La Ricerca porta sempre alla Verità

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    Demone incendiario

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    27.1 THE TRUTH IS OUT THERE



    KLEPTES
    Erano passati diversi mesi da quando ero morto e finalmente mi ero deciso a collaborare un minimo con il mostriciattolo che mi aveva rinchiuso nel suo corpo. C'era poco da fare, purtroppo non avrei potuto rifiutarmi in eterno e poi mi era venuta in mente un qualcosa da chiedere in cambio ad egli. Tempo addietro avevo rubato una reliquia importantissima del Paese della Cascata, una forchetta gigante che alcuni sciocchi ritenevano essere un tesoro divino e per la quale avrebbero pagato fior fiore di quattrini. La avevo nascosta in luogo segreto e di certo la avrei trovata ancora lì. Dovevo solo convincere il ragno ad andarla a prendere e se insegnargli le basi del mestiere era il prezzo necessario allora lo avrei pagato, per quanto per deformazione professionale odiassi tale verbo. Appena ne ebbi l'occasione, proposi l'affare e il ragazzo rispose con un certo entusiasmo.

    Mi pare equo. Poi quell'arma di cui mi hai parlato la posso usare, vero?

    K: Basta che non la deturpi con la tua incuria...

    Il ragazzo si offese e si premurò di mostrarmi tutto il suo armamentario per affermare che sapeva trattare egregiamente il suo equipaggiamento. Ciò non era lontano dalla realtà, ma tendevo a fidarmi poco di costui, la sua imbranataggine era piuttosto imbarazzante.

    K: Va bene, va bene. Iniziamo, orsù!

    Per prima cosa feci acquistare tutto l'occorrente, un set di nove grimaldelli e tre o quattro lucchetti di diversa tipologia, tutti oggetti che lui poté trovare facilmente da un ferramenta. Poi lo feci tornare a casa e iniziai a spiegargli le basi. Per prima cosa elencai tutti i differenti attrezzi, spiegando nome e funzione di ciascuno e soffermandomi in particolar modo sui tensori, il cui ruolo finale era imprescindibile. Poi cercai di descrivere per bene il funzionamento pratico dei lucchetti e, visto che una delle stupide tecniche che aveva sviluppato lo concedeva, presi anche il controllo del corpo per qualche minuto, in modo da fare un disegnino esplicativo su un pezzo di carta.

    K: Esistono innumerevoli tipologie di serrature, queste sono le principali. Dovrai conoscerne bene la struttura e saper capire in poco tempo di quale si tratta, in modo da applicare il giusto metodo per ognuna.

    Feci una piccola pausa dal mio discorso, nella speranza che lui potesse capire quello che gli veniva detto e mostrato. Aspettai che egli mi desse una conferma, prima di terminare di spiegare quale fosse il giusto procedimento per ciascun tipo di lucchetto. Spesso erano processi simili, ma proprio il fatto che ci fossero differenze tanto minime rendeva complesso distinguere ognuno di essi.

    K: Orbene, questa è la teoria. Però soltanto tramite un'assidua pratica si può arrivare a comprendere appieno la tecnica che vi soggiace e a padroneggiarla in maniera soddisfacente.

    Iniziammo subito a provarci. Per prima cosa mostrai il giusto metodo, mentre avevo ancora il controllo del corpo di quel povero disgraziato. Purtroppo non potevo contare sulla mia esperienza, su quel corpo allenato a eseguire quei movimenti precisi e millimetri alla perfezione, quindi ci misi parecchio più tempo a scassinare i minuscoli lucchetti. Quasi un minuto ciascuno, quando un tempo ci avrei messo pochissimi istanti. Perdinci, quanto era difficile e irritante vivere in un fisico non proprio!
    Dopo aver ripetuto un paio di volte l'impresa, lasciai che fosse quel Rutja a cimentarsi in essa. In fondo, se voleva essere in grado di acquisire quell'abilità per davvero, non poteva affidarsi solo a me, doveva divenire in grado di avere autonomia di giudizio. All'inizio si dimostrò dannatamente incapace, grossolano nei movimenti e poco incline a ricordare quei due concetti in croce che gli stavo cercando di inculcare. Poi con una lentezza spropositata sembrò iniziare a capirci qualcosa. Riusciva a memorizzare la posizione dei cilindretti, a non metterci millenni a trovarli con i grimaldelli, a toccarli con la giusta intensità per sollevarli e allinearli. All'inizio riusciva anche a fallire miseramente nel semplice utilizzo dei tensori, la parte meno complicata, poi riuscì a farli funzionare in maniera adeguata, facendo di volta in volta scattare le serrature nel modo corretto. Ci metteva ancora parecchio tempo a completare le operazioni, ma era normale per un novizio. “Nessuno nasce imparato”, come recitava un celebre adagio popolare di una qualche terra lontana.
    Andammo avanti quasi tutto il giorno con quella inutile tiritera e a tarda serata finalmente potemmo smettere. Il ragazzo sembrava abbastanza soddisfatto dei risultati ottenuti, quindi potei facilmente richiedere il compenso pattuito. Lui accettò subito e mi disse tutto esaltato che saremmo potuti partire direttamente il giorno seguente, dato che gli era stato concesso un congedo di un paio di giorni. Mi raccontò anche una storia noiosa del perché lo avevano fatto, ovvero di uno strano conflitto a cui probabilmente avrebbe dovuto partecipare e di scenari politici che avrebbero dovuto essere inquietanti, ma di cui in realtà mi interessava ben poco. Lui era un pesce piccolo in un villaggio inutile, non avrebbe neanche rischiato più di tanto la vita, da quello che avevo capito, quindi il tutto mi tangeva meno di niente. L'importante era recuperare la mia cara forchetta gigante e null'altro poteva distogliermi da ciò.
    La mattina seguente partimmo di buon ora. Con la scusa di un allenamento uscimmo dal villaggio, senza che le guardie facessero particolari storie. Ma invece di fare ciò che era stato dichiarato, ci allontanammo seguendo il percorso inverso che avevo fatto appena prima di morire, a seguito della mia ultima grande impresa. Il nascondiglio che avevo ideato non era molto distante dal villaggio, in tre ore di cammino arrivammo. Si trattava di una piccola grotta celata dalla vegetazione, in un bosco rinomato per essere frequentato da banditi di ogni risma. Lì era il posto perfetto per piazzare la refurtiva, nessuno avrebbe ficcanasato e gli altri delinquenti non avrebbero mai cercato in un luogo così appartato. Per sicurezza il mostro aveva chiesto di trasformarsi, per non essere riconosciuto da eventuali esterni. Non era uno che badava alle apparenze, bastava uno sguardo per capirlo, ma proprio il suo essere eccentrico lo rendeva riconoscibile e in un momento come quello fare qualsiasi tipo di azione sospetta era poco raccomandabile, secondo lui. Non mi opposi, non era una cosa che mi riguardasse, quindi lui si mutò con la Henge, scegliendo di prendere l'aspetto di me quando ero in vita. Avanzò quindi convinto nella piccola foresta, seguendo le mie indicazioni per raggiungere la minuscola cava in cui avevo sistemato la refurtiva. Una volta raggiunta, si inoltrò per il piccolo cunicolo, ovviando al problema della mancanza di visibilità con una tecnica base dell'elemento Fulmine. Raggiunse quindi il fondo della cavernetta e ciò che ivi era nascosto, un baule di piccole dimensioni appoggiato in un angolo.

    K: La chiave non esiste più, era tra gli oggetti che avevo sulla mia persona nel momento in cui mi hai freddato. Dovrai cavartela con i grimaldelli.

    Il ragazzo si mise subito all'opera e in meno di un minuto riuscì ad avere la meglio sul lucchetto, nonostante non fosse uguale a quelli su cui si era esercitato nella parte di pratica dell'allenamento del giorno precedente. Evidentemente aveva ascoltato per bene le mie spiegazioni e un minimo di talento ce lo aveva.
    Dal baule venne fuori un rotolo da polso, al cui interno si trovava proprio l'oggetto tanto anelato, la Forchetta della Verità. Dopo averla estratta, il ragazzo la volle provare, definendola “stravagante e carina, ma meno pratica di una spada”. Probabilmente aveva ragione, ma in fondo a me non serviva certo come arma e se lui la riteneva poco utile questo andava a mio vantaggio, visto che diminuivano le possibilità che la rovinasse o addirittura rompesse.

    B: Chi va là? Chi rompe i coglioni nel nostro territorio?!

    Delle urla fastidiose risuonarono per tutta la grotta. Provenivano dall'ingresso, immaginai che i proprietari fossero dei residenti della foresta attirati dal rumore o dalla luce proveniente da quel luogo solitamente silenzioso e buio. Rutja si mise a pensare se fosse meglio uccidere questi nuovi arrivati e iniziò a elencare quali potessero essere i modi meno rischiosi per farlo.

    K: Fuggi, malnato! Non sei sul lavoro, puoi semplicemente andartene ed eviterai qualsivoglia complicazioni...

    Lui rimase qualche secondo a ponderare, poi decise che in effetti era la soluzione migliore. Scattò quindi a tutta velocità verso l'uscita e quando, a metà strada, incontrò i due uomini responsabili delle urla di prima, li evitò dei movimenti fulminei, per poi proseguire oltre. Fuori dalla grotta ci attendevano altri quattro uomini, armati di tutto punto. Il ragazzo proseguì la corsa, scansando il fendente del primo bandito che gli stava venendo incontro. Proseguendo con una notevole fretta, si trovò di fronte ad un nuovo nemico, ma con un semplice taglio si allontanò dalla sua posizione in maniera che egli non riuscisse più a raggiungerlo. Anche il terzo e il quarto tentarono di farsi addosso all'uomo-ragno senza molto successo, uno dei due lanciò anche una sorta di scure che prima stava impugnando, la quale fu evitata in scioltezza. Con uno scatto un po' più lungo, il ragazzo raggiunse il fitto della foresta, momento in cui le speranze degli inseguitori svanirono nel nulla, se mai c'erano state. Da lì in poi Rutja mantenne un buon ritmo di fuga, senza per questo che fosse particolarmente necessario. Era stato bravino, alla fin fine. Sapevo che in passato aveva fatto il ladruncolo per un certo periodo, probabilmente questa esperienza gli aveva riportato in superficie l'abilità di fuga che aveva di sicuro acquisito in tante occasioni. In poco tempo raggiunse il limitare del bosco e quivi disattivò la Trasformazione, tornando al suo aspetto originario. Da lì in poi proseguì per raggiungere un campo di allenamento poco distante dal villaggio, di modo da rendere veritiera la menzogna raccontata in precedenza alla guardia.

    K: Non sia mai che partecipi a qualcosa del genere, ovviamente. Desidero essere spento con effetto immediato, ritengo di averne pieno diritto. Ti ho sopportato anche troppo, per i miei gusti...



    Legenda
    K: Kleptes
    B: Bandito


    OT
    La specializzazione è questa:
    Ladro
    Ci sono uomini che, per avidità o per necessità, dedicano la loro vita a sottrarre le altrui proprietà, diventando talmente abili da essere imprendibili per le autorità. La loro vita illegale e pericolosa porta loro a sviluppare destrezza e a disprezzare il combattimento diretto, preferendo solitamente la fuga.
    Livello 1
    --Agilità e Riflessi aumentano di 2
    --Scassinare:
    Con l'ausilio di appositi grimaldelli, il ladro è in grado di aprire senza difficoltà normali serrature (sia di porte che di bauli o lucchetti) in 2 turni.


    L'arma che ho "trovato" è la prima che si trova in questo post, che ho già aggiunto in scheda, scalando il costo ovviamente. Allo stesso modo ho "trovato" un rotolo da polso che ho già comprato nel mercato e che mi aggiungo in scheda appena riesco a modificare tutto, sempre scalando i soldi :asd: .
     
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    Demone scorza

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