Ghiaccio perenne

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    Contendenti: Walter Heryul vs Jack Kaguya
    Restrizioni: Nessuna
    Tempo: Fino a che uno dei due non stramazza al suolo
    Condizioni Meteo: Soleggiato ma con qualche nuvola
    Turni: Il primo che posta

     
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    Era un brutto periodo per me, avevo deciso di visitare le tombe di chi mi era stato affianco durante la mia carriera ninja ma sembrava che la mia idea non fosse facilmente attuabile: sia perchè avrei dovuto viaggiare per mezzo mondo ninja sia perchè alcuni conoscenti erano semplicementi spariti nel nulla e quindi non sapevo nemmeno se avessere una lapide su cui ricordarli.
    Decisi di visitare solo i cimiteri più vicini a me o comunque quelli più facilmente raggiungibili; per questo adesso mi trovavo nel Paese del Fuoco (grazie anche ad una commissione che avevo dovuto sbrigare in quella zona) e avevo visitato da poco la tomba di Iguru, quel ragazzo proprio quando cominciava a starmi simpatico era deceduto in seguito ad alcune ferite gravi subite durante una missione.

    Che anche questo faccia parte della vita di un ninja? Farsi degli amici e poi soffrire per la loro prematura scomparsa? O forse sono io a portare iella ai miei amici?

    Scacciai quel pensiero ricordandimi che comunque c'erano alcuni ninja con cui avevo fatto conoscenza e che erano ancora vivi e vegeti.
    Perso nei miei pensieri camminai per quasi un'ora senza nemmeno rendermene conto, tornai nel mondo reale solo quando la mia testa incontrò qualcosa qualcosa di solido.

    Ouch!

    Un'albero aveva fermato il mio cammino e mi aveva tirato via dai miei pensieri; ero arrivato in una foresta abbastanza fitta con grossi alberi che arrivavano fino al cielo.

    Dove diamine sono finito adesso?!

    Non volevo ammettere di essermi perso, ma dovevo constatare di non sapere dove mi trovavo. Iniziai a cercare qualche forma di vita in grado di parlare la mia lingua per chiedere indicazioni su come tornare a Suna.
     
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    “Luce… non c’è altro di cui l’uomo abbia bisogno per vivere. Non serve il cibo, non serve l’aria, non serve l’acqua: basta solo l’energia e la gioia di un istante per godere dei piaceri che una intera esistenza può offrire.
    Il passato può essere stato tremendo, il futuro incerto, ma il presente, questo incomparabile ed irripetibile presente, basta a cancellare tutte le ombre e i dolori. A volte capita di essere furiosi con il mondo intero, ma è difficile rimanere indifferenti di fronte alla sconvolgente bellezza che lo compone… Ci si sente talmente pieni e soddisfatti da avere l’impressione di non poter contenere tanta felicità, affiorano lacrime che scorrono come pioggia attraverso l’anima, purificandola, e allora non si può fare a meno di provare gratitudine per ogni singolo attimo della nostra sciocca, insignificante vita.
    Poi ci si rilassa e tutto questo scivola via… tutti questi momenti si perdono nei meandri della memoria proprio come lacrime nella pioggia… e la tristezza ricomincia ad attanagliare il nostro cuore. Ma la verità è che quella bellezza non scompare, non può scomparire, ma rimane impressa entro una sfera dorata custodita nel petto che ci riscalda quando ogni altra cosa diventa fredda.
    Basta poco ad affliggerci perché basta poco a consolarci, e forse è questo che ci rende così particolari e unici, come canne fatte danzare da una fresca brezza. Si: l’uomo è come una canna, ma ciò che la rende grande è riconoscere come sia essa stessa miserabile, e anche se riconoscersi miserabili significa essere in effetti miserabili, ciò significa anche essere grandi. E’ infatti grazie a questa consapevolezza che si può godere appieno delle piccole cose, guardare oltre l’orizzonte del quotidiano, trascendere con la mente e con il cuore i limiti dello spazio e del tempo per innalzarsi in una dimensione diversa e superiore dove ogni cosa, dalla foglia che tocca uno specchio d’acqua alla fiamma che brucia nei cieli dei poli, dona un momento di felicità.

    Immobile, gli occhi chiusi ed il respiro trattenuto. In piedi sopra un albero l’aria fresca della giornata giocava con i capelli, ed intanto l'odore di fresco mi accarezzava il viso. Ripensavo ad un pezzo di un libro letto anni orsono, quando ancora ero un giovane ninja con la mente sognante e chiusa, quando pensavo che la vita di uno shinobi fosse facile come bere un bicchier d'acqua. All'epoca non pensavo che la mia vita si sarebbe trasformata in un inferno solo per qualche mio errore...

    Quante cazzate...
     
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    30. 0 PAUSA





    -Certo che questo posto nonostante tutto è davvero bello...-

    Ero appena ritornato per la seconda volta in soli due giorni nella cosiddetta "Foresta della Morte", un luogo incantevole ma infido, anche se a mio parere non abbastanza da meritarsi quell'appellativo. La mia prima visita era stata dettata da motivi di lavoro, una squallida missione di livello C. Si trattava semplicemente di fare da guardia ad una spedizione di dottorucoli del cazzo che volevano esaminare la fauna e la flora di quel luogo impervio. Fare la balia a quei secchioni debolucci non era per niente il mio sport preferito, ma considerata la media delle missioni, ai miei occhi pareva oro colato. Però il problema era stato un altro. Il capitano della missione, un Jonin del Villaggio della Foglia, era un tale arrogante e indisponente a livelli mai visti. Difficoltà ad agire come caposquadra, lacune tattiche notevoli e supponenza ingiustificata, il tutto condito con una buona dose di insulti e strafottenza. Almeno sette volte, avevo tenuto il conto, sentii forte il desiderio di mollare tutto e dargli una orribile orribile morte, ma fu facile per me far prevalere il buon senso. Nonostante le difficoltà interne la missione fu portata a termine senza troppi problemi. Dopo quasi venti ore filate i professorini avevano deciso di aver osservato e catalogato abbastanza e quindi l'intera comitiva aveva fatto rotta per la capitale. Dopo aver fatto rapporto all'Hokage la squadra fu sciolta, per la gioia di tutti quanti. Però vista l'ora tarda fui costretto a restare per la notte a Konoha, in una locanda dai prezzi bassi, che corrisposero ad una qualità che dire infima è fargli un complimento. Risvegliatomi notevolmente indisposto, decisi di fare una deviazione prima di tornare a Takumi, giusto una piccola break per poter ritornare più in forma al mio villaggio, pronto per la prossima missione. E giusto per andare sul sicuro decisi di fare di nuovo visita a quell'affascinante foresta dove avevo passato la giornata precedente. Dopo aver preso qualcosina da mangiare, uscii dal villaggio e in poco tempo raggiunsi il luogo prescelto. Superai il cancello d'ingresso e mi addentrai nel fitto della boscaglia. Rimanendo coi sensi all'erta riuscii a fronteggiare senza problemi l'attacco di un serpente, l'unica bestia che cercò di farmi la pelle in quei primi minuti.

    -Tsk, alla fine qui non è poi così più pericoloso di altri posti... Se non altro qui gli animali cercano di ucciderti solo per mangiare...-

    Dopo essermi assicurato che non ci fossero pericoli nei dintorni, appoggiai la schiena ad una poderosa quercia. Mi accesi in silenzio una sigaretta, facendo bene attenzione a non appiccare un incendio. Intorno a me sembrava non esserci nessuno, nè animali, nè tantomeno esseri umani. Sarei rimasto lì qualche minuto a riflettere, mentre fumavo in assoluta tranquillità. Ero talmente ammaliato dall'improvvisa quiete di quella foresta che sarei potuto rimanere per ore, lì a non far niente. Però sapevo di non potermelo permettere. Dovevo tornare presto, per poter così prendere subito una nuova missione. Già, mi spettavano solo ancora pochi minuti di pausa, poi sarei dovuto andarmene da quel paradiso mortale. Con ogni probabilità un altro giorno di noioso lavoro mi attendeva.

    CITAZIONE
    Scusino l'intromissione :asd: . Voi iniziate pure, io vi intercetto appena cominciate xD.

    EDIT: Tolta la scrittura piccola, per comodità :asd: .


    Edited by GIIJlio - 12/3/2014, 13:47
     
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    Vagai per un po' in quella foresta abitata da piante e creature dalle dimensioni insolite, sembrava quasi che ogni forma di vita in quel luogo non rispettasse le normali proporzioni che avrebbe avuto se fosse stata normale. Non mi sarei sorpreso di incontrare un gigante in quella foresta ma fortunatamente la cosa più pericolosa che incontrai era una specie di scarabeo gigantesco che ce l'aveva come per qualche suo assurdo motivo a me ignoto; me ne sbarazzai facilmente balzando via da lui inoltrandomi così ancora più nella foresta da cui cercavo di uscire.

    Ma che razza di posto è mai questo? Non sarò mica in un genjutsu?!

    Scartai quella bizzarra idea, non avevo incontrato anima viva da quando avevo lasciato il cimitero perciò dedussi di essere semplicemente in qualche luogo sperduto; nonostante ciò quella foresta non poteva essere infinita quindi se avessi continuato a camminare in linea retta prima o poi sarei uscito da quel luogo e sarei potuto tornare a casa.
    Dopo quasi mezz'ora di cammino intravidi una sagoma umana su uno dei rami di uno dei grossi alberi che popolavano quel posto, sarebbe stato molto incauto chiedere indicazioni su come tornare a casa ad uno sconosciuto, avrebbe potuto attaccarmi e magari rapirmi o peggio; d'altronde vagare in quella foresta da solo non era certo più sicuro che rivolgere la parola ad un estraneo senza contare che se fosse stato un talmente forte da potermi creare seri problemi allora non poteva non aver già avvertito la mia presenza in quel luogo. Il modo più sicuro per evitare qualsiasi problema era quindi quello di fargli capire che non avevo intenzioni ostili, quindi raccolsi quanta più aria potevo nei polmoni e cercai di attirare la sua attenzione.

    Ehi! Tu sul ramo! Potresti gentilmente dirmi dove ci troviamo e che direzione dovrei prendere per uscire da questa foresta?

    Mentre parlavo mi avvicinavo lentamente per vedere meglio che aspetto avesse la persona con cui stavo parlando (e anche per evitare di dover continuare ad urlare per comunicare), inoltre tenevo le mani bene in vista per far vedere che non avevo la minima intenzione di attaccare.
     
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    Stavo pensando sul ramo dell'albero, quando ad un certo punto qualcuno mi disturbò.

    Ehi! Tu sul ramo! Potresti gentilmente dirmi dove ci troviamo e che direzione dovrei prendere per uscire da questa foresta?

    Senza neanche guardarlo, gli risposi secco

    Siamo a sud ovest rispetto alla zona centrale della foresta della morte, e per quel che mi riguarda basta seguire la strada normale per uscire...e a desso sparisci, non voglio sentire nessuno...
     
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    30.1 IL RICHIAMO DELLA FORESTA



    sagoma



    Usai circa il doppio del tempo solito per fumare la mia sigaretta. Ma fu comunque troppo poco. Non avevo assolutamente voglia di tornare indietro, ma nonostante ciò mi misi in marcia. Camminai lungo una specie di sentiero per qualche minuto, con la mente vuota. Ero molto arrabbiato e forse la fauna locale lo percepì, visto che nessuno si azzardò a farsi vivo. Camminavo solo e silente verso un'altra giornata di noiosa routine, quando sentii improvvisamente una specie di urlo spezzare la quiete della natura. Proveniva dal fitto della foresta. Era appena udibile e non riuscii a distinguere nè parole nè tipo di voce. Mi addentrai per qualche metro, mi nascosi dietro un grosso albero e osservai la scena. Riuscii a malapena a distinguere la figura di un uomo, era distante circa duecento metri. Finì in fretta di parlare, probabilmente ce l'aveva con qualcuno, quindi cercai di osservare quei dintorni per trovare il suo interlocutore. Non riuscii a sentire nessuna risposta, forse ero troppo distante per sentire qualsiasi frase non urlata. Ci misi ancora un po' di tempo a trovare l'uomo con cui probabilmente stava parlando. Si trovava su di un albero, un po' più avanti del primo ed era appena distinguibile dal resto della pianta. Rimasi in silenzio ad osservare.

    -Forse è un incontro tra banditi o malviventi di qualche tipo, non riesco ad immaginare un altro scenario. Credo che sia mio dovere rimanere qui e osservare per bene la scena...-

    CITAZIONE
    Ok, finchè parlate e non fate azione, SK rimane dietro l'albero a osservare, quindi finchè non succede niente posso saltare i turni :asd: .

    EDIT: Tolta di nuovo la scrittura piccola :asd: .


    Edited by GIIJlio - 12/3/2014, 13:48
     
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    Io non provengo. Io destino.

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    Vagavo per le strade di una nazione estranea. Non riconoscevo nessun posto, anche se molti mi sembravano familiari. A volte qualche zona era coperto da una nebbia fitta, scura, quasi surreale. Continuavo a vagare, cercando qualche segno che mi aiutasse a riconoscere la strada sulle quale camminavo o il luogo in cui mi dirigevo. Ma niente indicava qualcosa. Forse perché, per ora, non c'era niente.
    Quel posto era la mia mente.
    Per essere esatti, era la parte delle memorie che non avevo ancora recuperato. Mi ricordavo qualcosa, ma semplici sprazzi. Aiutavano, ma sapevo che mancava qualcosa. Come la mia età: sapevo di avere più di vent'anni - e meno di trenta - ma solo quello. Non sapevo nemmeno quanto tempo avessi passato nell'iceberg.
    Basta.
    Questi quesiti mi facevano venire il mal di testa, ed io odiavo i mal di testa. Impediscono di ragionare con lucidità e distraggono. In un combattimento, un piccolo giramento e sei finito. In effetti, in un combattimento basta perdere un momento e sei finito.
    Basta.
    ah, stavo continuando a divagare. Veramente, oggi non riesco proprio a concentrarmi su qualcosa di specifico. Magari dovrei tornare a casa, a Yuki. Se posso chiamarla casa. In fondo, era solo un posto dove abitavo, datomi da Hirozumo. Quel maledetto Hirozumo, con i suoi modi spregevoli e crudeli. Diventerò anche io così? Fissato con i miei obiettivi così tanto da violare i princìpi su cui si basa la mia vita?
    Basta!
    Aprii gli occhi di colpo: il sole attraversava le (gigantesche) foglie degli alberi, creando un caleidoscopio di luce e ombra sul soffice tappeto erboso della foresta. Il nome certo non le rendeva giustizia, anche se c'erano animali pericolosi era comunque il posto più vivo che avessi mai visto. Sicuramente di più delle lande innevate del Paese della Neve, ma quelle hanno un fascino particolare... Mi alzai e mi sistemai in un largo spiazzo di luce. Il calore del sole era amichevole, ma strano. Non mi dava la sensazione giusta. Quando mi spostai all'ombra, la confortante sensazione di sicurezza prese possesso dentro di me, insieme ad un fresco che mi fece venire un brivido, nonostante non mi lasciassi condizionare dal meteo. Quando mi misi a metà, mi sentii a mio agio.
    Strane riflessioni. Devo avere un po' di febbre.
    La mia fronte scottava abbastanza, ma era qualcosa che potevo sopportare. Dopo un lungo sbadiglio, frutto della sonnolenza che mi aveva preso al risveglio, mi rimisi in marcia.
    Stavo tallonando Heryul da quando lo aveva visto da lontano sul confine di Konoha. Io stavo viaggiando un po' per conoscere i dintorni - altrimenti mi sarei perso prima di arrivare ad un villaggio in cui chiedere informazioni - poi avevo notato Heryul. Chiedendomi cosa ci facesse così lontano dal suo amato deserto, lo iniziai a seguire da lontano, non desiderando particolarmente compagnia. Quando si addentrò in un cimitero, mi allontanai. Era anche suo desiderio restare solo, evidentemente. Raggiunsi una foresta, dagli alberi esageratamente grandi, e aspettai lì. Lo vidi passare e entrare anche lui, battendo la testa su un albero. Dovevo essermi appisolato in quel momento, ma non avevo dormito molto, dato che il sole non si era minimamente spostato.
    Seguii le sue orme dai rami - si vedevano benissimo nell'erba alta - e lo vidi urlare ad uno sconosciuto che si stava facendo i cavoli suoi. Sentendo che chiedeva come uscire, mi mettei la mano sulla faccia: come si fa a essere così stupidi? Avevo deciso di abbandonare il progetto di seguire quell'inutile essere e di andarmene, ma qualcosa colse la mia attenzione: una figura di lontano spiava i due.
    Non mi piacciono i guardoni.
    Corsi sopra i rami degli alberi, lasciandomi cadere dietro il soggetto in questione.

    Cosa stai facendo?
     
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    Avvicinandomi all'individuo appollaiato sull'albero potei ascoltare la sua risposta.

    Siamo a sud ovest rispetto alla zona centrale della foresta della morte, e per quel che mi riguarda basta seguire la strada normale per uscire...e a desso sparisci, non voglio sentire nessuno...

    Effettivamente la soluzione era relativamente semplice, camminando sempre in una direzione sarei uscito da lì prima o poi; però anche se la mia domanda aveva una risposta più che ovvia meritavo una risposta un po' meno sgarbata. Leggermente indignato per il comportamento di quella persona (che non mi aveva nemmeno guardato mentre gli parlavo) mi avvicinai per osservare meglio il suo aspetto; aveva lunghi capelli ma dal tono della voce non sembrava essere una ragazza.

    Va beh, non è importante sapere se è uomo o donna.
    Grazie mille per l'informazione... qualunque sia il tuo nome...

    Prima di rimettermi in viaggio aspettai un po' per scoprire se mi avrebbe rivelato la sua identità; oramai la curiosità di scoprire il nome di quell'individuo era superiore alla voglia di tornare a casa, anche perché nel deserto sunense non c'era molto da fare.
     
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    Grazie mille per l'informazione... qualunque sia il tuo nome...

    Mi girai appena con lo sguardo, giusto per guardare di sottecchi quel ragazzino così curioso che aveva intenzione di sapere il mio nome. Per la sua incolumità era meglio non dirlo, quindi lo ammonii:

    Se ti dicessi il mio nome, dovrei ucciderti...torna a casa e lascia nel gelo del tuo cuore la curiosità
     
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    30.2 UN INCONTRO INASPETTATO



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    I due uomini che stavo pedinando non fecero nulla di strano, rimasero fermi ognuno nella propria posizione a parlare. Ero troppo lontano per sperare anche solo di sentire che cosa dicessero. Sentii però qualcos'altro, un rumore breve e leggero, non saprei dire di che tipo.

    -C'è qualcuno qui... Un loro compare?-

    Lasciai scivolare la mano sul fodero della mia katana, mentre predisponevo mentalmente le basi per un genjutsu che potesse aiutarmi nella fuga. Il tempo che avevo a mia disposizione era ignoto all'inizio e si rivelò essere ben poco. Infatti poco dopo il primo lieve rumore, ne udii un altro ben più chiaro e deciso. Era il tonfo di un uomo che atterrava. Come avevo previsto mi voltai di scatto, puntando il dito in faccia al nemico e iniziando l'estrazione della mia spada.

    -Kenshi-san?!-

    Avendo riconosciuto al volo il volto del presunto aggressore, riuscii a rimandare l'avvio della mia tecnica. Se egli avesse tentato di attaccarmi in qualche modo, avrei potuto e dovuto tentare di attivarla. Seppure in ritardo, la distanza fra noi era abbastanza da concedermi questa chance. Se invece egli avesse seguitato a mostrare aria pacifica, avrei potuto evitare di tentare quella difesa, rinfoderando la mia arma.

    -Cosa stai facendo?-

    La sua domanda ruppe il silenzio e rischiò forse di farmi scoprire. Immediatamente mi venne in mente il modo in cui avrei potuto rispondere senza farmi notare. Attivai con la mente l'abilità che avevo sviluppato da poco, quella specie di telepatia.

    CITAZIONE
    --Telepatia: ad una distanza massima di 10 metri sarà possibile comunicare telepaticamente con un'altra persona. Il contatto sarà a senso unico. Consumo: 5 a turno.

    Mi rimisi dietro il corpo dell'albero, poi iniziai la comunicazione con l'uomo. Rimasi dritto di fronte a lui, non lo conoscevo abbastanza da concedergli le spalle.

    *Ti prego di fare silenzio, Keshi-san. E se potessi celare la tua presenza te ne sarei grato. Ti sto comunicando in questo modo per cercare di non essere notato. Non so se gli hai visti, ma parecchio più distanti da qui ci sono due uomini che parlano tra di loro. Nessuna persona sana di mente verrebbe a chiacchierare in un posto nascosto come questo. Indi sono giunto alla conclusione che quei due potrebbero fare parte di una organizzazione di mukenin, banditi o qualcosa di similmente poco pulito. Un luogo impervio e solitario come questo sarebbe il punto di ritrovo perfetto per gentaglia del genere. Voglio vedere se riesco a comprovare la mia teoria con qualche indizio, poi credo che dovrò studiare la situazione, per eventualmente passare in seguito all'azione. Anzi, se tu volessi collaborare con me avremmo maggiori possibilità di cogliere quei probabili malfattori con le mani nel sacco...*

    Avevo parlato più del dovuto, ultimamente avevo la tendenza ad essere un filo logorroico. Però avevo voluto spiegare per bene la situazione allo Yukese, visto che lo consideravo una persona degna di discreta fiducia, quindi un possibile aiutante in caso di pericolo. In realtà l'avevo incontrato solo una volta, nella missione al Santuario Todoroki, però lì mi era sembrato un tipo a posto, anche se un po' "particolare". Aspettai la risposta del ragazzo, chiedendomi se per caso lui avesse udito qualcosa della conversazione dei due tizi.

    CITAZIONE
    Chakra: 635/640
    -5: Telepatia

    Stato Fisico: Ok

    Stato Mentale: Teso

    CITAZIONE
    EDIT: Come d'accordo con gli altri, ho aggiornato sia la tecnica usata che le statistiche :asd: . E ho tolto di nuovo la scrittura piccola xD.


    Edited by GIIJlio - 12/3/2014, 13:53
     
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    Riconobbi Kamizurui-dono nella figura che avevo fermato. Poi, una voce mi parlò nella testa:

    *Ti prego di fare silenzio, Kenshi-san. E se potessi celare la tua presenza te ne sarei grato. Ti sto comunicando in questo modo per cercare di non essere notato. Non so se gli hai visti, ma parecchio più distanti da qui ci sono due uomini che parlano tra di loro. Nessuna persona sana di mente verrebbe a chiacchierare in un posto nascosto come questo. Indi sono giunto alla conclusione che quei due potrebbero fare parte di una organizzazione di mukenin, banditi o qualcosa di similmente poco pulito. Un luogo impervio e solitario come questo sarebbe il punto di ritrovo perfetto per gentaglia del genere. Voglio vedere se riesco a comprovare la mia teoria con qualche indizio, poi credo che dovrò studiare la situazione, per eventualmente passare in seguito all'azione. Anzi, se tu volessi collaborare con me avremmo maggiori possibilità di cogliere quei probabili malfattori con le mani nel sacco...*

    Stregoneria!
    Il mio cuore aveva quasi subito un infarto, ma ero sicuro che Kamizurui-dono non avesse in mente nulla di male. Ma usare certi metodi... Deplorevole.
    Mi rialzai da terra, dove ero caduto per lo spavento causato dall'improvvisa voce che non proveniva da nessun luogo. Spolverandomi il mantello rosso, potei chiarire l'equivoco:

    Kamizurui-dono, uno di quei due è Heryul.

    Parlai a bassa voce, rispettando il suo desiderio di fare silenzio. Detto questo, speravo di averlo dissuaso da fare atti non raccomandabili contro le due persone lì presenti.
    Però non ha del tutto torto, l'altra persona potrebbe essere veramente una persona pericolosa... Forse dovremmo aiutarlo.

    Non so chi sia l'altro. Andiamo.

    Mi incamminai verso le due figure in lontananza, sicuro che Kamizurui-dono mi avrebbe seguito. Dopotutto, era anche lui un... amico... di Heryul, no?
     
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    Ascoltai speranzoso le parole di quell'individuo, non riuscendo però ad ottenere la risposta desiderata.

    Se ti dicessi il mio nome, dovrei ucciderti...torna a casa e lascia nel gelo del tuo cuore la curiosità

    Rimasi ancora qualche secondo fermo sul posto riflettendo su ciò che mi aveva detto.

    Che abbia davanti qualcuno di talmente pericoloso che il solo conoscerne il nome sarebbe un buon motivo per farmi fuori? In tal caso mi pare strano che non lo abbia già fatto...

    Mi riscossi dai miei pensieri.

    Vabbè, accetterò il tuo consiglio. Ti ringrazio per avermi indicato la strada... e per non avermi fatto fuori. Comunque il mio nome è Walter Heryul, casomai ti interessasse saperlo.

    Dopo quelle parole mi guardai in giro per ricercare con lo sguardo il sentiero indicatomi poco prima; però la mia attenzione si focalizzò su di una figura in lontananza che sembrava venire in mia direzione.

    Ehm... "tizio pericoloso"; non so se possa interessarti ma qualcuno sta venendo in questa direzione.

    Vista la distanza non riuscivo a vedere bene chi fosse, anche se l'aspetto era vagamente familiare; finsi di incamminarmi seguendo il sentiero con un passo innaturalmente lento, quel giorno ero parecchio curioso e volevo togliermi almeno la soddisfazione di scoprire chi altro c'era in quel luogo oltre a noi due. Procedevo abbastanza lentamente che, se non avevo sbagliato i miei calcoli, quella figura avrebbe raggiunto il tizio sull'albero mentre io mi trovavo a circa una cinquantina di metri da lì.
     
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    Dai tuoi incubi peggiori...e oltre. Mai stato nella testa di un folle?

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    Ehm... "tizio pericoloso"; non so se possa interessarti ma qualcuno sta venendo in questa direzione.

    feci un sorrisetto e mi girai verso quel walter. la cosa poteva rivelarsi interessante, data la noia della giornata.

    Bene, mettiamola così, dato che mi sto annoiando. Battiti con quello che sta arrivando, o ti uccido. Se vincerai, ti dirò il mio nome. Ti sta bene? Ovviamente non hai scelta
     
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    Demone incendiario

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    30.3 EQUIVOCO CHIARITO



    farfalle-al-granchio



    Kenshi sobbalzò indietro per lo spavento. Si rialzò subito e, mentre si spolverava il mantello, mi comunicò sussurrando che uno dei due uomini in lontananza era Walter Heryul. Era evidente che avevo preso un granchio. Rimasi parecchio stupito dalla sua affermazione, si trattava di una casualità davvero notevole. Avrei voluto fare una battuta su quanto fosse sempre stato sospetto uno come Walt, ma poi mi trattenni. Lo yukese non sembrava molto propenso agli scherzi, era meglio lasciar perdere l'umorismo per ora.

    -Non so chi sia l'altro. Andiamo. -

    Prima che potessi dire qualcosa, Kenshi partì verso i due. Mi chiesi il motivo delle sue azioni, probabilmente voleva aiutare il suniano, temendo che il suo interlocutore fosse un malfattore, come avevo suggerito poco prima. Lo seguii senza aggiungere altro, prima di fare altre supposizioni assurde era meglio chiarire la situazione.

    CITAZIONE
    Scusate il ritardo. E anche il post cortissimo, ma c'era ben poco da dire...
     
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