Senza indugi mi avvicinai al mollusco, che rimase fermo, complimentandosi per la mia scelta. Il professore disse che era evidente che la sua presenza lì fosse motivata soltanto dalla possibilità di questo scontro con me. Ciò indicava che il creatore di quel mostro faceva in qualche modo parte dell'entourage di Taki, visto che era in possesso dei dati relativi alla mia missione. Era un'intuizione geniale, anche se il suo stesso autore la definì “ancora priva di prove definitive”. Però se il professore aveva ragione, allora il nemico conosceva alcune nozioni relative alle mie abilità. Non mi rimaneva che agire in maniera imprevedibile ai suoi occhi, utilizzando alcune delle tattiche che aveva preparato per me il consigliere Nara di Boris, Yamato. Purtroppo, prima di riuscire a capire bene cosa fare, fu il nemico a prendere l'iniziativa. Infatti mi gettò contro un enorme raggio di aria ad alta pressione. Mi trovavo a circa dodici metri di distanza, quindi riuscii a evitare il colpo, seppur con qualche difficoltà. Non era particolarmente veloce il raggio, però se mi avesse preso mi avrebbe di sicuro provocato ferite molto gravi. Da lì in poi sarei dovuto stare molto più attento e questo voleva dire anche che avrei dovuto rinunciare a Chidori e Dio del Tuono, almeno fino a che non avessi raggiunto una distanza minore. Mentre continuavo ad avvicinarmi, composi dei sigilli e prelevai quattro kunai dalla mia tasca. Il nemico lanciò altre due volte quei raggi d'aria, che riuscii a schivare entrambe le volte per un pelo. Una volta arrivato a mezza dozzina di metri, creai un bunhsin semplice perché diminuisse la visibilità dell'avversario. Come previsto, lui reagì sparando un altro raggio, che distrusse la copia ma non riuscì a colpirmi. In questo modo ero riuscito a guadagnare un paio di metri, ma non erano ancora abbastanza. Piazzai un altro clone, questa volta un po' defilato sulla sinistra del mostro. Feci una piccola deviazione in diagonale e contemporaneamente feci muovere in direzione opposta il bunshin, in modo che si frapponesse fra me e il polpo gigante. Lo avrei fatto deviare e seguire i miei movimenti, ma il mostro lo eliminò con una spadata poderosa. Poco male, pensai, questa azione mi aveva mostrato quanto i suoi riflessi fossero poco sviluppati. Eravamo a tre metri di distanza, la distanza perfetta per lanciare la mia offensiva definitiva. Prima dovetti schivare l'ennesimo getto di aria compressa improvviso, ma non fu un problema, visto che era più che prevedibile. Un semplice taglio per uscire dalla traiettoria del colpo nemico, poi un altro per riprendere la corsa verso di lui. Ma questo secondo non fu un movimento normale, bensì un Taglio Demoniaco, un Taijutsu sviluppato da Maki. Utilizzai allo stesso tempo un'altra tecnica, l'Alzata della Foglia, acuendo la mia velocità in maniera notevole. Il polpo non riuscì a fare niente per contrastare la mia azione repentina e in un istante fui sotto di lui, calciandolo all'altezza del petto, visto che la differenza di altezza mi aveva reso impossibile raggiungere il suo mento. Nonostante ciò, il nemico fu comunque sbalzato in alto per diversi metri. Pochissimi istanti durò il volo del mostro, ma riuscii a sfruttarli appieno. Con un lancio molto preciso, mandai a segno tutti e quattro i kunai. Con uno trapassai la fronte del polpo, con l'altro il suo occhio sinistro, mentre gli ultimi due colpirono la gola e il petto del mollusco. Avevo potuto notare solo per un attimo il riscontro della mia mira, giusto il tempo per complimentarmi con me stesso. E anche con Yamato, che aveva ideato quelle tattiche, sia quella che avevo utilizzato per l'avvicinamento che quella per l'attacco finale. Me le aveva fatte provare fino alla nausea, insieme ad altre miriadi di combinazioni di tecniche molto efficaci. Il fatto che, con il piccolo repertorio di jutsu che possedevo, fosse stato in grado di creare così tante tattiche e azioni concatenate mi aveva fatto capire quanto fosse stata un'ottima scelta prenderlo con noi.
P: Ottimo lavoro, ma non perda altro tempo!! Verifichi che sia morto e poi dia una mano all'altro shinobi laggiù!!
Il professore riportò al massimo la concentrazione. Nonostante avessi centrato ben quattro punti vitali, era mio dovere controllare l'avvenuto decesso del mostro e, nel caso che il cambiamento di stato non fosse stato ancora compiuto, porre rimedio alla cosa. Feci in tempo a fare solo due passi, quando vidi inaspettatamente quel brutto essere muoversi. Si rialzò in piedi, senza particolare fatica. Le ferite che gli avevo procurato si stavano pian piano rimarginando, anche quella sull'occhio, cosa che rendeva la sua figura ancora più macabra di prima. Ciò era di sicuro una cattiva notizia, voleva dire che avrei dovuto decapitarlo o addirittura sminuzzare il suo corpo, altrimenti non sarei riuscito ad eliminarlo. Avrei voluto gettarmi su di lui con il Dio del Tuono attivo, ma il professore mi dissuase dal farlo. Contro un mostro del genere serviva il massimo della cautela.
X: Non male, fratellone!! Però adesso tocca a me!!
Come prima, il mostro mi sparò contro un forte getto d'aria compressa. Nonostante la vicinanza, non fu difficile schivarlo. Ma appena ne fui fuori dalla traiettoria, vidi che un altro getto puntava verso di me. Con un po' di fortuna riuscii a schivare anche questo, ma poi vidi che si stava dirigendo verso di me un terzo raggio, più forte e veloce di prima. Questa volta l'unica cosa che riuscii a fare fu porre delle braccia a difesa del mio corpo. Riuscii a frapporne quattro, parando il colpo. Ne risultò che le ossa di tutti e quattro gli arti furono spezzate come grissini, ma quantomeno evitai ripercussioni maggiori sul tronco. Un impatto del genere avrebbe potuto anche schiacciarmi il cuore sul colpo, non ne dubitavo. In ogni caso fui proiettato a più di quindici metri di distanza. Solo il muro di una capanna fu in grado di spezzare l'impeto che mi stava trascinando via. Quando il fumo determinato da quella rapida serie di eventi si diradò, potei osservare il mostro ergersi in piedi, fiero. Mi lanciò uno sguardo interrogativo, probabilmente chiedendosi se fossi morto sul colpo. Senza aspettare neanche un secondo mi rialzai in piedi. Oltre alle quattro braccia rotte, avevo diverse contusioni non troppo gravi. Potevo continuare, potevo anche vincere, ma avevo bisogno di ritirarmi e organizzare per bene le mie azioni.
X: Ma come, scappi già?!
Raggiunsi il retro della casa, senza badare alle urla del polpo e sfuggendo ai ripetuti attacchi che mi lanciò nel mentre. Avevo già in mente un'idea di base su come agire, che fu persino approvata dal professore senza riserbo alcuno. Mi diede giusto qualche correzione, riferendomi una mole notevole di dati che non potevo conoscere e che sarebbero poi risultati decisivi. Però, dopo aver fatto ciò, il padrone mi lodò molto, dicendo che la mia intuizione era proprio perfetta. Era una vera rarità che un mio piano fosse ritenuto così affidabile, ma non stetti a gongolare più di tanto. Avevo poco tempo da perdere e il chakra contato. Come prima cosa creai un bunshin fisico, al cui interno feci risiedere temporaneamente l'anima di Yamato. Il professore spiegò telepaticamente al Nara cosa stesse succedendo e quale era il mio piano. Un paio di secondi dopo io e lui ci dirigemmo ai due diversi lati dell'edificio. Provai a sbirciare da uno degli angoli e vidi che nel mentre era terminata la battaglia fra Daisuke e il suo avversario. Aveva vinto lui, anche se era ferito e barcollante. Ciò era una buona notizia, anche se ero quasi sicuro che non mi sarebbe tornato utile contro il polpo gigante. La mia ovvia supposizione venne confermata quasi subito, visto che il nemico urlò qualcosa contro il povero neo-Chuunin e poi gli sparò addosso uno di quei soliti raggi di aria compressa. Lo prese in pieno, ma mi parve di capire che anche lui fosse riuscito a pararsi con le mani, esattamente nella stessa maniera in cui avevo fatto io. Mi sembrò dunque di poter concludere che potesse essere vivo, anche se KO. Poco importava, nulla era diverso ora, dal mio punto di vista. Dovevo procedere con calma e assicurarmi di portare a termine il mio piano.
Y: Aspetta, non attaccarmi!! Sei troppo forte per me, fratellino! Voglio solo parlare...
A parlare fu il bunshin, che era uscito allo scoperto. Aspettai un paio di secondi per capire la reazione del mostro. Non disse nulla, non fece nulla, quindi potei proseguire.
Y: Credo di avere capito cosa c'è dietro tutto questo e il perché del “fratellone”... e anche il perché tu sei qui, ora... vuoi portarmi dal tuo “creatore”, non è vero? Sono sicuro che è così! Io ci vengo volentieri, ma tu non vuoi darmi qualche dettaglio in più?
Con questo discorso, interpretato alla perfezione da Yamato, speravo di aver attirato l'attenzione del mostro e di poter quindi muovermi abbastanza liberamente. Come precauzione feci che utilizzare il Passo felpato, così da non indispettire il nemico con rumori sospetti. Questa volta utilizzai in maniera perfetta questa abilità. Era giusto il dosaggio del chakra e anche la maniera in cui esso ricopriva il piede, senza alcuna falla. Grazie a ciò riuscii a mantenere l'effetto sorpresa, punto fondamentale della mia tattica. Mi allontanai dalla piazza principale, di modo da non essere notato. Utilizzai gli edifici che circondavano lo spiazzo e corsi lungo i loro lati per aggirare il nemico. Mentre lo facevo, tesi le orecchie alla conversazione che avevo fatto partire e riuscii a sentirla quasi del tutto. Il mostro, dopo un po' di moine inutili, si rifiutò di dire il nome del suo padrone e di quello dell'organizzazione da costui guidata, anche se con ciò mi diede indirettamente alcuni dettagli interessanti. Poi disse che mi avrebbe condotto al loro covo, ma che non avrebbe potuto dirmi dove esso si trovava. Yamato provò a contrattare, adducendo come scusa qualche balla inventata sul momento sulla fiducia tra compagni. Ci serviva prendere un po' tempo per prenderlo alle spalle, ma per poco questo non fece fallire tutto, visto che il polpo si arrabbiò e urlò di tacere con una rabbia inaudita. Forse non gli erano state dette molte cose e per questo si era sentito all'improvviso messo da parte dai suoi stessi compagni. O forse soltanto non reggeva il dissenso nei confronti delle sue decisioni, in qualunque forma esso fosse.
Y: Hai ragione, fratellino, scusami tanto. È che sono davvero tanto curioso di saperne di più...
Ormai il tempo era quasi giunto, ma feci in tempo a sentire le ultime parole del polpo, che disse che avrei capito tutto una volta arrivato. Forse sarebbe stato meglio tentare un'infiltrazione in questa famosa organizzazione, ma sul momento lo ritenni troppo rischioso.
P: Più che altro non ora, non ridotto così! Pianificheremo con attenzione quello, in seguito, ora si concentri nell'eliminare il nemico che ha di fronte!!
Rinfrancato dalle parole del professore, mi sentii più deciso che mai. Iniziai a fare una serie di due sigilli. Mancavano solo tre metri alla fine dell'edificio quando spezzai l'ultimo, evocando nella mia mano un bel po' di energia Raiton, sotto forma di Chidori. In meno di un secondo oltrepassai l'ultima capanna di legno, arrivando al punto in cui ero perfettamente allineato con la posizione del polpo. Mi bastò cambiare direzione alla mia corsa e lo feci come ovvio con un Taglio Demoniaco. La mia velocità raggiunse livelli terrificanti e così riuscii a percorrere gli otto metri che mi separavano dal mio obiettivo in neanche mezzo secondo. Ovviamente lui non ebbe modo di reagire alla cosa, fu troppo improvvisa. Potei attaccarlo come meglio preferivo e lo feci in maniera molto particolare. Infatti il mio piano iniziale prevedeva di procedere decapitando il nemico, ma il professore mi aveva subito detto che ciò non sarebbe bastato. Dovevo colpire un punto molto preciso del corpo del mostro, nel centro esatto del suo busto. Avrei dovuto trascinare via tutta la carne di quei dintorni, lì avrei trovato ciò mi serviva. La parte più difficile fu centrare il bersaglio nel punto prestabilito, la seconda parte fu più semplice. Usando la mano caricata con il Chidori come se fosse un cucchiaio riuscii nell'intento di prelevare la parte di carne della zona centrale del suo corpo. Frenando al massimo delle mie possibilità, mi ritrovai a cinque metri dal mostro, che era caduto a terra per l'entità del colpo. Sfruttando il poco tempo che mi era concesso, mi misi a rovistare tra i pezzi di mollusco che avevo preso con la forza. Dovetti spegnere la mia tecnica Raiton, per riuscirci con un minimo di perizia, altrimenti rischiavo di distruggere ciò che cercavo senza farlo apposta. Il polpo umanoide stette a terra solo un paio di secondi, ma mi bastarono per scovare un piccolo cubo di pochi centimetri, molliccio e di colore bronzeo. Lo portai davanti a me, sventolandolo con aria minacciosa verso il nemico.
X: Come?! Come facevi a sapere di quello?!! Eppure tu...
Io non ce lo avevo, a differenza di alcuni dei miei predecessori come esperimenti del professore. Non mi aveva spiegato molto, prima, quando mi aveva svelato l'esistenza di questo cubetto. In sostanza si trattava di un organo creato artificialmente, che concedeva abilità molto interessanti, tra cui quella di rigenerare i tessuti organici. Mi disse anche che aveva effetti collaterali devastanti, tali da essere in grado di togliere la vita agli esperimenti che lo avevano in corpo nel giro di un mese. Non essendo possibile adattarlo come organo esterno, lo aveva abbandonato come campo di ricerca. Ma evidentemente qualcuno aveva trafugato i cadaveri dei suoi esperimenti e li aveva ripresi. E ora era il momento di scoprire chi fosse costui.
Dimmi subito tutto e vivrai! Non hai molto tempo, tra pochissimo morirai per le ferite, no? Chi ti ha creato? Dov'è il covo?
Lasciai intendere che se mi avesse rivelato le informazioni che volevo, allora lo avrei fatto vivere, anche se era più che ovvio che non sarebbe mai successo. In ogni caso il polpo ebbe davvero poco tempo per decidere. La ferita lo avrebbe ucciso nel giro di meno di un minuto, ora che non aveva più la rigenerazione istantanea. Mi gettò uno sguardo impaurito, poi partì in mia direzione.
X: Non... non avrai niente da me!!
Spezzai senza indugio il cubetto con un semplice movimento delle dita che lo reggevano. Questo condannava il mostro a morte certa, ma egli lanciò comunque la sua ultima offensiva disperata. Io ero quasi esausto, avevo utilizzato fin troppo chakra in quella lunga battaglia, però il nemico era messo molto peggio. Ormai aveva più di un piede nella fossa. Indietreggiai per qualche secondo, finché il polpo non cadde a terra. Provò a rialzarsi, ma la sua vita terminò prima che ci riuscisse. Finalmente era tutto finito.
P: E invece non è finito un bel niente, Rutja-dono!! Dobbiamo ancora tornare a casa e cercare di uscirne puliti, non crede anche lei?
Il professore aveva ragione. Dovevamo trovare un modo di evitare altri problemi e di capire come agire con il villaggio. Una cosa avrebbe facilitato di molto le possibilità future, la presenza di testimoni oculari. E uno in particolare sarebbe stato il migliore, Daisuke. Mi avvicinai in fretta al mio compagno di missione, cercando di capire se fosse ancora vivo. Per fortuna era proprio così, anche se respirava a fatica. Disse di avere visto tutto e mi fece anche i complimenti per la vittoria. Gli risposi di non affaticarsi a parlare troppo, anche se in realtà stavo aspettando il momento giusto per fargli una domanda specifica. Me la fece lui prima di me.
D: Dobbiamo... a-avvertire... il villaggio... hai... una tecnica... per farlo?
La sua frase era spezzata dal fiato estremamente corto. Ormai era chiaro che gli restava poco tempo da vivere, il raggio acquatico gli aveva provocato una ferita sul fianco troppo profonda. Per fortuna, quando dissi di non aver nessuna tecnica adatta, si propose di farlo lui. Feci finta di chiedergli di non farlo, ma lui fu deciso, per fortuna. Prese una goccia di sangue dalla sua ferita e poi fece un po' di sigilli lentamente. In questo modo evocò una piccola donnola, che subito si preoccupò, vedendo il suo padrone ridotto in quello stato.
Parlo io, Daisuke-san, lei deve riposarsi adesso...
Il ragazzo annuì e io iniziai a spiegare la situazione alla donnola. Mi tenni sul vago, raccontando solo dell'attacco al villaggio da parte di quel gruppetto sconosciuto e alludendo al fatto che il mostro ne fosse il capo assoluto. Il neo-Chuunin non reagì alla mia piccola menzogna, forse perché non aveva sentito il discorso che avevo fatto con il polpo o forse perché era troppo malandato per stare a sentire quello che stavo dicendo ora.
I nemici sono stati eliminati, la priorità assoluta sono i soccorsi. Io sono ferito in maniera grave e Daisuke-san lo è in maniera quasi mortale, gli servono cure tempestive. Adesso verifico se c'è qualche sopravvissuto, ma dubito. La prego di dirigersi subito ad avvertire qualcuno a Taki!!
La donnola diede uno sguardo all'uomo che l'aveva invocata, il quale mosse la testa dando il suo assenso. Quindi l'animale partì in quarta, cercando di raggiungere nel minor tempo possibile il villaggio. Io comunicai a Daisuke che sarei andato a cercare eventuali superstiti e lui di nuovo mosse solo il capo.
P: Ormai gli resta pochissimo tempo. Ed è meglio così per noi, potrebbe aver sentito fin troppo. Se qualcuno dei dettagli che abbiamo omesso arrivasse a Taki, allora rischieremmo di trovarci in una brutta posizione... e in ogni caso non voglio che il villaggio si occupi di una situazione del genere, voglio eliminare io stesso colui che ha osato sfidarmi!!
Capii il punto di vista del mio padrone, in effetti era nostro compito risolvere quel problema e uccidere il plagiatore. Il suo crimine non poteva rimanere impunito. Entrai in un paio di quelle capanne, non trovando nessuna persona. Mi chiesi come mai non trovassi alcun cadavere, poi la mia domanda ebbe una risposta. Nello scantinato della terza casa, quella da cui era uscito il mostro prima della nostra battaglia, trovai un cumulo di corpi inermi, tutti privi di vita. Ne contai venticinque. Avvicinandomi notai che essi avevano tutti la pancia tagliata in maniera precisa e che all'interno del loro corpo mancavano gran parte degli organi. La visione era nauseabonda, soprattutto visto che era accompagnata da un odore di cadavere fortissimo. Erano lì da parecchie ore, se non addirittura da più di un giorno. Vomitai sulle scale, mentre stavo risalendo e il professore mi schernì per questo. Aggiunse anche che il nemico doveva aver raccolto gli organi mancanti per i propri esperimenti, ma che ai soccorsi avrei potuto dire che forse il polpo gigante li aveva mangiati. Un'idea molto intelligente, pensai. Uscii dalla casa in questione e mi misi ad aspettare i soccorsi vicino al corpo di Daisuke. Gli tastai il polso e potei riscontrare il fatto che non aveva più battito. Gli feci il massaggio cardiaco e la respirazione artificiale, ma tutte e due le cose in malo modo, troppo debolmente. Come da previsioni, non ebbi il minimo successo, ma almeno avrei potuto dire ai soccorritori di averci provato. Questi arrivarono poco dopo a cavallo, tutti preoccupati. Spiegai con calma l'accaduto, ripetendo le cose dette alla donnola. Gli uomini, un paio di ANBU medici e uno special Jonin, non poterono far altro che accertare l'avvenuto decesso di Daisuke Yamada e fornire delle prime cure a me. Avevo ben quattro braccia con fratture scomposte, ma nient'altro messo troppo male. Avrei recuperato nel giro di tre o quattro settimane, mi dissero. Li avvertii anche dello scantinato, che andarono quindi a visitare con solerzia. Ritornarono inorriditi e mi chiesero come mai i cadaveri fossero ridotti in quella maniera. Risposi con l'idea fornitami dal professore, formulata sotto forma di ipotesi. Gli uomini la accettarono e passarono oltre. Tirarono fuori i cadaveri dalla capanna e li seppellirono. Cercarono nelle altre capanne, trovando altri sei cadaveri nel piccolo pozzo del villaggio. A questi, oltre che gli organi interni, mancavano anche le teste. Una visione macabrissima. Dopo aver dato sepoltura anche a questi e verificato che non ci fossero altri corpi da qualche parte, ripartimmo per Taki. Su un cavallo fu piazzato il cadavere del povero Daisuke e sull'altro io, mentre i due ANBU medici procedettero a piedi. In poco tempo raggiungemmo il villaggio, dove fui ricoverato in ospedale e lì sottoposto a molti interrogatori da parte dei miei superiori sospettosi. Il nemico era collegato in qualche modo con qualcuno di essi, avremmo dovuto indagare per trovare qualche pista.
Avevo scritto questa roba quasi un anno fa, adesso finalmente mi sono deciso a postarla xD. Avevo in mente di farla seguire da un'altra ruolata solitaria iper-citazionista (che avevo già iniziato a scrivere), ma adesso sto cercando di capire se non convenga sostituirla con una quest personale o qualcosa di simile . Prima o poi potrei propinarvela xD.