Antica vendetta: La battaglia

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    Demone perturbatore di anime

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    Suna
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    Un comunicato era stato emanato in tutti i villaggi. Sia quelli tra le cinque grandi terre ninja, sia tra i villaggi minori, persino ad Oto, seppure non fosse stato fatto troppo volentieri. E gli effetti si erano fatti sentire.

    CITAZIONE
    A tutti i ninja, di qualsiasi nazionalità. È stato dichiarato lo stato di allerta massimo. Un antico membro della casata Uchiha, uno dei più potenti, Madayoshi Uchiha, è stato risvegliato dal confinamento in cui era stato imposto. Insieme a lui, purtroppo vi è Izanagi, portatore della bestia ad otto code, confinata dentro il suo corpo cento anni fa. Attualmente i loro obiettivi sono sconosciuti, ma si presuppone che vogliano vendicarsi per il loro confinamento. Inoltre, non conosciamo il grado di controllo che Izanagi è in grado di esercitare sull'hachibi. Il loro attacco durante la guerra tra Yuki ed Oto è forse la testimonianza del fatto che la loro intenzione è la distruzione, perciò abbiamo intenzione di bloccarli prima che siano loro a muoversi. Stiamo allestendo un campo di battaglia su quella che è, a quanto si evince dai loro spostamenti, la strada che stanno percorrendo. Abbiamo bisogno di un vasto esercito per poterli fronteggiare adeguatamente, un esercito che le sole Konoha e Kiri non sono in grado di fornire. Dato che probabilmente non si accontenteranno della distruzione dei due citati villaggi, questo riguada tutti i villaggi, grandi e soprattutto piccoli. Vi chiediamo di inviare quanti più ninja potete, possibilmente di alto livello, per fronteggiare queste due bestie. I punti di raccolta sono situati a Konoha e Kiri, e verranno inviati sul campo di battaglia, a metà strada tra i due villaggi.

    Il messaggio era stato accolto da tutti, seppure in maniera diversa da quanto speravano i due Kage. Dopotutto non era pensabile che fossero mandate tutte le disponibilità belliche di un villaggio, era impensabile lasciare tutto sguarnito di difese. Per questo motivo anche i kage, ad eccezione dell'Hokage e del Mitsukage, rimasero nei rispettivi villaggi. In tutto si contava una decina di ninja da ogni villaggio minore, ed al massimo una ventina da ogni villaggio maggiore, compreso inaspettatamente Oto. Inoltre, ingaggiati dal Mitsukage, erano presenti anche alcuni Mukenin, mentre altri erano lì di propria volontà, alcuni per la voglia di combattere, altri per il desiderio di assistere all'evento più importante degli ultimi anni. La maggior parte dei ninja era schierata a semicerchio, su un'area di quasi mezzo chilometro, completamente deserta. Erano stati rasi al suolo, bruciati e sradicati infiniti alberi per creare quello spazio enorme adatto alla battaglia. Inoltre, Madayoshi e Izanagi erano sicuramente consci del fatto, ma non pareva avessero cambiato intenzioni, anzi avevano addirittura accelerato, segno che probabilmente avevano accettato la sfida. O, forse, la vedevano come un'occasione di avere prima del tempo la loro vendetta. Gli altri ninja erano a fianco dei Kage, poco dietro di loro. Dalla parte di Konoha, a dare supporto all'Hokage, c'erano Jin e Drey inviati da Suna e, seppure il Farset fosse molto contrario all'idea di averlo come alleato, Livinho. Dietro al Mitsukage, invece, c'erano Jack, appena tornato a Kiri, Bokuda e Zabuza. Gli altri ninja, anche alcuni semplici genin, erano stati messi nell'arena umana. Erano organizzati in piccoli gruppi, ognuno capitanati da un ninja. In particolare, vicini tra loro c'erano il gruppo capitanato da Walter, con Kenshi e June, ed il gruppo capitanato da Saruwatari, con Mai e Light Aburame.

    Silenzio.

    Qualcosa si mosse tra gli alberi, nella direzione in cui si apriva il semicerchio. Dalla vegetazione, lentamente, uscirono Madayoshi e Izanagi. Il primo aveva un portamento fiero, calmo, autoritario, come se si aspettasse di essere ricevuto come un re. L'altro procedeva a passo costante, ma, seppure il suo incedere potesse sembrare normale, si poteva avvertire qualcosa che non andava nel suo aspetto. I capelli erano lunghi e lasciati alle incurie, aveva vistose occhiaie ed i più attenti avrebbero notato le sue unghie lunghe e mezze rotte. Inoltre, per i sensitivi come Drey e Mai e per chi era in grado di vedere il chakra come Livinho, la forza portante era evidente come il sole in mezzo al cielo del deserto, tanto grande da sovrastare di gran lunga ogni altro senso. Il demone dentro Jack si agitò, iniziò a scalpitare come un bambino che spinge per uscire dal ventre materno. Anche lei era ansiosa di combattere, di andare contro quel demone.

    Le emozioni più varie si diffondevano tra i vari ninja. Paura, eccitazione, frenesia. Tra poco quello che sarebbe successo lì, forse, sarebbe passato ai libri di storia. Se, dopo quel giorno, fosse rimasto vivo almeno un essere umano per poterlo narrare.

    Madayoshi guardò negli occhi i due Kage. Il suo sguardo non rivelava ancora lo Sharingan. Nessuna corrente di chakra infastidiva i sensitivi. Era l'immobilità più totale. I Kage speravano ancora di poter fermare tutto con le parole. Altri, nelle retrovie, attendevano solo il momento in cui sarebbe iniziata la battaglia. Le emozioni dei due protagonisti, invece, erano ancora sconosciute.

    Intanto, il silenzio.



    CITAZIONE
    Sapete come funziona: un post a testa, non di più non di meno. Aprirò gli altri topic non appena tutti i partecipanti avranno postato qui. Cercate di farlo bene, potrebbe essere che decida il grado di difficoltà della vostra parte in base a quanto siete bravi e convincenti qui. Scrivete per bene come ci arrivate, perché ci arrivate, come rimanete in attesa eccetera. Quando tutti avrete fatto farò un ultimo post qui, in cui avverà lo scambio verbale tra Madayoshi, Izanagi ed i Kage. Dopodiché, ognuno nel suo.

     
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    Demone incendiario

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    Takumi
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    33.0 BANCO DI PROVA



    alfiere



    Era passata quasi mezz'ora da quando eravamo stati radunati e solo ora il kage si era palesato. Io ero in preda all'agitazione, sapevo che di lì a poco sarebbe successo qualcosa di spiacevole. E del resto quale altro motivo avrebbe avuto il capovillaggio per chiamare una decina di ninja regolari a rapporto, tra cui numerosi pezzi grossi del villaggio. Mi sentivo a disagio, fuori posto e questa sensazione si sarebbe acuita dopo il discorso del kage.

    -Bene, adesso che siamo tutti qui si può cominciare. Gravi notizie ci giungono dall'estero. Penso che molti di voi conoscano la leggenda di Madayoshi Uchiha e del portatore dell'Hachibi, Izanagi, sigillati da Konoha e Kiri. Purtroppo sembra che la leggenda non fosse altro che una storia vera, dimenticata nei meandri della storia. E cosa ancor più importante, ci giunge notizia che questi due leggendari shinobi sono riusciti ad "evadere" e adesso minacciano la stabilità di tutto il mondo. I due sopracitati villaggi hanno inviato richiesta di truppe a tutti i villaggi ninja. Il fatto che sia stata inviata anche a Oto può farvi capire quanto sia ritenuta pericolosa la situazione. Purtroppo le dimensioni ridotte del nostro villaggio ci permettono di contribuire solo in piccola parte, altrimenti la sopravvivenza di Takumi sarebbe messa a rischio. Voi undici siete la delegazione scelta per partecipare a questo possibile conflitto. La selezione è stata lunga e ragionata, voi siete quelli che meglio si adatterebbero ad una battaglia campale, come quella che sembrano aver progettato l'Hokage e il Mizukage. Pregherò per la vostra sopravvivenza, rendete onore al nostro villaggio e contribuite alla vittoria di questa insolita coalizione!-

    La stanza piombò nel silenzio. Nessuno fiatò per quasi mezzo minuto, tutti probabilmente assorti nei propri pensieri. Ci aspettava il fronte, la guerra vera e propria. Del resto che altro motivo avrebbe avuto il kage per mettere a rischio così tante risorse del villaggio, non tanto per quantità, quanto per qualità. Infatti erano stati chiamati alcuni tra i più importanti shinobi del villaggio, la cui defezione avrebbe messo in ginocchio l'intera Takumi. Ciò non faceva che acuire il mio disagio. Cosa diamine ci facevo io lì? Perchè mai tra tutti avevano chiamato me? Era forse un riconoscimento del mio valore? O ero solo carne da macello, uno dei sacrificabili? Non potevo certo chiederlo direttamente, mi sarei dovuto tenere questo dubbio.

    -Ok, la partenza è alle sette domani mattina. Vi verrà indicato solo allora la vostra esatta destinazione, che ancora non ci è stata comunicata. Oggi avete la giornata libera, quindi preparatevi al meglio! E adesso, se nessuno ha domande, rompete le righe!!-

    Ancora una volta piombò il silenzio nella stanza, nessuno dei presenti aveva domande. O perlomeno nessuno le palesò. Ci congedammo in fretta dal kage e poi ognuno prese la propria strada. Io mi diressi a casa mia, dove avrei controllato l'equipaggiamento da portarmi. Non ci misi molto, in fondo la mia dotazione standard la tenevo sempre con me. Unica modifica era l'utilizzo dell'equipaggiamento Bakuton, che in sostanza avrei utilizzato per la prima volta direttamente in guerra. Una volta sistemata la coppia di tubi, andai alla finestra e mi accesi una sigaretta, per accompagnare i miei pensieri.

    -Merda, questa non ci voleva, non ci voleva proprio... Andare in guerra proprio adesso... Però non ho scelta, non posso in nessun modo dire di no... Mi domando come sarà il nemico, se si è organizzato reclutando gente o se agisce da solo. Essendo probabilmente delle specie di mostri basterebbero da soli, ma in tal caso che senso ha sfidarli così in pieno giorno? Mi chiedo anche come possano considerarmi adatto ad una battaglia campale, uno come me, che diventa quasi inutile nel corpo a corpo. Ci avevo già pensato tempo addietro, io sono l'alfiere, pericoloso e sempre pronto a sfruttare le aperture create dai miei compagni per colpire da dietro, però privo del grande potenziale bellico di regine e torri e privo anche della duttilità e imprevedibilità del cavallo. Però pensandoci bene, questo si adatterebbe ad un esercito in cui sono tutti del mio livello o non molto più alto, in una battaglia come quella che si sta preannunciando non posso che recitare il ruolo del pedone. Non importa quello che pensano i vertici del villaggio, ne son sicuro ormai: su quel campo di battaglia io sarò solo semplice carne da macello, un soldatino che va lì a fare numero. Ma state pur certi che non mi farò uccidere! Io sopravviverò. Ho troppo da fare, non morirò in maniera così inutile! Sopravviverò, sopravviverò di certo...-

    Ero nervoso, ma riuscii più avanti a sbollire. Passai il resto della giornata nel totale ozio, con la mente finalmente svuotata. Era importante conservare le energie nervose per il giorno dopo. La mia vita dipendeva da quanto sarei stato lucido.
    La mattina dopo mi svegliai con calma e con altrettanta calma raggiunsi il luogo di ritrovo. Lì ci venne comunicato che ci saremmo radunati a Konoha e poi da lì avremmo raggiunto il campo di battaglia prescelto. Partimmo quasi subito e il convoglio si mosse in un continuo silenzio. C'era poco da dire, dopo tutto si stava viaggiando verso la guerra vera, anche se non era ancora ben chiaro di che tipo. Una volta raggiunto il villaggio della Foglia, ci venne richiesto nome e grado, poi ci fu indicato dove radunarci, dove si sarebbe deciso il nostro destino. Mi pare di aver capito che si trattasse di una specie di via di mezzo tra Kiri e Konoha, ma istintivamente non mi informai sull'esatto percorso che avremmo compiuto, preferendo seguire come un pecorone i miei compagni. La cosa funzionò e ben presto raggiungemmo la piana fatale. Questa stava venendo ancora liberata dagli alberi e cespugli, per renderlo un luogo adatto all'imminente battaglia. Nel tempo che rimaneva venimmo divisi in squadre. Con mia somma sorpresa mi fu assegnato il ruolo di caposquadra. Non mi sentivo pronto per tale incarico, ma non ebbi la forza di oppormi, anche perchè in quanto ordine l'opposizione sarebbe potuta essere equiparata a insubordinazione.

    -Ma per quale cazzo di motivo mi hanno messo capitano? Dio, è una responsabilità non da poco!! Dover garantire la sopravvivenza dei miei compagni, dover pensare ad una tattica, dover essere lucido per guidare e correggere gli altri. Ne sono in grado? Non credo di essere propriamente un leader nato, in più è la prima volta che sono in mezzo ad una guerra vera. Merda, è inutile farsi tutti 'sti problemi, non ho scelta che dare tutto me stesso. In fondo se poi vorrò fare davvero quello che ho pensato ultimamente, non posso certo tentennare di fronte ad una responsabilità del genere. Sarò la colonna della mia squadra, dovrò essere forte e risoluto. Posso farcela!! Questo sarà anche il banco di prova del mio futuro. Adesso tieni la testa alta e tira fuori gli attributi! Forza e coraggio!!-

    Inoltre, ulteriore sorpresa, mi furono assegnati come compagni di squadra, tra molti sconosciuti, due mie vecchie conoscienze, Light Aburame e Mai Yamanaka. Per prima cosa allora iniziai a cercarli e, una volta trovati, avrei fatto una specie di discorso d'inaugurazione. Scelsi di tacere sui miei dubbi e preferii cercare di sembrare almeno all'inizio un vero caposquadra, collaborativo ma risoluto. Parlai con tono sicuro e, pur non essendo un discorso preparato, le parole mi uscirono di bocca parecchio sciolte.

    -Bene, a quanto pare d'ora in poi noi tre saremo una squadra. Da adesso saremo tutti sotto la mia responsabilità e vi giuro che farò tutto ciò che in mio potere per ottenere la vittoria e soprattutto la sopravvivenza di tutti noi componenti. Da voi mi aspetto fiducia e la più totale collaborazione, in vista dell'obbiettivo comune. Adesso sarò lieto di accettare critiche e consigli, ma voglio che sappiate che la decisione finale spetta a me e che in battaglia dovrete seguire le mie indicazioni.-

    Il conoscere i due componenti della neonata squadra si sarebbe potuto rivelare un grande vantaggio. Infatti ero abbastanza certo della loro affidabilità e soprattutto di Mai conoscevo la grinta. E speravo anche che i due potessero avere fiducia in me.

    -Adesso, per prima cosa, gradirei condividere totalmente le informazioni tra di noi. Io dirò chiaramente le mie abilità e spero che facciate anche voi così, di modo da poter elaborare una tattica e da poter avere una maggiore visione di insieme in battaglia. Io posseggo, l'arte Bakuton, l'affinità agli elementi Doton e Fuuton e sono specializzato nell'uso di genjutsu, principalmente di disturbo. Come armi possiedo, oltre a kunai e shuriken, una katana e dei fumogeni, però il corpo a corpo è innegabilmente il mio punto debole. Adesso vi pregherei di condividere con me qualsiasi informazione utile. Qualsiasi informazione può essere provvidenziale...-

    Non molto sapevo di base sulle abilità dei miei due compagni, quindi avrei cercato di insistere per entrarne a conoscenza nella loro interezza. Una volta aggiunte queste conoscenze avrei iniziato a pensare ad una tattica di base, anche se non conoscendo il tipo di nemico questa aveva poco senso sul momento. Però era meglio così che arrivare digiuni di idee al momento clou.
    D'improvviso ci venne dato il segnale di pericolo imminente. I due nemici sarebbero arrivati tra poco. L'enorme esercito si dispose a semicerchio, appena dietro le due figure dei Kage di Konoha e Kiri, gli unici presenti, presumo. Mentre tutti attendevano l'arrivo del nemico, io ne approfittai per guardarmi intorno e osservare le facce dei miei compagni d'armi. Erano tutti volti tesi, impazienti o preoccupati. Non molto lontano dalla mia posizione notai Walter Heryul, che capitanava una squadra composta da Kenshi e da una ragazzina, e tentai anche di salutarlo con un cenno. Guardando bene notai anche delle vecchissime conoscenze, tra cui quel tale di nome Livinho e addirittura Drey Farset. Aveva il coprifronte di Suna e ciò mi fece dubitare per un attimo di essermi sbagliato. Se fossi sopravvissuto, magari avrei potuto chiedergli una rivincita per quel vecchio scontro al Torneo del Paese del Tè. In fondo lo consideravo ancora una specie di obbiettivo per me, anche se non mi era ben chiaro di che tipo. Ma questi miei inutili pensieri furono interrotti dall'improvviso silenzio totale che calò sul campo di battaglia. Improvvisamente qualcosa si mosse tra gli alberi davanti a noi e poco dopo ne uscirono due persone. Il primo aveva portamento regale, mentre il secondo aveva un'aspetto terribilmente trasandato. Sembravano un nobile accompagnato da un animale della foresta, da lui appena catturato. Erano molti tra i miei compagni d'armi ad essere scossi dal timore, molti altri dall'impazienza e dalla voglia di battaglia. Io, dal canto mio, ero calmo, quasi rassegnato. Ormai eravamo lì, non rimaneva che dare il massimo e lottare una volta di più per la vita.

    -Se non altro sono solo questi due mostri, non c'è nessun esercito di supporto. Questo rende la vittoria possibile, una superiorità numerica di questo tipo è un fattore anche contro gente del loro tipo, anche se non ho ben presente la portata dei poteri dell'Hachibi... Per adesso dubito che sia necessario un nostro intervento nell'immediato, quindi dobbiamo rimanere in attesa e valutare la situazione...-

    Il silenzio dominava incontrastato. Nessuno osava ancora fare niente. Solo dopo un po' ci sarebbe stato l'ultimo abbozzo di trattative. Essendo sicuro che le vie diplomatiche non avrebbero avuto successo, mi preparai mentalmente per la battaglia.
     
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  3. susuki
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    Kusa, Residenza della famiglia Kodachi.

    Lo zio bevve il suo bicchiere di liquore alle erbe tutto d'un fiato. Gli serviva per schiarirsi bene le idee, nonostante gli altri pensassero che così facendo avrebbe ottenuto l'effetto contrario.
    La sua nipotina, l'unica parente che possedesse, lo stava guardando con il suo solito ghigno furbo e sebbene sapesse che non avrebbe potuto fare nulla per convincerla a non andare, voleva sentire da lei le motivazioni che la spingevano a partire.

    Va bene, Ren. Ripeti tutto daccapo.

    Ho ricevuto la lettera, zio. Devo andare nel luogo indicatomi dal Kage. Anche Kusa deve aiutare gli altri Villaggi a fronteggiare la minaccia di quei due sannin.

    Ren era da poco diventata genin, giusto da qualche settimana, e lo zio non pensava che fosse pronta per una simile missione. Si trattava di un evento internazionale di portata storica... Qualcosa che avrebbe ridisegnato le sorti non solo di intere nazioni, ma del Mondo Ninja nel suo complesso. Persino lui che era solo un mercante lo capiva.

    E per quale ragione ci tieni così tanto a seguire le direttive del Kage? La tua inguaribile pigrizia dovrebbe portarti a fare tutt'altro.

    Ma entrambi sapevano che se qualcosa catturava l'attenzione di Ren nulla poteva convincerla a desistere. Era una giovane donna molto volubile, e le giovani donne di tal fatta potevano essere capaci di qualunque cosa per ottenere ciò che desideravano.

    Tanto qui non c'è niente da fare. Kusa è un mortorio e finora non mi hanno dato nessuna missione. Se resto ancora qui potrei morire di noia.

    Con quelle parole Ren voleva mascherare i reali motivi di tanto entusiasmo nei confronti di quella missione suicida, sopratutto per lei, che non sapeva quasi nulla del mondo né della vita di uno shinobi.
    Lo zio bevve altri due bicchieri e poi la congedò con un gesto di irritazione misto a preoccupazione, domandandosi per quale maledetta ragione aveva deciso di portarsi in casa un diavolo come lei.

    ***



    Kusa, Ponte del Cielo e della Terra.

    Siamo pronti? Vogliamo andare?

    Erano le prime luci dell'alba e la kunoichi dai lunghi capelli neri stava sistemando le ultime cose prima della partenza.
    Aveva detto di chiamarsi Zama e di essere stata incaricata dal Kage di coordinare la squadra inviata a Konoha. Era una chuunin fresca di promozione ma che alle spalle aveva numerose missioni portate a termine con successo. Il suo fisico robusto e i due spadoni che portava sulla schiena facevano pensare a un'esperta di taijutsu e sebbene non brillasse per simpatia e delicatezza era dotata di spiccate doti di leadership.
    Precisa e rigorosa, era sembrata tra i ninja presenti in quel momento a Kusa la più adatta per quel genere di incombenza.
    Quando aveva visto arrivare i suoi sottoposti, una ragazza dai capelli rossi e dallo sguardo furbo e un giovanetto magro e timido, si era chiesta se per caso il Kage non avesse bevuto un bicchiere di troppo quando aveva deciso chi mandare con lei.
    Tsume, il ragazzetto, non era riuscito a dire niente di sé. Aveva guardato il seno di Ren ed era arrossito, per poi tornare nel suo angolino in silenzio e a testa bassa.
    Quando il gruppo partì alla volta di Konoha, tutti loro sapevano che non avrebbero fatto ritorno tanto presto a Kusa, perciò continuarono a guardarsi intorno per riempirsi gli occhi del paesaggio natio, sperando di poterci tornare da vivi.

    ***



    La smettiamo di cazzeggiare?

    Zama non tollerava che si perdesse tempo. Il pasto doveva essere frugale e veloce, in modo da non rallentare la spedizione, e le ciambelle al cioccolato di Tsume non erano esattamente il cibo che si prestava a tale descrizione.
    Il poveretto fu costretto a ingoiarle tutte in pochi secondi, ottenendo di tossire come uno sciocco e di far irritare ancora di più la giovane chuunin.

    Ora ripartiamo, mezzeseghe.

    Ren non provava per la donna alcuna simpatia ma trovava che avesse ragione. In fondo però si stavano dirigendo verso un luogo dove probabilmente avrebbero perso la vita, tanto valeva sfruttare le poche occasioni ancora rimaste per fruire dei piaceri mondani.
    Il viaggio attraverso le foreste sembrava non finire mai ma tutti quanti sapevano che in meno di 12 ore sarebbero arrivati a destinazione. Anche perché Zama non tollerava che si sprecasse tempo a dormire per più di 5 o 6 ore.

    ***



    Il Villaggio della Foglia distava qualche kilometro dal luogo di incontro prestabilito. Il gruppo di Kusa fu uno dei primi ad arrivare con grande sorpresa di tutti e fu accolto dai ninja di Konoha con dell'acqua e con delle vivande calde.
    Uno dei ninja adibiti allo smistamento si rivolse alla caposquadra con risolutezza.

    Aspettate ulteriori indicazioni.

    I tre rimasero ad attendere accanto a un ragazzo che indossava dei buffi occhiali neri e Ren, incapace di trattenere un risolino, fu pesantemente redarguita da Zama.
    La giovane genin si guardò intorno confusa. Molte tende adibite ai ninja e ai viveri stavano per essere piantate intorno a loro e ancora c'erano dei lavori in corso per costituire una base vera e propria capace di ospitare gli shinobi venuti da tutto il mondo. Non stava più nella pelle all'idea di conoscere individui dalle strane e sconvolgenti abilità, guerrieri nati e cresciuti in paesi che lei ancora non aveva visitato, con storie e desideri diversi dai suoi.
    Non poteva trattenere l'eccitazione e perciò rimase a scrutare il campo in cerca di personaggi interessanti che potessero attirare la sua attenzione.
     
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    Demone scorza

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    Un pianetino lontano lontano........

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    Post per Mai, dopo Jack posto per Bokuda

    Negli ultimi giorni accaddero fatti che fecero letteralmente tremare il mondo intero. La guerra Yuki-Oto arrivò ad un punto di millimetrica parità e, proprio poco prima della grande battaglia campale che sarebbe stata l'atto finale, si balenò al mondo intero una nuova minaccia. Per Mai non c'era nulla di più terribile di una leggenda simile che diventasse realtà.

    Pazzesco, demoni. E io che davo per dubbia persino la loro esistenza.....

    Il comunicato della nebbia e della foglia giunsero ai quattro angoli del globo con una rapidità a dir poco disarmante. In pochissimo tempo fu presente un annuncio di quell'emergenza internazionale ad ogni piazza, angolo, via, abitazione, paese di provincia, crocevia, struttura pubblica e privata. Il pericolo doveva essere di proporzioni smisurate da costringere quei due potenti ed orgogliosi paesi persino al suono.

    A Oto! A Oto hanno chiesto aiuto! Chi se ne frega se rispondono o meno, io continuerò ad essere del parere che l'unico otiano buono è un otiano morto!

    In giornata venne convocata all'accademia, dove fu raggruppata assieme ad una decina di altri shinobi in un grosso spiazzo. A parlare, su un soppalco rialzato, c'era uno shinobi di rango abbastanza alto che diceva che loro facevano parte di un gruppo selezionato per andare ad aiutare gli altri villaggi in quella crisi mondiale. Mai non fu poi tanto sorpresa di essere inclusa in quella spedizione.

    E' la seconda volta che esco dal villaggio per una una missione in tutta la mia vita ed è la seconda volta che mi mandano, come carne da macello, in un conflitto internazionale in cui le probabilità di essere uccisa sono elevate. Perché dopo aver ottenuto il coprifronte non ho cominciato come i normali genin con delle stupide missioni di livello D?

    Interruppe i suoi pensieri quando la voce dello shinobi che gli stava facendo un discorso lungo un secolo si alzò improvvisamente.

    ... e mi raccomando, cercate di tenere alto il nome di Yuki! Domani, alle sei di mattina, ci ritroveremo qui per incamminarci verso il luogo dello scontro. Ora andate a riposarvi ed a prepararvi!

    Gli shinobi furono congedati. Mai accettò l'invito di tre genin suoi coetanei per andare a farsi una bevuta e passare un pomeriggio in tranquillità e godersi gli ultimi attimi di pace. Quando tornò a casa, in tarda serata, era mezza ubriaca ma già poteva sentire vicinissima la fine. Preparò con cura tutto il suo equipaggiamento: pulì diligentemente i fori d'aria nelle braccia, l'amplificatore, i kunai, la kusarigama, gli shuriken, gli shuriken ed il kaiken; preparò una tuta mimetica color terra assieme ad un largo mantello con cappuccio per il giorno seguente ed infine andò a letto, sprofondando, contro ogni previsione, in un profondo sonno privo di turbamenti.

    ***

    Il giorno dopo la spedizione di Yuki era già arrivata a Konoha ed era stata accorpata a quello che era una specie di "esercito della salvezza", composto da shinobi di ogni villaggio, Oto compreso, ed addirittura mukenin che si erano uniti alla causa per i più disparati motivi. Nonostante i villaggi avessero contribuito con quantità assai variabili di shinobi si poteva capire che chiunque temeva la nuova minaccia creatasi. Per tutto il viaggio Mai rimase chiusa in un mutismo assoluto, intenta ad "ascoltare" le aure degli shinobi attorno a lei ed a discernerne le varie differenze. C'era chi sembrava tranquillo ma in verità aveva un chakra agitato all'inverosimile, chi faceva il burlone per tirare su il morale agli altri ed era addirittura più tranquillo di quegli shinobi di alto grado che sembravano freddi come il ghiaccio ma sembravano sul punto di farsela sotto da come era tormentato il loro chakra. Per tutto il viaggio rimase col suo gruppo di Yuki, che era assieme ad una delegazione di Iwa, sebbene non avesse parlato con nessuno le faceva comunque piacere un po' di compagnia, un po' di calore umano che la facesse sentire meno sola.

    ***

    Una volta arrivata sul campo di battaglia rimase a bocca aperta. Era stata preparata un'immensa area deserta appositamente per lo scontro, a giudicare dall'agitazione degli altri shinobi presenti sarebbe stata una battaglia memorabile, sempre che qualcuno fosse riuscito a sopravvivere. Per un minuto dovette coprirsi gli occhi col coprifronte a gestire la saturazione sensoriale proveniente dalla percezione del chakra, non era abituata a sentire tutte quelle presenze agitate e di varia potenze e per poco non gli venne un gran mal di testa.

    Pazzesco, tutto questo casino per due sole persone? Sono forse dei Kami!?!?

    In meno di qualche minuto furono organizzati tanti piccoli gruppi per organizzarsi al meglio. Mai fu piacevolmente sorpresa quando incontrò Saruwatari e scoprì che era lui il suo superiore. Accettò molto volentieri quella decisione e fu molto speranzosa quando sentì lui parlare. Le sue parole riuscirono a dargli sicurezza.

    Bene, a quanto pare d'ora in poi noi tre saremo una squadra. Da adesso saremo tutti sotto la mia responsabilità e vi giuro che farò tutto ciò che in mio potere per ottenere la vittoria e soprattutto la sopravvivenza di tutti noi componenti. Da voi mi aspetto fiducia e la più totale collaborazione, in vista dell'obbiettivo comune. Adesso sarò lieto di accettare critiche e consigli, ma voglio che sappiate che la decisione finale spetta a me e che in battaglia dovrete seguire le mie indicazioni.

    Scoprì di essere poi in squadra con Light, appena lo vide Mai fu combattuta fra il desiderio di dargli un calcio nelle palle ed il dargli un pugno sul naso, ma si trattene.

    Adesso, per prima cosa, gradirei condividere totalmente le informazioni tra di noi. Io dirò chiaramente le mie abilità e spero che facciate anche voi così, di modo da poter elaborare una tattica e da poter avere una maggiore visione di insieme in battaglia. Io posseggo, l'arte Bakuton, l'affinità agli elementi Doton e Fuuton e sono specializzato nell'uso di genjutsu, principalmente di disturbo. Come armi possiedo, oltre a kunai e shuriken, una katana e dei fumogeni, però il corpo a corpo è innegabilmente il mio punto debole. Adesso vi pregherei di condividere con me qualsiasi informazione utile. Qualsiasi informazione può essere provvidenziale...

    Senza attendere oltre Mai procedette a condividere le sue di informazioni con gli altri membri del gruppo.

    Io invece di genjutsu non ci capisco nulla, ma prediligo il taijutsu sia con armi bianche, come katana e kusarigama, che in corpo a corpo e me la cavo discretamente bene coi ninjutsu. I miei elementi sono Suiton e Fuuton ed ho principalmente tecniche offensive. Possiedo l'abilità della percezione del chakra, che mi consente di rilevare il chakra pur senza fare ricorso ai cinque sensi normali. Posso comunicare telepaticamente e quindi fornire aiuto in caso di scarsa visibilità o di minacce multiple su più fronti.

    In seguito non dovettero attendere molto per la comparsa degli antagonisti della situazione. Uno rispecchiava fedelmente lo stereotipo dell'Uchiha borioso e pieno di sè mentre l'altro sembrava un disadattato proveniente da sotto un ponte, ma appena lo sguardo della ragazza si posò su di lui sentì una fitta alla testa. Se glie l'avessero chiesto avrebbe risposto, senza alcuna esitazione, che era proprio lui il pericolo maggiore. Ci avrebbe messo la mano sul fuoco, se l'apocalisse fosse partita sarebbe stato proprio quella specie di persona sotto le sembianze di un disadattato a farla iniziare. Rimase in attesa, in silenzio a gustarsi quegli ultimi secondi di quiete prima della tempesta, con gli occhi fissi sulle due figure in lontananza che avevano dato inizio a tutto; la mano destra lungo i fianchi e la sinistra ad accarezzare il manico della katana.

    Ti prego stai attento Saruwatari.....

    Edited by doublejack - 6/2/2012, 20:49
     
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    Nel terzo pianeta del Sistema Solare della galassia detta Via Lattea

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    Il Kazegake aveva convocato i migliori ninja del villaggio di Suna per riferire loro qualcosa di molto importante. Anche io sarei dovuto essere lì se non fosse che poco prima che arrivasse il messaggero a casa mia avevo litigato violentemente con i miei genitori ed ero uscito di casa senza lasciare detto dove mi stessi dirigendo per sbollentare la rabbia, anche se il deserto non era proprio il posto migliore per raffreddare i bollenti spiriti.
    Quando finalmente il Genin incaricato riuscì a rintracciarmi mi fece una predica sul fatto di non essere rintracciabile nonostante i miei doveri da shinobi mi imponessero di rispondere immediatamente dal Kage; non ero dell'umore adatto a discutere con un ragazzino come quello e fu solo per merito del mio carattere mite che non lo mandai a quel paese.
    Arrivato all'ufficio di Marai-sama dovetti sorbirmi nuovamente la predica per non essermi presentato all'istante, ma inventandomi una scusa plausibile evitai eventuali punizioni; lo sguardo di Marai-sama era particolare, era uno sguardo serio ma allo stesso tempo preoccupato, uno sguardo che mi ricordava una brutta esperienza anche se non ricordavo a cosa fossero collegati quei ricordi.

    Poco dopo la fine della guerra sul fronte Yukese il demone a otto code si è fatto vivo dopo parecchio tempo dalla sua "scomparsa", il portatore dell'otto code, Izanagi, è affiancato da un potente membro del clan Uchiha, Madayoshi. Se tu avessi letto la lettera che ti avevo inviato sapresti che quei due ninja rappresentano un pericolo mortale per tutto il mondo ninja, se non venissero fermati potrebbero distruggere ogni città esistente. Per questo motivo Heryul dovrai partire per...

    No.

    Interruppi il discorso del Kazegake con tono deciso, anche se gli occhi furiosi di Marai-sama mi suggerivano di restare in silenzio e fare finta di non aver detto nulla, presi coraggio e proseguii.

    Non andrò in guerra, non tornerò in quell'inferno che ho già vissuto. Ci sono altri ninja molto più capaci di me che proteggerebbero la nostra patria meglio di me; so che sembra un'insubordinazione ma preferirei ritornare all'accademia che combattere nuovamente in una guerra.

    STUPIDO NINJA ARROGANTE!

    Gridò furioso il Kage, calmandosi subito dopo e facendo cenno alle guardie che erano entrate che era tutto a posto. La porta si richiuse alle mie spalle e per un attimo calò il silenzio, poi il Kazekage riprese il suo discorso.

    Non ti ho chiesto se vuoi partire, ti ho ORDINATO di partire per supportare le nazioni che ci hanno inviato una richiesta di aiuto. Non credo ti abbia capito bene la gravità della situazione: se non fermiamo quei due mostri, quelli distruggeranno l'umanità. E loro a differenza tua non disdegnano affatto le guerre; sbaglio o eri diventato ninja proprio per proteggere gli innocenti indifesi? E adesso mi dici che te ne vuoi lavare le mani e lasciare fare agli altri?!

    Touché. Non avevo modo di obbiettare a quello, conoscendomi abbastanza bene Marai-sama aveva capito come convincermi.

    Senza contare che pare ci sia bisogno di qualunque tipo di rinforzo, anche i Genin sono stati mandati in guerra. Jin Shinigami e Drey Farset, i due migliori ninja del nostro villaggio, sono già partiti; manchi solo tu dato che eri irrintracciabile. Torna a casa tua e preparati nel minor tempo possibile, se dovessi scoprire che hai disertato ti punirò personalmente... e adesso VAI!

    Uscii di corsa tornando a casa per preparare il necessario ad una guerra, la cosa più difficile forse era proprio rientrare a casa; dopo aver litigato con i miei genitori dovevo adesso dir loro che sarei dovuto partire senza sapere se sarei mai tornato. Mentre mia madre piangeva scongiurandomi di non partire dovetti preparare le varie armi e i vari tonici per la battaglia, mio padre non disse nemmeno una parola per tutto il tempo e la cosa mi preoccupò ancora di più; arrivato sull'uscio di casa mio padre mi guardò negli occhi dicendomi:

    Io credo in te, parti senza preoccupazioni, noi ti aspetteremo qui.

    Trattenendo a stento le lacrime mi voltai iniziando a correre, sia per sfogare la rabbia di non poter far altro che andare in guerra sia per arrivare in tempo al luogo di ritrovo.


    Raggiunsi un punto situato tra Kiri e Konoha, luogo stabilito come ritrovo per tutti gli shinobi che avrebbero fermato l'avanzata di quei due mostri; mi chiesi perché mai li definissero in tal modo e più tardi avrei capito da solo il motivo, nell'accampamento che era stato preparato venni a conoscenza del fatto che eravamo stati divisi in piccoli gruppi e grazie al titolo di Jonin che mi ero guadagnato da poco ero stato messo a capo della mia squadra, mi guardai attorno per cercare i miei compagni di squadra: erano due Genin, uno di Yuki e una di Kiri. Nel cercare incontrai qualche volto familiare, anche Saruwatari e Mai si trovavano lì, avrei voluto salutarli entrambi ma la tensione del momento mi aveva tolto la voce; in quel momento anche l'allegro e gentile Walter Heryul non riusciva a pensare ad altro che all'imminente sfida che lo attendeva. Cercando per l'accampamento trovai i due Genin che mi avevano descritto, con mia grande sorpresa uno dei miei compagni di squadra era Kenshi e mi chiesi come mai non ci fossi arrivato prima ascoltando la sua descrizione.

    Allora ci sei anche tu.

    Dissi con un sorriso amaro sul volto, anche se ero preoccupato era mio dovere di caposquadra infondergli fiducia per quanto male sapessi mentire; cercai anche l'altro membro del nostro gruppo e iniziai i preparativi per la battaglia.

    Sono Walter Heryul, Jonin di Suna. Voi due siete in squadra con me e per questo è mia responsabilità farvi sopravvivere a qualunque cosa succederà fra poco. Però per farlo ho bisogno di quante più informazioni possibili su di voi, in particolare: le impronte di chakra che possedete, eventuali abilità innate, se avete stretto un patto di sangue con qualche creatura e quali armi possedete. Inoltre qualunque altra informazione vi possa sembrare utile fornirmi sarà ben accetta.
    Io posseggo il Chakra Fuuton e Suiton, posso manipolare l'acqua e congelarla al contatto ed evocare draghi, per quanto riguarda le mie armi sono quelle che vedete...
    - dissi riferendomi alla spada e allo scudo sulla schiena e ai due Tekken e al alla cintura- più una ventina di shuriken e una decina di kunai. Se avete domande vi conviene farle prima che sia troppo tardi.

    Ascoltai le loro risposte, di Kenshi conoscevo già abbastanza quindi avrei dovuto memorizzare poche cose nuove; poco dopo venne dato l'allarme che indicava l'avvicinarsi dei nostri nemici. Guardandomi un'ultima volta attorno per osservare come si comportavano gli altri ninja incrociai lo sguardo con Saruwatari, il ninja di Takumi mi salutò con un cenno, gesto che ricambiai accompagnandolo con un "in bocca al lupo" detto a fil di voce sperando che sapesse leggere il labiale; guardando meglio notai anche Mai e Light, miei vecchi compagni di guerra, se fossimo sopravvissuti avrei tanto voluto parlare con loro un'altra volta. Scacciai tutti i pensieri più cupi che avevo cercando di mostrarmi sicuro di me per incoraggiare i miei compagni di squadra, dovevo concentrarmi sui nemici che stavano arrivando. Sentivo l'enorme potere del demone a otto code e mi chiesi se il monocoda che risiedeva a Suna avesse un potere simile; presi coraggio e mi rivolsi ai due Genin, questa volta ero io a dare gli ordini e un mio minimo errore avrebbe compromesso anche la loro vita.

    Restatemi vicino, in caso di pericolo rimanete dietro di me. Giuro sulla mia stessa vita che ne usciremo vivi, tutti e tre.

    Mi resi conto solo dopo qualche secondo della piccola contraddizione nel mio giuramento, ma non era il momento di pensare alla retorica. I tanto temuti shinobi erano arrivati.
     
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  6. Zabuza_momochi
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    Le cinque del mattino, la neve ed il freddo spadroneggiavano su una Kiri ancora assopita in un dolce e caldo sonno. Non tutti però avevano il lusso di dormire quel giorno.
    Fa presto, avvisa tutti i ninja di grado elevato; voglio gli elementi più forti qui nel mio studio. Io ora vado a sdraiarmi dieci minuti, non ce la faccio più...
    Agli ordini Mizukage-sama.
    Le sei del mattino. Un timido ed infreddolito sole faceva capolino da dietro le montagne innevate del Paese dell'Acqua. Io mi ero appena alzato per allenarmi come al solito.
    Chiusi la porta di casa alle mie spalle,assaporando tutto il gelo invernale che rinvigoriva i miei muscoli; feci per imboccare il sentiero lungo il bosco, quando una voce trafelata mi bloccò.
    Zabuza-senpai...Zabuza-senpai la prego si fermi...anf...anf...
    Voltai il capo per guardarlo e dissi con il solito tono:
    Che c'è...
    Il Mizukage ha chiamato a rapporto tutti i ninja di grado elevato, i migliori nel suo studio... siamo in stato di massima allerta.
    Massima allerta?? D'accordo vado....grazie dell'informazione...
    Niente Allenamento a quanto pare. Chissà che cosa sta succedendo....
    Corsi verso gli uffici del Kage con andatura normale. La città ancora dormiva, tranne le drogherie e i giornalai che scaricavano le loro prime merci fresche, nessuno si immaginava quello che stava per accadere, nemmeno io che quella mattina ero abbastanza tranquillo.
    In pochi minuti raggiunsi l'ufficio del Mizukage, quando vi entrai trovai già Senshide e un altro Sp. Jonin.
    Zabuza... bene... manca solo Jack...
    Il Kage era visibilmente stanco, con delle profonde occhiaie e teneva una fumante tazza di caffè.
    Lanciai un'occhiata d'intesa a Senshide, come per salutarlo, abbozzando un sorrisetto.
    In quel momento ci raggiunse Jack Kaguya e altri due ninja.
    Bene... siamo tutti. Signori... abbiamo poco tempo, per cui verrò al sodo.
    Ho dichiarato lo stato di massima emergenza perchè ci troviamo sotto la minaccia di Madayoshi Uchiha e Izanagi, i due della leggenda dell'Hachibi. Si sono liberati dal confinamento in cui il mio predecessore li aveva spediti, e penso che ci tengano molto a vendicarsi di ciò su tutti noi.
    Jack e Zabuza, voi avete incontrato l'Uchiha a Oto, quando siete andati a recuperare i rotoli; Senshide penso tu sappia di lui in quanto membro del tuo clan.
    Bene, dobbiamo muoverci in guerra contro di loro. Tutti i villaggi hanno risposto alla chiamata,persino Oto, il che significa che la situazione è assai grave. Noi e Konoha saremo i reparti più grandi; il punto di riunione è in un luogo a metà strada fra i nostri villaggi.
    A voi affido il comando di alcuni battaglioni. Avete un'ora di tempo per prepararvi, poi ci ritroviamo tutti al cancello principale, partiremo in guerra!! Le squadre sono già state decise, vi aspetteranno al cancello. Potente andare, ci vediamo dopo.

    Mh...
    Esco reduce da una guerra... ed eccone subito un'altra. Perfortuna che mi sono rimesso, o sarebbero stati guai.
    Guardai il braccio sinistro, sospirando e sperando che non mi avrebbe dato problemi durante la battaglia.
    Il primo pensiero che mi colpì uscito dal palazzo fu per Hachiko e Mia. Mi diressi subito da loro, per salutarle.
    Zabuza...
    Già, in piedi??
    Io si, ho molte faccende da sbrigare prima di raggiungere Onaga-sama; Mia ancora dorme.
    Ancora da quello sfruttatore vai a lavorare??Oggi non ci andrai, oggi tu e Mia andrete a stare da me, siamo in stato dall'erta e forse subiremo un tremendo attacco, per questo parto per la guerra.
    Di nuovo?? No, non è possibile... non puoi andare. Se dovesse capitar..
    Hachiko piantala, lo sai che non mi succederà nulla, al massimo qualche osso rotto, me la caverò come a Yuki, non posso non andare, cerca di capire.
    La donna non aggiunse altro, comprendendo il mio dovere ma rimando profondamente triste e taciturna. Io andai, invece, verso Mia che dormiva beata nel suo letto, stringendo la bambola che le regalai molto tempo fa. Sorrisi e le accarezzai con tutta la delicatezza che potevo, la fronte, spostandole i neri capelli. Sospirò, come se un brivido di freddo si fosse insinuato sotto le coperte. Mi voltai subito verso Hachiko e dissi con tono duro.
    Hai mezz'ora di tempo per preparati, tu e la piccola, venite a stare da me per questo periodo, io non ci sarò quindi problemi non ce ne sono. Questo è quanto, non voglio sentir ragioni.
    La donna non potè nulla, ed accetto le mie condizioni.
    Ora vado. Dissi e baciai la guancia della donna accarezzandole il volto.
    Fa attenzione...
    Mi voltai e le sorrisi al modo mio facendole un cenno di saluto con la mano.

    Al Cancello principale
    Bene, ci siamo tutti possiamo metterci in marcia, arriveremo all'accampamento dopo mezzodì. AVANTI!!!
    Al comando del kage ci muovemmo verso il fronte. I volti dei ninja erano tesi, impauriti;pochi erano determinati, probabilmente solo i veterani.
    Il sole stava già riscaldando l'aria gelida quando cominciammo a marciare; feci un cenno alla mia squadra, composta da una decina di persone, maggiormente Chuunin, qualche Genin e pochi Jonin più esperti. Durante il viaggio non volò una parola, erano tutti presi e concentrati sulla futura devastante battaglia.
    Io, da canto mio, avevo la mente sgombra; ricordavo quell'Uchiha, ne avevo da subito avvertito la potenza, e bramavo di misurarmi con lui, come al solito.
    Giungemmo al campo nel primo pomeriggio, e vidi che la zona era stata ampiamente disboscata. Da un lato vi erano gli accampamenti militari, con tende e vettovaglie. C'era un gran via vai di shinobi, in molti avevano risposto alla chiamata. Pensai che sicuramente avrei incontrato qualche conoscenza: Jin, Drey... quel traditore di Livinho,lo speravo, volevo dargli una lezione che non avrebbe dimenticato per come ci piantò in asso, dandoci in pasto ai ninja di Oto...
    Accampati su una collinetta sul lato ovest del campo, ci vennero dati trenta minuti di tempo per prepararci, ordinai al mio gruppo di rompere le righe e di raggrupparsi davanti la mia tenda fra venti minuti. Io avevo ricevuto l'ordine dal Kage di controllare le armi e qualche postazione strategica.
    Il silenzio era rotto solamente dallo scalpitio dei soldati in marcia., quando ecco l'adunata: il nemico era stato visto a meno di un chilometro dal campo, era giunto il momento di schierarsi.
    Io, con la mia squadra, ero dietro al Mizukage assieme a Jack con la sua e Bokuda.
    Il silenzio regnava, un silenzio asfissiante, pesante e denso.
    Parlai alla mia squadra.
    Ci siamo gente... Nin ho grandi ordini da darvi. Soprattutto ai Genin, prestate ascolto soprattutto ai Jonin.Tu, sarai il mio secondo.
    Voialtri ragazzini state nelle retrovie, il lavoro sporco lo faremo noi con l'esperienza; se non mi trovate sul campo o vedete che mi allontano, non seguitemi, ne va del vostro bene, affidatevi al ninja più alto di grado che vi sta vicino.
    Vi voglio attenti veementi e senza paura, ricordate che la paura uccide. Mascherate il terrore con la brama di sangue, annientate pensieri e paure con il freddo acciaio delle vostre katane. Desti, vi voglio desti... e ricordate che chi sopravvive oggi, avrà un posto nei libri di storia!!!

    Dissi voltandomi e guardando loro con intensità.
    Ad un tratto ecco apparire dalla boscaglia due figure, una curata, di aspetto regale, l'altra malconcia e trasandata.
    Dunque ci siamo...
    Ci si vede sul campo... vedete di non crepare...
    Dissi rivolgendomi ai presenti tenendo gli occhi fissi, quasi sbarrati, sulle due figure, mentre la mia mano aveva già sfoderato la Tagliateste, senza che me ne rendessi conto.
    Era questione di secondi.
     
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    Demone incendiario

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    Kiri
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    Dai tuoi incubi peggiori...e oltre. Mai stato nella testa di un folle?

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    Non avevo dormito bene quella notte. Degli incubi non molto piacevoli erano penetrati nella mia testa, e nonostante non fossi andato a dormire troppo tardi, mi ero svegliato molto presto quella mattina. Una cosa insolita per me, che mi ero ormai abituato a dormire fino a tardi e svegliare quando mi pareva. Con indosso solo i calzoni, mi scosai un poco da Jill, che dormiva profondamente nel nostro letto. Situazione probabilmente equivoca quella, ma la stanza che ci avevano dato aveva un letto matrimoniale e uno singolo, e per forza di cose, Koykiri avrebbe dovuto dormire su quello singolo. Jill diceva che lui faceva le scoregge, e non voleva dormire con un puzzone. Faceva ridere quella scena, ma i miei pensieri adesso erano altri. Mentre mi vestivo in silenzio, guardavo la piccola Jill che dormiva beatamente, con quel piccolo viso d'angelo che aveva sempre.

    E così bella mentre dorme...mi chiedo se ho fatto bene a portarla qua...spero che Koy-kun la protegga a dovere...

    Erano circa le sei e pochi minuti, quando, vestito abbastanza bene, uscii di casa per andare a fare un giro. Da li a poco, un chuunin che non avevo mai visto si avvicino a me con aria preoccupata

    Mi scusi, lei è Jack Kaguya?

    mh?

    Lo guardai per qualche secondo, con le mani in tasca, e alla fine annuii

    Si, sono io, che c'è?

    Il Kage la manda a chiamare, dice di andare nel suo studio...siamo in stato di massima allerta...

    Mi manda già a chiamare? La situazione deve essere veramente grave, se chiede addirittura il mio aiuto...

    Va bene ragazzo, grazie mille.

    Andando abbastanza di fretta, cominciai ad andare verso il palazzo del Kage. Non ci misi più di cinque minuti, e assieme arrivarono un altro paio di shinobi, probabilmente jonin.
    Arrivati nel suo ufficio, salutai tutti i presenti con un gesto del capo. Evitai di inginocchiarmi come ai vecchi tempi, non c'e n'era bisogno, e non ne avevo nessuna intenzione.
    Il Kage cominciò a parlare subito dopo, con un evidente faccia stanca.

    Bene... siamo tutti. Signori... abbiamo poco tempo, per cui verrò al sodo.
    Ho dichiarato lo stato di massima emergenza perchè ci troviamo sotto la minaccia di Madayoshi Uchiha e Izanagi, i due della leggenda dell'Hachibi. Si sono liberati dal confinamento in cui il mio predecessore li aveva spediti, e penso che ci tengano molto a vendicarsi di ciò su tutti noi.
    Jack e Zabuza, voi avete incontrato l'Uchiha a Oto, quando siete andati a recuperare i rotoli; Senshide penso tu sappia di lui in quanto membro del tuo clan.
    Bene, dobbiamo muoverci in guerra contro di loro. Tutti i villaggi hanno risposto alla chiamata,persino Oto, il che significa che la situazione è assai grave. Noi e Konoha saremo i reparti più grandi; il punto di riunione è in un luogo a metà strada fra i nostri villaggi.
    A voi affido il comando di alcuni battaglioni. Avete un'ora di tempo per prepararvi, poi ci ritroviamo tutti al cancello principale, partiremo in guerra!! Le squadre sono già state decise, vi aspetteranno al cancello. Potente andare, ci vediamo dopo.


    Madayoshi...finalmente ti sei mostrato a tutti...oggi è il giorno della resa dei conti...

    Aspettai che tutti fossero usciti, e prima di farlo anche io, dissi al Kage:

    Non mi interessa nessun battaglione da comandare, io agirò da indipendente, non darò ordini e non ne prenderò. Sono qui per uccidere Madayoshi e vendicare la morte di un mio compagno, del resto non me ne frega niente, una volta compiuto la mia missione, starà a voi decidere della mia vita.

    Non aspettai neanche la risposta del Kage, me ne andai l'istante successivo del termine della mia frase. Il mio cuore batteva a mille, sia per paura che per adrenalina. Quella giornata sarebbe stata la giornata più importante di tutta la mia vita, avrei potuto uccidere il più pericoloso mukenin della storia, e ciò mi dava la forza per tutto. Una volta tornato a casa in fretta e furia, notai che Jill stava ancora dormendo, stavolta prendendosi tutto il letto per sè. La guardai qualche secondo ancora, e sospirai. Non avrei scritto nessun biglietto, non avrei espresso il mio ultimo addio. Non volevo che lei sapesse, non volevo che lei soffrisse. Se fossi morto in battaglia, lei lo avrebbe scoperto per ultima.

    Mi dispiace Jill...ci sono cose che non si possono evitare...ma ti prometto che farò di tutto per tornare vincitore...

    Una volta preso tutto il necessario, mi misi anche la tunica e la maschera da corvo e uscii di casa, chiudendo la porta di casa nuovamente in silenzio.

    Che gli Dei mi assistino...

    Quando fu l'orario, io e molti altri ninja ci ritrovammo al cancello principale, con il Kage in prima fila

    Bene, ci siamo tutti possiamo metterci in marcia, arriveremo all'accampamento dopo mezzodì. AVANTI!!!

    In silenzio, assieme a tutti gli altri, cominciammo a muoverci verso la destinazione finale, dove avremmo combattuto una delle battaglia probabilmente più intense della nostra vita. Ero agitato, molto, ma fortunatamente con gli abiti che avevo indosso, nessuno se ne poteva accorgere, solamente io. Viaggiavo in silenzio con tutti gli altri, e vidi che quasi tutti, a parte pochi, erano visibilmente tesi. Comprensibile dopotutto, non stavamo andando a fare una scampagnata...

    Quando finalmente arrivammo a destinazione dovemmo aspettare ancouan un'ora circa per vedere il nostro nemico. In questo periodo di tempo, mentre tutti si accampavano, io stavo sopra una roccia, immobile, e pensare ed aspettare. Fino a quando finalmente, il nemico giunse. A nulla servirono le parole di Zabuza. A me non servivano, mi serviva solo combattere e vincere.
     
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  8. .|Ye|.
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    L'orologio sulla parete dell'ufficio segnò le sei.
    Suigetsu aveva chiesto presenza ai migliori shinobi del villaggio ed io ero stato il più svelto a precipitarmi sul posto.
    Adesso stavo seduto in un angolo della stanza a giocherellare con un kunai, in attesa che arrivassero gli altri. Il Kage non aveva ancora detto una parola da quando ero arrivato, ci eravamo scambiati solo un'occhiata d'intesa. La situazione era infatti preoccupante e non era difficile notare le occhiaie sul volto di Suigetsu, anche se sembrò rinfrancarsi nel vedermi arrivare presto e nel vedermi così incredibilmente calmo come sempre.
    Passarono altri minuti.

    Manca ancora un mucchio di gente... e il tempo stringe..

    Accennò a delle parole proprio con l'arrivo del secondo, che come me era un jonin del villaggio. Ci scambiammo i saluti e anche lui si appostò da qualche parte per aspettare.
    Passò un altro minuto, tempo riempito solo dal tichettìo della lancetta e dalla figura di un kage che sorseggia con ansia la propria bibita fumante, impotente di fare qualsiasi altra cosa.

    Zabuza... bene... manca solo Jack...

    Nell'istante in cui comparve la possente figura del demone di Kiri, il kage si alzò dalla propria postazione rimanendo così in piedi con le mani sulla scrivania.
    Zabuza mi lanciò subito un'occhiata d'intesa a cui risposi con un cenno della mano e un piccolo sorriso.
    L'ultimo ad arrivare fu Jack, che comparve un paio di secondi dopo l'arrivo di Zabuza, accompagnato da un saluto generale.
    Per la prima volta mi trovavo insieme agli shinobi più forti del villaggio. A dei veri mostri sacri senza eccezione alcuna. Fu una bella sensazione per me, visto che ero anche il più giovane del gruppo. Facevo senza dubbio la parte del cosiddetto ultimo arrivato, anche se ero arrivato per primo, e nonostante tutto c'era quel forte rispetto reciproco che non te lo faceva pesare affatto.

    Bene... siamo tutti. Signori... abbiamo poco tempo, per cui verrò al sodo.
    Ho dichiarato lo stato di massima emergenza perchè ci troviamo sotto la minaccia di Madayoshi Uchiha e Izanagi, i due della leggenda dell'Hachibi. Si sono liberati dal confinamento in cui il mio predecessore li aveva spediti, e penso che ci tengano molto a vendicarsi di ciò su tutti noi.
    Jack e Zabuza, voi avete incontrato l'Uchiha a Oto, quando siete andati a recuperare i rotoli; Senshide penso tu sappia di lui in quanto membro del tuo clan.
    Bene, dobbiamo muoverci in guerra contro di loro. Tutti i villaggi hanno risposto alla chiamata,persino Oto, il che significa che la situazione è assai grave. Noi e Konoha saremo i reparti più grandi; il punto di riunione è in un luogo a metà strada fra i nostri villaggi.
    A voi affido il comando di alcuni battaglioni. Avete un'ora di tempo per prepararvi, poi ci ritroviamo tutti al cancello principale, partiremo in guerra!! Le squadre sono già state decise, vi aspetteranno al cancello. Potente andare, ci vediamo dopo.


    Dovevo ammettere che la decisione del kage mi stupì. Pensavo mi avrebbe affidato un compito da svolgere individualmente, magari stando alle direttive di Jack o Zabuza o come loro vice, ed invece mi aveva assegnato un intero battaglione. Un intero battaglione. Non avevo mai diretto un intero battaglione!
    In quel momento mi apparirono le immagini e i lontani ricordi della battaglia contro Konoha, una battaglia che non era mia, una battaglia affrontata da semplice ragazzo, un ragazzo che non sente il peso delle responsabilità.

    Non sarà facile.

    Fu la prima cosa che pensai dopo i mille pensieri frenetici sulla decisione del Kage. Non sarà facile. L'ora concessa mi sarebbe servita per trovare la mentalità giusta, per trovare la concetrazione necessaria a svolgere un compito così importante in una situazione così delicata.
    In quel momento restai solo con il kage, tutti gli altri si erano già congedati. Perfino Jack che dopo aver rifiutato la proposta del kage non rimase neanche ad ascoltare la risposta.

    Non posso credere che abbiate affidato un intero battaglione ad uno squilibrato come me... non posso proprio crederci.

    Per la serie, la reazione del kage fu inaspettata; le mie solite parole sfacciate sembrarono sollevarlo e per questo mi concesse un sorriso. Un piccolo grande sorriso. Un gesto che mi aveva fatto capire molte più cose che non esprimendole a parole.

    Sciocco marmocchio, vai a prepararti...


    ***

    Fu così che dopo un'ora ci ritrovammo riuniti al cancello principale.
    Tutti erano compatti e pronti a partire al segnale del kage, alcuni erano un po' tesi e pochi altri parevano determinati. Io ero calmo e concentrato, con un velo di eccitazione per la battaglia imminente.
    Ovviamente non dimenticai di dare uno sguardo al gruppo che mi era stato assegnato: era formato per lo più da una decina di persone, tra un altro jonin e un misto di chuunin e genin. Notai che tutti i gruppi erano stati studiati in modo tale da avere un dato equilibrio di forze. Proprio un brutto lavoro quello del kage.

    Bene, ci siamo tutti possiamo metterci in marcia, arriveremo all'accampamento dopo mezzodì. AVANTI!!!

    All'ordine del mitsukage ci muovemmo in silenzio verso il punto strategico, dove ci saremmo riuniti con il resto delle forze. Non mi sarei stupito di incappare in volti conosciuti, la cosa straordinaria più che altro sarebbe stata vedere shinobi di tutti i villaggi collaborare per una causa comune. Avevo sentito che perfino Oto era stata chiamata a partecipare, incredibile.
    Giunti sul luogo trovai proprio quello che mi aspettavo, un bordello di gente già riunita e una varietà di accampamenti sparsi ai lati del campo disboscato.
    Tutti i gruppi del nostro villaggio si accamparono in una collinetta nel lato ovest, dove ci vennero concessi trenta minuti di preparazione, in cui il kage diede gli ultimi ordini ai comandanti, assegnando i compiti a ciascun battaglione.
    A me e al mio gruppo era stato chiesto di concentrarsi su Madayoshi, quindi spesi quasi tutto il tempo disponibile per preparare al meglio la mia squadra, riunendo tutti nella tenda.

    Bene gente, alcuni di voi forse troveranno singolare vedere uno sfrontato simile a comando della squadra.

    Tutti i presenti si misero a ridere nonostante la pressione dell'imminente battaglia.

    Il nostro obiettivo è uno solo: Madayoshi, uno shinobi leggendario che non c'è neanche il bisogno di dire quanto sia pericoloso. Uno shinobi capace di uccidere qualcuno senza nemmeno doversi muovere. Un ninja pressoché invincibile.

    Un velo di tensione e timore pervase gli astanti.

    Quando ero un marmocchio che si allenava in dojo con dei pezzi di legno, il maestro mi disse questo: "Se conosci il nemico e conosci te stesso, nemmeno in cento battaglie ti troverai in pericolo. Se non conosci il nemico ma conosci te stesso, le tue possibilità di vittoria sono pari a quelle di sconfitta. Se non conosci né il nemico né te stesso, ogni battaglia significherà per te sconfitta certa."
    Ecco, ho fatto di queste parole una mia filosofia, ora voglio che anche il gruppo segui questa filosofia. PER VINCERE.


    Ognuno di loro sembrò rinvigorirsi dopo il discorso e per questo passai subito alla seconda parte del discorso, spiegare come affrontare il nemico. Quali sono i suoi punti di forza e i punti deboli. Cosa fare e non fare. Come agire. Sebbene il discorso fosse immensamente noioso tutti quanti ascoltarono con attenzione ogni singola parola e alcuni si misero pure a farmi domande. La fiducia che avevano in me era visibilmente aumentata in questi dieci venti minuti di raduno. Per la prima volta forse mi vedevano tutti come tale: un comandante.
    Dedicai l'ultima fetta di tempo per capire le potenzialità del gruppo e quindi di ogni elementi che lo componeva. Volevo fare in modo che ognuno di loro avesse un compito ben preciso da svolgere, che ognuno di loro si sentisse importante, che ognuno di loro agisse per la squadra e non per se stesso. Volevo prepararli a vincere. A vincere come squadra.

    ***

    I minuti volarono e senza rendercene conto eravamo già pronti per iniziare a combattere. In quei momenti regnava il silenzio, tutti erano impegnati a scrutare l'arrivo dei nemici. L'unico che disse qualcosa fu Zabuza, che a suo modo cercò di caricare i suoi, anche se poi tutti quanti ebbero modo di sentirlo. Notai anche Jack, che stava immobile su una roccia a scrutare in lontananza. Mi fu chiaro quale fosse il suo scopo, vendicare la morte del proprio compagno. Io rispettavo questo suo obiettivo, ma non lo condividevo, avevo smesso con le vendette e le rimurginazioni.
    Ci furono altri minuti di tensione mascherata nel silenzio prima di vedere comparire l'atteso nemico. Un nemico composto da due figure. Squadrai con la coda dell'occhio il tizio dal portamento regale, che portava appresso i simboli del mio stesso clan. Dell'altro invece non mi curai più di tanto, in quel momento non mi interessava.
     
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    Pentirmi dei miei peccati prima di morire?

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    Ancora una volta mi trovavo nel suo studio. Aspettandolo, mi guardai intorno, stanco di essere lì. Ultimamente, ero un po' stanco in tutto, ma quel giorno lo ero tremendamente. I miei occhi stavano aperti a fatica, ma non mi sarei mai permesso di sbadigliare. Nemmeno in privato. Quindi il mio sguardo vagò per la stanza, fino a fermarsi su due spade gemelle, una nera e una bianca.
    Non provarti a rubarle, Spadaccino.
    Sa benissimo che non è nel mio stile fare certe cose, Shogun-sama.
    Non feci neanche la fatica di indignarmi per le sue parole. Non mi importavano. Dopo tanto arrabbiarmi per delle sciocchezze, ero finalmente capace di stare calmo. Ora avevo finalmente raggiunto un po' di pace e non avevo intenzione di modificare il delicato equilibrio che si era formato rivangando il passato o discutendo inutilmente.
    Non è divertente parlare con te, Spadaccino. Beh, non siamo qui per scherzare. Guarda cosa è arrivato.
    Mi porse una lettera, che presi senza neanche fare una faccia interrogativa. Questo irritò un poco Hirozumo, ma non ne trassi alcun giovamento. Avevo smesso di essere infantile molto tempo fa. In effetti, davvero molto.
    CITAZIONE
    A tutti i ninja, di qualsiasi nazionalità. È stato dichiarato lo stato di allerta massimo. Un antico membro della casata Uchiha, uno dei più potenti, Madayoshi Uchiha, è stato risvegliato dal confinamento in cui era stato imposto. Insieme a lui, purtroppo vi è Izanagi, portatore della bestia ad otto code, confinata dentro il suo corpo cento anni fa. Attualmente i loro obiettivi sono sconosciuti, ma si presuppone che vogliano vendicarsi per il loro confinamento. Inoltre, non conosciamo il grado di controllo che Izanagi è in grado di esercitare sull'hachibi. Il loro attacco durante la guerra tra Yuki ed Oto è forse la testimonianza del fatto che la loro intenzione è la distruzione, perciò abbiamo intenzione di bloccarli prima che siano loro a muoversi. Stiamo allestendo un campo di battaglia su quella che è, a quanto si evince dai loro spostamenti, la strada che stanno percorrendo. Abbiamo bisogno di un vasto esercito per poterli fronteggiare adeguatamente, un esercito che le sole Konoha e Kiri non sono in grado di fornire. Dato che probabilmente non si accontenteranno della distruzione dei due citati villaggi, questo riguada tutti i villaggi, grandi e soprattutto piccoli. Vi chiediamo di inviare quanti più ninja potete, possibilmente di alto livello, per fronteggiare queste due bestie. I punti di raccolta sono situati a Konoha e Kiri, e verranno inviati sul campo di battaglia, a metà strada tra i due villaggi.

    Le altre nazioni ci hanno offerto molto aiuto durante la nostra guerra con Oto, e per di più questi due mi stanno particolarmente sulle scatole. Quindi non posso rifiutarmi di mandare qualcuno.
    Ovviamente, non posso neanche mandare molti shinobi, dato che molti paesi saranno più deboli dopo questa "Crociata" ed io voglio essere pronto quando si presenterà il momento. Un'opportunità da non perdere, capisci?
    Ricapitolando, tu sei uno dei pochi che posso mandare senza che me ne freghi se torniate o meno. Considerati un volontario di questa "Crociata", Spadaccino.

    Se si aspettava qualche reazione, poteva benissimo cercarla nella solita faccia impassibile che avevo. Quella era la mia vera faccia: quando mostravo rabbia, gioia, dolore, erano solo situazioni momentanee. Che tornavano poi alla stessa faccia di sempre. Che faceva irritare sempre di più Hirozumo.
    Niente da dire? Nessun "Per favore, non mi mandi!" oppure un "Finalmente faccio qualcosa!" ?
    Nessuno. Quella parola echeggiò nel silenzio della stanza.
    Sai cosa mi ricordi? L'iceberg da cui ti ho fatto tirare fuori.
    Con un gesto iroso, venni congedato. Ovviamente andai a prepararmi, dato che in questa nuova guerra potevo benissimo morire e non volevo rimanerci solo perché mi ero scordato una cosa.
    Mentre le mie mani erano occupate, riflettei: una cosa che mi succedeva troppo spesso, ma supponevo fosse un'inevitabilità della specie umana.
    In fondo Hirozumo ha ragione. Questa pace mentale che sembrò aver trovato... è solo una pace vuota. Che continua a svuotarmi, a lasciarmi stanco. Prima non mostravo emozioni, ora... le ho ancora?
    Non era un grande soliloquio, tuttavia riassumeva tutto e ciò di cui necessitavo era solo l'essenziale, non un fiume di belle parole per consolarmi o insultarmi.
    Nel mentre la domanda si ripeteva nella mia mente, quasi non notai di essermi unito al piccolo gruppo che stava partendo alle sei di quella fredda mattina.

    ~~~



    Noi shinobi - ora non mi dava più neanche noia essere chiamato così - di Yuki ci ritrovammo, ovviamente, nel punto di ritrovo situato a Konoha, e portati sul campo di battaglia insieme ai ninja dell'ovest. Non vidi Walter Heryul fino a quando non fummo divisi in gruppi, dove lo trovai come mio capitano.
    E lui sale i ranghi, mentre io resto un semplice "soldato". E ciò non mi provoca niente.
    Lo salutai con un cenno della mano che richiamava il saluto militare, facendo invece un inchino all'altra nostra compagna del gruppo, una shinobi di... Kiri, se non sbagliavo il coprifronte. Con un sorriso gentile, mi presentai.
    Piacere di conoscerla, madamigella. Può chiamarmi Kenshi.
    Ero consapevole di essere all'antica, ma c'erano cose troppo radicate in me perché potessi ignorarle, come piante nel mio giardino rinchiuso tra le pietre. Intanto mi domandavo, guardandomi velocemente in giro, perché mandassero delle donne in guerra.
    Razionalmente capisco il fatto che le donne sono ninja - kunoichi - anche migliori degli uomini, ma non riesco ad accettare questo fatto. Nessuno in questa epoca conosce più la cavalleria? La galanteria?
    Mi sentivo in dovere di rimediare a questo incresciosità del mondo moderno, dopo che lei si fosse presentata:
    Non si preoccupi, madamigella Hyuga. Non le permetterò che le succeda qualcosa.
    Potevo morire, certo, ma in ogni caso avrei provato con tutte le mie forze a difendere le persone intorno a me, compresa la ragazza. Questa nuova convinzione si faceva strada dentro di me, trasformando la pace vuota che mi toglieva le energie in una forte determinazione. Non sapevo come mai - o meglio, lo sapevo ma non lo ricordavo - mi succedeva questo, ma ero grato che fosse successo. Questa determinazione mi sembrava vera, non falsa come le altre emozioni e sensazioni. Ora si era solidificata nella mia faccia, rendendola sì ancora impassibile, ma nuova, forte, calma di una nuova potenza.
    Guardai sorridendo leggermente il mio unico amico e la nostra collega. Non era un sorriso normale: non era di divertimento, di sfida, o di gentilezza. Era solo il mio sorriso, misto di tutte le cose. Il sorriso che mi avrebbe portato alla fine, fosse essa vittoria o sconfitta.


    Non dirò qualcosa di figo come "Non morirò", perché la possibilità c'è sempre. Ma non ho rimpianti. Venite, nemici portatori di Morte. Danzate con me.

     
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    Che cavolo ci fai qui, Alam?

    Domandò June trovandosi di fronte a suo fratello, tremante e infreddolito sulla porta di casa sua.
    Ti impedisco di fare stronzate, fu la sua risposta tagliente e a dir poco sgarbata. La sua voce era piena di emozioni difficili da decifrare: rabbia, preoccupazione, tristezza…
    Tutte cose che di solito Alam si lasciava scivolare di dosso, che non lo toccavano più di quanto non avrebbe fatto una brezza leggera.
    Entrò in casa come una furia, spostandola di peso dalla porta senza tanti complimenti. Erano almeno sei anni che non lo vedeva così fuori di sé e, soprattutto, così lucido.
    Prese a raccogliere le cose che la sorella aveva lasciato in giro, riordinandole nervosamente, quasi cercasse una valvola di sfogo per non esplodere. Beh, non stava funzionando a giudicare dal fatto che i suoi occhi erano così ardenti che sembravano essere sul punto di incenerire qualcosa.
    June sapeva esattamente qual era il motivo per cui era così arrabbiato e non era affatto sicura di volerne discutere.

    Mamma sa che sei qui?

    Gli chiese, meditando di scrivere al più presto a sua madre per avvisarla che, sì, era con lei e, sì, stava bene.
    Lui le ringhiò contro qualcosa riguardo al fatto che era stata proprio lei a pagargli il mezzo per arrivare lì così in fretta, perciò June si ritrovò improvvisamente senza motivazioni.
    Persino Misako aveva acconsentito che Alam tentasse di dissuaderla da quella follia.
    Non puoi andarci!
    Ecco, appunto. Non era riuscito a trattenersi, urlandole contro quelle parole con una tale forza che avrebbe potuto giurare di averle sentite mentre la colpivano.

    Alam lasciò andare improvvisamente i vestiti che aveva raccolto e si parò davanti a June, sovrastandola in altezza di almeno una ventina di centimetri.
    Ti terrò qui, a costo di legarti!
    Minacciò, il suo tono basso era carico di frustrazione per una battaglia che sapeva persa in partenza. Eppure non sembrava intenzionato a mollare.

    June gli sorrise, allungando una mano per spostargli un ciuffo ribelle dalla fronte, una abitudine che aveva ereditato da sua madre.
    Alam… devi capire che…
    Iniziò a dire, cercando le parole giuste per spiegarsi. Non voleva andarsene sapendolo così furioso e preoccupato.
    Se fosse morta in guerra, quella sarebbe stata l’ultima conversazione con suo fratello e lei non voleva che fosse un litigio.
    Stai andando a farti ammazzare, June! Non hai l’esperienza, non sei abbastanza preparata!
    Okay, era bellissimo che Alam fosse momentaneamente uscito dalla sua catalessi, ma evidentemente l’unica cosa che voleva in quel momento era litigare e anche se lei non aveva alcuna intenzione iniziava ad essere infastidita.
    Non è compito tuo, lascia che siano gli altri a…
    Continuò lui, lanciandosi in una predica che, ad ogni parola, la faceva arrabbiare di più.

    Adesso basta! Che ne sai tu? Tu te ne stai rinchiuso nel tuo mondo tutto il tempo, dannazione! Fai finta persino di non esistere, non ti prendi nessuna responsabilità. Mai!
    Alam si bloccò, colpito dalla durezza delle parole di June. Lei non gli si era mai rivolta così bruscamente, era stata sempre gentile e paziente con lui, persino quando anche la dolce Misako arrivava a sclerare.
    Discorso chiuso, Alam. Avrai il diritto di criticarmi quando ti deciderai a iniziare a vivere.

    June lo lasciò lì, nel salotto disordinato e profumato di pesca a rimuginare su quello che gli aveva detto, mentre lei finiva i preparativi per partire.
    La mattina sarebbe arrivata presto, lo sapeva.
    Aveva perso la pazienza con troppa facilità, lo sapeva, ma era già così preoccupata e terrorizzata che l’intervento di suo fratello non aveva fatto altro che logorarle ancora di più i nervi.
    Se fosse stato delicato e gentile come si sarebbe aspettata da lui forse l’avrebbe ascoltato, forse la sua decisione avrebbe vacillato sotto il peso delle cose che si stava lasciando indietro. Adesso invece aveva ottenuto soltanto di farla partire con un peso in più sul cuore: il loro litigio.

    La mattina dopo arrivò in un baleno, June aveva dormito con la costante preoccupazione che Alam se ne andasse da solo in piena notte, col freddo gelido che c’era a Kiri si sarebbe preso un accidente! Invece ad un certo punto lo aveva sentito coricarsi vicino a lei, nel futon che gli aveva preparato la sera prima.
    Quando si svegliò ancora non era l’alba, anche se l’aria pungente e profumata del mattino diceva che non mancava molto.
    Facendo attenzione ad essere silenziosa scivolò giù dal letto e si preparò, le sue cose erano già radunate davanti alla porta d’uscita.
    Prima di andarsene lasciò un bacio sulla fronte di Alam che era ancora addormentato. Il suo viso manteneva anche nel sonno un’espressione addolorata che le contrasse lo stomaco.
    Lo guardò dormire per qualche altro secondo poi si legò i capelli, prese la sua roba e uscì di casa, sperando non fosse l’ultima volta che la vedeva.

    Partì con un gruppo ben nutrito di gente ma non parlò con nessuno, balbettando in risposta se qualcuno le chiedeva qualcosa.
    La sua naturale timidezza era un deterrente naturale per qualsiasi rapporto interpersonale, aggiungendoci anche la preoccupazione, l’ansia e il puro terrore che sentiva.. beh…
    C’era poco da dire, spiccicare parola era quasi impossibile.
    Quando arrivarono sul campo, poi, si sentì pietrificare dalla quantità di gente che c’era riunita.
    Cavolo, da una parte era un sollievo sapere che così tanti Ninja erano lì per assicurare un buon esito alla battaglia, dall’altro per lei era un incubo stare là in mezzo.
    Dopo un po’ venne raggiunta da gli altri due shinobi con cui era in squadra.
    Walter Heryul era il caposquadra e aveva la faccia tesa e scura, però ispirava fiducia, sembrava quasi il classico ragazzo della porta accanto.

    Sono Walter Heryul, Jonin di Suna. Voi due siete in squadra con me e per questo è mia responsabilità farvi sopravvivere a qualunque cosa succederà fra poco. Però per farlo ho bisogno di quante più informazioni possibili su di voi, in particolare: le impronte di chakra che possedete, eventuali abilità innate, se avete stretto un patto di sangue con qualche creatura e quali armi possedete. Inoltre qualunque altra informazione vi possa sembrare utile fornirmi sarà ben accetta.

    “Sono terrorizzata” non è ciò che vuole sentirsi dire, cara. Apri quella bella boccuccia e fornisci le informazioni essenziali, da brava.

    Piacere di conoscerla, madamigella. Può chiamarmi Kenshi.

    Disse a quel punto l'altro shinobi, presentandosi prima che June riuscisse ad aprire bocca.

    June cercò di accennare un sorriso ma le sue labbra sembravano non voler collaborare, perciò rinunciò prima di ritrovarsi una smorfia stupida disegnata in faccia.

    P... piacere m-mio. Sono June Hyuga, il mio C… Chakra è Fuuton e ho con me dieci Shuriken, dieci Kunai e la mia Kusarigama…
    Balbettò un po’ ed incespicò sulle parole, risultando così impacciatissima e probabilmente, un po’ sciocca.
    Beh, non sarebbe stata la prima volta che faceva quell’impressione a qualcuno.
    Arrossì e abbassò il capo, imbarazzata e decisa a non aprire bocca mai più.

    Restatemi vicino, in caso di pericolo rimanete dietro di me. Giuro sulla mia stessa vita che ne usciremo vivi, tutti e tre.

    Beh sarà il caso che sia così, June. Perché non vogliamo che Alam si ricordi solo del fatto che l’ultima cosa che gli hai urlato contro fosse un colpo basso della peggior specie, giusto?

    Non si preoccupi, madamigella Hyuga. Non le permetterò che le succeda qualcosa.

    Eh, con tutte quelle rassicurazione avrebbe anche potuto finire per crederci!
    Sorrise a Kenshi mentre sentiva le sue guance arrossarsi per l'imbarazzo.
    Grazie, avrebbe voluto dirgli, se non fosse stata così impegnata ad arginare la sensazione di essere terribilmente sciocca e fuori luogo.
    Perciò invece di ringraziarli si limitò a sorridergli, sperando che capissero comunque e sentendosi un po' meglio, un po' più speranzosa.

    Beh, guardando avanzare Madayoshi e Izanagi non ne fu più tanto sicura. In compenso però mentre il suo cuore accelerava i battiti sentiva anche una specie di macabra eccitazione che le cresceva dentro.
    Che inizino i giochi.
     
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    Un pianetino lontano lontano........

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    Dopo aver saputo la verità sulla strage di alcuni giorni prima Bokuda rimase nel suo studio a riflettere per un'intera giornata. Passò tutto il tempo seduto alla scrivania, fumandosi un grosso sigaro e fissando un punto imprecisato dello spazio fuori dalla finestra. Quando aveva saputo che a breve si sarebbe disputata la tanto richiesta battaglia finale non aveva dubbi su chi ne sarebbe uscito vincitore, dava la vittoria del suono per scontata, ma l'esito che sconvolse tutto lo sorprese. Quando gli raccontarono di certe "bestie nere" che massacrarono uomini da ambo gli schieramenti, indiscriminatamente, con ferocia inaudita rimase abbastanza perplesso. Da un lato era una tragedia perché sanciva l'inizio di una nuova era di terrore, dolore e disperazione mai viste nella storia dell'umanità intera; ma da un altro punto di vista era un vero miracolo per il villaggio del suono.

    Ora che l'attenzione mondiale si è spostata su un nuovo antagonista finalmente Oto potrà tirare una boccata di ossigeno, riorganizzarsi e leccarsi le ferite dopo tante perdite in conflitti così lunghi. Capisco che potrebbe sembrare un ragionamento da cinici e stronzi, ma giustamente ognuno deve tirare acqua al proprio mulino. Questo che verrà non sarà certo un periodo di pace, ma è pur sempre meglio che essere in aperta guerra contro le più capaci potenze mondiali.

    Tirò un'ultima boccata dal sigaro per poi alzarsi ed andare alla finestra.

    Chissà come starà Jack-sama.....

    Venne bruscamente richiamato alla realtà da un rumore alla porta, qualcuno aveva bussato.

    ***

    Il consiglio di guerra, una riunione a cui partecipavano le sorelle serpenti, gli anbu ed i più influenti shinobi dal grado di jonin in su, di quel giorno si protrasse fino a notte fonda. La riunione di quel giorno fu veramente infinita, incominciò alla otto di sera con i bollettini di guerra, l'ammontare economico di danni a strutture e mezzi e la quantificazione delle perdite umane. Solo quella parte durò fino alle dieci di sera. Dopo di ciò prese la parola Bokuda con un esauriente e dettagliato rapporto su numeri e tipi di interventi medico-chirurgici avvenuti rispettivamente sulle trincee, nelle retrovie e nel villaggio, i decessi, le infezioni, l'addestramento e le competenze del personale sanitario con tutte le mancanze ed i punti di forza. Si tenne come conclusione un breve discorso nel quale diceva che era altamente sconsigliato proseguire con altri conflitti su vasta scala vista la situazione del villaggio. A quelle ultime affermazioni la kokage gli schioccò un'occhiata inviperita e fra i due partì un breve botta e risposta, dai toni abbastanza taglienti, in cui lo Hyuga affermava con ferrea determinazione che il villaggio stava andando letteralmente ad accollarsi troppe rivalità e non avrebbe retto a lungo e la kokage che ribatteva la giustizia dei desideri di dominio del suono ed insinuava un possibile calo di fedeltà al villaggio da parte dello Hyuga, smentita prontamente da questi ricordando l'alto prezzo pagato per entrarne nelle fila. Ancora ricordava molto nitidamente i salti mortali che aveva dovuto fare per ottenere il coprifronte del suono.

    Passiamo al seguente ordine del giorno.

    Alle undici e mezza un anbu con la maschera di un demone orso interruppe il battibecco fra i due lanciando al centro del lungo tavolo più copie di una circolare recante il sigillo della foglia e della nebbia. Ci vollero almeno cinque minuti affinché la notizia fu letta, compresa, pienamente metabolizzata ed interpretata. Le reazioni fra i presenti furono di ogni genere: chi rimase sbalordito, chi fece grasse risate di fronte all'improvviso cambio di modi di quei due altezzosi villaggi che "da quanto se la stanno facendo sotto chiedono aiuto addirittura a noi", chi si mise le mani nei capelli di fronte alla leggenda che diventava realtà, chi inneggiava all'ingresso nel conflitto per vendicare gli uomini caduti nella strage di pochi giorni prima, chi voleva far pagare ogni morto a konoha e kiri ed altre reazioni contrastanti. Bokuda fu uno dei pochi a rimanere muto, immerso nei suoi pensieri, il suo cervello stava letteralmente sfrigolando dal fiume di contorte elucubrazioni che stavano avendo luogo dentro di esso.

    Questa è proprio l'occasione che ci serve. Se il suono intervenisse ad aiutare quelli adesso sono i suoi nemici, per fronteggiare un pericolo comune, forse non sarebbe un'idea poi così astrusa, lontana ed assurda una pace, che è proprio quello che ci serve adesso. Per una volta Oto deve schierarsi dalla parte dei buoni o non avremo vita lunga se queste due troie che comandano continueranno a fare quello che vogliono.

    Esplose verbalmente, improvvisamente e fragorosamente, per sostenere la parte che inneggiava all'entrata nel conflitto. Negli ultimi minuti era scoppiato il caos nella sala. Si erano formate due fazioni, gli interventisti e quelli contrari, che si insultavano, si lanciavano di tutto, sostenevano le proprie convinzioni con veemenza e qualche volta con insulti anche piuttosto coloriti mentre, a capotavola, le sorelle serpenti si consultavano animosamente con alcuni anbu. C'era chi voleva stare a non fare nulla ed assistere alla distruzione di konoha e kiri, chi voleva vendicare la morte di Noburo e di altri shinobi morti durante l'assalto ad Oto (nel secondo evento) quando Madayoshi era uscito dal rotolo ed aveva provato un maldestro colpo di stato. Insomma c'era un gran casino.

    ORA BASTA!

    La kokage dovette ripetersi almeno cinque volte per placare il casino scoppiato, ma alla fine tornò la tranquillità, anche se, a giudicare dal disordine nella stanza, sembrava fosse passato un corteo di ultrà incazzati neri.

    Ho deciso che interverremo. Madayoshi ed Izanagi devono pagare per tutti i crimini commessi nei nostri confronti. Se non fosse stato per loro avremmo vinto contro il villaggio di Yuki! Sarà anche una buona occasione per saggiare le capacità militari di ogni villaggio.

    Le ore seguenti si discorse su chi mandare, Bokuda si offrì volontario, di sua spontanea volontà. Lo fece per diversi motivi: per prima cosa ci scommetteva che uno come Jack sarebbe stato attirato dallo scontro con una forza portante come un'ape dal miele e non voleva lasciarlo da solo, poi era curioso di rivedere Suigetsu e Zabuza che, essendo tra i più forti shinobi di kiri, ci sarebbero sicuramente stati, oltre a ciò era ansioso di assistere a quello che sarebbe stato un evento storico che avrebbe cambiato le sorti del mondo intero. Ed inoltre non aveva mai abbandonato l'ambizione a migliorarsi, a diventare più forte, da un po' di tempo si era un po' troppo rilassato e si sentiva fuori allenamento.

    Chi si ferma è perduto.....

    Quando, alle due e mezza di notte, tutti gli ordini del giorno furono discussi la seduta venne tolta e fu dato ordine di convocazione per gli shinobi appartenenti alla spedizione di guerra di farsi trovare ai cancelli sud alle otto del giorno successivo.

    ***

    La spedizione otiana, composta da una decina di shinobi, più Bokuda, di vario grado e capacità, arrivò in meno di una giornata a konoha, accolta, come previsto, con freddezza e diffidenza. Non che si aspettassero tappeti rossi e petali di rosa, ma era pur sempre meglio del farsi attaccare a vista. Non entrarono nel villaggio ma attesero fuori dai cancelli est assieme alla spedizione proveniente da Ame. Tempo un'ora e tutti si incamminarono verso il luogo dello scontro.

    ***

    Questo si che si chiama fare le cose per bene!

    Un vasto esercito composto da ogni tipo di shinobi, villaggio, età e grado gli si parò di fronte. Mai in tutta la sua vita aveva visto uno spettacolo simile. Era semplicemente esterrefatto. La sua attenzione venne catturata da Suigetsu che si mise a fissarlo.

    Alla fine ci si rivede, Bokuda.

    Mizukage, è passato tanto tempo.

    Mi servirebbe proprio un medico da tenere vicino, giusto per precauzione....

    Ha scelto bene, sono il migliore professionista di Oto nel settore.

    Bene, allora seguimi.

    Superò la sorpresa di essere stato preso come medico da Suigetsu stesso e si separò dalla massa per raggiungere quella che doveva essere un vero e proprio ritrovo di shinobi selezionati. Da una parte c'era la Hokage con Drey, a cui Bokuda rivolse un tranquillo saluto con un breve gesto della mano, una kunoichi mascherata e Livinho. Vicino al Mizukage, oltre a Bokuda, c'era il famoso Zabuza Momochi, l'altrettanto famoso Senshide, l'assassino di Orochimaru, ed infine Jack Kaguya.

    Zabuza-sensei, sono passati secoli da quando ci siamo visti l'ultima volta e devo dire che non è cambiato di una virgola.

    Si avvicinò poi a Senshide, guardandolo dapprima da capo a piedi con espressione pensierosa.

    Lei deve essere Senshide, è una vera celebrità ad Oto. Scommetto che deve aver avuto le sue buone ragioni per fare quello che ha fatto, muoio dalla curiosità di chiederle come è riuscito in un impresa tanto memorabile....

    Abbassò la voce, giusto per qualche secondo, in misura tale da farsi sentire solo dal suo interlocutore.

    .... personalmente non ce l'ho con lei, ritengo che abbia fatto un gran favore al mondo a far fuori quel pazzo.

    Cercò poi Jack sul campo di battaglia, ma non lo trovò da nessuna parte. Si sentì piuttosto sconfortato ma ci passò oltre e tornò vicino a Suigetsu.

    Gente, se avete bisogno di cure mediche chiamatemi.

    Ancora il nemico non si era fatto vedere per cui Bokuda decise di passare il tempo facendo esercizi di stretching o altre cose per riscaldarsi come camminare sulle mani o menare qualche pigro fendente nel vuoto con la katana tanto per ricordarsi come si faceva. Quando infine il nemico si palesò Bokuda interruppe quello che stava facendo, rifoderò lo katana, e si mise a fissare quello che doveva essere Izanagi.

    Ricorda: MAI e poi MAI guardare negli occhi un Uchiha o sei fottuto!

    Di primo acchito non sapeva quale fosse il più pericoloso fra i due, se il leggendario e famosissimo detentore dello sharingan oppure la forza portante dell'Hachibi. In un primo momento attribuì la maggior letalità alla forza portante. Aveva già combattuto contro un demone in passato, uno dei più deboli poi, ed in pochi minuti aveva assistito ad un essere umano disintegrato, arti che volano per aria, fontane di sangue ed altre cose al limite dell'incredibile. Dava assolutamente per certo che quell'incontro non sarebbe stato da meno.

    Fottutissimi demoni!

    Non hai mai pensato a diventare forza portante te stesso?

    Qualche volta, ma non penso che il gioco valga la candela. Faccio fatica a controllare te, figuriamoci un semidio di puro chakra capace di radere al suolo un villaggio con uno sbadiglio. Meglio non andare a crearsi da soli altri problemi. Piuttosto, ti sento tanto calmo oggi, come mai?

    Stamattina non hai notato il portafoglio vuoto?

    Non mi dire....

    Dopo la riunione, quella che si è protratta fino a tarda notte, ho preso il controllo io, mentre pensavi di dormire, sono andato a battone e ne ho pagata una per farsi picchiare. Come urlava, erano mesi che non mi sfogavo così!

    Stronzo!!!

    Pur battibeccando, nella sua testa, con l'orsetto ricchione Bokuda rimaneva comunque attento ai due ed a quello che avrebbero fatto. Su una cosa lo Hyuga ed il suo alter ego erano concordi, ciò che sarebbe successo quel giorno sarebbe passato alla storia.

    Edited by doublejack - 8/2/2012, 16:15
     
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    ~ Cap. 0: Bestie dal passato ~


    Da quando era terminata la battaglia a Yuki il kage aveva iniziato a convocare molto spesso l'assemblea degli anbu, e nessuno si sentiva di dargli torto o lamentarsi alla luce del modo in cui si era arrivati ad una tregua tra la Neve ed il Suono.
    Quella volta però si avvertiva qualcosa di diverso, non solo negl'occhi delle autorità presenti alla riunione ma anche nella strana atmosfera all'interno sia del palazzo del kage sia della sede anbu.
    Jin era lì, com'era suo dovere, ad attendere che la riunione iniziasse, in silenzio ascoltava i respiri preoccupati del kage...
    Quando finalmente si decisero ad iniziare il primo a prendere la parola fu proprio Marai.
    Prese un rotolo, lo aprì, e lo lesse....o meglio lo recitò a memoria...

    Marai: A tutti i ninja, di qualsiasi nazionalità. È stato dichiarato lo stato di allerta massimo. Un antico membro della casata Uchiha, uno dei più potenti, Madayoshi Uchiha, è stato risvegliato dal confinamento in cui era stato imposto. Insieme a lui, purtroppo vi è Izanagi, portatore della bestia ad otto code, confinata dentro il suo corpo cento anni fa. Attualmente i loro obiettivi sono sconosciuti, ma si presuppone che vogliano vendicarsi per il loro confinamento. Inoltre, non conosciamo il grado di controllo che Izanagi è in grado di esercitare sull'hachibi. Il loro attacco durante la guerra tra Yuki ed Oto è forse la testimonianza del fatto che la loro intenzione è la distruzione, perciò abbiamo intenzione di bloccarli prima che siano loro a muoversi. Stiamo allestendo un campo di battaglia su quella che è, a quanto si evince dai loro spostamenti, la strada che stanno percorrendo. Abbiamo bisogno di un vasto esercito per poterli fronteggiare adeguatamente, un esercito che le sole Konoha e Kiri non sono in grado di fornire. Dato che probabilmente non si accontenteranno della distruzione dei due citati villaggi, questo riguada tutti i villaggi, grandi e soprattutto piccoli. Vi chiediamo di inviare quanti più ninja potete, possibilmente di alto livello, per fronteggiare queste due bestie. I punti di raccolta sono situati a Konoha e Kiri, e verranno inviati sul campo di battaglia, a metà strada tra i due villaggi.


    Niente di inaspettato, alla fin fine soltanto tutti speravano che questo momento fosse un pò più lontano.
    Nessuno degli anbu presenti disse una parola, si limitarono tutti ad attendere...attendevano che il loro nome venisse pronunciato, attendevano di essere mandati in guerra!

    Il kage sospirò e con lui anche i due funzionari anziani che erano con lui, Akise Onsenkyou e Kiyomasa Ozenji.
    Nella stanza regnava il silenzio più totale che venne rotto solamente dalle parole di Onsenkyou.

    Akise Onsenkyou: Come potete benissimo capire la situazione è molto grave, contro due avversari del genere occorre un esercito numeroso e ben organizzato ma, anche se si approntasse una difesa perfetta, le probabilità di riuscita sarebbero comunque esigue, per questo motivo verrà mandato in battaglia un contingente di ninja scelti mentre tutti gli altri rimarranno al villaggio, pronti a difenderlo in qualunque momento e da qualunque minaccia.
    Il kage rimarrà al villaggio a coordinare la difesa.
    Ci sono domande?


    Era chiaro a tutti che quelle parole avrebbe dovuto dirle il kage ma, forse per mancanza di coraggio, non era stato in grado di dirle.
    Nessuno dei presenti disse niente, non c'era proprio niente da dire, non occorreva chiedere nulla, bisognava soltanto aspettare, aspettare di sentire il proprio nome, aspettare di essere mandati in guerra, aspettare di morire.

    Onsenkyou prese un piccolo rotolo dalla scrivania ma il kage lo tolse di mano all'aziano e lo aprì.
    Mentre leggeva si sentiva che faceva fatica a mantenere la voce ferma e decisa...

    Marai: Genin e Chunin designati...

    Seguirono i nomi dei genin e dei chunin destinati a cadere in quella furiosa battaglia...che senso aveva mandare dei ragazzi così giovani a morire?!
    Tra quelli Jin ne conosceva in modo superficiale qualcuno, se fosse stata un pò più credente avrebbe detto una preghiera per loro visto che erano già morti.

    Marai: Jonin e Special Jonin designati...

    Il kage esitò un attimo prima di dire quel nome...e Jin non potè non notarlo...

    Marai: Walter Heryul e Drey Farset

    Jin d'istinto sbarrò gli occhi e le sue mani afferrarono con forza la maglietta mentre teneva le braccia conserte e rigide.
    Fu solo un attimo ma tutti moterono rendersene conto.
    La kunoichi se l'aspettava, era un ottimo ninja in fondo, ma, nel profondo del suo cuore, sperava che proprio per questo decidessero di tenerlo al villaggio.
    Ovviamente lui non avrebbe accettato di starsene buono li ma quello era un problema alla quale Jin avrebbe fatto fronte volentieri tramortendolo per bene o ambutandogli un arto se necessario.
    Purtroppo però era stato mandato al fronte e non c'era niente che lei potesse fare per lui se non sperare che fossero sullo stesso campo di battaglia, sperare di poterlo salvare, sperare....
    Recuperata, per così dire, la calma Jin si rese conto di conoscere anche l'altro jonin mandato al fronte.
    Non gli importò di non essere religiosa, questa volta disse una breve preghiera per l'anima di Walter, supplicò il dio delle battaglie di dargli la forza per sopravvivere, pregò il dio dei morti che, se non fosse stato possibile concedergli la vittoria, gli fosse almeno concessa una morte rapida e senza sofferenze.
    Fu tentata di chiedere anche per se le stesse cose ma non lo fece.

    Marai: Anbu designati: Jin Shinigami

    Marai disse quella frase con se fosse composta da un'unica parola; come se pesasse sulla sua lingua, dentro la sua gola, tra le sue corde vocali.
    Jin semplicemente chiuse gli occhi in segno di assenso poi, mentre il kage ed i due anziani ripresero a parlare, chiese anche per se quei favori ai due dei.

    Kiyomasa Ozenji: La riunione di tutti i ninja designati a formare la forza della Sabbia è per domani nel palazzo del kage, verrà inviata a tutti una missiva oggi stesso.
    Siete comunque pregati di non riferire niente a nessuno di loro.
    Potete andare...


    Nessuno aggiunse niente, semplicemente tutti si alzarono ed andarono via.
    Marai seguì Jin con lo sguardo fino a che non uscì dalla stanza, sembrava aspettarsi qualcosa da lei e parve deluso del fatto che la kunoichi non fece niente più che uscire rapidamente da lì.



    Giunta a casa Jin cercò di sembrare quanto più normale possibile ma sapeva che Drey avrebbe capito qualcosa.
    Se avesse chiesto spiegazioni avrebbe inventato una scusa qualunque...o avrebbe dato la colpa del suo stato d'animo al ricordo del suo sensei Shinoyuki...
    Da quando gli aveva parlato di quel corpo ormai mancante e lo aveva portato con se a Yuki per reclamarlo si sentiva più leggera, forse avrebbe dovuto condividere anche altri segreti con lui...



    Nel pomeriggio arrivò il messaggero con le lettere di convocazione per Jin e Drey, non era specificato niente, soltanto che entrambi erano convocati al palazzo del kage, nella sala riunioni, il giorno successivo alle 7 del mattino.
    Il giovane Drey si lamentò dell'ora e Jin sorrise...
    Avrebbe voluto dirgli di tornare a fare il mukenin, avrebbe voluto aiutarlo a scappare, avrebbe voluto parlargli di Matsuo, avrebbe voluto dirgli semplicemente "mi dispiace" ma non lo fece....non ci riuscì

    Quella notte il cielo le donò le sue stelle migliori e lei se osservò fino a che il sole non le prese per se.
    Era probabilmente l'ultima volta che vedeva il cielo di Suna...

    Questa volta non ce la faremo!


    Non sei mai stata così pessimista

    Sono semplicemente realista, in fondo sai anche tu che non ce la possiamo fare!

    Non è completamente vero! Se combattiamo uniti, insieme ce la possiamo fare! Per quanto siano forti sono solo in due contro un'intero esercito.
    Loro non sanno cosa si troveranno davanti mentre noi sappiamo bene con chi abbiamo a che fare!


    ...è la prima volta che sembri essere sinceramente dalla mia parte...Ammettilo, anche tu senti vicino l'odore della morte!

    ...Se è questo il tuo umore, se è questo lo spirito con cui affronti quest'impresa, sei già morta prima di partire!

    Aveva ragione, ma Jin non aveva la forza di essere ottimista....



    Il giorno seguente sia Jin che Drey presero il thè insieme come ormai erano soliti fare.
    Jin cercò di essere di compagnia, cercò di conversare il più possibile sorridendo per tutto il tempo, assaporando il più possibile quel thè...
    Finita la colazione andarono insieme al palazzo del kage, sebbene non fosse specificato nella lettera la kunoichi si presentò in tenuta anbu con tanto di maschera al volto.

    Il discorso di Marai fu breve e chiaro, i presenti erano stati scelti per essere il contingente di Suna nell'imminente guerra contro le bestie della leggenda.
    I genin rimasero assolutamente di stucco, come anche i chunin.
    Per quanto riguarda i jonin era presente solo Drey, Jin si chiese dove fosse l'altro ragazzo ma di certo, se non era presente, aveva un buon motivo...che fosse stato avvisato? Che fosse riuscito a preservare la sua esistenza?
    Jin non ci avrebbe scommesso...era un ninja ed in quanto tale, in un modo o nell'altro, anche lui avrebbe obbedito, anche lui sarebbe partito.

    Marai: Siete pregati di prendere tutto ciò che vi occorre e raggiungere il luogo convenuto per l'approntamento delle forze alleate...Buona fortuna ragazzi!

    Tutti si alzarono e, con umori ed espressioni molto diverse, di diressero verso le proprie case a prepararsi per la battaglia, a salutare i propri cari, a convincersi che ce l'avrebbero fatta.

    Solo Jin riimase seduta al suo posto, aspettando che tutti uscissero, per poi alzarsi lentamente ed avvicinarsi a Marai.
    La kunoichi si tolse la maschera e, guardando negli occhi il kage, la posò sulla sua scrivania.
    Il kage fece un cenno abbassando la testa con decisione anche se dai suoi occhi era visibile un velo di tristezza.
    Jin cercò di sorridere ma non ci riuscì, semplicemente ricambiò il gesto del suo kage poi uscì dalla sala accompagnata da Drey.
    Non essendo un anbu il ragazzo, probabilmente, non era al corrente di cosa significasse quel gesto...lasciare al kage la propria maschera è un gesto fortemente simbolico...indica la consapevolezza di non poter tornare a casa, è la richiesta suprema: una tomba in cui riposare in pace con quella maschera come unico epitaffio.



    I due ninja si prepararono al meglio prendendo tutto ciò che gli sarebbe potuto essere utile.
    Poco prima di uscire Jin permò Drey afferrandolo per la spalla destra.

    Vieni con me...devo andare a salutare una persona prima di partire!

    Jin spostò due tatami al centro del salone d'ingresso, proprio davanti al divano su cui molte volte il giovane si era seduto, mostrandogli una scala che scendeva in uno scantinato buio.
    Jin scese le scale e fece a lui cenno di seguirlo.
    Giunti al centro della sala il buio si diradava piano piano ed il giovane Drey si trovò davanti una strana scena: Un enorme cilindro di vetro con numerosi segni simili a sigilli incisi un pò ovunque e dento ad esso un ragazzino apparentemente dormiente di circa dodici anni dai capelli rossi immerso in un liquido trasparente e denso.

    Io vado in battaglia Matsuo...zio Drey viene con me...

    Parlò sorridendo e la sua voce espremeva un inusuale affetto.
    Poi si voltò verso il jonin

    Possiamo andare adesso!

    Qualunque domanda avesse fatto Drey lei non avrebbe risposto.
    Adesso lui sapeva cosa c'era lì sotto, sapeva che era qualcosa a cui lei teneva molto.
    Non aveva bisogno di sapere altro.



    Il viaggio fu piuttosto silenzioso e, comunque, i due non parlarono mai dello scontro futuro, piuttosto si misero a ricordare quelli passati.
    Ricordarono il loro primo incontro, lo scontro nel deserto che fece di Drey un ninja della Sabbia, parlarono delle lunghe passeggiate nel deserto, parlarono del rumoroso mercato di Suna, parlarono persino di Jack ma mai dell'imminente carneficina, nemmeno una volta.
    Arrivati sul luogo vennero subito divisi in squadre.
    Drey e Jin furono assegnati al comparto di Konoha ed inaspettatamente anche Livinho era lì, per lo stesso motivo, dal medesimo lato.
    La kunoichi fu molto felice di rivederlo sebbene quell'uomo gli ricordasse Shinoyuki...chissà se anche il suo sensei era rassegnato e affranto come lei quand'era partito per Yuki...
    Avrebbe dovuto chiederglielo prima dell'inizio dello scontro...
    Mentre si avviavano verso il luogo prescelto Drey le fece notare che, per preparare adeguatamente il campo, erano stati rasi a suolo numerosi alberi.
    La kunoichi annuì, la sua attenzione era rivolta ad altro in quel momento...era rivolta alle parole di quella voce...al ricordo del suo sensei...
    Poi avvertì qualcosa di strano...Un'immensa forza si stava avvicinando.
    Jin lanciò uno sguardo a Drey, un ninja sensitivo come lui di certo provava u certo fastidio in quella situazione, con tutto quel chakra in movimento.
    Un rumore lieve ruppe il silenzio e con esso ogni dubbio: Era l'inizio!

    Drey...ce la faremo! Te lo promettoTe lo prometto!

    Era la prima volta che quella voce e Jin parlavano contemporaneamente...
    La kunoichi ebbe l'impressione che non sarebbe stata l'ultima!



    Un'altro rumore, più vicino, più preciso, più forte...
    Le due bestie erano lì davanti ai loro occhi!
    Nella mente di Jin un'attimo prima regnava il caos poi ogni dubbio era sparito ed aveva lasciato il vuoto, adesso quel vuoto era stato riempito da un senso di orgoglio guerriero, dalla voglia di combattere, dal desiderio di farsi valere!

    L'attenzione di Madayoshi era tutta rivolta ai kage, probabilmente non riteneva gli altri ninja presenti niente di più che mosche fastidiose.
    Jin si ripromise che si sarebbe pentito di un simile pensiero.


    La battaglia stava per iniziare e la kunoichi dagli occhi rossi non era mai stata più motivata di così!
     
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    Date le richieste, il tempo di risposta si accorcia a 10 giorni massimo.

    A Drey non interessava più di tanto la chiamata del Kage, si limitò a lamentarsi del fatto di dover uscire di casa. Da quando Jin l'aveva ritrovato steso a terra in mezzo alla stanza, privo di sensi, per la seconda volta, non era stato molto ciarliero. A volte si rintanava per ore in qualche parte della casa, stringendo in mano il suo vecchio coprifronte di Kiri; nel resto del tempo invece, stava spesso a rileggere i vecchi libri presi in prestito alla biblioteca di Suna, specialmente quelli inerenti gli dei della morte. In ogni caso anche la kunoichi aveva tenuto un comportamento molto strano nei giorni successivi alla sua convocazione dal Kage, quindi nessuno dei due era così poco furbo da chiedere spiegazioni.
    Anche dentro l'ufficio Drey tenne un comportamento decisamente apatico. Si limitò ad ascoltare quanto gli veniva detto, non era nuovo a quelle situazioni. Già per la guerra di Yuki aveva dovuto sopportare una cerimonietta simile, ma neanche quella era la prima volta. Ogni volta che capitava una missione suicida, l'impressione era la stessa; ed in quel momento aveva cosa più importanti a cui pensare, morire o meno non gli interessava. Era più interessato allo strano comportamento di Jin, che, rimasta sola davanti al Kage, gli pose davanti la propria maschera. Drey, non capendo il gesto, pensò che fosse semplicemente per il fatto che in battaglia non le sarebbe servita.

    Tornati a casa iniziarono a preparare le proprie cose. Drey come al solito si portò dietro la maggior parte dei propri oggetti, e prima di partire fece anche alcuni acquisti. Niente che gli garantisse la sopravvivenza, ma era già qualcosa in più. Principalmente, però, stava cercando di trovare un posto dove nascondere il proprio coprifronte di Kiri. Era decisamente preoccupato per quello, non voleva perderlo. Era quasi morto nel tentativo di inserirci un frammento della propria anima, ed il processo non era ripetibile. La risposta gli venne data da Jin. La kunoichi, prima di uscire, gli chiese di seguirla in un posto, a salutare qualcuno. Drey si chiese perché volesse coinvolgerlo, ma iniziò a capire quando Jin rivelò un passaggio segreto all'interno della casa, proprio davanti al divano dove Drey dormiva spesso e volentieri sotto forma di gatto.
    Quindi si tratta della presenza che avverto da quando sono qui. Si è decisa a mostrarmi di cosa si tratta?
    Effettivamente Drey era molto curioso a riguardo, ma non aveva mai avuto il coraggio di chiedere a Jin di cosa si trattasse. Rimase non poco sorpreso nello scoprire che si trattava di un bambino dentro una specie di vasca verticale completamente riempita di uno strano liquido.
    Wow... che cavolo è? Avrei pensato ad un prigioniero, un suo antenato un.. qualsiasi cosa, non un bambino sott'olio!
    Io vado in battaglia Matsuo...zio Drey viene con me...
    Matsuo? Si chiama così?
    Jin non rispose, e fece per andarsene. Drey si avvicinò al ragazzo, e la kunoichi si fermò a guardarlo. Il ragazzo estrasse il coprifronte di Kiri e lo poggiò su di un tavolo accanto al ragazzo.
    Tu resta qui e fai la guardia a Matsuo, ok?
    Davanti a Drey, per un attimo, sarebbe apparso una sua immagine, molto simile ad un'immagine riflessa sull'acqua; trasparente, evanescente, impalpabile. Solo che quell'immagine non riproduceva i suoi movimenti; fece un gesto di allegra intesa, sorrise e rispose.
    Ok!
    Entrambi i Drey sorrisero, poi la figura evanescente scomparve, così com'era arrivata. Quando Drey riprese a seguire Jin, la guardò con un sorrisetto triste, come a dire "ad ognuno i suoi segreti".

    ---

    Il campo di battaglia era rumoroso. Drey trovava fastidioso che avessero raso al suolo mezza foresta per allestirlo, ma effettivamente non c'era altra scelta. Almeno così avrebbero utilizzato il legno in qualche modo, altrimenti sarebbe andato distrutto inutilmente. Non che fosse mai stato un abbraccia alberi, ma il fatto che la sua prima cotta fosse un'utilizzatrice del Mokuton lo rendeva particolarmente suscettibile in quell'ambito. Si concentrò sui ninja intorno a lui. Livinho era del loro stesso schieramento, il che lo rendeva non poco nervoso. Aveva giurato vendetta nei suoi confronti per il suo tradimento, ma adesso non era il momento giusto. Inoltre, c'era la piacevole evenienza in cui il mukenin perdeva la vita durante la battaglia. Drey non avrebbe sacrificato un capello per salvarlo.
    Si guardò attorno, ignorandolo. C'erano alcuni volti a lui noti, lì vicino. Avrebbe voluto avere la forza di poter pensare di proteggere anche loro, ma sapeva bene di non essere in grado di proteggere neanche se stesso. Non pensò neanche di pregare. Dopo aver visto per una volta un dio della morte gli era completamente passata l'intenzione. Anzi, sapeva bene che nella peggiore delle ipotesi tutti i presenti sarebbero stati spettatori della discesa di uno shinigami. Uno di quelli veri. Drey avrebbe evitato volentieri.
    I ninja dietro di loro erano quasi tutti di basso grado. Lo poteva capire anche solo percependoli. Jack, invece, che stava a pochi metri da lui, era la presenza più potente in giro, confrontabile solo con i Kage. Non che ci fosse niente di strano, dato che in lui albergava un demone. Uno come quello che stavano per affrontare. Lo scontro sarebbe stato senza dubbio epico.
    Poi arrivano i due. Erano riconoscibili, decisamente; una presenza enorme e rozza, come quella di jack; ed una altrettanto potente, e tuttavia fine ed elegante, quasi fosse un Kage. O un Dio. Avvertì una presenza vacillare più forte delle altre, alle proprie spalle. Un sensitivo, probabilmente. Non lo biasimò, una presenza del genere avrebbe fatto vacillare anche lui, figurarsi un genin.
    Qualcosa fremette in lui. Un istinto omicida, forse, o qualcosa di più nascosto e subdolo. Era il suo desiderio di confrontarsi con un Uchiha, uno vero e potente, un desiderio soppresso da troppo tempo. Da quando era uno studentello lo desiderava, si era allenato per questo, aveva sviluppato uno stile di combattimento unico per combattere gli Uchiha. E nonostante questo non aveva mai avuto un'occasione d'oro come quella. Il suo braccio destro tremò, andando a sfiorare l'arma legata alla gamba.
    No, devo restare calmo... se perdo la testa mi ammazza. Lo ucciderò io, non posso venire sconfitto da un dannatissimo Uchiha... e poi toccherà a Livinho!
    La frenesia aveva completamente cancellato sia la paura che l'attenzione verso il demone accompagnato da Madayoshi. A lui avrebbe pensato Jack. Adesso toccava alla diplomazia, però, i Kage erano stati chiari. Prima avrebbero provato a risolvere a parole. Solo in caso di fallimento avrebbero cercato di distruggerli.
    Tuttavia il desiderio omicida dentro Drey si era risvegliato, ormai. Se non fossero stati quei due, si sarebbe avventato contro Livinho. O contro Zabuza. O contro Jack. In quel posto c'erano troppi individui sottoposti al suo odio. Ancora non aveva imparato a gestire il suo impulso omicida sopito, ed in quel caso non voleva neanche farlo.
    Al diavolo la diplomazia!


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    CITAZIONE
    Hokage
    Mitsukage
    Madayoshi
    Izanagi

    Dal tuo copricapo dovrei forse intuire che sei il nuovo Hokage? Konoha deve essere scesa molto in basso per aver permesso ad una donna di diventare il suo ninja rappresentativo. Che fine ha fatto il vecchio Hokage? È con lui che ho un conto in sospeso, non con voi.
    Queste furono le prime parole dette da Madayoshi. Il silenzio era ufficialmente rotto.
    Non sono la prima donna Hokage, e sicuramente non sarò l'ultima. Se ti riferisci all'uomo che ti ha imprigionato, è morto circa ottant'anni fa.
    Kurenai e Madayoshi lasciarono cadere il silenzio, un'altra volta. Lo sguardo dell'Uchiha era incerto tra lo sconvolto e l'adirato; nonostante questo, rimase composto com'era arrivato.
    Stai mentendo! Lo stai nascondendo, perché ha paura della mia giusta vendetta! Gli avevo detto che avrei potuto domare l'Hachibi con l'aiuto di Izanagi, e ce l'ho fatta! Invece loro hanno voluto fare di testa loro, e non sono pronti a pagarne le conseguenze! CONSEGNATEMELI ENTRAMBI!
    Izanagi si scosse leggermente sentendosi chiamato. Il suo aspetto era veramente pessimo, sembrava fosse sul punto di mettersi a vomitare.
    Sono passati cento anni da quando-
    NON STO PARLANDO CON TE!
    Madayoshi interruppe bruscamente il Mitsukage. Un comportamento del genere era difficile da tollerare per lui, ma Kurenai gli fece capire con un'occhiata che non era il caso di mettersi a discutere anche sull'educazione.
    Portatemi immediatamente quei due vermi, o giuro che nessuno di voi uscirà vivo da qui! Ucciderò chiunque li stia nascondendo, finché non li avremo trovati! Non possono essere morti, sono passati al massimo trent'anni da quel giorno!
    Il jutsu degli uomini che vi hanno sigillati era molto potente, per questo è riuscito a confinarvi per tanto tempo. Tutte le persone che conoscevate probabilmente adesso sono
    Tutte le persone che conoscevo sono morte cercando di sigillare l'Hachibi.
    Allora accettare il fatto di essere in un'altra epoca.
    Se così fosse perché non siamo stati liberati prima? Perché abbiamo dovuto aspettare di essere liberati da Orochimaru, al solo scopo di essere usati come pedine? PERCHÈ NON CI AVETE LIBERATO VOI?
    Purtroppo non eravamo a conoscenza di chi o cosa si celasse nei rotoli. Ci era stato tramandato che si trattava di qualcosa di pericoloso.
    OROCHIMARU SAPEVA!
    La serpe si è affidata a delle leggende, ed è morta. Tu stesso quando ti sei liberato hai ucciso due suoi sottoposti, ti sei rivelato pericoloso come ci era stato detto!
    Ho ucciso due sgherri che cercavano di usarci, come state facendo voi adesso!
    Non-
    Basta, se non volete portarci da loro vi uccideremo e li troveremo da soli! IZANAGI!
    Izanagi, che fino a quel momento sembrava stare sempre peggio, aveva iniziato anche a perdere un filo di uno strano liquido nero dalla bocca. Dopo le parole di Madayoshi volse il volto al cielo, come se fosse posseduto, emise un verso impronunciabile e... vomitò. Mosse la testa in avanti, lanciando verso terra un mare di inchiostro nero come la pece, che si spanse per tutto il territorio circostante. I due Kage fecero un balzo indietro per non venirne investiti. A tutti i ninja presenti erano state date le informazioni conosciute sui due ninja, quindi tutti sapevano che Izanagi possedeva la tecnica della manipolazione dell'inchiostro; anche le bestie nere arrivate a Yuki erano state riconosciute come tali. Tuttavia, quello che nessuno si aspettava, era che Izanagi avesse fuso abilità innata e demone, diventando capace di creare le bestie senza un supporto su cui disegnarle. Infatti lo stagno nero creatosi si iniziò a dibattere, come animato da vita propria; poi, in una scena degna di un dipinto surrealista, il liquido iniziò a manipolarsi in forme animalesche: in un attimo cani, leoni, grossi rapaci e persino dei draghi presero vita dallo stagno, prosciugandolo. Erano innumerevoli creature, dirette in tutte le direzioni con il chiaro intento di massacrare chiunque trovassero.
    Izanagi, subito dopo aver creato quei mostri, iniziò a trasformarsi; dapprima venne avvolto da uno strato di chakra, il quale prese la forma di una coda. Poi si aggiunsero altre code, una dopo l'altra, mentre il chakra prendeva sempre più la forma di due corna in prossimità della testa; infine, comparirono delle ossa animalesche tutto intorno a lui. Nel momento in cui la trasformazione fu completata, l'Hachibi lanciò un urlo bestiale, alzò una zampa e la sbatté violentemente per terra davanti a sé. Il territorio si crepò, dividendo in due il campo di battaglia. I Kage si divisero, com'era da accordo fin da subito: in caso di combattimento l'Hokage sarebbe andato da Madayoshi, il Mitsukage da Izanagi. Con l'Hokage andarono Jin, Drey, Livinho e, sotto un cenno del Mitsukage, anche Senshide. Dal Mitsukage invece restarono Zabuza, Jack e Bokuda.
    Sulle retrovie, invece, era una situazione drammatica. Le bestie evocate erano andate direttamente ad attaccare i ninja disposti ad "arena" intorno a loro, ma non era solo questo il problema: la crepa formatasi dal colpo di Izanagi si era biforcata e divisa più volte, creando degli spacchi nel terreno vistosi e molto profondi. Ren si venne improvvisamente divisa dal resto della sua squadra, ritrovandosi accanto a Light, Mai e Saruwatari. Questi, a loro volta, vennero divisi dalla squadra accanto da un'altra crepa, ritrovandosi su un'isola di roccia larga circa venti metri. Non era lo scenario adatto per combattere, e Light ne pagò le conseguenze: una delle bestie, un leone nero, atterrò con un balzo davanti a lui; prima che il ragazzo potesse fare qualcosa, la bestia gli era saltato alla gola, azzannandola. Saruwatari riuscì con un colpo a far volare via l'animale, ma il ragazzo era già in fin di vita. Respirava appena, ed una strana sostanza nera, diversa dall'inchiostro, stava iniziando ad uscire dalla gola recisa. Mai, se fosse stata abbastanza forte da resistere allo shock, avrebbe avuto il buonsenso di allontanare Saruwatari da Light. Il ragazzo agonizzante vide il proprio braccio destro iniziare a muoversi autonomamente verso il collo, mossa da una forse a loro invisibile. Riusciva a sussurrare appena qualcosa come "non sono ancora morto", con la voce strozzata dal sangue e dalle lacrime; la mano gli afferrò impietosa il collo e, con un colpo secco, lo ruppe, ponendo fine alla sua agonia. Mai avrebbe capito fin troppo bene cos'era successo: il parassita aveva deciso di non aspettare la morte naturale dell'ospite, ormai imminente, e si era prodigato a velocizzarla.
    Tuttavia, il problema in quel momento non era più neanche la morte del compagno, avvenuta nel giro di pochi secondi. Il problema era che la bestia che aveva attaccato Light non era morta, ed ora si ritrovava, saltato uno dei fossi, vicina a Walter, il quale aveva avuto modo di osservare tutta la scena. Adesso c'era in giro una bestia capace di diffondere un parassita al solo morso; sempre che quel morso non fosse letale. In quel caso sarebbe stato persino peggio. Light lo stava dimostrando; dopo la sua morte aveva iniziato a rialzarsi, goffamente. Gli unici a sapere cosa stava accadendo erano Mai e Walter, come avrebbero reagito a quella situazione disperata?

    CITAZIONE
    riassunto della situazione:
    Ren è stata separata dal suo gruppo e si ritrova insieme a Mai e Saruwatari su una specie di isola di roccia 20x20. I bordi dell' "isola" distano circa due metri dalle altre parti, e lo strapiombo è alto circa cinque metri. Accanto a loro, l'altra "isola" di roccia vede Walter ed i suoi due compagni. Light è accanto a Mai e Saruwatari, morto ma sta risorgendo. La bestia che ha ucciso Light, un leone nero, è davanti a Walter, ed ovviamente ha i simpatici parassiti tra le zanne. Inoltre il leone è stato il più veloce, ma stanno arrivando altre bestie, quindi dovete prepararvi all'assalto.

    Per quanto riguarda i combattenti in prima linea, invece, gli schieramenti sono chiari: Madayoshi ha davanti l'Hokage, con al fianco Jin, Drey, Senshide e Livinho. Il Mitsukage fronteggia Izanagi con Zabuza, Jack e Bokuda.

    Ricordo il regolamento postato nell'altro topic:

    -la morte del pg è SEMPRE possibile
    -ogni gruppo di pg verrà smistato in un topic. Ce ne saranno, in totale, quattro. Ognuno potrà postare unicamente in quello assegnato a lui, ma tutti i pg potranno sapere cosa accade agli altri gruppi, dato che non siete lontani. In base agli avvenimenti, un pg potrà scegliere (o meglio cercare) di evadere dalla propria area per scappare oppure intervenire in un'altro topic diverso da quello a lui assegnato inizialmente. Starà poi al QM decidere se l'azione andrà a buon fine o meno; in quel caso il pg dovrà aspettare la fine del turno del topic dove ha intenzione di andare, e lì verrà introdotto dal qm nel suo post.
    -NON c'è un'ordine di postata: se nel post sono presenti A, B e C, essi potranno postare in un qualsiasi ordine (tenendo comunque conto del fatto che, se A posta per primo, B e C dovranno attenersi anche a ciò che fa lui, oltre che alla condizione precedente.
    -Il tempo massimo per rispondere è 10 giorni dalla risposta del QM. Se l'utente è impossibilitato a rispondere entro i termini è pregato di avvisare lo staff; in tal caso il suo pg verrà mosso in concordanza con la situazione, possibilmente senza che ci siano ripercussioni su di esso (o, al limite, verrà fatto scappare o messo fuorigioco). Se un pg non risponde entro i 10 giorni senza avvisare, il pg verrà mosso dal qm senza però garantire che il pg ne esca illeso (o anche solo vivo)

     
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