Chi bara al bar?!

ruolata tra Rutja e Usui

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Demone incendiario

    Group
    Takumi
    Posts
    18,287
    Powanza
    +422
    Location
    Torino

    Status
    6.1 QUATTRO AMICI AL BAR





    La vita da libero cittadino è una grandissima rottura di coglioni. Stavo meglio in cella. Non erano passati neanche due mesi dalla mia scarcerazione, ma avevo già nostaglia della prigionia. Lì almeno potevo ammazzare il tempo con il mio hobby preferito, rompere le palle ai secondini ed essere pestato di nascosto da questi. Adesso ero più spesso in missione e quando non lo ero cercavo di allenarmi il più possibile, ma anche così mi rimaneva tanto tempo libero che non sapevo assolutamente come investire. Sovente rimanevo a casa a girarmi i pollici o a leggiucchiare qualche libro, ma nulla mi dava soddisfazione.
    Quel giorno ero tornato da una missione di tre giorni, mi ero allenato per tutto il resto della giornata, ma non potevo continuare anche la sera. Alla lunga mi stancai di questa apatia e mi convinsi ad andare da qualche parte. Non me ne intendevo di luoghi di svago, quindi vagai per i dintorni della mia abitazione. Era una zona piuttosto decentrata, ma neanche tanto malmessa, soprattutto rispetto agli altri quartieri di Taki in cui avevo abitato in precedenza. Dopo una mezz'oretta mi ritrovai davanti ad una specie di locanda, di bar. L'insegna era mezza crollata, gran parte delle lettere erano cadute giù e non si riusciva dunque a trovare un senso al nome del locale. Attirato dal fascino derelitto di questo posto strano, decisi di entrarvi. Dentro era messo decisamente meno peggio, cosa che mi lascio deluso. Passeggiai tra i tavoli e osservai come gran parte delle persone stava consumando bevande alcoliche. Queste mi erano state proibite espressamente dal professore, visto quanto avevano effetti molto negativi aul mio corpo, più che su quello dei normali esseri umani. Però per fortuna quella non era l'unica attrattiva di quel pub. C'era un bersaglio per delle freccette, ma in quel momento era occupato da altri tizi. A questo punto la mia attenzione si rivolse verso un capannello di una decina persone, che si concentrava attorno ad un tavolo per non so quale motivo. Mi avvicinai curioso e scoprii che l'attrazione era una partita a carte di altra gente. Ci misi un po' a riconoscere di che gioco in particolare si trattasse, scoprendo infine che era poker, nella variante Texas Hold'em. Conoscevo le regole, le avevo imparate quando stavo nel gruppo di banditi di Boris Saijin. Tra di loro me la cavavo anche abbastanza bene, ma questo non faceva testo, visto che gran parte dei miei ex compagni aveva un'intelligenza sottosviluppata. Per quel momento mi limitai ad osservare in silenzio, visto che volevo anche rinfrescarmi la memoria su quali fossero le regole. Per fortuna nessuno mi infastidì mentre assistevo alla partita. Ad un certo punto uno dei partecipanti venne eliminato, un grassone dall'aria a dir poco idiota. Lo vidi avvicinarsi al bancone e chiedere in maniera rude ad uno dei camerieri di poter giocare un'altra partita. Questi gli rispose di sì e di aspettare un paio di minuti. Dopo poco lo raggiunse un altro dei camerieri, che lo portò ad un tavolo poco distante. Poi quest'ultimo si rivolse ad alta voce verso tutti gli altri avventori del locale. Chiedeva se c'era qualcuno interessato a partecipare ad una partita a poker. Mi avvicinai in silenzio. Quando fui lì, oltre al cameriere e al grassone trovai una tizia sui quarant'anni e un ragazzino biondo. Il cameriere ci spiegò in breve le regole del gioco. Lui avrebbe fatto il croupier, noi quattro eravamo i partecipanti. La quota di ingresso era molto bassa, più o meno pari ad una consumazione, il premio per il primo posto era il doppio di questa. Una volta pagata la quota al croupier, ci sedemmo al tavolo. Come prima cosa il grassone si presentò, si chiamava Makoto Aoyama. Poi, visto che ero seduto vicino a lui, chiese di fare lo stesso a me.

    Mi chiamo 'Sto, di cognome faccio Cazzo. Vogliamo iniziare?

     
    Top
    .
  2.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Demone perturbatore di anime

    Group
    Mukenin
    Posts
    8,499
    Powanza
    +13
    Location
    Torino

    Status
    CITAZIONE
    Come d'accordo con Giulio gli faccio fare un azione autoconclusiva in modo da eliminare uno dei partecipanti ^^

    Il gioco d'azzardo, probabilmente una delle tanti croci che pende su di me da quando sono tornato al mio villaggio natale. Conosco a memoria ogni singola casa da gioco del continente e spesso e volentieri partecipavo ai tornei organizzati dai professionisti. Non avendo mai ottenuto chissà quali importanti risultati sicuramente il mio bilancio non è positivo, ma non credo di essere nemmeno troppo sotto. D'altronde che io sappia nessuno ha debiti con me e viceversa. Taki era una delle città con più attività di questo genere se uno sapeva cercare bene e io nel trovare posti dove buttare i soldi ero una sorta di fenomeno. Quella volta mi ero ritrovato in un posto non squallido, ma di più, dove i giocatori amatoriali potevano scommettere i loro soldi su qualsaisi cosa bevendo un drink o qualche altro tipo di alcol. Non l'avrebbe stupito sapere che nel retro si svolgevano combattimenti tra uomini, galli o altro. Lui voleva soltanto il Poker e ci volle ben poco prima che un tavolo si liberasse. Dopo aver chiesto al cameriere di trovarmi un posto, lui mi fece accomodare affianco ad una donna, ma ne io ne lei prendemmo la parola e aspettammo in silenzio l'arrivo degli altri partecipanti e del crupier. Una decina di minuti dopo arrivarono un grassone e un altro tipo piuttosto strano. Il crupier incominciò a spiegare le classiche regole di un sit-and-go del no-limit holden. L'abc del gioco d'azzardo in sostanza e probabilmente tutti i partecipanti avevano già le idee piuttosto chiare al riguardo. Fu poi il tempo delle presentazioni: il primo, un certo Makoto si presentò in modo normale, il secondo invece fu piuttosto scurrile, ma cosa mi potevo aspettare da un posto come quello. Infine, venne il mio turno.

    Mi chiamo America Airlines, ma se volete potete chiamarmi AA..

    Il nome era chiaramente falso ed era una trappola per gli amatori. Tutti sapevano che quella era la mano migliore che si potesse avere pre-flop all'holden, così avrebbe potuto inquadrare i propri avversari. Il crupier incominciò a distribuire le carte e i partecipanti incominciarono a fare le loro puntare. Mi trovavo nella posizione di Dealer in quella prima mano il che mi facilitava di molto il compito. L'essere sboccato lasciò immediatamente dopo aver visto le carte, e io rilanciai di circa tre volte il piatto nonostante la mano eccesivamente marignale, Q 7. Era la mia mano preferita, in prima mano e per di più suited, come dire di no. La tipa, che da quello che avevo capito si faceva chiamare Queen, vide la mia puntata, mentre il grassone foldò con nonchalance, ma comunque imprecando a mezza bocca. Il flop non fu esaltante, ma comunque riuscì a prendere una delle mie carte, quella che probabilmente rappresentava la mia unica speranza di vincere la mano, il 7. La donna checkò e io la seguì, pensandoci qualche istante e soppesando le fiches, ma solamente per fare scena. Al turn scese una carta bianca che portò i due a checkare nuovamente, ma al river qualcosa cambiò. Le carte scese in tavola erano A 2 7 5 Q. Avevo una doppia coppia, quanto bastava per puntare l'anima in quella mano nonostante fosse la prima. La ragazza tuttavia lo anticipò annunciando un all-in.

    Massì balliamo..

    In un nano-secondo aveo preso la mia decisione e avevo lanciato le fiches in mezzo al tavolo. Non potevo essere dietro e le mie previsioni si rivelarono più che esatte. La donna avevo A K, una mano splendida certo, ma non bastava questa volta e la donna dovette alzarsi dopo nemmeno un minuto di gioco.

    Il prossimo..

    Raccimolai le fiches e risi sguaiatamente. Quello era senza dubbio il mio giorno fortunato.
     
    Top
    .
  3.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Demone incendiario

    Group
    Takumi
    Posts
    18,287
    Powanza
    +422
    Location
    Torino

    Status
    6.2 FUORI DUE!!



    Finimmo in fretta il giro di presentazioni con gli ultimi due membri della brigata che dissero di chiamarsi American Airlines, con riferimento alla coppia d'assi come carte iniziali, e Queen, un soprannome che mi sembrò persino più di cattivo gusto del mio. Mi ritenni quasi offeso, mi ero impegnato a fondo per inventare qualcosa di disgustoso per indispettire i miei avversari. In ogni caso nessuno diede troppo peso al nome altrui, anche se quello scelto dal ragazzo mi diede una piccola indicazione. Costui conosceva abbastanza bene il gioco, quasi sicuramente più di tutti gli altri al tavolo. Decisi quindi di iniziare piano la partita, in modo da studiare i miei avversari, motivo per il quale non mi feci problemi a foldare la prima mano, un orribile 9 3. Osservai con cura l'azione degli altri. Sul flop uscì un asso, che almeno all'inizio sembrò congelare abbastanza il gioco. Dopo un turn inutile ci fu un altro giro di check, al che si girò il river, una donna. Mi aspettavo che la mano si concludesse in maniera molle, così come era stata condotta fino a quel momento, invece fui spiazzato da quello che successe subito dopo. Queen andò all-in all'improvviso e il giovane AA la chiamò senza esitare. Allo showdown tutto fu più chiaro. Lei aveva asso e re, quindi una coppia d'assi, mentre il suo avversario aveva donna e sette, che avevano chiuso una doppia coppia. Trattenni a stento una risata derisoria. Quella donna aveva in pratica regalato tutti i suoi soldi al suo avversario alla prima mano, mostrando anche una tecnica del tutto carente. Dopo aver slowplayato tutto il tempo, si era gettata a capofitto in un all-in senza senso. In questo modo una mano minore sarebbe fuggita, riducendo al minimo i guadagni, mentre chiunque avesse pescato un buon punto, cosa non improbabile visto che con i suoi check aveva regalato carte gratis, avrebbe potuto chiamarla e farla fuori come in effetti era successo. Il ragazzo rise sguaiatamente e ammonticchiò le fiches appena guadagnate.

    Che palle, se ne va una fessa dopo aver regalato tutti i soldi a quello più capace. Questo può essere un problema...

    Sulla giocata del ragazzo non potei dire nulla, era stata portata bene, ma era stata soprattutto l'idiozia della donna a portarlo al double up immediato. Dopo aver pagato la sua quota al croupier, l'eliminata si alzò e se ne andò. Noi continuammo la partita. Dopo aver fatto da spettatore alle seguenti due mani, in cui le carte che avevo erano pessime, finalmente vidi la prima mano giocabile. Con una coppia di 5 di partenza, con cui riuscii anche a settare al turn, succhiai un po' delle fiches del grassone. Mi bastò quella mano a confermare quanto fosse un pollo quell'uomo, visto che mise quasi metà delle sue sostanze nel piatto, pur avendo solo una middle pair di 7 piuttosto mediocre. Di conseguenza nelle mani seguenti cercai di non farmi prendere dalla fretta e soprattutto di non cercare rogne con AA. Le tre mani seguenti si conclusero con vittorie facili del ragazzino biondo, che prosciugò abbastanza le riserve del grassone. La mano dopo egli andò all-in pre-flop, ma tutto il suo stack non arrivava neanche ad un terzo delle mie sostanze. Avendo Jack Donna suited di picche non ci pensai su troppo e chiamai. Il ragazzo biondo foldò e il grassone girò le carte. 4 e 7, entrambi di picche. L'uomo iniziò a imprecare e a chiamare le carte. Ebbi un mezzo infarto quando vidi un 7 tra le carte del flop, ma per fortuna c'era anche un Jack fra esse, insieme ad un 2. Turn e river furono uguali, due 8, quindi la sostanza non cambiò e io vinsi la mano. Lo sconfitto, dopo aver pagato, si alzò e mi porse la mano per complimentarsi.

    Mpf, coglione...

    Il destinatario principale del mio comportamento era il biondino, visto che speravo che la mia eccessiva intemperanza lo indispettisse e deconcentrasse. In ogni caso ad arrabbiarsi fu il grassone, che mi sbraitò qualcosa contro. Non riuscii a decifrare le sue parole, erano in un qualche dialetto incomprensibile. Né me ne curai, quel tizio era un essere paradossale, mi provocava solo disgusto. Il croupier lo trattenne e lo allontanò. Mentre egli se ne andava, io gli mostrai con cinque mani il dito medio, mentre la sesta la posi sulla fronte a formare una lettera L, che stava per “loser”, perdente. Quando il mazziere tornò alla sua postazione, non mi sgridò neanche, forse intimorito dal mio coprifronte o forse abituato a scene del genere. Diede solo le carte in silenzio, dando il via ad una nuova mano.

    I polli sono andati a nanna, divertiamoci un po'...

     
    Top
    .
2 replies since 24/6/2013, 14:47   99 views
  Share  
.
UP