Un attore indebitato | Livello C

Partecipanti: Saruwatari Kamizurui, Koga Inozuka, Itami
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    CITAZIONE
    Un attore indebitato

    Un famoso attore del teatro no si sta recando nel Paese del Tè per uno spettacolo al "Teatro Tè". Tuttavia, la sua compagnia è da anni indebitata fino al collo e chiede la protezione di alcuni shinobi dai debitori arrabbiati che lo seguiranno per costringerlo a pagare.
    Tipologia: Scorta
    Partecipanti: Saruwatari Kamizurui, Koga Inozuka, Itami
    Condizioni: //
    Livello: C

    Riceverete rispettivamente dai propri Kage una missiva in cui vi verrà affidata la cui sopra missione. I dettagli saranno gli stessi riportati nella descrizione della missione, il cui punto di incontro sarà Konoha, dove appunto risiede il famoso attore, di nome Sakki.

    CITAZIONE
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    Saruwatari Kamizurui
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    Saruwatari Kamizurui
    Koga Inozuka
    Itami
    QM

    Cercate di incontrare l'attore e, di conseguenza, incontrarvi fra di voi.

     
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    11.1 APPUNTAMENTO A KONOHA



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    CITAZIONE
    Convocazione per Saruwatari Kamizurui, shinobi di Takumigakure no sato. Il sopracitato ninja è invitato a partecipare alla missione di livello C, denominata "L'attore indebitato". Un noto attore teatrale è diretto al Paese del Tè per recitare al "Teatro Tè". Tuttavia, la sua compagnia è da anni estremamente indebitata e chiede la protezione di alcuni shinobi dai debitori arrabbiati che lo seguiranno per costringerlo a pagare. Questa missione è stata affidata anche ad un ninja di Iwa e ad una kunoichi di Yuki. Il luogo di ritrovo è la residenza dell'attore, nel villaggio di Konoha. L'indirizzo è segnato sul retro della convocazione. L'appuntamento è tra due giorni, perciò la partenza deve essere al massimo domani. Per il bene del Paese del Fiume, non sono ammessi fallimenti.
    Il kage

    Rilessi per una quinta volta la missiva. Ero shockato, davvero shockato. C'era qualcosa che non andava per niente bene in quella missione, e sapevo benissimo cos'era. Konoha è il luogo da cui proveniva l'uomo che aveva distrutto in un incidente tutto il mio mondo. Non era passato neanche un anno e la ferita era ancora aperta e sanguinante. Ormai avevo abbandonato tutti i progetti di sterminio degli abitanti della Foglia, ma comunque non avevo nessuna intenzione di andare in quel luogo. Però non avevo scelta. Era una missione ufficiale, e tra l'altro la prima di livello C. Mi buttai di peso sul letto, in preda a mille pensieri, aspettando che la stanchezza facesse il suo dovere e mi trascinasse via dai miei problemi, almeno per un po' di ore.
    Mi svegliai la mattina presto, grazie all'infiltrarsi di un primo sole dalla piccola finestra di casa mia. Mi alzai e mangiai qualcosa in cucina, dopodichè mi misi i miei fedeli occhiali e uscii di casa. Era molto presto, ma il viaggio era lungo e non volevo correre rischio di arrivare in ritardo. In realtà non ci misi molto, e arrivai alle porte di Konoha nella prima serata. Entrai e lo spettacolo che fu davanti ai miei occhi era diverso da come me lo aspettavo. Un villaggio in ricostruzione, ancora pieno di lavori in corso. Anche loro avevano sofferto molto per la guerra contro Oto, da cui ero rimasto colpito anch'io trasversalmente.

    -Basta vivere nel passato, rincoglionito... Ora mettiamoci a cercare un alberghetto o roba simile...-

    Non fu una lunga ricerca, visto che in meno di dieci minuti trovai una piccola pensione, dove presi una stanza per una notte singola. Era decisamente squallida, ma non potevo lamentarmi vista la situazione attuale del villaggio. Inoltre non avevo certo bisogno di una suite a cinque stelle. La scomodità del letto, ricordava quello di casa mia, quindi riuscii ad addattarmici perfettamente e a dormire abbastanza. La mattina fui svegliato dal proprietario, come da me richiesto. Erano appena le sei, un'ora prima dell'appuntamento. Pagai l'uomo e uscii. Mi avventurai nei vicoli della città, seguendo le indicazioni scritte dietro la lettera del kage. Il luogo era abbastanza lontano e ci misi una quarantina di minuti. Era troppo presto, quindi decisi di aspettare davanti alla porta dell'attore. Mi appoggiai al muro in silenzio, ansioso di conoscere compagni di missione e cliente.


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  3. Giuseppe133
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    Partenza per Konoha


    Quella mattina Koga si stava annoiando, perché non c'era niente da fare. In quel preciso momento suonò il postino con una lettera per Koga e lo zio andò ad aprire dicendogli:

    Buongiorno signor postino ha qualcosa per me?

    no signore, questa lettera è per il signor Koga da parte del kage

    Ok, appena scende gli la do'!!

    Grazie e arrivederci

    Dopo che il postino se ne era andato,Koga scese e gli chiese:

    Buongiorno zio, che cosa voleva il postino?

    Mi ha detto di darti questa da parte del Tsuchikage

    Prese la lettera e al suo interno c'era scritto

    CITAZIONE
    Un famoso attore del teatro no si sta recando nel Paese del Tè per uno spettacolo al "Teatro Tè". Tuttavia, la sua compagnia è da anni indebitata fino al collo e chiede la protezione di alcuni shinobi dai debitori arrabbiati che lo seguiranno per costringerlo a pagare.L'incontro con altri shinobi si terrà fra due giorni a Konoha, la partenza è fissata per domani mattina. Non sono ammessi fallimenti per il bene di Iwa.
    Cordiali saluti
    Tsuchikage

    Il giorno dopo

    Quella mattina Koga si svegliò verso il tardi, fece colazione e si preparò per partire da Iwa. Dopo un po' partì per Konoha passando per il ponte del Cielo e della Terra, ma trovò la strada per il ponte sbarrata da un tronco allora Koga decise di passare per Ame. Si fece il tramonto e Koga preparò il fuoco con qualche bastoncino per riscaldarsi mentre lui dormiva.Il giorno dopo si svegliò presto e riprese il viaggio per Konoha. Koga arrivò alle porte di Konoha verso le sei del mattino e si avviò verso la casa dell'attore. Verso le sei e mezzo Koga arrivò alla famosa casa e vide uno shinobi di Takumigakure no sato e gli chiese:

    Ciao, io sono Koga Inozuka shinobi di Iwa e tu saresti il mio compagno di questa missione? Piacere di conoscerti!!




    Edited by Giuseppe133 - 2/11/2010, 22:40
     
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  4. Ashel
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    Quando il jonin l'aveva cercata, Itami si trovava da Sadayo. L'uomo aveva bussato per consegnare una missiva urgente da parte del segretario dello Shogun, indirizzata alla giovane kunoichi di Yuki. Se ne era andato senza aggiungere altro, né salutare, e Sadayo era rimasta seduta sulla poltrona mentre portava alla bocca la sigaretta che era intenta a fumare.

    Un famoso attore del teatro no si sta recando nel Paese del Tè per uno spettacolo al "Teatro Tè". Tuttavia, la sua compagnia è da anni indebitata fino al collo e chiede la protezione di alcuni shinobi...

    Leggendo a voce alta la missione, Itami sperava di trovare dentro di sé la forza per accettare quell'incarico che le era stato assegnato, suo malgrado.
    Si trovava a casa della donna da qualche giorno; Hirozumo l'aveva lasciata in pace, non l'aveva più cercata, e lei era stata bene. Ma sapeva che non sarebbe durato a lungo.
    Quando aveva sentite l'insistente bussare alla porta, aveva subito compreso che era lei che stavano cercando, e avrebbe voluto uscire e ammazzare il messaggero, per evitare che la serenità di quegli ultimi giorni fosse nuovamente turbata dagli sporchi lavori che Hirozumo le assegnava sempre.


    Almeno non sei da sola. Avrai compagnia.

    Inspirò un'ampia boccata di fumo, dopodiché fissò Itami con un sorriso avvolgente.
    Già, non sarebbe stata sola. Avrebbe avuto due compagni. La missiva indicava due shinobi di Takumi e di Iwa, due giovani genin. Questo la metteva piuttosto in ansia: non le era mai capitato di lavorare con qualcuno che non fosse del Villaggio, e che, all'occorrenza, fosse debitamente informato del suo "problema". In genere, quando era costretta a liberare il sigillo dalla necessità, o quando esso prendeva il sopravvento, tutti fuggivano lasciandola da sola ad affrontare la morte. Quante volte aveva voluto che quella morte fosse la sua, e non quella che infliggeva con pazzo furore agli altri. Il suo più intimo desiderio, quando si trovava in quelle condizioni, quando neanche più un briciolo di umanità si riconosceva sul suo volto e sul suo corpo scosso da movimenti spasmodici, era quello di trovare la lama dei suoi avversari nel suo petto, e sentirla affondare, fredda e spietata, attraverso la sua carne, fino a quando i suoi occhi non si sarebbero infine chiusi. Avrebbe lasciato che l'oscurità l'avvolgesse, coprendo ogni traccia della sua esistenza.


    Vedi di tornare presto.

    Si voltò, fissando la donna che espirava il fumo in alto, formando piccole nuvolette concentriche nell'aria. Quei sui brutti pensieri l'avevano completamente soggiogata in passato, e si era sempre trovata a doverli affrontare da sola. Quanto spesso aveva voluto abbandonarvici e lasciare tutto al dominio esclusivo del caso.

    Si. Non preoccuparti.

    Sarebbe tornata. Ora aveva un motivo per farlo, per non cercare la morte sul campo di battaglia. Per trascinare le sue membra attraverso la vita, e attraverso ciò che la vita le concedeva di provare. La vita dava e toglieva; per molti anni, le aveva solo tolto, arrivando vicino a strapparle la dignità di persona, ma ora aveva cominciato a darle qualcosa. Qualcosa di prezioso.

    ***



    Il Paese del Fuoco non era come se l'era immaginato, a casa, guardandolo sulla cartina. Ospitava uno dei Villaggi Ninja più potenti del continente, il Villaggio della Foglia, attualmente ricostruito integralmente dopo le distruzioni di un anno addietro, le avevano detto, contro Orochimaru.
    Il Villaggio sembrava florido, attivo. Era pieno di gente, quel giorno, che si affannava sulla via del mercato, per aggiudicarsi i prodotti migliori alle bancarelle. Itami aveva indosso uno spesso giaccone bordeaux, e aveva davvero molto caldo; il clima era più temperato, e più umido, che a Yukigakure.
    Giunta alla casa del cliente, vide due figurine ferme a parlare; uno di loro aveva un'espressione furba e, vestito tutto di nero, portava il coprifronte con il simbolo di Takumi. L'altro, un ragazzo magro e dai lunghi capelli neri, era invece lo iwano e sembrava un tipo che amava parlare.
    Itami si strinse nel giaccone, infilandosi le mani in tasca, e si avvicinò senza sapere cosa dire, mentre scrutava con circospezione i suoi compagni.


    Eccomi.

    Borbottò torva, mentre si avvicinava. Odiava quelle situazioni, non era un granché nelle relazioni umane. Non sapeva mai cosa dire, cosa era sbagliato, cosa poco conveniente.

    Sono Itami.

    Si tacitò. Non aveva altro da dire. Sperò che si partisse il prima possibile, e che tutta la missione andasse per il meglio. Lanciò un'occhiata ai suoi giovani compagni: cosa sarebbe accaduto loro se avesse perso il controllo?
     
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    11.2 NUOVI COMPAGNI



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    Era un calmo mattino di autunno a Konoha, e io stavo aspettando che arrivassero i miei compagni, di modo da poter iniziare la missione. Sarebbe stata la mia prima missione di livello C, quindi ero parecchio emozionato ed impaziente. Improvvisamente la quiete assoluta fu interrotta dall'avvento di un giovane, un ninja. Dal coprifronte capii che egli veniva da Iwa e da ciò immaginai che quello davanti ai miei occhi fosse il primo dei due compagni di missione che mi avrebbero affiancato. E infatti, appena fu abbastanza vicino, si presentò:

    -Ciao, io sono Koga Inozuka shinobi di Iwa e tu saresti il mio compagno di questa missione? Piacere di conoscerti!!-

    Era un ragazzo abbastanza alto, che portava i lunghi capelli legati, formando una lunga coda e sulle guance aveva tatuati degli strani simboli. Probabilmente erano segni di riconoscimento del clan Inuzuka, che però io conoscevo solo di fama.

    -Ciao Koga, io mi chiamo Saruwatari, ma tutti mi chiamano Saru-chan.-

    Il ninja di fronte a me proveniva da Iwa, il paese dove ero nato e cresciuto da piccolo e perciò evitai di riferire il mio cognome. In fondo il mio clan era abbastanza famoso in quel villaggio e il mio odio per i miei genitori, seppur sopito, non era ancora sparito. Passò poco tempo e un'altra persona si aggiunse al piccolo gruppo.

    -Eccomi.-

    La terza membra della squadra era una ragazza di Yuki. Avevi dei capelli arancioni che attiravano subito l'attenzione e due enormi occhi, che tradivano il disagio profondo in cui si trovava. Il suo fisico era roccioso e lasciava immaginare enormi sforzi prodotti in allenamenti. Sembrava una donna estremamente forte e mi sembrava impossibile non restare ammaliati dalla sua potenza.

    -Sono Itami.-

    Non riuscivo a capire l'origine del suo fastidio e perciò pensai che la cosa migliore fosse mostrarsi subito cordiale e accogliente. È di vitale importanza per una squadra essere unita fin dall'inizio, perchè in fondo ognuno affidava al gruppo le proprie speranze di successo, oltre che di sopravvivenza.

    -Lieta di fare la sua conoscenza, Itami-san. Io sono Saru-chan di Takumi, mentre lui è Koga di Iwa. Spero che la nostra collaborazione possa essere piacevole e produttiva...-

    Sorrisi placido ai due e aspettai che terminassero i convenevoli, che in questo caso sembravano necessari più che mai, dato il disagio che mostrava la nuova arrivata. Non appena la conversazione si fosse avviata verso la fine, avrei proposto di prendere l'azione.

    -Bene, la casa dell'attore è questa. Se siamo pronti direi che possiamo provare a bussare, che ne dite?-


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  6. Giuseppe133
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    Conoscere i propri compagni

    Ciao Koga, io mi chiamo Saruwatari, ma tutti mi chiamano Saru-chan.

    OK, tu mi puoi chiamare Koga. Ma dimmi un po come mai hai scelto questa missione?

    Dopo aver risposto al saluto di Saru-chan, arrivò un'altra persona che faceva parte della missione

    Eccomi.Sono Itami

    Ciao Itami, io sono Koga

    Sembrava una donna estremamente forte e mi sembrava impossibile non restare ammaliati dalla sua potenza.Il giovane non capiva come potesse essere forte una ragazza così bella.

    Lieta di fare la sua conoscenza, Itami-san. Io sono Saru-chan di Takumi, mentre lui è Koga di Iwa. Spero che la nostra collaborazione possa essere piacevole e produttiva...

    Appunto.....ha detto tutto lui.

    Bene, la casa dell'attore è questa. Se siamo pronti direi che possiamo provare a bussare, che ne dite?

    Per me va bene

    Dopo aver bussato la porta ,aprì un signore e a quel punto Koga si presentò:

    Piacere di conoscerla,io sono Koga di Iwa...lui è Saru-chan di Takumi e lei è Itami di Yuki..piacere di conoscerla.
     
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  7. Ashel
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    Una volta giunta presso il luogo d'incontro, Itami aveva notato i due genin e si era, seppur scorbuticamente, presentata. Forse i due scorsero il suo disagio, perché la guardarono a lungo con il risultato di farla accigliare maggiormente, e nascose il viso sotto la spessa sciarpa rossa che indossava sotto il giubbone pesante.

    Ciao Itami, io sono Koga.

    Lieta di fare la sua conoscenza, Itami-san. Io sono Saru-chan di Takumi, mentre lui è Koga di Iwa. Spero che la nostra collaborazione possa essere piacevole e produttiva...

    Le parole dei due giovani sembravano gentili nei suo confronti, ma lei rimase muta senza dire una parola. Non sapeva bene come esprimersi, non sapeva cosa dire.
    Si limitò ad annuire, e poi ci furono dei secondi di imbarazzante silenzio, prima che finalmente Saru si decidesse a proporre di bussare alla porta del cliente.
    Fu Koga a prendere l'iniziativa, battendo le nocche sulla porta dell'abitazione; si trattava di un attore che doveva recarsi nel Paese del Tè per uno spettacolo, e necessitava della protezione dei ninja per sopravvivere ai suoi creditori. Si doveva trattare di una missione semplice e veloce, quindi davvero Itami sperò che durasse il meno possibile: non voleva incappare in situazione poco gradevoli in cui avrebbe potuto perdere il controllo del sigillo e avventarsi suoi suoi compagni senza volerlo.


    Forza, dove sta questo maledetto attore? Non possiamo perdere tempo.

    Seguirono alcuni minuti di silenzio, Itami cominciava ad innervosirsi. Aveva molto caldo, il clima, nonostante fosse autunno inoltrato, era quasi estivo per lei, e pensò diverse volte di levarsi il giubbone e la sciarpa, ma poi pensò che non sapeva dove metterli.
    Guardò in alto, mentre aspettava assieme agli altri che quell'attorucolo senza soldi si facesse vedere, e scorse nell'aria diversi uccelli che migravano verso sud, in terre più calde, forse nel Paese del Vento.

     
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  8. .|Ye|.
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    CITAZIONE
    Alla porta vi aprirà una servitrice, ma prima che questa possa riuscire a parlare sbucherà fuori l'attore in persona e prenderà antipaticamente l'intera scena. Il suo atteggiamento apparirà tipico dei nobili viziati, e con varie espressioni dittatoriali vi comanderà subito di partire, dopo ovviamente essersi presentato.

    Eccolo:
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    Strutturate un po' voi la scena e descrivetelo pure :asd:

    Turni:
    Itami
    Saruwatari Kamizurui
    Koga Inozuka

     
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  9. Ashel
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    Il viso di una persona non avrebbe potuto essere più stupido e snervante. Il cliente in questione era un giovinetto dal sorriso alquanto ebete, con due occhi luminosissimi e una smorfia da stupidotto, quasi stesse ridendo dei presenti, davanti a lui, a sua disposizione.
    La signora che inizialmente aveva aperto era stata spinta lontano da questo omuncolo dai capelli colorati che a Itami suscitò immediatamente un grande senso di ribrezzo, e dopo essersi esibito con grande maestria nel suo narcisismo sfrenato e viziato di aristocratico, si presentò ai suoi shinobi dopo averli guardati da sotto in sù, sbirciandone le fattezze e gli atteggiamenti.


    Questo è il nostro cliente?

    Inizialmente, Itami riuscì solo a guardare di sottecchi il proprio compagno Koga, che si trovava accanto a lei, e poi Saru, davanti a tutti loro. Si domandò in quel momento cosa avessero pensato loro, di quello smidollato dal corpo gracilino che si era presentato come il figlio di un daimyo.
    Bastò un ordine secco e imperioso, pronunciato con voce grossa e suntuosamente addobbata di carica enfatica, da vero nobiluomo arricchito e annoiato, per dare inizio a quella missione per la quale già la giovane yukese cominciava a sperare una rapida conclusione.
    Non si sarebbe trattato di un lavoro complesso; quel giovinetto era solo in apparenza ricco, dato che aveva seminato in giro una quantità di debiti proporzionale solo alla sua dose di antipatia, quindi probabilmente durante il viaggio sarebbero incappati, forse, nei suoi nemici che avrebbero tentato di farsi pagare.
    Quel buffone era troppo visibile. L'avrebbero scoperto subito, come minimo avrebbe dovuto indossare abiti che non lo rendessero riconoscibile alla prima occhiata: la ragazza, dopo averlo squadrato, si levò il suo giubbone pesante di colore arancio acceso e lo porse al cliente con un gesto secco, cercando conferma negli sguardi dei compagni.


    Indossate questo. Si copra anche il volto con il cappuccio, e non potranno riconoscervi.

    Parlò con voce secca, bassa ma ferma, dopodiché assaporò per qualche istante l'aria che le accarezzò la pelle; a Konoha il clima pareva quasi estivo, se confrontato con il rigido inverno che contraddistingueva Yukigakure, e pur rimanendo solo con la spessa felpa dello stesso colore del giubbone, non sentì freddo e si sentì al contrario decisamente sollevata.
    Sistemò il coprifronte sul braccio, dopodiché attese che infine il committente si decidesse a partire, indicando loro la strada, mentre estraeva dalla tasca un Kunai che strinse forte nella mano destra, pronta a intervenire in caso di necessità.


    Edited by Ashel - 18/11/2010, 14:03
     
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    11.3 QUEL TERRIBILE ATTORUCOLO



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    -Bene, la casa dell'attore è questa. Se siamo pronti direi che possiamo provare a bussare, che ne dite?-


    Il palpabile disagio della ragazza non si era attenuato, ma non c'era tempo per pensare troppo a quello. Magari era solo timida o impaziente.

    -Per me va bene...-

    Koga concordava con me e quindi bussò rapidamente alla piccola porticina che ci avrebbe condotto dal nostro cliente. Dopo pochi secondi la porta si aprì e dietro di essa fece la comparsa una piccola donna, vestita chiaramente da cameriera. Stava per dire qualcosa, ma fu interrotta da un uomo, che le mise sgarbatamente una maso sul volto, per impedirle di parlare. Poi spinse via la povera inserviente e iniziò a osservarci, come per studiarci approfonditamente.

    -Tu vattene, qui me ne occupo io!! Bene, voi tre dovreste essere i ninja che ho chiamato. Io sono il famosissimo attore di cui avrete l'onore di essere le scorte. Sono anche figlio di uno dei Daimyo di questo paese, quindi vi conviene impegnarvi al meglio in questa missione. Non c'è tempo per ulteriori presentazioni o altre baggianate, siamo già in ritardo. Partiamo subito!!-

    La voce era potente e decisa, ma la persona davanti a noi sembrava più un bambino, sia per la costituzione, sia per la stupida espressione sorridente che gli solcava il volto. Aveva dei strani capelli verdi ed indossava vestiti chiaramente costosi. I suoi modi e il suo abbigliamento mi fecero capire che quel ragazzo era un nobiletto viziato e spendaccione, che in nome della sua presunta arte si riteneva un essere superiore. L'aria era satura di tensione, visto che non mi sembrava di essere l'unico ad odiare quell'omuncolo.

    -Fottuto attorucolo rincoglionito... Ho troppa voglia di cambiargli i connotati... Come posso fare a difenderlo se sono il primo ad odiarlo a morte?!! Vabbè, vediamo se riesco a non spaccargli la faccia...-

    Mi girai, cercando degli sguardi di complice disprezzo nei confronti del cliente, ma Itami non potè notarlo, visto che stava fissando l'uomo. Dopo un attimo di muta riflessione, la donna si tolse il suo pesante giaccone. Non era un gesto strano, vista la mite temperatura; anzi, mi sorprendeva il fatto che non lo avesse tolto ben prima. Ma dietro quel gesto, così normale e ovvio, si celava in realtà un'ottima strategia.

    -Indossate questo. Si copra anche il volto con il cappuccio, e non potranno riconoscervi.-

    Guardai con stupito apprezzamento Itami porgere il pesante vestito al cliente. La ragazza era riuscita a trovare velocemente un'idea che ci avrebbe potuto facilitare notevolmente il nostro compito. In fondo se nessuno avesse riconosciuto quel tremendo ometto, allora nessuno avrebbe avuto nulla da chiedergli, e quindi il nostro viaggio si sarebbe velocizzato, correndo anche meno pericoli. L'unico problema era che, conoscendo la vanità dei nobili, difficilmente quel pagliaccio da quattro soldi avrebbe accettato di indossare quel tipo di giacca e di nascondere il suo "bellissimo" viso. Quindi mi forzai nell'essere gentile e servizievole, mentre appogiavo la proposta della mia compagna di Yuki. Dentro di me sentivo un'irrefrenabile spinta all'omicidio e allo squartamento di quell'odiosissimo artistoide, ma mi rivolsi a lui con calma e fermezza.

    -Ottima idea Itami-san. La prego di renderci più agevole il compito, celando la sua identità. È l'unica opzione se vuole arrivare in tempo, signore. Partiremo non appena avrà indossato questo cappotto, ok?-

    Lo fissai, ostentando una tranquillità, che in realtà non mi apparteneva per niente. Ero parecchio nervoso, ed un eventuale rifiuto probabilmente mi avrebbe fatto perdere totalmente il controllo.


    CITAZIONE
    Stato Fisico:
    Ok

    Stato Mentale:
    Molto vicino a perdere definitivamente la calma

     
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  11. Giuseppe133
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    Dopo poco che Koga aveva bussato uscì l'attore dicendo:

    Bene, voi tre dovreste essere i ninja che ho chiamato. Io sono il famosissimo attore di cui avrete l'onore di essere le scorte. Sono anche figlio di uno dei Daimyo di questo paese, quindi vi conviene impegnarvi al meglio in questa missione. Non c'è tempo per ulteriori presentazioni o altre baggianate, siamo già in ritardo. Partiamo subito!!-

    Non so cosa ne pensano gli altri, ma questo a me piace anche se è uno stronzo.

    Subito dopo essersi presentato itami disse:

    -Indossate questo. Si copra anche il volto con il cappuccio, e non potranno riconoscervi.

    Avvicinandosi a Saruwatari Koga gli disse:

    Hai visto Itami, secondo me è lei il capitano di questa missione.

    Ottima idea Itami-san. La prego di renderci più agevole il compito, celando la sua identità. È l'unica opzione se vuole arrivare in tempo, signore. Partiremo non appena avrà indossato questo cappotto, ok?-

    Scusate ma non ci conviene anche a noi metterci qualcosa addosso per non farci riconoscere o meglio viaggiare sotto copertura?

    Edited by Giuseppe133 - 21/11/2010, 12:26
     
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  12. .|Ye|.
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    Beppe, devi correggere il colore della scritta
    CITAZIONE
    Non so cosa ne pensano gli altri, ma questo a me piace anche se è uno stronzo.

    Ti do un giorno, altrimenti la missione fallisce seduta stante.


    CITAZIONE
    COSA?! Che razza di assurdità è mai questa, ragazzina!? Credi veramente che un uomo con un corpo ed un viso così perfetto possa solo minimamente pensare di indossare un obrobrio del genere?! Scordatelo!! Ma per chi mi hai preso!!

    Sbraiterà secco ed inorridito l'omuncolo dai capelli verdi, dopo aver preso e gettato a terra con rabbia il giubbone appena prestatogli. Poi proseguirà:

    Il vostro compito è quello di scortarmi vivo e vegeto fino al vicino Paese del Tè, di quello che devo indossare o di quello che faccio non sono affari che vi riguardano. Intesi?! E se non vi date una mossa metterò una pessima parola ai vostri superiori, e non ricevere un solo soldo. CHIARO?!?!

    Mentre parlerà, per la collera, il suo viso diverrà di un rosso acceso: un qualcosa di veramente buffo.



    Strutturate meglio voi la scena, mi raccomando, e poi iniziate ad incamminarvi (sempre se il tizio è ancora vivo e sempre se beppe corregge il post) ;)

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  13. Giuseppe133
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  14. Ashel
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    Le cose non andarono come Itami aveva previsto. L'attorucolo rifiutò infatti di coprirsi con il giubbone che lei gli aveva prestato per nascondere il suo volto e le sue fattezze. Era stata forse un'ingenua a credere che avrebbe messo davanti al suo narcisismo la sua stessa vita: così, difatti, non era stato.

    Come desiderate.

    Lanciò un'occhiata a Saruwatari e poi a Koga, per poi seguire l'arduo cliente e pensare una serie di insulti nei suoi confronti che forse non avrebbe mai dovuto pronunciare, almeno finché si trattava, appunto, di un cliente.
    Quella missione sarebbe stata forse particolarmente difficile, sopratutto perché il giovane risplendeva alla luce del sole proprio quando avrebbe dovuto invece coprirsi e celare le sue fattezze. La giovine lo seguì standogli praticamente appiccicata, e sperando che i suoi due compagni facessero lo stesso mentre si guardava in giro minacciosa. Sarebbe arrivata alle armi se qualcuno si fosse avvicinato in modo sospetto, d'altronde la sua espressione grave e la gestualità del suo corpo avrebbero immediatamente segnalato la sua ostilità nei confronti dei passanti.


    Questo cretino vuole renderci la vita difficile. Se lo prendono la missione fallirà, dobbiamo fare molta attenzione. I creditori probabilmente lo attaccheranno quando saremo un po' fuori dal centro, e non c'è da escludere nemmeno che possano essere armati, o che possano avere degli sgherri.



     
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    Demone incendiario

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    11.4 IL RUOLO DI UN NINJA



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    -COSA?! Che razza di assurdità è mai questa, ragazzina!? Credi veramente che un uomo con un corpo ed un viso così perfetto possa solo minimamente pensare di indossare un obrobrio del genere?! Scordatelo!! Ma per chi mi hai preso!!

    Il vostro compito è quello di scortarmi vivo e vegeto fino al vicino Paese del Tè, di quello che devo indossare o di quello che faccio non sono affari che vi riguardano. Intesi?! E se non vi date una mossa metterò una pessima parola ai vostri superiori, e non ricevere un solo soldo. CHIARO?!?!-


    Durante il suo discorso l'uomo gettò a terra il giubbotto che la ragazza gli aveva porto. Un gesto di inaudita arroganza, giusto condimento per le sue parole insensatamente irritanti. La mia mente fu percossa, la mia pazienza inevitabilmente spezzata. Nel mio cervello iniziarono a scorrere le immagini del futuro massacro di quell'inutile omuncolo e il mio volto si increspò in un tremendo sorriso diabolico. In preda ad un'omicida estasi creativa, stavo scegliendo la migliore via per lo sterminio di quell'orrido essere, la più umiliante. Alla fine decisi che la cosa più soddisfacente sarebbe stato mutilarlo, evirarlo, colpirlo ripetutamente e infine lasciarlo annegare in un fiumiciattolo, annaspando senza possibilità di fuga. Doveva provare la disperazione e l'impotenza, lui che nella vita non aveva mai sofferto. Doveva patire le pene dell'Inferno, prima di poter lasciare questa esistenza terrena. Con un breve risolino annunciai la mia determinazione al mondo e portai la mano alla tasca, di modo da poter mettere in atto la giusta vendetta. Ma qualcosa mi fermò. Una voce, una voce secca e decisa, la voce della mia compagna Itami.

    -Come desiderate.-

    "Come desiderate"?!!! Cosa voleva dire con quelle parole? Stava per caso lasciando perdere? Come poteva? Come poteva lasciar correre le azioni di quell'insulso esserino senza spina dorsale e senza cervello? Era forse stupida o masochista? Oppure era semplicemente una timorosa che strisciava dinnanzi al potere? Le parole della giovane mi avevano sconvolto, e probabilmente la mia espressione in volto rispecchiava questo stato d'animo. Ma, una volta che lei si girò, tutto mi fu chiaro. I suoi occhi, iniettati di sangue, non rispecchiavano che odio nei confronti di quell'attorucolo da strapazzo. La sua espressione non era di chi stava chinando la testa in preda alla paura, ma bensì di una persona che, avendo capito come gira questo mondo, riusciva a trovare un compromesso tra sè stessa e il ruolo che riveste, agendo in vista di un Bene superiore. Non sapevo cosa fosse per quella donna questa cosa da proteggere, ma sapevo quella che avrei dovuto proteggere io, la mia patria, Takumi, e tutti i suoi abitanti. Se adesso avessi ucciso quell'uomo non ci sarei andato di mezzo solo io, ma l'intero villaggio ne avrebbe risentito. Non solo in termini di prestigio. A volte le guerre iniziano per delle inezie, e certamente l'uccione di un parente di un Daimyo sarebbe potuta bastare.
    La mia intensa e shockante riflessione durò pochi istanti, poi decisi di dover assolutamente passare all'azione. Andai a raccogliere il cappotto e lo porsi nuovamente ad Itami. La ragazza si era già sistemata dietro al cliente, pronta per partire. Aveva già tacitamente deciso il suo ruolo nel gruppo e si era predisposta alla partenza. C'era qualcosa di strano in quella ragazza. Poco prima Koga mi aveva chiesto se, per il suo comportamento, ella non potesse essere identificata con il capitano della missione. Lì per lì mi era sembrata un'osservazione giusta, ma poi avevo notato qualcosa nel suo modo d'agire che mi fece dubitare di ciò. Fino ad adesso si era dimostrata decisa e risoluta, con un'ottima preparazione militare, migliore certamente della mia, ma aveva anche mostrato una difficoltà nei rapporti interpersonale, una sorta di incounicabilità patologica. In fondo tutte le sue azioni erano state individuali, come se non fosse abituata al lavoro di gruppo. Questo non poteva certo andare bene per un leader, o almeno questo è quello che pensai sul momento. Proprio per questo decisi di farmi avanti e propormi io come il capo, che ai miei occhi Itami non poteva essere. Quindi senza maggiori indugi proposi la mia idea per la protezione dell'attore.

    -Bene, quindi se Itami-san si occupa di guardare le spalle al cliente, allora noi ci occuperemo di proteggere i fianchi. Se a te va bene io vado a sinistra e tu a destra, ok Koga?-

    Era una misera tattica di copertura basilare e anche la mia leadership non era proprio il massimo, ma speravo potesse andare bene lo stesso. Guardai ancora una volta quell'uomo. Egli rappresentava uno dei più grandi mali della nostra epoca, la finta nobiltà che sfrutta il suo potere per vivere gran vite alle spalle della povera gente. Lui era tutto quello che avrei voluto distruggere di questo mondo. In un combattimento noi saremmo stati senza dubbio dalla parte del torto. Ma non potevo permettermi di esitare. Quello era il ruolo dei Ninja, proteggere la propria patria a costo di compiere soprusi contro degli innocenti. Questa era la strada che avevo scelto e non potevo certo ritirarmi adesso. No, questo non potevo neanche pensarlo. Quindi decisi di azzerare tutti i miei sentimenti per un po'.

    -Da adesso, fino alla fine della missione, sarò solo una spietata macchina senza cuore e annienterò tutti coloro che proveranno a toccare anche solo con un dito quest'uomo. Anche a costo della mia vita!-

    Con sguardo fisso e voce tranquilla mi rivolsi all'attore.

    -Noi siamo pronti. Parta quando vuole, signor cliente.-


    CITAZIONE
    Stato Fisico:
    Ok

    Stato Mentale:
    Estremamente Deciso

     
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32 replies since 31/10/2010, 19:30   476 views
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