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Allenamento per il terzo livello di specializzazione in Sicario

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    Demone incendiario

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    21.1 NOT A DANGEROUS METHOD



    La vita di ospedale non è così male, come uno potrebbe credere. Ero ormai di casa, laggiù, vista la frequenza con cui mi procuravo ferite di notevole entità. Le infermiere avevano iniziato a conoscermi e si era diffusa la fama di me come di un paziente modello. Zitto, non discute le direttive del personale e segue con cura ciò che gli viene detto. Quando una di esse mi raccontò questa cosa ne fui tremendamente stupito, anche perché era la prima volta che qualcuno si era fatto una così buona impressione di me. Sarebbe stato simpatico smontare la mia reputazione con qualche azione stupida e dannosa, però ne avrei poi pagato le conseguenze. In fondo era poco probabile che il mio bisogno di cure ospedaliere diminuisse, nell'immediato futuro. Avere un buon rapporto con dottori e infermiere non poteva che essere un vantaggio.
    A seguito della lotta con il polpo gigante, avevo riportato delle fratture ossee non da poco. Se in un primo momento avevo pensato di cavarmela con un paio di settimane di vacanza forzata, i dottori mi fecero capire di essermi sbagliato di grosso. Ben due braccia presentavano delle fratture scomposte che preannunciavano un lungo periodo di guarigione, mentre altre ossa si erano slogate in maniera da non sottovalutare. Il professore mi disse che l'aver forzato la mano con delle tecniche molto pesanti, come avevo fatto durante lo scontro contro il mostro, aveva peggiorato notevolmente le cose. Era stata l'unica cosa da fare, ma adesso mi toccava subire le ripercussioni.
    Dopo un paio di giorni di ricovero, quando finalmente mi furono forniti dei dati precisi sul periodo in cui avrei dovuto rimanere a riposo, feci un'importante Riunione di Condominio con tutte le anime presenti nel mio corpo. Dovevamo capire cosa fare in tutto questo periodo in cui non avrei potuto andare in missione e soprattutto allenarmi. Perdere diversi mesi senza fare nulla non sarebbe stato per niente positivo, proprio ora che appreso appieno il Dio del Fulmine. Per fortuna il professore aveva già previsto una tale evenienza ed era proprio per questo che aveva commissionato a Yamato Nara la creazione di una tecnica pensata per essere utilizzata in casi del genere. Io la avevo appresa molto tempo fa ma, in quanto mai utilizzata, non ricordavo neanche di possederla nel mio repertorio.

    Tetsu no Mae (Ballo di Ferro)
    Tipo: Genjutsu
    Livello C
    Genjutsu molto basilare, creato da Yamato Nara, durante il quale sia l'utilizzatore che la vittima resteranno immobili sul posto. La persona colpita si ritroverà bloccata in una piccola stanza spoglia, in compagnia di un singolo nemico. L'identità e le abilità di questo individuo sono scelte dall'utilizzatore. Inoltre, fintanto che l'illusione è attiva, l'utilizzatore è in grado di manipolare il tempo, quindi può allentarne lo scorrere, accelerarlo o persino riavvolgerlo. A parte questo, tutte le sensazioni indotte nella persona colpita sono appena accennate, rendendo più che evidente la natura di illusione a chiunque.
    Oltre all'utilizzo canonico, questa tecnica può essere usata anche per allenamenti o similari. Infatti, se l'utilizzatore possiede una personalità alternativa o qualcosa di simile, potrà lasciare che sia essa a mantenere attivo il genjutsu, rimanendone vittima egli stesso.
    [Sigilli:3]
    Costo: 40
    Costo di mantenimento: 15
    Mondo di attuazione: illusorio
    Bersaglio: Singolo
    Immobilità: Necessaria


    P: Allora è deciso! Da domani, fin quando saremo costretti a rimanere in questo luogo, eseguiremo un paio di sessioni giornaliere di allenamento per affinare le abilità di Rutja-dono. Ci alterneremo alla direzione io e Maki-dono, in modo che egli possa trarre maggior giovamento da questo tempo! Ci aggiorneremo tra quattro giorni e sonderemo i risultati. La seduta è tolta!!

    PROFESSOR MADARAKI
    Passai la notte a riflettere, tra le altre cose, sul modo migliore di impiegare Rutja-dono in un allenamento con il genjutsu che avevamo ideato per lui. Pensai a lungo e trovai un sacco di idee buone da poter mettere in pratica. Quando l'alba irruppe nella stanza di ospedale, il ragazzo dentro cui risiedevo si svegliò. Lo lasciai riposare ancora qualche minuto, anche perché di lì a poco sarebbe arrivata la colazione. Una volta che fu terminato il momento del pasto, era tutto pronto perché la nostra opera avesse finalmente inizio. Chiesi al ragazzo di eseguire i tre sigilli necessari e lui come al solito li eseguì subito. Non appena la tecnica fu attiva, io ebbi il controllo su molti degli impulsi neuronali del corpo che avevo creato.

    P: Benvenuto, Rutja-dono... Credo che lei si rammenti questo luogo...

    Per il primo allenamento decisi di utilizzare come location una stanza del laboratorio che possedevo nel Paese della Cascata, quella in cui il ragazzo aveva appreso a controllare le abilità che gli avevo donato. Lui si ritrovò lì insieme ad un'altra persona, il cui aspetto era identico al mio. Rutja ne rimase scombussolato, lo potevo sentire chiaramente dai suoi pensieri, e la cosa aumentò quando gli spiegai che doveva confrontarsi proprio con l'avversario che gli stava di fronte. Lui titubò un po', però alla fine cedette di fronte alle mie pressioni. Aveva a disposizione lo stesso equipaggiamento che possedeva di solito, ma non aveva a disposizione l'uso di jutsu di qualsivoglia tipologia. Doveva migliorare nel corpo a corpo, nella fluidità dei movimenti, nella capacità di colpire i bersagli in punti in cui il danno fosse letale. Queste conoscenze, del tutto teoriche, gli sarebbero tornate molto utili, una volta ripresa la piena salute.
    La proiezione illusoria di Rutja estrasse subito la propria katana, convinto di potere affrontare solo con essa l'avversario che gli avevo posto di fronte. Partì all'attacco frontalmente e io lo feci rispedire indietro da una tecnica Fuuton che avevo visto utilizzare in passato. Era sempre così, Rutja era un vero disastro quando lo si lasciava fare le cose da solo.

    P: Non sottovaluti questo allenamento!! Usi le conoscenze che ha già e provi ad acquisirne di nuove! Usi un po' di inventiva, per diamine!!

    Per fortuna la mia strigliata servì e il ragazzo comprese cosa mi aspettavo da lui. Utilizzò le sue mani aggiuntive per creare dei diversivi con kunai e shuriken. Nulla di speciale, ma quanto meno stava provandoci. Gli concessi di arrivare fino al suo avversario, per vedere come aveva intenzione di procedere in quel momento. Lanciò un affondo mirando al collo della proiezione con il mio aspetto, sperando che questo bastasse. Non era veloce, poteva sicuramente fare di meglio in quel senso, ma se non altro aveva scelto bene l'obiettivo. Feci parare il colpo con la katana che la copia aveva tenuto in mano tutto il tempo. Il ragazzo non sfruttò le numerose aperture che gli avevo lasciato e non tentò nemmeno di abbozzare un qualche attacco concatenato. Si limitò ad arretrare di un passo e lanciare un'altra offensiva identica alla prima. Un po' più convinta, lievemente più rapida, ma altrettanto prevedibile. Questa volta feci respingere la spada del ragazzo verso il basso, per fargli perdere l'equilibrio. Lui riuscì a mantenersi in piedi, ma questo non gli evitò un grosso taglio sulla spalla, dovuto al contrattacco dell'illusione. Capendo finalmente che si faceva sul serio, lui si lanciò in avanti con determinazione, tentando di non dare tregua al suo nemico. La spada vibrò nell'aria, scagliandosi più volte contro quella dell'avversario, con una discreta forza. Ci stava mettendo la giusta energia, ma i movimenti erano questa volta poco precisi, oltre a mancare di eleganza e fluidità. Non era troppo male, ma risultava poco efficace. Avendo bisogno di fargli capire il concetto, feci in modo che l'ultimo dei fendenti di Rutja fosse parato in maniera violenta, di modo da bloccare la sua spada e poterlo allontanare di qualche passo con un calcio.

    P: A quanto pare lei non ha ben compreso il senso di questo allenamento. I suoi muscoli non traggono alcun vantaggio da questa attività, non creda di poter sfruttare tutto ciò in maniera ingenua e rozza. Si tratta di acquisire conoscenze TEORICHE! Approfondire gli aspetti di un combattimento che usualmente non possono essere notati, durante la foga. Voglio che lei cerchi di analizzare tutto ciò che accade, con assoluta precisione. Deve essere in grado di capire quale è la cosa migliore da fare e come reagire ad ogni piega possibile dello scontro. Chiaro?

    Il ragazzo rispose di sì, dopo di che lo invitai ad avvicinarsi di nuovo e a ripartire con le sue offensive. Lui fu rapido e raggiunse in fretta la copia illusoria, tentando di lanciare un primo attacco semplice, che feci parare banalmente e poi un altro immediatamente successivo, portato a partire dal rimbalzo dovuto all'impatto tra le due lame. Idea carina, ma semplice da contrastare. Di fronte al nulla di fatto, il ragazzo si fece prendere dalla foga, visto che aveva terminato i piani a sua disposizione, quindi lanciò un fendente disperato mirando al petto della copia. Un attacco rapido, ben calibrato e con il giusto obiettivo, ma che era troppo sconsiderato e rischioso. Per far comprendere appieno la cosa, feci in modo che la copia ne fosse colpita, in maniera non mortale, e la feci quindi contrattaccare. Il colpo della proiezione illusoria fu fatale, visto che trafisse senza problemi il cervello del mio sottoposto. La sensazione di dolore durò un attimo, poi riavvolsi il tempo per tornare al momento prima dell'attacco, per fare una breve spiegazione.

    P: Un affondo del genere non è sbagliato in alcune occasioni, mentre in altre, come ha potuto notare, lo è notevolmente. Deve essere imprevedibile, rapido, implacabile. In questi casi fallire vuol dire morire. La prego di astenersi da tentativi del genere, se non dopo avere acquisito una diversa maestria nell'uso della spada... o quando è sicuro al cento percento di colpire in maniera mortale...

    Non restava molto tempo a disposizione, il chakra finiva presto con una tecnica del genere. Chiesi quindi al ragazzo di fare un paio di altri tentativi. Nel primo caso attaccò sterilmente, preoccupato più che altro di non aprire varchi nella sua difesa, cosa che invece gli feci fare io, con un paio di fendenti energici e mirati. Una dimostrato il mio punto, non feci mettere a segno un colpo al clone illusorio, ma invitai Rutja a essere più offensivo nel suo prossimo tentativo. Lo fece, in maniera leggermente avventata, ma non del tutto sbagliata. Si scagliò sulla mia copia, lanciando un fendente grezzo ma energico. Lo feci parare senza problemi, al che lui mosse avanti la sua mano, cercando di abbrancare il vestito della copia per sbilanciarlo. Il movimento fu rapido, ma non abbastanza. Feci contrattaccare, con un paio di colpi ben assestati. Lui indietreggiò, ma siccome il secondo assalto era volutamente più leggero del dovuto, il ragazzo riuscì a deviare la spada con la spinta di una mano. Ormai era entrato nella guardia della copia illusoria, quindi aveva tutto il tempo di colpire in maniera fatale. Il risultato fu quasi sufficiente, visto che Rutja allungò la propria spada con solerzia, raggiungendo il petto dell'illusione. Però la katana non raggiunse il cuore della copia, mancato di pochi centimetri, quindi non ci sarebbe stata una morte istantanea. Difficilmente ci sarebbe stata la possibilità di reazione, ma non potevo comunque dirmi soddisfatto. In ogni caso, prima che il colpo quasi fatale fosse portato, feci ritornare indietro il tempo.

    P: Sospendiamo l'allenamento! Dei miglioramenti ci sono, ma dovrà fare molto meglio, Rutja-dono! Ora però si riposi.

    Rutja ebbe bisogno di gran parte del pomeriggio per recuperare il chakra speso la mattina. Lo feci dormire per tutte le ore di cui necessitava, poi verso le sei si svegliò. Dopo qualche secondo di stordimento, mi chiese direttamente se potevamo iniziare subito. Gli dissi di si, avevamo tempi non troppo larghi.

    P: Deve essere molto più decisivo, Rutja-dono! Ogni singola volta che attacca deve essere letale!

    Come avversario questa volta utilizzai una persona dalle fattezze casuali, in modo che il ragazzo non fosse distratto da esse. Lo armai di spada, in modo che si ripetesse uno scontro all'arma bianca, anche se non era quello l'aspetto su cui ci saremmo concentrati principalmente. Quando invitai Rutja ad attaccare, lui lo fece. Lanciò un rapido fendente con la sua katana, che fu parato goffamente dalla proiezione illusoria. Il ragazzo ebbe bisogno di lavorare il nemico con un altro fendente, cosa che non sarebbe stata necessaria se fosse stato più abile nell'uso di quell'arma. In ogni caso con il secondo scambio riuscì a creare una buona apertura nella guardia nemica, che sfruttò subito con un rapido affondo. Era veloce al punto giusto, ma approssimativo per quanto riguardava la precisione. Questo non andava assolutamente bene. Il suo colpo avrebbe ferito in maniera grave il fianco dell'avversario, ma non lo avrebbe ucciso e neanche messo fuori combattimento. Il rischio di una eventuale sconfitta non sarebbe stato per niente trascurabile. Stoppai il tempo. Dovevo spiegare a parole questo fatto, l'azione non avrebbe reso bene il concetto.

    P: Con un lavoro così pressappochista non andrà da nessuna parte. Se si espone così tanto, deve uccidere istantaneamente, altrimenti è pericoloso. Il movimento deve essere fluido e deve avere l'obiettivo chiaro in mente fin dal primo attimo. Mi sono spiegato?

    Rutja rimase bloccato ad ascoltare, cosa che fece con vivo interesse. Riportai indietro il tempo, per metterlo di nuovo alla prova. Lui fu costretto a ripartire nel momento appena successivo al secondo fendente, ovvero l'istante in cui aveva fatto partire l'offensiva finale. Questa volta la ripeté con maggiore attenzione e determinazione, ma riuscì comunque a mancare i punti vitali del suo nemico. Lo riportai quindi di nuovo indietro e il risultato fu simile, così come il quarto tentativo. Mi toccò bloccare il tempo e fare un altra spiegazione.

    P: Questa non è una cosa trascurabile. Essere capaci di uccidere un uomo con un singolo colpo può essere alla base della capacità di superare superiorità numeriche anche schiaccianti. Nel caso di opponenti con abilità nettamente inferiori, non può permettersi di perdere tempo o correre rischi. Deve avere già in mente il percorso che la spada dovrà compiere, deve trovarlo tempestivamente. Questo di solito si affina con la pratica, quindi non vedo perché non ripetere finché possibile l'esercizio. Riusciremo a inculcarle nel cervello i movimenti corretti da eseguire, pian piano, ne sia certo!

    Ne seguirono altri dieci tentativi e in solo due di essi Rutja mancò l'uccisione istantanea. Iniziava a capire, sperai. Il tempo era poco, quindi decisi di mettere alla prova in maniera più dura il ragazzo. Gli misi contro un avversario un po' più forte e lo feci lavorare più a lungo, prima di fornirgli un'apertura. Lui la sfruttò, questa volta fino in fondo. Un colpo alla gola e non ci fu bisogno di repliche. Riportai indietro il tempo all'inizio dello scontro e ordinai al ragazzo di ripartire. Lui lo fece, ma questa volta gli lasciai una possibilità di chiusura molto prima, cercando di capire se un simile dettaglio potesse mandarlo in crisi. Per fortuna non lo fece. “Repetita iuvant”, dicevano i saggi di un popolo antico, e di sicuro non sbagliavano. Feci ripetere molte il combattimento all'uomo-ragno, finché il chakra del suo corpo reale iniziò a essere non più tanto abbondante. Ormai era in grado di essere sostanzialmente letale in quasi tutti i casi in cui l'avevo posto. Quel “quasi” era di certo un problema, ma ero sicuro che con il tempo le cose sarebbero migliorate. Sciolsi la tecnica e lasciai quindi al ragazzo il suo – per una volta tanto meritato – riposo.


    MAKI
    Era mattina presto quando il maledetto ragno mi attivò. Lo insultai per una mezz'ora abbondante, tempo che lui usò per mangiare, poi passammo all'allenamento che aveva progettato il professore. Non ero mai stata favorevole al lavorare sulla teoria, ero una che amava concentrarsi sulle cose concrete, però dovevo ammettere che quella tecnica inventata dal bastardo Nara aveva del geniale. Prima di iniziare mi feci spiegare su cosa aveva lavorato il giorno prima, poi costrinsi Rutja a fare i sigilli e a dare il via a tutto. Non mi sforzai tanto di lavorare sul luogo in cui si sarebbe svolta la battaglia, usai la stanza d'ospedale, opportunamente privata di tutto il mobilio. Per l'avversario scelsi un tizio a caso, il burocrate che ci aveva ufficiato il matrimonio in quel di Ame. Non saprei dire perché scelsi lui, probabilmente fu solo la prima persona a balenarmi nel cranio, per puro caso. Lo dotai di una semplice spada, così come Rutja.

    M: Fammi vedere cosa sai fare, cazzone!

    Il ragazzo partì all'attacco senza molto stile, ma se non altro fu meno scoordinato del solito. Forse l'allenamento del giorno precedente stava già dando qualche frutto. Con questa idea in testa, volli fare la stronza e non lasciare aperture troppo evidenti nella guardia del nemico illusorio. Solo piccoli spiragli, difficili da individuare a un occhio poco allenato. La prima volta una parata troppo a destra, la seconda una respinta troppo debole, alla terza il mostro in cui vivevo si accorse che la spada nemica era rimasta troppo in basso nel bloccare la sua. Con un abile movimento del bacino spostò repentinamente il peso corporeo in avanti e mosse la spada di conseguenza, puntando al viso dell'uomo. Fui stupita in positivo. La precisione del colpo non era il massimo, visto che la lama stava puntando decisa alla guancia illusoria, ma la velocità era buona. Era stato in grado di capire quando attaccare, anche se si era perso due indizi importanti che gli avevo lasciato già prima. Il tempismo era buono, anche se lasciava anche spazio a un possibile contrattacco, nel caso in cui l'avversario fosse stato abbastanza reattivo. Feci avverare proprio quest'ultima prospettiva. Il burocrate non fu in grado di evitare l'arrivo del colpo, ma sfruttò i pochi secondi datigli per muovere in avanti la sua spada. Rutja si difese parando il colpo con una mano e quindi ferendosi in maniera grave ad essa, però il suo attacco ebbe discreto successo. Infatti un attimo prima aveva intinto la spada nello zigomo sinistro dell'uomo, provocandogli un forte sanguinamento. Spostò quindi l'arma in basso e poi in alto, smaciullando la faccia al malcapitato e facendomi provare un piacere molto intenso, quasi fisico. Un colpo del genere non sarebbe stato fatale sempre, se preso in tempo un uomo con ferite del genere poteva sperare in un miracolo e salvarsi, ma in ogni caso era oltre ogni ragionevole dubbio decisivo. Nessuno avrebbe potuto continuare a combattere con la bocca deturpata in tal modo, uno svenimento era la condizione più logica in cui si sarebbe dovuto trovare.

    M: Non troppo male... pensavo peggio...

    Iniziai a elencare gli errori commessi dal ragazzo. Gli mostrai gli indizi da lui non colti, riavvolgendo il tempo e fermandolo nel momento in questione, di modo che avesse sott'occhio l'immagine ferma. Lui capì e cercò di memorizzare. Poi passai ai dettagli tecnici relativi all'offensiva finale. Per prima cosa gli dissi che, avendo a disposizione un numero maggiore di arti, poteva usarli sin da subito per cercare di afferrare l'arma del nemico e sbilanciarlo, nel momento in cui decideva di lanciarsi in qualcosa di così drastico. Meglio così, rispetto a doversi ferire in malo modo per eseguire una parata disperata. Lodai la decisione e la velocità dell'attacco, ma fui molto più severa per quanto riguardava la precisione.

    M: La zona dello zigomo non è certo la migliore per uccidere in un colpo, necessita una forza di impatto terribile per trapassare le ossa del cranio, forza che tu non hai. Gli obiettivi più adatti, se si parla di testa, sono gli occhi, soprattutto se la spada procede dal basso verso l'alto. Così lei può dare un bacetto al cervello nemico e devastarlo in pochi attimi. Procedendo verso il basso è meno istantaneo, ma funziona lo stesso. L'unico problema è che alcuni smidollati rimangono impressionati da una cosa del genere, quindi magari più in là te lo farò fare talmente tante volte da fartici abituare. Ritornando all'argomento principale... non fare mai più quel fottuto macello che hai fatto dopo aver colpito. Non è così che si fa, è poco funzionale. Capita di ferire in zone non mortali, ma in tal casi non bisogna muovere la spada a caso sperando di fare il maggior numero di danni. È molto stupido come pensiero. Devi ragionare, coglione! Se c'è un punto fatale nelle vicinanze, ci si dirige lì fracassando tutto quello che c'è in mezzo. Se invece esso non è raggiungibile così, come era il nostro caso, si estrae e si infilza di nuovo la katana con un movimento fottutamente rapido, sfruttando magari l'esitazione nemica dovuta al dolore. Capito? Non voglio più vedere uno scempio del genere! Soprattutto nel caso in cui ci fossero stati più nemici. La velocità e la precisione sono tutto per un assassino, se non ce le hai entrambe creperai male presto!

    Dopo aver spiegato tutto ciò, riportai indietro il tempo e feci ripartire la prova. Ancora una volta il ragazzo utilizzò una tecnica di scherma rozza ma efficace, spezzando in poco tempo la debole resistenza che avevo creato per lui. Il colpo decisivo fu un fendente con cui riuscì a disarmare l'avversario, ma il ragazzo giustamente capì che la battaglia non era ancora finita e tentò subito di uccidere il nemico puntando dritto al cuore. Ritardò la sua azione di mezzo secondo, dandomi la scusa per far fare al burocrate illusorio una agile schivata. Costui si chinò con un gesto rapido per prendere la propria arma perduta e si rimise quindi in posizione di guardia, pronto per una nuova battaglia.

    M: Disattenzioni del genere si possono pagare con la vita, coglione! Hai fatto bene a non ritardare l'azione, ma in un caso come questo avresti dovuto come minimo tenere presente il punto in cui hai fatto cadere la spada nemica, per non concedergli di riprenderla con facilità. Forza, riprovaci!

    La scena si ripeté quasi uguale all'inizio e il ragno riuscì a riprendere lo stesso vantaggio ottenuto prima. Si frappose quindi fra il nemico e la sua arma, ma questa volta peccò di troppa prudenza, non agendo con la dovuta sollecitudine. Mi ruppi le palle subito della sua indecisione e feci estrarre al burocrate illusorio un paio di kunai. Li lanciò lentamente ed essi furono schivati facilmente. Provò a ricaricarsi, ma prima che potesse farlo la spada di Rutja lo colpì di netto alla gamba destra, provocandone la caduta. Il ragazzo sfruttò appieno la situazione, facendo sibilare nell'aria la lama, che impattò e recise senza pietà la giugulare del nemico. Fu una visione inebriante, mi ricordava tanto della mia prima volta, della prima volta in cui avevo ucciso un uomo.

    M: Eccellente! Rimani merda, ma stai iniziando a capire!

    Le riserve di chakra iniziavano a scarseggiare, motivo per il quale feci eseguire al ragno ancora un paio di duelli dello stesso tipo, prima di sospendere la sessione mattutina, in perfetto orario rispetto alla tabella di marcia. Era quasi ora di pranzo, quindi il mostro mangiò, cagò e poi dormì per diverse di ore. Al suo risveglio era come nuovo, pronto per riattivare la tecnica e ripartire da dove si era interrotto. Decisi di fare qualcosa di diverso, in quel nuovo allenamento. Misi di fronte al ragno un nemico molto scarso e gli diedi alla prima occasione un'apertura abnorme. Lui la sfruttò abilmente e piantò la sua katana nel bel mezzo dell'orbita oculare del nemico. La scena, che teatralizzai anche più del dovuto per mio diletto, turbò notevolmente l'inutile ragno. Se questo fosse successo in un momento delicato sarebbe stato molto rischioso.

    M: È ora di desensibilizzarti, maritino mio!

    Il tono della frase era sadico e derisorio, ciò che avrei fatto di lì a poco sarebbe stato tanto divertente per me quanto necessario per lui. Il ragno intuì appena quello che stava per succedere e sembrò non preoccuparsene troppo. Credeva di essere ormai abituato alla violenza, ma ci sono diversi livelli di violenza e lui non aveva di certo raggiunto quelli a cui ero arrivata io.
    Gli feci comparire di fronte un tizio a caso e feci iniziare lo scontro come al solito. Lasciai un'enorme apertura nelle difese del nuovo arrivato e per fortuna quel coglione di Rutja se ne accorse. Avendo intuito quali fossero le mie intenzioni, le assecondò e lanciò nuovamente un affondo deciso in direzione dell'occhio nemico. Lo trafisse con decisione, distruggendo il cervello del tizio illusorio. Il sangue schizzò ovunque e il bulbo oculare si maciullò in malo modo. Fu una visione terribilmente macabra e Rutja ne rimase di nuovo molto colpito. Se la tirava tanto, ma era ancora un bamboccio. Ci avrei pensato io a quello.
    Riportai indietro il tempo, al momento in cui la sua offensiva era quasi andata a segno. In questo modo lui rivivette la scena una seconda volta, senza potersi opporre ad essa. Poi lo feci una terza volta, una quarta, una quinta e poi molte altre volte in seguito. Persi il conto delle volte che la sua spada trafisse l'occhio di quella proiezione illusoria, ma ero sicura che fossimo vicini alla centinaia. E gli effetti sperati si fecero vivi. Il ragno smise pian piano di essere turbato e si abituò a tutta quella scena. Era ora di passare al livello successivo. Cambiai zona e cambiai soprattutto nemico. Davanti allo stupido ragno comparve un bambino piagnucolante, che strepitava in malo modo.

    M: Uccidilo! Uccidi questo innocente!

    Lui rimase un attimo sorpreso e tentennante, poi partì con decisione. Trafisse il cuore del neonato in maniera ferma e decisa. Non ebbe rimpianti, né ripensamenti, ne rimasi sorpresa.

    Non esistono esseri umani innocenti, esistono solo esseri umani non ancora colpevoli.

    Odiavo quella sua misantropia da quattro soldi, ma stetti zitta, perché alla fine ci tornava utile. Ripetei la scena un paio di volte, poi sostituii il bambino con una donna incinta. Anche lì nessun timore e nessuna preoccupazione. Non c'era crudeltà nelle sue azioni, solo determinazione. Mi faceva schifo un modo simile di combattere e di vivere, ma ancora una volta ci tornava utile. Avrebbe fatto qualsiasi cosa gli avremmo ordinato, anche se non gli piaceva.
    Il chakra iniziava a scarseggiare, quindi cercai di fargli fare un rush finale. Gli feci decapitare in fretta adolescenti imploranti e vecchi tremanti, ma lui non batté ciglio. Per una volta mi sentii soddisfatta delle sue azioni. Feci quindi terminare l'allenamento, avevamo lavorato abbastanza e con buon profitto.

    M: Adesso ti riposerai il tempo necessario, poi convocheremo una Riunione di Condominio! I risultati mi sembrano buoni, quindi probabilmente ripeteremo lo schema di oggi per tutta la durata della degenza. Sarà una fottuta maratona, preparati, ragno di merda!



    Legenda
    P: Professor Madaraki
    M: Maki Uehara


    OT
    La specializzazione è questa (il livello è il terzo):
    Sicario

    I sicari sono ninja che hanno affinato a lungo il loro istinto omicida e vivono sfruttandolo. Combattenti dalle abilità duttili, sono devoti all'attacco totale e cercano sempre di concludere gli scontri in maniera rapida ed efficiente.

    Livello 1
    -Velocità e Precisione aumentano di 3.


    Livello 2
    -Velocità e Precisione aumentano di 3.
    -Passo felpato
    Concentrando il chakra sotto i propri piedi, il ninja è in grado di azzerare il rumore dei propri passi e di non lasciare tracce visive, qualsiasi sia il terreno su cui si trova. Si può usare questa abilità anche correndo, ma in tal caso il costo è raddoppiato.
    Costo: 10 a turno


    Livello 3
    -Velocità e Precisione aumentano di 3.


    Livello 4
    -Velocità e Precisione aumentano di 3.
    -Cecchino:
    Per utilizzare questa abilità, il ninja deve trovarsi in una situazione di assoluta tranquillità e concentrazione. Egli può ottenere un bonus di 15 alla Precisione nell'utilizzo di armi da lancio o di Ninjutsu di lungo raggio.
    Costo: 40


    Livello 5
    -Velocità e Precisione aumentano di 3.
    -Fendente assassino:
    Una sola volta per combattimento, il ninja è in grado di portare un affondo eccezionalmente efficace con la propria katana. Questo si riscontra in un aumento delle statistiche di Velocità e Precisione di 10, solo per questo singolo affondo. In caso di fallimento, per i dieci secondi seguenti al colpo, il ninja si ritroverà sbilanciato e subirà un malus di 10 ad Agilità e Riflessi.
    Costo: 60


    Livello 6
    -Velocità e Precisione aumentano di 3.


    Livello 7
    -Velocità e Precisione aumentano di 3.
    -- Rendere non rintracciabile il Flusso del chakra:
    Pur non essendo sensitivi, i sicari sono in grado di apprendere questa abilità, attraverso allenamenti mirati. Tramite un certo consumo di chakra, ci si renderà completamente invisibili alla percezione di questo da parte di un sensitivo con livello di percezione pari o inferiore a quello della propria specializzazione. Tuttavia durante il mantenimento di questa tecnica non si potrà usare in nessun altro modo il chakra.
    Consumo: 40 per turno


    Livello 8
    -Velocità e Precisione aumentano di 3.


    Livello 9
    -Velocità e Precisione aumentano di 3.
    -Cecchino migliorato:
    Il bonus ottenibile alla Precisione è di 30, con le medesime limitazioni.
    Costo: 80


    Livello 10
    -Velocità e Precisione aumentano di 3.
    -Fendente omicida:
    Una sola volta per combattimento, il ninja è in grado di portare un affondo eccezionalmente efficace con la propria katana. Questo si riscontra in un aumento delle statistiche di Velocità e Precisione di 20, solo per questo singolo affondo. In caso di fallimento, per i dieci secondi seguenti al colpo, il ninja si ritroverà sbilanciato e subirà un malus di 20 ad Agilità e Riflessi.
    Costo: 100



    Il titolo del topic è un gioco di parole con "Emergency Room" (Pronto soccorso). Quello del post è una citazione.
     
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