Sorelle

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    Demone incendiario

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    33.1 ISPETTORE SAIJIN, IL CASO VIRGO È TUO



    Il monte di Mikeru il Santo, un monastero della Dea della Vita, costruito sul pendio di una montagna a strapiombo sul mare, nel Nord più inoltrato del Paese della Cascata. Lì ero stato inviato per una missione da quattro soldi, dovevo fare il cagnetto da guardia per un gruppuscolo di saltimbanchi famosi a livello nazionale. Costoro avevano in programma di fare una lunga esibizione in quel luogo suggestivo, ma a quanto pareva avevano ricevuto una lettera minatoria e per questo avevano chiesto supporto a Taki, che aveva inviato solo me. La missione si rivelò semplice e noiosa, per fortuna, ma quando essa era ormai terminata accadde un imprevisto. Durante la notte, quando tutti gli spettatori se n'erano già andati dal monastero, sentii un urlo proveniente dall'ala dell'edificio dove risiedevano le monache. In quel momento stavo facendo il turno di guardia, quindi accorsi subito sul posto, per cercare di capire cosa fosse successo. Scoprii che una delle donne aveva scoperto il cadavere di una consorella, tranciata di netto con una qualche arma da taglio. Non un bello spettacolo, soprattutto per giovani abituate a vivere lontane dal mondo normale e dalla sua brutalità. Riuscii in qualche modo a riportare la calma tra il nugolo di ragazze che si era assiepato attorno alla scena del crimine e ad allontanare il maggior numero di esse, tra cui le più shockate. In poco tempo arrivò anche il priore dell'intero monastero, che mi affidò le indagini, promettendo una ricompensa a me e al villaggio se fossi riuscito a risolvere il caso in tempi brevi. Mi disse chiaro e tondo che sospettava degli attori, in quanto riteneva che non poteva essere stato altri che un estraneo a compiere quell'efferato delitto. Mi venne spontaneo chiedere perché avesse deciso di fidarsi di me, visto che ero anch'io un estraneo.

    Pr: Non mi fido di chi viene da fuori, men che meno degli shinobi. Tra essi ci sono molte persone dissolute e peccaminose. Per questo l'ho fatta tenere costantemente sotto controllo. In questo modo ho la certezza che lei non ha niente a che fare con questo incidente. La prego di perdonare la mia scortesia, ma sono accaduti alcuni episodi incresciosi in passato e non ho avuto altra scelta che prendere questa precauzione. Però in questa maniera ho potuto accertare la sua innocenza, di questo dovrebbe essere lieto.

    Accettai la spiegazione dell'uomo senza lamentarmi troppo, in fondo conoscevo alcuni personaggi che non erano in grado per niente di adattarsi ad un posto come un monastero e che piantavano casini in qualsiasi luogo in cui si trovassero. La categoria dei ninja era piena di spazzatura, incapace di un minimo di professionismo, probabilmente gli scrupoli del priore erano più che giustificati. Una volta compreso di non aver molte alternative, iniziai a indagare la scena del crimine. Non c'era nessun indizio di sorta. La porta era stata aperta senza nessuna forzatura e la donna che aveva trovato il cadavere aveva trovato tutto aperto. Il delitto doveva risalire solo a qualche ora prima, quindi tra mezzanotte e le due circa. L'arma che aveva portato via la vita della donna era introvabile, dall'impronta della ferita sembrava essere un'ascia o qualcosa di simile. Come fosse stata introdotta nell'edificio era anche un mistero. Non meglio andò con i testimoni. Tutti quelli che interrogai affermavano di stare dormendo nel momento del misfatto e non avevo alcuna traccia per sospettare che qualcuno di essi mentisse. Anche le informazioni che ottenni sulla vittima furono ben poche. Si chiamava Aki e viveva da ormai tantissimi anni laggiù. L'unica cosa particolare che seppero dirmi era che tempo addietro aveva scoperto di avere una sorella gemella e aveva ospitato costei per qualche settimana, prima che se ne andasse senza far mai più ritorno. Insomma, ero bloccato in un enorme vicolo cieco, senza alcuna speranza di trovare qualcosa.

    M: Potresti sempre resuscitare la vittima e chiedere a lei...

    L'intervento di Maki fu provvidenziale. Non avendo alternative, il Matrimonio dell'Horna mi permetteva di trarre informazioni di prima mano, cosa che nessun altro detective aveva mai avuto occasione di ottenere. Iniziai a fare tutti i preparativi di sorta. Per prima cosa chiesi ad alcune consorelle - inserendo la domanda insieme ad altre, tutte abbastanza assurde - se la vittima soffrisse di qualche particolare malattia. Mi risposero tutte che la ragazza era in piena salute e furono tutte stupite dalla bizzarria dei miei quesiti. Il secondo passo fu prelevare di nascosto il sangue necessario alla tecnica. Si trattò del momento più delicato, ma riuscii a raccogliere abbastanza liquido senza farmi scoprire. L'ultimo passo fu richiedere un'ora di meditazione solitaria, insistendo sul fatto che nessuno mi disturbasse in alcun modo. Una volta ottenuto ciò, potei procedere a modificare il gruppo sanguigno della ragazza e poi a iniettarmelo.

    AKI
    Mi risvegliai di soprassalto, con un terribile mal di testa. Mi bastò un attimo per ricordare quello che era appena successo. L'assalto, la ferita terribile, il rapimento di mia sorella. Qualcuno doveva avermi salvato, nonostante il flusso tremendo di sangue che fuoriusciva dal mio corpo e la mia incapacità di porvi freno. Di istinto tentai di muovere le mie mani, per tastare la ferita e capire se davvero fossi stata salvata, ma non ci riuscii. Era come se non avessi più un corpo, mi sentivo come sospesa in un vuoto e in un silenzio quasi assoluti.

    Ak: Io... sono morta? Somma Anat?

    Chiamai il nome della divinità a cui avevo consacrato la mia esistenza, sperando di essermi davvero ricongiunta a lei. Purtroppo non fu così e fui interrotta da una voce sgraziata e impertinente, che iniziò a riversarsi su di me come un fiume in piena. Partii a vedere immagini strane, non riuscendo però a capire da dove provenissero. Era come un incubo, quindi gridai aiuto con tutto il fiato.

    Hey, calma, calma, così mi manda ai pazzi! La sento solo io, ha poco senso gridare aiuto. Adesso faccia la brava e mi ascolti, Aki-san.

    A questo punto la voce iniziò una lunga e complessa spiegazione. Io non ero mai stata un genio a capire le cose e lui non sembrava proprio il massimo nel spiegarle, quindi il risultato fu un disastro preannunciato. Capii soltanto di essere morta e di essere imprigionata in un corpo altrui, una maledizione per un'adepta di Anat come me. Mi fu spiegato anche più o meno come si era evoluto il caso giudiziario e mi fece sapere di voler incastrare il colpevole tramite la mia deposizione. Raccontai tutto quello che era successo, partendo da una premessa necessaria. Mia sorella Aika si era stabilita da me qualche mese prima, implorando ospitalità in quanto inseguita da malviventi. Io non conoscevo nulla della mia vita prima del monastero, ma era talmente identica a me che non avevo faticato a crederle. L'avevo accolta nella mia piccola cella, come soluzione provvisoria, e non le avevo fatto alcuna domanda sul suo passato, perché avevo timore delle risposte che avrebbe potuto darmi. Ma non sarebbe potuto continuare così per sempre, quindi avevo chiesi aiuto al priore, uomo severo ma generosissimo. E pieno di risorse, come dimostrò specialmente nel nostro caso. Infatti ci propose di acquisire una abilità speciale che avrebbe permesso di fonderci tra noi, in modo da occupare un solo corpo in due. Disse che era un dono della Dea per chi si trovava in difficoltà, un dono in grado di rendere migliori le vite dei suoi adepti. Non capii bene, ma mi sembrava una soluzione perfetta, che si adattava al meglio a me. Però mia sorella... lei era arrogante, viziata ed egoista, anche se con me si comportava diversamente da come si comportava con gli altri. In quel poco tempo che avevamo vissuto insieme ebbi difficoltà a capirla, ero convinto che avrebbe rifiutato sdegnata. Invece accettò, quasi in lacrime dalla gioia. Il priore ci fece operare da un suo conoscente, per cambiarci a livello genetico o qualcosa del genere, poi ci sottopose ad un breve allenamento per spiegarci come funzionava la cosa. Tutto questo in un luogo nascosto, lontano dagli occhi degli altri monaci e monache. Una volta riusciti a padroneggiare quell'abilità e divenuta io il corpo principale anche di mia sorella, fingemmo un addio pubblico. Aika rimase a vivere con me, dentro di me per per la precisione, riuscendo a rimanere completamente fuori dal mio corpo davvero per poco tempo, quando eravamo in cella da sole. Non si lamentava, anzi sembrava iniziare lentamente ad abituarsi alla vita di preghiera e sacrificio. Finché il suo passato non si presentò per chiudere i conti. Dopo aver assistito controvoglia all'esibizione di un gruppo di volgari e sciocchi attorucoli, mi ritirai nella mia cella, per dormire in tranquillità. A notte inoltrata fu la voce di un uomo a svegliarmi. Mi stava puntando una lanterna dritta negli occhi e aveva una grande ascia nell'altra mano. Mi chiamò Aika e disse che erano anni che mi cercava. Non capivo niente e lo schiaffo che mi diede subito dopo non aiutò di certo. Aika spuntò fuori dal nulla, cercando di sconfiggere l'assalitore notturno. Lo chiamo Kinji, mentre lo attaccava. L'uomo si mostrò estremamente sorpreso, ma non si fece respingere. Bloccò mia sorella e iniziò a parlare con lei. Io ero paralizzata dal terrore, non sapevo assolutamente cosa fare. Il discorso che ascoltai fu breve, ma l'uomo mi diede un indizio fondamentale. Viveva in un villaggio poco distante dal monastero, anche se non disse quale. Dopo una decina di secondi di conversazione, Aika svenne e l'uomo prese la novità con gioia. Prima di andarsene però, decise che avevo ascoltato fin troppo. “Nulla di personale”, mi disse, prima di abbattere con furia la sua ascia sul mio esile corpo. Credo che mi avesse rotto qualche costola o qualcosa del genere, oltre ad avermi aperto uno squarcio enorme su un fianco. Non morii sul colpo, sopravvissi il tempo di vedere l'uomo uscire con mia sorella in spalla e il sangue che riempiva la stanza sempre più. Furono pochi istanti, ma di totale terrore e impotenza, un vero supplizio.

    Ok, ho capito. Adesso faccio una riunione strategica con i miei alleati e cerco di capire come fare a salvare sua sorella. Nel mentre quindi spegnerò la tecnica, sarà un po' come dormire, mi hanno detto. Appena avrò un piano la richiamerò.



    Legenda
    Pr: Priore
    M: Maki Uehara
    Ak: Aki


    OT
    Tecnica utilizzata:

    Horna no Nyuuseki (Il Matrimonio dell'Horna) (Tecnica personale)
    Livello A
    Tipo: Ninjutsu
    Tecnica che permette il dialogo con i defunti, inventata dal professor Madaraki. Per poter attivare la tecnica è necessario disporre di una discreta quantità di sangue del defunto (almeno 200 ml), impregnato del chakra di costui. Dopo essersi iniettato in vena il sangue, l'utilizzatore dovrà iniziare una lunga cerimonia pratica, che dura all'incirca un'ora se il corpo del defunto non si trova nei paraggi, la metà se il corpo è a meno di cento metri di distanza. Al termine del processo si potrà dunque ospitare l'anima del defunto all'interno del proprio corpo, in maniera permanente, fino alla morte dell'utilizzatore. In questo modo, su comando dell'utilizzatore, egli sarà in grado di conversare con il defunto, il quale avrà le stesse capacità intellettive, le stesse conoscenze e lo stesso carattere che ebbe in vita. Di norma le anime ospiti sono dormienti e inermi, solo grazie all'utilizzatore possono temporaneamente tornare alla vita. In questo modo l'anima potrà parlare con l'utilizzatore e ricevere i medesimi impulsi sensoriali di costui. Inoltre egli sentirà ogni pensiero dell'utilizzatore e dialogherà con essi.
    Non è possibile evocare più di una anima alla volta. Il numero di anime che l'utilizzatore può ospitare è crescente, pari al suo livello. Non si potranno raggiungere però le anime di coloro che sono defunti da oltre un anno. Inoltre i defunti che hanno la propria anima ospite nel corpo dell'utilizzatore della tecnica, non saranno in grado di essere richiamati in vita con nessun altra tecnica di resurrezione, fino a quando l'utilizzatore di questa tecnica è in vita. Il costo della tecnica è diviso in due parti, uno per l'acquisizione dell'anima e uno per risvegliarla volta per volta.
    [Sigilli per il rituale: 10]
    [Sigilli per il richiamo: 5]
    Costo del rituale: 100
    Costo di richiamo: 20


    Anima che punto ad ottenere:

    Aki


    Giovane monaca, fedele alla dea Anat. Estremamente religiosa ma altrettanto svampita, possiede una moralità molto stretta e per questo è del tutto contraria alla collaborazione con Rutja, che limita il più possibile. È molto legata a sua sorella, anche se fatica a capirla.

    Dati di quando era in vita

    Aspetto

    Voce

    Fumiko Orikasa

    Punto di forza

    Precisione

    Punto debole

    Riflessi

    Abilità Innata

    Manipolazione del corpo

    Altezza

    160 cm

    Peso

    55 kg

    Theme personale

    Arvo Pärt - Summa



     
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    33.2 OMNIA IMMUNDA IMMUNDIS



    RUTJA
    Dietro consiglio dei miei coinquilini, andai a parlare con il priore del monastero. Finsi di aver trovato indizi della permanenza nella stanza di più di una persona nella stanza della vittima e formulai l'ipotesi che lì vi vivesse anche la sorella di cui avevo sentito parlare dai testimoni. Dissi che sospettavo che quest'ultima fosse stata rapita dall'assassino e dissi di avere già qualche idea su dove si potessero trovare il colpevole e l'altra vittima.

    Pr: Sono molto... impressionato. Purtroppo credo che Aika-san, la sorella della vittima, a quest'ora sia già morta. Prendere l'assassino rimane però prioritario.

    Feci un cenno di assenso, poi chiesi informazioni sul villaggio che la monaca aveva nominato in precedenza. Ottenni indicazioni precise, poi congedai l'uomo.

    Pr: Mi raccomando, agisca con attenzione, ci troviamo di fronte di sicuro a un individuo pericoloso. Non sappiamo ancora come abbia fatto a penetrare nel monastero. In ogni caso mentre lei indagava ho inviato un corvo a Taki, facendo rapporto e chiedendo l'ufficializzazione di questa missione. L'ho ottenuta, quindi verrà pagato come le ho già promesso. Ah, se riuscisse a recuperare il cadavere di Aika-san le chiedo di venirlo a consegnare a me. Sa, aveva chiesto di essere seppellita insieme a sua sorella, se le fosse successo qualcosa.

    Quelle ultime parole, aggiunte a discorso già finito, mi insospettirono notevolmente, però non era una cosa che mi toccasse più di tanto. Non era mio interesse smascherare qualsiasi eventuale informazione che volesse tenere nascosto al villaggio, non ci avrei guadagnato niente. Quello che dovevo fare era soltanto completare l'incarico correndo il minor numero di rischi, il resto era di minore - se non nulla - importanza. Utilizzai la tecnica del Turn Over per cambiare l'anima attiva, visto che durante la conversazione mi ero avvalso della loquacità di Maki per evitare problemi, mentre ora mi serviva la collaborazione della vittima. In quanto testimone diretta, solo lei poteva aiutarmi a individuare il colpevole, dato che avevo come soli indizi un nome e un posto, entrambi non confermati né sicuri. Per fortuna si dimostrarono invece molto affidabili e appena arrivai al suddetto villaggio, chiesi informazioni ad un passante con una certa nonchalance. Si trattava di un ragazzino dall'aria stranita, di certo per il mio aspetto, che mi indicò candidamente il colpevole con la mano. L'uomo, che per puro caso si trovava solo a qualche metro di distanza a parlare con delle altre persone, si accorse subito della mia presenza e sembrò aver anche udito ciò che avevo detto al suo concittadino. Lo sguardo che mi gettò chiarì subito quello che sarebbe successo, non sembrava esserci bisogno di alcuna parola, anche se la presenza di altri civili lo rendeva invece necessario.

    Ak: È LUI!!!

    Kinji Arase, la dichiaro in-

    Non ebbi tempo di finire la frase, che l'uomo iniziò a fuggire. Però invece di farlo in maniera normale, lo fece verso l'alto. Con un paio di salti ben assestati, si innalzò a più di sei metri di altezza e sembrava avere intenzione di continuare ad allontanarsi così. Probabilmente era in questa maniera che era riuscito a introdursi nel monastero, penetrando da una finestra lasciata aperta o qualcosa di simile. Io sarei stato abbastanza agile da poterlo raggiungere con un balzo singolo, ma ciò mi avrebbe esposto a possibili contrattacchi, pensai. Di conseguenza feci una breve serie di sigilli e mi preparai a lanciare il ninjutsu a lungo raggio più potente che conoscevo, la Sfera dell'Inverno. Il colpo sfrecciò ad altissima velocità e raggiunse con gran precisione il ginocchio dell'uomo, sbriciolandolo. Perdendo l'equilibrio, egli cadde in avanti e si sfracellò a terra. La botta alla testa fu abbastanza forte da farlo svenire immediatamente.

    Ak: Aspetta, ma tu hai sei braccia?! ABOMINIO!

    Fui profondamente stupito dal fatto che la giovane avesse notato solo ora la conformazione del mio corpo, ma capii subito che la priorità era calmarla. Avere una monaca urlante nel cervello non era il modo migliore per portare avanti una missione. Le spiegai velocemente che il mio corpo era stato esposto a esperimenti genetici, allo stesso modo in cui lo era stato il suo prima di morire, inoltre le promisi che avrei chiarito tutto quanto in seguito.

    Circolate, non c'è niente da vedere. Quest'uomo è sospettato di omicidio e verrà condotto a processo presto.

    Ripetei le parole che Maki mi aveva consigliato di dire in caso di necessità, anche se ebbi la spiacevole sensazione di essermi dimenticato un pezzo. Si formò un capannello di curiosi, ma si tennero tutti a distanza. Creai un Clone dello Sposo, utilizzando l'anima di Aya per sfruttare la sua grande Forza, e con esso legai il sospettato con del fil di ferro. Poi mi feci indicare da uno dei presenti dove si trovasse la dimora dell'uomo e mi diressi in quel luogo insieme al clone e al prigioniero, pregando i villici di restare lontani, per non intralciare le indagini. Dubitavo di trovare la ragazza rapita o il suo cadavere nella casupola del colpevole, nessuno sarebbe stato così tanto stupido, pensavo. Mi sbagliavo. Infatti trovai subito una sorta di scantinato e appena entrai dentro esso fui assalito da un tanfo terribile di morte.

    Quello che troveremo qua dentro non sarà di sicuro un bello spettacolo, si fidi. La spengo subito, la contatterò a breve.

    La ragazza protestò sonoramente, ma non poté opporsi quando eseguii il Turn Over. Scelsi di chiamare il Professore, per sfruttare le sue conoscenze mediche avanzate. Fu una scelta abbastanza azzeccata, per più ragioni. Il cadavere della giovane Aika presentava numerosissime ferite, tutte inferte a decesso già avvenuto, decretò il perito a mia disposizione. Egli trovò anche una discreta quantità di liquido seminale sul corpo della vittima, segno che la morte non aveva fatto desistere il carnefice dai suoi intenti.

    P: Che personcina a modo...

    Quella a cui assistetti fu di sicuro una scena disgustosa, in sé e per le sue implicazioni, ma non provai neanche un briciolo di fastidio. Ultimamente stavo diventando fin troppo assuefatto ai cadaveri, ma faceva strano non provare neanche un po' di sano ribrezzo di fronte a un corpo martoriato da ferite e violenze sessuali post-mortem. Mi chiesi se questo non fosse un cattivo segno, però rimandai quel pensiero ad altri momenti, fuori dall'orario di lavoro. Il dubbio che invece si dimostrò più urgente era se fosse utile raccogliere anche l'anima della sfortunata vittima di quell'incidente. Una donna di mondo, che conosceva molte cose, così l'aveva descritta brevemente sua sorella poco tempo prima, che le sue parole rispondessero o meno a verità di sicuro avevano attratto la mia attenzione.

    P: Il livor mortis non è ancora inoltrato, se desidera estrarre il suo sangue questa sarà l'ultima occasione utile. Personalmente la considero una buona idea, nel peggiore dei casi avrà sprecato una singola siringa, nel migliore avrà ottenuto un'ulteriore alleata.

    Lieto che il mio padrone condividesse la mia opinione, tirai fuori una siringa dalla sacca e prelevai sangue dal cadavere della donna, riponendo con cura in seguito l'oggetto ora pieno. L'azione successiva fu avvolgere del tutto il corpo in un lenzuolo e poi creare un clone dello Sposo con Yamato all'interno. Deputai ad egli di farmi da guardia mentre prelevai di peso la donna e la trasportai fuori. Tra lo sgomento di tutti i presenti, i tre mostri a sei braccia se ne andarono via, con un loro concittadino come prigioniero e un lenzuolo insanguinato in mano che non poteva che contenere la vittima del crimine da me dichiarato. Nonostante il brusio e le voci sconvolte, nessuno tentò nessuna azione sconsiderata. In questo modo non ebbi problemi a raggiungere di nuovo il monastero, a parte un po' di stanchezza per lo sforzo fisico notevole. Qui consegnai colpevole e cadavere al priore, che mi promise un giusto processo e una ricompensa supplementare per la mia bravura. Ringraziai e tornai a Taki, dove potei fare rapporto al kage, che non sembrò particolarmente impressionato. Il primo giorno disponibile mi recai dal mio medico clandestino di fiducia e feci analizzare il sangue, che si dimostrò non infetto. Ero pronto per ripetere dunque la routine che mi permetteva di aggiungere l'ennesima anima dentro al mio corpo.


    AIKA
    Mi è stato sempre insegnato di non sprecare le parole e io non l'ho mai fatto. Di essere buona e rispettosa e così sono sempre stata. Di amare la mia famiglia come nient'altro al mondo e a questo principio fui devota. Nacqui in un clan di antichissima nobiltà, a Yuki. Avevo una sorella gemella, una vera peste. I miei ci crebbero con un'educazione molto rigida, ma su di lei non ebbe effetto. Provarono e provarono, finché non si arresero. Piuttosto che avere una figlia scortese preferirono avere una figlia in meno. La sbatterono in un convento, lontano da noi. Lì le fecero il lavaggio del cervello, così mi dissero, così verificai anni dopo. La allontanarono da me, togliendomi l'unica amica e confidente. Non lo accettai e cambiai me stessa. Smisi di essere ubbidiente, smisi di essere una brava figlia. Più tardi scappai di casa, quando avevo sedici anni. Una donna sola e debole deve accettare compromessi. Gli uomini vogliono solo una cosa, una cosa che io avevo. Fornendogliela, loro mi aiutavano, a modo loro. Brutta storia, però per i primi mesi non ebbi scelta. Vissi una vita disperatamente piena di tutto, soprattutto dopo aver visto per la prima volta il monastero. Lì mia sorella viveva, devota e quasi apatica. Non potevo restare con lei e volli vivere come avrebbe dovuto vivere lei. Felice e soprattutto libera, da tutto e da tutti, priva di ogni costrizione. I miei genitori non mi trovarono, ma accumulai nemici. Una donna fiera e libera non piace, una donna che non si concede più è un pericolo per gli uomini. Così dovetti tornare da mia sorella e chiedere la sua protezione. Il priore usò i suoi contatti per permettermi di vivere con lei. Divenimmo legate indissolubilmente, l'unica cosa che avrei mai voluto nella vita. Fui felice, anche se non durò molto. Il mio passato mi inseguì e travolse anche lei. Svenni ai piedi del mio assalitore e quando mi ripresi ero già in un altro corpo. Una voce mi spiegò tutto. Mi raccontò storie strane e incredibili. Io capii. Fintanto che potevo stare con mia sorella ero contenta. La voce chiese se ero disposta ad aiutare. Lo avrei fatto soltanto in cambio del bene di mia sorella. La voce mi chiese di convincere Aki a collaborare.

    Ai: Dammene l'occasione. Io posso farlo. Tu no.

    La voce iniziò a raccontare molte altre cose. Dovetti imparare e lo feci. Dovetti insegnare ad Aki e lo feci. La voce chiamata Rutja chiedeva cose e io eseguivo. Un giorno sarebbe morta e io ed Aki saremmo rinate. Insieme, io e lei. Libere. Per arrivare a ciò avrei fatto qualsiasi cosa.



    Legenda
    Pr: Priore
    Ak: Aki
    P: Professor Madaraki
    Ai: Aika


    OT
    Tecniche utilizzate:

    Horna no Nyuuseki (Il Matrimonio dell'Horna) (Tecnica personale)
    Livello A
    Tipo: Ninjutsu
    Tecnica che permette il dialogo con i defunti, inventata dal professor Madaraki. Per poter attivare la tecnica è necessario disporre di una discreta quantità di sangue del defunto (almeno 200 ml), impregnato del chakra di costui. Dopo essersi iniettato in vena il sangue, l'utilizzatore dovrà iniziare una lunga cerimonia pratica, che dura all'incirca un'ora se il corpo del defunto non si trova nei paraggi, la metà se il corpo è a meno di cento metri di distanza. Al termine del processo si potrà dunque ospitare l'anima del defunto all'interno del proprio corpo, in maniera permanente, fino alla morte dell'utilizzatore. In questo modo, su comando dell'utilizzatore, egli sarà in grado di conversare con il defunto, il quale avrà le stesse capacità intellettive, le stesse conoscenze e lo stesso carattere che ebbe in vita. Di norma le anime ospiti sono dormienti e inermi, solo grazie all'utilizzatore possono temporaneamente tornare alla vita. In questo modo l'anima potrà parlare con l'utilizzatore e ricevere i medesimi impulsi sensoriali di costui. Inoltre egli sentirà ogni pensiero dell'utilizzatore e dialogherà con essi.
    Non è possibile evocare più di una anima alla volta. Il numero di anime che l'utilizzatore può ospitare è crescente, pari al suo livello. Non si potranno raggiungere però le anime di coloro che sono defunti da oltre un anno. Inoltre i defunti che hanno la propria anima ospite nel corpo dell'utilizzatore della tecnica, non saranno in grado di essere richiamati in vita con nessun altra tecnica di resurrezione, fino a quando l'utilizzatore di questa tecnica è in vita. Il costo della tecnica è diviso in due parti, uno per l'acquisizione dell'anima e uno per risvegliarla volta per volta.
    [Sigilli per il rituale: 10]
    [Sigilli per il richiamo: 5]
    Costo del rituale: 100
    Costo di richiamo: 20

    Turn Over (tecnica personale)
    Livello C
    Tipo: Ninjutsu
    Tecnica collaterale al Matrimonio dell'Horna, che permette di scambiare più velocemente l'anima attiva all'interno del proprio corpo con una delle altre che in quel momento è disattivata. Questo provoca però un lieve mal di testa passeggero e un calo di prestazioni fisiche pari ad un malus di 2 punti a tutte le statistiche per due turni.
    [Questa tecnica non può essere usata se la Preghiera del Carcerato è attiva]
    [Sigilli: 3]
    Consumo: 5

    Raiton: Fuyudama (Arte del Fulmine: Sfera Invernale) (tecnica personale)
    Livello A
    Tipo: Ninjutsu
    Questa tecnica crea sul polpastrello dell'utilizzatore una sfera di chakra Raiton di diametro di pochi centimetri, ma particolarmente densa. Si possono creare contemporaneamente tante sfere quanti sono i polpastrelli a disposizione dell'utilizzatore. Una volta create, queste possono essere sparate verso il loro bersaglio con una velocità che sarà maggiore rispetto a quella dell'utilizzatore di 30 punti. Se la velocità di queste sfere è almeno doppia rispetto al parametro di Resistenza di un eventuale nemico, allora il colpo è in grado di perforare facilmente la carne e addirittura rompere le ossa più robuste del corpo, altrimenti è in grado di fare danni da contusione o ustione di medio-grave entità.
    Non ci sono limiti nel numero di sfere creabili in una volta, ma non si può creare più di una sfera per polpastrello.
    [La gittata massima della tecnica è di 20 metri]
    [sigilli: 6]
    Idrosolubilità: no
    Costo: 60 a sfera

    Aruji no Bunshin (Clone dello sposo) (tecnica personale)
    Livello B
    Tipo: Ninjutsu
    Tecnica che crea dei bunshin fisici legati al Matrimonio dell'Horna. La copia creatasi avrà una vera anima all'interno, proprio una di quelle ospitate nel corpo dell'utilizzatore. L'anima può essere scelta tra tutte quelle ospitate, ma non deve essere attiva nel momento della creazione del bunshin. L'anima ospitata nella copia sarà quindi in collegamento telepatico con l'eventuale anima attiva con il matrimonio dell'Horna (non con l'utilizzatore della tecnica).
    Il corpo creato in questa maniera sarà identico a quello dell'utilizzatore, tranne per i lineamenti del volto e il colore dei capelli, più simili a quelli del corpo che aveva l'anima in vita. Allo stesso modo la copia possiederà la voce che l'anima aveva in vita, anche nel caso sia del sesso opposto a quello dell'utilizzatore. Le statistiche della copia corrispondono al 60% di quelle dell'originale, tranne che in un unico parametro, per il quale vi sarà un bonus di 20 punti (aggiunto dopo il calcolo della percentuale). Questo parametro è quello che l'anima aveva sviluppato maggiormente in vita e che deve essere indicato in maniera chiara nella scheda dell'utilizzatore. L'utilizzatore potrà, aumentando il costo della tecnica, concedere una dose di chakra alla sua copia, compresa tra 10 e 80 unità. Questo bunshin sparirà in una piccola nuvoletta di fumo nel momento in cui subisce ferite moderate, mentre sarà in grado di resistere alle lievi. Se questo accade, l'anima in esso contenuta tornerà semplicemente nel corpo dell'utilizzatore.
    [Tipologia di cloni: Superiori]
    [La copia possiede le stesse armi dell'utilizzatore, la cui resistenza è pari al 60% della resistenza delle armi originali]
    [I cloni possono essere creati a una distanza massima di 10 metri e non possono superare i 25 metri di distanza dall'utilizzatore, pena la loro distruzione]
    [I cloni conoscono tutte le jutsu dell'utilizzatore]
    [Possono essere creati tanti cloni quante sono le anime raccolte col Matrimonio dell'Horna, esclusa però quella attiva.]
    [Le copie non possono essere riassorbite per recuperare chakra]
    [Sigilli:3]
    Costo: 30 (più eventualmente da 10 a 80 unità di chakra da dare alla copia)


    Anima che punto ad ottenere:

    Aika

    Scaltra e cinica, ama sua sorella sopra ogni altra cosa. Fiera e amante della libertà, solitamente si approccia agli altri con un velato senso di superiorità. Parla sempre con frasi brevi, ritmate e quando necessario graffianti.

    Dati di quando era in vita

    Aspetto

    Voce

    Fumiko Orikasa

    Punto di forza

    Velocità

    Punto debole

    Resistenza

    Abilità Innata

    Manipolazione del corpo

    Altezza

    166 cm

    Peso

    52 kg

    Theme personale

    Trilogia - Aika



     
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    Suna
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    Nel terzo pianeta del Sistema Solare della galassia detta Via Lattea

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    Non so perché, ma sapevo i prestavolto da prima ancora di vedere l'immagine. (*telepatia intensifies*)

    Le anime sono ottenute, senza Obiezioni.
     
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2 replies since 7/5/2016, 10:24   103 views
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