Takian Sniper

Allenamenti per specializzazioni varie

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    24.1 UN PICCOLO PASSO PER UN UOMO...


    Un'altra volta all'ospedale. In questo caso si trattava di un braccio fratturato in maniera non troppo grave, frutto di un attacco ben riuscito di un ladruncolo durante una missione di infimo livello. Un compito inutile e noioso, un secondo soltanto di distrazione: gli ingredienti per una morte da apoteosi della stupidità c'erano tutti. Per fortuna il nemico era talmente scarso che il forte ninjutsu da lui utilizzato lo aveva prosciugato di chakra, lasciandolo in balia della mia vendetta. Armi potenti possono essere controproducenti in mani poco esperte.

    M: Come le tue, no?

    La donna riassunse in maniera rapida e furiosa quello che era anche il mio pensiero. Dovevo mettermi sotto e continuare ad allenarmi a ripetizione. Ancora e ancora, senza soluzione di continuità. Per fortuna il Ballo di Ferro mi permetteva di farlo anche nell'unico giorno di degenza a cui ero stato costretto dal mio medico curante.
    Dopo la breve colazione, la mia defunta moglie iniziò a farmi lavorare, facendomi concentrare sull'uso delle armi leggere, kunai e shuriken, strumenti che utilizzavo molto meno e molto peggio di quanto avrei dovuto, secondo lei. Probabilmente aveva ragione, non mi ero mai soffermato sulle loro potenzialità, considerandole “cose da novellini”. Ma ora che l'ennesimo incidente aveva dimostrato una volta di più la mia costante debolezza non potevo mettermi a fare lo schizzinoso.
    Per prima cosa mi fece ripetere una marea di volte i movimenti tipici del lancio di questi proiettili, mettendomi di fronte a un nemico illusorio a caso. Mi corresse a lungo sia la postura e che la posizione delle dita. Come sempre Maki si dimostrava una perfezionista, non permetteva che ci fosse una virgola fuori posto. Quando ne trovava, faceva crollare interi Pantheon con le sue bestemmie e utilizzava la sua sviluppata fantasia per ideare insulti sempre più incisivi e malvagi nei miei confronti. Io sopportavo senza difficoltà e cercavo di assorbire il più possibile da quelle lezioni teoriche. Dovevo riuscire a fare il salto di qualità ed essere in grado di ritrovare quella fluidità di movimenti anche col mio corpo reale, in seguito.

    M: Concentrato, lurido verme! Non abbiamo molto chakra da perdere!

    A questo punto la donna fece rallentare lo scorrere del tempo, per farmi capire ancor meglio dove stessi sbagliando e come migliorare. Dopo aver ripetuto una miriade di volte questo semplice gesto, Maki decise che avevo raggiunto un minimo di decenza. Potevo passare al livello successivo dell'allenamento.

    M: Il momento in cui queste armi sono più letali è quando il nemico è talmente vicino che non ha possibilità di difendersi. In pratica si tratta di schivare e colpire. Provaci!

    Il nemico, che fino a quel momento era rimasto fermo a subire, si gettò all'improvviso addosso a me, con una katana spuntata fuori dal nulla. Io impugnavo tre shuriken e tre kunai, quindi avrei dovuto avere vita facile. Mentre lui riduceva le distanze, sparai un paio di colpi, che furono evitati facilmente. Era abbastanza veloce, ma i miei riflessi gli erano chiaramente superiori. Lanciò un affondo avventato, mirando al cervello. Ebbi la prontezza di evitarlo, anche se solo di un soffio, ma non fui altrettanto rapido nel contrattaccare. Il nemico evitò il kunai che lanciai e poté quindi continuare la sua offensiva. Con un calcio alla bocca dello stomaco mi fece piegare in avanti, poi sfruttò lo slancio per colpirmi alla schiena con la spada. Visto che ero stato messo fuori gioco in maniera semplice, Maki mi insultò per qualche minuto, prima di far tornare indietro il tempo e farmi ripetere la prova. Questa volta riuscii a capire come schivare in maniera migliore, predisponendomi già ad avere una posizione più agevole per il lancio delle armi che avevo in mano. Non riuscii a colpire il nemico, però quantomeno lo costrinsi a interrompere la sua azione per schivare. Quando riprovò ad attaccare ebbi gioco più facile a colpirlo con un kunai nell'occhio.

    M: Meglio! Forza, ancora una volta, stronzo!

    Non fu una soltanto la ripetizione di quell'allenamento, ma almeno una decina, con un aumento progressivo del livello di abilità dell'avversario. Pian piano divenne più difficile schivare e di conseguenze più importante terminare lo scontro con un unico colpo decisivo. Non ci riuscii sempre, ma la mia ex moglie fu comunque abbastanza soddisfatta, per il momento. Visto che il mio chakra iniziava a scarseggiare, sciolse il genjutsu e mi fece tornare nel mondo reale. Qui trovai una infermiera che mi fissava a metà tra lo stranito e il preoccupato. Disse che ero rimasto fermo senza rispondere ai suoi richiami per almeno una decina di secondi e che stava per chiamare il medico, temendo fossi stato male o qualcosa del genere.

    Scusi, stavo... meditando, diciamo...

    Il suo sguardo mi rese chiaro che mi aveva etichettato come stramboide, al che mi sentii in dovere di chiedere scusa di nuovo. Dopo qualche altro secondo di silenzio imbarazzante, che solo per me era condito con le risa selvagge e gli improperi di Maki, la giovane infermiera mi servì il pranzo. Dopo aver consumato il pasto e aver dormicchiato per un paio di ore, fu il momento di ripartire a rendere utile il tempo. La mia ex consorte propose di fare qualcosa di diverso dal solito, di apprendere una delle prime abilità che aveva acquisito lungo la sua carriera. Per farlo mi fece prelevare uno dei rotoli delle armi, che si trovava nel cassetto del comodino, insieme ai pochi effetti personali che avevo con me nel momento in cui ero stato ricoverato. Lo srotolai in parte e posi le mani su una delle slot armi, come richiestomi da Maki. Dentro ad essa si trovava un kunai, quindi per evocarlo avrei dovuto utilizzare una quantità minima di chakra, ma quello in cui consisteva l'allenamento era proprio non farlo. Dovevo in qualche maniera tirare fuori le armi senza consumare energia, ma la donna non seppe dirmi come farlo. Era una di quelle cose che era più facile a farsi che a dirsi, quindi mi ordinò di provarci e riprovarci fino ad ottenere il risultato sperato. Non sapendo come fare, provai in un primo momento solo ad immaginare di estrarre l'arma dal rotolo, ma ovviamente l'idea non ebbe effetto. Provai anche a fare forza sul pezzo di carta, ma anche in questo caso senza alcun risultato, come ampiamente prevedibile. Rimasi ancora qualche minuto fermo in quella posizione, cercando di capire la soluzione all'enigma e sperando in una illuminazione improvvisa. Quando alzai gli occhi vidi che c'era un'altra infermiera semi-celata dall'uscio della porta della camera. Mi stava fissando e quando mi vide sollevare lo sguardo, si allontanò di corsa, ridacchiando fra sé e sé per quello che aveva visto. Mi chiesi se non mi stessi facendo la nomea di povero schizzato tra il personale dell'ospedale.

    M: Di sicuro ti si addice di più di quello di “brava persona”! Adesso vedi di continuare, merda!

    Eseguii e cercai di capire quale fosse la chiave per risolvere l'enigma. Provai ad estrarre il kunai nel modo canonico, facendo attenzione al modo in cui si dipanava il procedimento. Era talmente semplice e naturale che non capivo come potesse essere migliorato. Era come mettere una chiave in una serratura e aprire la rispettiva porta. Anche se, pensandoci bene, una volta compiuto l'atto la chiave non spariva mica. Nel caso dell'evocazione delle armi la chiave, figurativamente parlando, era quella piccola quantità di chakra che veniva usata. E se la soluzione fosse “estrarre” il chakra dalla serratura, una volta aperta la porta, conservandolo nel mio corpo? La deduzione si rivelò, dopo vari tentativi infruttuosi, esatta. Era tutta questione di tempismo, di concentrare l'energia sul palmo della mano senza impastarlo, in modo che attivasse il meccanismo di evocazione dell'arma senza venire utilizzato realmente. In questo modo lo potevo riassorbire subito ed era pronto per essere usato in altro modo. Certo, era qualcosa di altamente innaturale, quindi dovetti provare e riprovare una marea di volte. All'inizio non mi riusciva quasi mai, o perché non evocavo niente o perché non riuscivo a togliere il chakra in tempo e finiva impastato. Pian piano riuscii sempre più spesso nell'impresa, finché non divenni talmente abile da non fallire più. Ero molto soddisfatto di questo traguardo, anche se mentre ero intento nell'apprendimento avevo notato più volte che le infermiere di passaggio mi lanciavano occhiate divertite e maliziose. Del resto non era qualcosa di usuale un grosso uomo-ragno a sei braccia che sta ore e ore a togliere e mettere un kunai da un rotolo. Immaginai che uno spettacolo facesse di me un buon fenomeno da baraccone, ai loro occhi. Cosa che tutto sommato non mi dispiaceva per niente.

    M: Smettila di gongolare per cazzate del genere! Abbiamo ancora una mezz'ora prima di cena, vediamo di sfruttarla. Ripetiamo la merda di stamattina e vediamo cosa ne esce fuori. Poi domani troveremo qualcos'altro da fare...


    OT
    La specializzazione è quella in Armi leggere, di livello 1:
    Livello 1
    -- Precisione ed agilità aumentano di 2
    -- Evocare armi migliorato: estrarre fuori le armi da un rotolo non costa più chakra.



    Legenda
    M: Maki Uehara
     
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    24.2 MIGLIORAMENTI GRADUALI


    La mattina seguente evocai Boris e dopo colazione iniziai subito ad allenarmi con lui grazie al Ballo di Ferro. Un allenamento molto basilare, semplicemente creava un avversario che se ne stava sulla difensiva e io dovevo attaccarlo e ucciderlo nel minor tempo possibile. Ormai avevo ripetuto tante volte un allenamento del genere e sapevo come comportarmi. Aspettare la minima apertura e infilarmici dentro era ormai qualcosa che sapevo fare molto bene, non lasciavo quasi mai che mi sfuggissero occasioni preziose. Anche gli affondi erano diventati col tempo più precisi e grazie all'allenamento del giorno precedente era anche più facile per me sfruttare al meglio armi come Kunai e Shuriken. Diverse volte riuscii a eliminare l'avversario illusorio con dei lanci accurati, effettuati nel momento migliore. E quando non erano questi ad essere i colpi decisivi, riuscivo a sfruttarli per scardinare la difesa nemica, sbilanciando o facendo perdere il ritmo all'avversario. Finalmente stavo imparando ad usare al meglio la libertà che mi concedeva l'avere un numero maggiore di braccia, era quello il modo giusto di usarle.
    Andammo avanti parecchio tempo, con risultati più positivi che negativi, poi Boris interruppe l'allenamento dicendo che era entrato qualcuno in stanza. Un po' intontito dall'uscita improvvisa dal genjutsu, vidi venire verso di me un giovane medico, accompagnato da uno shinobi di Taki.

    SS: Cosa stava facendo, Rutja-san? Ho sentito che usava del chakra. Come mai?

    Il tono non era accusatorio, era solo un po' preoccupato. In ogni caso avevo una risposta pronta, non troppo distante dalla verità. Si trattava di un allenamento volto al potenziamento del chakra, che svolgevo come una sorta di meditazione. Il ninja sembrò soddisfatto dalle mie parole, di meno il medico, che mi squadrò abbastanza irato.

    M: Saijin-sama, questo non è un campo di allenamento! Siamo in un ospedale, le chiederei di astenersi da qualsiasi attività del genere. Se è qui è perché necessita riposo, se sforza il suo corpo così guarirà lentamente. Inoltre abbiamo bisogno della sua collaborazione per le cure, quindi anche in futuro la prego di evitare di comportarsi in questa maniera. Oggi pomeriggio verrà dimesso, fino ad allora cerchi di pazientare, va bene?

    La sgridata del giovane era stata talmente perentoria che non me la sentii di oppormi. Stetti zitto e buono ad aspettare di poter uscire di ospedale, cosa che mi fu concessa attorno alle due di pomeriggio.
    Non tornai neanche a casa, andai subito in un campo di allenamento in periferia. Si trattava di un piccolo parchetto, con un paio di sbarre piazzate un po' a caso per eventuali esercizi e qualche bersaglio appeso qua e là sugli alberi. Per il momento ignorai entrambe le cose e provai un tipo diverso di allenamento. Evocai tre Aruji no Bunshin, chiamando dentro di loro le anime del Professore, di Maki e di Yamato. Dopo che Boris ebbe spiegato in fretta le sue intenzioni, fece sparpagliare i cloni nel parco. Dopo aver aspettato per una ventina di secondi, partii alla ricerca degli altri. L'allenamento era finalizzato in teoria a farmi apprendere il modo migliore di seguire le tracce e ad affinare i miei sensi, ma da quel punto di vista fallii miseramente. Non riuscivo a trovare indizi, neanche quelli più evidenti e banali. Per poco non mi persi addirittura, cosa notevole, visto quanto era piccolo quel parco. Però se stavo fallendo come apprendista esploratore, non poteva dirsi lo stesso per quanto riguardava le mie capacità di assassinio. Infatti quando i cloni uscirono allo scoperto tutti insieme, in un'imboscata imprevista, riuscii a dare sfoggio di qualità in netto miglioramento. Riuscii a evitare facilmente l'offensiva del bunshin con dentro l'anima Maki, che mi si era fatto addosso cercando di colpirmi con un'Alzata della Foglia, e a distruggerlo in un colpo solo con una coltellata sul collo. Neanche mezzo secondo dopo e mi ritrovai a dover fronteggiare due kunai lanciati dal clone di Yamato, che mi stava nel mentre anche correndo incontro. Evitai le armi proprio per un pelo e riuscii con un movimento repentino a estrarre la spada e a ferire mortalmente l'assalitore. Restava solo il Professore, che nel mentre aveva preparato una Ragnatela, la quale stava già volando in mia direzione nel momento in cui Yamato spariva. Con un fendente preciso la deviai verso il basso, rendendola innocua, e contemporaneamente lanciai un paio di kunai verso l'ultimo clone. Questi non provò neanche a evitarli e un attimo dopo scomparve in una nuvoletta di fumo.

    Qualcosa non torna...

    La facilità di quest'ultima eliminazione non mi convinceva fino in fondo, la distanza tra me e il clone gli lasciava più di qualche possibilità di schivata. Era una trappola, immaginai. Probabilmente il Professore aveva usato la Moltiplicazione del corpo e si era nascosto appena dopo aver lanciato la Ragnatela, sfruttando la mancanza di visuale dovuta all'attacco di Yamato. Mi avvicinai con circospezione all'albero più in prossimità della zona da cui proveniva la Ragnatela, sperando che fosse il Professore stesso a fare la prima mossa. Così fu, spuntò fuori all'improvviso e si lanciò contro di me, proprio dal punto in cui me lo sarei aspettato. Prima che mi fosse addosso però, il suo corpo fu attraversato da un paio di shuriken, che si diressero quindi a folle velocità verso il mio petto. Il Professore era riuscito a farmela con una trappola piuttosto semplice, aveva usato un altro clone semplice ed aveva attaccato poi direttamente solo nel momento in cui ero distratto da esso. Come spesso avevo commesso un errore di ingenuità, ma avevo un piccolo spazio di manovra per recuperare. Con un colpo di reni notevole, mi gettai alla mia sinistra, portandomi fuori dalla traiettoria delle armi nemiche. Fu più fortuna che altro, ma non altrettanto si poteva dire del mio successo seguente, che sembrava essere in tutto e per tutto figlio di tutti quegli allenamenti. Infatti, sebbene la schivata mi avesse fatto perdere l'equilibrio e stessi cadendo di lato, riuscii a compiere lo stesso un bel colpo di frusta con i polsi, facendo partire i kunai che avevo impugnato in due delle mani. In pochi secondi il cranio del clone fu trapassato da tali lame ed egli scomparve nel nulla.

    B: Mmm, alla fin fine qualcosa di utile lo hai tirato fuori lo stesso, eh idiota? Però questo mi fa venire in mente una cosa. Hai abbastanza chakra per una Riunione di Condominio, quindi possiamo farla anche adesso. Mettiti comodo e iniziamo!

    Eseguii subito e diedi subito inizio ad una seduta con le altre anime presenti nel mio corpo. Sia il Professore che Yamato mi fecero i loro complimenti per i miglioramenti ottenuti, mentre Maki stette in silenzio. Boris prese la parola subito dopo, chiedendo il permesso nel giorno seguente di insegnare un'abilità speciale che lui conosceva, che mi avrebbe portato ad acquistare le capacità basilari da cecchino. La proposta fu approvata senza opposizione e la seduta fu tolta in pochissimo tempo.

    B: Molto bene. Adesso è abbastanza tardi, non credo abbia molto senso iniziare già ora. Però potresti passare queste ultime ore della giornata a mostrarmi quale è il tuo livello attuale. Andiamo, idiota!

    L'uomo mi condusse nel centro del campo d'allenamento, spronandomi a lanciare kunai e shuriken contro i bersagli sistemati sugli alberi. A parte un primo tentativo del tutto fallimentare, riuscii a dare sfoggio di una precisione notevole. Dopo una trentina di lanci, effettuati da distanze man mano crescenti, riuscii a capire molto bene quali erano i miei limiti. Ero in grado di fare un centro praticamente nel cento percento dei casi in un raggio di circa venti metri, da più lontano sbagliavo sovente anche solo di pochi centimetri. Mi sentivo abbastanza fiero di me, ma l'ex gangster disse che non era granché come punto di partenza.

    B: Da domani ci penso io a farti migliorare! Adesso torna a casa, fesso, hai bisogno di riposare un po'.


    Legenda
    SS: Shinobi Sconosciuto
    M: Medico
    B: Boris Saijin


    OT
    La specializzazione è quella in Sicario, di livello 4 (post 1/2):
    Livello 4
    -Velocità e Precisione aumentano di 2.
    -Cecchino:
    Per utilizzare questa abilità, il ninja deve trovarsi in una situazione di assoluta tranquillità e concentrazione. Egli può ottenere un bonus di 15 alla Precisione nell'utilizzo di armi da lancio o di Ninjutsu di lungo raggio.
    Costo: 40


    Tecnica utilizzata:

    Aruji no Bunshin (Clone dello sposo) (tecnica personale)
    Livello B
    Tipo: Ninjutsu
    Tecnica che crea dei bunshin fisici legati al Matrimonio dell'Horna. La copia creatasi avrà una vera anima all'interno, proprio una di quelle ospitate nel corpo dell'utilizzatore. L'anima può essere scelta tra tutte quelle ospitate, ma non deve essere attiva nel momento della creazione del bunshin. L'anima ospitata nella copia sarà quindi in collegamento telepatico con l'eventuale anima attiva con il matrimonio dell'Horna (non con l'utilizzatore della tecnica).
    Il corpo creato in questa maniera sarà identico a quello dell'utilizzatore, tranne per i lineamenti del volto, più simili a quelli del corpo che aveva l'anima in vita. Allo stesso modo la copia possiederà la voce che l'anima aveva in vita, anche nel caso sia del sesso opposto a quello dell'utilizzatore. Le statistiche della copia corrispondono al 60% di quelle dell'originale, tranne che in un unico parametro, per il quale vi sarà un bonus di 20 punti (aggiunto dopo il calcolo della percentuale). Questo parametro è quello che l'anima aveva sviluppato maggiormente in vita e che deve essere indicato in maniera chiara nella scheda dell'utilizzatore. L'utilizzatore potrà, aumentando il costo della tecnica, concedere una dose di chakra alla sua copia, compresa tra 10 e 80 unità. Questo bunshin sparirà in una piccola nuvoletta di fumo nel momento in cui subisce ferite moderate, mentre sarà in grado di resistere alle lievi. Se questo accade, l'anima in esso contenuta tornerà semplicemente nel corpo dell'utilizzatore.
    [I cloni possono essere creati a una distanza massima di 10 metri e non possono superare i 25 metri di distanza dall'utilizzatore, pena la loro distruzione]
    [I cloni conoscono tutte le jutsu dell'utilizzatore]
    [Possono essere creati tanti cloni quante sono le anime raccolte col Matrimonio dell'Horna, esclusa però quella attiva.]
    [Sigilli:3]
    Costo: 20 (più da 10 a 80 unità di chakra da dare alla copia)

     
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    24.3 KEEP CALM AND BE A SNIPER



    La mattina fui svegliato presto dalla luce solare e dagli improperi di Boris. Mi preparai in fretta e poi uscii dal villaggio. Mi allontanai di mezzo chilometro e mi infrattai in un bosco. Qui tirai fuori un paio di kunai e feci un paio di lanci di riscaldamento, utilizzando come bersaglio un tronco d'albero abbattuto. Dopo una mezz'oretta passata così, l'ex kusano decise che ero pronto ad iniziare la parte seria dell'allenamento. Mi spiegò di preciso di cosa si trattava, ovvero di un metodo di respirazione che aumentava la calma e di conseguenza la precisione di colpi effettuati dalla lunga distanza in momenti non concitati. Non mi convinceva molto tutto ciò, ma era Boris e in qualche maniera potevo fidarmi di lui, pensiero che fu commentato dal diretto interessato con un chiaro e semplice “idiota”. Per prima cosa mi pregò di sedermi e di iniziare a far fluire il chakra in tutto il corpo. Lasciai che l'energia scorresse come acqua di fiume dentro agli argini del mio sistema circolatorio, stando attento a non impastarlo; non era ancora il momento per quello. Ci misi molto a soffocare tutti i pensieri e le preoccupazioni che invadevano il mio cranio e di cui si lamentavano sovente tutto i miei coinquilini. Non raggiunsi l'illuminazione – era ben poco probabile che uno come me ci riuscisse – ma riuscii a mantenere un altissimo grado di concentrazione. Rimasi una mole enorme di tempo a meditare, anche se più avanti Boris mi rivelò che era stata soltanto una ventina di minuti.

    B: Non senti la tranquillità pervaderti ogni cellula? Bene, questa è la premessa necessaria per raggiungere un perfezionamento nella mira. Pronto?

    Nell'ascoltare e provare a rispondere all'uomo, persi la concentrazione. Questo mi costò un'altra mezz'ora di tempo e un numero abnorme di insulti. Alla fine però riuscii a rialzarmi in quel nuovo stato e a questo punto Boris mi ordinò di impastare una parte del chakra che per lungo tempo aveva scorrazzato allegramente lungo il mio corpo. “Quanto ne serve per evocare Hebichikyu”, furono queste le indicazioni molto puntuali dell'ex gangster, che cercai di eseguire al meglio. Una volta fatto, per qualche secondo, sentii un vigore mai sentito prima. Provai a lanciare un kunai e il volo dell'arma fu dritto, poderoso, qualcosa di inedito. Prima che il tempo scadesse riuscii a lanciarne un altro e anche in questo caso il moto che compì fu magnificamente perfetto. Il pugnale andò a impattare sull'anello del suo predecessore, segno che il lancio era stato talmente preciso da essere identico a quello precedente. Forse si trattava almeno in parte di un colpo di fortuna, ma dava bene l'idea di quali fossero le potenzialità di quell'abilità su cui mi stavo allenando. Restavano alcuni punti da migliorare notevolmente, ovvero ridurre il tempo necessario per l'innalzamento della concentrazione massima e la comprensione dei limiti di gittata che mi concedeva. Il metodo per ottenere questi risultati era semplice, la mera ripetizione. Dopo pochi tentativi riuscii a capire come raggiungere una situazione di calma in pochi secondi, senza bisogno di una meditazione continua, grazie ad un uso accorto della tecnica di respirazione insegnatami da Boris. Invece dal punto di vista della distanza massima, andando a tentoni stabilii che essa era all'incirca di ventisette metri o poco più, dopo i quali la mira tendeva a essere parzialmente fallata. Non era molto, come miglioramento, ma l'ex gangster disse che non potevamo aspettarci tanto di più.

    B: Ok, adesso manca poco all'ora di pranzo, quindi prova un'ultima cosa poi fai pausa! Il bello di questa abilità è che si adatta anche a ninjutsu a lungo raggio, quindi fai un tentativo e vedi come va! Hai abbastanza chakra per provarci al massimo due volte, quindi vedi di non sprecarlo a caso, chiaro?

    In effetti l'energia era proprio contata, anche perché conoscevo una sola tecnica a lungo raggio, la Sfera dell'Inverno, il cui consumo era piuttosto alto. Non persi tempo a cercare di capire come procedere e ci provai direttamente, in maniera forse avventata. Inizialmente non sembrava essere andato troppo male, però mentre cercavo di manipolare il chakra elementare per porlo sotto forma di sfera, persi in parte la concentrazione e il lancio, oltretutto affrettato, risultò molto scadente, peggiore di quanto avrei ottenuto senza l'utilizzo dell'abilità. Cercai di mantenere la calma, anche se la stanchezza iniziava a farsi sentire. Avevo solo più un'ultima possibilità, quindi non dovevo avere fretta. Si trattava di mantenere il giusto tempismo, di partire subito con i sigilli non appena impastato il chakra per l'abilità. Non era semplice, ma di sicuro era fattibile. E infatti al secondo tentativo le cose andarono meglio. Riuscii a compiere tutte le azioni necessarie con la dovuta calma e cura, facendo partire un proiettile dalla traiettoria non perfetta ma comunque vagamente più efficace rispetto al normale. Dopo questo parziale successo, fu il momento di fare pausa. Ero talmente esausto che dovetti riposare una mezz'ora, prima di essere in grado camminare con le mie gambe. Dopo un pasto raffazzonato in una locanda della zona, uscii di nuovo e tornai nel campo di allenamento improvvisato. Ripresi sin da subito da dove avevo lasciato. Dopo un paio di ripetizioni riuscii ad avere un controllo ottimale dell'abilità anche quando usata in combinazione con i ninjutsu, anche se la distanza massima entro cui ottenevo solo centri perfetti sembrava essere un po' inferiore rispetto a quanto succedeva con le armi da lancio, fatto che Boris mi disse essere normale.

    B: Prova ancora un paio di volte con i kunai, cercando di fare il più in fretta possibile! Poi torniamo a casa, il cielo minaccia pioggia e quel tuo corpo del cazzo è ancora indebolito dall'operazione di qualche giorno fa!

    Eseguii senza discutere ciò che l'uomo mi ordinò, mostrando una maestria notevole. I lanci non solo erano più precisi, ma anche più “convinti”. Le traiettorie erano più tese, immaginai che questo aggiungesse una maggiore difficoltà per chiunque dovesse schivare un mio proiettile. Ero molto soddisfatto dei risultati ottenuti. Raccolsi tutto il mio armamentario e mi incamminai verso casa. Lì avrei riposato il tempo necessario e poi probabilmente convocato una Riunione di Condominio per decidere il da farsi, quello era il piano. Che finì stravolto da una piccola serie di sfortunati eventi. Infatti dopo essere rientrato a Taki, mentre camminavo tranquillamente in una via secondaria davanti all'uscita sul retro dell'ospedale, la mia attenzione fu attirata dal grido di una donna.

    D: Al ladro! Prendetelo!

    Un povero disgraziato aveva deciso di scippare la borsetta di una vecchierella di passaggio, proprio davanti ai miei occhi, quindi ora lei richiedeva a gran voce il mio intervento. Non potevo far finta di niente, purtroppo. Il tizio non mi guardò neanche e tentò di superarmi correndo a tutta velocità in un vicolo poco distante. Non era una scheggia, ma ci avrei messo tempo e fatica a riprenderlo. Con il poco chakra di cui disponevo in quel momento un'ipotesi di fallimento era tutt'altro che remota. Individuai subito un'alternativa, più semplice e rapida, anche se molto drastica. Prelevai dalla tasca un paio di kunai e senza attendere oltre li lanciai verso il fuggitivo. Costui aveva guadagnato in poco tempo una dozzina di metri di distanza da me, ma essendo di spalle non tentò nemmeno una schivata. La prima arma sfiorò la colonna vertebrale, all'altezza del collo, quindi il suo passaggio tranciò di netto la carotide dell'uomo. La seconda invece si infilò nella nuca di quel povero diavolo. Ero quasi sicuro che fosse morto sul colpo. Mi avvicinai con calma ai suoi resti, non c'era nessun altro in giro, solo la donna derubata, parecchi metri indietro.

    B: Quella faccia non mi era proprio nuova...


    Legenda
    B: Boris Saijin
    D: Donna


    OT
    Post 2/2. Tecnica utilizzata:
    Raiton: Fuyudama (Arte del Fulmine: Sfera Invernale) (tecnica personale)

    Livello A
    Tipo: Ninjutsu
    Questa tecnica crea sul polpastrello dell'utilizzatore una sfera di chakra Raiton di diametro di pochi centimetri, ma particolarmente densa. Si possono creare contemporaneamente tante sfere quanti sono i polpastrelli a disposizione dell'utilizzatore. Una volta create, queste possono essere sparate verso il loro bersaglio con una velocità che sarà maggiore rispetto a quella dell'utilizzatore di 30 punti. Se la velocità di queste sfere è almeno doppia rispetto al parametro di Resistenza di un eventuale nemico, allora il colpo è in grado di perforare facilmente la carne e addirittura rompere le ossa più robuste del corpo, altrimenti è in grado di fare danni da contusione o ustione di medio-grave entità.
    Non ci sono limiti nel numero di sfere creabili in una volta, ma non si po' creare più di una sfera per polpastrello.
    [La gittata massima della tecnica è di 20 metri]
    [sigilli: 6]
    Costo: 60 a sfera

     
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    Non ci sono limiti nel numero di sfere creabili in una volta, ma non si po' creare più di una sfera per polpastrello.

    C'è un refuso nella tecnica, ma l'allenamento va bene.
    Approvato!
     
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    24.4 AGGIUNGI UN POSTO A TAVOLA



    B: Ma certo! Si fa chiamare Kleptes, era uno dei miei uomini, molto molto tempo fa. Credo fosse uno dei migliori ladri al mondo, aveva le mani fatate! Non c'è nessuno qua intorno, prendigli il sangue, può tornarci utile!

    Ero chinato sul cadavere del pover'uomo, ascoltando incerto la proposta di Boris. A cosa mai sarebbe potuto servirci un ladro? Senza arrovellarmi troppo a lungo decisi di obbedire, non c'era nessun testimone e al massimo avrei sprecato una siringa a vuoto. Sarebbe stato poi il Professore ad avere l'ultima parola sulla questione, come sempre. Dopo aver prelevato una buona dose di sangue dalla ferita sulla nuca del cadavere, riposi lo strumento medico dentro la mia sacca, facendo bene attenzione a non romperlo. Poi andai a recuperare i due kunai e, dopo averli puliti dal sangue, presi la borsa che il malandrino aveva scippato alla vecchietta di prima. Mentre stavo tornando indietro, mi venne incontro la vittima del furto insieme ad un altro uomo. Si trattava di un infermiere dell'ospedale, che era stato richiamato dalle urla precedenti. Gli spiegai per bene l'accaduto e lui disse che da quel momento se ne sarebbero occupati loro, mentre io dovevo fare immediatamente rapporto al kage su quello che era successo.

    I: Sarà stato pur un ladro impenitente e devo dire che in ospedale non ha fatto altro che darci fastidio, però avrebbe potuto trovare un metodo alternativo di risolvere la questione. Le vite non andrebbero mai sprecate...

    Non reagii minimamente di fronte alle cazzate buoniste di quell'uomo, erano talmente ridicole che si commentavano da sole. Mi diressi verso l'ufficio del kage, ma prima passai velocemente a casa mia, dove posai la mia sacca. Difficilmente mi avrebbero perquisito, ma nel dubbio era meglio non avere con me una siringa piena di sangue, sarebbe stata ardua da spiegare. Fatto ciò andai nell'ufficio del capo del villaggio. Costui era al momento occupato in qualche questione importante e non era nell'edificio. Fui mandato da uno dei suoi maggiori consiglieri, un vecchietto dall'aria bonaria. Spiegai tutta la questione, menzionando anche il motivo per cui avevo scelto di uccidere il ladro, ovvero il fatto che disponevo di poco chakra in quel momento. L'uomo rimase impassibile per qualche momento, poi disse che avevo fatto bene e che potevo andarmene tranquillamente. Eseguii senza dire altro e tornai in poco tempo a casa. Qui convocai una immediata Riunione di Condominio, per decidere della proposta di Boris, che fu lui stesso a spiegare agli altri.

    P: Approvo. Se possiede davvero abilità così eclatanti, potrà di certo essere utile, anche solo insegnandone a Rutja-dono alcune. Pure nell'eventualità questo scopo non fosse raggiunto, aggiungerebbe in ogni caso una freccia al nostro arco in vari modo, per esempio aumentando il numero di copie creabili con l'Aruji no Bunshin. Se poi il suo carattere risultasse incontrollabile basterebbe non evocarlo mai e non avremmo perso nulla. Il prezzo da pagare è minimo, i rischi sostanzialmente nulli, anche se i vantaggi dovessero risultare carenti l'operazione risulterebbe a somma positiva, non trovate?

    Nessuno ebbe nulla da ridire, la linea logica del mio padrone era perfetta e senza alcuna falla. Però lui stesso si premurò di aggiungere una questione in più.

    P: L'infermiere ha detto che era ricoverato nell'ospedale, vero Rutja-dono? Visto che il Caso ci ha concesso questa opportunità, possiamo sfruttarla. Si rechi all'ospedale e chieda di poter avere accesso alla cartella clinica della vittima o ai dati sulla sua salute. Si inventi un pretesto, se necessario. In questo modo avremo la certezza assoluta che non siano presenti malattie infettive e potremo procedere al rituale con maggiore sicurezza. Però prima si riposi per il tempo dovuto Rutja-dono, avrà bisogno di energie, a breve.

    Tutto quel trambusto mi aveva lasciato in effetti quasi stremato. Dopo aver rilasciato la tecnica, congedai Boris ed evocai il Professore. Poi dormii per un paio d'ore e al risveglio ero fresco come una rosa. Mi recai quindi all'ospedale, dove con la scusa di aver toccato il sangue della vittima ebbi accesso alla cartella clinica del nostro futuro alleato. Era sano come un pesce, l'infermiere disse che era stato ricoverato dopo esser stato pestato da un uomo che lo aveva sorpreso a tentare un furto, anche se lo stesso uomo aveva poi fatto passare la cosa per un incidente e non aveva denunciato il ladro. Mi chiesi come potesse essere “uno dei migliori in circolazione” un tizio che si faceva beccare così facilmente, ma decisi comunque di non stare a sindacare oltre e di adattarmi alle decisioni prese in comune. Tornai quindi a casa e mi occupai di tutti i preparativi pratici, compreso il trasformare il sangue del ladro in AB positivo. Per ultima cosa congedai il Professore, poi diedi il via al rituale.

    KLEPTES

    Nacqui più di trent'anni fa come Shinobu Nishimiya, primogenito di una importante famiglia nobile del Paese del Collo. Fin da piccolo mi impartirono un'educazione severa e rigorosa, insegnandomi i valori e le responsabilità di cui mi sarei dovuto fare carico una volta adulto. Non mi interessavano per niente e sinceramente le ritenevo una marea di idiozie, per questo appena compii quindici anni fuggii da quel posto inutile e da quel pomposo manipolo di snob incipriati. Scelsi come nome d'arte Kleptes, che significava “ladro” in una lingua morta che mi era stata insegnata a forza. Era il giusto connubio tra le memorie di un passato fitto di conoscenze futili e le dolci speranze di un futuro di libera illegalità. Girovagai un po' e dopo poco mi unii ad un piccolo gruppo di banditi che agivano nel vicino Paese dell'Artiglio. Il capo era un tipo a posto, una specie di ladro gentiluomo, mi insegnò i trucchi del mestiere senza chiedere niente in cambio. Imparai tutto quello di cui avevo bisogno in poco tempo e dopo un anno soltanto le nostre strade si divisero. Lui incontrò una donna, se ne innamorò e si stabilì da qualche parte a vivere una vita tranquilla. Io continuai a viaggiare da solo, vivendo di espedienti e di avventure. Era divertente, anche se i rischi erano costanti. “Sempre meglio che lavorare” era il mio motto, che mi ripetevo ogni volta che affrontavo un pericolo. La fatica non faceva proprio per me. Accumulai un bel gruzzoletto, tra furtarelli e tesori trovati quasi per caso, ma ogni volta finivo per spendere tutto in alcool, donne e ciarpame vario. Mai stato un che pensava tanto al futuro. Un giorno venni sorpreso da un vecchio a rubare in un covo di un'organizzazione criminale, ma invece di provare a inseguirmi e a catturarmi costui propose a bruciapelo di farmi unire al gruppo. Sembrava un personaggio insulso, uno di quei banditini senza cervello, quindi accettai nell'ottica di sfruttarlo e sottrargli tutto quello che aveva. Si faceva chiamare Boris “Lametta” o qualcosa del genere, ma nei mesi successivi capii di averlo decisamente sottovalutato. Mi teneva sempre a vista e mi faceva lavorare duro, anche se mi ricompensava a dovere. Non mi piaceva comunque la situazione, preferivo mille volte essere più povero ma libero. Ressi solo un anno, poi mi resi conto che quel manigoldo stava per venderci alle autorità del Paese del Fuoco, quindi mi diedi alla macchia prima che lo potesse fare. Passai qualche altro anno a gironzolare, accumulando e sperperando soldi in maniera continua. Purtroppo però il mio corpo iniziò pian piano a perdere qualche colpo. Non ero più agile come un tempo, quando riuscivo a sfuggire a chiunque, anche se circondato da frotte di nemici. Infine fui beccato per la prima volta, una sera a Taki. Stavo svaligiando una casupola nel centro della città, quando il proprietario si avvicinò di soppiatto alle mie spalle, colpendomi con un pugno poderoso e continuando per un po' in questa maniera fino a che non persi i sensi. Tutto sommato mi era andata bene, essendosi sfogato su di me il mio aggressore aveva deciso di non denunciarmi e di dire agli infermieri che ero caduto per le scale. Mi risvegliai in un ospedale, dove mi tenettero in osservazione per qualche giorno. Il mangiare faceva semplicemente orrore e non c'era neanche una goccia di vino, non vedevo l'ora di andarmene da quel postaccio. Finalmente, dopo circa una settimana, fui dimesso. Quando uscii ero molto affamato e senza un soldo. Non c'era nessuno in giro, tranne una vecchierella che caracollava con una succulenta borsetta al braccio. Mi avvicinai e con uno strattone presi la refurtiva senza incontrare troppa resistenza. Corsi subito via, sentendo le impotenti e irate urla della mia vittima. Alzai lo sguardo e vidi che all'improvviso davanti a me era spuntato un enorme tizio dai capelli neri, anche se forse era sempre stato lì e non me ne ero accorto. Per questo motivo accelerai la corsa, virando in vicolo nella speranza che non volesse inseguirmi. Nei miei giorni di gloria lo avrei seminato senza problemi, correndo sui muri o saltando su di essi come uno stambecco, per non lasciargli alcuna chance di prendermi. Ma non ebbi il tempo nemmeno di provare queste cose, perché sentii qualcosa colpirmi la gola e poi la nuca, al che caddi a terra e persi i sensi in un istante, senza neanche accorgermi di quello che stava succedendo. Quando mi risvegliai ero in un corpo che non era più il mio e in pochi attimi fui sommerso da una voce continua che si chiedeva se il rituale era andato a buon fine e chiamava il mio nome, pronunciandolo in maniera errata. Lo corressi ad alta voce, sorprendendomi dell'esservi riuscito pur non avendo mosso la bocca.

    Molto bene, è andato tutto come doveva andare, eccellente. Adesso devo spiegargli tutto. Da dove inizio? Dal Professore? Sì, dal Professore va bene. Posso spiegarti? Vado?

    Era una delle cose più fastidiose dell'universo, ma accettai di sentire quello che aveva da dire. Era qualcosa di abbastanza folle, una di quelle classiche cose a cui non crederesti mai a meno di non trovartici davanti all'improvviso. Poco male, il tutto si riassumeva nel fatto che ero morto, ma ero stato resuscitato e rinchiuso dentro al corpo di un povero fesso. Lo avrei dovuto aiutare e prima o poi sarei potuto anche rinascere in maniera completa, mi spiegò. La prospettiva non mi esaltava troppo, ma non disponevo di grandi alternative, sul momento. Il tizio, che disse di chiamarsi Rutja, si mise a fare un altro spiegone assurdo sul tipo di rotazione che usavano per richiamare le varie anime. Solo un mentecatto poteva aver ideato un'assurdità del genere.

    K: Guarda, per quanto mi riguarda puoi anche non chiamarmi se non in casi particolari o tipo una volta al mese. Insomma, fai un po' quello che ti pare, ma sappi che non sono uno di quelli che si dà troppo da fare nelle cose. Mi basta che non muori e che mi tiri fuori di qui appena puoi, poi puoi metterti a fare quello che ti pare. Patti chiari, amicizia lunga. Ci siamo?

    Il ragazzo, invece di rispondermi, ripartì a pensare mille cose insieme, dicendo che mi avrebbe fatto conoscere gli altri con qualche tecnica dal nome assurdo, che avrei dovuto aiutare nel momento del bisogno con un'altra tecnica dal nome ancora più assurdo, che avrei dovuto insegnargli a forzare le serrature e cose di questo tipo.

    K: Quante inutili scocciature. Però sempre meglio di morire, immagino...



    OT
    OST: Hiroyuki Sawano - AOE Suite Second Movement: 5P+3P (Ao no Exorcist OST)
    Aspetto in vita
    Voce: Kanichi Kurita


    Legenda
    B: Boris Saijin
    I: Infermiere
    P: Professor Madaraki
    K: Kleptes
     
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