Sabbia e fuoco

Aiko & Matt

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    RED BEANS



    Dopo gli eventi del Paese del Tè, decisi di cambiare del tutto zona e di tornare nelle piccole terme in cui avevo iniziato a coltivare la mia vita attuale. Erano un paio di anni che non mi facevo viva ed ero convinta che le altre ragazze mi avrebbero accolta con gioia, come sempre. Ero sicura che se la passavano bene, era un locale tutt'altro che grande ma era economicamente ed artisticamente solido.
    Decisa a trovare un più rapido passaggio a Nord-ovest, scelsi alla fine di prendere un traghetto economico per il Paese dei Fagioli rossi, una piccola zona del più grande Paese del Vento. Ero rimasta stupita da quanto questo fosse sviluppato, era come una piccola perla turistica e commerciale accerchiata da un deserto assoluto. Nella mia prima visita ne ero rimasta molto affascinata e quando vi tornai la mia impressione ebbe una riconferma.
    Arrivai nel primo pomeriggio nel villaggio più grande della zona. Feci un piccolo giro di shopping e spesi gran parte dei miei risparmi tra cibo e soprattutto vestiti adatti al viaggio nel deserto che stavo per compiere. Come ultima cosa mi presi qualche ora per rilassarmi in una piccola stazione termale a basso costo, dove smaltii le ultime scorie del viaggio marittimo.
    Quando partii dal villaggio per dirigermi a Ovest erano quasi le sette di sera, perché solo a quell'ora sarebbe stato fattibile camminare per il deserto. Non mi coprii più di tanto, ma ero più che pronta a farlo non appena fosse calato del tutto il sole. Sapevo che le notti desertiche erano sorprendentemente fredde e non volevo rischiare di ammalarmi. Avanzai senza timore a lungo, poi sentii che la fame iniziava a farsi viva e decisi di sedermi a lato del sentiero, per prendere qualcosa da mangiare. Stavo per recuperare il Rotolo Dispensa, quando mi accorsi che qualcuno si stava avvicinando. Nel silenzio di quella sera i passi risuonavano chiari, quindi li sentii ben prima che lo sconosciuto fosse vicino. Per essere sicura di non riscontrare nessun problema mi fermai sul posto, senza far niente, fissando anzi la posizione da cui sarebbe dovuto giungere il proprietario di quei piedi che stavano battendo sul selciato come se fosse un tamburo. Visto che non pareva esserci anima viva in giro dovevo prestare la massima attenzione.
     
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    Molti si starebbero domandando cosa ci faccio di nuovo nel deserto del paese del vento. Tutto risale esattamente dopo l'incontro con Natsuki nel paese degli uccelli. Diretto a casa, venni intercettato da un'evocazione e con essa una missiva che mi ordinava di andare nel paese del vento a svolgere una missione.
    Insomma una noia mortale per me che non solo dovevo svolgere un'altra missione di livello D, ma dovevo andare persino nel caldo afoso di quel paese.
    Comunque passai esattamente una notte ed un giorno in quel luogo, prima di completare la missione. Al solito, come accadeva da diverso tempo, feci di nuovo quel sogno strano. la foresta, il paesaggio oscuro, la nebbia e quella voce femminile demoniaca.
    Più cercavo il dialogo con quella voce, più mi sentivo confuso. L'attrazione che provavo verso quella foresta oscura era incredibile, ma allo stesso tempo ne ero timoroso, timoroso per la prima volta in assoluto.
    Fatto sta che finì per divenire di nuovo sera ed a quanto pare vagavo ancora nel deserto in cerca del confine con il paese degli uccelli.
    La temperatura si era abbassata drasticamente e quel freddo tutto sommato riuscivo a gestirlo, considerando il clima di Ame.
    Ad un certo punto però nel mio raggio percettivo, avvertì qualcosa. Il chakra proveniva da una determinata posizione e non poteva trattarsi di qualche animale. Aveva fin troppo chakra per esserlo, anche se a quanto pare ne aveva molto più poco del mio.
    Sarà sicuramente un ninja. Accidenti non ci voleva. Se si trattasse di un nemico, dovrò intervenire anche se non mi compete...che seccatura.. Pensai tra me e me.
    Perché ero certo che fosse un ninja? Semplice. Seppur avesse un quantitativo di chakra inferiore al mio, non poteva essere un civile, sempre per la questione degli animali e poi quale civile si aggirerebbe in una distesa immensa di sabbia a quest'ora, con tutti i pericoli che ne conseguivano? Non potevo sbagliarmi.
    Quindi continuavo ad avanzare verso quel presunto ninja, fin a quando la mia percezione era così forte, da doverla trovare ad una distanza massima di dieci metri. Non riuscivo a distinguerla bene, per via di alcune circostanze, quindi dovevo stare attento.
    Per favore, non ho voglia di fare il lavoro altrui e non ho voglia di farmi tentar di uccidere. Se te ne vai senza combattere non ti inseguo! Dissi con tono annoiato, mantenendo lo sguardo fermo e freddo, verso quell'ombra.
     
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    MI DICHIARO NON COLPEVOLE



    Il nuovo arrivato si rivelò essere un ninja piuttosto giovane. Non era altissimo, ma sembrava essere parecchio muscoloso. Mi colpirono subito i suoi insoliti capelli azzurri, così come gli occhi, di un marrone quasi ambrato. Questi, nonostante il tono cromatico acceso e vitale, rispecchiavano una freddezza fuori dal comune. Non sapevo bene perché, ma uno sguardo del genere mi comunicava una tristezza enorme, come se quello sconosciuto volesse porre un distacco incolmabile tra il mondo intero e sé. Potevo sbagliarmi, ma mi venne da pensare che fosse il segno di una immane solitudine, anche se non avevo idea del motivo di ciò. Mi inquietava la sua espressione, mi metteva tristezza e in qualche modo anche paura.
    Per favore, non ho voglia di fare il lavoro altrui e non ho voglia di farmi tentar di uccidere. Se te ne vai senza combattere non ti inseguo!
    Nessuna formula di cortesia, nessuna introduzione, niente di niente. Le sue parole erano gelide, il tono distaccato. Sentii che mi stavano per venire le lacrime agli occhi, mi sembrò di poter comprendere il dolore che doveva provocare l'esistenza del ragazzo, anche se non avevo alcun dato per corroborare la mia ipotesi. Volevo fare qualcosa per lui, però c'era più di un problema. Le sue parole e il suo modo di fare tradivano un'assenza totale di pazienza e di voglia di interagire con estranei. Doveva aver avuto brutte esperienze in passato per usare termini così duri e del resto, avendone accumulate in abbondanza anch'io negli anni, sentivo di poter comprendere almeno quel punto del suo atteggiamento. La sua mancanza totale di qualsiasi tentativo di empatizzare era come un campanello d'allarme troppo forte da ignorare, però sentivo di non voler lasciar correre così. Non volevo "abbandonarlo", anche se non sapevo cosa potessi mai fare per poter aiutare uno sconosciuto come lui. Però per prima cosa dovevo rispondergli in qualche modo, non potevo lasciar passare troppo tempo o ciò avrebbe acuito la sua tensione.
    Io... io sono solo una civile disarmata...
    Decisi di alzarmi in piedi, seppure un po' incerta. Aprii le braccia lentamente, per dar credito alle mie parole. Volevo che fosse chiaro che non ero un pericolo per lui, ma nel farlo mi resi conto di stare mostrando un leggero tremore nei movimenti. Lui di sicuro era più forte di me e sapevo che se avesse voluto sarebbe potuto essere una minaccia per la mia incolumità molto di più di quanto fosse probabile il contrario. Dovevo essere cauta, non volevo correre alcun rischio.
    Sono... sono semplicemente in viaggio. Sto andando a Suna, vengo ora dal Paese dei Fagioli Rossi. Non ho fatto niente di male, lo giuro.
    Cercai di sembrare la più convinta possibile, ma ero decisamente spaventata e questo di sicuro si rifletteva sul mio aspetto e sulla mia espressione. Speravo che anche questo aiutasse a scagionarmi. Non avevo capito quali fossero le sue accuse, né il motivo che lo aveva portato a formularle, ma di certo ero innocente, non avevo dubbi su questo. Una volta chiarito questo speravo di poterlo aiutare in qualche modo, ma non avrei potuto farlo prima.
     
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    Alle mie affermazioni, notai il certo disaggio da parte della ragazza. Vuoi che uno sconosciuto la stava quasi minacciando, vuoi per qualche motivo valido, tutto sommato era comprensibile.
    In tutto questo, dovetti capire quali intenzioni avesse. In tutta onestà anche se era qualcosa che qualcosa che poteva non riguardarmi, purtroppo le politiche dei villaggi mi imponeva quasi di interrogare la presunta civile.
    Perché presunta? Semplice... La ragazza affermava di essere disarmata ed anche una civile come se io poteicredere a quel che diceva. Insomma Un civile non poteva avere un chakra del genere no?
    Una civile? TU? Ma se hai un chakra troppo elevato rispetto ad un semplice civile... Dissi con il solito tono di prima, aggiungendoci forse una piccola dose di ironia.
    Ripeto, non me ne frega nulla di chiunque tu sia, ma sei davanti a me e sei sospettosa. Ora te l'ho ripeto di nuovo, chi sei realmente? Dissi inizialmente mantenendo sempre il mio solito tono lineare di prima.
    Se continui a mentirmi, dovrò agire in qualche modo. Aggiunsi poi.

    Scusa per aver scritto poco, ma al momento non sapevo cos'altro scrivere >.<
     
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    OBJECTION!



    Una civile? TU? Ma se hai un chakra troppo elevato rispetto ad un semplice civile...
    Mi sentii quasi mancare all'udire parole genere. Sembrava quasi che stesse cercando una scusa qualsiasi per attaccarmi e questo voleva dire che mi sarei trovata completamente in sua balia. Oltretutto non riuscivo a capire come potesse dire una cosa del genere, avevo avuto sempre troppo poco chakra per i miei gusti, non potevo mai fare allenamenti troppo lunghi e finivo subito le energie quando provavo a eseguire tecniche durante le mie piccole esibizioni. Come poteva essere troppa una dose così bassa di chakra?
    Ripeto, non me ne frega nulla di chiunque tu sia, ma sei davanti a me e sei sospettosa. Ora te l'ho ripeto di nuovo, chi sei realmente?
    Non capivo, come poteva dire di non curarsi di me e poi insistere così tanto per saperlo. Non mi piaceva tutto quello, non mi piaceva per niente. Sentivo di essere di nuovo, per l'ennesima volta, del tutto impotente. Una sensazione disgustosa, che facevo fatica a dimenticare.
    Se continui a mentirmi, dovrò agire in qualche modo.
    Queste parole furono come gli ultimi chiodi su di una bara, mi diedero per un attimo la spregevole certezza che tutto sarebbe volto al peggio. Con le lacrime agli occhi, ormai non più trattenibili, decisi di farmi forza e ribellarmi.
    Non sto mentendo! Io... io sono Aiko Netsushi, sono una semplice artista di strada. Arrivo adesso dal Paese del Tè, ho il biglietto del battello se vuoi controllare. Non ho tanto chakra, ti starai sbagliando, lo giuro. Non ho fatto niente di male, niente. Puoi...
    Feci un singolo secondo di pausa, per trovare la forza di pronunciare le parole successive. Era qualcosa che non volevo, di cui avevo paura, ma che non potevo evitare.
    Puoi perquisirmi se lo credi. Non sono armata, non nascondo nulla. Ho alcuni rotoli con me, dentro ci sono un violino, del cibo, acqua e un secchio. Non ho niente di nocivo, non ho fatto niente di male. Voglio solo andarmene per i fatti miei. Ti prego... ti prego...
    Non volevo che uno sconosciuto mi mettesse le mani addosso, essere toccata da qualcuno di cui non mi fidavo era davvero difficile per me. Però non volevo essere costretta a difendermi in altro modo, non volevo essere costretta a usare la mia innata, rischiando di fargli del male. Speravo che lui capisse, che in fondo al suo cuore riuscisse a trovare la bontà d'animo di aprire gli occhi alla verità. Non volevo neanche pensare alla piega che avrebbero potuto prendere gli eventi in caso contrario, perché entrambi gli scenari mi parevano orribili. Non volevo che qualcuno distruggesse la mia libertà, ma non volevo neanche ferire altri esseri umani per difenderla, sarebbe stato anche quello difficile da sopportare. L'unica cosa che potevo fare quindi era sperare, un limite molto grosso per una persona che pretendeva di essere indipendente.
     
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    Non ci stavo capendo più nulla. A dire il vero non mi interessava toccare una ragazzina o tanto meno perquisirla. Semplicemente non volevo che una volta dato le spalle a lei, tentasse alla mia vita. C'era qualcosa in quel momento che mi fece quasi mancare.
    I-io... Dissi non completando la frase.
    Non sapevo cosa dire o fare. Cioè davvero una donna così alla leggera, chiedeva di essere toccata e perquisita? Funzionavano davvero così le cose con una donna? O un ninja doveva comportarsi così?
    In certe situazioni non riuscivo a comprendere a pieno cosa dovessi fare. Probabilmente stavo sbagliando giudizio sulla ragazza o stavo fraintendendo la situazione. Rimasi a fissarla per diversi secondi, per decidere cosa fare. No non l'avrei mai toccata o perquisita, ma c'era altro su cui riflettere.
    Alla fine decisi semplicemente che non sentendo che stesse manipolando del chakra, almeno fino a quel momento non rappresentava di certo una minaccia, ma sapevo benissimo che non era una comune cittadina. Non possedendo un chakra superioe ad un comune cittadino non-ninja.
    Ahhh.. Lascia perdere. Dissi sospirando esasperato.
    Non ho nessuna intenzione di metterti le mani addosso e visto che almeno per il momento non rappresenti una minaccia lasciamo perdere.. Continuai poi, mantenendo il mio sguardo fermo e neutrale verso di lei.
    Ma ancora non capisco perché cammini di notte un posto del genere. O sei completamente pazza o sicura delle tue capacità! Aggiunsi infine.

    CITAZIONE
    Edit: Ho editato il testo come detto da Giulio quindi il post nuovo è molto più corto del precedente, quindi perdonatemi >.<


    Edited by tandah! - 27/8/2016, 12:38
     
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    IL MOTIVO



    I-io...
    Lo sguardo del ragazzo si era fatto confuso. Aveva ascoltato tutto ciò che avevo da dire, fino alla fine, adesso probabilmente stava valutando il da farsi. Io rimasi in silenzio e cercai di sostenere lo sguardo indagatore che lui mi rivolse per qualche attimo, ma la mia espressione quasi di sicuro rendeva esplicito il terrore che stavo provando.
    Ahhh.. Lascia perdere.
    Tirai un enorme, evidente sospiro di sollievo. Per fortuna sembrava aver capito le mie ragioni, pensai.
    Non ho nessuna intenzione di metterti le mani addosso e visto che almeno per il momento non rappresenti una minaccia lasciamo perdere..
    Queste parole mi fecero intuire quanto non credesse del tutto a quello che avevo detto, ma non avevo altra scelta che accontentarmi. Il suo sguardo rimaneva preoccupante, ma almeno pareva ad aver rinunciato all'idea di attaccarmi a priori.
    Ma ancora non capisco perché cammini di notte un posto del genere. O sei completamente pazza o sicura delle tue capacità!
    Il tono era sempre sospettoso, ma pareva esserci un'accettazione del dialogo, che invece prima mancava del tutto. Mossi le mani molto lentamente, senza fare niente di brusco o improvviso, per potermi asciugare le lacrime.
    Io... avevo solo pensato che facesse troppo caldo di giorno per attraversare il deserto. Io volevo andare a Suna e pensavo che viaggiando di notte avrei avuto meno problemi. Ci sono tanti banditi o altri pericoli per strada?
    Chiesi, preoccupata, riferendomi alle sue ultime parole. Era implicito un rifiuto della sua diagnosi, per quanto avessi imparato qualche modalità di autodifesa non potevo di certo considerarmi del tutto al riparo dalle possibili mire di criminali. Proprio per questo un'eventuale risposta positiva mi avrebbe dovuto portare a riconsiderare i miei piani, forse sarei stata costretta a fermarmi a dormire nel piccolo villaggio alle mie spalle. A meno che il ragazzo non volesse accompagnarmi, ma non pareva il tipo da quello che avevo avuto modo di vedere fino ad allora.
     
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    Come potevo fidarmi di una sconosciuta in giro per la il deserto e con quel chakra? Io mi stavo sforzando davvero tanto di non attaccarla a caso ed essere come quel testa quadra di konoha ma era davvero dura. Era ingenua/Sprovveduta o manipolatrice? In ogni caso avrei comunque tenuto alta la mia guardia, per ogni evenienza.
    Io... avevo solo pensato che facesse troppo caldo di giorno per attraversare il deserto. Io volevo andare a Suna e pensavo che viaggiando di notte avrei avuto meno problemi. Ci sono tanti banditi o altri pericoli per strada?
    Il problema non sono i briganti o eventuali aggressori. Il problema è che tu sei sospetta. Una persona che non è un ninja del paese del vento, aggirarsi in questo luogo a quest'ora.. Mettiti nei panni dei ninja di Suna che perlustrano la zona. Dissi inizialmente sospirando.
    Non sapevo come trattare realmente con lei. Sembrava ingenua, sprovveduta, una ragazzina o soltanto molto furba da farmi abbassare la guardia?
    Altri ninja, ti avrebbero già attaccato ed anche ucciso. Altri ninja attaccherebbero senza se e senza ma, senza fare delle domande o senza chiedere all'interessato cosa ci facesse in quel luogo. proseguì poi, cercando di ricompormi e mantenere quel topo ed espressione di neutralità che mi contraddistingueva quasi sempre.
    Ad un certo punto alzai leggermente la mia t-shirt per mostrargli il mio addome, pieno di ferite e cicatrici. Erano il segno che mi era stato lasciato e di ciò che cercavo di dire.
    Vedi queste ferite? Sono la prova di ciò che sto dicendo. Un singolo ninja mi ha provocato queste ferite, senza domandarsi cosa stesse succedendo. Sono quasi morto per queste ferite, pur non avendo intenzioni malvagie. continuai a dire, rimanendo in quella posizione per diversi secondi, per fare in modo che quella ragazza ammirasse le ferite che quel testa quadra mi aveva inflitto nel paese del fuoco. Ricordavo bene quel giorno, fin troppo bene. Le ferite che mi aveva procurato, era un monito. Significavano che ero fin troppo debole per reggere in confronto con qualcuno e che mi spingevano a diventare più forte a cercar potere per vendicarmi di quell'essere.
    Allora? Sei ancora convinta di quel che dici? Sei convinta di rischiare la tua vita in questo modo per evitare il caldo? Aggiunsi infine.
    In tutta quella storia, ancora non capivo perché cercavo di convincerla che il mondo fosse pericoloso. Io stesso non capivo il perché.
     
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    DEDUZIONE



    Il problema non sono i briganti o eventuali aggressori. Il problema è che tu sei sospetta. Una persona che non è un ninja del paese del vento, aggirarsi in questo luogo a quest'ora.. Mettiti nei panni dei ninja di Suna che perlustrano la zona.
    Rimasi davvero stupita da queste sue affermazioni. Perché mai dei ninja avrebbero dovuto trovare sospetta la presenza di un civile sulla strada per Suna? Non viaggiava più nessuno in quel paese? Decisi però di tenere questi dubbi per me, non volevo indisporre di nuovo quel ragazzo.
    Altri ninja, ti avrebbero già attaccato ed anche ucciso. Altri ninja attaccherebbero senza se e senza ma, senza fare delle domande o senza chiedere all'interessato cosa ci facesse in quel luogo.
    Le sue parole mi spaventarono molto. C'erano davvero persone così in giro? Mi sembrava una follia, non volli crederci. Finché lui non alzò la sua maglietta, mostrandomi il petto. C'era più di una cicatrice, anche se la scarsa luce non mi permetteva di capire bene se fossero recenti o antiche. Dovevano essere dolorose, pensai. Provai un forte senso di compassione verso di lui.
    Vedi queste ferite? Sono la prova di ciò che sto dicendo. Un singolo ninja mi ha provocato queste ferite, senza domandarsi cosa stesse succedendo. Sono quasi morto per queste ferite, pur non avendo intenzioni malvagie.
    È... è orribile quello che le hanno fatto. Mi dispiace sul serio.
    Il tono della frase era il più sentito possibile, ero davvero sconvolta dalla sua testimonianza. Del resto il mondo era pieno di persone intrinsecamente cattive, lo avevo sperimentato più volte sulla mia pelle. Per quanto mi sforzassi di pensare che non fosse così non potevo cambiare la realtà dei fatti.
    Allora? Sei ancora convinta di quel che dici? Sei convinta di rischiare la tua vita in questo modo per evitare il caldo?
    Rimasi un paio di secondi in silenzio, per riordinare i pensieri. Il ragazzo mi aveva dimostrato apertamente quanto fossi stata ingenua. Del resto avevo persino già avuto un altro indizio, l'incidente di Oto. Dovevo stare molto più attenta, c'era appena stata una guerra e negli stati coinvolti nessuno pareva averlo dimenticato. O almeno questa era la conclusione che aveva potuto trarre un'osservatrice esterna come me. Il fatto che non fossi riuscita a giungere a conclusioni ovvie da sola non deponeva molto a mio favore.
    No, ha ragione lei. Sono... sono stata troppo ingenua. Io... credo che tornerò al porto e prenderò una camera per la notte. La ringrazio tanto per i consigli, davvero. Posso... posso chiederle il suo nome?
     
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