Come d'accordo con Giulio gli faccio fare un azione autoconclusiva in modo da eliminare uno dei partecipanti ^^
Il gioco d'azzardo, probabilmente una delle tanti croci che pende su di me da quando sono tornato al mio villaggio natale. Conosco a memoria ogni singola casa da gioco del continente e spesso e volentieri partecipavo ai tornei organizzati dai professionisti. Non avendo mai ottenuto chissà quali importanti risultati sicuramente il mio bilancio non è positivo, ma non credo di essere nemmeno troppo sotto. D'altronde che io sappia nessuno ha debiti con me e viceversa. Taki era una delle città con più attività di questo genere se uno sapeva cercare bene e io nel trovare posti dove buttare i soldi ero una sorta di fenomeno. Quella volta mi ero ritrovato in un posto non squallido, ma di più, dove i giocatori amatoriali potevano scommettere i loro soldi su qualsaisi cosa bevendo un drink o qualche altro tipo di alcol. Non l'avrebbe stupito sapere che nel retro si svolgevano combattimenti tra uomini, galli o altro. Lui voleva soltanto il Poker e ci volle ben poco prima che un tavolo si liberasse. Dopo aver chiesto al cameriere di trovarmi un posto, lui mi fece accomodare affianco ad una donna, ma ne io ne lei prendemmo la parola e aspettammo in silenzio l'arrivo degli altri partecipanti e del crupier. Una decina di minuti dopo arrivarono un grassone e un altro tipo piuttosto strano. Il crupier incominciò a spiegare le classiche regole di un sit-and-go del no-limit holden. L'abc del gioco d'azzardo in sostanza e probabilmente tutti i partecipanti avevano già le idee piuttosto chiare al riguardo. Fu poi il tempo delle presentazioni: il primo, un certo Makoto si presentò in modo normale, il secondo invece fu piuttosto scurrile, ma cosa mi potevo aspettare da un posto come quello. Infine, venne il mio turno.
Mi chiamo America Airlines, ma se volete potete chiamarmi AA..
Il nome era chiaramente falso ed era una trappola per gli amatori. Tutti sapevano che quella era la mano migliore che si potesse avere pre-flop all'holden, così avrebbe potuto inquadrare i propri avversari. Il crupier incominciò a distribuire le carte e i partecipanti incominciarono a fare le loro puntare. Mi trovavo nella posizione di Dealer in quella prima mano il che mi facilitava di molto il compito. L'essere sboccato lasciò immediatamente dopo aver visto le carte, e io rilanciai di circa tre volte il piatto nonostante la mano eccesivamente marignale, Q 7. Era la mia mano preferita, in prima mano e per di più suited, come dire di no. La tipa, che da quello che avevo capito si faceva chiamare Queen, vide la mia puntata, mentre il grassone foldò con nonchalance, ma comunque imprecando a mezza bocca. Il flop non fu esaltante, ma comunque riuscì a prendere una delle mie carte, quella che probabilmente rappresentava la mia unica speranza di vincere la mano, il 7. La donna checkò e io la seguì, pensandoci qualche istante e soppesando le fiches, ma solamente per fare scena. Al turn scese una carta bianca che portò i due a checkare nuovamente, ma al river qualcosa cambiò. Le carte scese in tavola erano A 2 7 5 Q. Avevo una doppia coppia, quanto bastava per puntare l'anima in quella mano nonostante fosse la prima. La ragazza tuttavia lo anticipò annunciando un all-in.
Massì balliamo..
In un nano-secondo aveo preso la mia decisione e avevo lanciato le fiches in mezzo al tavolo. Non potevo essere dietro e le mie previsioni si rivelarono più che esatte. La donna avevo A K, una mano splendida certo, ma non bastava questa volta e la donna dovette alzarsi dopo nemmeno un minuto di gioco.
Il prossimo..
Raccimolai le fiches e risi sguaiatamente. Quello era senza dubbio il mio giorno fortunato.