La Melodia delle Lame

Allenamento Kichi Kikuchi Anami - Natsuki Kuga - Aiko Netsushi

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    "Kichi... Fa caldo...!"


    Faceva caldo... non "il solito caldo", ma caldo!
    Avete presente quando si dice che il termometro sta scoppiando per il caldo? Ecco, è successo davvero. 46 gradi all'ombra, ventilatori per tutta la magione. E io mi annoio tantissimo, di fatti osservavo con uno sguardo piuttosto vuoto il ventilatore puntato sulla mia faccia a qualche centimetro di distanza. Il flusso d'aria mi scompigliava i capelli.
    - Se ti annoi così tanto, fai una passeggiata. - Con questo caldo...? Chi vuoi uccidere...? - Allenati. Ci sono i ventilatori nel dojo. - Occupato, gli allenamenti dei bambini sono iniziati da un po' e per allenarmi con l'Esodo ho bisogno di molto spazio o qualcuno potrebbe farsi male... - Quindi... che vuoi fare? - Hmmm... Stetti in silenzio per un po' a fissare il fulcro del ventilatore, per poi avvicinarmi ed aprire la bocca... - Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa∼ La voce era distorta dalle pale del ventilatore, offrendo un buffo effetto sonoro alla mia voce. - Sapevo che stavi per farlo... Oh, quanto lo sapevo...
    Qualche secondo dopo entro Zio Shumei nel soggiorno. - Kichi, non ti fa bene restare tutto il giorno in panciolle, ma devo ammettere che fa troppo caldo per restare fuori al sole... Ho un'idea, perché non vai al Paese del Té, fatti una passeggiata, allenati, fa qualcosa, basta che non resti a poltrire. Posò poi un sacchettino. - Tieni, comprati qualcosa da mangiare, durante il tragitto. Disse, prima di dirigersi verso una dispensa per prendere un po' di té. - Ok, Zio.
    Mi diressi verso l'uscita Est del villaggio, evitando di andare nei luoghi soleggiati, perché? Il cadavere di un cane morto per il caldo non mi tranquillizzava per niente...
    Raggiunsi il cancello e dopo i vari controlli di routine riuscii a scroccare un passaggio per il Paese dei Fagioli Rossi.
    Da lì il tragitto fu univoco. Appena sbarcata, il mio sospiro di sollievo fece capire quanto mi sentivo sollevata dall'essere lontana da quell'inferno di sabbia e fuoco.
    Mi diressi verso il villaggio e raggiuntolo, la prima cosa che feci fu andare a comprare un po' della bevanda che rende famoso questo paese e una manciata dei miei dolci preferiti: i taiyaki. - Sei uguale a tuo fratello, chissà se ti capiterà la stessa cosa... - Di che parli? - Nulla, nulla... Pensavo ad alta voce...

    Finita la merenda, mi diressi verso una collina, per poi distendermi sotto un albero a godermi l'ombra.
    Avevo il coprifronte legato al gomito sinistro come sempre, e indossavo una maglietta simil giacca bianca molto leggera sopra ad una gonnella. Avevo solo i kunai come armi, ma non c'era troppo di cui preoccuparsi, potevo usare l'Esodo per recuperare la mia katana in un non nulla. - Sono felice che ti affidi ai tuoi poteri, ma tuo zio non aveva detto di non poltrire? - Occhio non vede... cuor non sente... Dissi, prima di chiudere gli occhi in cerca di riposo.
    In realtà mi sarei allenata, ma non in quel preciso momento...


    Edited by Ty27 - 5/8/2016, 08:47
     
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    Il Paese del Tè era sempre stato tra i preferiti di Natsuki. Ovviamente amava particolarmente le montagne tra le quali era cresciuta, e trovava molto affascinante il Paese del Fiume, tuttavia la calma e la pace che contraddistinguevano quel Paese privo di ninja l’avevano letteralmente rapita sin dalla prima volta che vi aveva messo piede, ormai parecchi mesi prima. Svolgere missioni in quel luogo era per lei sempre una gioia, tanto da proporsi volontaria anche per quelle più futili e svolgibili da Genin ancora meno esperti di lei. Certo era difficile che ce ne fossero, ma il loro numero, seppur esiguo, costituiva un dato di fatto.
    Insomma, non le interessava di fregare le missioni altrui, né di essere rimproverata in continuazione da sua madre per via del lungo viaggio. La povera Saeko ormai rabbrividiva istintivamente ogni volta che sentiva la parola “tè”, tanta era la sua paura che potesse accadere qualcosa alla figlia, così lontana da casa. Nonostante fosse passato ormai quasi un anno dal suo esame Genin, sembrava che la donna non riuscisse ad accettare il fatto che la ragazza fosse in grado di badare a se stessa… più o meno. Di certo le ferite e i lividi che tendevano a comparire sul corpo di Natsuki con più frequenza del normale non contribuivano a rassicurarla. Soprattutto quella bella grande e lunga sul suo braccio destro, prova del suo scontro con Hirohito Uchiha. Voleva bene a sua madre, ma quel suo modo di fare non faceva altro che ferirla. Forse proprio per questo amava così tanto quel Paese: la vedevano sempre come un’eroina, nessuno la sottovalutava e la sua benda sull’occhio era vista come indice di una grande esperienza, non una debolezza unica ed inarrestabile.
    Per questo quel giorno, nonostante avesse già completato la propria missione, Natsuki aveva deciso di sostare nel Paese del Tè più del dovuto, evitando di iniziare il lungo cammino verso casa che l’avrebbe tenuta impegnata qualche giorno. Il suo compito era stato portato a termine del resto, non c’era mica bisogno di affrettarsi! Proprio in vista di quella decisione, aveva portato con sé, all’interno della propria sacca da viaggio, anche una stuoia da stendere a terra, in modo da potersi accomodare per terra senza sporcare i propri vestiti. All’interno vi aveva inserito anche il suo piccolo volume de “Il libro dei cinque anelli”, ancora in fase di lettura nonostante l’avesse iniziato più di un anno prima, probabilmente per assicurarsi qualcosa di piacevole da fare nel caso si fosse annoiata. Aveva anche scelto un luogo per potersi godere un po’ di solitudine e tranquillità, in quella sua breve vacanza estiva; poco lontano dal Villaggio c’erano delle collinette che fornivano una vista davvero molto bella, inoltre la copertura di qualche sporadico albero permetteva di potersi accampare in tranquillità, senza preoccuparsi dei caldi raggi solari e godendosi il leggero freschetto dovuto al venticello tipico delle zone più elevate.
    Non ci era voluto molto prima di raggiungerlo e di scoprire di non essere stata l’unica ad aver scelto quel piccolo angolo di paradiso per riposarsi. Una ragazzina dai capelli chiari stava infatti stesa a qualche metro da lei, apparentemente addormentata. L’aveva osservata per qualche secondo, prima di muovere qualche passo silenzioso, giusto per non risvegliarla, e poi iniziare ad armeggiare con la propria sacca, in modo da tirarne fuori la stuoia ed il libro. Fortunatamente non aveva fatto troppo rumore ed in breve tempo aveva potuto sedersi in modo composto, alla maniera giapponese, senza doversi preoccupare di macchiare i pantaloni blu. Ovviamente prima di accomodarsi aveva accuratamente rimosso i propri stivali e li aveva appoggiati a qualche metro dalla stuoia, a portata di mano. Fatto quello non le era rimasto che sciogliere la Tooboe no Kaze, mettendola con cura davanti a sé, appoggiata alla asticelle di legno ancora all’interno del proprio fodero. Era stata tentata di rimuovere la semplice casacca smanicata scura che indossava, purtroppo umida a causa del sudore, ma la possibilità che si potesse avvicinare un uomo l’aveva fatta desistere. Non aveva sciolto neanche il coprifronte, come al solito legato al braccio destro, in modo da coprire almeno in parte la lunga cicatrice e fornire allo stesso tempo una protezione.
    Beh, terminati i preparativi non le rimaneva che prendere in mano il piccolo libro e leggere!

    Si preannunciava una giornata davvero tranquilla e piacevole.

     
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    Dopo gli eventi di Oto mi ero rimessa a vagare con più energia e voglia di fare. Dopo un paio di settimane passate nel Paese del Fuoco scelsi di dirigermi a Sud, verso una nazione che conoscevo fin troppo bene. Il Paese del Tè era il luogo dove avevo toccato il punto più basso della mia vita, un periodo lungo e doloroso a cui cercavo di non pensare mai, anche se non potevo e non volevo dimenticare del tutto. Il motivo principale del mio viaggio era tornare nella locanda che mi aveva ospitato dopo la fuga, per ringraziarne la padrona per la gentilezza dimostrata in quell'occasione. Erano passati molti anni, ma per molto tempo avevo avuto paura di affrontare la vicinanza con quell'altro posto.
    La prima notte la passai in un piccolo ostello in un piccolo villaggio portuale, a quanto pareva specializzato nelle comunicazioni con il piccolo Paese dei Fagioli Rossi, a sua volta un posto che avevo visitato più di un anno addietro e che mi aveva lasciato un'ottima impressione. Non lo stesso potevo dire del luogo che avevo scelto quella sera, era molto povero e altrettanto degradato. Però, sebbene il luogo non fosse il massimo, mi consolai con la viva cordialità degli abitanti. Sembravano piuttosto abituati alla presenza di stranieri, cosa decisamente rara per un agglomerato di quelle dimensioni.
    La mattina decisi di dormire un po' più del solito e mi alzai attorno alle nove e mezza. Avevo macinato molti chilometri il giorno precedente e non volevo esagerare. Del tutto riposata, feci colazione e poi pagai sia la notte che il pasto. Mi diedi una bella lavata al piccolo bagno pubblico, poi mi rimisi in marcia. Presi di gran carriera il sentiero che mi sembrava corretto, fidandomi del mio senso dell'orientamento. L'ambiente era lo stesso del giorno prima, una natura a tratti selvaggia, a tratti più tranquilla. Mi persi ad osservare la flora, abbastanza rigogliosa e quasi lussureggiante in alcuni punti. Era piacevole come posto, non lo avevo notato durante la mia prima permanenza, per ovvi motivi.
    Dopo più di mezz'ora di cammino trovai le prime indicazioni stradali e, con mia grande sorpresa, scoprii che mi stavo dirigendo verso nord, verso Konoha, ovvero dal lato opposto rispetto a quello previsto. Rimasi qualche secondo stupita, facevo fatica a capacitarmi di un errore così grossolano. Indispettita, mi rimisi in marcia. Rischiavo di perdere tempo e di arrivare molto più tardi di quanto stabilito dalla mia tabella di marcia, forse sarei stata obbligata di nuovo a fare un'altra tappa intermedia, cosa che avrebbe intaccato un po' i risparmi che stavo coscienziosamente accumulando. Non un grosso problema, ma era meglio evitare.
    Con un passo più sostenuto, raggiunsi in poco tempo il piccolo porto di prima e presi il sentiero che avanzava in direzione opposta rispetto a quello da cui provenivo. Però questo non procedeva dritto e si allontanava dal litorale, mettendomi molti dubbi su quale fosse la reale direzione in cui mi stavo avventurando. Dopo poche centinaia di metri arrivai ad un bivio, senza avere particolari indizi su quale fosse la retta via, che sentivo smarrita come era già successo ad un celeberrimo poeta del passato. Non sapendo su cosa basare la mia scelta, puntai sull'istinto e presi la via di sinistra. Dopo poco superai una deviazione che sembrava portare ad un villaggio più grande degli altri, ma tirai dritto. Ero convinta che uscire dal sentiero mi avrebbe fatto perdere troppo tempo, anche se necessitavo indicazioni da qualche abitante locale. Però speravo di incontrare qualcuno lungo la via e avere indicazioni più precise sulla strada che avevo intrapreso. Poco dopo notai una bella collina e su di essa la presenza di un paio di persone. Mi avvicinai un po' e mi accorsi che uno dei due sconosciuti era sdraiato, mentre l'altro sembrava seduto a leggere. Una volta arrivata a pochi metri dai due, mi resi conto che si trattava di due donne e inoltre di due shinobi. La ragazza sdraiata pareva poco più di una quindicina d'anni, mentre dell'altra mi era più difficile individuare l'età, anche se sembrava più giovane di me. Non riuscii neanche a individuare i simboli segnati sui coprifronte, entrambi legati alle braccia delle kunoichi, ma non aveva particolare importanza ai miei occhi. Quello che contava era che una delle due era addormentata, quindi avrei dovuto agire di conseguenza, cercando di non svegliarla. Mi feci più vicina alla seconda, prestando attenzione a non fare troppo rumore. Lei portava una vistosa benda su un occhio e aveva vestiti e atteggiamenti piuttosto mascolini, però i lineamenti mi sembravano inconfondibilmente femminili.
    Scusi il disturbo. Per il Porto Degarashi devo proseguire di là?


    Ho cercato di interpretare un po' quello che avevate scritto, sia come tempi che come luogo, se ho sbagliato qualcosa ditemelo che correggo :asd: .
    Giusto per chiarezza, a inizio post cito un allenamento solitario che ho quasi finito di scrivere ma che non ho ancora postato.
     
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    "Mi ricordo colline verdi..."


    - Non stai dormendo, vero? Mi chiese lo Spirito con tono sarcastico. Si notava che voleva farmelo pesare.
    - Come potrei se continui a disturbarmi? - Ah. Ah. Ah. Ridacchiò con tono leggermente infastidito.

    - Bella giornata, eh? Chiesi senza pensarci troppo. Quello scenario mi ricordava la mia infanzia: prati verdi, passeggiate infinite mano nella mano con Ringil, le nottate sotto le stelle. Il vento scompigliava i miei capelli, offrendo alle mie narici il dolce odore dell'erba fresca inondata da una leggera rugiada, L'opposto a quella che era Suna. - Perché me lo chiedi? - Non ti ricorda dieci anni fa? Sembra quasi il paese della Zanna... - Ti ricorda l'infanzia? Stetti in silenzio, avevo gli occhi aperti già da un po', ma probabilmente sembravo addormentata, dato che fissavo il cielo.
    La luce filtrava dalle fronde dell'albero che riconobbi essere una semplice quercia. - Non è bello definire un essere vivente "semplice"... - Che intendi? Lo spirito si era fatto pensieroso, ma in fin dei conti sapevo che era rilassata quanto me, voleva solo accennare qualcosa che sapeva. - Osservarla. Non fa altro che restare ferma, a godersi il sole, eppure così fanno le pietre... Sai qual'è la differenza tra quest'albero e una pietra? La domanda sembrava stupida. - Il ciclo vitale, no? - Esattamente. Ma a differenza degli animali, la quercia si nutre da sé, attraverso la fotosintesi, ma al tempo stesso non è dotata di locomozione. Resta immobile come un sasso, eppure vive, cresce e muore... L'uomo si considera l'apice dell'evoluzione. Eppure gli esseri umani vivono al massimo ottant'anni. La quercia invece... scommetto che non scoprirai mai gli anni di questa quercia. Ha vissuto molte esperienze eppure non ha visto altro che questo paesaggio. - Che intendi dire? Che il mondo in sé è complicato? Che non esistono cose semplici? Lo spirito accennò un'affermazione. - Tratti le spade come esseri viventi, non puoi essere insensibile alla grandezza di questa meraviglia della natura... Fissai il movimento armonico delle fronde mosse dal vento.
    - ... Sì... hai ragione.

    Il tempo era passato, neanche me ne accorsi ma ero caduta in un profondo sonno, da cui mi risvegliai leggermente stordita.
    - Kyuuu∼... Ma quando mi sono addormentata? - Non ne ho la benché minima idea, ma non sto neanche a dirti con che visetto dolce sei rimasta per tutto il tempo.
    Non diedi minimamente peso alle sue parole. Mi alzai dalla mia posizione quasi fetale ad una seduta con la schiena sul tronco, stropicciandomi gli occhi nel frattempo.
    - Devo capire che ore sono, se Zio Shumei non mi vede a casa entro stasera potrebbe preoccuparsi... - Prova a chiedere a quelle due. Sono venute mentre dormivi. Non sembrano pericolose.
    Accogliendo il suggerimento mi rialzai lentamente in piedi e scorgendo il gruppetto, cercai di avvicinarmi a loro. Avevo i sensi ancora intorpiditi dal sonno, difatti è inutile nascondere il fatto che stavo inciampando per due-tre volte nella durata del tragitto di soli 20 metri.
    - E-ecco... - B-bu-buon pomeriggio... G-gentilmente, potreste indicarmi l'ora?
    Dissi facendo un profondo inchino in segno di rispetto.
    Nel torpore che mi avvolgeva non notai alcun particolare dei due individui, che riconobbi tuttavia essere delle ragazze.
     
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    Probabilmente non avrebbe potuto trovare un posto migliore per godersi quella giornata di meritato riposo. Quel silenzio così naturale e piacevole riusciva a farla rilassare quasi completamente, incurante del fatto che una ragazzina dormisse a qualche metro di distanza; le gettava solo un’occhiata di tanto in tanto per assicurarsi che i raggi del sole non le arrivassero in faccia, in quel caso si sarebbe alzata e l’avrebbe svegliata, consigliandole di spostarsi. Addormentarsi, soprattutto in estate, sotto quei raggi caldi avrebbe potuto provocarle un malore del resto! La ragazza non poteva certo sapere che essendo una Suniana, la piccola addormentata fosse abituata a temperature ben più alte.
    A parte quel particolare, però, a rapire del tutto il suo interesse erano le pagine di quell’antico libro. Sebbene non fosse andata granché avanti, aveva trovato degli argomenti che l’avevano colpita in maniera davvero positiva. Aveva riletto più volte determinati paragrafi proprio per assicurarsi di stamparseli bene in mente, in quanto illustravano determinate tecniche, strategie e consigli atti a rendere il lettore uno spadaccino e una persona migliore. Insomma, tutto quello che Natsuki cercava.
    Aveva continuato a sfogliare, quindi, pagina dopo pagina con un fervore crescente. Un sentimento di solito a lei estraneo, almeno se accostato alla lettura. Aveva in breve perso la cognizione del tempo, facendo passare secondi, minuti o forse anche ore, perfettamente integrata in quell’angolo di pace che si era venuto a creare in cima a quella collinetta. Non ci era voluto molto però, prima che tutto questo fosse in qualche modo intaccato dall’arrivo di un fattore estraneo che non aveva considerato. All’inizio neanche si era accorta dell’avvicinamento della ragazza del resto, il tutto era diventato più chiaro quando era stata a portata d’orecchio e di vista. Istintivamente, forse per deformazione personale, si era lentamente voltata verso quella figura, scrutandola con occhi incuriositi e mantenendo il libro aperto nella pagina che era intenta a leggere. Nonostante fosse seduta non sembrava particolarmente alta, inoltre i suoi tratti acerbi, le ricordavano più quelli di un’adolescente che di una donna adulta. Nonostante questo qualcosa in lei tradiva una certa maturità, almeno rispetto a Natsuki, e questa l’aveva portata a pensare che avesse almeno tre o quattro anni più di lei. La domanda che le aveva rivolto subito dopo era piuttosto semplice e posta in modo educato, cosa che aveva riscontrato un parere molto positivo da parte della ragazza, nei confronti di quella strana sconosciuta.
    - Si figuri. La direzione dovrebbe essere quella giusta, ma le consiglio di chiedere una ulteriore conferma lungo la strada; non sono del luogo e non ho mai usufruito del porto, quindi non sono molto sicura.- le aveva risposto rivolgendole un leggero inchino rispettoso e parlando con quel suo solito tono composto ma gentile. Per evitare di risultare maleducata aveva pure chiuso il libro, segnando il punto in cui era arrivata con il proprio segnalibro, in modo da far capire alla donna di essere completamente impegnata nell’ascoltarla ed aiutarla. A quanto pareva però, la donna non era l’unica ad aver bisogno d’aiuto. La ragazzina dormiente, infatti, sembrava finalmente essersi svegliata e doveva stare subendo qualche postumo a giudicare dalla sua andatura malandata. Una volta che si era avvicinata abbastanza da porre la sua domanda, Natsuki l’aveva accolta con un breve sorriso ed un ulteriore inchino, prima di inclinarsi lievemente verso sinistra, in modo da avere una visione del sole migliore rispetto a quella coperta dalle fronde.
    - Buon pomeriggio a te. Dovrebbero essere tra le undici e le dodici, se non sbaglio.- aveva risposto cortesemente, lanciando poi un’occhiata alla ragazza di prima, come a volerla incoraggiare a contraddirla nel caso avesse sbagliato. L’alta considerazione che provava verso se stessa era ben visibile anche da quei piccoli gesti, del resto. Ovviamente, pur cercando di mostrarsi più attenta possibile alle due arrivate, neanche un momento avrebbe smesso di tenere d’occhio la propria spada, posta a qualche centimetro davanti a sé. Non tanto per istinti bellicosi, quanto per paura di perdere un oggetto così prezioso.

     
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    PRENDETE E MANGIATENE TUTTI



    Si figuri. La direzione dovrebbe essere quella giusta, ma le consiglio di chiedere una ulteriore conferma lungo la strada; non sono del luogo e non ho mai usufruito del porto, quindi non sono molto sicura.
    La ragazza si era dimostrata molto gentile e disponibile, però purtroppo non era certa dell'informazione che mi stava fornendo, costringendomi a rimanere nel dubbio. La ringraziai cortesemente, ma appena riuscii a farlo sentii un rumore provenire da poco distante. L'altra ragazza si era svegliata, probabilmente per colpa del rumore che avevo fatto. Le avrei dovuto chiedere scusa, pensai.
    E-ecco... B-bu-buon pomeriggio... G-gentilmente, potreste indicarmi l'ora?
    La giovane caracollava un po' goffamente e aveva rischiato di cadere da sola in più di un momento. Coronò la sua domanda con un inchino, al che prese la parola l'altra ragazza.
    Buon pomeriggio a te. Dovrebbero essere tra le undici e le dodici, se non sbaglio
    Quest'ultima si girò poi verso di me per un istante, come a chiedere il mio parere. Probabilmente non era sicura neanche di questo dato e voleva che dicessi la mia.
    Confermo. Penso che ormai manchi poco a mezzogiorno.
    Aggiunsi alle mie frasi un sorriso. Quella interazione era stata fino ad allora piuttosto breve, ma mi aveva incuriosita nei confronti delle due sconosciute, al punto da voler scoprire qualcosa di più su di loro. Da quel poco che avevo avuto modo di capire non si conoscevano tra di loro, eppure avevano dato dimostrazione di gentilezza reciproca, cosa che mi faceva sempre piacere osservare. Soprattutto tra militari professionisti, potenzialmente anche di nazioni differenti. Viste le tensioni internazionali da cui era dominato quasi tutto il mondo non poteva che essere qualcosa di estremamente positivo, pensai.
    Shinigan (Occhio della morte)
    Livello C
    Tipo: Ninjutsu
    Versione basilare di una tecnica segreta del clan Netsushi, che si tramanda di generazione in generazione e che permette di conoscere il vero nome delle persone. Si narra che anticamente essa fu insegnata al capofamiglia niente di meno che da uno Shinigami, un Dio della Morte. Si narra altresì che anticamente la tecnica fosse in grado di mostrare anche la data della morte delle persone, cosa che avrebbe causato la pazzia di più di un Netsushi, devastati dal conoscere il momento della morte dei propri cari.
    Concentrando una piccola dose di chakra nell'occhio destro, si potrà vedere il vero nome di tutte le persone che entrano nel campo visivo dell'utilizzatore. I caratteri sono posizionati davanti al corpo, all'altezza dello stomaco. Questo nome è sempre quello dato alla nascita e non cambierà neanche modificandolo legalmente. Nel caso in cui la persona non abbia ricevuto un nome al momento della nascita, verrà considerato come vero nome quello che gli viene dato per la prima volta. Se una persona non ha mai ricevuto un nome comparirà semplicemente la scritta “nessun nome”.
    Con la morte di una persona, sparisce anche il suo nome. Questo processo non è immediato, ma può prendere da un minuto fino a un giorno. Inoltra i cloni non sono riconosciuti come diversi dalle persone e quindi essi presentano il nome del loro creatore.
    [Questa tecnica non richiede sigilli]
    [Questa tecnica non può essere mantenuta attiva per più di tre turno di seguito]
    Consumo: 10 a turno.

    Sentendo che la mia curiosità stava iniziando a divampare, attivai subito la tecnica dell'Occhio della Morte. Era diventato quasi un riflesso incondizionato, nel momento in cui trovavo qualcuno che attirava il mio interesse. Natsuki Kuga e Kichi Kikuchi Anami. Avevano entrambe dei bei nomi, mi piacevano a pelle. Decisi che potevo accordare loro la mia fiducia, ovviamente non totale, ma molto maggiore rispetto a quella che concedevo ad altri sconosciuti.
    Ah, a proposito... vista l'ora pensavo di fermarmi a mangiare qui. Vorreste farmi compagnia? Posso offrirvi qualcosa?
    --evocare migliorato: estrarre qualsiasi tipo di oggetto da un rotolo non costa chakra (a meno che non sia specificato diversamente).

    Rotolo dei rotoli
    Rotolo in vari formati, al cui interno possono essere immagazzinati solo altri rotoli. I rotoli piccoli occupano una slot, quelli medi due, quelli grandi cinque. Il consumo di evocazione è pari al numero di slot occupate per 4 e non è scontato dalla specializzazione. Questo rotolo non può essere immagazzinato in nessun altro tipo di rotolo.
    -Da polso: rotolo piccolo, che dispone di 2 slot. Costo: 1 rotolo vuoto piccolo +20 ryo
    -Minore: rotolo medio, che dispone di 5 slot. Costo: 1 rotolo vuoto medio + 40 ryo
    -Maggiore: rotolo grande, che dispone di 10 slot. Costo: 1 rotolo vuoto grande + 80 ryo

    Rotolo dispensa
    Rotolo di medie dimensioni, perfetto per cacciatori e cuochi itineranti. In esso è possibile conservare qualsiasi tipo di cibo, compresa la selvaggina appena catturata. Grazie alla specifica tecnica spazio-temporale su cui si basa, i cibi contenuti all'interno di questo rotolo sono in grado di mantenere la loro freschezza fino ad un mese. I cibi di piccole dimensioni occupano una slot, quelli di medie cinque e quelli grandi dieci (non si possono conservare quindi cibi enormi). Il rotolo contiene 10 slot e il consumo di evocazione è pari a due unità di chakra per ogni slot.
    Costo: 1 rotolo vuoto medio + 5 ryo

    Dopo aver fatto la domanda e mentre attendevo la risposta, mi tirai su la manica destra ed estrassi dal Rotolo dei rotoli un altro rotolo. Si trattava di quello in cui conservavo il cibo, delle cui dieci slot solo otto erano piene. Non mi rifornivo da un po', avrei dovuto farlo presto. Estrassi due piccole ciotole contenenti dei nachos, uno strano alimento che avevo scoperto e comperato nel Paese del Mare, quasi un mese addietro. Oltre a queste, tirai fuori anche un bel piatto di tempura di gamberoni, quello che sarebbe stato il pezzo forte del pasto. Ce n'era in abbondanza per più di una persona e questo lo rendeva perfetto per essere condiviso. Questo avrebbe potuto essere il modo giusto per rompere il ghiaccio.
    Forza, non fate complimenti, mi fa piacere mangiare in compagnia.
     
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    "Aggiungi un posto a tavola..."


    - Buon pomeriggio a te. Dovrebbero essere tra le undici e le dodici, se non sbaglio. - Confermo. Penso che ormai manchi poco a mezzogiorno. - Ah, g-grazie al cielo, pensavo fosse più tardi...
    Dissi con un sorriso a bocca chiusa leggermente sconclusionato e gli occhi socchiusi.
    Se fosse stato più tardi, non avrei fatto in tempo a tornare entro sera e Zio Shumei si sarebbe preoccupato...
    - Ma fai sul serio? - Che intendi? Il tono dello spirito era rapprensivo e preoccupato. - Non me n'ero accorta, ma la ragazza col libro è armata.
    Stropicciai ancora una volta gli occhi, per poi inquadrare la katana.
    - Oooh~
    La fissai per un paio di secondi, per poi nettermi in ginocchio a fissarla con fare infantile. - Non credo riuscirai a parlarci, dopotutto non ti appartiene e non hai abbastanza esperienza, ma vuoi provarci lo stesso? - Mi sembra logico.

    Spirito delle Lame
    Tipo: Abilità

    Il ninja, grazie allo Spirito Guardiano, è in grado di poter parlare telepaticamente con qualsiasi arma che accetti il dialogo. La loro Essenza verrà filtrata dallo Spirito stesso, indirizzandole al cervello del ninja, che potrà parlare con loro.
    [Costo: 1 a turno per arma]
    [Le armi devono essere personali e l'utente il cui pg possiede l'arma deve dichiarare che l'arma accetta il dialogo, altrimenti viene considerata "vuota" o "che si rifiuta di parlare"]
    [Esse possono parlare solo se in prossimità del ninja]
    [La loro voce può essere udita solo dal ninja]

    - Emh... ciao.
    Avrei aspettato quindi la sua risposta.
    Una volta arrivata, lo spirito non tardò a farmelo notare. - Incredibile, ti ha risposto davvero!
    La spada probabilmente non sarà sorpresa di sentirsi parlare, ma non è detto... - Beh, dopotutto non sono poche le persone che lo fanno, di solito serve a legare con la prorpia arma. Probabilmente sarebbe stata più sorpresa di ricevere una risposta. In effetti venire a sapere che c'è qualcuno che ti sente, quando non dovrebbe essere così, dev'essere un'esperienza piuttosto sconvolgente.
    Se avesse chiesto come faccio a parlarle avrei risposto semplicmente.
    - Diciamo che ho legato meglio rispetto al resto degli spadaccini... Piuttosto, parlami un po' di te, come ti chiami? E dimmi... qual'è la tua forgiatura? E la tua forma? Hai qualche particolarità? Raccontami la tua storia, m'interessa molto... Puoi fidarti di me, non ho intenzione di fare nulla, non sono neppure armata.
    Mi stavo intrattenendo a sentire la storia di quella katana, avrei potuto continuare all'infinito, ma la seconda ragazza, quella già in piedi, aveva altri piani.
    - Ah, a proposito... vista l'ora pensavo di fermarmi a mangiare qui. Vorreste farmi compagnia? Posso offrirvi qualcosa?
    Offrirci da mangiare? Molto curioso, di questi tempi, non ci si poteva fidare di nessuno, eppure...
    - Ecco... N-non vorrei recare di-disturbo... Cioè... ecco...
    Abbassai leggermente il capo a fissare il terreno erboso di quella collinetta rinfrescata dal vento.
    Non feci nanche in tempo a rifiutare apertamente, che la ragazza aveva già apparecchiato con un rotolo ch non avevo mai visto prima.
    - Forza, non fate complimenti, mi fa piacere mangiare in compagnia.
    C'erano i nachos del Paese del Mare e della tempura di gamberoni.
    - Davvero è così estroversa? Dovresti imparare da lei!
    In effetti...
    Mi resi conto di non essermi nemmeno presentata, di conseguenza feci un inchino e ad occhi chiusi mi presentai, balbettando leggemente.
    - Chi-chiedo scusa per il ri-ritardo, i-il mio nome è Kichi Kikuchi.
    Non sapevo che fare: dovevo mangiare?
    La mia educazione m'impediva di rendere vano il disturbo che quella ragazza si era caricata, offrendoci da mangiare, ma la mia timidezza diceva il contrario...

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    Edited by Ty27 - 13/8/2016, 23:33
     
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    Apparentemente, Natsuki, sembrava alquanto incurante di aver fatto la figura della scema; non sapeva l’orario, non sapeva dare indicazioni e probabilmente nel corso dei minuti successivi avrebbe collezionato altre cose che ne avrebbero dimostrato la propria incapacità. Tuttavia la ragazza era appunto tranquilla, quasi come se ci fosse abituata da tempo. Non aveva neanche fatto caso allo sguardo della donna più grande su di sé, intenta a scrutarle il nome, probabilmente più attratta dai ringraziamenti dell’altra ragazzina, gentile ed educata anche lei, alla quale aveva rivolto un piccolo inchino condito da un breve sorriso. Espressione che effettivamente le era durata poco sul volto, non appena aveva notato l’interesse che aveva dimostrato nei confronti della sua arma, arrivando ad inginocchiarsi davanti ad essa.
    Istintivamente si era protesa con il corpo in quella direzione, pronta ad intervenire nel caso tentasse di allungare le mani verso la povera katana. Non aveva la faccia di una ladra, però il sesto senso di Natsuki in quei campi era molto carente, inoltre a prescindere non era saggio afferrare le armi altrui senza che i loro possessori invitassero a farlo. Era una etichetta che aveva rispettato sin da piccola, persino con suo padre! Il suo unico occhio quindi, non aveva smesso di scrutare l’albina per tutto il tempo, forse mancando un po’ di attenzioni la mora accanto a loro. Ovviamente la nostra Genin di Kumo non poteva certo sapere che la nuova arrivata stesse cercando di instaurare un contatto telepatico con la sua Tooboe no Kaze, dinamica che forse non sarebbe andata esattamente come sperato dalla più piccola delle tre.
    “Incredibile, ora ci sono anche le donne-spade?” la voce sentita da Kichi sarebbe stata abbastanza mascolina, con un tono chiaramente divertito per la propria battuta e scocciato allo stesso tempo. Sembrava quasi che l’arma avesse preso una parte del carattere decisamente più aperto del suo forgiatore, il padre di Natsuki, e l’avesse mescolato con quello della sua padrona, facendo venir fuori un mix alquanto spaventoso e micidiale, almeno rispetto ai due originali così innocui.
    “Dovrei fidarmi di una tipa che si avvicina così tanto all’arma di qualcun altro senza chiedere permesso, solo perché mi dice che mi posso fidare di lei? Oh certo, fidiamoci della ragazza che parla con le spade, di sicuro non cercherà di sfruttare i suoi poteri probabilmente legati alle spade per fare del male alla mia padrona amante delle spade.” sarebbe stata la risposta della Tooboe “Se vuoi sapere queste cose chiedile all’umana di fronte a te. Non ho intenzione di tradire la sua fiducia.” detto questo la spada si sarebbe zittita, non rispondendo ulteriormente alle domande della ragazza, almeno per ora, e lasciandola in balia dello sguardo inquisitore di Natsuki. Sguardo che sarebbe stato distolto solo al sentire pronunciare la parola “mangiare” da parte dell’altra donna.
    Non aveva risposto alla domanda però, non subito, in fin dei conti si era ritrovata rapita da quella strana abilità riguardante i rotoli che aveva mostrato di possedere. Aveva infilato un rotolo all’interno di un altro rotolo! Natsuki non sapeva neanche che si potesse fare! Subito dopo tutta la sua attenzione era stata rapita dalle grandi quantità di cibo che vi aveva tirato fuori, facendole brillare l’occhio di gioia. Non sembrava importarle molto il fatto che non conoscesse alcune di quelle leccornie, era pur sempre cibo.
    - Ne è sicura?- aveva chiesto combattendo contro la propria fame e cercando di non fissare in modo troppo voglioso quelle leccornie – Se volete, in ogni caso, c’è abbastanza posto anche per voi. Ecco…- aveva poi aggiunto la ragazza, indicando la propria stuoia e spostandosi in modo da creare dell’altra superficie utilizzabile. Per farlo al meglio aveva riposto il proprio libro all’interno della sacca, per poi afferrare con delicatezza la propria katana e appoggiarla alla propria sinistra, ad un paio di centimetri dalle proprie gambe.
    - Visto che insistete accolgo volentieri il vostro invito, ma lasciate che prima mi presenti anche io: il mio nome è Kuga Natsuki, piacere di conoscervi. Grazie per l’offerta generosa.- avrebbe aggiunto poi, in seguito alla timida presentazione di Kichi, rivolgendo prima alla ragazzina, e poi alla donna, due grandi e profondi inchini in segno di rispetto.

     
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    Ah, g-grazie al cielo, pensavo fosse più tardi...
    La più giovane delle due sembrava quasi intimidita dalla nostra presenza, però poi vidi che si mise a fissare con aria estasiata la spada che Natsuki portava in bella vista. Incuriosita, gettai uno sguardo fugace anch'io all'arma. Essendo riposta nel fodero, potevo vederne solo una piccola parte, ovvero l'impugnatura. Era molto bella, l'artigiano che la aveva creata doveva essere un maestro nella sua professione, immaginai. Il legno era solido ed elegante, le decorazioni aggiungevano un tocco di colore e di piacevolezza estetica. Però, nonostante queste considerazioni, non potevo non pensare al motivo per cui tali oggetti erano stati creati. La loro bellezza era pari alla loro pericolosità, nelle mani di persone sbagliate potevano essere strumenti di morte e di malvagità. Per fortuna lei non sembrava proprio esserlo, anzi. Ne avrei avuto conferma di lì a poco.
    Ecco... N-non vorrei recare di-disturbo... Cioè... ecco...
    Kichi abbassò gli occhi, come intimorita dal mio modo di fare, mentre l'altra ragazza sembrava avere uno sguardo interessato a ciò che stavo dicendo e mostrando.
    Ne è sicura?
    Se volete, in ogni caso, c’è abbastanza posto anche per voi. Ecco…

    Ero molto contenta della sua offerta, sarebbe stato più comodo per tutti.
    Grazie mille.
    Chi-chiedo scusa per il ri-ritardo, i-il mio nome è Kichi Kikuchi.
    La giovane fece un inchino quasi meccanico verso di noi, al che rispose nella stessa maniera anche Natsuki, in contemporanea alla sua presentazione.
    Visto che insistete accolgo volentieri il vostro invito, ma lasciate che prima mi presenti anche io: il mio nome è Kuga Natsuki, piacere di conoscervi. Grazie per l’offerta generosa.
    Aiko Netsushi, il piacere è tutto mio.
    Accompagnai la frase con un sorriso sincero e con un piccolo inchino. Non era segno di mancanza di rispetto, era semplicemente dovuto al fatto che avevo le mani piene e non volevo versare tutto, speravo che le mie interlocutrici lo capissero. Mi andai a sedere quindi vicino a Natsuki, sistemando le ciotole in modo che fossero raggiungibili da tutte senza problemi. Avrei aspettato che anche Kichi fosse seduta, poi avrei dato il via al pasto, in modo da suggerire anche alle altre commensali di fare lo stesso.
    Itadakimasu
    Non avevo ancora particolarmente fame, ma il cibo era il miglior modo di socializzare e quello era al momento il mio intento. Quelle due ragazze sembravano persone interessanti e volevo provare a conoscerle un po' di più. Per questo, dopo poco, provai a fare una domanda per stimolare la conversazione. Volevo tirare fuori un argomento che potesse coinvolgere tutte quante e visto l'interesse mostrato in precedenza da Kichi la scelta fu facile. Speravo solo di non essere indiscreta o aver toccato un tasto dolente, nel qual caso avrei fatto dietrofront chiedendo scusa.
    È molto bella la sua spada, Natsuki-san, è un esemplare unico? Lei è una spadaccina?
     
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    - Incredibile, ora ci sono anche le donne-spade? - Eh? - - Incredibile, ti ha risposto davvero! Comunque, abbassa la voce o ti farai scoprire... La mia espressione passò da una sorpresa incitata dalla presenza di una katana ad una sorpresa per la risposta ricevuta.
    - In che senso Donna-Spada...? - Dovrei fidarmi di una tipa che si avvicina così tanto all'arma di qualcun altro senza chiedere permesso, solo perché mi dice che mi posso fidare di lei? Oh certo, fidiamoci della ragazza che parla con le spade, di sicuro non cercherà di sfruttare i suoi poteri probabilmente legati alle spade per fare del male alla mia padrona amante delle spade. - Eh?! - Beh, sei troppo vicina in effetti...
    Sentendo anche lo spirito, strisciai le ginocchia indietro per allontanarmi. - Se vuoi sapere queste cose chiedile all'umana di fronte a te. Non ho intenzione di tradire la sua fiducia. Il mio umore si fece un po' nero...
    - Ehi, dì qualcosa... è stato cattivo con me... - Perché dovrei? Ha ragione lui. - Ma che dici?! Dovresti consolarmi...
    Lo Spirito ci rifletté giusto due secondi. - Non è scritto da nessuna parte che dovrei darti sempre ragione, piuttosto dovrei aiutarti a crescere e questa è stata un'importante lezione. - Comico detto da una bambina... Mi venne un mal di testa esplosivo, al tal punto da spingermi ad assumere un'espressione indolenzita e a portarmi una mano alla testa. Il dolore mi fece anche lacrimare l'occhio destro. E di colpo si fermò. E mi resi conto che stavo facendo una scenata di fronte a due ragazze ignare di tutto. - E adesso piantala di fare la bambina e comportati decentemente. - E-ecco dev'essere i-il fatto che mi sono a-appena svegliata, eh eh.. A quanto pare è proprio vero che faccio schifo con le relazioni sociali... - Se te lo dice pure una spada...
    Le giovani una dopo l'altra si presentarono. - Visto che insistete accolgo volentieri il vostro invito, ma lasciate che prima mi presenti anche io: il mio nome è Kuga Natsuki, piacere di conoscervi. Grazie per l’offerta generosa. - Aiko Netsushi, il piacere è tutto mio.
    I loro nomi suonavano così bene...
    L'aria era ancora impregnata di quel profumo. Ne annusai ancora un po', quell'odore mi fece ristuccature ancora una volta il sorriso.
    M'invitarono implicitamente a sedermi e non mi feci attendere
    - Itadakimasu. Avrei anche lasciato che le altre cominciassero, io unii le mani e iniziai a pregare. Non era frutto di un indottrinamento, ma era tradizione di famiglia pregare Inari prima di mangiare.
    - Gli Anami venerano Inari... Per quanto avesse rinnegato il suo Clan, Meiji non ha abbandonato le tradizioni. Durò giusto qualche secondo, battei le mani due volte e riaprii gli occhi. - Itadakimasu.
    Presi giusto qualcosina, non sono solita essere ingorda. - Bugia. A casa ti fondi con la credenza, specie quando ci sono i dolci. Arrossii di colpo. - N-non è vero!

    Il picnic sta procedendo piuttosto silenziosamente e tale silenzio iniziava a imbarazzarmi. Quasi ringraziai quando Aiko iniziò a parlare. - È molto bella la sua spada, Natsuki-san, è un esemplare unico? Lei è una spadaccina?
    Aspettai che rispondesse, ascoltando le sue risposte e valutando da esse la sua conoscenza della sua katana, dote essenziale per una spadaccina.
    - T'interessa così tanto? - Magari le mostro Chūtsuki... - Devi smetterla di rispondermi ad alta voce, crederanno che tu sia impazzita...
    Abbassai il capo. Aveva ragione in fondo...

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    Edited by Ty27 - 27/8/2016, 13:22
     
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    Nonostante eventi alquanto strani ed improvvisi, la mattina sembrava procedere a gonfie vele, e mentre sia Natsuki che la vera essenza della Tooboe ignoravano il dramma scaturito dalla risposta non proprio amichevole di quest’ultima, la ragazza sembrava intenta a studiare proprio Kichi, per riuscire a capire come mai fosse così interessata alla sua spada. O magari perché continuasse a sussultare e cambiare espressione all’improvviso, senza contare il suo improvviso allontanarsi dall’arma. Non le quadrava molto il fatto che si comportasse così perché appena sveglia, probabilmente era solo una scusa per sviarla da qualcosa di più grande… come il volerle sottrarre la spada. Mantenendo un basso profilo aveva adocchiato distrattamente la fascia intorno al gomito della ragazzina, chiedendosi se per caso non fosse una ninja straniera incaricata di rubare il suo tesoro. O magari era semplicemente la sorella di Kenichi mandata per vendicarsi di quelle condizioni imposte al fratello? Mistero.
    Era decisamente più rilassante concentrarsi sul cibo e sulla compagna chiaramente più matura. Aiko, come si era presentata la donna, era tutta sorrisi, gentilezza e “tiro fuori del cibo dal profumo ottimo dai miei rotoli”, una stranezza che apprezzava di gran lunga di più. Le aveva rivolto un sorriso di rimando quando quella le si era accomodata accanto, come aveva fatto anche Kichi poco dopo. Una volta sedute tutte e tre erano state aperte le danze, non prima ovviamente di formule di rito o preghiere varie alle quali aveva partecipato anche lei con educazione, e Natsuki aveva potuto dimostrare come la compostezza si potesse fondere tranquillamente con la voracità. Mangiava piano, ma mangiava tanto e costantemente. Le piaceva inoltre mangiare in compagnia, anche se in silenzio come nei primi frangenti di quel pranzo, d’altronde quello non era mai stato un problema per lei. Nonostante ciò si ritrovò ad essere grata ad Aiko per i complimenti rivolti alla sua spada. Il suo petto si era gonfiato di orgoglio mentre buttava giù un mezzo di tempura e rispondeva con un sorriso largo e sincero alla donna.
    - Grazie, per me è una spada molto cara e mi fa piacere sentire che sia così elogiata.- le aveva risposto ritrovandosi anche a fare un piccolo inchino senza quasi pensarci, da quella posizione aveva osservato di sottecchi Kichi, che sembrava di nuovo essersi fatta piuttosto interessata, confermando l’impressione che fosse in qualche modo attratta dalla sua katana o dalle katane in generale. – E’ stata fatta su misura da una persona a molto cara e regalatami per il risultato positivo del mio esame Genin.- aveva risposto riguardo la questione del pezzo unico. Dubitava ci fosse bisogno di aggiungere qualcosa del resto, inoltre poteva tranquillamente fornire informazioni riguardo il suo essere una ninja, il coprifronte di Kumo parlava da sé, inoltre le pareva giusto fidarsi almeno in minima parte di una donna così gentile da dividere il proprio chakra con due sconosciute. – Definirmi spadaccina sarebbe un po’ troppo, non ho questa presunzione, mi piace definirmi semplicemente un assiduo precorritore della via della spada.- aveva concluso con un sorriso gentile, con le guance vagamente rosse e l’unico occhio brillante, proprio come quando ci si ritrovava a parlare del suo credo. Aveva rivolto un’occhiata poi a Kichi, squadrandola per qualche secondo, prima di rivolgersi anche a lei:
    - Sembri molto interessata alla mia katana. Miri anche tu a diventare una spadaccina?- le aveva domandato, inclinando appena il capo verso destra, pronta a coglierne ogni eventuale reazione. Solo una volta sentita la sua risposta sarebbe tornata a rivolgersi alla più grande. – Mi chiami tranquillamente Natsuki, in ogni caso, Netsushi-san. Non è un problema. Non so ancora come ringraziarla per questo pasto. Se le dovesse servire qualunque favore, se in mio potere, cercherò di fare qualcosa per aiutarla.- aveva concluso con serietà, fissandola con intensità, prima di infilarsi un altro pezzo di tempura in bocca, come se nulla fosse.

     
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    Grazie, per me è una spada molto cara e mi fa piacere sentire che sia così elogiata. E’ stata fatta su misura da una persona a molto cara e regalatami per il risultato positivo del mio esame Genin.
    Fui contenta di quell'approccio. A tutti piacciono i complimenti, soprattutto se sinceri e ancor più se rivolti a qualcosa ritenuto importante. Avevo avuto fortuna e speravo che questo aiutasse ad avvicinarmi a Natsuki. Sembrava una ragazza davvero gentile ed educata, mi faceva estremamente piacere avere a che fare con persone del genere. L'altra interlocutrice era in effetti più strana, a tratti sembrava quasi lunatica. Non l'avevo ancora inquadrata per bene.
    Definirmi spadaccina sarebbe un po’ troppo, non ho questa presunzione, mi piace definirmi semplicemente un assiduo precorritore della via della spada.
    Natsuki rispose così alla mia seconda domanda, mostrando una dose lodevole di modestia. Annuii col capo, per dimostrare la mia sincera ammirazione. Di contro io mi facevo prendere ogni tanto da un'istintiva boria, dalla convinzione di essere già perfetta, anche se per fortuna mi accorgevo sempre presto di questi miei piccoli atti di presunzione. Ero diventata, dopo tanto lavoro, una brava violinista, quello non me lo poteva togliere nessuno, ma il mio percorso di apprendimento non era per niente finito, potevo ancora migliorare parecchio. Non si finisce mai di imparare, si dice in questi casi, e bisognava avere la giusta dose di apertura mentale e di autoconsapevolezza per riuscirci. Doti che la ragazza sembrava possedere in toto, forse proprio in virtù della disciplina a cui si sottoponeva volontariamente.
    Deve allenarsi spesso, vero? Le piace farlo?
    Mi feci prendere la mano con le mie domande, ma ero troppo curiosa. Non avevo mai avuto modo di porre quesiti del genere ad una spadaccina e non avevo idea di come fosse scegliere quella via. Sapevo che era qualcosa di totalmente opposto al mio stile di vita, ma non riuscivo a immaginare quali potessero essere i sacrifici richiesti.
    Sembri molto interessata alla mia katana. Miri anche tu a diventare una spadaccina?
    La domanda di Natsuki era in questo caso rivolta alla terza presente. Era impossibile non notare lo sguardo con cui fissava la sopracitata arma e avevo scorto un indizio di sospetto negli occhi della giovane di Kumo, forse dettata dalla gelosia per un oggetto a lei così tanto caro. Però ero comunque felice del tentativo di coinvolgere anche lei nel discorso, in fondo era anche per quello che avevo scelto un argomento del genere.
    Mi chiami tranquillamente Natsuki, in ogni caso, Netsushi-san. Non è un problema. Non so ancora come ringraziarla per questo pasto. Se le dovesse servire qualunque favore, se in mio potere, cercherò di fare qualcosa per aiutarla.
    Lo sguardo era convinto, si vedeva che credeva fermamente nelle sue parole. Anche insistendo non sarei riuscita a convincerla a desistere, immaginai.
    Non c'è bisogno che si senta in dovere, ma la ringrazio dell'offerta, ne terrò conto. E mi chiami pure Aiko, volendo possiamo anche darci del tu.
    Risposi con tono gioviale. Non ero a disagio con gli onorifici e con il tono formale, ma mi sembrava sgarbato richiederlo a qualcuno che non lo richiedeva per sé. Insomma, non ero ancora così anziana dal pretendere il lei dai più giovani. Come diceva quella canzone di qualche anno fa, “non sono una signora”. O perlomeno non mi sentivo per niente tale, ero ancora nel pieno della vitalità e contavo di rimanerci per molto molto altro tempo.
    Posso chiedervi perché siete qui? Vi stavate godendo un po' di relax?
    Dissi con tono tranquillo, quasi disinteressato. Non avevo bene idea di cosa facessero i ninja nel loro tempo libero, non avevo mai avuto modo di domandarlo ai miei precedenti interlocutori della categoria. Erano sempre stati reticenti a parlare di loro stessi, però questi due esemplari che avevo incontrato in quell'occasione sembravano un po' più espansivi e disponibili al dialogo. Speravo di non indispettirle con le mie molte domande, ma quando lasciavo libero sfogo alla mia curiosità era difficile poi porle un freno. Era più forte di me.
     
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    "Kichi's Theory of Happiness"


    - Grazie, per me è una spada molto cara e mi fa piacere sentire che sia così elogiata.
    Sentendola le sorrisi gentilmente. Mi faceva piacere che la pensasse in questo modo, anche io farei così se qualcuno elogiasse la mia katana. Ci sono altre persone invece... - Intendi quello dell'altra notte?
    Era un argomento che non volevo tirare fuori. Guardai ancora una volta la postura della padrona di quella che ad occhio doveva essere una Chiza Katana. - E’ stata fatta su misura da una persona a molto cara e regalatami per il risultato positivo del mio esame Genin. Abbassai lo sguardo sull'arma. La situazione era simile, no- uguale a quella tra me e Chūtsuki. Natsuki si accinse a rispondere alla domanda della sua interlocutrice. - Definirmi spadaccina sarebbe un po’ troppo, non ho questa presunzione, mi piace definirmi semplicemente un assiduo precorritore della via della spada. - Ecco, vedi? Questo è il comportamento di una vera spadaccina. Questa ragazza è fantastica! Lo Spirito era affascinato dal portamento e dal comportamento di Natsuki.
    E in effetti non potevo negare di volerne imitare il portamento. In effetti non ero nulla al confronto... Né con lei, né con mia madre... - Kichi... Scusami, non intendevo... scossi il capo fermando la frase della bambina. lo sguardo era poggiato ancora una volta sulla lama, malinconico ma ormai rassegnato.
    - Devi volere bene alla tua Padrona, dopotutto anch'io offrirei la mia fedeltà ad una persona così...
    Dissi telepaticamente alla lama. Avevo un sorriso piuttosto spento in viso. Sospirai, rifletterci sopra non avrebbe cambiato la realtà dei fatti.
    - Sembri molto interessata alla mia katana. Miri anche tu a diventare una spadaccina?
    Riportai lo sguardo su Natsuki e lì lo lasciai per un paio di secondi. - V-vorrei... o almeno... ci sto provando...
    Mossi le mani dalle gambe, portandole davanti a me, con le braccia piegate per non ingombrare e i palmi verso l'alto. Infine mossi repentinamente tutte le dita verso l'alto, facendo comparire il lucido fodero nero di Chūtsuki tra le mie mani. L'avrei osservata giusto due secondi per appoggiarlo sul telo.
    - La nostra storia è come la vostra, Lei mi è stata regalata per il mio esame. È tradizione del mio clan regalare una katana ai Neo-Genin... Spostai poi lo sguardo dalla mia katana su Natsuki.
    - Però non ho alcuna abilità particolare con essa...
    Riportai lo sguardo a terra. - Sei un caso disperato... e hai anche mostrato l'Esodo ad un'altra Ninja... Me ne resi conto e sobbalzai portando lo sguardo su entrambe e agitando le mani con fare di negazione. - E-ecco, p-p-p-potreste dimenticare, q-q-quello che ho fatto...?!?! E-ecco... v-ve ne sarei molto grata... Infine portai gli occhi di nuovo sulla tempura. - L'hai fatta grossa... - S-scusa...!
    Aiko sembrò esordire con un'altra domanda. - Posso chiedervi perché siete qui? Vi stavate godendo un po' di relax? La guardai perplessa per un po'. - A casa faceva troppo caldo e quindi ho voluto fare una gita, per così dire. Anche se ero partita per allenarmi al fresco, la stessa freschezza mi ha rapito e mi ha fatto addormentare... - Ecco appunto, non ti sembra l'ora di allenarti?
    In effetti...

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    Apparizione: Medie: -10

     
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    Le due ragazze avevano reagito in modo diverso alle parole di Natsuki, se Aiko si era dimostrata piuttosto interessata e in qualche modo sembrava approvare la dedizione che la ragazza metteva nel suo addestramento. Era in effetti davvero piacevole essere ascoltata con così tanta caparbietà, le altre volte che aveva provato a spiegare a qualcuno il proprio credo l’aveva sempre ritenuta in errore, opponendosi ad esso. C’era da dire che si trattava in entrambi i casi di maschi piuttosto irruenti, però non voleva di certo arrivare a toccare la misandria per colpa di quegli incontri non proprio brillanti. Ma se da una parte Aiko si dimostrata una attenta ascoltatrice, dall’altra Kichi continuava a comportarsi in modo talmente strano da farle dubitare che si trattasse davvero di una ninja. Quale sensei avrebbe promosso una ragazza tanto emotiva ed incapace da essere letta facilmente persino da un tipo come Natsuki? Ora aveva preso a fare strani sorrisi alla sua spada e scuotere la testa senza motivo. Erano di certo solo due le possibilità: o stava parlando con qualcuno che poteva sentire solo lei, magari con una ricetrasmittente, o era completamente folle. Aveva dunque fatto un sospiro, preferendo rispondere alla più grande invece di perdersi in quei pensieri ricchi di paranoia, in modo da non farla attendere e mancarle di rispetto.
    - Mi alleno tutti i giorni tranne la domenica, dove non compio, se possibile, nessuno sforzo particolare. Anche il riposo è parte fondamentale dell’allenamento, del resto.- aveva risposto con un sorriso vagamente colpevole, come se si vergognasse ad ammettere di avere dei giorni di pausa – E’ bello sentire il tuo corpo diventare più forte ogni giorno che passa e vedere il frutto dei tuoi sforzi. Inoltre tonifica anche la mente, bisogna essere in grado di pianificare ogni momento della giornata e di quantificare la quantità di cibo e di ore di sonno necessarie. In definitiva mi piace molto, sì.- aveva concluso, stavolta con un sorriso molto mento traballante e più convinto. Non era sicura di aver risposto in modo corretto a quella domanda, avendo divagato un bel po’, però sperava lo stesso che entrambe le sue interlocutrici riconoscessero la bellezza intrinseca in una disciplina del genere.
    Alla risposta di Aiko aveva semplicemente annuito, facendo intuire di aver capito, ripromettendosi di chiamarla per nome. Era contenta che avesse accettato la sua offerta, alla fine. Anche da quello riusciva a trasparire come in effetti fosse una donna a modo ed educata. La sua attenzione, però era stata di nuovo rapita da Kichi, in procinto di rispondere alla sua domanda riguardo il suo interesse per le spade. A detta sua, infatti, ci stava lavorando. La cosa avrebbe tranquillizzato e reso piena di orgoglio Natsuki, se subito dopo la ragazzina, non avesse fatto sbucare fuori dal nulla la propria spada. Il pezzo di tempura che stava masticando le era quasi andato di traverso, mentre la sua mano sinistra era corsa istintivamente all’elsa della propria lama. Per un attimo le parole le erano arrivate come ovattate alle orecchie e, solo quando aveva capito come Kichi non avesse apparentemente cattive intenzioni aveva lasciato andare la elsa della Tooboe, la stessa che si era rifiutata di instaurare di nuovo un contatto telepatico con quell’albina strana, ed aveva cercato di rimettersi composta. Fino a che quella non avesse mostrato chiare intenzioni belligeranti, non avrebbe avuto motivo di mancare di rispetto a lei ed Aiko comportandosi in modo ostile.
    - Sembra davvero bella. L’avete commissionata ad un fabbro esterno o il vostro clan ne possiede uno proprio?- aveva domandato, incuriosita. Del resto Kichi non era l’unica a fare parte di un clan di spadaccini e quello Kuga, per quanto ormai contasse solo tre membri lei compresa, aveva sempre avuto tradizionalmente un abile armaiolo tra le proprie fila. Era stato in effetti uno spiacevole caso che il padre di Natsuki fosse figlio unico, ritrovandosi a ricoprire sia la carica di erede del Capo Clan che di addetto alle sacre fucine. La seconda frase della ragazza, però, l’aveva distolta da quei pensieri, facendole aggrottare le sopracciglia. Che intendeva? – Perché non dovremmo dirlo a nessuno? Non hai utilizzato una semplice tecnica del richiamo dai rotoli o dei fili di chakra?- aveva domandato con un tono vagamente sospettoso. Aveva dato per scontato che la comparsa dell’arma fosse dovuta alla bravura di Kichi con quel genere di cose, un po’ come Aiko si era dimostrata molto più sapiente di lei nell’uso degli stessi, stava insinuando che ci fosse qualcosa da nascondere? O non voleva semplicemente far sapere in giro di essere brava in quel campo? Natsuki sembrava non capirci più niente e la confusione regnava nella sua testa. Quella cavolo di ragazzina era sempre più strana ogni momento che passava e le piaceva ogni secondo di meno. La domanda della più grande, in compenso, era arrivata al momento giusto, portandola a distogliersi da quei pensieri negativi e fissare l proprio sguardo su di lei per qualche secondo, mentre rifletteva su una risposta adeguata. Non era certo lì solo ed esclusivamente per allenarsi come Kichi, ma non poteva neanche spiegare come stesse cercando di stare un po’ lontano da quell’ambiente così competitivo come quello ninja.
    - Amo molto questo Paese, per cui ho deciso di fermarmi un po’ più del previsto per poter godere del panorama e del suo clima tranquillo.- aveva risposto, annuendo piano – Invece vo… tu sei prossima alla partenza, Aiko? Sarà un viaggio di piacere o magari un ritorno a casa?- aveva domandato alla più grande di loro, con cortesia, ricordando come avesse chiesto indicazioni per il porto.

     
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    DUE DI SPADE



    Mi alleno tutti i giorni tranne la domenica, dove non compio, se possibile, nessuno sforzo particolare. Anche il riposo è parte fondamentale dell’allenamento, del resto.
    Fui sorpresa della rigorosità della donna, che sembrava essere inflessibile nei confronti di se stessa. Mi ricordava il periodo passato con Ichiro, anche lui aveva mostrato quella qualità e non mi aveva permesso di perdere tempo, facendomi arrivare a risultati enormi in un singolo anno di lavoro. La determinazione era uno dei pregi che più apprezzavo in una persona e Natsuki sembrava possederne in abbondanza.
    E’ bello sentire il tuo corpo diventare più forte ogni giorno che passa e vedere il frutto dei tuoi sforzi. Inoltre tonifica anche la mente, bisogna essere in grado di pianificare ogni momento della giornata e di quantificare la quantità di cibo e di ore di sonno necessarie. In definitiva mi piace molto, sì.
    Potevo capire bene la sensazione di cui parlava la ragazza, assomigliava molto a quello che provavo anch'io ogni volta che miglioravo con il mio violino, però fui stupita dalla meticolosità che lei dimostrò con le sue frasi successive. Al suo confronto io ero discontinua, quasi anarchica. Mio zio era in qualche modo riuscito a imbrigliare questo lato del mio carattere, cosa che mi faceva apprezzare ancora di più le di lei capacità di pianificazione e autogestione. Avrei potuto chiederle qualche consiglio, in seguito, ma per il momento mi limitai ad annuire ammirata, lasciando che il discorso continuasse nella sua naturale evoluzione.
    V-vorrei... o almeno... ci sto provando..
    Kichi rispose così alla domanda dell'altra ragazza, prima di muovere il suo braccio in maniera strana e far spuntare dal nulla una grossa spada. Rimasi molto stupita di quell'avvenimento imprevisto, non aveva usato un rotolo e non sapevo quale altro trucco potesse essere alla base di quell'azione.
    La nostra storia è come la vostra, Lei mi è stata regalata per il mio esame. È tradizione del mio clan regalare una katana ai Neo-Genin...
    Però non ho alcuna abilità particolare con essa...

    Natsuki rivolse i suoi complimenti alla spada, ma io non riuscii a sviare la mia attenzione da quello che era successo appena prima. Che fosse una qualche abilità speciale?
    E-ecco, p-p-p-potreste dimenticare, q-q-quello che ho fatto...?!?! E-ecco... v-ve ne sarei molto grata...
    Con più di un attimo di ritardo, Kichi sembrò accorgersi di aver mostrato qualcosa che non doveva essere visto e cercò di convincerci a non chiedere oltre. Io ne fui delusa, avrei davvero voluto sapere come aveva fatto, però se lei non voleva non potevo farci niente. Non era dello stesso avviso, Natsuki, che sembrava sospettare qualcosa, anche se non capivo bene cosa.
    Perché non dovremmo dirlo a nessuno? Non hai utilizzato una semplice tecnica del richiamo dai rotoli o dei fili di chakra?
    La prima opzione la potevo escludere quasi al cento percento, mentre non avevo idea di cosa fosse l'altra cosa nominata da Natsuki. Da un lato speravo che questa domanda potesse convincere la più giovane a rivelare il suo segreto, dall'altro non volevo che questo la mettesse in imbarazzo o in difficoltà. Per questo motivo rimasi in silenzio, aspettando.
    Quando fu il momento di rispondere alla mia domanda successiva, le due ragazze lo fecero in maniera opposta. Kichi voleva allenarsi in una situazione climatica piacevole, che effettivamente pareva esserci in quel luogo. Invece la giovane con la benda si trovava lì per rilassarsi, probabilmente dopo un qualche compito ufficiale o una commissione personale. Non era stata specifica e forse quello era voluto. In ogni caso non insistetti per sapere i dettagli, con nessuna delle due, non volevo essere troppo indiscreta.
    Invece vo… tu sei prossima alla partenza, Aiko? Sarà un viaggio di piacere o magari un ritorno a casa?
    In realtà non ho una casa, è da un po' che vivo sempre in viaggio.
    Sorrisi alle due giovani, mentre facevo una piccola pausa. Ero abituata allo stupore dei miei interlocutori, per molti era impensabile una vita da nomade come la mia, ma per me lo era altrettanto l'idea di rimanere sempre fermi nello stesso posto. Presto finivo per sentirmi come in gabbia.
    Qualche anno fa avevo lavorato un po' di tempo in una piccola locanda di questa nazione e avevo intenzione di andare a vedere come stanno i proprietari. Allora erano stati molto gentili e volevo provare a ricambiare in qualche modo. E poi si vedrà.
     
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