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Allenamenti per specializzazioni varie

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    Demone incendiario

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    32.1 SPIDER TRAUMA CENTER



    Giravo con calma tra gli scaffali della biblioteca, in cerca di qualcosa da leggere. Negli ultimi tempi divoravo sempre più in fretta i libri che prendevo in prestito, nonostante non potessi dedicare troppo tempo a questa attività. Vagando nella sezione della saggistica, finii quasi per caso tra alcuni libri di anatomia. Non mi ero mai interessato troppo di quella materia, ma visto che ormai avevo provato un po' di tutto, presi in mano uno dei tomi per osservarlo meglio. Il volume in questione era di livello molto basilare, spiegava la divisione in sistemi ed apparati grazie anche a delle illustrazioni molto ben curate. Incuriosito, mi chiesi se conoscenze di questo tipo potessero tornarmi utili anche nella mia professione. Fu Julius, che fino ad allora aveva passato la giornata quasi del tutto in silenzio, a rispondere ai miei dubbi.

    J: Di sicuro conoscere come funziona il corpo umano può aiutarti a distruggerlo. Un sicario che conosce le basi dell'anatomia umana è un sicario più consapevole di come e dove va ad agire nell'organismo del suo bersaglio. Inoltre, se ti interessa, potrei insegnarti un paio di trucchetti sulla cura. Sai, ero il medico di bordo nella banda di pirati a cui mi ero unito, anche se non conosco niente di particolarmente elaborato...

    Fui estremamente sorpreso da quest'ultima notizia, non avrei mai immaginato che i pirati imbarcassero medici, però era anche logico che persino loro preferissero non morire per la prima inezia, quindi la cosa tutto sommato aveva senso. Ero stupito anche dall'idea che un pescatore ex nobile avesse abilità di cura, ma il diretto interessato mi spiegò che ciò era dovuto a una sua precisa scelta, fatta nel momento in cui la moglie si era ammalata. Aveva provato ad apprendere da autodidatta le arti curative, nel tentativo di risolvere i problemi di salute della consorte, ma questo non era stato sufficiente a debellare il tremendo male che aveva afflitto la mia povera zia. Fui commosso dalla devozione che l'uomo aveva dimostrato, riconobbi in lui l'unica qualità che riconoscevo anche in me. Forse era di famiglia, se si escludeva mia madre.

    In ogni caso... penso possa essere una buona idea! Proviamoci!

    Mi feci fare il prestito del libro in questione e poi mi diressi a casa. Era tardo pomeriggio ed ero particolarmente stanco, visto che avevo appena terminato gli allenamenti di giornata. Passai quindi il tempo che mi separava dalla cena leggendo il libro. Ero fortunato ad avere il commento di un semi-esperto che mi aiutava a comprendere tutti i passaggi che non erano auto-evidenti, in questo modo potevo procedere molto agilmente.
    Il primo capitolo si occupava dell'apparato circolatorio, argomento che conoscevo già un pochino per le correlazioni con la tecnica del Matrimonio dell'Horna. Ormai ero un esperto nelle iniezioni ed ero in grado di trovare quasi sempre con scioltezza le vene su cui far presa con gli aghi. Ripassai velocemente la posizione dei vari vasi sanguigni e riuscii a memorizzare i nomi assurdi che erano stati dati ai più importanti fra essi. Più faticoso fu capire appieno il discorso sul ciclo del sangue venoso e del sangue arterioso, mentre non fui in grado di raggiungere una piena comprensione del discorso della pressione sanguigna.
    Il capitolo successivo era dedicato all'apparato respiratorio, argomento che conoscevo di meno. Una gran parte della trattazione era legata alla descrizione degli organi principali e delle cosiddette vie aeree. Nulla di difficile, anzi alcune nozioni erano conosciute almeno in parte da tutte le persone, più complicato fu capire composizione e funzionamento dei polmoni. Organi fondamentali, ma i cui processi non erano proprio immediati per qualcuno privo di basi teoriche di un certo tipo. Riuscii a capire il minimo indispensabile, ovvero lo scambio tra ossigeno e anidride carbonica, anche se non capivo del tutto l'utilizzo di questi due gas, di cui avevo appena scoperto l'esistenza. L'ultima parte trattava dell'espirazione e dell'inspirazione. Era buffo vedere come un processo così complicato fosse compiuto in automatico da tutti i corpi, senza difficoltà né pausa alcuna.
    La terza parte era dedicata all'apparato locomotore, diviso in sistema scheletrico e sistema muscolare. Per fortuna il primo era trattato in maniera abbastanza superficiale, del resto non mi era particolarmente utile conoscere a memoria il nome delle ossa, tranne forse quelle due o tre principali che però erano note anche ai profani. La parte relativa alla struttura interna delle ossa era particolarmente noiosa e la lessi con estrema fretta, considerandola di nessun interesse pratico. Più importante per la mia professione era il discorso sui muscoli. Di nuovo il focus dell'autore del libro era stato posto su nomi e struttura interna. Cercai di memorizzare per bene i primi e di capire un minimo la seconda. Siccome non ce la feci appieno, mi proposi dare un'altra lettura in un secondo momento, anche perché era ormai tardi e preferii fare pausa per la cena.
    Dopo il pasto, Julius mi convinse a non ributtarmi subito sul libro e a tentare invece qualcosa di pratico. In sostanza quello che voleva farmi apprendere era un metodo per disinfettare le ferite, per impedire che peggiorino. Mi mancavano alcune delle nozioni teoriche su questo argomento, ma mi accontentai di quelle empiriche che avevo guadagnato in anni di botte e tagli più o meno gravi. Per raggiungere l'obiettivo dovevo creare una sostanza dal nulla con il solo ausilio del chakra. L'uomo tentò anche di farmi capire la conformazione chimica di questo composto, ma era troppo complicato per me, almeno allo stato delle cose attuali. Meglio andare per tentativi, seguendo le direttive che man mano mi erano fornite. Il primo passo fu aggiustare gli ingredienti, il secondo perfezionare la densità. Solo per queste due azioni impiegai diverse ore, sprecando un sacco di energie. Per fortuna non spendevo tanto chakra a volta, altrimenti non avrei potuto continuare così a lungo. A questo punto mancava soltanto il perfezionamento del tutto, che poteva essere messo in pratica soltanto con la ripetizione assidua. Il problema era però che avevo quasi terminato le mie riserve, non potevo continuare quella sera. Stanco morto, mi misi a letto e mi addormentai in un attimo.
    Di prima mattina cambiai anima attiva con il Turn Over, chiamando il Professore. Gli spiegai la situazione e l'allenamento che avevo svolto la sera precedente.

    P: Non credo possa esserle utile più di tanto, ma è meglio conoscere una cosa in più che una in meno...

    La mattina e il primo pomeriggio dovetti svolgere la missione quotidiana, solo al termine di essa potei concentrarmi sull'allenamento interrotto poche ore prima. Eseguii più volte prove su piccole ferite auto-inflitte, con risultati a detta del mio padrone man mano migliori. Ero sorprendentemente portato per quell'abilità, cosa che mi rese anche solo un pochino fiero di me stesso.

    P: Certo, il livello che lei ha raggiunto è proprio minimo. Per migliorare ancora servirebbero allenamenti costanti, ma non ho bisogno che lei eccella in campo medico. Capisce quello che le sto dicendo?

    Compresi perfettamente ciò che il Professore voleva dirmi e non ebbi nulla da controbattere. Se il mio padrone preferiva che concentrassi gli sforzi verso qualcos'altro, non potevo fare altro che obbedire. Smisi quindi di covare qualsiasi ambizione di quel tipo e ritornai agli allenamenti soliti. Finii comunque con calma il resto del libro e qualche settimana dopo ne presi uno simile, leggermente più approfondito. Ciò che attraverso essi avevo appreso non lo avrei dimenticato facilmente e a maggior ragione non ebbi problemi a mantenere viva la memoria dell'abilità della disinfezione tramite chakra, anche perché la tendenza a danneggiarmi spesso e volentieri ne favoriva la pratica. Alla fin fine aver imparato a non far marcire le ferite che inevitabilmente procuravo al mio corpo poteva aiutarmi a rimanere vivo e a limitare anche solo di un po' i miei periodi di permanenza negli ospedali, rendendo tutto sommato un buon servizio alla mia causa.


    Legenda
    J: Julius
    P: Professor Modaraki


    OT
    Livello che intendo ottenere:
    Medica
    "Laddove c'è una mano che ferisce ci sarà sempre bisogno di una mano che cura". Così un antico detto esprime l'importanza delle arti mediche. Gli shinobi addestrati in questo campo si contraddistinguono per la forza di volontà, le raffinate capacità intellettuali che gli permettono di incamerare migliaia di nozioni e procedure per usarle efficacemente alla bisogna, la ferrea concentrazione del proprio chakra ed uno spiccato sangue freddo, indispensabile per poter salvare la vita ai propri compagni senza farsi prendere dal panico.

    Livello 1
    -- Disinfettante di Chakra: il ninja è capace di creare tramite il chakra una speciale sostanza in grado di disinfettare le ferite e stabilizzarle così che non peggiorino.
    [5 chakra per ogni ferita]
    -- Conoscenze, prima infarinatura: Il ninja ottiene una iniziale infarinatura in anatomia circa la suddivisione in sistemi ed apparati del corpo umano.


     
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    32.2 PERCEPTION



    La settimana successiva alla mia incursione nel mondo medico passò velocemente e il tempo libero dalle missioni era quasi tutto investito in allenamenti per il potenziamento fisico o il miglioramento delle mie abilità da sensitivo. In questo particolare campo riscontravo continui fallimenti e sarei stato propenso all'abbandono di tale campo se non fosse stato per l'insistenza del Professore.

    Sono passati diversi mesi da quando sei riuscita a sbloccare le mie abilità. Sei l'unica che è riuscita a farmi fare qualche passo in avanti. Ti prego, aiutami...

    La mia supplica era rivolta ad Aya, non tanto perché lei fosse mal disposta verso di me, quanto perché anche lei non era più in grado di promuovere miglioramenti continui come era stato in un primo momento. L'unica risposta che lei seppe darmi fu quella che continuare ad allenarsi solo con dei cloni non sarebbe stato più produttivo, per il momento, quindi avrei dovuto trovare dei metodi alternativi. Non seppe però indicarmene alcuno quando glielo chiesi e mi domandò tempo per pensarci sopra. Questo in effetti non mancava, dato che dovevo ancora svolgere la missione di giornata. Mi recai alla bacheca dove erano radunate le offerte di lavoro, dato che quel dì non mi era ancora stato assegnato niente. Non trovai nulla che stimolasse particolarmente il mio interesse, ma così non fu per la mia giovane aiutante, che me ne indicò entusiasta una. Essa prevedeva di fare da arbitro supplementare in un torneo semi-professionistico, non del tutto dissimile da quello a cui avevo preso parte diverso tempo addietro. Tentar non nuoce, mi dissi, quindi scelsi quella missione e me la feci approvare.
    Il torneo si svolgeva all'interno del villaggio, in una piccola arena privata. Io dovevo rimanere ai bordi del campo e fare in sostanza da giurato, stabilendo insieme ad altri due colleghi la vittoria ai punti nel caso di pareggi. Aya mi disse che il mio allenamento avrebbe potuto essere parallelo al lavoro, bastava concentrarmi in maniera estrema nel sentire il chakra dei vari partecipanti. Quando fu il momento tentai di eseguire i consigli della ragazza, in alcuni casi addirittura chiudendo gli occhi nel momento in cui mi sembrava ciò potesse aiutarmi. Ad esempio nel caso di alcuni ninjutsu mi privai della vista per cercare di sentire meglio la posizione e il movimento dell'energia di cui erano costituiti. Ci furono più di venti match, anche se non in tutti ci fu un utilizzo particolare di chakra e alcuni scontri sembravano più risse da bar che battaglie vere e proprie. Alla fine mi sembrò di aver riscontrato un miglioramento netto, ma Aya disse che si trattava per lo più di una mera impressione. Però di sicuro avevo fatto un passo nella direzione giusta, non dovevo far altro che farne seguire altri fino a creare un percorso virtuoso.
    Il giorno successivo, dopo aver completato una semplice missione, mi diressi in un campo di allenamento particolarmente affollato, nel bel mezzo di Taki. Mi sedetti a terra e rimasi fermo, tentando di concentrarmi sulle varie emanazioni di chakra che si succedevano nei dintorni, senza fare altro. Spesso chiudevo gli occhi, cercando di concentrarmi sulla posizione degli autori di questi impulsi, per migliorare la precisione di quel senso. Pian piano riuscii ad avere un'idea sempre migliore di ciò che avevo attorno, anche se non riuscivo ad essere perfetto. Spesso erravo di cinque, sei, in alcuni casi di una dozzina di metri, ma in una sola giornata avevo smussato notevolmente uno dei difetti principali di quella mia abilità.

    P: Rutja-dono... quel chakra che ha sentito là in fondo... osservi meglio...

    Richiamato all'attenzione dalle parole del Professore su una particolare emanazione che si trovava a circa venti metri da me, aprii gli occhi e con stupore notai che il mio errore di localizzazione aveva un'importante implicazione. Lo shinobi che avevo individuato mentre si allenava in una tecnica Suiton era a circa trenta metri di distanza, non venti. Era discretamente oltre il limite di percezione che fino ad allora avevo avuto. Era un grosso passo in avanti, il secondo di giornata. Soddisfatto dai miei progressi e ancora più dalle lodi del Professore, aspettai che il tramonto scendesse sulla città prima di tornare a casa. Dal giorno successivo passai ogni istante possibile in quel campo, concentrandomi sempre nel cercare di percepire tutto il possibile. Arrivai in meno di una settimana a riuscire a rendere un po' più rari gli errori e ad allargare il raggio di azione della percezione fino a trentacinque/quaranta metri. Riuscii persino ad abbassare la quantità minima per riconoscere l'impronta del chakra individuale, che scese fino ad essere più o meno pari a quella necessaria ad una Ragnatela semplice. Passai un'altra settimana a consolidare questi miglioramenti e a normalizzarli. Spesso mi allenai anche con corsette e altri esercizi mentre mi concentravo nella percezione, in maniera da rendere più semplice l'esercitare questo senso aggiuntivo mentre eseguivo altre azioni. In un primo momento erano solo operazioni basilari, ma nei giorni successivi ritentai con qualcosa di più complesso. Mi impegnai anche in qualche piccolo combattimento amichevole con dei cloni nel bel mezzo del campo di allenamento e cercai di mantenere la concentrazione alta in parallelo anche sulla percezione dei dintorni. Non era semplice essere vigile su due fronti contemporaneamente e in questo modo capii anche i miei limiti da quel punto di vista. La perfezione era ben lontana, ma tutta quella fatica era finalmente stata ripagata con un un importante secondo passo nella giusta direzione.



    Legenda
    P: Professor Modaraki


    OT
    Livello che intendo ottenere:
    Percezione del Chakra

    Livello 2
    -- La precisione del senso percettivo aumenta. Quando un altro ninja utilizza una tecnica il sensitivo sarà capace di individuare l'area approssimativa in cui si trova la fonte, con un errore massimo di dieci metri. Se il chakra sprigionato è superiore alle 20 unità, sarà capace di riconoscere l'utilizzatore. La stima del chakra sprigionato diventa un po' più precisa, ma ancora molto a grandi linee (molto, poco...)
    Raggio (chakra sprigionato): 40 metri


     
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    32.3 ALL YOU NEED IS SCHYTE


    AYA
    A: Qualsiasi cosa? Davvero?

    Molto sorpresa, domandai se avevo sentito bene quello che mi era stato detto. Rutja aveva convocato una piccola Riunione di Condominio, a cui partecipavano solo lui e il suo “padrone”, l'uomo chiamato Madaraki, oltre a me ovviamente. In un contesto del genere ricevetti i ringraziamenti da entrambi per il mio aiuto fondamentale negli allenamenti sulla percezione del chakra e mi fu detto che avrei potuto chiedere qualsiasi cosa come ricompensa. La cosa mi fu confermata anche dopo che espressi il mio stupore, quindi mi misi qualche istante a pensare seriamente a cosa chiedere. Non potevo chiedere ciò che volevo davvero, quindi dovevo ripiegare su qualcosa di diverso, di utile per il futuro. Ripensai a quello che mi era stato raccontato su Kleptes, il quale aveva barattato delle lezioni di scassinamento per il possesso della Forchetta della Verità, e intuii quale sarebbe stata l'opzione migliore.

    A: Voglio una grande mazza! Oppure una falce o qualcosa del genere. In vita le usavo un sacco, potrei aiutare molto di più con una cosa del genere.

    Madaraki approvò con gran gioia e decise che il pomeriggio successivo io e Rutja saremmo andati nel quartiere commerciale e avremmo scelto qualcosa che facesse al caso nostro. Quindi fui congedata e mi risvegliai direttamente il giorno successivo. Ero contenta di poter trascorrere un po' di tempo a fare cose normali con il ragazzo che amavo, anche se ben poco c'era di normale nel modo in cui l'avremmo fatto. Io non potevo che rimanere nella sua testa e fu solo così che potemmo muoverci tra le varie armerie. Ne conoscevo molte e potei dare molti consigli a Rutja sui vari oggetti. Era molto interessato ad un arco, ma decise di lasciare perdere per concentrarsi sul mio regalo. Seguendo ciò che avevo detto il giorno prima, lui si concentrò molto sulle armi che avevo nominato allora, in particolare sulle mazze. Gli spiegai funzionamenti e punti di forza di ognuna delle possibili armi, in fondo erano le cose su cui ne sapevo di più. Non certo oggetti molto femminili, almeno non nel pensiero comune, però la cosa non mi aveva mai causato più di tanti fastidi.

    Mmm, sai che la potenza muscolare non è proprio il mio forte, io punterei più sulle falci...

    Dopo un po' di giri Rutja espresse questo suo pensiero e in effetti aveva più che ragione. Non era tipo da armi contundenti, per il suo stile di combattimento erano più adatte quelle da taglio. Tra esse c'era più scelta, ma visto che il mio amato insistette affinché fossi io a scegliere, alla fine puntai su una grossa falce rossa. Nel percorso verso casa gli spiegai di come quell'arma fosse celebre per essere stata usata un tempo quasi solo da una famosa setta fedele a un Dio della Guerra tremendamente sanguinario. Gli raccontai anche di come avessi scelto quell'arma soprattutto perché poteva anche essere usata come arma da lancio, grazie alla speciale catena che permetteva un suo riacquisto veloce. Era un oggetto completo e aveva anche un prezzo abbastanza basso in rapporto alle sue dimensioni, cosa importante visto che le finanze di Rutja erano parecchio limitate.

    A questo punto voglio provarla subito. Andiamo un attimo al campo più vicino.

    Fui felice di poter mettere la mia esperienza al servizio della causa, però purtroppo gli eventi dimostrarono che questa era molto più necessaria del previsto. La falce era troppo pesante per Rutja, non riusciva a muoverla senza una goffaggine enorme. Ad un certo punto rischiò addirittura di colpirsi allo stinco, talmente bassa era la precisione delle sue mosse. Sorpresa, mi proposi di mostrargli come si faceva e quindi mi feci dare il controllo del suo corpo. Ma anche nei momenti in cui lo stavo possedendo le difficoltà non cessavano. Non era questione di bravura con l'arma in sé, seppure avesse avuto di certo un peso nel disastro che stava combinando il mio amato, quanto le carenze di potenza fisica tipiche del suo corpo. Quando mi ero avvicinata al mondo delle armi pesanti per la prima volta avevo avuto lo stesso problema ed era stata dura superare quello scoglio, però era evidente quanto lui fosse meno debole di quanto fossi io agli inizi della mia carriera. In ogni caso prima di poter utilizzare il mio regalo dovevamo impegnarci in un percorso di potenziamento muscolare. La reazione di Rutja non fu entusiasta all'idea, ma accettò.
    Dopo aver riflettuto qualche attimo, scelsi con cura il piano di lavoro da tenere. Per prima cosa gli feci fare delle ripetizioni di flessioni, di sollevamento pesi – per quest'ultima cosa gli feci utilizzare la falce stessa, visto che non avevamo il materiale necessario – e trazioni alla sbarra. Lo feci andare avanti per mezz'ora buona, poi gli dissi di interrompersi, altrimenti l'allenamento sarebbe risultato controproducente. Sulla strada di casa convinsi il ragazzo a comprare dei piccoli pesi da allenamento e più avanti lo convinsi a ripetere l'allenamento due o tre volte a settimana, con costanza. Solo così avrebbe ottenuto risultati, la mia esperienza parlava chiaro. Lui chiese di parlarne con Madaraki e convenimmo nel sentirlo attraverso una Riunione di Condominio a cui avrei presenziato anch'io. Il suo responso fu positivo ed egli si congratulò addirittura con me per la mia lungimiranza e capacità di individuare la giusta opzione. Ringraziai e una volta terminato il consesso mi occupai di segnare su un foglio un programma più dettagliato, che comprendesse anche una variabilità maggiore di esercizi. Prima di andare a dormire Rutja mi spense, per attivare il suo padrone. Quando mi risvegliai era passata già una settimana e i primi risultati degli allenamenti si stavano facendo vedere. Grazie alla pratica continua che gli avevo suggerito, le difficoltà fisiche si erano ridotte e anche i movimenti della falce erano un pochino più armoniosi, anche se ancora ben lontani dal poter essere utili in una battaglia seria. Per questo decisi di iniziare a insegnare le basi di quel tipo di combattimento. Iniziai dalle cose più semplici, dal far brandire l'arma con scioltezza, senza particolari schemi. Nella prima lezione mi concentrai quasi solo su questo, più qualche dimostrazione pratica illusoria, grazie al Ballo di Ferro. Ebbi la possibilità di riprendere il discorso ancora una volta a distanza di una settimana e finalmente riuscii a far riprodurre a Rutja alcuni schemi tipici del Kusarigamajutsu, l'arte del combattimento con le falci. Non erano molti quelli che potevano essere riprodotti da un novizio che aveva tra le mani una falce di quelle dimensioni, ma ci impegnammo nel perfezionarle al meglio. Il mio passato maestro, proprietario di un dojo piuttosto famoso a Taki, sarebbe stato fiero di me, pensai soddisfatta dei molti miglioramenti che stavo riuscendo a far compiere pian piano al mio personale allievo. Lo feci esercitare a lungo, nei momenti che mi erano concessi, finché non arrivò a maneggiare la falce con una discreta naturevolezza e a imparare a riprodurre alcuni tipici affondi o a eseguire semplici parate nel confronto all'arma bianca. Per quest'ultima abilità utilizzai la collaborazione dei Cloni dello Sposo, insegnando i vari modi di sfruttare la maggiore stazza della falce per sopraffare armi come katane o quantomeno per difendersi in maniera adeguata, cosa che poteva permettere ad uno come lui di creare aperture importanti per utilizzare le sue braccia supplementari. Sapevo di aver fatto un buon lavoro, ero totalmente soddisfatta di me. In poco più di un mese ero riuscita a farlo arrivare ad un livello minimo di maestria, fatto che mi procurò la gratitudine dell'uomo che amavo, la ricompensa perfetta per i miei sforzi.



    Legenda
    A: Aya Yoshikawa


    OT
    L'allenamento si basa tutto sul fatto che partivo da 33 di Forza, che non mi bastava per non avere il malus nel maneggiare le armi pesanti, mentre con il +2 di questa spec il malus sparirebbe.
    Livello che intendo ottenere:
    Armi Pesanti
    Di fisionomia possente e robusta, i ninja che si specializzano in armi grandi allenano il proprio corpo migliorando la forza e la resistenza. Sono chiamati "tank" per la loro incredibile resilienza, oltre che per la forza mostruosa che permette loro di impugnare armi molto pesanti. Solitamente danno il meglio di sé nella mischia, trovando più semplice eliminare più nemici alla volta.

    Livello 1
    -- Forze e resistenza aumentano di 2
    -- Evocare armi migliorato: estrarre fuori le armi da un rotolo non costa più chakra.


     
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    Mi risvegliai all'improvviso, col volto spiaccicato al suolo. C'era sangue ovunque per terra, il mio sangue. Ero a casa, ma non capivo cosa fosse successo e perché fossi ferito alla testa. Mi rialzai e notai la finestra aperta, che fosse entrato qualcuno e avesse cercato di derubarmi? In preda al panico mi misi a osservare per la stanza, però non c'era alcun elemento fuori posto, nessuno aveva rovistato tra le mie cose. Per sicurezza aprii i cassetti, ma non mancava niente neanche lì. Ancora un po' stordito mi misi a cercare in giro qualcosa che potesse spiegare tutto quello, finché non trovai sotto il letto le mie bocce da combattimento, insanguinate. Non capendoci più nulla, insistetti con Boris, che fino ad allora non mi aveva detto nulla.

    B: Ti giuro, non mi divertivo così tanto da almeno due anni... sei davvero un idiota esilarante...

    Quella frase non mi aiutava molto, quindi dovetti chiedere ancora prima di poter capire cosa era successo davvero. In sostanza mentre facevo esercizi di giocoleria mi ero tirato in testa per sbaglio una delle bocce. La botta era stata lieve, ma mi aveva sbilanciato e fatto cadere all'indietro. Il colpo alla nuca era stato molto più consistente, al punto da avermi fatto perdere i sensi e avermi lasciato in stato confusionale dopo averli ripresi.

    B: Come se di norma fossi molto più sveglio. Comunque ti conviene andare in ospedale, giusto per essere sicuro di non esserti fatto niente. E così la prossima volta impari a provare merdate senza senso.

    Seguii il consiglio e andai a farmi vedere, per sicurezza. Essendo un codice verde dovetti passare quel che restava della serata in pronto soccorso e potei tornarmene a casa in piena nottata. Ma quell'incidente non mi avrebbe indotto a rinunciare ai miei intenti, ci tenevo troppo, avrei ripreso la sera dopo. E infatti, dopo una giornata faticosa fatta di lavoro e allenamento, appena terminato il pasto mi misi a usare le bocce come palle da giocoliere.
    Questa volta non iniziai con tutte e sei, come avevo fatto la volta precedente, quella era stata una scelta improvvida. Nei primi mesi dell'operazione mi ero esercitato spesso in giocoleria, nell'intento di migliorare la forza e l'agilità delle mie mani extra, quindi le basi me le ricordavo. Certo, utilizzare materiale così pesante era tutta un'altra cosa, ma alla difficoltà ero certo fosse accompagnata una dose equivalente di utilità. Ripartii da tre sfere alla volta, facendole balzare su e giù al mio comando ripetutamente, cercando di andare avanti il più possibile. Dopo un paio di giri a vuoto, riuscii a stabilire un record di oltre settanta passaggi, che poi aumentai di una decina al tentativo successivo. Provai a inserire subito una quarta palla, ma era troppo difficile, non conoscevo la tecnica giusta per un numero del genere. Trovatomi in una situazione di stallo, decisi di provare a riprendere l'esercizio classico di giocolare con due palle in una sola mano, però riprodotto con due mani diverse contemporaneamente. Dovetti faticare un po' all'inizio, ma poi riuscii a padroneggiare quell'abilità. Provai dunque a fare ancora un passo successivo, utilizzando ben tre mani per far volteggiare tutte e sei le palle. In un primo momento sembrava impossibile, ma alla lunga riuscii ad acquisire un minimo di capacità anche in un esercizio del genere. A questo punto mi misi in testa di completare la serata con il tentativo definitivo, ovvero giocolare con due paia di mani tutte e sei le palle, usandole a gruppi di tre. Arrivato a questo punto fu solo questione di tempo prima di capire come fare, ma non riuscii ad avere risultati soddisfacenti prima che fosse troppo tardi per continuare, quindi dovetti rimandare alla sera seguente. Quando ripresi, ci misi più di un'ora a raggiungere dei risultati di un certo tipo, ovvero numeri di ripetizioni attorno alla cinquantina. Da lì in poi riuscii a incrementare questo bottino in maniera costante, fino ad arrivare a triplicarlo e oltre in poco tempo. Ma non fui ancora soddisfatto, volevo spingermi oltre. Evocai un clone, mi feci dare le sue copie delle sfere e iniziai a giocolare con nove palle e tre paia di mani. Però non era difficile, alla fine il meccanismo era lo stesso dell'esercizio di prima, solo un po' più complesso trovare la giusta coordinazione. Arrivai a risultati sufficienti in troppo poco tempo, non calmò il mio desiderio di una sfida davvero ardua. Allora pensai ad un esercizio ancora più complicato, ovvero giocolare tutte e dodici le palle, utilizzando singolarmente tutte e sei le mie mani. Finalmente trovai di nuovo pane per i miei denti, per quanto fossi diventato bravo sembrava quasi impossibile riuscire a raggiungere un livello di coordinazione adeguato. I movimenti singolarmente erano semplici, ma il doverli ripetere sei volte contemporaneamente era qualcosa di veramente oltre. Dopo un po' di fallimenti immani, decisi che era meglio andare per gradi, provando prima con quattro mani e poi aggiungendone un'altra dopo quasi un'ora. Per aggiungere l'ultima dovetti aspettare la sera successiva e impiegai ore di allenamenti per raggiungere un buon livello di realizzazione degli esercizi. Era quasi mezzanotte quando riuscii a completare la prima cavalcata da oltre cinquanta passaggi. Una volta bloccatomi, esultai di istinto con un pugno al mio stesso petto e con un verso di gioia stizzita. In questo modo distrassi il Professore, che in quel momento stava riflettendo alla scrivania, sotto forma di clone.

    P: Quindi ha terminato? Le dirò quello che penso, sono giunto alla conclusione che un esercizio del genere sia tutto sommato utile per uno come lei, per aumentare la sua agilità e l'ottimizzazione dell'interazione tra i suoi arti supplementari. Però gradirei che terminasse i suoi exploit notturni e inserisse questa pratica all'interno delle sessioni di allenamento che fa regolarmente. E consiglio di esercitarsi per bene nell'uso di quelle bocce da combattimento che ha voluto comprare, per come le lancia ora non hanno alcuna utilità. Deve usare la forza, tutta quella che ha. So che non è il suo punto forte, ma esigo che sfrutti a dovere quelle armi. E adesso si riposi, è tardi!

    Ringraziai il mio padrone per gli ottimi consigli e li applicai appena potei, ovvero due giorni dopo. Mi misi a eseguire lanci con le bocce in uno dei tanto campi di allenamento della città, cercando di unire la precisione della mira ad un'adeguata forza. Sul primo aspetto potei constatare da solo i buoni risultati visto che centravo un bersaglio anche da distanze superiori ai venti metri, mentre sul secondo non ero sicuro che i risultati fossero quelli sperati. Per arrivare a capirlo dovetti chiedere aiuto all'uomo che più era stato abile in quell'arte mentre era in vita, cioè Boris. Fece un po' di storie e si lamentò, però poi non poté far altro che darmi i consigli che cercavo. Ci mettemmo oltre due ore, ma alla fine riuscì a migliorare la mia postura abbastanza da rendere i lanci i migliori possibili. A furia di tirare palle di ferro al vuoto però mi ritrovai terribilmente stanco e fui quasi obbligato a tornare a casa.

    B: Senti, ormai dovresti essere abbastanza capace, perché non provi a creare dei fili di chakra? È una cazzata, anche un ritardato come te ce la può fare, a me erano un sacco utili da vivo.

    Boris mi fece questa proposta lungo la via di casa e tutto sommato sembrava una buona idea. Mi spiegò che era una cosa che avrei potuto provare anche nel mio appartamento, quindi accettai di allenarmi ancora un po' dopo cena. Quando provai, mi resi conto che non era così semplice come l'ex gangster aveva preventivato. O almeno non lo era per me, cosa che dimostrava la mia totale mancanza di talento, sottolineò l'uomo. Non protestai, sapevo che aveva ragione, ma questa consapevolezza mi diede la spinta giusta per cercare di superare quell'ostacolo. Concentrare una piccola dose di chakra, dargli una forma lunga e sottile e provare a collegarlo a delle armi leggere. Per quanto ci provassi non riuscivo a farcela, finché ad un certo punto, dopo più di un'ora e mezza di tentativi, riuscii finalmente ad arrivare ad una risultato quasi soddisfacente. Era un problema di quantità e di precisione, non avendo il giusto intuito dovevo sempre compiere mille tentativi prima di arrivare a comprendere il modo giusto di fare le cose.

    B: Uno può aiutarla quanto vuole, ma una testa di cazzo rimane una testa di cazzo. Volevo insegnarti un'altra cosa, ma scordati che lo faccia... spegnimi, va! Non voglio stare un minuto di più nel tuo stesso corpo.


    Legenda
    B: Boris Saijin
    P: Professor Madaraki


    OT
    Armi utilizzate:
    Set di bocce da combattimento
    Set completo di sei bocce di ferro, più un piccolo boccino in legno e una valigetta di plastica (Resistenza 5). La loro forma, il loro peso e la loro aerodinamicità rendono le bocce specificamente pensate per essere armi contundenti da lancio più che oggetti da gioco. Il set completo può essere conservato da chiuso nei rotoli occupando lo spazio di un'arma media, mentre le singole bocce sono armi leggere. Il peso di ciascuna è di 500 grammi e il loro diametro è di 70 millimetri.
    Costo: 200 (il costo di ogni singola boccia è di 33 ryo)


    Livello da ottenere:

    Armi Leggere

    Solitamente di fisionomia esile, i ninja che si specializzano in armi leggere allenano il proprio corpo migliorando la precisione e l'agilità. Sono chiamati "giocolieri" per i movimenti scimmieschi e per la spiccata dote acrobatica che permette loro di sfoggiare capriole, piroette, avvitamenti, serpentine e quant'altro con grande facilità e velocità di esecuzione.

    Nota: il bonus in precisione ottenuto in questo modo non influirà sulla precisione di eventuali ninjutsu, ma solo sulle abilità fisiche.

    Livello 2
    -- Precisione ed agilità aumentano di 2
    -- Fili di chakra: sarà possibile legare dei fili di chakra alle armi; di per sé non hanno un fine utile, ma possono essere usati a livelli più alti per le abilità di deviare la traiettoria e riacquisto dell'arma. Ogni filo costa 5 di chakra a turno. I fili di chakra sono invisibili ad occhio nudo (salvo per chi utilizza jutsu speciali di rilevazione del chakra). Il filo ha una lunghezza massima di 5 metri per ogni livello di specializzazione, dopodiché si rompe automaticamente.


     
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