Un freddo risveglio

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    Un pianetino lontano lontano........

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    No..... lasciatemi brutti bastardi....

    Stava ancora dormendo come un sasso ma era immersa in un brutto incubo in cui lei era circondata da zombie che la mordevano, la graffiavano, la spintonavano qua e là e l'unica sua ancora di salvezza, Walter, era distante una decina di metri e cercava di farsi strada fra i mostri.

    Walter..... sono dappertutto.... mi hanno morso...... non voglio diventare come quei mostri..... ti prego uccidimi..... uccidimi.....

    Parlava senza rendersene conto che qualcuno poteva ascoltarla. Quando tutti quei mostri le furono addosso ed ogni possibilità di movimento le fu preclusa il supplizio si concluse. Divenne tutto nero, poi tutto più chiaro e sentì un gran freddo. Una dilagante e pungente sensazione gelida che le opprimeva ogni singolo millimetro corporeo. Si svegliò di soprassalto.

    Ahi!

    Era tutta un dolore, alle gambe, alla schiena, all'addome, persino le mani che a stento riuscivano a stringere debolmente qualcosa fra le mani. Si sentiva anche molto stanca, doveva aver usato chakra, e molto anche. Come se non bastasse aveva anche un gran mal di testa, che qualcuno l'avesse presa a mazzate dietro la nuca? Non era da escludere a giudicare dall'emicrania che la stava martellando senza sosta. Poi si rese conto di essere anche in uno stato pietoso, i capelli, normalmente di un rosso fuoco, erano scuriti a chiazze disomogenee, sembrava che qualcuno gli avesse lanciato in faccia la fuliggine; i vestiti erano strappati in più punti ed in alcuni punti c'erano delle chiazze nere, il suo sangue. Solo per quest'ultimo aspetto si sentiva più che mai in imbarazzo. Poi gli tornò la memoria, sapeva perché era in quello stato, ma non come era finita lì. A pensarci bene il paese dell'erba non aveva la neve, e nemmeno quel clima tanto rigido.

    Ma che.....

    Solo dopo diversi secondi passati a fissare il vuoto Mai si rese conto di essere osservata, girò il capo a destra e vide Saruwatari seduto accanto a lei che la fissava. I due si guardarono per molti secondi in un silenzio imbarazzante. La ragazza scattò in piedi con aria abbastanza esaurita.

    Mi hai fatto prendere un colpo!!!! Tu.....

    Si rese nuovamente conto che qualcosa le era sfuggito, c'era un altro Saruwatari, poggiato ad un albero che la guardava.

    Francamente comincio a non capire più niente.

    Sinceramente sono un po' confusa, chi è quello vero e dove siamo?
     
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    24.8 A DARK DARK PAST?





    Rimanemmo diverso tempo lì soli in quel silenzio irreale. Stavo aspettando poggiato ad un albero che Mai si svegliasse, in una piccola landa ricoperta di neve. Il freddo era pungente, soprattutto visto che, avendo coperto la ragazza con la mia giacca, ero rimasto solo in maglietta. A rimanere lì troppo a lungo avrei rischiato seriamente l'ipotermia, quindi cercai di innalzare anche solo un minimo la mia temperatura sfregando costantemente le mie mani. Era decisamente una situazione scocciante, però, pensai, poteva essere un inizio di penitenza per la mia malefatta. Ad un tratto il mio clone di terra attirò con larghi gesti la mia attenzione. Guardando la ragazza stesa a terra notai come essa stava compiendo piccoli movimenti compulsi. Stava forse per svegliarsi? Dopo aver scrutato nuovamente la ragazza, il mio clone tornò a rivolgersi a me, indicandosi gli occhi e muovendo poi lateralmente il proprio dito indice. Visto che proveniva da me stesso, fui facilitato a decifrare quel messaggio silente.

    -Sta muovendo le papille... Quindi sta sognando, in pratica... Bene, bene, bene... Passare dallo svenimento al sonno è un buon passo in avanti... Avrebbe proprio bisogno di recuperare un po' di forze, visto il modo in cui era ridotta....-

    Sorrisi e tornai allo stato di assoluta calma di prima. Passarono alcuni minuti prima che la tranquillità dell'aria fosse spezzata in maniera netta e definitiva.

    -No..... lasciatemi brutti bastardi....-

    Per poco non mi veniva un infarto per l'improvviso strepito di Mai. Essendo doppio in quel momento tutto mi portò a pensare che la ragazza ce l'avesse con me e che mi ritenesse ancora un pericolo per lei. Per fortuna questa eventualità fu smentita dal mio clone, che mi fece capire con gesti eloquenti che la giovane era ancora addormentata. Un incubo, di quello si trattava. E ben presto ebbi la certezza che non ero io l'oggetto del suo terrore onirico.

    -Walter..... sono dappertutto.... mi hanno morso...... non voglio diventare come quei mostri..... ti prego uccidimi..... uccidimi.....-

    Restai a bocca aperta e il sangue mi si gelò letteralmente nelle vene. Un turbinio di domande mi affollò il cervello e mi sentii smarrito. Che quell'incubo fosse riferito al momento in cui la ragazza aveva contratto la presunta malattia del sangue nero? Dovevo considerare quindi quella ragazza come una specie di vampiro? E poi il Walter a cui aveva chiesto aiuto era mica il mio amico suniano? Cosa gli era successo? Era da molto che non lo vedevo, che gli fosse capitato qualcosa di male? In sostanza cosa diavolo si nascondeva nel passato di Mai Yamanaka? Anelavo risposte, ora, subito, però non osavo svegliare la yukese per pretenderle. Per fortuna di lì a poco il suo sonno si sarebbe interrotto provvidenzialmente.

    -Ahi!-

    Con un gemito di dolore, Mai annunciò al mondo il suo risveglio. Sia io che il clone ci girammo verso il corpo della ragazza che si muoveva lentamente. Quando finalmente si accorse della presenza del mio bunshin, rimase parecchi secondi a fissarlo in silenzio. Del resto mi trovai incapace di reagire alla novità. Ebbi il forte impulso di iniziare subito il mio interrogatorio, però poi mi ricordai di come era finita la nostra piccola battaglia e mi resi conto che dovevo scusarmi al più presto. Però, visto che nel mio cervello regnava il caos più assoluto, non riuscii a trovare in nessun modo le parole. All'improvviso la yukese dovette essersi riavuta e aver ricordato chi io fossi, visto che saltò in piedi con uno scatto felino e strepitò tutto il suo stupore.

    -Mi hai fatto prendere un colpo!!!! Tu.....-

    La faccia sgomenta della ragazza, trasmise quasi osmoticamente il sentimento in me, riaccendendo vividi i miei profondi sensi di colpa. Questi si andarono a mischiare con lo stupore e la curiosità verso l'incubo della giovane, andando a creare un assurdo mix che mi lasciò impotente e immobile. Non riuscii a fare niente, non riuscii a dire niente. Lei, nel frattempo, si osservò nei dintorni, notando finalmente il mio corpo reale.

    -Sinceramente sono un po' confusa, chi è quello vero e dove siamo?-

    Le domande che la ragazza mi pose, semplici e dirette, riuscirono a disincagliarmi da quella impasse. Lasciai che fosse la copia a rispondere per me.

    -Lui è quello reale, io sono solo una copia di terra. Qui siamo nel Paese della Neve. Vedendo il suo coprifronte, lui ha pensato di portarla più vicina a casa sua...-

    Feci fare un cenno del capo alla mia copia, indicando il mio corpo reale. Nel frattempo io mi ero piegato in avanti, poggiando le mani e la fronte sul terreno innevato, arcuate nella classica posizione di chi chiede perdono.

    -Io... Io non riesco a trovare le parole per esprimere il mio profondo rammarico e chiederle scusa... Ho commesso un terribile errore e stavo per farlo pagare caro a lei...-

    Alzai il capo e, con sguardo serio e deciso, continuai la mia frase, dando sfoggio di tutta l'umiltà di cui ero capace. Sarei andato dritto al punto. Dovevo sapere la verità al più presto, ne avevo davvero bisogno.

    -Se esiste una qualsiasi cosa che posso fare per riparare al mio pessimo comportamento la prego di dirmelo e cercherò di provvedere... Però prima devo chiederle ancora un favore... Non penso se ne sia resa conto, ma stava parlando all'interno del suo incubo. Parlava di una minaccia incombente, dei mostri che l'hanno morso e di un certo Walter... La prego, Mai-sama, la prego di raccontarmi cosa le è successo!!-


    CITAZIONE
    Vista l'ora ho controllato un paio di volte in più il testo, spero comunque di non aver fatto errori gravi :asd: . Inoltre quel bastardo di google non è riuscito a trovarmi il nome della posa da scuse solenni jappe e l'immagine non è quella che volevo io ç_ç ...

     
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    Lui è quello reale, io sono solo una copia di terra. Qui siamo nel Paese della Neve. Vedendo il suo coprifronte, lui ha pensato di portarla più vicina a casa sua...


    Giusto, è vero, lui può fare copie di terra, che stupida che sono.

    Notò solo in quel momento di avere indosso la giacca nera di Saruwatari.

    La ringrazio della premura Saruwatari, ma per favore non mi dia del lei, mi fa sentire così vecchia e.....

    Io... Io non riesco a trovare le parole per esprimere il mio profondo rammarico e chiederle scusa... Ho commesso un terribile errore e stavo per farlo pagare caro a lei...

    Si sentì spiazzata di fronte al gesto del ragazzo. Ma fu piacevolmente sorpresa di constatare che al mondo esistevano ancora persone tanto gentili nei confronti del prossimo. Si pentì molto amaramente di averlo mal giudicato dall'apparenza. Gli si avvicinò, si mise in ginocchio sulla fredda neve e cercò di rivolgere al ragazzo il sorriso più solare che potesse.

    Suvvia non è successo niente, non mi sembra di aver subito chissà quali menomazioni invalidanti e permanenti e sono sicura che in pochi giorni mi rimetterò benissimo in sesto.

    Non ebbe il tempo di proseguire che Saruwatari alzò la testa con sguardo deciso. Si sentì quasi trafitta da parte a parte da quegli occhi.

    Se esiste una qualsiasi cosa che posso fare per riparare al mio pessimo comportamento la prego di dirmelo e cercherò di provvedere... Però prima devo chiederle ancora un favore... Non penso se ne sia resa conto, ma stava parlando all'interno del suo incubo. Parlava di una minaccia incombente, dei mostri che l'hanno morso e di un certo Walter... La prego, Mai-sama, la prego di raccontarmi cosa le è successo!!

    Di fronte a quella parole il suo sorriso svanì lasciando spazio ad un'espressione cupa e sofferente. Si era tradita, non che ci volesse un genio per capire che lei non era normale. Ma addirittura parlare nel sonno, non se lo sarebbe mai immaginato. Non avrebbe mai raccontato quella storia per nulla al mondo, ma qualcosa gli diceva che poteva fidarsi di quel ragazzo, e che era il minimo dopo tutte le premure che gli aveva riservato. Fece un lungo respiro e cominciò a parlare, fissando il terreno.

    E' cominciato tutto mesi fa, pochi giorni dopo l'inizio della guerra Yuki-Oto, il periodo in cui le violenze erano al loro massimo livello.......

    Senza accorgersene fece uscire un fiume di parole che raccontarono per filo e per segno tutta la vicenda. Cominciò con l'incipit: una giovane ragazza senza la benché più minima esperienza che aveva solamente voglia di fare qualcosa per il suo paese, per la sua gente. La sua primissima missione: andare in prima linea per essere carne da macello, nel luogo dove le persone andavano a morire come mosche. Raccontò anche dei suoi compagni, di un capitano che non la convinceva per niente, di una sua compaesana piuttosto timida e di Walter, questo shinobi di incredibile umanità. Si soffermò poco sulla silenziosa attesa per passare direttamente al momento in cui si scatenò l'inferno. Quello in cui un classico tema da film horror diventa realtà: morti che camminano, che mordono, azzannano, sbranano, mangiano, squartano qualsiasi essere umano, vivo a morto, che gli capiti a tiro. Il delirio di una trincea in cui i morti rincorrevano altri morti ed i vivi cercavano, con troppa fatica, di fermare le violenze. Il senso di ineluttabilità di fronte a forze maggiori e implacabili che suscitava lo spettacolo del campo medico, quell'orgia sfrenata e disumana di carne a brandelli e sangue a fiumi dove i cadaveri divoravano degli indifesi esseri umani che già tanto avevano dato. La ragazza ebbe un fremito di rabbia quando arrivò a ricordare la resistenza di quegli abomini, resistevano a tagli, perforazioni, botte, praticamente tutto; e la sua voce tremò quando ricordò il momento in cui si era trovata a stretto contatto con uno di quei cosi che la morse. Walter fu l'unico a preoccuparsi sia per lei che per il medico, col loro capitano così impegnato a dare ordini a cercare di trovare una ragione per quell'apocalisse. Arrivò il momento di narrare il momento più inquietate di tutta la battaglia, quello in cui si mostrò un "super zombie". Walter e Light provarono ad attaccarlo ma furono battuti in pochissimo tempo dal mostro. La ragazza, la più debole del gruppo, ed il medico, fisicamente e psicologicamente più che esaurito, non osarono fare nulla allo shinobi redivivo che se ne andò dalla trincea, diretto yuki. I due rimasero così nella trincea, assieme ai corpi svenuti del capitano e del suniano, ad attendere per un'infinità di ore, nella costante paura di venire attaccati, che qualcuno venisse a dargli rinforzo. Quando finalmente arrivò un qualcuno a richiamarli al campo base arrivò la parte peggiore di tutta la missione. Dopo giorni di quarantena ed esami medici, il tutto in un'ambiente assai carico di tensione, in cui il massimo di contatto umano che aveva erano dei dottori assai poco loquaci seppe la verità. Era stata infettata da un simpatico parassita, presente in ogni suo fluido corporeo, che alla sua morte l'avrebbe trasformata dapprima in uno zombie e poi in un essere immortale esclusivamente votato alla propria autoconservazione. Concluse il racconto con una parentesi lievemente umoristica.

    Quando ci siamo congedati ero di un umore così pessimo che avrei preso Walter a sediate nei denti, così senza motivo. E questo è tutto.

    Dopo tanto tempo alzò finalmente lo sguardo al cielo, gli occhi erano lucidi.

    E' forse questo il senso della vita? Chi prova a far qualcosa di buono in questo mondo ci rimette solo e chi invece persegue egoisticamente i propri scopi, mandando a morire stuoli di persone, conduce un'esistenza agiata? Quel giorno ero partita credendo di fare una buona azione per la mia gente, ma se penso che chi mi ha mandato in quell'inferno sa a malapena della mia esistenza ed in questo momento starà sorseggiando vino pregiato davanti ad un camino di marmo ricco di minuti bassorilievi, dopo aver letto sbrigativamente il mio fascicolo, mi viene voglia di fare una strage. Se tornassi indietro molto probabilmente avrei disertato. Tutto ciò è ingiusto.
     
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    24.9 VIENI CON ME?



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    -E' cominciato tutto mesi fa, pochi giorni dopo l'inizio della guerra Yuki-Oto, il periodo in cui le violenze erano al loro massimo livello.......-

    Chiedere così direttamente ad una ragazza appena incontrata di raccontarmi di un passato così oscuro e pregno di sofferenza, è stata forse una delle cose più egoiste che avessi potuto fare. Però dovevo conoscere la verità e, mi sembrava di averlo capito, anche lei aveva bisogno di raccontarlo, di confessarsi. Iniziò a raccontare di come si fosse unita anche lei al fronte, pur priva di esperienza, convinta di poter difendere la sua terra. Non saprei dire quale pazzo avrebbe potuto ordinare un tale non-sense, ma poi mi resi conto che una cosa del genere doveva essersi ripetute miriadi di volte, non era la prima, nè sarebbe stata l'ultima. La ragazza sembrava notevolmente scossa, forse era la prima volta che raccontava ad alta voce la sua esperienza. Andò avanti descrivendo il suo team, costituito da un capitano strafottente, una timida yukese e da un gentile suniano di nome Walter. Non dubitai nemmeno un secondo che questi fosse quel pazzo di un Heryul, mio caro amico da tempo. Mi chiesi se aver visto l'inferno con i propri occhi lo avesse reso più realista, spezzando o modificando quel suo forte idealismo. Ma non ebbi tempo per pensare queste cose, visto che la ragazza stava continuando veloce il suo racconto. E in breve raggiunse il climax: la battaglia. Qui le cose iniziarono ad andare in maniera diversa da quello che pensavo. Gli avversari che la piccola squadra dovette affrontare erano zombie. Quando la sentii pronunciare per la prima volta quella parola sentii qualche dubbio in me. Però il racconto era così vivido, così reale, non poteva di certo trattarsi di una menzogna, nè di un semplice incubo. Dovevo accettare per vere quelle sue parole. Lei e il suo gruppo dovettero combattere contro nemici non-morti. Una storia paradossale, ma dietro il colore del sangue della ragazza non poteva che nascondersi un passato del genere. Ma non finiva qui. Come nei peggiori racconti horror, questi mostri inseguivano, mordevano e dilaniavano qualsiasi essere nel loro raggio visivo. Sangue e morte in ogni dove. Mai sembrava più sconvolta di prima, nel rivivere quell'inferno, e io, vedendola soffrire in quel modo, sentivo rabbia e tristezza prendere possesso della mia anima. Più volte le lacrime stavano affacciandosi ai miei occhi, ma riuscii a trattenerle. Il racconto non era ancora finito. La battaglia era proseguita a lungo, anche perchè gli zombie erano in grado di resistere a qualsiasi colpo e non si fermavano di fronte a niente. La loro avanzata era implacabile. Di colpo la voce della Yamanaka iniziò a vibrare più forte di prima. Era il punto focale di tutta la storia, il momento in cui uno dei mostri riesce ad avvicinarsi e a mordere la ragazza. Avevo intuito dalle parole del suo incubo che fosse successa una cosa del genere, ma non avevo idea di cosa sarebbe successo dopo. A quanto pare fu solo Walter a preoccuparsi della yukese in mezzo a quell'inferno. Istintivamente mi chiesi cos'avrei fatto io al loro posto. La risposta era semplice: mi sarei fatto prendere dal panico e avrei dato di matto insensatamente. Lasciai presto perdere quel discorso di autocommiserazione, la guerra non era mica finita. Infatti fu proprio a questo punto che si presentò il boss finale, un non-morto più forte di tutti gli altri, che sconfisse con facilità il team, proseguendo il suo cammino di morte e distruzione. Ora mancava solo il gran finale. Quando finalmente furono salvati, Mai fu tenuta in isolamento osservatorio e dopo attente analisi le fu data la gran notizia: era stata infettata. Dopo la morte sarebbe diventata proprio come quei mostri che l'avevano attaccata. Marchiata, per sempre. Dovetti sforzarmi per non crollare in lacrime, ma riuscii a mantenere un certo contegno. Non ero certo io a dover piangere, era lei che ne avrebbe avuto tutto il diritto. Ma non lo fece, anzi concluse quella terribile storia con un sorriso e con una battutina.

    -Quando ci siamo congedati ero di un umore così pessimo che avrei preso Walter a sediate nei denti, così senza motivo. E questo è tutto.-

    Sorrisi anch'io, amaro. Quella ragazzina era senza dubbio più forte di quello che si può pensare. Trovare la forza di continuare a vivere dopo quello che aveva visto e subito.

    -Io... Non penso che sarei riuscito ad andare avanti... Io...-

    I miei deliri autodistruttivi furono fortunatamente interrotti dalla fine del discorso della ragazza. Una sorta di morale della storia, che lei stessa aveva dedotto dalla sua esperienza.

    -E' forse questo il senso della vita? Chi prova a far qualcosa di buono in questo mondo ci rimette solo e chi invece persegue egoisticamente i propri scopi, mandando a morire stuoli di persone, conduce un'esistenza agiata? Quel giorno ero partita credendo di fare una buona azione per la mia gente, ma se penso che chi mi ha mandato in quell'inferno sa a malapena della mia esistenza ed in questo momento starà sorseggiando vino pregiato davanti ad un camino di marmo ricco di minuti bassorilievi, dopo aver letto sbrigativamente il mio fascicolo, mi viene voglia di fare una strage. Se tornassi indietro molto probabilmente avrei disertato. Tutto ciò è ingiusto.-

    Rimasi particolarmente stupito di fronte al suo ragionamento. Lucido realismo pessimista, fin troppo simile a quei pensieri che mi tenevano compagnia da molto tempo. Che avessi finalmente trovato qualcuno che la pensasse come me? Qualcuno disposto a combattere al mio fianco per cambiare questo oscuro presente? Non potevo saperlo fino al momento in cui non avessi provato a chiedere.

    -Già, questo mondo è profondamente sbagliato. Passati come il tuo e come il mio ne sono semplici esmpi. Queste terre sono dominate da secoli da un meccanismo ben oliato, capace di riprodursi all'infinito. Sembrerebbe instoppabile...-

    Feci una brevissima pausa, un secondo solo. Portai la mia mano destra ai miei occhi inumiditi e li asciugai. Poi con la stessa mi tolsi gli occhiali da sole. Era un modo di mettermi a nudo e predisporre un sincero faccia a faccia. Con ogni probabilità quello poteva essere considerato il discorso più importante di tutta la mia breve vita, quindi cercai di trovare le parole giuste. Non avevo ancora parlato a nessuno del mio progetto, trovare un alleato sarebbe stato un primo passo in avanti.

    -Ma non è così!! Ne sono sicuro. Ancora non lo conosco, ma sono sicuro ci sia un metodo. E mi son ripromesso che l'avrei trovato, ad ogni costo. Non posso permettermi più di fare parte di questo sistema, di essere un loro complice. Ho deciso che diventerò forte e che una volta tale combatterò per modificare le cose. A costo di gettare la mia vita alle ortiche. Per adesso non è che un sogno puerile, un modo di attenuare i miei sensi di colpa. Ma credo che sia ormai impossibile per me tornare indietro... E tu... Ho letto forza e determinazione nelle tue parole. Penso che tu saresti adatta per aiutarmi in questo mio progetto ancora fumoso. Saresti disposta a gettare via tutto per seguirmi?! Saresti disposta a mettere la tua vita in gioco per poter dare vita ad un mondo in cui vale la pena vivere?-
     
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    Già, questo mondo è profondamente sbagliato. Passati come il tuo e come il mio ne sono semplici esmpi. Queste terre sono dominate da secoli da un meccanismo ben oliato, capace di riprodursi all'infinito. Sembrerebbe instoppabile...


    Già, è inarrestabile questo meccanismo.....

    Saruwatari fece una pausa in cui entrambi rifletterono. Mai ripensò a quanto erano stati segnati dalla guerra come lei. A pensarci bene era sempre stata un po' egoista, di rado aveva pensato a tutti quelli che avevano perso qualcosa di importante in seguito a certi tragici eventi.

    Per diventare una persona più forte devo pensare agli altri, se non siamo soli a questo mondo un motivo ci sarà......

    Ma non è così!! Ne sono sicuro. Ancora non lo conosco, ma sono sicuro ci sia un metodo. E mi son ripromesso che l'avrei trovato, ad ogni costo. Non posso permettermi più di fare parte di questo sistema, di essere un loro complice. Ho deciso che diventerò forte e che una volta tale combatterò per modificare le cose. A costo di gettare la mia vita alle ortiche. Per adesso non è che un sogno puerile, un modo di attenuare i miei sensi di colpa. Ma credo che sia ormai impossibile per me tornare indietro... E tu... Ho letto forza e determinazione nelle tue parole. Penso che tu saresti adatta per aiutarmi in questo mio progetto ancora fumoso. Saresti disposta a gettare via tutto per seguirmi?! Saresti disposta a mettere la tua vita in gioco per poter dare vita ad un mondo in cui vale la pena vivere?

    Lo fissò per tutta la durata del suo discorso senza staccargli di dosso. Non lo sapeva di preciso cosa stava provando, ma sentiva che era un qualcosa di nuovo. Forse speranza per il futuro o magari uno strano, insensato ottimismo per il futuro, ma si sentiva bene. Quando il ragazzo finì di parlare Mai gli si avvicinò con un radioso sorriso, come se in quel momento le ferite e la stanchezza del combattimento non esistessero, e parlò con una voce gentile ed affabile.

    Sono diventata kunoichi apposta per cercare di cambiare qualcosa. E poi se dovessi morire ho comunque una seconda possibilità. Normalmente non mi fido così tanto delle persone da poco incontrate, ma il mio intuito mi dice che sei un bravo ragazzo.

    Ad un tratto arrossì vistosamente e la voce si fece più incerta e bassa.

    So che in questi casi ci può stare un contatto fisico come una stretta di mano o qualcosa del genere per suggellare un nuovo rapporto, ma da quando sono diventata quello che sono ho cominciato a nutrire una sorta di "fobia" per questo tipo di cose..... ho una paura matta di infettare altre persone.....
     
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    24.10 PATTO



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    Una volta finito il mio comizio, mi rimisi gli occhiali. Rimasi in silenzio ad aspettare una risposta della giovane. Ero teso come non mai, da quella conversazione poteva dipendere una parte importante della mia vita. Quasi subito la yukese si alzò dalla sua postazione, esibendo un enorme sorriso. In quella situazione un tal gesto poteva benissimo significare derisione, scherno, ma il calore e la franchezza del suo sguardo non mi lasciarono adito a dubbio alcuno. E le sue parole mi avrebbero confermato questa verità.

    -Sono diventata kunoichi apposta per cercare di cambiare qualcosa. E poi se dovessi morire ho comunque una seconda possibilità. Normalmente non mi fido così tanto delle persone da poco incontrate, ma il mio intuito mi dice che sei un bravo ragazzo.-

    Dalle sue parole sembrava trasparire una certa leggerezza nel prendere questa così importante decisione, però in cuor mio sentivo tutta la sua risolutezza. La ragazza si era avvicinata un po' prima, ma adesso abbassò lo sguardo e arrossì imbarazzata e ben presto ne capii il motivo.

    -So che in questi casi ci può stare un contatto fisico come una stretta di mano o qualcosa del genere per suggellare un nuovo rapporto, ma da quando sono diventata quello che sono ho cominciato a nutrire una sorta di "fobia" per questo tipo di cose..... ho una paura matta di infettare altre persone.....-

    Sorrisi sicuro, avevo la soluzione proprio a portata di mano. La indicai in fretta alla ragazza, era appena dietro di lei, il mio bunshin di terra.

    -Guarda, c'è un clone apposta per quello... Non si infettano mica, loro... L'unica cosa è che non mi son mai trovato bene con le strette di mano, che ne dici di questo?-

    La copia di terra tese la mano chiusa a pugno verso la giovane, invitandola chiaramente a sbattervi piano il proprio pugno contro. La trovavo di sicuro migliore come pietra fondante del nostro patto, vista la sua informalità non priva di solennità, un accordo segreto tra due esseri umani che si impegnavano a sostenersi per un obbiettivo comune. Avrei aspettato con calma che l'ultima formalità fosse completata, poi volendo avremmo potuto iniziare a discutere di come muoverci.


    CITAZIONE
    OST: Chapelier Fou: Secret Handshake

     
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    Guarda, c'è un clone apposta per quello... Non si infettano mica, loro... L'unica cosa è che non mi son mai trovato bene con le strette di mano, che ne dici di questo?


    Fu sollevata alla soluzione di Saruwatari, ricambiò con entusiasmo appoggiando la sua mano a pugno chiuso contro quella della copia di terra.

    Ottima idea.

    Dopo quel simbolico gesto si guardò in giro guardinga.

    Ovviamente la storia che ti ho raccontato è top-secret. Se i miei superiori sapessero che l'ho condivisa con uno shinobi di un altro villaggio me la farebbero pagare cara.
     
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    24.11 SECRET



    scimmie



    -Ottima idea.-

    Come speravo il mio gesto fu assecondato dalla ragazza, che sbattè con calma il suo pugno contro quello del mio clone. Fatto ciò si guardò intorno sospettosa, assicurandosi di non essere sentita da nessuno. Una volta che si fu accertata di essere sola, si spiegò anche a me, forse vedendo la mia faccia perplessa.

    -Ovviamente la storia che ti ho raccontato è top-secret. Se i miei superiori sapessero che l'ho condivisa con uno shinobi di un altro villaggio me la farebbero pagare cara..-

    Scossi la testa, lasciando intendere che avevo compreso le sue preoccupazioni e che non avrei detto niente a nessuno. In fondo non avevo interesse a diffondere la sua triste storia e l'essere pettegolo era uno di quei pochi difetti che era in maniera assoluta estraneo a me.
    La mia attenzione fu però attratta dalla condizione della ragazza. Bruciature e macchie di sangue nero erano parecchio vistose, quindi difficilmente sarebbero passate inosservate. Già avevamo avuto parecchia fortuna a non esser stati visti durante il primo viaggio, però risultava impossibile rientrare a Yuki senza farsi vedere.

    -Senti, piuttosto come farai adesso a tornare al tuo villaggio? Ce la fai da sola o hai bisogno che ti accompagni? E soprattutto: hai idea di come spiegherai alla gente lo stato in cui sei ridotta? Militari o civili che siano, è sicuro che faranno domande. E i tuoi superiori potrebbero farti storie per aver messo a repentaglio le loro "preziose informazioni". Mmm, potrebbe essere ben più difficile di quanto preventivassi all'inizio...-

    Improvvisamente mi ero accorto di aver sottovalutato la questione. E le soluzioni a cui inizialmente avevo pensato non mi parevano per niente adatte. A occhio e croce ne rimanevano solo due. Mai avrebbe potuto cercare di lavare via le tracce di sangue e di bruciature dalle vesti e dal corpo, per nascondere le prove. Altrimenti avrebbe dovuto inventarsi una balla, raccontare di un attacco di banditi o qualcosa del genere, però questa opzione mi sembrava poco fattibile, per la probabile reazione che avrebbero avuto i suoi superiori. Nella peggiore delle ipotesi l'avrebbero rinchiusa come un animale in gabbia, privandola del diritto di agire da essere umano libero. Dopo esser giunto a questa conclusione scartai sdegnato la seconda ipotesi e mi gettai sulla prima. Se la ragazza non avesse proposto nulla di migliore le avrei sottoposto la mia idea.

    -Più in là c'è un piccolo ruscello. Lì potresti provare a renderti un po' più... Non so come dire, capisci cosa intendo, no? Dovrebbe essere a massimo una ventina di minuti a piedi, quasi al confine con il Paese sel Fuoco...-

    Avevo esitato provvidenzialmente un attimo prima di proferire la parola "presentabile". Non volevo nella maniera più assoluta ferire il suo orgoglio, soprattutto visto che la colpa di questo problema era tutta tutta mia. Probabilmente sarebbe stato palese sulla mia faccia il senso di colpa e sono quasi sicuro di aver balbettato ed essermi grattato la nuca in maniera goffa. Di sicuro non vedevo l'ora che fosse trovato rimedio a quella situazione incresciosa.
     
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    Mai si sedette sul ceppo di un albero lì vicino mentre Saruwatari parlava. Quello sollevato da lui poteva rappresentare un problema, ma in fondo lei sapeva che si poteva tutto risolvere benissimo dicendo le parole giuste e sfruttando la situazione corrente.

    Senti, piuttosto come farai adesso a tornare al tuo villaggio? Ce la fai da sola o hai bisogno che ti accompagni? E soprattutto: hai idea di come spiegherai alla gente lo stato in cui sei ridotta? Militari o civili che siano, è sicuro che faranno domande. E i tuoi superiori potrebbero farti storie per aver messo a repentaglio le loro "preziose informazioni". Mmm, potrebbe essere ben più difficile di quanto preventivassi all'inizio...

    Comincio a pensare ad una soluzione funzionale.....

    Prima che lei potesse prendere la parola Saruwatari la anticipò per aggiungere un altro particolare, discretamente spiacevole.

    Più in là c'è un piccolo ruscello. Lì potresti provare a renderti un po' più... Non so come dire, capisci cosa intendo, no? Dovrebbe essere a massimo una ventina di minuti a piedi, quasi al confine con il Paese sel Fuoco...

    A quelle parole Mai assunse un'espressione discretamente ansiosa, di fronte ad un Saruwatari palesemente preoccupato e coi sensi di colpa. Si rese conto di aver ignorato un aspetto a cui teneva tanto: i suoi capelli. D'istinto si portò le mani ai capelli e si rese conto che erano in uno stato pietoso, il suo rosso naturale era sparito sotto diverse tonalità di nero e grigio.

    I miei capelli! Sono in uno stato pietoso!

    Compose più rapidamente che poteva i sigilli per la henge no jutsu per prendere le sembianze di sè stessa, ma senza alcuna ferita.

    Così va meglio. Con la henge no jutsu non dovrei aver problemi di destare eccessive attenzioni. Visti i tempi che corrono non avranno sicuramente niente da dire se gli racconterò di essermi imbattuta con dei mukenin o degli otiani, non che si preoccupino per me in maniera eccessiva. Anzi, ad essere sincera ho come la sensazione che se per me giungesse il trapasso loro non sarebbero poi così tristi.

    Guardò Saruwatari senza dire nulla per alcuni secondi, con un espressione pensierosa, per poi aggiungere un'altra cosa.

    Ce la farei anche da sola a tornare al villaggio, però se venissi anche te potrei dire che mi hai aiutato contro quelli che mi hanno attaccato. Takumi è lontana e magari potresti passare almeno la notte a Yuki, ci sei mai stato? Non è poi così brutta. Ti posso ospitare da me per ricambiare la gentilezza. E per favore non colpevolizzarti più di tanto, è successo quello che è successo, io sono ancora debole ed inesperta ed è colpa mia che non sono riuscita a difendermi efficacemente, mi servirà di lezione per quando fronteggerò qualcuno privo di scrupoli, e poi non si è ferito gravemente nessuno.

    Fece una piccola pausa per dare modo a Saruwatari di pensarci sù. Sul volto aveva la solita espressione solare e tranquilla che la contraddistingueva. Sembrava non badarci minimamente a quello che era successo.

    Allora?
     
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    24.12 GENTILE OFFERTA





    -I miei capelli! Sono in uno stato pietoso!-

    Più che per il ritorno a Yuki, le mie frasi destarono preoccupazioni a Mai a riguardo del suo aspetto fisico. In effetti dava l'idea di essere una che tiene particolarmente all'estetica, quindi non mi stupii più di tanto. Però la soluzione che ella trovò fu molto più semplice e veloce di quella che avevo proposto, l'Henge no Jutsu. Non avevo preso minimamente in considerazione la Trasformazione. Più che altro l'avevo esclusa perchè sapevo che eventuali ninja percettori avrebbero scoperto subito che sotto si nascondeva qualcosa. Però ora che riflettevo meglio mi resi conto che gli stessi avrebbero capito dal chakra che l'utilizzatrice era la Yamanaka originale. In preda a queste elucubrazioni inutili, non feci nessuna rimostranza quando la ragazza si tramutò in sè stessa priva di ferite. Per diversi aspetti quella era una cosa molto positiva.

    -Così va meglio. Con la henge no jutsu non dovrei aver problemi di destare eccessive attenzioni. Visti i tempi che corrono non avranno sicuramente niente da dire se gli racconterò di essermi imbattuta con dei mukenin o degli otiani, non che si preoccupino per me in maniera eccessiva. Anzi, ad essere sincera ho come la sensazione che se per me giungesse il trapasso loro non sarebbero poi così tristi.-

    Non dissi nulla, in fondo era lei che conosceva al meglio la realtà del suo villaggio, io potevo solo immaginarla.

    -Abbandonata dalla sua stessa patria, per la quale ha rischiato e pagato così tanto... Certo che il Fato ama proprio accanirsi su alcune persone...-

    Il mio meditabondo silenzio fu interrotto di nuovo da Mai, la quale adesso sembrava tornata in piena forma.

    -Ce la farei anche da sola a tornare al villaggio, però se venissi anche te potrei dire che mi hai aiutato contro quelli che mi hanno attaccato. Takumi è lontana e magari potresti passare almeno la notte a Yuki, ci sei mai stato? Non è poi così brutta. Ti posso ospitare da me per ricambiare la gentilezza. E per favore non colpevolizzarti più di tanto, è successo quello che è successo, io sono ancora debole ed inesperta ed è colpa mia che non sono riuscita a difendermi efficacemente, mi servirà di lezione per quando fronteggerò qualcuno privo di scrupoli, e poi non si è ferito gravemente nessuno.-

    Sorrisi amaro di fronte all'ennesimo tentativo di minimizzare l'accaduto. Le sue parole non mi convinsero per niente della mia innocenza, però mi fecero capire che dovevo dimenticare i miei sensi di colpa, o per lo meno nasconderli, visto che questi le creavano disagio. E non fu difficile, visto che la yukese mi aveva fatto offerto ospitalità per la notte e questo mi diede per un attimo da pensare. Mi bastò poco tempo per convincermi che le probabilità che ella fosse mossa da secondi fini erano molto basse. Però rimaneva da capire se fosse stato consono sfruttare la sua gentilezza o se fosse stato meglio rifiutare cortesemente. Lei era stanca e ferita e, anche se non lo dava avedere, presupponevo che anche psicologicamente non devesse essere al meglio. Del resto però non avevo idea se fosse più corretto in questi casi lasciarla da sola a leccarsi le ferite oppure dare supporto morale ed effettivo.

    -Quanti problemi che mi faccio sempre... In ogni caso riuscissi a tornare in tempo sarebbe meglio per me, però bisogna vedere... In effetti è piuttosto tardi...-

    La ragazza era calmissima, cosa che rese la mia indecisione ancora maggiore.

    -Allora?-

    Con tono gentile mi mise fretta. In fondo perdere tempo non giovava a nessuno, quindi dovevo prendere una decisione immediatamente.

    -Mmm, sicuramente ti accompagno a fare rapporto dal tuo kage o chi per lui. L'unica cosa è che bisogna decidere una unica storia nei minimi dettagli, di modo che sia credibile. Invece per quanto riguarda la notte non saprei. Riuscire a tornare a Takumi ce la farei anche prima di notte, credo, però sarebbe molto scomodo... Sei sicura di voler sopportare la mia ingombrante presenza?-

    Il tono era palesemente ironico e il mio volto illuminato da un sorriso malizioso. Nel caso non avesse capito che si trattava di una piccola battuta avrei aggiunto un tranquillo "Stavo scherzando". Ormai mi ero messo nell'ottica di accettare l'offerta, quindi pensai a come giustificare il mio ritardo al mio kage.

    -Forse posso riciclare la storia che racconteremo agli yukesi anche per i miei superiori. In ogni caso credo che una sorta di punizione me la daranno comunque, ma poco importa...-
     
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    -Mmm, sicuramente ti accompagno a fare rapporto dal tuo kage o chi per lui. L'unica cosa è che bisogna decidere una unica storia nei minimi dettagli, di modo che sia credibile. Invece per quanto riguarda la notte non saprei. Riuscire a tornare a Takumi ce la farei anche prima di notte, credo, però sarebbe molto scomodo... Sei sicura di voler sopportare la mia ingombrante presenza?-


    Alla seconda parte del suo discorso lei si mise a ridere con un espressione quasi ingenua.

    Basterà dire semplicemente che mi hanno assalito, con esplosivi ed armi da taglio, dei mukenin, facciamo due, dal volto coperto e te, che passavi di lì per caso, mi hai aiutato e questi sono fuggiti. Posso inventarmi una prima parte a piacere io, dico che ad un certo punto mi avevano intrappolata in un genjutsu e te sei arrivato che ero paralizzata e semi-incosciente e qui puoi inventare te dicendo che li hai attaccati di sorpresa e questi se ne sono andati, io mi sono ripresa dal genjutsu ed visto te arrivare mentre loro scappavano, ho fatto due più due ed ho capito che ero viva per merito tuo. Per quanto riguarda la questione della presenza.... ingombrante..... non ci sono problemi. Certo, forse i miei potrebbero guardarti in una maniera un po' strana...... mi vien da pensare a tutte le volte che mi dicono "Mai cominci ad essere abbastanza grande, perché non appendi il coprifronte al chiodo, ti trovi un ragazzo e te lo sposi che è sicuramente meno pericoloso che rischiare di farsi ammazzare nel corso di una missione?"

    Fece quella citazione con una voce alterata per far pensare ad un uomo adulto per poi riprendere un tono normale.

    Chissà cosa penseranno quando mi vedranno arrivare con te. Comunque basta che mi prometti di non pensarci minimamente a fare, entro le mie mura domestiche, un altro di quegli affari esplosivi.....

    Divenne innaturalmente cupa, quasi minacciosa e prese a fissare Saruwatari senza battere ciglio. Attivò per qualche secondo la telepatia così che il suo interlocutore avrebbe sentito le parole seguenti ma nella sua testa, senza che Mai muovesse le labbra.

    ....o giuro che ti faccio esplodere la testa..... dall'interno.....

    Mantenne quell'espressione così seria per qualche altro secondo prima di scoppiare a ridere e tornare alla sua solarità.

    No, scherzo. Quello non posso farlo. Ci incamminiamo che comincia a farsi tardi? E poi con questi vestiti umidi sento un discreto freddo.

    Edited by doublejack - 19/1/2012, 14:25
     
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    24.13 LET'S GO



    telepatia



    -Basterà dire semplicemente che mi hanno assalito, con esplosivi ed armi da taglio, dei mukenin, facciamo due, dal volto coperto e te, che passavi di lì per caso, mi hai aiutato e questi sono fuggiti. Posso inventarmi una prima parte a piacere io, dico che ad un certo punto mi avevano intrappolata in un genjutsu e te sei arrivato che ero paralizzata e semi-incosciente e qui puoi inventare te dicendo che li hai attaccati di sorpresa e questi se ne sono andati, io mi sono ripresa dal genjutsu ed visto te arrivare mentre loro scappavano, ho fatto due più due ed ho capito che ero viva per merito tuo. Per quanto riguarda la questione della presenza.... ingombrante..... non ci sono problemi. Certo, forse i miei potrebbero guardarti in una maniera un po' strana...... mi vien da pensare a tutte le volte che mi dicono "Mai cominci ad essere abbastanza grande, perché non appendi il coprifronte al chiodo, ti trovi un ragazzo e te lo sposi che è sicuramente meno pericoloso che rischiare di farsi ammazzare nel corso di una missione?"-

    La menzogna di Mai era ben elaborata, sembrava aver il giusto equilibrio tra dettagli e vaghezze, in parole povere era credibile. Invece la seconda parte del suo discorso, che lei aveva condito addirittura con una specie di parodia, mi lasciò parecchio stupito.

    -Ahahah, genitori, dimenicavo che la gente normale quelle cose ce l'ha...-

    Riprese il suo tono normale, per poi assumere più avanti un piglio minaccioso.

    -Chissà cosa penseranno quando mi vedranno arrivare con te. Comunque basta che mi prometti di non pensarci minimamente a fare, entro le mie mura domestiche, un altro di quegli affari esplosivi.....-

    L'aria minatoria che ella assunse forzosamente, cozzava con il suo aspetto solito e, forse proprio per questo, ne fui molto intimorito. Ma lo stupore era solo all'inizio. Infatti Mai stabilì un qualche tipo di contatto telepatico e mi trasmise delle parole senza muovere le labbra.

    -....o giuro che ti faccio esplodere la testa..... dall'interno.....-

    Rimasi talmente sconvolto che lasciai partire un paio di pensieri non proprio intelligenti, che spero con tutto me stesso non siano stati uditi.

    -Cazzo, ho fatto davvero bingo!! Con un potere del genere nulla ci è precluso...-

    Mentre la ragazza mi fissava tentando di intimorirmi, mi accorsi dell'irrealisticità della cosa e ridacchiai in silenzio della mia idiozia. Poi ebbi anche l'ovvia conferma della Yamanaka.

    -No, scherzo. Quello non posso farlo. Ci incamminiamo che comincia a farsi tardi? E poi con questi vestiti umidi sento un discreto freddo.-

    Feci segno alla ragazza di iniziare a procedere, perchè l'avrei seguita.

    -Andiamo pure, anch'io sto congelando, sono solo in maglietta... Comunque per i miei esplosivi ovviamente hai la mia parola che non ne farò uso... Per i tuoi genitori dovresti solo darmi un paio di dritte su come comportarmi. Non è esattamente una cosa a cui sono avvezzo... Comunque la tua menzogna è molto buona, però c'è un particolare che dovresti aggiungere. Scusa l'indelicatezza, ma da quanto ho capito sarebbe l'unica cosa che a loro importa. Sto parlando della malattia ovviamente. Penso che dovresti dirgli che mi hai mentito o qualcosa del genere, tipo che mi hai detto che hai la febbre nera o qualcosa di simile. Magari potresti usare anche quella strana cosa telepatica che hai usato prima per aggiungere particolari a loro senza farti sentire da me. L'importante è che pensino che io non sappia nulla, no?-

    Aspettai che lei rispondesse, soprattutto alla questione dei genitori, in modo da limitare al minimo i momenti imbarazzanti. Solo dopo mi sarebbe venuto in mente un'altra importante questione.

    -Ah, a proposito, al villaggio poi non è che si potrà parlare in tutta tranquillità di "quella cosa" che s'era detta prima. Che ne dici se ci beccassimo tipo tra un mese da qualche parte? Per allora magari avremo qualche idea in più e saremo un po' più forti. E potremmo fare un allenamento insieme, un po' più tranquillo stavolta. Ti pare unq buona idea?-
     
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    Si mise a camminare con Saruwatari che si mise a ruota al suo passo. Per un attimo gli fece impressione, le persone come lui gli incutevano un discreto timore. Non tanto per il fatto che aveva dimostrato di possedere eccellenti capacità combattive e strategiche, ma più che altro per il fatto che avesse dimostrato di prevalere in un combattimento, con stile, senza subire troppe ferite ed al contempo arrecare una barca di danni al suo avversario, lei.

    Chissà se diventerò così un giorno, tanto risoluta e capace....

    Andiamo pure, anch'io sto congelando, sono solo in maglietta... Comunque per i miei esplosivi ovviamente hai la mia parola che non ne farò uso... Per i tuoi genitori dovresti solo darmi un paio di dritte su come comportarmi. Non è esattamente una cosa a cui sono avvezzo... Comunque la tua menzogna è molto buona, però c'è un particolare che dovresti aggiungere. Scusa l'indelicatezza, ma da quanto ho capito sarebbe l'unica cosa che a loro importa. Sto parlando della malattia ovviamente. Penso che dovresti dirgli che mi hai mentito o qualcosa del genere, tipo che mi hai detto che hai la febbre nera o qualcosa di simile. Magari potresti usare anche quella strana cosa telepatica che hai usato prima per aggiungere particolari a loro senza farti sentire da me. L'importante è che pensino che io non sappia nulla, no?

    I suoi genitori, a pensarci bene il difficile sarebbe stato convincere i suoi che Saruwatari non presentava una minaccia ma anzi era una persona di cui fidarsi. Già prevedeva l'occhiataccia che gli avrebbe rivolto suo padre mentre sua madre la portava in un'altra stanza a dirgli cose del tipo "ma sarà il caso di portare shinobi stranieri in casa? di questi tempi?". A ricordarselo bene i suoi non erano sempre stati così, se li ricordava più aperti e solari da piccola, evidentemente yuki doveva averli resi più "freddi" nei rapporti umani.

    Sono shinobi ritiratisi a vita privata, per cui non ti meravigliare se durante la notte senti dei rumori sospetti in giro per la casa, scommetto di vorranno tenere d'occhio. Ma sono buoni, è solo il villaggio che ti rende più freddo e distaccato nei rapporti umani....

    Lanciò un'occhiata alla sagoma delle grosse mura urbane di yuki che si stagliavano all'orizzonte.

    Per quanto riguarda la "malattia".... hai perfettamente ragione.

    Ah, a proposito, al villaggio poi non è che si potrà parlare in tutta tranquillità di "quella cosa" che s'era detta prima. Che ne dici se ci beccassimo tipo tra un mese da qualche parte? Per allora magari avremo qualche idea in più e saremo un po' più forti. E potremmo fare un allenamento insieme, un po' più tranquillo stavolta. Ti pare unq buona idea?

    Rivederci per un altro allenamento insieme? Mi pare un'ottima idea. Sono sicura che la prossima volta riuscirò a fare una migliore figura, ho alcuni progetti in cantiere attualmente...... Però precisiamo una cosa, se cercavi una persona capace coi genjutsu hai proprio preso male, faccio pena con le illusioni, preferisco i ninjutsu, mi dà più gusto usarli.
     
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    24.14 WELCOME TO YUKI



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    Mentre camminavamo lungo un piccolo sentiero innevato, Mai rispose alle mie perplessità, una per una.

    -Sono shinobi ritiratisi a vita privata, per cui non ti meravigliare se durante la notte senti dei rumori sospetti in giro per la casa, scommetto di vorranno tenere d'occhio. Ma sono buoni, è solo il villaggio che ti rende più freddo e distaccato nei rapporti umani....
    Per quanto riguarda la "malattia".... hai perfettamente ragione.-


    Tirai un sospiro di sollievo. In questo caso preferivo paradossalmente essere trattato con freddezza, piuttosto che ricevere un'accoglienza troppo calorosa, che mi avrebbe messo in imbarazzo. Ero molto più abituato alla diffidenza, che di questi tempi era anche giustificata. Sarebbe bastato comportarmi in maniera responsabile e irreprensibile. In fondo, per quanto ne sapevano loro, io ero il salvatore di loro figlia, quindi avrei avuto accesso facilitato alla loro fiducia, credevo. Mi faceva sentire un po' in colpa sfruttare quella storia così falsa, ma avrei dovuto annullare i sensi di colpa per non risultare sospetto.
    D'improvviso notai le vicine mura del villaggio e ciò mi fece venire in mente un importante particolare. Feci attenzione a non essere sentito da estranei. Non c'era molto da nascondere, ma un po' di prudenza non faceva male.

    -Ah, a proposito, al villaggio poi non è che si potrà parlare in tutta tranquillità di "quella cosa" che s'era detta prima. Che ne dici se ci beccassimo tipo tra un mese da qualche parte? Per allora magari avremo qualche idea in più e saremo un po' più forti. E potremmo fare un allenamento insieme, un po' più tranquillo stavolta. Ti pare unq buona idea?-

    La ragazza si dimostrò disponibile all'idea e sembrò particolarmente interessata ad una rivincita. Forse la sconfitta le bruciava più di quanto lasciasse intendere esplicitamente.

    -Rivederci per un altro allenamento insieme? Mi pare un'ottima idea. Sono sicura che la prossima volta riuscirò a fare una migliore figura, ho alcuni progetti in cantiere attualmente...... Però precisiamo una cosa, se cercavi una persona capace coi genjutsu hai proprio preso male, faccio pena con le illusioni, preferisco i ninjutsu, mi dà più gusto usarli.-

    Per un attimo fui sul punto di farle un predicozzo sul dover lavorare sulle proprie debolezze, però mi fermai in tempo. Oltre a non essere una cosa simpatica da fare, io stesso avevo non poche debolezze e difficilmente cercavo di migliorarle. Lasciato perdere quell'argomento, mi concentrai sulle questioni pratiche.

    -Ok, qui non ho pezzi di carta, a casa tua magari ti lascio di nascosto dai tuoi il mio indirizzo, così da sentirci in caso di problemi. Il tuo dovrei farcela a ricordarlo. Che ne dici se rimaniamo che ci si vede tra trenta giorni esatti al fiume del Paese dell'Erba, dove ci siamo incontrati oggi?-

    Le porte del villaggio erano ormai vicine, da adesso sarebbe iniziata la recita.
     
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    Scusa il post scrauso, ma a quest'ora il cervello non è molto efficiente :pazzo:

    Ormai le porte del villaggio erano vicine, ma la parte spontanea e sincera della loro conversazione era ben prossima a finire.


    -Ok, qui non ho pezzi di carta, a casa tua magari ti lascio di nascosto dai tuoi il mio indirizzo, così da sentirci in caso di problemi. Il tuo dovrei farcela a ricordarlo. Che ne dici se rimaniamo che ci si vede tra trenta giorni esatti al fiume del Paese dell'Erba, dove ci siamo incontrati oggi?-


    Lei ci pensò un attimo sulla proposta per poi esprimersi.

    Va bene, fra trenta giorni nel posto esatto in cui ci siamo incontrati.....

    Lanciò un'occhiata sognante verso il tramonto, per un attimo sul volto tenne un'espressione indecifrabile per poi rivolgere a Saruwatari uno dei suoi tipici, radiosi sorrisi.

    ...... sperando che nel frattempo non accadano disastri e catastrofi. Promettimi di riguardarti, ho come avuto l'impressione che tu tenda a farti prendere un po' la mano quando sei infervorato dalla passione del momento, per favore non ti cacciare nei guai.
     
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14 replies since 23/12/2011, 19:09   288 views
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