Sotto questo sole...

Mai vs Sarucoso

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    41.1 ODIO L'ESTATE



    Letter_Envelope_clip_art_medium



    Il caldo estivo mi teneva sveglio, nonostante fossero oltre le quattro del mattino. Ero lì, sdraiato nel letto, a fissare il soffitto. In verità non ci stavo provando neanche sul serio ad addormentarmi, ero troppo preso dai pensieri che mi affollavano il cranio. Come sempre, anzi più del solito. Ero consapevole che il giorno che era appena iniziato avrebbe segnato una tappa decisiva per il mio cammino. Rimanevo fermo, a rimuginare se fosse giusto quello che stavo per fare, se non fosse una delle mie innumerevoli follie. Certo, poche ore e avrei scoperto tutto questo, ma come al solito mi sentivo come se, facendo anche solo un minimo passo falso, avrei perso di nuovo tutto e non sarei più stato in grado di tornare indietro. Probabilmente era davvero così.
    Alla fine, verso le sei, riuscii ad addormentarmi, più che altro per sfinimento. Mi risvegliai quattro ore dopo, più intontito che mai. Feci una veloce colazione, poi presi in mano quasi per istinto il pezzo di carta che avevo usato per invitare la mia ospite di oggi, Mai Yamanaka. Non essendo abituato a scrivere messaggi, mi ero sforzato con tutto me stesso di essere caloroso e gentile. Non saprei dire se c'ero riuscito davvero, ma se non altro lei aveva risposto in maniera positiva. Nel giro di qualche ora lei sarebbe venuta a Takumi e la cosa più che eccitarmi, mi intimoriva, quasi terrorizzava. Per calmarmi mi feci una bella doccia, di modo da togliermi di dosso tutto il sudore. Una volta completato con calma questo compito, non riuscii a rimanere in casa ad aspettare. Mi diedi una sistemata e indossai il paio di abiti meno logori che possedevo, poi mi catapultai fuori di casa. Il sole era già alto nel cielo e picchiava come un pugile. Cercai di percorrere la maggior parte del mio viaggio in zone coperte dall'ombra degli edifici, di modo da soffrire il meno possibile del calore dovuto alla luce. Il meteo era il solito del periodo estivo al Villaggio. Afa, umidità e miriadi di zanzare. In poco tempo riuscii a raggiungere la mia meta, ovvero le mura del villaggio. Era ancora presto, avrei dovuto aspettare per un paio d'ore almeno. Osservai un po' i dintorni, scorgendo un bell'albero a poca distanza dall'ingresso. Mi avvicinai ad esso, sedendomi alle sue pendici. Lì l'ombra era maledettamente rinfrescante, si stava davvero bene, Rimasi stravaccato lì, cercando di immaginarmi come fosse cambiata Mai in tutto questo tempo. Era passato quasi un anno dall'ultima volta che l'avevo vista, ma ero quasi sicuro che mi sarei trovato di fronte alla stessa ragazza, gioviale e determinata come sempre. Mentre riflettevo da solo, due o tre zanzare si fecero un bel banchetto con il mio sangue. Riavutomi da quell'attimo di estraniamento, riuscii a uccidere uno di quei fastidiosi animaletti. Mi prudeva in diversi punti del mio corpo. Sorrisi amaro, quasi rassegnato alla sconfitta contro gli insetti.

    -Cazzo, io la odio proprio l'estate...-

    Ho cercato per quasi mezza giornata un tiitolo decente al topic, ma alla fine non ho trovato davvero nulla di meglio di questo xD.
    Mi scuso per il post un po' scrauso, ma non riuscivo a trovare un'ispirazione decente per l'intro xD.
     
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    Quanto tempo era che non usciva più dal villaggio. Gli ultimi mesi erano stati veramente terribili, mai una missione, mai un incarico un minimo avvincente al di fuori delle classiche ronde di vigilanza entro i confini della città. Quanto detestava l'atteggiamento dei suoi superiori, non vedevano altro che una bomba a orologieria pronta a esplodere nei momenti più cruciali, sicuramente era per quello che non gli assegnavano mai compiti più importanti del servizio anti ladri il giorno del mercato.
    Sicuramente un giorno si sarebbero ricreduti.
    Fortunatamente Saruwatari si era fatto vivo, il suo messaggio era stato per lei come una fresca brezza serale al termine di un'afosa giornata infernale di mezza estate, inaspettata ma comunque molto gradita.
    Appena ricevuta la lettera aveva incominciato a prepararsi con gran fervore e subito aveva chiesto un permesso per allontanarsi dal villaggio, permesso che arrivò quasi immediatamente. Lei non si curò minimamente della freddezza con cui lo shinobi all'ufficio la congedò e partì con gran fretta per non arrivare in ritardo.
    Il viaggio procedette molto bene fino al paese dell'erba, si perse un paio di volte, dopo tanto tempo che non ci passava più la vegetazione uniforme e sterminata di quel posto la disorientavano, prima di trovare la strada per il paese della pioggia.
    Ebbe poi un altro imprevisto durante il soggiorno in una piccola locanda sulla strada per Takumi, dove passò quasi tutta la notte in bianco perché non riusciva a fare a meno di pensare all'inquietante vecchio arrapato della stanza accanto che l'aveva spogliata con gli occhi al piano di sotto, durante la cena. A causa delle poche ore di sonno si svegliò tardi e dovette ripartire con molte ore di ritardo rispetto alla tabella di marcia.
    Fortunatamente il paese del fiume si rivelò un bel posto, costellato di centri abitati e strade ben segnalate che la aiutarono a trovare la via per Takumi.
    Arrivò poi la mattina dell'incontro
    Notando di aver accumulato un discreto ritardo optò per l'azzardo di provare una via per la foresta, per tagliare e risparmiare diversi kilometri, tutta sicura di sè stessa e incurante di ciò che le sarebbe successo.

    Ma che me ne frega, io sono una fottuta ninja!

    ***

    Per me... tagliare per il bosco... è stata una cagata pazzesca...

    Diverse ore dopo uscì da un cespuglio sulla strada, a meno di un kilometro da Takumi, ridotta tutt'altro che bene. Il largo vestito grigio chiaro era diventato grigio scuro con chiazze marroni e verdi, il viso era piuttosto impolverato e nei capelli, arruffati tanto da dargli una parvenza quasi comica, c'erano ramoscelli e foglie a iosa. Se Saruwatari glie l'avesse chiesto lei avrebbe sicuramente detto che si trattava di un esperimento circa il trucco e la vestizione mimetica, avrebbe poi taciuto sulla parte in cui era stata inseguita da un cinghiale come anche su altre meno degne di nota.
    Tuttavia vedere le porte del villaggio in lontananza gli fece dimenticare il viaggio travagliato e la rincuorò, mancava poco. Ripartì a gran velocità, smaniosa di rivedererlo. Superò un paio di convogli mercantili in uscita per poi bloccarsi improvvisamente poco fuori dalle mura del villaggio.
    Aveva sentito qualcosa. L'aveva riconosciuto.
    Senza aspettare un attimo si fiondò sull'albero in cui era seduto Saruwatari, grazie al suo settimo senso lei l'aveva individuato e riconosciuto alla perfezione, ancor prima che lo facessero la vista, l'udito o qualsiasi altro senso. Quanto gli piaceva quando riconosceva un'aura di chackra familiare e amichevole.

    Saruwatari quanto tempo!!

    Gli saltò addosso, letteralmente. Fu così precipitosa nel raggiungerlo che, negli ultimi dieci metri, non notò una grossa radice. E così perse l'equilibrio, travolgendo il povero takumiano con tutto il peso del suo corpo lanciato a gran velocità.
    Un ottimo modo per salutare una persona che non si vede da quasi un anno.
     
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    41.2 UNA PESSIMA ANNATA



    material_exot



    Non avevo orologi con me, ma ero sicuro che Mai fosse in ritardo. Non sapevo se era un suo vizio abituale o un evento raro, non sapevo se preoccuparmi o meno. Ero troppo agitato, forse se avesse tardato ancor più sarei impazzito.

    -Saruwatari quanto tempo!!

    Sentii poco distante una voce che mi richiamava. Mi alzai di scatto in piedi, la vidi che stava arrivando. Il mio cervello iniziò a secernere dopamina, adrenalina, insulina, eroina e tutte quelle altre inutili -ine che mi resero teso peggio di una corda di violino. La stavo osservando mentre si avvicinava, era sempre la stessa, anche se in quel momento sembrava parecchio trasandata. Dal colore divenuto quasi verde dei suoi vestiti e dai pezzi di vegetazione impigliati nei capelli immaginai che si fosse fatta un giro non troppo piacevole per i boschi del Paese. Forse era quello il motivo del ritardo.
    Anche lei sembrò impaziente di vedermi, tanto che iniziò a correre a rotta di collo in mia direzione. Era poca la distanza tra noi, ma sulla sua strada si trovava un ostacolo. Non feci neanche in tempo a dirle la A di “Attenta”, che lei inciampò in una grossa radice, perdendo l'equilibrio. L'impeto che aveva accumulato con la sua corsa fu tale che l'effetto della sua caduta fu quello di travolgermi. Non capii bene la dinamica dell'impatto, ma quando ci fermammo la sua schiena era sopra la mia testa. Insieme formavamo una specie di T tutta storta. Spostai con cura il corpo della ragazza, mi rialzai in tutta fretta e poi le offrii la mano, di modo da aiutare anche lei a rimettersi in piedi. Una volta fatto ciò, avrei cercato di abbracciarla calorosamente.

    -Anche tu mi sei mancata...-

    La caduta aveva sciolto un pochino della tensione che prima mi opprimeva, ora mi sentivo quasi tranquillo. O forse più rassegnato. Mi sembrava di essere un condannato a morte che si dirigeva verso il patibolo, ma per assurdo la cosa mi calmava.

    -Scusa se non mi son fatto vivo prima, è stato proprio un anno terribile... Un anno terribile...

    Avrei aggiunto volentieri le parole “senza di te”, giusto per rendere più chiaro quale fosse stata una delle mancanze maggiori che aveva reso così inutile gli ultimi dodici mesi. Però non volevo mettere troppa carne al fuoco subito, meglio aspettare un momento più propizio.

    -Vedo che la tua passeggiata naturalistica non è andata al meglio... Sei tutta intera? Vuoi venire a rimetterti un po' in sesto un attimo a casa mia? È qui vicino. Poi se vuoi ti faccio fare un giro turistico del villaggio...

    Ricordavo bene quanto lei fosse legata al suo aspetto fisico, mi sarebbe dispiaciuta farla andare in giro così conciata. Sapevo bene di non poter offrire granché, la casetta in cui vivevo non era tutto 'sto gran posto, ma almeno aveva un bagno dove lei potesse rimettersi a posto.

    -Cosa mi racconti? Come va la vita giù a Yuki? Come te la cavi con il parassita?-

    Sapevo di toccare argomenti potenzialmente molto delicati, speravo di averlo fatto con abbastanza tatto. Se il mio anno era stato stressante e alienante, il suo poteva esser stato molto molto più duro. Convivere con una malattia del genere ed essere tenuta in disparte dalla propria patria non erano bazzecole. Sapevo quanto lei fosse di spirito forte, ma alla lunga una situazione del genere poteva distruggere chiunque. Mi sentivo in dovere di supportarla e di offrirle anche solo un piccolo sprazzo di vacanza, prima di passare agli argomenti seri.

    CITAZIONE
    Lo strafalcione biologico di metà post è dovuto al fatto che il mio pg sta diventando sempre più un tamarraccio, ignorantissimo su tutto ciò che non riguarda fare a botte xD.
     
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    Avrebbe voluto sparire per sempre dalla faccia della terra, sprofondare fino nelle più profonde viscere della terra fino a farsi inghiottire dalle tenebre più nere o addirittura eclissarsi completamente dal gioco dell'esistenza dalla vergogna che stava provando in quel momento.

    -Anche tu mi sei mancata...-

    Si rialzò, approfittando della gentile mano di lui, senza guardarlo in faccia, anzi guardando dall'altra parte, rossa com'era.

    grazie...

    Dalla bocca gli uscì un timido e quasi impercettibile filo d'aria.

    -Scusa se non mi son fatto vivo prima, è stato proprio un anno terribile... Un anno terribile...

    A chi lo dici, anche per me è stato un anno del ... ci siamo capiti.

    Concluse lei, girandosi di lato, seppur ancora molto imbarazzata.


    -Vedo che la tua passeggiata naturalistica non è andata al meglio... Sei tutta intera? Vuoi venire a rimetterti un po' in sesto un attimo a casa mia? È qui vicino. Poi se vuoi ti faccio fare un giro turistico del villaggio...


    Sto benissimo, grazie. Passiamo pure al giro turistico del villaggio. E comunque questo si tratta di un esperimento in tecniche di mimetizzazione, non mi sono persa o cosa!

    Esclamò frettolosamente, ma a giudicare dal tono frettoloso e non molto sicuro era chiaro che si trattasse di una balla gigantesca, però lei era decisa più che mai a non dire la verità. Sebbene fosse piuttosto palese.


    -Cosa mi racconti? Come va la vita giù a Yuki? Come te la cavi con il parassita?-


    Lei fece un sospiro di sollievo.

    Nulla di nuovo, a Yuki continuano a darmi le solite noiose missioni di ordine pubblico giusto per tenermi buona, molti mi trattano come una sorta di essere sub umano, a quanto pare più persone del previsto sono al corrente che io non sono "come tutte le altre", in sostanza sono abbastanza emarginata ma non mi lamento visto che mi lasciano in pace. Il mio rapporto col parassita è migliorato parecchio, oramai lo vedo come una sorta di anomalo compagno di vita, quasi un amico, che non mi lascia mai. Te invece che mi racconti, simpatico dinamitardo?

    Alla fine di quel discorso era già tornata quasi normale, la sola presenza di Saruwatari bastava a metterla a proprio agio nonostante l'ambiente sconosciuto, la figuraccia fatta e l'eventuale presenza di testimoni alla sua goffaggine. Improvvisamente non gli importava più di quelle cose, gli sembravano decisamente minuscole rispetto a prima. Abbozzò addirittura un sorriso.
     
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    41.3 HELP ME!!



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    Mai era parecchio imbarazzata per quello che era successo. Cercò anche di convincermi che la sua trasandatezza era dovuta ad un esperimento di mimetizzazione, ma era chiaro che non si trattava della verità. Mi chiesi se si trattava di una battuta o se stava cercando di convincermi davvero di quella cosa. Avrei voluto sul serio proseguire quel discorso, magari incalzarla sarcasticamente oppure stare al suo gioco e farmi dare consigli circa il risultato dell'esperimento, però non era il momento per quel tipo di scherzi. Avrebbe reso ancora più duro il farmi serio dopo. Prima di partire per il giro turistico, le chiesi lumi sulla sua annata, cercando di avere più tatto possibile.

    -Nulla di nuovo, a Yuki continuano a darmi le solite noiose missioni di ordine pubblico giusto per tenermi buona, molti mi trattano come una sorta di essere sub umano, a quanto pare più persone del previsto sono al corrente che io non sono "come tutte le altre", in sostanza sono abbastanza emarginata ma non mi lamento visto che mi lasciano in pace. Il mio rapporto col parassita è migliorato parecchio, oramai lo vedo come una sorta di anomalo compagno di vita, quasi un amico, che non mi lascia mai. Te invece che mi racconti, simpatico dinamitardo?-

    Conoscevo quella sensazione, quella di essere diversi da tutti gli altri, meno che esseri umani. Un tempo ero stato schiavo, gli sguardi della gente pieni di disprezzo, compatimento o derisione li conoscevo bene. Certo, a quel tempo sapevo che la mia condizione era del tutto reversibile, mentre non ero sicuro che si potesse dire lo stesso della sua. Per questo, se da un lato mi sentivo vicino a lei, dall'altro non riuscivo a comprendere il suo atteggiamento verso il parassita. Era una finta anche quella? Un modo di nascondere i suoi veri sentimenti? O forse aveva imparato davvero a convivere normalmente con il suo dramma? Non capivo proprio, e la cosa mi innervosiva e intristiva, ma allo stesso tempo non me la sentivo di chiedere e insistere. Oramai ero sommerso da dubbi e incertezze, altre in più non avrebbero dovuto essere un problema, pensai.

    -Sono stanco... Le missioni sono stressanti, umilianti, alienanti... I miei unici svaghi sono pigliarmi a botte con Walt e partecipare a torneucoli da quattro soldi. Oltre a riempirmi ogni giorno di ettolitri di alcool. Cerco di migliorarmi costantemente, ma rimango sempre troppo debole. Ho obiettivi maestosi, ma rimango sempre così dannatamente debole. Ogni giorno mi sento invaso da sempre maggior sconforto, ogni ora che passo a rimuginare sui miei dubbi aumenta la mia incapacità di trovare soluzioni ai miei problemi. Sono stanco, disorientato, fragile... Ho bisogno di aiuto... Ho bisogno del TUO aiuto...-

    Osservai per un attimo il radioso seppur lieve sorriso della ragazza. Non potevo riversarle addosso i miei problemi, non volevo oscurarla. Era meglio che le mie turbe rimanessero dentro me, almeno per il momento.

    -Beh, è un periodo un po' caotico e stressante, ma in qualche modo tiro avanti... Ti ho chiamato proprio perché ci sono delle cose... Che mi tormentano da un po'... E volevo parlarne con te... Però più in là, in un altro posto, magari adesso ti faccio fare un giro con calma, ti va?-

    Cercai di abbozzare anch'io un sorriso, sperando non si notasse la sua falsità. Lei era l'unica luce che potesse tirarmi fuori da quell'oscurità in cui ero precipitato da solo, non volevo spegnerla con le mie stesse mani.

    -Ti faccio strada?-

    Se la ragazza me lo avesse permesso, l'avrei condotta verso la porta del villaggio, entrandoci dentro con passo tranquillo. Quella giornata sarebbe stata di sicuro fondamentale per me, proprio per questo era necessario cercare di mantenere le apparenze e di nascondere la tensione che mi pervadeva.

    CITAZIONE
    Scusa il ritardo xD. Il post è piuttosto depressomane, ma spero non sia troppo pesante xD.

    OST: Matt Elliott - Trying to Expalin
     
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    Fortunatamente non indagò oltre e passò a parlare di altro. Gli fece piacere vederlo sorridere, anche se Saruwatari gli sembrava comunque estremamente cupo, una specie di uomo nero della cascata con pizzetto e coprifronte. Trattenne una sottile voglia di ridere per rimanere seria.


    -Beh, è un periodo un po' caotico e stressante, ma in qualche modo tiro avanti... Ti ho chiamato proprio perché ci sono delle cose... Che mi tormentano da un po'... E volevo parlarne con te... Però più in là, in un altro posto, magari adesso ti faccio fare un giro con calma, ti va?-


    A quanto pare era un periodo duro anche per lui, per lo meno mal comune mezzo gaudio.

    A pensarci bene è un proverbio del...

    Lei assunse un'espressione vagamente accigliata, incuriosita come sempre quando Saruwatari incominciava con uno dei suoi tipici preludi dal sapore vagamente accattivante e misterioso. Chissà cosa le avrebbe detto in quella giornata.

    Ma certo, sono venuta qui apposta, e poi non ho mai visitato Takumi. Desideravo tanto venir qui, dicono sia un posto tanto bello e tranquillo rispetto al turbolento nord da cui vengo.

    -Ti faccio strada?-

    A quella richiesta lei fece un altro dei suoi ampi e sinceri sorrisi e lo affiancò, da distanza anche abbastanza ravvicinata.

    Si grazie, è tutto troppo tranquillo. Non vorrei imbattermi in qualcuno che lancia uccelli esplosivi o formidabili genjutsu

    Fece quell'ultimo commento con un tono leggero e scherzoso. Era proprio felice di essere lì, di aver visto Saruwatari, di visitare un luogo come Takumi, di essersi lasciata tutto alle spalle per qualche ora e di sentirsi finalmente come una persona normale che parla con un'altra persona che non la vede soltanto come un mostro. Era molto ottimista circa la giornata.

    Chissà di cosa vorrà parlare oggi, sono molto curiosa.

    Era certa che Saruwatari volesse parlare di cose serie, per cui pensò di smorzare la tensione mettendosi a fare qualche innocente burla come, a un certo punto durante la camminata, cambiare direzione gradualmente fino ad andargli addosso fino e intralciarlo e dire, sdegnata, "cammini storto, mi vieni addosso!". Era sempre così serio, doveva imparare a rilassarsi un po'. Ne approfittò anche per imbastire un discorso su quanto potesse essere curiosa e originale l'abilità di fare pupazzi esplosivi, e gli chiese, in sequenza a raffica, quanti e quali tipi di pupazzetti fosse capace lui di creare, dall'unicorno all'ornitorinco fino agli animali più strani come meduse, tartarughe, gabbiani, cimici, tirannosauri et similia.
     
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    41.4 LA PASSEGGIATA





    -Si grazie, è tutto troppo tranquillo. Non vorrei imbattermi in qualcuno che lancia uccelli esplosivi o formidabili genjutsu-

    La ragazza mi sorrise, lanciandomi quella leggera stoccata ironica. Diavolo, era proprio brava a tirarmi su il morale, anche se non poteva spazzare già subito così tutte le mie preoccupazioni.

    -Teste calde ce ne sono un po' ovunque, no? Per il resto l'atmosfera è molto più rilassante che a Yuki. Solo ogni tanto c'è un po' di trambusto con tutti i commercianti. Adesso non è neanche l'ora di punta, in certi momenti è proprio uno spettacolo...-

    Mentre le spiegavo la situazione, avremmo iniziato a camminare di fianco. Cercai di mostrarle un po' il villaggio, partendo dalla via maestra, quella dove si concentravano i migliori artigiani. Era quella l'unica attrattiva degna di nota del posto in cui vivevo, per il resto non era granché. Le avrei fatto comunque fare un po' il giro di tutto, anche se non erano proprio il massimo dell'attrattiva turistica. Le feci vedere il piccolo monumento ai caduti, un paio di parchetti, il palazzo del Kage e i vicoli più caratteristici del villaggio. Ricordavo quanto fosse tetra Yuki, anche solo un po' di calma poteva essere positiva per Mai.

    -Cammini storto, mi vieni addosso!-

    All'improvviso mi scontrai con la ragazza. Non ero ancora così stordito da mettermi a camminare per obliquo, quindi immaginai potesse trattarsi di uno scherzo di lei, per stemperare ancor più l'atmosfera. Non ne ero sicuro, ma decisi comunque di rilanciare con le mie pur poche armi comiche. Chinai il capo con aria falsamente sottomessa, cercando di trattenere un sorriso.

    -Mi perdoni, sua Signoria, non succederà più. Non mi uccida, la prego, farò attenzione la prossima volta. Mi perdoni...

    Speravo che un po' di persone potessero sentirmi, così magari lei si sarebbe trovata in imbarazzo con tutta quella messinscena. Non saprei dire quanto fosse un'idea divertente, ma almeno ci provai, a tenere il passo della ragazza.
    La passeggiata proseguì più o meno tranquilla. Era piuttosto rilassante per me, tanto che mi sentivo male all'idea di dover rompere la buona atmosfera che si era venuta a creare. Ad un certo punto, all'interno di un discorso, Mai iniziò a chiedermi notizie sulla mia innata. La cosa particolare fu il modo in cui lo fece, partendo con domande a raffica e cercando di indovinare vari strambi animali di cui avrei potuto imitare le fattezze con la mia argilla. Ne elencò alcuni abbastanza assurdi, mentre altri potevano anche essere delle idee discretamente buone.

    -Purtroppo non è così semplice... Per padroneggiare davvero una creazione ci vogliono un sacco di mesi di allenamento, quindi ho a disposizione un numero limitato di forme. Per il momento sono in grado di fare per lo più pennuti di grandezza variabile. Da poco ho imparato come fare dei draghi d'argilla e li riesco a creare anche di una dozzina di metri... Sono piuttosto brutti esteticamente, ma sanno fare il loro dovere alla perfezione... Ultimamente invece stavo proprio lavorando su una nuova creatura, l'ape, anche se non è ancora completa... Mi sembrava quasi dovuto provarci, in fondo è il simbolo del mio clan...-

    Stavo decisamente meglio rispetto a prima e immaginai che la cosa fosse ben visibile. Tanto meglio, stare con una persona depressa non è il massimo della gioia, soprattutto per una che ha già tanti problemi di per sé. L'influsso di Mai su di me era decisamente positivo, speravo di poter averne su di lei una anche un minimo simile.

    -E invece tu che mi racconti? Hai scoperto qualche altra tecnica segreta degli Yamanaka?
     
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    -Teste calde ce ne sono un po' ovunque, no? Per il resto l'atmosfera è molto più rilassante che a Yuki. Solo ogni tanto c'è un po' di trambusto con tutti i commercianti. Adesso non è neanche l'ora di punta, in certi momenti è proprio uno spettacolo...-


    Questo posto è proprio meraviglioso, mi stanno venendo in mente certe idee che travalicano la legalità vera e propria.

    Rimase colpita dal villaggio, per una come lei, abituata a Yuki, era naturale e imprescindibile il binomio "villaggio di ninja e atmosfera talmente tesa che non sai mai se arrivi al giorno dopo". E invece si stava ricredendo. Si trovava in un villaggio ninja, uno dei principali sul continente, e sembrava di essere in un tranquillo insediamento di artigiani di periferia. Certo le pattuglie di shinobi in servizio di vigilanza si notavano, così come anche le occhiate furtive che le lanciavano vista l'appartenenza della ragazza a una nazione molto poco amichevole, però ogni tensione sembrava fortemente stemperata dal clima altamente attivo e laborioso nelle strade. Non c'era una singola bottega chiusa o in rovina, era tutto così attivo, così vivo, così accogliente. A Yuki c'erano intere vie di attività chiuse, l'unico via vai degno di nota si riscontrava nel giorno settimanale del mercato, la popolazione era molto povera e tutte le spese del villaggio convergevano nel settore militare.

    -Mi perdoni, sua Signoria, non succederà più. Non mi uccida, la prego, farò attenzione la prossima volta. Mi perdoni...

    L'inaspettata reazione di Saruwatari la lasciò abbastanza sorpresa, ma si riprese subito, lo guardò con sguardo di palese superiorità, inclinando la testa all'indietro, petto in fuori, come una specie di buffa a pacchiana caricatura di aristocratico, per senteziare con voce imperiosa.

    Per stavolta passi! Ma alla prossima ti becchi cinque scudisciate!

    In seguito il giro turistico riprese e lui gli tolse un po' di dubbi. Rimase incuriosita a pensare a un drago esplosivo lungo dodici metri, o anche a un'ape esplosiva. Entrambe le alternative la inquietavano.

    -E invece tu che mi racconti? Hai scoperto qualche altra tecnica segreta degli Yamanaka?

    Lei sbuffò, lasciando trapelare una certa delusione.

    Purtroppo no, nulla di nuovo a parte generali miglioramenti sul controllo dei vari parametri dei jutsu. Come potrai immaginare non possiedo abilità così devastanti per il combattimento, non penso di poter diventare quel tipo di shinobi che disintegra i condomini con uno starnuto. Preferisco concentrarmi su un ramo meno "violento", tipo ninja o magari anche anbu esploratore.

    Si schiarì la gola e cambiò tono, un po' meno serio e più allegro di prima.

    In questo momento mi è venuta in mente una cosa, mi sento una maleducata a non averti mai ringraziato per quella volta. Subito dopo la battaglia contro Madayoshi e quell'altro stronzo, ricordi? Ho molto apprezzato la tua vicinanza in quel momento abbastanza brutto. Spero non te la sia presa se ti ho detto grazie solo adesso, Saruwatari.
     
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    41.5 QUASI ARRIVATI





    La ragazza disse con tono deluso di non esser riuscita a scoprire nessuna nuova tecnica speciale e di avere ormai capito di non possedere una potenza distruttiva elevata. Disse anche di considerarsi più portata verso una specializzazione come quella dei ninja esploratori. Ero del tutto d'accordo con questa sua considerazione e glielo dissi con chiarezza, elogiando anche l'utilità che questi ultimi avevano. Al termine di quel discorso, Mia si schiarì improvvisamente la gola, rendendo chiara la sua intenzione di cambiare argomento.

    -In questo momento mi è venuta in mente una cosa, mi sento una maleducata a non averti mai ringraziato per quella volta. Subito dopo la battaglia contro Madayoshi e quell'altro stronzo, ricordi? Ho molto apprezzato la tua vicinanza in quel momento abbastanza brutto. Spero non te la sia presa se ti ho detto grazie solo adesso, Saruwatari.-

    Rimasi parecchio stupito dalla frase della ragazza, pronunciata in tono molto serio. Ero sicuro che ci teneva molto a questa cosa, a cui magari aveva ripensato a lungo. Mi stupì la sua osservazione, anche perché non ci avevo fatto caso. E il motivo lo spiegai subito.

    -Non ti preoccupare, non mi ero neanche accorto di una cosa del genere. Sai, per alcune cose non servono mica per forza le parole... Ti posso assicurare che ho percepito in pieno la tua gratitudine, anche se purtroppo non sono riuscito a fare granché alla fin fine. Sono contento di esser potuto stare al tuo fianco e di esser riuscito ad aiutarti, pur nel mio piccolo. Io...-

    Mi interruppi nel mezzo di una frase, anche perché fui distratto da ciò che avevo intorno. Eravamo quasi arrivati al posto in cui volevo portare la yukese, tanto valeva aspettare un attimo e raggiungere il culmine del discorso proprio in quel luogo.

    -Siamo a due passi dal posto di cui ti avevo parlato, ti va di seguirmi? Ha un valore particolare per me, ci passo spesso quando sono pensieroso...-

    Se Mai avesse accettato, l'avrei condotta tramite una viucola laterale fino ad un piccolo cancello. Superato questo, ci saremmo trovati all'interno di un piccolo parco, in cui si diramavano diversi sentieri costeggiati da alberi. Ne avrei scelto uno e avrei chiesto alla ragazza di seguirmi.

    -Qui è dove ho superato l'esame genin, ormai quattro anni fa. È stato un momento che ha cambiato la mia vita, che ha portato a molteplici conseguenze, di vario tipo... C'è una cosa di cui vorrei parlarti, ti va di ascoltarmi?-
     
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    -Non ti preoccupare, non mi ero neanche accorto di una cosa del genere. Sai, per alcune cose non servono mica per forza le parole... Ti posso assicurare che ho percepito in pieno la tua gratitudine, anche se purtroppo non sono riuscito a fare granché alla fin fine. Sono contento di esser potuto stare al tuo fianco e di esser riuscito ad aiutarti, pur nel mio piccolo. Io...-

    Come previsto lui non era uno di quelli che si lega certe cose al dito, tanto meglio. Lei si sentì parecchio sollevata, poteva sembrare una questione da poco ma lei ci teneva. Anche solo averla intorno una persona amichevole poteva trasmettere parecchie emozioni positive, passare, completamente da soli, quel periodaccio in malattia sarebbe stato orrido.

    Abbandonarono poi quel discorso, Saruwatari rallentò gradualmente il passo man mano che si avvicinava un bivio. Il luogo non aveva nessun particolare distintivo, oltre naturalmente a quella onnipresente tranquillità che pervadeva ogni centimetro dell'intero villaggio.


    -Siamo a due passi dal posto di cui ti avevo parlato, ti va di seguirmi? Ha un valore particolare per me, ci passo spesso quando sono pensieroso...-


    Lei rispose immediatamente, senza neanche pensarci.

    Ma certo, anzi sono curiosa adesso che hai accennato a questo valore particolare.

    Alla sua risposta lui riprese il passo, alla velocità un po' più spedita di prima, conducendola attraverso una stretta via laterale, allontanandosi così da folla e rumore e raggiungendo una pace quasi totale. Poco dopo si stagliò davanti ai due un piccolo parco, nel quale entrarono senza fermarsi. Imboccarono il sentiero scelto da Saruwatari e poi ripresero a discorrere.
    Per la prima volta nella sua vita Mai si sentiva serena come non mai. Allora esistevano per davvero dei villaggi ninja in cui fosse bello vivere. Non l'avrebbe mai detto. Nella sua vita aveva visto solamente Yuki, un concentrato di depressione e costante tensione, qualche paesino limitrofo della neve e piccoli insediamenti urbani nella parte centrale del continente, nulla più.


    -Qui è dove ho superato l'esame genin, ormai quattro anni fa. È stato un momento che ha cambiato la mia vita, che ha portato a molteplici conseguenze, di vario tipo... C'è una cosa di cui vorrei parlarti, ti va di ascoltarmi?-


    Gli sorrise. Allora era quello il valore particolare a cui aveva accennato, era sorpresa. Non si aspettava che facessero gli esami genin in posti del genere. Mai invece aveva sostenuto l'esame da genin in tutt'altro posto. Rivolse un'occhiataccia improvvisa, e anche piuttosto cattiva, a Saruwatari.

    No.

    Attese un paio di secondi per poi assumere un'espressione più naturale e rilassata, sogghignando.

    Scherzavo, certo che sono disposta ad ascoltarti. Volevo solo vedere la faccia che avresti fatto.
     
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    41.6 I...



    schoolrumbleharimai



    Due suoni in fila, una consonante nasale dentale sonora e una vocale medioalta posteriore. Insieme questi due suoni formano la parola più crudele e terribile possibile, una negazione secca e senza speranze. Quella era l'ultima parola al mondo che volevo sentire, quel giorno. E infatti il cuore mi si fermò nel momento stesso in cui la udii. Una battito, due battiti, cinque, dieci, cento. Non riuscivo più a sentire il mio cuore battere, anche se per fortuna stava continuando a farlo. Rimasi paralizzato sul posto per qualche attimo che mi sembrò eterno. Ero sul punto di scoppiare in lacrime e di cadere a terra, ma non feci nessuna delle due cose. “Io sono forte, io non piango, io non cado”. Me lo ripetei diverse volte mentalmente, riuscendo a resistere in questo modo alla pressione. Rimasi impassibile. Era chiaro che la ragazza stesse scherzando, lo sapevo benissimo, ma le sue parole mi avevano comunque sconvolto. Il mio cervello si era azzerato, tutte le belle parole che avevo preparato erano come svanite. Ma non potevo comunque tirarmi indietro, quella era l'ultima possibilità che mi rimaneva.

    -Mai, io mi sono innamorato di te! L'ho capito ormai da tempo... Più sei lontana, più mi accorgo di avere un assoluto bisogno di te! Più passo tempo con te, più mi accorgo di non riuscire più a vivere come prima! Io... Io...-

    Mi ritrovai all'improvviso incapace di continuare e sentii un gran senso di vuoto impadronirsi di me. Non era certo quello il tipo di discorso che avevo programmato. Non era neanche degno di essere chiamato così, forse, ma l'importante era che ero riuscito a liberare i miei pensieri. Con questo la mia testa era sistemata sulla ghigliottina, attendevo con impazienza che calasse la lama per porre fine al mio misero dramma da quattro soldi...

    CITAZIONE
    Spero di aver causato almeno un bel WTF xD. Anche se la cosa era più o meno chiara già da qualche post (se non addirittura da prima xD).
     
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    Si preparò al discorso di Saruwatari, sicuramente le avrebbe rivelato il motivo della sua convocazione a Takumi. Lei era fremente come una volpe in procinto di uscire dalla tana per la caccia, sicuramente sarebbe stata coinvolta in un qualche progetto assurdo e incredibile, ma non irrealizzabile, come un qualche atto sorprendente per dare inizio ai progetti fantasmagorici di Saruwatari. O magari una strepitosa alleanza con ninja di primo ordine, come Walter, per rendere più arrivabile la causa di provare a cambiare il mondo? O magari la creazione di una qualche fighissima organizzazione clandestina, una rete di validi shinobi uniti a discapito dei diversi coprifronte, un calderone di idealisti animati da menti sagaci e cuori passionali con l'obiettivo di cambiare i tempi correnti? Mai se lo sentiva, sicuramente si trattava di un qualcosa del genere. Mai ne era sicura, lo sentiva dal chakra di lui, che sembrava acqua in ebollizione pronta a scoperchiare la pentola ed uscire in un ampio e vaporoso sbuffo di pura energia. Non aveva mai e poi mai sentito il chakra di Saruwatari tanto agitato, l'avrebbe sicuramente sorpresa, ci scommetteva.


    -Mai, io mi sono innamorato di te! L'ho capito ormai da tempo... Più sei lontana, più mi accorgo di avere un assoluto bisogno di te! Più passo tempo con te, più mi accorgo di non riuscire più a vivere come prima! Io... Io...-


    Mai rimase impalata, con un'espressione fissa quasi da ebete, un sorriso eccitato con la bocca leggermente aperta, gli occhi spalancati, il corpo rigido e le braccia semi flesse a riflettere lo stato di bruciante trepidazione ed impazienza instauratisi pochi secondi prima del discorso di Saruwatari. Rimase in quello, come una statua di marmo, per una decina abbondante di secondi, da quanto era sconvolta si dimenticò addirittura di respirare e sbattere le palpebre. Poi, lentamente, si sbloccò e si fece molto toccata da quel breve ma sincero discorso. Avrebbe voluto dire qualcosa, ma rimase in uno stato di palese agitazione per altri lunghissimi, infiniti secondi. Cercò di riordinare le idee e impostare un discorso il più ordinato e lineare possibile, ma le fu impossibile per l'adrenalina in circolo, il suo cuore che batteva a mille e l'aura di Saruwatari che si era trasformata in una specie inquieta sfera di fuoco a giudicare dall'attività. Non che ci volesse un sensitivo, persino un bambino avrebbe capito l'agitazione del giovane guardandolo in faccia, e pure Mai era abbastanza agitata.

    Oh...

    Furono le sue prime parole, dette con sincero stupore e malcelata fermezza, a giudicare dalla voce tremante ed incerta.

    ...io...

    pensa a qualcosa di totalmente fuori luogo per fare passare l'ansia, più pensi all'ansia e più sei in ansia!!

    ...io...

    NO! Vattene dalla mia testa stupido Walter nudo con un cappello di babbo natale sul pacco!! Giuro che ti prenderò a calci nelle palle la prossima volta che ti vedo!!

    ...io...

    Arrossì così tanto da far sembrare i suoi capelli color tinta sbiadita e vecchia di mesi.

    Oh al diavolo!

    Senza alcun preavviso si avventò sul takumiano, cingendolo con le braccia e stringendolo più forte che potè. Gli occhi le si fecero lucidi, il respiro più veloce e leggermente affannoso. Pur avendo la sua testa a lato di quella di Saruwatari, e quindi non vedendolo in faccia, avrebbe sicuramente potuto intuire un qualche cambiamento sul suo volto.

    Non dire altro.

    Disse con voce quasi perentoria e severa. Ma quella farsa durò poco, la voce le tornò tremante, ma cercò di farsi forza, abbandonò completamente l'intezione di pensare a un discorso e capì che sarebbe stato immensamente più facile dire le istintive e semplici parole che sgomitavano per uscirle dalla bocca.

    Per me sei sempre stato una persona speciale... l'ho capito quando, durante la guerra contro Madayoshi ed Izanagi sei scomparso in quel vortice bianco, mi sono sentita morire. Ho subito capito che, se fossi morto, nulla sarebbe stato uguale. Ma non ti ho mai detto nulla perché per me te sei sempre stato quasi irraggiungibile. Così perfetto, così stratega, così spietato in battaglia ma capace di essere anche estremamente gentile e compassionale vista la premura con cui mi trattasti la prima volta che ci incontrammo, così capace di pensare razionalmente, fare tante esplosioni roboanti con precisione millimetrica senza paura e aiutare compagni in difficoltà, tutto contemporaneamente, shinobi coscienzioso e devoto al villaggio ma capace di pensare in grande, di fantasticare un domani migliore e di avere il coraggio di mettersi in gioco. E' da una vita che mi sento inadeguata, debole, incapace di raggiungere i traguardi che le persone come te, vere e proprie lucifere in un mare di infinità oscurità, riescono a stabilire e raggiungere, con tanta pazienza, voglia di mettersi in gioco e di sacrificarsi. Per una come me, minuscola kunoichi bistrattata corrotta nel fisico e nello spirito dal male puro con mille complessi di inferiorità che si sente perennemente inadeguata di fronte alle sfide della vita, sembrava incredibile anche solo poter attirare l'attenzione di un gigante sotto mentite spoglie come te. Figuriamoci ambire a qualcosa di più.

    Alla fine di quel lungo discorso Mai si rese conto di essere sfiancata, a giudicare dal fiato sembrava avesse corso una maratona.

    Ecco, l'ho detto...

    CITAZIONE
    Giuro, tutto il discorso all'inizio era ciò che mi aspettavo per davvero :perp:


    Edited by doublejack - 25/12/2013, 00:10
     
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    41.7 WE?



    4507474-il-disegno-isolato-di-una-mano-umana-aperta



    Mai rimase più di un attimo a tentennare. Di sicuro non si aspettava un’uscita del genere, ma neanch’io avrei mai immaginato di innamorarmi di lei. Rimasi in attesa, osservandola in maniera forse fin troppo diretta. Lei sembrava risentire della pressione che le avevo messo, ma non riuscii a capire come fare perché questa diminuisse. Ero del tutto in palla.

    -Io…-

    Quest’unica parola fu ripetuta per almeno altre tre o quattro volte, senza che la ragazza trovò il filo del discorso. Improvvisamente Mai si avventò su di me, abbrancandomi. Rimasi paralizzato da questa cosa e da quello che questo poteva significare. Chiusi le mani dietro la sua schiena, anche se avevo troppe poche energie per riuscire a esercitare la forza per abbracciarla come si deve.

    -Non dire altro.

    A me venne da chiedere cosa mai dovessi voler aggiungere, in un momento come quello. Non lo feci, l’atmosfera era ormai cambiata, non volevo rovinarla. Dopo un attimo la ragazza iniziò a parlare, come se stesse vuotando il sacco. La lasciai parlare, mentre i miei occhi si facevano sempre più umidi, pian piano colmandosi di lacrime di sollievo.

    -Per me sei sempre stato una persona speciale... l'ho capito quando, durante la guerra contro Madayoshi ed Izanagi sei scomparso in quel vortice bianco, mi sono sentita morire. Ho subito capito che, se fossi morto, nulla sarebbe stato uguale. Ma non ti ho mai detto nulla perché per me te sei sempre stato quasi irraggiungibile. Così perfetto, così stratega, così spietato in battaglia ma capace di essere anche estremamente gentile e compassionale vista la premura con cui mi trattasti la prima volta che ci incontrammo, così capace di pensare razionalmente, fare tante esplosioni roboanti con precisione millimetrica senza paura e aiutare compagni in difficoltà, tutto contemporaneamente, shinobi coscienzioso e devoto al villaggio ma capace di pensare in grande, di fantasticare un domani migliore e di avere il coraggio di mettersi in gioco. E' da una vita che mi sento inadeguata, debole, incapace di raggiungere i traguardi che le persone come te, vere e proprie lucifere in un mare di infinità oscurità, riescono a stabilire e raggiungere, con tanta pazienza, voglia di mettersi in gioco e di sacrificarsi. Per una come me, minuscola kunoichi bistrattata corrotta nel fisico e nello spirito dal male puro con mille complessi di inferiorità che si sente perennemente inadeguata di fronte alle sfide della vita, sembrava incredibile anche solo poter attirare l'attenzione di un gigante sotto mentite spoglie come te. Figuriamoci ambire a qualcosa di più.-

    Ascoltai il discorso della yukese, parola per parola, senza fiatare. Lei riusciva a capirmi, a capire le mie aspirazioni, quello che volevo essere e diventare, anche se si sbagliava sulla mia reale forza. Lei mi considerava un grandissimo ninja, però in realtà lo sembravo soltanto, e a volte neanche quello. Non aveva capito che ero una debole scimmietta, ma era anche vero che per lei avrei potuto diventare per davvero quel leone che avevo da sempre desiderato essere.

    -Sei tutto quello di cui ho bisogno... So che potrebbe sembrare prematuro, se non addirittura folle, ma… Vuoi sposarmi?-

    Lasciai appena un attimo di pausa fra una frase e l’altra, nella speranza di non dare il tempo di rispondere alla ragazza. Nel mentre mossi la mano destra dietro il suo capo, iniziando a carezzarle lievemente i capelli.

    -Ci penso da un po’… Viviamo in Villaggi che non si amano troppo, potremmo dover abbandonare le nostre professioni, non credi? Vorrei che potessimo rifarci un’altra vita, lontana dai pericoli e dalle battaglie… Una nuova vita, insieme… Ho vissuto come un cane negli ultimi mesi, per poter risparmiare, in vista di una tale eventualità… O di qualcosa del genere. So che ti sto buttando addosso molte cose, scusami… Però… Cosa ne pensi?-

    CITAZIONE
    :asd: :asd:
     
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    -Sei tutto quello di cui ho bisogno... So che potrebbe sembrare prematuro, se non addirittura folle, ma… Vuoi sposarmi?-

    Quella dichiarazione la mandò completamente su di giri, il cuore si mise a battere tanto violentemente che sentiva il suo petto risuonare come un tamburo, forse anche lui avrebbe colto quei palesi segnali. Già la dichiarazione precedente l'avevano scombussolata parecchio, ma quest'ultima l'aveva proprio fatta andare fuori di testa. Da quanto era confusa, ansiosa, agitata e spiazzata perse momentaneamente il controllo del proprio settimo senso. Era un'evenienza più unica che rara, che avveniva solo in circostanze straordinarie di intenso coinvolgimento emotivo; anche il mondo circostante smise di esistere. Gli alberi, l'erba, le panchine circostanti, il vento, il sole, tutte le persone distanti; in quel momento erano solo loro due, sospesi in un mondo fittizio, una specie di limbo transitorio ed incorporeo, sfocato, pesante ma così effimero da poter sparire in men che non si dica alla prima parola o gesto sbagliato.
    Ritornò alla concreta realtà quando Saruwatari le sfiorò i capelli, sentì un brivido scenderle a più riprese lungo la schiena fino ai piedi, quanto amava quella particolare attenzione.

    -Ci penso da un po’… Viviamo in Villaggi che non si amano troppo, potremmo dover abbandonare le nostre professioni, non credi? Vorrei che potessimo rifarci un’altra vita, lontana dai pericoli e dalle battaglie… Una nuova vita, insieme… Ho vissuto come un cane negli ultimi mesi, per poter risparmiare, in vista di una tale eventualità… O di qualcosa del genere. So che ti sto buttando addosso molte cose, scusami… Però… Cosa ne pensi?-

    La pressione si stava accumulando, era decisamente troppo. Si staccò da Saruwatari. Il cuore aumentò ulteriormente i battiti, il respiro si fermò improvvisamente, il volto assunse un'espressione decisamente spiazzata e persa.

    ...

    Aprì leggermente la bocca, ma ne uscì soltanto un po' di fiato.
    Così tante cose da dire, così tante cose da decidere in così poco tempo, e sopratutto grosse sorprese ravvicinate in un momento assolutamente inaspettato.
    Non riuscì a reggere la tensione un secondo di più.
    Svenne, perse i sensi e si accasciò al suolo a peso morto.
    Un modo abbastanza inusuale per prendersi un po' di tempo per decidere.

    CITAZIONE
    Povera Mai :asd:
    Abbi pazienza ma è impegnativo provare a ruolare una donna :perp:
     
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    41.8 I DID IT AGAIN...





    La ragazza si staccò improvvisamente da me. Ebbi il terrore di avere rovinato tutto, di avere corso troppo, di averle messo addosso una pressione enorme. E ne ebbi conferma quando vidi il suo volto, confuso e spaesato. Provò ad aprire la bocca, ma non disse nulla. La sua faccia si svuotò all'improvviso di qualsiasi espressione e lei iniziò a cadere, priva di sensi. Ebbi quasi un infarto, ma grazie ai miei riflessi ben allenati riuscii a prenderla al volo, di modo che non battesse al suolo. Sondai il suo viso, verificando che fosse davvero svenuta. Tutto quello aveva un che di familiare, poi mi resi conto del motivo di ciò.

    -Ah, già, è come il nostro primo incontro...-

    Mi sentii un ignobile figlio di puttana, ancora più del solito. Con la mia stupidità non riuscivo a far altro che ferire la donna che amavo. Forse avrei fatto meglio a lasciarla andare, a non ammorbare la sua preziosa vita con la mia venefica presenza. Ne ero sicuro, era la cosa migliore da fare. Ma non c'era nessuna possibilità che potessi essere in grado di fare un qualcosa del genere.
    Appoggiai il corpo della ragazza sull'erba, al riparo dal sole, sotto un bell'albero. Mi sedetti un attimo al suo fianco, ma non riuscivo a non pensare alle mie colpe e a quanto sarebbe stato meglio smettere di rovinarle la vita. No, non cel a potevo fare propio, lei era l'ultima cosa che mi rimaneva, l'unica che avesse un minimo valore per me. Passai così pochi minuti, a rimuginare come un povero disgraziato, ma lo feci con tale veemenza che mi sembrarono anni. Stanco e rassegnato, mi alzai in piedi. Avevo davvero voglia di fumarmi una sigaretta, non lo facevo da almeno sei mesi. Mi avrebbe aiutato a svuotare la mente, almeno per qualche minuto. Però non potevo farlo vicino a Mai, l'avrei disturbata. Composi qualche sigillo e evocai una copia di terra. Lasciai questa vicino alla yukese e mi allontanai di cinque o sei metri. Mi accesi quella benedetta sigaretta e rimasi immobile in mezzo al sentiero. Ero preso da mille pensieri, talmente poco concentrato da non ricordarmi neanche di tirare, se non una volta ogni cinque minuti. Avrei atteso in questo modo che la ragazza si svegliasse, per cercare di ricucire lo strappo che avevo creato.

    CITAZIONE
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    Abbi pazienza ma è impegnativo provare a ruolare una donna :perp:

    Hai voluto la bicicletta :asd: ?
    Comunque scusa per il ritardo, ero preso da mille cose xD.


    Edited by GIIJlio - 3/3/2015, 16:42
     
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