretti ad Ame, però ero convinta di potermela cavare nel breve tratto che mi separava dal confine della della nazione. Una volta superato questo sarei stata al sicuro, pensai, mi pareva di aver capito che il paese che mi attendeva al di là non era di stampo militarista come quello in cui mi trovavo in quel momento.
    Fui stupita dal clima mite che trovai nell'oasi e dall'ospitalità degli abitanti. Uno di essi, il proprietario di un piccolo ristorante, si offrì di spiegarmi tutto quello che c'era da sapere su quel posto. Quella in cui mi trovavo ora era una sorta di sub-oasi, mentre la zona più ampia si chiamava Dakhla e si stagliava su circa duemila chilometri quadrati. Il mio sbalordimento aumentò quando scoprii che quel posto, come in generale tutte le oasi, era quasi del tutto artificiale. Nel tempo era diventato uno snodo fondamentale per i commercianti e i viaggiatori in generale, aveva una storia antichissima. Gli uomini sanno sempre come adattarsi al meglio, anche quando hanno a che fare con una natura inclemente.
    Dopo aver consumato una cena frugale con loro, dovetti salutare i mercanti che avevano viaggiato con me. Erano stati molto gentili, era stato uno di loro, che avevo conosciuto per caso durante il mio soggiorno a Suna, a offrirmi la possibilità di accompagnarli. Prima di separarci, proprio lui mi chiese se avremmo potuto rivederci, presto o tardi. Eravamo sempre in movimento entrambi, prima o poi sarebbe successo, ne ero sicura.
    Quando furono andati via, decisi di non seguire il loro esempio e di aspettare la mattina prima di ripartire, per evitare di sembrare sospetta. Presi una camera in una delle locande, che era semi-vuota, poi uscii un po' all'aria aperta. Era ancora presto per andare a dormire e c'era qualcosa che volevo fare, ma che richiedeva un po' di distanza da possibili disturbatori o disturbati. Mi allontanai di qualche centinaia di metri e mi misi in una zona a lato di una strada, su cui al momento non pareva esserci nessuno. Erano passate le otto, non avrei dovuto dare fastidio in quella posizione, vicina ad una palma e ad un piccolo specchio d'acqua, ma lontana dai centri abitati della zona. Nonostante l'ora, la luna era già alta nel cielo, luminosa e bellissima. Avrei voluto dedicare al nostro satellite quella sonata famosissima, ma essa era stata scritta per pianoforte da un compositore famosissimo del passato e non ero stata in grado di arrangiarne una versione per violino, né di procurarmi un pianoforte personale, come avrei desiderato. Costava troppo per me, difficilmente sarei mai riuscita ad averne uno tutto mio.
    Estrassi il violino dal mio rotolo orchestrale e poi feci i sigilli necessari alla creazione di un Clone Ardente. A questi avevo dato l'aspetto di un giovane, senza particolari segni di riconoscimento. Dopo aver accordato insieme gli strumenti, iniziammo a suonare. Dovevo esercitarmi un po', durante il periodo a Suna avevo avuto pochissime occasioni di farlo. Il mio obiettivo principale era perfezionare quel pezzo che avevo composto in memoria di Ichiro e del tempo passato con lui. Era una breve sonata, in cui concentravo la malinconia, il rimpianto e quel misto di sentimenti su cui non ero ancora riuscita a fare chiarezza del tutto. Era in pratica il primo pezzo che scrivevo e mi era uscito quasi da solo, in maniera naturale. Però, se nella mia testa l'obiettivo era evidente, diverso era il risultato che continuavo ad ottenere. Non ero soddisfatta, motivo per cui ogni volta cercavo di migliorare l'esecuzione, per avvicinarmi sempre di più al mio ideale. Una volta terminato il primo tentativo, partii di nuovo, cercando di migliorare la coordinazione tra me e il mio clone, a cui avevo demandato l'accompagnamento alla melodia principale. Era difficile concentrarsi in maniera consistente sia sulla mia esecuzione che su quella del clone, ma con la giusta determinazione sapevo di potercela fare.
    Ancora una volta...


    Chakra: 152/160
    -8: Clone ardente (con modifica di aspetto)

    --evocare migliorato: estrarre qualsiasi tipo di oggetto da un rotolo non costa chakra (a meno che non sia specificato diversamente).

    Rotolo orchestrale
    Rotolo in vari formati, al cui interno possono essere immagazzinati solo strumenti musicali. Gli strumenti di dimensioni piccole (es. armoniche, flauti piccoli, triangoli) occupano una slot, quelli di dimensioni medie (es. violini, chitarre, ottoni) cinque, quelli di dimensioni grandi (es. violoncelli, pianoforti, clavicembali) dieci. Il consumo di evocazione è pari al numero di slot occupate per 2.
    -Da polso: rotolo piccolo, che dispone di 5 slot. Costo: 1 rotolo vuoto piccolo + 10 ryo
    -Minore: rotolo medio, che dispone di 10 slot. Costo: 1 rotolo vuoto medio + 20 ryo
    -Maggiore: rotolo grande, che dispone di 20 slot. Costo: 1 rotolo vuoto grande + 40 ryo

    --Attivazione delle tecniche: 3
    --Mantenimenti: nessun bonus
    --Abilità: nessun bonus

    Shakuton: Hinobunshin (Arte della Vampa: Clone Ardente)
    Livello C
    Tecnica che unisce l'utilità all'estetica, dando un'ampia gamma di utilizzi alla sua creatrice. Dopo i sigilli viene concentrato il chakra dell'elemento Shakuton, dando vita a dei cloni corporei privi di chakra proprio. Questi sono un po' più leggeri rispetto all'originale, fatto che ne migliora l'Agilità, hanno una temperatura più elevata di qualche grado rispetto alle persone normali e inoltre l'utilizzatore può scegliere di apportare loro qualche modifica estetica con un costo aggiuntivo. In particolare si può rendere il loro aspetto diverso da quello dell'utilizzatore, anche se sarà impossibile essere troppo precisi con i dettagli al punto da replicare un'altra persona. Inoltre sarà possibile modificare anche la voce dei cloni, sia a livello di timbro vocalico che di range di note coperte (più qualitativamente che quantitativamente). Infine, con un'ulteriore spesa energetica, sarà possibile rendere le copie luminose (risulteranno colorate di un rosso acceso).
    [Sigilli: 3]
    [Tipologia: Fisici]
    [I cloni hanno statistiche pari al 50% di quelle dell'utilizzatore, ma hanno un bonus di 5 punti all'Agilità (aggiunto dopo il calcolo)]
    [Le copie svaniscono se ferite in maniera Lieve]
    [Possono essere generate copie fino a una distanza massima di 5 metri]
    [La copia possiede gli stessi oggetti dell'utilizzatore, ma la loro resistenza sarà il 40% di quella originale]
    Consumo: 10 a copia
    Consumo per il cambio di aspetto: 1 a copia
    Consumo per il cambio di voce: 1 a copia
    Consumo per rendere la copia luminosa: 3 a copia
     
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    Per un Paese come quello del Vento, ecosistemi come le oasi erano di essenziale importanza: esse fornivano ai villaggi più lontani dal centro principale di Suna la possibilità di sopravvivere in maniera relativamente indipendente dalla capitale. Esse erano la fonte principale di acqua, ombra e di vari tipi di erbe aromatiche e medicinali: fondamentali per chi avesse avuto urgenza di questi materiali e si trovasse a giorni di cammino dal più vicino centro abitato provvisto di serre. Per questo ed altri motivi, la Sabbia mandava periodicamente i ninja più inesperti ad eseguire controlli di routine per assicurarsi che non sopraggiungesse qualche fattore di rischio ambientale all'interno delle sparute aree verdi del deserto. Yuya, ormai alla sua seconda esperienza di ecopaladina, aveva ricevuto proprio uno di quegli incarichi, e perciò si trovava in una delle oasi satellite della più imponente Dakhla. Pareva che quel bioma fosse uno dei più ispezionati del Paese, tant'è che Marai stesso (col patrimonio del Villaggio, si intende) finanziava una piccola struttura nel grumo di case affinché tenesse sempre tre o quattro stanze libere per i suoi shinobi. L'area da tenere sotto controllo d'altronde era molto estesa e non sarebbe bastato il lavoro di un singolo per stilare un rapporto soddisfacente.
    Dopo una lunga giornata passata ad elencare piante e piccoli insetti della zona sud-occidentale dell'oasi, Yuya tentava senza successo di dormire nella locanda. Aveva provato di tutto per riuscire a chiudere gli occhi e riposarsi: contare le pecore, leggere un libro, bere un infuso di una radice dagli effetti calmanti... niente. Quella notte l'avrebbe passata in bianco, poco ma sicuro. Meglio non passarla in un letto, allora. Si legò il coprifronte sotto la frangia di capelli rossi e si mise addosso una maglia di lino dalle lunghe maniche nere, abbinata ad un paio di pantaloni lunghi e larghi, stretti sulla caviglia da un elastico interno al tessuto. Non era una persona avvezza alle passeggiate notturne, ma il paesaggio insolito per lei che non era uscita dai limiti del Villaggio per anni la spronava a voler vedere di più di quel piccolo angolo di mondo. Prese con sé anche Byōkimasuku, fedelmente allacciata sulle spalle: se mai le fosse venuto in mente di uscire dai confini del villaggio, preferiva avere una protezione in più da animali selvatici e banditi.
    Iniziò dunque il suo silenzioso vagare nella notte del solitario deserto: al villaggio le prime luci cominciavano a spegnersi, sebbene non fosse così tardi. Uscì dai confini del paesino e si diresse verso l'infinito ed indefinito orizzonte, senza una meta precisa in mente. Un punto di arrivo si manifestò quando udì in lontananza delle note. Erano dei suoni troppo armoniosi e complessi perché si potesse trattare di rumori casuali della natura, perciò decise di avvicinarsi, incuriosita.
    Sotto una piccola palma, affacciati su uno specchio d'acqua di ridotte dimensioni, vi erano due giovani intenti a suonare una musica dolcissima. Yuya ascoltò per intero tutta la composizione e, quando i due interruppero la produzione melodica, non riuscì a trattenersi dal complimentarsi.
    Perdonate l'interruzione.
    Annunciò, inchinandosi profondamente dopo aver raggiunto cinque metri di distanza dai due, alle loro spalle.
    Non ho potuto fare a meno di udire la vostra musica e ho sentito il bisogno di complimentarmi con voi. Siete davvero talentuosi.
     
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    PRESENTAZIONI



    Perdonate l'interruzione.
    Dopo la seconda ripetizione ce ne fu una terza, ma non potei dedicarmi al quarto tentativo, perché qualcuno irruppe sulla scena. Non mi ero accorta della sua presenza finché non si fece avanti da sola, mi stupii della mia disattenzione. Quando mi concentravo per suonare suonare spesso era come se mi escludessi dal resto del mondo.
    Non ho potuto fare a meno di udire la vostra musica e ho sentito il bisogno di complimentarmi con voi. Siete davvero talentuosi.
    La nuova arrivata era una ragazza giovane e magra, aveva dei lunghi capelli rossi e degli splendidi occhi verdi. Sul coprifronte che indossava era vergato il segno di riconoscimento del suo villaggio, Suna. Rimasi stupita dalle sue parole, non me le aspettavo di certo, motivo per cui impiegai qualche secondo per trovare le giuste parole per rispondere.
    Ah, scusi. Era solo una prova, n-non era ancora perfetta. L'esecuzione era ancora piena di imprecisioni. Però la ringrazio per i complimenti, sono contenta che le sia piaciuta.
    Eseguii un piccolo inchino rispettoso alla ragazza, poi mi resi conto che lei aveva usato il plurale, probabilmente non aveva capito la reale natura del mio accompagnatore.
    Lui è solo un mio clone, non si preoccupi. L-li uso per suonare, per poter fare da sola pezzi a due o più voci.
    A metà frase mi ero ricordata delle parole del ninja che avevo incontrato nel deserto, quasi un mese fa, rendendomi conto che agli occhi di qualcuno sarei potuta sembrare sospetta visto che sapevo usare una tecnica del genere. Cercai di cambiare subito argomento, sperando che la nuova arrivata non condividesse le preoccupazioni di altri.
    Io mi chiamo Aiko Netsushi, sono una musicista in viaggio, lei? Posso chiedere il suo nome?
     
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    La violinista fu la prima a voltarsi, rivelando due occhi rossi che si accesero al chiaro di luna. Yuya rimase per un poco affascinata da quell'insolita cromaticità delle iridi, ma tornò quasi immediatamente ad analizzare quella che sembrava essere una sua coetanea. Prima si soffermò sui capelli di mogano, poi lasciò cadere lo sguardo sui lineamenti delicati.
    Ah, scusi. Era solo una prova, n-non era ancora perfetta. L'esecuzione era ancora piena di imprecisioni. Però la ringrazio per i complimenti, sono contenta che le sia piaciuta.
    Riteneva l'umiltà una qualità rara per i tempi in cui si trovavano, persino Yuya non poteva ammettere di possederne la giusta quantità, ma quella ragazza aveva dimostrato una sincera stima di sé che lasciava trasparire una sorta di piccola insicurezza. Eppure, la prima volta che l'aveva guardata negli occhi, le era parso di intravedere un fuoco acceso.
    Lui è solo un mio clone, non si preoccupi. L-li uso per suonare, per poter fare da sola pezzi a due o più voci.
    Lanciò un'occhiata all'altro musicista, senza mostrare particolari espressioni a riguardo ma attivando mentalmente lo stato di allerta. Sebbene infatti la violinista non portasse alcun coprifronte visibile, il fatto che sapesse usare tecniche ninja l'aveva resa improvvisamente una minaccia. Era facile ingannare con l'aspetto e i modi di fare: anche Walter le era sembrato un uomo gentile ed innocuo... invece era una Forza Portante che aveva deciso di tradire il Villaggio e andare contro al mondo intero.
    Io mi chiamo Aiko Netsushi, sono una musicista in viaggio, lei? Posso chiedere il suo nome?
    Mai nella vita avrebbe rischiato di lasciare un'informazione così importante ad una sconosciuta, soprattutto senza conoscere il suo reale grado di pericolosità. Certo, non aveva intenzione di caricarla a testa bassa o maltrattarla solamente sulla base di quelle informazioni; d'altronde poteva avere mille e più motivi per conoscere una semplice Moltiplicazione. Tuttavia, si sarebbe assicurata di non lasciar trasparire nessun tipo di nozione che avrebbe potuto metterla in posizione di svantaggio, ora o in futuro.
    Julia. Il mio nome è Julia Kaguya. Molto piacere.
    Disse, impassibile, guardando dritto negli occhi la sua interlocutrice. A volte la piattezza emotiva insegnatale dal clan le tornava piuttosto comoda. Fece a sua volta un piccolo inchino, per presentarsi, dopodiché diede ancora un paio di occhiate ai due musicanti di Brema.
    Perdoni la mia indiscrezione, Signorina Netsushi. Posso chiederle dove ha imparato le arti ninja?
     
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    CONFESSIONI DI UNA MENTE NON PERICOLOSA



    Julia. Il mio nome è Julia Kaguya. Molto piacere.
    La suniana aveva fissato per qualche istante il clone, senza cambiare per niente espressione. Questo fatto e a maggior ragione la domanda che ne era seguita, mi avevano fatto sorgere un dubbio improvviso.
    Perdoni la mia indiscrezione, Signorina Netsushi. Posso chiederle dove ha imparato le arti ninja?
    Quasi di istinto attivai l'Occhio della Morte, per verificare una mia teoria, che si rivelò corretta. Il nome che mi aveva dato era falso e questo pareva il segno evidente di quanto lei non si fidasse di me, cosa che mi demoralizzò non poco. Se non altro, rispetto al ninja di Ame, lei aveva modi più cortesi, anche se dietro una formula addolcita sembravano celarsi gli stessi dubbi del suo collega. La mia espressione probabilmente palesava in maniera chiara quali erano i sentimenti che provavo al riguardo. Tristezza, delusione e un po' di paura.
    Anche tu pensi che io sia sospetta, vero?
    Mi lasciai sfuggire quella frase sottovoce, ma non diedi tempo alla mia interlocutrice di rispondere. Non volevo indispettirla, in realtà avrei dovuto trattenermi ed evitare del tutto di lamentarmi. Cercai di riprendere subito il dovuto contegno e mi dedicai a tentare di chiarire i dubbi della kunoichi.
    I miei genitori erano ex ninja di Oto che erano scappati nel Paese degli Orsi. Da piccola proprio loro mi avevano insegnato le basi. Poi l'anno scorso mio zio, ex ninja in pensione, mi ha aiutato a sbloccare la mia innata. E qualcosina l'ho imparata da sola. Ma so solo cose di livello bassissimo. Sa, sono sempre in viaggio e una donna da sola deve pur sapersi difendere un pochino. Essere inermi può avere un prezzo molto alto per noi. Però non sono pericolosa e non ho intenzioni strane... voglio solo suonare...
    Il tono di voce era basso, quasi umiliato. Essere costretta ogni volta a giustificare le mie scelte di vita era degradante. Era il segnale di quanto il mondo fosse distante dai miei ideali. Però lo sguardo era sincero e cercai di fissare negli occhi la donna di Suna, per farle capire che non mentivo. Era importante.


    Shinigan (Occhio della morte)
    Livello C
    Tipo: Ninjutsu
    Versione basilare di una tecnica segreta del clan Netsushi, che si tramanda di generazione in generazione e che permette di conoscere il vero nome delle persone. Si narra che anticamente essa fu insegnata al capofamiglia niente di meno che da uno Shinigami, un Dio della Morte. Si narra altresì che anticamente la tecnica fosse in grado di mostrare anche la data della morte delle persone, cosa che avrebbe causato la pazzia di più di un Netsushi, devastati dal conoscere il momento della morte dei propri cari.
    Concentrando una piccola dose di chakra nell'occhio destro, si potrà vedere il vero nome di tutte le persone che entrano nel campo visivo dell'utilizzatore. I caratteri sono posizionati davanti al corpo, all'altezza dello stomaco. Questo nome è sempre quello dato alla nascita e non cambierà neanche modificandolo legalmente. Nel caso in cui la persona non abbia ricevuto un nome al momento della nascita, verrà considerato come vero nome quello che gli viene dato per la prima volta. Se una persona non ha mai ricevuto un nome comparirà semplicemente la scritta “nessun nome”.
    Con la morte di una persona, sparisce anche il suo nome. Questo processo non è immediato, ma può prendere da un minuto fino a un giorno. Inoltra i cloni non sono riconosciuti come diversi dalle persone e quindi essi presentano il nome del loro creatore.
    [Questa tecnica non richiede sigilli]
    [Questa tecnica non può essere mantenuta attiva per più di tre turno di seguito]
    Consumo: 10 a turno.


    Edit: modificato il post con il permesso di utino, per correggere almeno in parte il mio errore di interpretazione. E già che c'ero ho aggiunto nel primo spoiler la tecnica utilizzata.

    Chakra: 145/160
    -8: Clone ardente (con modifica di aspetto)
    -7: Occhio della Morte


    Edited by GIIJlio - 12/9/2016, 21:45
     
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    Una piccola precisazione, perché più che giustamente magari non ti sei letto/riletto la scheda di Yuya o magari ti è passato di mente e io, ahimè, ho la mia parte di colpe nel preferire non specificarlo sempre, per non rendere ogni post ridondante e pesante.
    Yuya è inespressiva. Nella voce e nel linguaggio del corpo. Sempre. Quindi non ha mai cambiato espressione, era totalmente impassibile già nel momento in cui si complimentava con Aiko per il pezzo.


    Aiko bisbigliò qualcosa che la Suniana non riuscì a cogliere appieno, decorando il tutto con un'espressione da cane bastonato. Non ebbe la possibilità di chiederle una ripetizione, comunque, poiché lei aveva immediatamente alzato il tono della voce rispondendo alla sua domanda.
    I miei genitori erano ex ninja di Oto che erano scappati nel Paese degli Orsi. Da piccola proprio loro mi avevano insegnato le basi. Poi l'anno scorso mio zio, ex ninja in pensione, mi ha aiutato a sbloccare la mia innata. E qualcosina l'ho imparata da sola. Ma so solo cose di livello bassissimo. Sa, sono sempre in viaggio e una donna da sola deve pur sapersi difendere un pochino. Essere inermi può avere un prezzo molto alto per noi. Però non sono pericolosa e non ho intenzioni strane... voglio solo suonare...
    Guardò di nuovo il clone. Poi lei, la violinista. Era certa che non stesse mentendo e la vocina nel suo cervello che punzecchiava i centri dell'allerta tornò a sedere permettendole di rilassarsi. Quella ragazza non era una shinobi e non aveva nessuna intenzione ostile, era chiaro come il sole. Si avvicinò di un altro paio di passi, il viso imperscrutabile come sempre.
    Non nutro sospetti nei suoi confronti, solo pura curiosità. Come avrà ormai capito, tuttavia, sono un militare al servizio del mio Villaggio e del mio Paese e come tale devo assicurarmi che esso e i suoi abitanti non siano sottoposti a rischi, che di questi tempi è cosa assai difficile. Comprende le mie motivazioni, vero?
    Se ne stette zitta un secondo, ma non aspettava una vera e propria risposta. Si portò istintivamente una mano sul petto, rivolgendosi con la voce più calda ed umana di cui fosse capace (e ottenendo, agli occhi del mondo esterno, un pessimo risultato: il suo tono cambiò in maniera pressoché impercettibile).
    Signorina Netsushi, lasci che le dia un consiglio. Sarebbe stata sufficiente una risposta molto più vaga a soddisfare la mia domanda. In questo mondo le informazioni sono più taglienti della lama di una spada e non è saggio svelare più del dovuto a degli sconosciuti. Risponda il minimo indispensabile. Non parli di sé, non condivida la sua storia, i suoi pensieri, le sue emozioni. Siamo delle farfalle che svolazzano tra migliaia di tele di ragno: non dia agli altri la possibilità di usare la sua vita contro di lei.
    Avrebbe lasciato spazio alla ragazza per riflettere sulle sue parole e per ribattere, se avesse voluto. Non sapeva di essersi, da un certo punto di vista, anche giustificata per quella sua piccola bugia raccontata poco prima. Dopo il silenzio più totale, si sarebbe mossa in direzione del clone, sedendosi a gambe incrociate ad un paio di metri da lui.
    Ha detto di voler suonare, giusto? Se possibile, io vorrei ascoltare.
     
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    Non nutro sospetti nei suoi confronti, solo pura curiosità. Come avrà ormai capito, tuttavia, sono un militare al servizio del mio Villaggio e del mio Paese e come tale devo assicurarmi che esso e i suoi abitanti non siano sottoposti a rischi, che di questi tempi è cosa assai difficile. Comprende le mie motivazioni, vero?
    Annuii soltanto. Quelle parole mi avevano calmata molto, anche se mi dispiaceva comunque che i ninja fossero costretti sempre a essere così sospettosi. La guerra aveva lasciato segni più che evidenti sul loro comportamento generale, prima non erano così eternamente preoccupati.
    La donna si avvicinò di qualche passo e si portò una mano al petto, prima di iniziare a parlare. Sembrava come se volesse provare a empatizzare senza troppo successo, ma visti i precedenti mi venne anche il dubbio che si trattasse di una messinscena poco riuscita.
    Signorina Netsushi, lasci che le dia un consiglio. Sarebbe stata sufficiente una risposta molto più vaga a soddisfare la mia domanda. In questo mondo le informazioni sono più taglienti della lama di una spada e non è saggio svelare più del dovuto a degli sconosciuti. Risponda il minimo indispensabile. Non parli di sé, non condivida la sua storia, i suoi pensieri, le sue emozioni. Siamo delle farfalle che svolazzano tra migliaia di tele di ragno: non dia agli altri la possibilità di usare la sua vita contro di lei.
    In qualche modo fui contenta che l'argomento venisse fuori in maniera esplicita. La guardai fissa negli occhi e mi sembrò di poter affermare senza mezzi termini che il suo intento era sincero. Ma era un consiglio che non volevo e non potevo seguire.
    La ringrazio, però... forse penserà che sono una stupida o un'illusa, ma a me nonostante tutto le persone piacciono davvero. Mi piace ascoltare le loro storie, visitare posti nuovi e conoscere usanze e mentalità diverse. Magari non sempre, ma a volte si fanno scoperte molto interessanti e piacevoli. E per farlo bisogna mettersi in gioco, condividere. Celare cose o addirittura mentire... non è da me, cerco sempre di evitarlo. Capisco il vostro punto di vista, i vostri doveri, però... io non ho niente da nascondere e neanche desidero farlo. Non credo che gli altri possano usare la mia vita contro di me. In fondo l'unica cosa che possiedo è la libertà.
    Ero stata forse troppo enfatica, ma speravo che capisse quello che stavo cercando di dirle. Per me era importante, era come se stessi cercando una qualche forma di approvazione, proprio perché stavo parlando con una persona come lei. La sua risposta poteva farmi capire se davvero c'era un posto in questo nuovo mondo per degli ideali come i miei.


    Una volta che quella parte di discorso fu terminata, la ragazza si allontanò di qualche passo e si sedette a terra. Non capii quali fossero le sue intenzioni fino a quando non le esplicitò a voce.
    Ha detto di voler suonare, giusto? Se possibile, io vorrei ascoltare.
    Eh? Ah, beh, certo. Mi fa sempre piacere se qualcuno mi ascolta. Ha qualche richiesta o preferenza?
     
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    La ringrazio, però... forse penserà che sono una stupida o un'illusa, ma a me nonostante tutto le persone piacciono davvero. Mi piace ascoltare le loro storie, visitare posti nuovi e conoscere usanze e mentalità diverse. Magari non sempre, ma a volte si fanno scoperte molto interessanti e piacevoli. E per farlo bisogna mettersi in gioco, condividere. Celare cose o addirittura mentire... non è da me, cerco sempre di evitarlo. Capisco il vostro punto di vista, i vostri doveri, però... io non ho niente da nascondere e neanche desidero farlo. Non credo che gli altri possano usare la mia vita contro di me. In fondo l'unica cosa che possiedo è la libertà.
    Come poteva esistere una persona del genere? Era così candida e sincera, eppure così brillante e risoluta. Aiko non sembrava minimamente intaccata da quello schifo di mondo in cui vivevano: un mondo che non si faceva scrupoli a strappare dalle mani l'unico affetto di una bambina, che non si curava di intere famiglie che indottrinavano schiere di neonati all'insignificanza della vita e alla repressione della vita emotiva, un mondo che si uccideva a vicenda solo per capriccio di una decina di persone... che mandava al macello centinaia, forse migliaia di piccole braccia. Che mandava al macello il proprio futuro.
    Aiko era libera. Libera da tutto questo. Libera dal disgusto, dalla corruzione e dalla crudeltà che infettava il mondo dei ninja e che aveva intaccato anche la Suniana dai capelli rossi. Lei era al di sopra di tutto ciò. Anzi, ancor più radicale: si trovava al di fuori. Yuya non poteva che provare invidia nei confronti di una persona del genere. Lei non sapeva cosa fosse la libertà. Non era mai stata libera e forse non lo sarebbe mai stata.
    Sarò sincera con lei.
    Rispose. In quel preciso momento, avrebbe voluto davvero tanto essere capace di mostrare al mondo, o anche solo ad Aiko, la propria ammirazione e la propria vicinanza in maniera empatica. Purtroppo, nemmeno questa volta il suo corpo rispose in maniera adeguata.
    Le auguro davvero di riuscire a vivere in questa libertà che, mi par di capire, le stia così tanto a cuore. Se permette, tuttavia, non cambio il mio avvertimento: stia molto attenta alle persone, non tutte dietro il costume da cherubino sono ancora angeli.




    Eh? Ah, beh, certo. Mi fa sempre piacere se qualcuno mi ascolta. Ha qualche richiesta o preferenza?
    Se ne stette zitta per un po', ripassando mentalmente tutte le opere musicali che avesse sentito nella sua vita. Apprezzava molto quel tipo di arte, nonostante non potesse proclamarsi un'esperta in materia. La difficoltà della scelta dipendeva principalmente dal fatto che non aveva idea di quale melodia avrebbe potuto proporre ad Aiko, tenendo conto che lei pareva disporre solo di violini: qualunque pezzo era adattabile a quello strumento?
    Ascoltai una melodia, tempo fa. Non so quanto sia conosciuta, mi pare che il titolo abbia il nome di un fiore in qualche lingua antica. Faceva più o meno così...
    Iniziò a mugugnare le note una dopo l'altra. Non era certo una cantante eccellente, ma si reputava sufficientemente intonata. Sperava che questo bastasse a far capire ad Aiko di che musica stesse parlando.
     
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    OLD SORROW



    Sarò sincera con lei.
    Le auguro davvero di riuscire a vivere in questa libertà che, mi par di capire, le stia così tanto a cuore. Se permette, tuttavia, non cambio il mio avvertimento: stia molto attenta alle persone, non tutte dietro il costume da cherubino sono ancora angeli.

    Le parole non erano proprio quelle in cui speravo, ma c'era qualcosa nel suo tono che mi faceva pensare che avesse compreso almeno un po' il mio punto di vista. Potevo ingannarmi, ma l'istinto mi diceva che era così, nonostante fosse difficile desumere il pensiero della ragazza dalla sua espressione, o ancora meglio dalla sua mancanza di espressività.
    Di persone malvagie ne ho incontrate fin troppe, nella mia vita. Ne porto ancora i segni sulla mia pelle. Però ho deciso che non avrei permesso loro di rovinarmi la vita e di allontanarmi dagli altri. Per questo ho imparato alcune forme di difesa, per proteggermi e per poter continuare a viaggiare. Ci sono tante brave persone nel mondo, non rinuncerò mai a cercarle.
    Non dissi nulla a riguardo delle mie liste, anche se implicitamente le avevo citate. Sulla mia pelle portavo i nomi di chi mi aveva fatto del male, come un monito per la mia debolezza, ma anche quelli di chi si era dimostrato gentile, disponibile o interessante. Non avevo ancora deciso se Yuya potesse rientrare in questo secondo gruppo, l'istinto mi diceva di sì, anche se qualcosa ancora non mi convinceva del tutto. Una delle cose che avevo capito dalla scelta di parole che aveva usato per l'ultima frase era che anche lei doveva aver sofferto molto per altrui misfatti, cosa che di certo aveva infiammato la mia curiosità. Però non feci domande. Lei pareva particolarmente introversa e sapevo bene quanto chi prova un certo tipo di dolore tenda a non volersi confrontare con altri su esso, soprattutto quando le ferite sono ancora fresche. Rimasi dunque in silenzio, attendendo una reazione spontanea della giovane donna, consapevole che forse questa non sarebbe mai giunta. Del resto ero solo una sconosciuta qualsiasi, perché avrebbe dovuto confidarsi con me?


    Ascoltai una melodia, tempo fa. Non so quanto sia conosciuta, mi pare che il titolo abbia il nome di un fiore in qualche lingua antica. Faceva più o meno così...
    La ragazza iniziò a canticchiare un motivetto che mi sembrava di aver già sentito da qualche altra parte. Aveva una bella voce. Non era impostata a dovere, ovviamente, ma era molto intonata e il timbro era piacevolmente espressivo. Con un pochino di allenamento sarebbe potuta divenire una buona cantante, mi venne da pensare, anche se dubitavo che ciò sarebbe mai successo, a causa della sua professione.
    Sì, credo di averla sentita da qualche parte... posso provare a vedere se la ricordo abbastanza...
    Mi pareva che fosse un pezzo per due violini e sul momento non mi sovveniva nient'altro che la melodia principale, mentre mi sfuggiva del tutto l'accompagnamento. Provai lo stesso a vedere se potevo aiutare la mia memoria semplicemente suonando, ma ciò non successe. L'esecuzione che ne venne fuori era tutta storta e sgangherata, chiunque si sarebbe accorto che qualcosa non andava. Ci avevo provato seriamente, ma il risultato era talmente scadente che rinunciai subito.
    Oddio, che disastro! Mi scusi, le ho fatto assistere a una scena terribile...
    Ero davvero tanto dispiaciuta, uno starnazzamento del genere aveva inferto un bel colpo al mio orgoglio da musicista. Certo, avevo preteso troppo da me, sperando di poter eseguire un pezzo sentito chissà quanti anni prima, solo perché la melodia mi era vagamente familiare. Però volevo rifarmi in qualche modo e pensavo di sapere come. Se non altro la sua richiesta mi aveva fatto capire quale poteva essere il genere che lei avrebbe apprezzato maggiormente. Musica riflessiva, dal forte carico di patetismo. E conoscevo un pezzo che sembrava fare proprio al caso mio.
    Posso provare a rimediare? Conosco un brano che potrebbe piacerle. Si chiama "Antico dolore", è dedicata alla lotta di un popolo per liberarsi dall'oppressore. Non so di preciso di quale luogo si parli, pare sia una storia di almeno cento anni fa e non ho trovato mai nessuno che sapesse spiegarmi di cosa si trattasse. Però è molto suggestiva, glielo assicuro. Ha voglia di ascoltarmi?
    Avrei aspettato una sua risposta e, nel caso fosse stata positiva, mi sarei messa in posizione, cercando di trovare la giusta calma.
    Ah... essendo un pezzo a due voci, suonerà anche il mio clone. Quando lo faccio, di solito ho bisogno della massima concentrazione, quindi... è come se mi estraniassi dal mondo, faccio fatica a notare le cose che mi succedono intorno e a reagire in tempo. Posso fidarmi di lei, vero?
    Poco prima non mi ero accorta dell'arrivo della ragazza proprio per quel motivo, era stato l'ennesimo esempio di come il suonare attraverso i cloni fosse una pratica pericolosa senza prendere le dovute precauzioni. Lei era una kunoichi, ero sicura che sarebbe riuscita a proteggermi ancor meglio di quanto sarei riuscita a fare da sola, ma dovevo farle sapere di quanto fossi indifesa durante la mia esecuzione.
    Dopo la sua eventuale risposta, avrei sorriso convinta e poi avrei ripreso la posizione più consona, insieme al mio clone. Poi sarei partita.
    Eseguii io stessa la melodia principale, lasciando al bunshin l'accompagnamento, meno complicato. Le due voci danzavano tra di loro, intrecciandosi in più punti e unendosi nei punti più ricchi di pathos. La parte migliore era quando si interrompeva la melodia principale, per lasciarsi andare ad alcune battute di pizzicato che lasciavano un senso di sospensione, di attesa. Durava pochissimo, poi le due voci esondavano insieme, in un crescendo di energia che simboleggiava a dovere lo spirito indomito delle genti a cui era dedicata quella composizione. Non sapevo chi erano, non conoscevo il loro nome, ma sapevo che non si erano arresi fino alla fine e che ora erano liberi. Per questo adoravo quella canzone e per questo la riproponevo sovente durante i miei piccoli concerti.
    Una volta smaltito il suo impeto, la musica svanì pian piano come era iniziata. Una volta terminata l'esecuzione eseguii un ampio inchino, mentre cercavo di spiare la reazione della suniana. Speravo di essere riuscita a farle arrivare i sentimenti che il compositore aveva infuso così abilmente nelle note.
     
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    Il risultato non fu dei migliori, dovette ammetterlo. Anche se, da quello che aveva potuto origliare poco prima, Yuya non imputava il fallimento alle capacità di Aiko, quanto invece a una sua impropria interpretazione della musica. Magari non era stata in grado di passarle i giusti accordi o qualcosa del genere. La melodia, ciononostante, era facilmente riconoscibile: la violinista aveva compreso di quale opera la Suniana stesse parlando.
    Oddio, che disastro! Mi scusi, le ho fatto assistere a una scena terribile...
    Avrebbe voluto rassicurarla educatamente, tentare di metterla a suo agio confortandola sul fatto che non era stata un'esibizione così pessima come la stava facendo sembrare, ma non ne ebbe il tempo: l'altra aveva già pronta una controproposta.
    Posso provare a rimediare? Conosco un brano che potrebbe piacerle. Si chiama "Antico dolore", è dedicata alla lotta di un popolo per liberarsi dall'oppressore. Non so di preciso di quale luogo si parli, pare sia una storia di almeno cento anni fa e non ho trovato mai nessuno che sapesse spiegarmi di cosa si trattasse. Però è molto suggestiva, glielo assicuro. Ha voglia di ascoltarmi?
    Ma certo.
    Rispose. Se poteva essere un modo per aiutarla a risollevare la sua autostima e il suo umore, non si sarebbe rifiutata. E poi era venuta lì per sentirla suonare, dopotutto.
    Ah... essendo un pezzo a due voci, suonerà anche il mio clone. Quando lo faccio, di solito ho bisogno della massima concentrazione, quindi... è come se mi estraniassi dal mondo, faccio fatica a notare le cose che mi succedono intorno e a reagire in tempo. Posso fidarmi di lei, vero?
    Si affrettò ad aggiungere. Yuya rimase un po' sorpresa: la fiducia di Aiko nell'umanità era così grande da chiedere ad una completa sconosciuta di proteggerla? La kunoichi annuì con decisione. Non l'avrebbe delusa. Dopotutto la musicista era una civile che si trovava nei confini del suo Paese, in qualche modo era suo dovere assicurarsi che non si facesse del male, no?
    Si fidi di me. Non lascerò che le venga torto un capello.
    Dopo un breve sorriso, la ragazza iniziò a suonare.

    E Yuya, nota dopo nota, imparò che cosa volesse dire per Aiko la libertà. Che cosa significasse essere un uccello con le ali legate cui vengono improvvisamente sciolti i lacci che gli impediscono di volare. Riuscì a sentire tantissime voci, migliaia e milioni di persone che tendevano le loro mani verso il cielo in attesa di una pioggia pulitrice, in grado di lavar via le loro sofferenze. Immaginò scheletri ricoperti di pelle guardare lunghe distese d'erba da dietro una recinzione, con la speranza e la bramosia di potervi correre di nuovo, un giorno. Vide tante piccole luci spegnersi, ma il fuoco della volontà di essere liberi divampare più che mai.
    Ed ella stessa desiderò la libertà.

    Quando Aiko smise di suonare, Yuya non applaudì. Non aveva mai udito nulla di simile a quello. Non per la complessità del pezzo o il virtuosismo dell'artista, aveva già udito musicanti migliori e orchestre prima d'allora. Rimase senza parole perché nessuno con la musica era riuscito a trasmetterle dei sentimenti tanto potenti, a farle sentire qualcosa.
    Ci sarebbe voluto un occhio molto attento, ma sarebbe stato possibile vedere, quel giorno, le labbra della rossa incurvarsi un poco. Il primo sorriso sincero da tanto tempo.
    Si alzò in piedi ed eseguì un piccolo inchino di ringraziamento, riprendendo il controllo di un sé lasciato già troppo a briglia sciolta.
    Lei ha un talento eccezionale. La ringrazio ancora per quest'esecuzione. Mi conceda di fare qualcosa per ricambiare tutto questo, la prego. Accetterò qualunque richiesta.
     
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    NEW JOY?




    Fugace, vidi un sorriso comparire sul volto della giovane, quasi più una piccola crepa che una reale espressione. Per un attimo ebbi l'impressione di essere riuscita a incrinare la maschera dietro cui erano nascoste le sue emozioni, ma tutto ciò svanì subito, facendomi dubitare seriamente della mia impressione. In un istante lei era tornata del tutto controllata come appena prima, anche se si stava esibendo in un inchino, come forma di apprezzamento per l'esecuzione. Certo, lì per lì non mi era chiaro quanto fosse piaciuta sul serio, ma per fortuna intervenirono delle parole esplicite a diminuire le mie incertezze.
    Lei ha un talento eccezionale. La ringrazio ancora per quest'esecuzione. Mi conceda di fare qualcosa per ricambiare tutto questo, la prego. Accetterò qualunque richiesta.
    Un invito così accorato sembrava essere un segno evidente di quanto la ragazza avesse gradito la musica appena ascoltata e ciò mi rendeva felice. Non importava il tono meccanico con cui la frase era stata pronunciata, la scelta di parole non era di sicuro stata casuale, pensai. Ciò mi avrebbe dovuto porre di fronte ad un dilemma su come sfruttare l'offerta della giovane, ma non rimasi a rifletterci neanche un istante. Risposi d'istinto, nonostante non fossi sicura di quanto fosse appropriata come richiesta, non c'era altro che potessi voler chiedere in quel momento. Quella ragazza mi piaceva, ma c'era un piccolo ostacolo che volevo spezzare e sentivo che parlare in maniera diretta fosse l'unico modo corretto di agire.
    La ringrazio per i complimenti, la ringrazio tanto. Non ho non ho niente di particolare da chiedere, però... il mio clan possiede un'abilità oculare, che permette di scoprire il vero nome delle persone. Posso... posso usare il suo vero nome? So che sembra strano, ma per me è importante.
     
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    La ringrazio per i complimenti, la ringrazio tanto. Non ho non ho niente di particolare da chiedere, però... il mio clan possiede un'abilità oculare, che permette di scoprire il vero nome delle persone. Posso... posso usare il suo vero nome? So che sembra strano, ma per me è importante.
    Si congelò sul posto. Aiko aveva appena detto di conoscere il suo nome reale, nonostante lei si fosse premurata di sembrare il più realistica possibile. Sapeva che la Suniana aveva mentito, dunque, eppure la cosa non sembrava turbarla particolarmente. Anzi, si stava addirittura scusando per averla scoperta. Yuya cominciò ad avere qualche dubbio sull'effettiva veridicità della sua gentilezza. Insomma, come poteva l'altra continuare a fidarsi apparentemente di lei nonostante si fosse dimostrata una spudorata bugiarda? Per il momento avrebbe lasciato da parte queste considerazioni: non era ancora certa di essere al sicuro in presenza di Aiko, ma nonostante questo preferiva mantenere una momentanea alleanza piuttosto che una rivalità.
    Vorrei scusarmi per aver mentito, ma non lo farò. In base a quello che ho detto prima avrà capito che per me questa sia stata l'opzione migliore da attuare. A parte questo, mi permetta almeno di fingere una vera presentazione: mi chiamo Yuya e appartengo al clan Chikamatsu. Anche se immagino che tutto questo lei lo sappia già.
    Si rialzò in piedi, lanciando un'occhiata al clone-violinista. Aiko possedeva un'abilità oculare e sapeva utilizzare tecniche ninja: se le avesse chiesto uno scontro avrebbe accettato? Era da tempo ormai che rifletteva sul team di cui faceva parte e su quanto si sentisse debole ed inutile in rapporto ai suoi compagni. Aveva maturato col tempo una ferma intenzione di migliorare non solo dal punto di vista medico, ma anche da quello bellico e quella ragazza non ninja capitava a fagiolo. Per di più le sembrava una persona piuttosto tranquilla. Calcolando poi che si trovavano in territorio amico, la dose di rischio era minima. Per questo motivo, decise di buttarsi.
    Ascolti, Signorina Netsushi. Vorrei farle una proposta. Le andrebbe di combattere con me? Niente di serio, s'intende, solo un semplice allenamento. Lo prenda come un modo per migliorare le sue capacità di autodifesa.
     
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    LET'S DANCE



    Vorrei scusarmi per aver mentito, ma non lo farò. In base a quello che ho detto prima avrà capito che per me questa sia stata l'opzione migliore da attuare. A parte questo, mi permetta almeno di fingere una vera presentazione: mi chiamo Yuya e appartengo al clan Chikamatsu. Anche se immagino che tutto questo lei lo sappia già.
    Feci un inchino al termine delle parole della ragazza. Forse a lei poteva essere sembrata una sorta di farsa, ma per me aveva un grande valore.
    Ho capito perfettamente il suo discorso di prima, ho capito quanto sono importanti le informazioni per lei. Per questo non ho voluto nasconderle quello che so e perché lo so. Lei... mi interessa. E spero di poter andare d'accordo con lei. La ringrazio per aver assecondato questo mio capriccio.
    Non ero sicura di aver scelto in maniera corretta le parole, ma non importava. Ero convinta che il messaggio che volevo far arrivare potesse essere giunto comunque.
    Ascolti, Signorina Netsushi. Vorrei farle una proposta. Le andrebbe di combattere con me? Niente di serio, s'intende, solo un semplice allenamento. Lo prenda come un modo per migliorare le sue capacità di autodifesa.
    Rimasi stupita da quelle parole, così inaspettate. Riuscii subito a capire che non nascondevano alcuna insidia, del resto se avesse voluto farmi del male lo avrebbe fatto attaccandomi all'improvviso, senza utilizzare la scusa di uno scontro. Immediatamente dopo mi venne in mente ciò che mi aveva raccontato quello strano ragazzo di Takumi, Saruwatari Kamizurui, ovvero di quanto egli riuscisse a capirsi con il suo migliore amico solo attraverso delle rudi battaglie, amichevoli solo nominalmente. Mi aveva sempre incuriosito un concetto del genere, così difficile da comprendere per una come me, ma sentii che forse poteva essere simile il meccanismo che aveva spinto la ragazza a quella proposta. Forse voleva che le mostrassi il mio valore nel campo che le era più congeniale, per capirmi meglio. Allo stesso tempo mi chiesi se non fossi potuta riuscire a comprendere adeguatamente chi fosse Yuya Chikamatsu proprio tramite quel piccolo allenamento. Per quanto fossero tutte speculazioni momentanee, teorie non comprovate né forse comprovabili, non ebbi dubbio alcuno sulla risposta da dare.
    Io... accetto. Non credo di avere grandi capacità combattive e difficilmente sarò una buona sparring partner, però mi farebbe piacere vederla in azione. Se mi concede un attimo mi preparo...
    Se la ragazza avesse acconsentito, mi sarei premurata di riporre di nuovo il violino dentro il mio rotolo orchestrale. Per nessuna ragione al mondo avrei rischiato che si rovinasse.
    --evocare migliorato: estrarre qualsiasi tipo di oggetto da un rotolo non costa chakra (a meno che non sia specificato diversamente).

    Rotolo orchestrale
    Rotolo in vari formati, al cui interno possono essere immagazzinati solo strumenti musicali. Gli strumenti di dimensioni piccole (es. armoniche, flauti piccoli, triangoli) occupano una slot, quelli di dimensioni medie (es. violini, chitarre, ottoni) cinque, quelli di dimensioni grandi (es. violoncelli, pianoforti, clavicembali) dieci. Il consumo di evocazione è pari al numero di slot occupate per 2.
    -Da polso: rotolo piccolo, che dispone di 5 slot. Costo: 1 rotolo vuoto piccolo + 10 ryo
    -Minore: rotolo medio, che dispone di 10 slot. Costo: 1 rotolo vuoto medio + 20 ryo
    -Maggiore: rotolo grande, che dispone di 20 slot. Costo: 1 rotolo vuoto grande + 40 ryo

    Ah, posso tenere il clone? Non credo sia molto utile a combattere, però è una delle poche cose che so fare e visto che ho già speso del chakra...
    Avrei atteso la risposta della suniana e avrei agito di conseguenza. Dopo di che mi sarei messa in una sorta di posizione di guardia, con lo sguardo concentrato. Non volevo certo fare brutta figura, per quanto fossi sicura di non essere in grado di reggere un eventuale scontro serio con la giovane.
    Vuole iniziare lei?





    Aiko Netsushi
    STATS/ARMIJUTSU/CHAKRASTATO/FERITE
    LIVELLO:
    Forza:
    Resistenza:
    Velocità:
    Agilità:
    Precisione:
    Riflessi:
    4
    11
    14
    17
    24+6=30
    14
    16

    Post:
    0

    Potenziamenti:
    Esperto di Rotoli liv. 3
    Specializzazione in controllo del Chakra liv. 1

    Armi:

    145/160
    (-8: Clone ardente (con modifica di aspetto))
    (-7: Occhio della Morte)

    Ferite:

    Stato Fisico:
    Ok

    Stato Mentale:
    Concentrata



    Dati clone

    Forza

    6

    Resistenza

    7

    Velocità

    9

    Agilità

    15+5=20

    Precisione

    7

    Riflessi

    8

    Chakra

    0/0


     
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    Io... accetto. Non credo di avere grandi capacità combattive e difficilmente sarò una buona sparring partner, però mi farebbe piacere vederla in azione. Se mi concede un attimo mi preparo...
    Aiko si sottovalutava troppo, esattamente come Kichi. Questo poteva teoricamente limitare le sue potenzialità in battaglia, ma sicuramente era sintomo di una forza di gran lunga maggiore di quella che lei osasse mostrare. Se era tanto brava a combattere quanto lo era nella musica, allora quello scontro era già perso in partenza. In ogni caso, non si sarebbe tirata indietro: anche una sconfitta sarebbe stata una degna occasione di migliorare per lei.
    Ah, posso tenere il clone? Non credo sia molto utile a combattere, però è una delle poche cose che so fare e visto che ho già speso del chakra...
    Nessun problema.
    Rispose Yuya, riflettendo poi che quella concessione le sarebbe quasi sicuramente costata cara.
    Vuole iniziare lei?
    Disse Aiko, posizionandosi a mo' di difesa. Yuya si concesse un paio di secondi per analizzare l'avversaria e l'ambiente: nessun nascondiglio, né per sé stessa né per l'altra, e questo poteva persino rappresentare un vantaggio. La musicista, peraltro, non sembrava averne bisogno; la superiorità numerica giocava, almeno momentaneamente, a suo favore. Pensò che questo bonus della nomade sarebbe stato facilmente eliminabile facendo fuori il clone: sapeva infatti che solitamente le copie avevano capacità fisiche inferiori all'originale e una persona non addestrata come Aiko non poteva possedere chissà quali doti atletiche. Si sarebbe comunque premurata di mantenere i due a distanza: se la sfidante l'avesse ingaggiata in un corpo a corpo non avrebbe avuto la minima chance di uscire vincitrice da quel confronto. Per il momento, comunque, si sarebbe limitata a saggiare le possibilità della sua avversaria, lanciando contro di lei un kunai in maniera frettolosa, senza mirare ad un punto preciso. Un pretesto per allontanarla, insomma. I due shuriken che avrebbe spedito subito dopo contro la copia, invece, sarebbero stati mirati con molta più cura, diretti l'uno verso la coscia sinistra e l'altro verso il pettorale destro. Distante solo un paio di metri nel momento del lancio, era sicura di non poter sbagliare.

    Yuya Chikamatsu
    STATS/ARMIJUTSU/CHAKRASTATO/FERITE
    LIVELLO:
    Forza:
    Resistenza:
    Velocità:
    Agilità:
    Precisione:
    Riflessi:
    3
    9
    10
    12
    11
    20
    12

    Post:
    1/?

    Potenziamenti:
    //

    Armi:
    - 4 kunai (1 lanciato)
    - 8 shuriken (2 lanciati)
    - Tonico di Rigenerazione del Chakra Liv.1
    - Kit Medico
    - Byōkimasuku

    120/120


    Ferite:
    - Illesa

    Stato Fisico:
    Ok (100%)

    Stato Mentale:
    Concentrata



    CITAZIONE
    EDIT: avevo 5 kunai di troppo che in realtà sono dentro la Marionetta, mi ero dimenticato di scalarli


    Edited by Uta. - 22/10/2016, 15:46
     
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    PROVA



    Yuya accettò di lasciarmi utilizzare il clone e accolse il mio invito a iniziare lei le danze. La suniana rimase qualche secondo in attesa, forse per esaminare al meglio la situazione. Dopo questo momento iniziale la vidi estrarre da una tasca un gran numero di armi, gesto che mi diede la conferma definitiva, se mai ce ne fosse stato bisogno, che la giovane avrebbe fatto sul serio. Sfruttai il poco tempo impiegato da lei per unire le mani e soprattutto per fare un mezzo passo indietro, anche se non ebbi l'accortezza di far fare lo stesso al mio clone. Probabilmente non avrebbe cambiato lo svolgersi degli eventi successivi, ma si trattava comunque di un piccolo errore.
    Yuya scagliò verso di me un kunai soltanto, ma lo fece con scarsa convinzione, come ebbi modo di verificare con il confronto con il lancio successivo. Io cercai di spostarmi in diagonale, a destra e indietro. Forse fu proprio grazie alla mancata determinazione a colpirmi della kunoichi che fui in grado di evitare ferite. Decisi di passare al contrattacco subito, in una maniera che non avevo mai provato prima. Non mi era ancora capitato di dover utilizzare la mia innata per autodifesa, fatto che di per sé era di sicuro un bene, ma che voleva anche dire che non avevo nessun feedback sulla sua efficacia. Non poteva esserci occasione migliore di quella per testare l'utilizzabilità della Vampa.
    Mentre io completavo l'unico sigillo necessario, la ragazza lanciava due shuriken verso la mia copia. Questa volta la precisione della ragazza era stata tutt'altra, non fui assolutamente in grado di far completare la schivata al bunshin, nonostante l'agilità fosse il suo punto di forza. Le armi colpirono in pieno l'uomo di Vampa, che scomparve nel nulla, ma sul momento considerai minore la perdita. Infatti proprio in quel momento stava per comparire la mia arma, la sfera di Vapore Assassino.

    Arte della Vampa - Vapore Assassino (1° livello)
    Tipo: Hijutsu
    Tramite questa tecnica il ninja delle sfere infuocate che assomigliano a dei piccoli soli, dalla temperatura molto elevata e che possono essere manipolate entro una distanza di 10 metri dall'utilizzatore. Se una sfera dovesse entrare in contatto con una persona, è in grado di disidratare la parte colpita con forza pari a 20. Questa tecnica non crea ferite come le tecniche normali, ma per capire l'entità dei danni bisogna fare riferimento alla tabella in fondo all'innata.
    [Sigilli: 1]
    [A contatto con acqua non irrorata di chakra Suiton, questa tecnica ne fa evaporare 100 litri al turno, ma sparisce dopo 5 turni di contatto continuo]
    Livello: C
    Consumo: 25 a sfera
    Mantenimento: 15 a sfera

    NOTA BENE: per i danni delle tecniche del Vapore Assassino, il calcolo si compie con il confronto canonico tra Forza e Resistenza segnato in Fondamentali, ma AL POSTO delle ferite normali procureranno gli status sotto elencati.

    Al posto di → Procura invece

    Nessuna ferita → lieve sensazione di calore.
    Ferita Lieve → viene disidratata una parte del corpo grande al massimo come un dito. Questa parte sarà ancora utilizzabile in combattimento, seppur con qualche difficoltà. Mantenuta a contatto con dell'acqua per 10 secondi (un turno, in combattimento), la parte torna normale senza ferita alcuna. Se non viene re-idratata entro 24 ore la parte rischierà di incancrenirsi e di dover essere amputata.
    Ferita Moderata → viene disidratata una parte del corpo grande al massimo come una mano. Questa parte sarà ancora utilizzabile in combattimento, seppure con molta difficoltà. Mantenuta a contatto con dell'acqua per 20 secondi (due turni, in combattimento), la parte torna normale, con però una ferita lieve da ustione, che può essere curata tenendo a bagno ancora la parte per altri 20 secondi. Se non viene re-idratata entro 12 ore la parte rischierà di incancrenirsi e di dover essere amputata.
    Ferita Grave → viene disidratata del tutto una parte del corpo grande al massimo come un braccio. Questa parte non sarà più utilizzabile in nessun modo finché rimane in questo stato. Mantenuta a contatto con dell'acqua per 30 secondi (tre turni, in combattimento), la parte torna normale, con però una ferita moderata da ustione, che può essere ridotta di un grado tenendo a bagno ancora la parte per altri 30 secondi. Se non viene re-idratata entro 6 ore la parte rischierà di incancrenirsi e di dover essere amputata.
    Ferita Critica → viene disidratata del tutto una parte del corpo grande al massimo come il busto. Questa parte non sarà più utilizzabile in nessun modo finché rimane in questo stato e renderà quasi impossibile continuare a combattere. Mantenuta a contatto con dell'acqua per 40 secondi (quattro turni, in combattimento), la parte torna normale, con però una ferita Grave da ustione, che può essere ridotta di un grado tenendo a bagno ancora la parte per altri 40 secondi. Se non viene re-idratata entro 3 ore la parte rischierà di aggravarsi e trasformarsi in una Ferita Mortale.
    Ferita Mortale → viene disidratata del tutto una l'intero corpo della vittima, che diventerà come mummificato. Mantenuto a contatto con dell'acqua per un minuto intero (sei turni, in combattimento), il corpo torna normale, con però una ferita Critica da ustione, che può essere ridotta di un grado tenendo a bagno ancora la parte per un altro minuto. Se non viene re-idratata entro un'ora e mezza, la vittima morirà.


    Nel momento stesso in cui il piccolo sole si palesò davanti a me, lo feci partire alla velocità massima in direzione della ninja di Suna. Si sarebbe mosso in linea retta, per non dare indizi alla mia contendente sul fatto che potessi manipolarlo a mio piacimento. Obiettivo della traiettoria era la mano forte della ragazza, quella con cui aveva scagliato le armi. Se fosse riuscita a schivare, a portarsi fuori dal cammino della sfera, l'avrei deviata prontamente, nella speranza di poter sfruttare l'effetto sorpresa.
    Mi scusi...
    Se fossi riuscita a colpire Yuya, la sua mano si sarebbe rinsecchita, anche se non sapevo ancora quanti danni sarei stata in grado di procurarle. In ogni caso sapevo già che mi sarei sentita notevolmente in colpa, però sapevo anche che lei sarebbe stata pronta per quello. Del resto aveva chiesto lei quell'allenamento, non impegnarmi sarebbe stato scorretto nei suoi confronti. O almeno questo era ciò che mi era venuto da pensare, visto che non ero abituata a vederla in un'ottica simile.
    È dolorosa, ma è una cosa temporanea. Gliela posso mettere a posto appena finiamo. O anche subito, se vuole.
    Avrei pronunciato queste parole solo nel caso la mia mossa fosse andata a segno, per evitare che lei si spaventasse troppo o che pensasse che l'avevo mutilata in via definitiva.
    Indipendentemente dall'esito dell'offensiva, avrei cercato di indietreggiare con qualche passetto veloce in contemporanea con il movimento in avanti della sfera di vampa. La mia speranza era quella di aumentare un po' le distanze tra me e la giovane kunoichi, in modo da evitare di fare la stessa fine del clone. Avrei inoltre cercato di mantenere l'attenzione alta, mi sembrava il modo migliore di rispettare il desiderio espresso da Yuya.






    Aiko Netsushi
    STATS/ARMIJUTSU/CHAKRASTATO/FERITE
    LIVELLO:
    Forza:
    Resistenza:
    Velocità:
    Agilità:
    Precisione:
    Riflessi:
    4
    11
    14
    17
    24+6=30
    14
    16

    Post:
    1

    Potenziamenti:
    Esperto di Rotoli liv. 3
    Specializzazione in controllo del Chakra liv. 1

    Armi:

    123/160
    (-8: Clone ardente (con modifica di aspetto))
    (-7: Occhio della Morte)
    -22: Vapore Assassino (1° livello)

    Ferite:

    Stato Fisico:
    Leggermente stanca (77%)

    Stato Mentale:
    Concentrata sullo scontro e (nel caso in cui Yuya rimanga ferita) un po' dispiaciuta

     
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24 replies since 4/9/2016, 01:04   328 views
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